Porta Magna (San Petronio Basilica, Bologna)  

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Porta Magna

The Porta Magna is the main doorway to the San Petronio Basilica in Bologna, Italy.

In 1425 Jacopo della Quercia accepted another major commission : the design of the round-arched Porta Magna of the San Petronio Basilica in Bologna. It would keep him busy for a good deal of the last thirteen years of his life and it is considered his masterwork. Each side of the door is flanked, first by a colonette with a spirally wound decoration, then nine busts of prophets and at the end five scenes from the Old Testament, carved into somewhat lower relief. In the Creation of Adam, he uses the same arrangement as in the Fonte Gaia (in Siena), but in reverse order. Michelangelo, who had visited Bologna in 1494, conceded that his Genesis in the Sistine Chapel ceiling in the Vatican, was based on these reliefs. The architrave above the door contains five reliefs with representations from the New Testament. The lunette contains three free-standing statues : Virgin and Child, Saint Petronius (with a model of Bologna in his right hand) and Saint Ambrose (carved by another sculptor Domenico Aimo in 1510). Originally this third statue had to represent the papal legate Cardinal Alemmano, but this intention was quickly abandoned after the cardinal had been evicted from Bologna. He relied heavily on the artists of his Bolognese workshop, such as Cino di Bartolo, for assistance in this project.

Wayland Young in Eros Denied remarks that one of the Adam and Eve panels depicts a "jealous Adam [who] is ruefully measuring the length of his prick while Eve caresses the serpent."

Contents

Italian text

La "Porta Magna" è il portale centrale della basilica di San Petronio a Bologna. Realizzata a partire dal 1425, è decorate da statue e rilievi che sono considerati il capolavoro dello scultore senese Jacopo della Quercia. Su questi lavori formò il proprio stile magniloquente Michelangelo Buonarroti, che ebbe modo di studiarli e ammirarli.

Storia

La decorazione del portale mediano iniziò nel 1425 e si interruppe nel 1434, poco prima della sua morte (1438). L'opera rimase così incompleta, senza la cuspide. Nel 1510 il portale venne spostato in avanti dagli interventi di Arduino degli Arriguzzi.

Le opere vennero studiate attentamente da Michelangelo, soprattutto le storie della Genesi, che dimostrò di avere a mente in alcune delle composizioni della volta della Cappella Sistina. Anche la Madonna venne elogiata, e lo scultore fiorentino la definì: "la più bella Madonna del Quattrocento".

Descrizione

Jacopo scolpì le dieci formelle a bassorilievo sugli stipiti del portale che raffigurano Storie della Genesi, i diciotto Profeti nella strombatura, la Madonna col Bambino e i santi Ambrogio e Petronio nella lunetta, completata quest'ultima dal Varignana, e le cinque Scene del Nuovo Testamento sull'architrave: Natività, Adorazione dei Magi, Presentazione al Tempio, Strage degli Innocenti e Fuga in Egitto.

I profeti nell'arco al centro sono invece opera di Antonio del Minello e Antonio da Ostiglia, tranne il Mosé al centro che è opera di Amico Aspertini.

I rilievi di Jacopo della Quercia con Storie della Genesi comprendono:

Stile

Il nodo focale dell'inquieta e multiforme produzione di Jacopo della quercia è la vitalità erompente dei suoi personaggi, che travolge e fonde, mettendoli in secondo piano, le fonti e i riferimenti culturali delle sue opere. L'intensità dinamica dei rilievi di San Petronio è data dal gioco di linee complesse, che sfrutta anche le linee del panneggio gotico, e dalla scelta di soggetti umani rustici e massicci, che esaltano la forza plastica delle scene.

Le figure occupano le formelle per tutta la loro altezza, su sfondo per lo più neutro, e sono caratterizzate da gesti ampi, pose eloquenti e composizioni dinamiche. Il rilievo usato è diverso dallo stiacciato donatelliano, poiché non usa sottosquadri, anzi fa apparire le figure come schiacciate tra due piani invisibili, con linee nette e ombre ridotte al minimo. Alle parti lisce e stondate delle figure si alternano spesso fratture di piani e contorni rigidi, dal cui contrasto sprigiona un effetto di grande forza trattenuta, che non ha eguali nella scultura quattrocentesca.

La concentrazione sull'energia psichica e fisica dell'uomo nelle formelle non ebbe sostanziali continuatore nel XV secolo, ma fece da modello per Michelangelo Buonarroti, che ne riprese l'espressività e la forza narrativa.




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