Iginio Ugo Tarchetti  

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Iginio Ugo Tarchetti (San Salvatore Monferrato, 1839 - Milano 1869) was an Italian romantic writer. His work is mentioned in Eco's On Ugliness.

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Biografia

Nel suo paese natio intraprese la carriera militare, ma la interruppe bruscamente nel 1865 per motivi di salute, stabilendosi a Milano. Qui si dedicò febbrilmente all'attività letteraria, entrando in contatto con gli ambienti della scapigliatura, collaborando con numerosi giornali e scrivendo racconti, romanzi e versi. Stremato da questa attività, dalla miseria e dalla tisi, si spense nel capoluogo lombardo alla tenera età di trent'anni.

Opere e caratteristiche

Il suo temperamento anticonformista, incline alla solitudine, alla malinconia, alle fantasie macabre, alla vita disordinata segnata dalla dedizione all'arte, dalla miseria e dalla malattia, ne fa un tipico rappresentante della letteratura scapigliata. Ha lasciato numerose opere, tra cui I canti del cuore, scritti prima di compiere vent'anni, che sono prose liriche che si ispirano ai canti popolari tedeschi ed a George Byron. Nel 1866 esce Paolina, romanzo di impianto sociale, che tratta di una fanciulla povera ma virtuosa sedotta da un nobile malvagio, che denuncia in forme di feuilleton l'oppressione che grava contro il proletariato.

Nel 1867 viene pubblicato il romanzo Una nobile follia, che si scaglia contro la guerra ed espone tesi anti-militaristiche. Nell'anno della morte escono raccolte di racconti, già pubblicati in precedenza su vari periodici: i Racconti fantastici risentono del modello di E. T. A. Hoffmann e di Edgar Allan Poe e si incentrano sull'interesse per lo spiritismo, i fenomeni para-psicologici, il "nero" ed il macabro. Sono tutti temi tipici del Romanticismo nordico, che in Italia aveva avuto poca diffusione a causa dell'opinione negativa della Chiesa Cattolica su questi argomenti.

Amore nell'arte vuole mostrare che l'amore e l'arte, soprattutto la musica, possono infrangere le barriere della vita e della morte. Vi è anche un gusto per gli stati psicologici abnormi, come nell'opera 'Innamorato di montagna. Sempre nel 1869 esce anche l'opera più importante del Tarchetti, il romanzo Fosca, lasciato incompiuto e completato dall'amico Salvatore Farina. Postumi furono pubblicati nel 1879 i versi, col titolo di Disiecta.

Caratteristica dell'opera del Tarchetti è un inquieto sperimentalismo, che lo porta da un lato all'impegno sociale e politico tra le fila della Sinistra storica, dall'altro all'esplorazione del fantastico, dell'abnorme, dal patologico, del macabro, sotto il segno dominante di un'attrazione per la morte come "Varco aperto sulle regioni del possibile".

La Fosca

Il romanzo Fosca uscì a puntate su Il Pungolo nel 1869, poi in volume nello stesso anno. Lo scrittore morì prima di completare il penultimo capitolo, che fu steso come già ricordato dall'amico Salvatore Farina.

Il protagonista dell'opera, Giorgio, ufficiale dell'esercito (che racconta in prima persona) è diviso tra due immagini femminili: Clara, donna bella e serena, con cui ha una relazione felice e gioiosa; e Fosca, femmina bruttissima interiormente, isterica, dalla sensibilità acutissima e patologica. Fosca è la cugina del colonnello che comanda la guarnigione della piccola città dove Giorgio, da ufficiale, è destinato.

Nella cornice grigia della provincia si svolge il nucleo della vicenda, che è povera di eventi esteriori ma è ricca di psicologia, argomento principale della trama. A poco a poco Giorgio subisce il fascino morboso di Fosca, senza potersene più liberare: tuttavia la donna muore dopo una spaventosa notte d'amore con lui, ed il protagonista resta come contaminato dalla malattia della sua amante.

Il romanzo si muove su due piani, strettamente congiunti tra loro. Da un lato rileva un interesse per l'analisi del caso patologico, sulla linea del romanzo naturalistico (nel 1865 Edmond de Goncourt e Jules de Goncourt avevano già studiato un caso di isteria nel romanzo Germinie Lacerteux); dall'altro presenta una struttura simbolica, che si colloca nella dimensione dell'orrore, dell'occulto e del "nero". Fosca è la donna fatale, la donna vampiro che succhia la vita dell'uomo che cade vittima del suo fascino, e gli trasmette il suo morbo. Ma nella magrezza estrema, che evoca costantemente simboli spaventosi come il teschio e lo scheletro, è anche un'immagine della morte.

Il protagonista subisce dunque il fascino tenebroso del decesso, e sprofonda nella voluttà dell'autodistruzione. Si crea così un'opposizione tra Fosca e Clara (i due nomi hanno evidentemente un grande ed evidente valore allusivo), con quest'ultima che rappresenta al contrario l'attrazione per la vita.

In questa esplorazione dei "misteri del sottosuolo psichico", in cui Eros e Thanatos, ovvero Amore e Morte, si mescolano inestricabilmente, il romanzo è un'interessante anticipazione delle tematiche decadenti tipiche di Gabriele D'Annunzio.Italo Calvino, in suo articolo critico, ebbe a dire che: "Fosca è un personaggio tra liberty e dannunziano saltato fuori con un anticipo di almeno vent'anni in un mondo che non è ancora il suo".

Poesia e musica

Romanze





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