Tarsie del coro di Santa Maria Maggiore  

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The Basilica di Santa Maria Maggiore in Bergamo is famous for its intarsia, designed by Lorenzo Lotto and Giovan Francesco Capoferri.

The so-called Magnum Chaos is one of the intarsia of the choir.

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Italian text

Le Tarsie del coro di Santa Maria Maggiore sono un importante complesso di intarsi lignei, realizzati tra il 1522 e il 1532 da Giovan Francesco Capoferri e altri su disegno prevalentemente di Lorenzo Lotto, ma anche altri artisti; si trovano nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Bergamo.

Storia

Esiste una documentazione abbastanza precisa sulle tarsie di Santa Maria Maggiore, basata su testimonianza d'archivio e sulla corrispondenza di Lotto stesso. L'opera ruotava intorno a Giovan Francesco Capoferri, giovane e talentuoso intarsiatore originario di Lovere, che il 23 ottobre 1522 venne incaricato di approntare un nuovo coro per Santa Maria Maggiore, chiesa civica della città. Soprintese ai lavori il Consorzio della Misericordia, che decise di far intarsiare i sedili della parte anteriore del coro, destinati ai religiosi, lasciando quelli dei laici, nella parte dietro all'altare, senza decorazione. Inoltre vennero previste quattro tarsie più grandi, per le estremità dei seggi verso la navata<ref name=D48>D'Adda, cit., pag. 48.</ref>.

Il progetto architettonico venne eseguito da Bernardo Zenale, mentre Giovanni Belli di Ponteranica, falegname, divenne assistente del Capoferri. All'inizio la committenza affidò prudentemente la produzione dei cartoni a più artisti, ricevendo dal Lotto quello per un'Annunciazione. I primi sette cartoni sarebbero dovuti essere prodotti quindi anche da un certo Nicolino Cabrini, artista locale semisconosciuto, che però morì nel 1524. A quel punto i responsabili stripularono patti con Lotto per tutte le tarsie che restavano da fare (marzo 1524). Il compenso pattuito era di 9 lire per le scene narrative e 1 lira e 14 soldi per i coperti, indipendentemente dalle dimensioni<ref name=D48/>.

Venne nominato anche un consulente teologico per meglio sviluppare i temi scelti dall'Antico Testamento, il francescano Girolamo Terzi. Il 16 giugno 1524, probabilmente colpiti dal pregio che il lavoro andava assumento e prevedendo l'usura del tempo, i consorziati decisero di richiedere anche delle tavole di protezione per le tarsie, veri e propri coperchi mobili, che dovevano essere a monocromo, mentre per le tavolette principali era prevista una decorazione policroma. I coperti da applicare su ciascuna tarsia dovevano presentare simboli e allusioni alle scene sottostanti.

Nel 1524 Lotto aveva già fornito nove cartoni per le tarsie figurate, otto per coperti e due per i fianchi dei piedistalli delle sedie, tradotti con fedeltà e talento dal Capoferri. Nel 1525 Lotto consegnò altri sette cartoni (uno grande), quattro disegni per coperti e due per altre fiancate dei sedili. A volte, dopo la realizzazione dell'intarsio, Lotto ritornava all'opera per la profilatura finale<ref name=D48/>.

Presto nacquero contenziosi sui compensi tra Lotto e il Consorzio, poiché il pittore giudicava la sua retribuzione inadeguata, e al rifiuto dell'aumento smise di occuparsi della profilatura delle tarsie. Il contenzioso si trascinò a lungo, oltre la partenza per Venezia del pittore nel dicembre 1525, e non è un caso che Lotto in futuro non mise più piede a Bergamo, per non rischiare di dover prestarsi alla rifinitura delle tarsie senza venire retribuito<ref name=D48/>.

La lontananza complicò ma non interruppe la prestazione di disegni: istruzioni epistolari correvano tra artista e committenti, mentre il pittore completava la serie, fino al 1532, quando la collaborazione fu interrotta lasciando incompiuti otto cartoni. Il ricco carteggio (1524-1532) mostra il progressivo deteriorarsi dei rapporti tra committenti e artista, il quale non cessò mai di rinnovare, invano, le sue richieste e pretese la restituzione dei cartoni, temendo che qualcuno se ne appropriasse indebitamente<ref name=D50>D'Adda, cit., pag. 50.</ref>.

Lotto non venne informato della variazione del progetto originario, montando i coperti come decorazioni degli stalli dei laici, stravolgendo il programma iconografico originale per esigenze puramente decorative<ref name=D50/>.

Lo stesso Capoferri nell'ottobre 1533 morì trentasettenne, dopo aver completato il suo lavoro sui disegni di Lotto: anche tra i due i rapporti erano ormai compromessi. Nella coperta di Giuseppe venduto dai fratelli Lotto aveva inserito un ritratto suo e dell'intagliatore, a simbolo della loro eterna amicizia, che però alla prova del tempo non si dimostrò tale.

Nel 1555 l'opera venne conclusa da Giovanni Belli. Il migliore studio sulle tarsie è la monografia di Francesca Cortesi Bosco, del 1997.

Le tarsie di Lotto

# Immagine Soggetto Anno Dimensioni Coperto Soggetto Anno Dimensioni
01 120px Sommersione del faraone Template:Nowrap Template:Nowrap 120px Impresa Template:Nowrap Template:Nowrap
02 120px Arca di Noè 1525 Template:Nowrap 120px Restauratio humana 1525 Template:Nowrap
03 120px Giuditta 1527 Template:Nowrap 120px Viduitatis gloria 1527 Template:Nowrap
04 120px Davide e Golia 1525-1526 Template:Nowrap 120px Maximi certaminis victoria 1525-1526 Template:Nowrap
05 100px Creazione del mondo e di Adamo 1524 circa 44x45,6 cm 100px Chaos magnum 1524 circa 60x50 cm
06 100px Creazione di Eva, Peccato originale e Cacciata dei progenitori 1524 44x46 cm 100px Quia comedisti de ligno 1524 60x50 cm
07 100px Caino e Abele 1524 44x46 cm 100px Sacrifici di Caino e di Abele 1524 circa 50x60 cm
08 100px Uccisione di Abele 1524 44x46 cm 100px Pietas inobedientia 1524 circa 60x50 cm
09 100px Sacrificio di Enoc 1524 44x46 cm 100px Musica 1524 circa 60x50 cm
10 100px Sacrificio di Jubal 1524 44x46 cm 100px Tubalis [sic] sacra musicae inventum 1524 60x50 cm
11 100px Ebbrezza di Noè 1524 44x46 cm 100px Simboli bacchici 1524 circa 60x50 cm
12 100px Sacrificio di Melchidesech 1524 circa 44x46 cm 100px Victoria 1524 circa 60x50 cm
13 100px Incesto di Lot e incendio della Pentapoli Template:Nowrap 44x46 cm
14 100px Sacrificio di Isacco 1524 44x46 cm
15 100px Giuseppe venduto dai fratelli 1524 44x46 cm 100px Fratrum quoque gratia rara est 1524 60x50 cm
16 100px Sacrificio dei genitori di Sansone Template:Nowrap 44x46 cm 100px Simboli Template:Nowrap 60x50 cm
17 100px Sansone uccide il leone e spinge con le fiaccole le volpi nelle messi dei nemici Template:Nowrap 44x46 cm 100px Fascine e altri simboli Template:Nowrap 60x50 cm
18 100px Sansone uccide i filistei con una mascella d'asino e porta sul monte le porte della città Template:Nowrap 44x46 cm 100px Simboli Template:Nowrap 60x50 cm
19 100px Sansone tradito da Dalila Template:Nowrap 44x46 cm 100px Simboli Template:Nowrap 60x50 cm
20 100px Davide trasporta l'arca santa ed è scherinito 1525-1527 44x46 cm 100px Humilitatis et pacienciae exemplum 1527 60x50 cm
21 100px Suicidio di Achitofel Template:Nowrap 44x46 cm 100px Due uomini che precipiotano in un abisso 1527 60x50 cm
22 100px Morte di Assalonne Template:Nowrap 44x46 cm 100px Divina vindicta impietatis 1527 60x50 cm
23 100px Davide piange la morte di Assalonne Template:Nowrap 44x46 cm 100px Heu fili mi 1527 60x50 cm
24 100px Uccisione di Amasa 1524 circa 44x46 cm 100px Uomo coronato d'alloro in un cerchio, con spada sguainata e pugnale 1524 circa 60x50 cm
25 100px Elia nel deserto 1527 circa 44x46 cm 100px Surge comede 1527 circa 60x50 cm
26 100px Ester e Assuero 1527 44x46 cm
27 100px Martirio dei fratelli Maccabei con la madre 1525 44x46 cm 100px Potius 1525 circa 60x50 cm
28 100px Serpente di bronzo 1525 44x46 cm 100px Simboli 1527 60x50 cm
29 100px Consegna delle tavole a Mosè 1525 44x46 cm 100px Tavole della Legge 1527 60x50 cm
30 100px Amnon e Tamar 1525 44x46 cm 100px Impresa 1527 60x50 cm
31 100px Uccisione di Amnon 1525 44x46 cm 100px Uomo in cerchio che uccide di spada un altro uomo coronato 1525 60x50 cm
32 100px Giona e la balena 1525 44x46 cm 100px Figura recuperationis nostrae 1527 60x50 cm
33 100px Susanna e i vecchioni 1524 44x46 cm 100px Pocius mori 1524 circa 60x50 cm

In generale le scene bibliche di Lotto mostrano un'inesauribile fantasia scenica, con una narrazione sciolta e così diversa dai toni aulici e composti delle opere di Tiziano in quegli stessi anni. Numerosi sono gli spunti popolari, soprattutto negli episodi biblici, uniti a una simbologia erudita e a volte criptica nei coperti, che però a grandi linee sono pure efficaci e immediati. I coperti invece sono composti secondo lo stile degli emblemi araldici, con oggetti simbolici accostati ad artificio ed accompagnati da brevi motti che ne chiariscono il significato<ref>D'Adda, cit., pag. 64.</ref>. Ciò generava immagini suggestive e di facile momorizzazione, che aiutavano i religiosi a meditare sui significati degli episodi biblici<ref>D'Adda, cit., pag. 65.</ref>.

Nella generale complessità di significati, tratti dalla scolastica e dalla filosofia, si trovano anche citazioni alchemiche, legate a messaggi che raccomandano l'ascesi: nella cultura dell'epoca, dopotutto, l'affinità tra il processo di trasformazione dei metalli e quello spirituale dell'animo umano era spesso accostata<ref name=D67>D'Adda, cit., pag. 67.</ref>. Ciò si vede bene, ad esempio, nel coperto della Restauratio humana sopra l'Arca di Noè, situata sul fronte del coro. In essa, sopra l'arca che fluttua, si eleva un'asta che regge una serie di strumenti da alchimista, quali la borsa della pietra di paragone, il crogiuolo con le sette verghe di metallo e la bilancia. Il significato è che come Noè rinnovò l'umanità selezionandola nella sua arca (Restauratio), così l'uomo deve purificare la propria anima verso la perfezione e la beatitudine, in maniera analoga a quanto fanno gli alchimisti con i metalli che vengono trasformati in oro. Lotto doveva essere familiare a questi temi, sin dal suo soggiorno giovanile a Treviso, dove nel 1471 erano stati pubblicati i testi di Ermete Trismegisto tradotti da Marsilio Ficino e dove tra il 1503 e il 1505 soggiornò Giovan Aurelio Augurello, autore di un poema alchemico<ref name=D67/>.

Tra le composizioni più efficaci figura quella di David e Golia, costruita come una doppia scatola prospettica con sottili giochi chiaroscurali: in primo piano si vede Davide che colpisce il gigante con la fionda e più a sinistra il momento successivo, della decapitazione, per poi proseguire nel racconto a destra in fondo, dove il giovane eroe porta in città la testa di Golia<ref>D'Adda, cit., pag. 69.</ref>.

Note

<references/>

Bibliografia

  • Carlo Pirovano, Lotto, Electa, Milano 2002. ISBN 88-435-7550-3
  • Roberta D'Adda, Lotto, Skira, Milano 2004

Voci correlate




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