Niccolò Franco (pamphleteer)  

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"A Priapo by Niccolo Franco mentions La Cazzaria."--Sholem Stein

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Niccolò Franco (13/14 September 1515 - 11 March 1570) was an Italian poet and literato executed for libel.

Italian

« Qui non istorie, bei tappeti o arazzi
veder si ponno, né cantar divino,
che fa gli Orlandi furiosi e pazzi.
Non di Damasco, né di panno fino
addobbati versetti, ma sol cazzi,
che torrebben la foia all’Aretino. »

--(Niccolò Franco dalla prefazione di "Priapea")

Nato a Benevento da modesta famiglia, il poeta compì studi umanistici alla scuola del fratello Vincenzo. Nell'ambito della scuola strinse importanti amicizie: con il suo concittadino Antonio Delli Sorici e con Giampietro Carafa, futuro papa Paolo IV. Nel 1544 si trasferì a Napoli dove intraprese gli studi legali, venendo in contatto con il giurista Bartolomeo Camerario. A Napoli si sposò giovanissimo per tentare d'essere assunto alla corte spagnola. Successivamente, nel 1537 per condizioni economiche, si trasferì a Venezia dove entrò al servizio del celebre scrittore e poeta Pietro Aretino.

Da questi imparò l'arte di usare la scrittura per fornire servizi cortigiani o favorire o denigrare pubblicamente i potenti, spesso al soldo dei loro nemici.

Data la sua innata predisposizione alle lettere, non meno che all'invettiva, Franco divenne ben presto il segretario dell'Aretino e, dopo qualche anno, decise di "mettersi in proprio", proponendo i servigi a clienti conosciuti in quegli anni.

L'Aretino non gradì molto l'iniziativa e dopo alcuni scontri verbali o scritti, culminati da un colpo di pugnale che lo sfregiò in volto, Franco decise di trasferirsi in altra città. Discese la penisola ponendosi al servizio di vari signori e signorotti, per approdare a Roma.

Nell'Urbe poté finalmente iniziare l'attività di scrittore e libellista, mettendo la propria penna a disposizione dei vari potenti cittadini, dai quali venne ben presto assoldato per produrre lodi, invettive, sonetti licenziosi ed ogni altro prodotto letterario richiesto all'epoca, comprese alcune pasquinate.

La sua grande sfortuna fu di accettare l'incarico di produrre, su commissione del Procuratore fiscale apostolico Alessandro Pallantieri, un libello infamante ed alcune pasquinate rivolte al papa Pietro Carafa, allo scopo di diffonderle all'indomani della sua morte. Poco dopo Pallantieri venne destituito e inquisito per reati fiscali.

In seguito alla morte di Paolo IV, venne eletto papa Giovanni Medici che provvide a scarcerare Pallantieri, nominandolo Governatore di Roma ed a mandare a morte, dopo un processo sommario, due importanti membri della famiglia Carafa.

Tutto sembrava andare per il meglio, quando l'improvvisa morte di Pio IV e l'alleanza elettorale tra i cardinali Borromeo e Farnese, preoccupati dall'enorme potere di Pallantieri, causò l'inaspettata elezione di papa Antonio Ghisleri, pupillo della famiglia Carafa.

Non appena giunto al soglio pontificio, Pio V ordinò la revisione del "processo Carafa", allontanò Pallantieri da Roma e iniziò un'inchiesta sulle azioni dell'ex governatore. È nell'ambito di questo scontro tra potenti che lo scrittore rimase travolto dagli eventi.

La casa di Niccolò Franco venne perquisita, tutti i carteggi sequestrati ed egli imprigionato. Interrogato e torturato, Franco confessò la committenza di Pallantieri per la creazione del libello contro Paolo IV e la sua famiglia, intitolato "Commento sopra la vita et costumi di Gio. Pietro Carafa che fu Paolo IV chiamato et sopra le qualità de tutti i suoi et di coloro che con lui governaro in pontificato."

Probabilmente allo scopo di non consentirgli ritrattazioni che avrebbero impedito l'incriminazione di Pallantieri, nonostante il cardinale Giovanni Morone avesse assunto la difesa dello scrittore al processo, Franco venne condannato a morte ed impiccato l'11 marzo 1570, in Ponte Sant'Angelo a Roma, in conformità a quella recente legge che, ironia della sorte, proprio Pallantieri aveva fortemente voluto e promulgato, come governatore di Roma.

Nella città di Benevento una strada è a lui dedicata.

Principali opere

  • Pistule vulgari (1538)
  • Petrarchista (1538) una satira sugli imitatori dello stile del Petrarca
  • Dialoghi piacevolissimi (1539) opera lodata da Torquato Tasso
  • Rime contro Pietro Aretino (1545)
  • Priapea (1546)
  • Il Duello (1546)
  • Philena (romanzo) del 1546




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