Le piu recenti scoperte ed applicazioni della psichiatria ed antropologia criminale  

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Le piu recenti scoperte ed applicazioni della psichiatria ed antropologia criminale (1893) is a book by Cesare Lombroso.

Full text[1]

LE P1Ú RECENTl


SCOPERTE ED ÁPPLICAZIONI

DELLA


Con 3 tuvolé e 52 figure ncl testo


F R ATE LLI BOCCA


Libra! di S. M. il Re ti’ Italia


lí. 0 M A Uorso, 210

TORINO

Via Cario Alberto, 3

PIRENSE Via Curre tan i, 8


DEPOSITI


rATiERMO


MESSINA


CATANIA


PROPKIETÁ LETT ERARIA


Tobiko, Tip. E Lit. Camilla e Bektolero.



II progresso vertiginoso della scuola antropológica crimínale in Europa, e specialmente in Italia, rende difficile ai piii di tener dietro senza ritardo ad ogni nuova scoperta, per quanti sforzi raddoppino Sergi, Mingazzini, Ferri, Garofalo, Marro, Kurella, Ellis, Sighele, Ardú, Roncoroni, Gurrieri, Pellacani, Fri- gerio, Tarnowski, Ottolenglii, Car rara, Zerboglio. Renta, e per quanto mostrino occuparsene certe ri viste estere, a noi spesso iníide e piii spesso avverse nel fondo, anche quando con troppa mala fede ne carpiscono il nome. — La sola rivista che, insieme alia Señóla posi- tiva di diritio , vi tenne dietro piü fedelmente, 1L-1 r- cfiivio di psichiatria , Science pena/i ed antropo- logía crimínale , inceppata dalla molteplicitá delle ma- terie a cui atiende, la psichiatria, hipnotismo, il di- ritto, la pellagrologia, non vi riesce che in piccola parte, anelando ad una meta che sempre le sfugge.

Perció tentai di supplirvi man mano con alcune pubblicazioni (1) , in Inghilterra, in Gemianía ed in

(1) L’anthropologie criminclle et ses récents progrés, 1 vol. in-18 della Ui- bliothéque de philosophie contemporaine, deuxiéine cd. — París, Alean, 1890.

Nouvelles recherches de psychiatrie et d'anthr opolo gie criminclle, 1 vol. hi-18 della Bibliothéque de philosophie contemporaine. — París, Alean, 1891.

Les applications de V anthropologie criminclle. — París, Alean, 1890.

The criminal man, per II. Ellis, 1889.

Der Verbrecher (trad. Fkankel). — Hainbourg, 1888.

Der Politische Verbrecher (trad. Kukella), 1891.


VI


I - rancia, cd ora, in Italia — con questn — che le rias- sumo e completa, unendovi note sulle ricerche svoltesi nogli ultimi tempi, ecl un elenco delle memorie originali pubblicate nella Biblioteca antropologieo-jiuruliea e nei 13 anni di vita del succitato A relució.

Contemplando questo ultimo elenco, in cui non sono meno di 99 le memorie del nuovo diritto penale, di 111 quelle di antropología crimínale, di 131 quelle di psi- cliiatria, e percorrendo la bibliografía della Sociología di Ferri, in cui le memorie sommano a 1369 (1), sentó di poter rispondere con un sorriso d’orgoglio e di com- passione a quei semidotti che o perché non ci capiscono, o perché fíngono di non capirci, ci gabellano per mor ti eredendo di potere, intanto, impunemente rivestirsi delle nostre spoglie.

Oh! si, sara vero che siam morti, ma siamo dei singolarissimi morti, postoché in si pochi anni abbiamo esaminato (noi ch’eravamo tacciati di non tare abba- stanza studi individual!) 54,131 tra pazzi, criminali e normali, 200 dei quali illustrati uno ad uno in apposite monografíe, e dato luogo a 344 memorie originali cd a 39 opere; mentre coloro che ci gabellano per defunti,


(I) Psicología crimínale 404

Opere critiche e riassunti 271

Statistica crimínale 254

Psicopatologia criminale 146

Craniologia criminale 67

Biología criminale 61

Osservazioni sul cervello di criminali .... 45

Antropometría criminale 39

Congressí ¿'antropología criminale .... 37


Opere generali ¿'antropología criminale Anatomía patológica ¿i criminali . Pisionomie criminali


VII


non lian saputo ripeterci che ia sólita tiritera del mi- crobo e del bouiüon . senza esaminare un individuo, senza appurare un sol fatto. Strani morti, che sentimmo ancora la vigoria di rifare due volte da capo a fondo la via faticosamente percorsa, adottando il vero do- vunque lo trovammo, anche quando si ritorceva contro noi : e che, non fermandoci mai un giorno sulle messi raccolte, abbiamo tentato le soluzioni di quesiti che pa- re vano disperati, sul genio, sull’epilessia, sul delitto congenito, sul delitto político, suH’infanticidio , sul- 1’ aborto, sulla prostituzione (Tarnowski) e perlino ini- ziatone nell’arte, nella letteratura, nella pedagogía e nel diritto civile (D’Aguanno, Salvioli, Riccardi, Lefort) .

Né io ho la pretesa, ben s’intende, che questi lavori siano perfetti, e neppure che alia perfezione si avvici- nino ; nía allorché pensó che molfe volte si devono ac- cettare e rispettare le nuove scoperte anche quando non hanno la minima ombra d’applicazione, posciache bisogna possedere tutti gli strumenli, averli ben in or- dine e saperli ben maneggiare prima di ottenerne un vantaggio, e posciache passarono cento anni dalla pila di Volta alia sua applicazione al telégrafo, alia dinamo, posso essere ben fiero se vedo sorgere da ogni parte le applicazioni alia nueva scienza dai punti piíi lontani della pratica penitenziaria , del diritto, che giá dal lettuccio tormentoso delle formóle astratte, ove dal Medio Evo fu finora raggrinchito e rinchiuso, comincia a sentiré i primi soífi della riforma, fino al campo let- terario ed artístico che pareva cosí da lei divergente o lontano.

No noi risponderemo qui altrimenti a quci critici


VII I


che ci scherniscono per lo studio, troppo minuto, della vita somática dei criminali e dei pazzi morali, quali sono le secrezioni, il naso, il campo visivo, i capelli, ecc.

Questo non é un capo d’accusa che si elevi contro noi. nía piuttosto contro loro, e che ci rammenta le helfe degli antichi dottori contro l’ascultazione, la per- cussione e lo studio termometrico dei malati: se essi non sono capaci di aberrare l’importanza di questi dati il tort.o non é nostro.

E cosí quando Hrunetiére loda Tarde di non opporre cifre alie nostre statisiiche, non appartiene piü al nostro secolo e neppure al secolo passato, perché é la- sciando in disparte l’incerto, é precisando t.utto quello che si puo precisare, é col trionfo del numero (1) e del metro che la nostra era scientifica ha sorpassato lo precedenti.

C. Lombroso.


(1) Molesohott, Circolazione (falla vita, 5 a ed. — Milano, lb69.


i



i


V




CAPITOLO I.


I! cranio in individui normali ed in antropoidi.


GH antropologhi criminali che fin dalle prime avevano intravve- duto Tinflusso atavistico nelle anomalie piü frequenti dei criminali compresero ch’esse non si sarebbero potute spiegare, né avrebbero acquistato Limportanza ed il posto che loro spettava, se non ne facevano precedere le ricerche da quelle sugli uomini normali dello stesso paese, e, quando era possibile,nei selvaggi e negli antropoidi.

I . Anomalie nei primate — II dottor Maccabruni ( Ricerche negli antropoidi di alcuni carattcri craniologici ritenati come de- generativi nelVnomo, 1890) ha presi in esame : l.La sutura meto- pica; 2. II saldamento delle suture precoci; 3. La semplicitá delle suture dentellate; 4. L’esistenza di ossa wormiane; 5. La fossetta occipitale mediana; 6. Le assimetrie, in 45 cranii esistenti nel Museo Civico di Genova, di cui :

32 di orang (S. Satyrus ) ;

3 di chimpanze ( Troglodytes niger ) ;

4 di gorilla (Troglodites gorilla)',

6 di gibbone ( Hylobates ).

1 . Sutura metopica. — Trovó mancante la sutura metopicain tutti.

2. Saldamento suture. — Riscontró le suture della vCdta ancora ben distinte in 4 giovani orang su 12, e 2 di chimpanze puré

Lombroso. — 1.


— 2


giovani ; in alcuni poi di tali cranii (3 di orang ed 1 di chim- panzé) esistevano ben distinte persino le suture basi-occipitali e sopra-occipitali. Si trovarono ancora distinte le suturé della volta in 3 cranii di orang adulti su 16, in 1 di gorilla adulto ed 1 di Jly ¡otates piuttosto giovine. Si riscontrarono poi ben distinte sol- tanto la coronaria e la temporo-occipito-parietale in 7 orang gio- vani, in 5 orang adulti ed in 1 gorilla giovane. 11 saldamento completo di tutte le suture si riscontró in poclii individui, vale a dire in 6 orang adulti vecchi, 2 gorilla adulti, 3 Hylobates adultu In generale si osserva che la sutura prima a saldarsi é la sagittale, segue la lambdoidea e la coronaria, ultima la temporo-occipito-pa- rietale.

3. Semplicitá clelle Suture dentellóte. — Osservó la semplicitá delle suture in 18 dei 26 cranii di antropoidi che conservavano ancora le suture dentellate; in 4 cranii segnatamente (1 per ogni specie) le suture dentellate erano rappresentate da linee quasi rette o leggermente ondúlate. In altri cranii erano meno semplici; sol- tanto in 3 cranii erano molto fitte e complesse.

4. Ossa zoormiane. — Si trovarono con molta frequenza, cioe in 21 dei 26 cranii nei quali non era molto avanzata la sinostosi. Si notarono con piú frequenza negli aDgoli occipito-temporo-parietali, cioé in 13 cranii; si riscontrarono al lambda únicamente in 4 cranii, ed al lambda ed angoli suaccennati contemporáneamente in altri 4 cranii. Di forma e volume variabili da una lente ad un soldo o un centímetro quadrato. Nel cranio di orang adulto notó un volumi- noso osso interparietale.

5. Fossetta occipitale media. — Si notó l’esistenza della fossetta occipitale mediana ben distinta in 2 cranii di orang ed accennata, come una depressione verso Torio del foro occipitale, in altri 6 cranii di orang. Si trovó la fossetta ben distinta in 5 dei 6 cranii di Ily- lobates esaminati.

0. Assimetrie. — - Si rilevó spostamento a destra dell’angolo della


— 3 —


sutura lambdoidea nel cranio di un giovane orang; sporgenza o depressione unilateral© del parietale o temporale in 6 cranii di orang; forte sporgenza della regione parieto-occi pítale destra nel cranio di un TLjlobates ( Manicomio , anno VII, n. 1, 2, 3).

2 . Processo frontale. — 11 dottor Penta ha studiato il processo frontale del temporale nella scala zoológica.

Nelle scimmie, secondo lui, é un’anomalia, non un carattere, fisso, zoologico: nel gibbone, ad esempio, si trova nel 125 0[00 come nei negri e meno degli Australiani. In molte altre specie piü inferiori si ha il processo frontale, ma piü o meno incostante: solo nei roditori era un vero carattere zoologico, collegato con una speciale funzione, che é quella di formare il contorno posteriore deH’orbita, mancando quivi i processi orbitarii del frontale e del zigomatico. Come questi processi appaiono, il processo frontale seompare nella serie animale; ma se quelli mancano questó ricom- pare, e ció precisamente avviene nei chirotteri, da cui pare che le scimmie abbiano ereditata l’anomalia, come l’uomo l’ha avuta piii da vicino dalle scimmie stesse.

II processo frontale é quindi un carattere rudimentale. E in ció lo riconferma l’embriologia, perocché ha osservato tra 30 cranii di feti del Museo Anatómico, che a quattro mesi di vita uterina la squama del temporale é obliqua in basso ed in dietro e pre- senta in alto ed in avanti una specie di bottone, che sarebbe un vero processo frontale, il quale a cinque mesi diviene piü distinto lateralmente. Al sesto e settimo mese la squama del temporale si arrotonda per deposito di nuove molecole ossee e il processo tende a svanire, finché del tutto seompare in mezzo all’inva- dente ossificazione dei margini temporali, che ricolma questosso, e gli da la furnia areuata propria deH’uomo. Vedremo nel Capí- tol o II quanto queste carattere spesseggi nei criminali e nei pazzi (48-50 0[0) ( Ar chio io di psichiairia, 1891, XII. p. 519).


— 4 —


3. Processi clinoidei. — II prof. Raggi studió Le anomálie dei processi clinoidei dal punto di vista anatómico , antropológico e patológico. Queste anomalie possono essere costituite: I o dal sem- plice aumento di sviluppo dei tre processi (anteriore, medio e posteriore), o solamente da qualcuno di questi, sia unilateralmente, sia bilateralmente o in senso incrociato; 2 o dall’ unione del pro- cesso anteriore col posteriore, senza partecipazione del medio; 3 o dall'unione del processo anteriore col medio, con formazione di un angolo osseo, che per i suoi rapporti colla carotide puo essere chiamato anello carotideo. Questa anomalía puo combinarsi colla precedente. Complessivamente considérate, tali anomalie si osser- varono sopra 73 dei 271 crani della raccolta del Manicomio di Vo- ghera e sopra 46 di un'importanza veramente notevole. Cosí la fusione completa bilaterale si presentó 6 volte, la fusione parziale bilaterale 21 volte, la fusione monolaterale 18 volte; in complesso 20 0^0 nei raaschi, 19,05 0[0 nelle femmine. Queste particolaritá anatomiche dei cranii pazzeschi non potevano passare inosservate, dopoché Gegenbauer ha fatto osservare che « la fusione dell’apofisi clinoidea anteriore colla posteriore o anche con ambedue ad un tempo era disposizione anatómica generale negli orangs » . Le os- servazioni fatte sui Primati antropomorf (genere JPithecus) del Museo Zoologico di Genova, confermano tale asserzione, ingene- rando il sospetto che la fusione dei processi clinoidei (specialmente 1’ unione dell’anteriore col posteriore) costituisca nel cranio umano un carattere pitecoide. Peí significato degenerativo attribuito ai cranii pazzeschi starebbero in appoggio la maggior frequenza di tali anomalie nei cranii suddetti di fronte ai cranii normali e la pre- valenza delle forme degenerative di pazzia preséntate dai soggetti a cu i appartenevano i cranii esaminati ( Manicomio , anno VII, n. 1, 2, 3).


4 . Fossetta occipitale mediana nei primati. — Albrecht aveva dichiarato che la fossetta vermiana od occipitale mediana del Lom- broso si presentava come una peculiaritá morfológica nórmale nel cranio di tutti i primati, ad esclusione dei tre grandi generi Simia, Gorilla , Troglodytes ; egli la diceva puré evidentísima nel teschio del quarto antropoide, Y Hylobates, di guisa che la fossetta stessa riusciva un carattere assai importante sotto l’aspetto dell’antro- pologia zoológica, giacché solo l’uomo, l’orang, il chimpanzé ed il gorilla l'avrebbero perduta nella specificazione evolutiva del tipo antropinico.

Approfittando della ricca collezione di cranii di primati esistente nel Museo Civico di Genova, Morselli ha controllato queste affer- mazioni dell’ Albrecht ( Sulla fossetta vermiana nei primati , peí prof. Enrico Morselli; Archivio di psichiatria, Xr, pag. 321).

Ha esaminato circa settanta cranii, dei quali 44 appartengono ai quattro generi di antropomorfi, e gli altri sono di pitecidi, di cebidi e di platirrino.

a) Su trenta cranii di orang-utang, Simia Saiyrus , che co- stituiscono certo la piü preziosa collezione craniologica di questo antropoide che si conosca, non ha osservato che un solo caso di fossetta vermiana ben distinta ; ed é il cranio di un giovane ma- schio appartenente alia varietá detta Majas Kassá o Kassir dagli indigeni di Borneo e segnato nel catalogo col num. xix; la fos- setta é di forma triangolare ed arriva fino al margine del gran foro.

In un altro soggetto, femmina giovane, e puré spettante alia varieta Majas Kassir , la cresta cerebellare od occipitale mediana interiore é mancante, e nel suo posto si trova una depressione leg- ger mente cóncava, che ricorda una consimile conformazione offerta dall’occipitale d’alcuni cranii dell’uomo.

In un altro giovane orang ha visto un bell’esempio di quelle pi otubei anze mammillari intercondiloidee che alcuni aun i or sono.


— 6 —


il compianto prof. A. Tafani e, piü tardi, il Lacbi ed il Sergi, descrissero come un primo passo verso la formazione d’un terzo cóndilo occipitale.

b) Su quattro cranii di gorilla, Troglodites gorilla ( Gorilla gind) di cui peró solo tre sono utilizzabili per questa indagine speciale, uno di giovane femmina offre nel mezzo della superficie interna occipitale tre piccole incavature di forma triangolare, di cui quella mediana corrisponde, secondo ogni verosimiglianza, alia fossetta cerebellare e le due laterali alie insolcature per i seni venosi paravermiani, come l’Albrecht ha posto in rilievo nelia suc- citata sua Memoria.

c ) Su tre cranii di chimpanzé, Troglodytes niger , non ha visto nessuna fossetta ver miaña, bensi un esempio di quei processi con- diloidei anteriori che ancli’essi vennero descritti come varietá ossee derivanti dall’incipiente formazione d’un terzo cóndilo occipitale análogo a quello degli ittiopsidi.

d ) Di sei cranii di gibbone. Hylobates , appartenenti a specie di verse, due soli mancano di fossetta vermiana, e sono il cranio di un siamang, H. syndactylus , e quello di un altro Hylobates di specie ed etá indeterminate, proveniente da Borneo. Grli altri quattro presentano tutti una magnifica fossetta mediana e sono un gibbone wau-wau, II. varicgatus, due gibboni della specie ancor poco conosciuta e denominata II. concolor , e infine un quarto ed ultimo di altra varietá indeterminata.

La fossetta vermiana dei gibboni é la piü caratteristica che si possa immaginare: la sua forma e allungata, e la costeggiano due bei processi paravermiani. AH’esterno l'osso occipitale mostra la bozza vermiana corrispondente alia fossetta interna, e le due in- fossature paravermiane segnalate daU’Albrecht. In uno degli Hylo- bates concolor é puré manifestísima la suddivisione della fossetta nei due suoi segmenti, stafilino ed epistafilino, mentre tale con- formazione manca nell’altro individuo della stessa specie.


— 7 —


• é) Morselli non ha potuto confermare Tasserzione di Albrecht ohe tutte le altre scimmie catarrine e platirrine presentino la fos- setta oecipitale. Ne mancherebbero , infatti, il cranio delTama- driade, Cynocephalus hamadryas, e uno dei due esemplari di seimmia con la criniera deH’Abissinia, Colóbus guerreza.

Tutte le altre specie di scimmie portano, invece, la fossetta.

Essa é evidentissima, poi, nei semnopiteci, quali il Semno - pitecus cristatus, ed il S. nasalis ( Nasalis larvatus ), che puré occupano nella scala gerarchica delle catarrine un posto piü ele- vato dei cinocefali. La si osserva puré fra i colobi, nel guereza o Colobus guereza , come ho detto; fra i cercopitecini nel Cercopi- tliecus albogularis e nel Cercocebus colíaris’, fra i macachi nel- Vlnuus nemestrinus e nel Macacas thibetanus ; e in altre scimmie dell’antico continente. In quanto poi alia famiglia delle platirrine, lo Stcntor niger o barbatus l’ha puré bella ed evidente.

In alcune di queste scimmie la fossetta é suddivisa in due segmenti, Tuno per Tugóla, l’altro per la pirámide e peí tuber valvulae. Generalmente essa é di forma allungata, elissoidale, e la costeggiano due processi paravermiani risentiti. AlTesterno, le particolaritá ossee sono sempre quelle superiormente descritte.

Da queste osservazioni egli desume che TAlbrecht non é nel vero quando afferma che tutte le scimmie, salvo le tre grandi antro- pomorfe, presentano la fossetta vermiana. Non solo si danno casi di fossetta anche fra i golilla e gli orang, ma vi sono puré gibboni o altre scimmie catarrine che ne possono eventualmente mancare.

Tuttavia, b verissimo che la fossetta mediana delT oecipitale deve considerarsi come una peculiaritá morfológica propria solo dei mammiferi inferiori: nei primati sembra ch’essa vada facendosi sempre meno frequente e meno distinta di mano in mano che noi ci eleviamo verso il tipo antropomorfo, e giunti a questo tipo noi la vediamo presentarsi piü raramente sino a che non si incontra piii che per anomalia.


— 8 —


Qualora si disponessero in serie tutte le varié categorie di mam- miferi si avrebbe, conclude Morselli, questa scala discendente per rispetto alia frequenza della fossetta occipitale.

1. Fossetta costante, e quindi da considerarsi come coní’or- mazione nórmale: mammiferi inferiori, cioó: monotreni, marsu- piali, sdentati, ungulati, sirenidi, carnivori, roditori, insettivori, chirotteri.

2. P robabilmente sempre costante: primati del sottordine degli esperopitecini, o platirrine; e sottofamiglia dei cercopitecini nel sottordine degli eopitecii o catarrini.

3. Costante con qualche rarissima assenza : sottofamiglie dei cinomorfi e dei semnopitecini.

4. Ordinariamente presente, ma non senza numeróse assenze: sottofamiglia degli ilobati.

5. II piü delle volte mancante , ma con nunierosi casi di pre- senza: gorilla, chimpanzé, orang, razze umane inferiori, uomini degenerati di razza superiore (pazzi, delinquenti, idioti).

6. Quasi sempre mancante, e solo rappresentata da rari casi anomali: uomini di tipo alto.

In conclusione, siccome il tipo antropoide si specifica nell’en- cefalo mediante una progressiva scomparsa dei caratteri morfolo- gici inferiori, é chiaro che la diminuzione del vermis cerebellare e la conseguente cessazione di rapporti suoi colla superficie in- terna del cranio debba cominciare giá nelle grandi scimmie an- tropomorfo del genere Simia e Troglodytes, ed accentuarsi nelle stesse razze o sottospecie del genere Homo di mano in mano dalle piü basse alie piü alte. Si puó da ció prevedere che in un lon- tano avvenire i casi di fossetta vermiana saranno sempre piü rari e l’uomo finirá col perdere definitivamente questa conformazione, che e un avanzo ed un indizio dell’antica struttura dei suoi primi progenitori.


- 9 —

5 . Cranio. — 11 dott.Belsanti (Studi su alcuni caratteri regressivi del cranio umano ; Archivio per V antropología e V etnología, Firenze, vol. XVI, fase. VII), studió i caratteri pitecoidi del cranio umano su 220 cranii di razze basse, fra papuani, fuegiani, australiani, negri ed andamanesi, e su 52 cranii di scimmie antropomorfe. Scelse i seguenti otto caratteri pitecoidi: la poliedria, le creste ossee, le suture craniche, il processo frontale del temporale, le ossa nasali, le spine nasali, la forma dell’arcata alveolare ed infine lo sviluppo relativo dei tre grossi molari.

Poliedria. — Questo carattere, considerato dal Mantegazza come una regola delle razze inferiori, consiste nella forma piü o meno poliédrica del cranio cerebrale: vennero constatati tutti piü o meno poliedrici i cranii papuani, fuegiani, australiani. Si presento ac- centuato peí 89,54 0[0 in 220 cranii di razza interiore e peí 100 0^0 nelle scimmie antropomorfe.

. Creste ossee. — Questo carattere, giudicato quasi costante nei cranii di razze basse e degli antropomorfi, specialmente délla fem- mina del chimpanze, si trovó nel 58 0[0 nei cranii delle razze infe- riori ; nel 63 0{0 in 33 cranii antropomorfi adulti.

Suture craniclie. — Le razze superiori hanno il cranio con su- ture molto eomplicate, mentre le inferiori hanno le suture piü o meno semplici sino a diventar linean: esse infatti in 210 cranii di razza interiore si notarono nel 56,18 0[0, in 28 cranii di antropo- morfi nel 92,8 0[0.

Processo frontale del temporale. — Cosí si chiama quel processo trovato da Virchow, che unisce le squame del temporale col fron- tale, e che Broca chiama pterion invertito quando esiste, e pterion ad II o a K quando non esiste. Alien, Gruber, Calori e Mantegazza trovarono questa anomalia (facendo il valore medio dei loro risul- tati) in media nel 2,61 0[0. 11 Belsanti trovó nei cranii il processo frontale del temporale nel 16,82 0[0, ed il pterion invertito peí 30,37 0[0, nei cranii antropomorfi osservó il 46,5 OjO di pterion


— 10 -

invertito: carattere, questo, costante nel chimpanzé e nel gorilla, rarissimo negli orang-utan.

Ossa nasali. — Schiacciate o piccole, ridotte a un solo osso em- brionale, oppure uno di essi atrofico, ecc., costituiscono un carattere regressivo, che raramente si trova nelle razze alte, abbastanza frequente nelle basse e quasi sempre negli antropomorfi. La piü ri- marclievole delle anomalie delle ossa nasali notata dal Mantegazza, é l’esistenza di un solo osso che venne riscontrato in due cranii pa- puani ed in un negro dal medesimo, ed in altri due cranii negri dal Giglioli. In un cranio, di Borboniano Hoven, notó la mancanza com- pleta delle ossa nasali, costituite e fuse coll’apofisi montante del mascellare superiore. Le ossa nasali hanno poi nelle scimmie una maggiore o minore tendenza a presto riunirsi, la saldatura ó molto piü precoce negli antropomorfi. In 214 cranii di razza inferiore le ossa nasali furono tróvate atrofiche nel 79 0[0, ed in 51 cranii an- tropomorfi nel 92 0[0. .

Spina nasale. — Alirs e Carus avevano creduto la spina nasale un vero carattere umano; invece Hamj- osservó che la spina nasale anteriore manca in alcuni negri, e se ne trovano íracce negli antro- pomorfi, come constato Giglioli negli orang-utan. II Belsanti in 210 cranii di razze inferiori, trovó la spina atrofica nel 65,28 0[0; in 53 cranii di scimmie antropomorfe la trovó assente nel 69,23 0[0, e solo tracce nel 30,76 0[0. Yide anzi in un cranio di chimpanzé giovane, la spina nasale pronunziata molto piü che in parecchi cranii papuani, australiani e negri.

Arcata alveolare. — Broca distinse tre forme dell’arcata alveo- lare: la parabólica, la divergente, la elittica, prima divergente poi convergente , infine la forma di Ípsilon, nella quale i due latí del- l’arcata alveolare sono piü o meno parallele fra loro. Secondo To- pinard, la forma dell’arcata alveolare sarebbe tanto piü convergente quanto piü sitratta di razze inferiori. In 215 cranii di razze infe- riori venne trovato nel 64,65 0[0 l’arcata alveolare a ferro di ca- vallo, e nel 100 0[0 la medesima forma su 52 cranii antropomorfi.


— 41 —

Soiluppo relativo clei tre grossi molari. — Per quanto si riferisce alio sviluppo relativo dei tre grossi molari, si sono stabilite due leggi: una detta della decrescenza applicata alie razze superiori, la seeonda della crescenza applicata alie razze inferiori. Magitot assi- cura che nelle razze superiori il volume dei molari decresce dal primo al terzo, mentre nelle scimmie antropomorfe il volume ascendente é la regola. II Belsanti invece, a sua volta, osservó lalegge della crescenza nell’8, 85 0[0 di 1 13 cranii di razza interiore» e nel 91,15 0[0 constato la legge della decrescenza; negli antro- pomorfi poi trovo incostanza tale nei volumi relativi dei tre grossi molari, da non poter stabilire una legge; crede quindi non si debba ritenere ancora questo un carattere pitecoide o regressivo.

Studiando poi comparativamente la frequenza secondo la quale si presentano questi caratteri regressivi, si viene a quest’ordine:


Nei cranii di razze inferiori:


1) Poliedria accentuata

in

89,54

0[0

2) Ossa nasali atrofiche .

»

79,90

»

3) Spina nasale atrofica .

»

65,28

»

4) Arcata alveolare a ferro di cavallo

»

64.65

»

5) Creste ossee molto sviluppate


58,18

»

6) Suture craniche semplici

»

56,66

»

\ Processo ¡ pterion invertito .

»

16,82

»

7) < frontale del j



1 temporale ) ossa vormiane

»

30,37

»

8) I tre grossi molari in ordine crescente

»

8,85

»


Nei cranii di antropomorfa,:

1) Poliedria accentuata . . . in 100

2) Arcata al vedare a ferro di cavallo » 100

3) Suture semplici . . . » 92

4) Ossa nasal i atrofiche . . » 92

5) Spina nasale assente . . » 69,23

6) Creste ossee sviluppatissime . » 63,6


0(0

»

»

»

»

»


- 12 —


Í Processo frontale del temporale


antropomorfi ) pterion j in generale ( invertitoí antropomorfi esclusi gli orang


íu


pterion

invertitoi


orang


soli | pterion inv.»


46,5

100


26


0x0

»


a


8) Sviluppo relativo dei tre grossi molari incostante.


6. Cranii indiani. — In nndici cranii provenienti dall’India e donatimi dall'avvocato Lamb, il dott. Carrara ha trovato Tapofiai lemuriana 5 volte su 9, wormiani numerosi, specialmente nel lambda e nella sutura lambdoidea; il terzo cóndilo in 8 casi su 10, rap- presentato ora da una, ora da due faccette articolari, ora da due rilevatezze ; il tubercolo faringeo in due; la fossetta occipitale molto ben sviluppata in 3, rudimentale in 3; l'incisura nasale a doccia in 6; la linea biauricolare passante in tutti, meno che in uno, al dinanzi del basion; il pterion é in tutti normalmente ad H, salvo che in uno, in cui, ad esempio. vi sono due ossa epipteriche (Ar- chivio di psichiatria , XIII, fase. IV).

Havelock Charles in 50 cranii indiani del Panjab (< Journal of Anal. a. Physiol ., vol. XXVI) trovo nel 64 0|0 ossa wormiane, specialmente nelle suture lambdoidea, sagittale, frontale e petro- sfenoidale; nel 32 OjO ossa epipteriche. 11 numero delle ossa wormiane in un cranio varia da 1 a 14 e la loro dimensione da 1(3 di pollice ad 1 1^2.

La glabella é prominente nel 60 0]0, piaña o depressa nel 40 OpO. L’inion é nel 34 0^0 molto piccolo, appiattito o assente.

Dei forami giugulari, nell’82 0[0 il deslro é piii largo del si- nistro, frequentemente il doppio o il triplo. Nell’8 0|0 il sinistro é piü largo che il destro: in un solo caso doppio. Nel 10 0^0 i due forami sono d’eguale ampiezza. II proeesso intragiugulare v’é alcune volte, ma piü spesso manca; nel primo caso e spesso da un sol lato, specialmente a sinistra.


13 —


I forami postcondiloidei soltanto nel 54 0(0 sodo ambedue pre- sentí nello stesso cranio; nel 14 0[0 mancano tutti due; e la loro presenza e dimensione sembra in relazione coirampiezza dei fo- rami giugulari. Quando il forame giugulare é piü piccolo del con- sueto da un lato, i forami postcondiloidei sono piü ampi da questo stesso lato.

I forami parietali mancano in ambedue i lati nel 38 OpO ; ed esistono puré dai due lati nel 28 0[0.

Le ossa epipteriche (nel 32 0[0) in alcuni casi si trovano nella lunghezza della sutura parieto-sfenoidale ; in altri separano com- pletamente il parietale dalla grand’ala dello sfenoide.

II processo para-occipitale era largo e prominente nel 66 0[0.

7 . Canale cranio -faríngeo. — II dott. U. Eossi (II canale cranio-faringeo e la fossetta faríngea; Monitore zoologico ita- liano, anno II, n. 6) in 3712 cranii di cui 2911 europei ed 801 non europei, hatrovato il canale cranio-faringeo in9 cranii (0,24 0[0): di questi 7 sono d’Europei (tra cui uno d’una donna pazza), uno di Papuano adulto e uno di Samoiedo. E la fossetta faríngea é stata trovata compasivamente nell'1,48 0¡0; egli, contrariamente a Gruber, ha pero notato che la sua frequenza varia secondo le razze, e mentre si trova tra i cranii europei soltanto nell’1,13 0[0, tra i non europei invece raggiunge la proporzione di 3,87 OpO (Papuani 4,16 0[0, Asiatici 4,40 0[0). In un cranio di Etrusco di sesso femminile la fossetta faríngea era doppia.

3. Basiotico. — II Eossi puré ( Alcune osscrvazioni di basio- tico o prebasioccipitale ; Archivio per V antropología e I etnografía, vol. XXI, fase. II, 1891) descrive tre casi di osso basiotico trovati in una serie di 3712 cranii (1 su 1237) appartenenti a diversi popoli e a diverse epoche. Dei tre cranii nei quali tale anomalía fu riscon- trata l’uno e di un individuo maschio della Terra diLavoro,il secondo


— 14 —

d’una giovine donna senese, nel quale l’osso basiotico, diviso in due porzioni, una anteriore e l’altra posteriore, si associa all’esi- stenza del la íossetta occipitale mediana e della sinostosi tra occi- pitale ed atlante, e il terzo di Peruviano antico.

9 . Denti. — 11 dott. Windle ( Anatomischer Anzeiger , 1887, n. 1), indicara una escrescenza che sorge come una quinta lozza mastica- toria alia faccia linguale del primo molare superiore senza arrivare a raggiuugere la piena altezza della corona, la quale era stata de- scritta nel 18S2 dal Carabelli sotto il nome di tubercolo anómalo. Esso si riscontra piü di sovente nei quadrumani e rappresenta nella dentatura dei bimani un ritorno atávico.

Zuckerkandl ( Anatomie cler Mundhohle mit bes. Beriicksichti- gung der Zühue, Wien, 1891) ritiene che, come il dente della saggezza, cosí puré l’incisivo superiore laterale sia sulla strada del- l’atrofia filogenetica.

Eispetto i molari crede che, piü che della relativa loro gran- dezza, si dovrebbe tener conto del numero delle bozze masti- catorio..

Nelle razze europee i molari superiori ne avrebbero 8, 3, 3, e gli inferiori 5, 4, 4, mentre le razze basse s’accosterebbero al tipo di 4, 4, 4 e 5, 5, 5 che ritroviamo nell’orang, nel golilla e nell’iíft/- lobates. Sarebbe inoltre un segno pitecoide la profonditá dei solchi, che scendendo dalla superficie masticatoria, arrivano a delineare le bozze anche dai lati della corona. Chiunque ha fatto attenzione alia dentatura forte d’un gorilla, si rammentera che le cinque bozze masticatorie sono tanto indipendenti tra di loro da far nascere l’im* pressione dei fasci dei littori.

Che i denti soprannumerari (polidontia di Yirchow), quando sia esclusa la permanenza di qualche dente di latte, non si possono spiegare altrimenti che coH’atavismo, sono d’accordo tutti gli au- tori, e ben sovente essi, colla forma conoide, ricordano Vomodon-


— 15 —


tismo dei vertebrati inferior! (Ann. di nevr., nuova serie, IX, fasci- coli.V-VI, 1891).

10. Cervello. — II dottor (jr. Valenti nel Contributo alio studio delle scissure cerebral i (Atti della SocietáToscana di scienze na- turali, residente in Pisa, vol. XI; Ardí, di psich ., XI, pag. 564 e 565), facendo un minuto e profondo studio di 160 cervelli umani in confronto con numerosi cervelli di scimmie, nonché di molti altri animali piu bassi nel la scala zoológica, é venuto a queste conclu- sioni che mettono in rilievo i caratteri atavici del cervello umano.

Egli, infatti, da questo confronto é portato a riconoscere nel cer- vello umano come caratteri atavici e quindi intellettualmente meno sviluppati gli individui che li presentano:

a) Uno sviluppo prevalente della circonvoluzione frontale su- periore ;

b) L’anastomosi che talvolta si ha fra la circonvoluzione fron- tale superiore e la circonvoluzione frontale media attraverso alia parte mediana del soleo frontale superiore;

c) 11 poco sviluppo e la semplicitá della circonvoluzione fron- tale interiore e specialmente Limita della branca anteriore della scissura di Silvio;

d) La piccolezza della scissura prerolandica interiore e la lon- tananza della sua estremitá interiore dalla scissura del Silvio ;

é) Uno sviluppo del lobo occipitale maggiore del nórmale;

f) La direzione molto obliqua del soleo interparietale, per la quale la circonvoluzione parietale superiore viene ad essere ristretta posteriormente ;

g) II prolungarsi indietro ed in alto piu dell’ordinario della branca esterna della scissura del Silvio;

h) II deficiente sviluppo del giro angelare;

i) la semplicitá nella disposizione dei solchi terziari del lobo parietale e del lob.o occipitale;


16 —


k) Una profondita ed una lunghezza straordinaria della scis- sura occipitale snperiore (che é corrispondente alia scissura per- pendicolare esterna).

Sono invece caratteri indicanti un maggiore sviluppo nella strut- tura cerebrale, e quindi intellettual mente piü sviluppati, gli in- dividui che li presentano:

a) La piccolezza della circonvoluzione frontale superiore, e specialmente l’essere única la sua radice;

b) L’integritá del soleo frontale superiore;

c) L’esistenza del soleo trasverso nella circonvoluzione fron- tale media;

d) 11 soleo precentrale único;

e) La moltiplicitá dei solchi terziari nel lobo parietale, che piü specialmente negli uomini di alta intelligenza si osservano diretti in senso trasversale;

f) La piccolezza del lobo occipitale e specialmente il defi- ciente sviluppo del soleo occipitale superiore ;

g) L’esistenza di circonvoluzioni anastomotichefra la circonvo- luzione parietale superiore e la circonvoluzione parietale interiore;

h) II maggiore sviluppo delle circonvoluzioni di passaggio estera e.

Cosí le ricerche del Yalenti, dandoci al di qua delle frontiere della pazzia e delinquenza, nel campo, per dir cosí, della norma- lita, l’indice del rapporto tra lo sviluppo della struttura cerebrale e lo sviluppo della potenza intellettuale, vengono a costituire un valido appoggio ai risultati ottenuti naturalmente su piü vasta scala e in grado piü marcato dalla scuola antropológica nello studio dei cervelli dei veri pazzi e delinquenti.

1 1 . Anomalie craniche in normali. — Ferraz de Macedo ( Ar - chivio di psichiatria, 1889, X, p. 392 e 527) íece in Portogallo le se- guenti osservazioni sulle proporzioni di anomalie craniche di 500 cranii criminali di maschi normali, e 500 di femmine;


17


Fossetta oecipitale

500 Maschi 2.6 p. 0[0

500 Ftíimnine 1.8 p. 0[0

Incisura nasale ......

4.5

1.0

Sutura mediana

11.8

« 

9.3

Osso epactale

1.0

0.2

Osso interparietale . . • . . .

1.0

0.4

Perforazione pavietale ....

30.6

39,7

Sinostosi delle suture craniche S a Coronaria:

494 Uomini

506 Donne

Porzione superiore

7.5 p. 0[0

9.9 p. 0[0

» media

4.9

5.5

» interiore

27.9

28.5

S a Sagittale :

Porzione anteriore

27.9

18.2

» media

34.6

22.3

» lobeliana

49.9

22.9

» posteriore

36

20.8

S a Lambdoidea :

Porzione superiore .....

13.6 p. 0[0

22 p. 0[0

» media

4,6

7.5

» interiore

3.8

9.7

Egli ne studio le capacita craniche

in c.c. in tre categorie — arli-


giani, commercianti, professioni liberali — 100 crnnii per ciascuna, e n’ebbe:

Capacita cranica

in c.c 1200 1300 1400 1500 1000 1700 1300 1000

a a a a a a a a


1300 1400 1500

310 artigiani :

Cap. media 1578 1.9 7.8 18.1

4 3 commercianti:

Cap. media 1599 — 2.3 16.3

34 prof. liberali :

Cap. media 1602 — 2.9 14.7

Lommioso. — 2,


1600

1700

1800

1900

1927

30.3

24.5

11.6

4.8

1.0

32.6

25.6

20.9

2.3

32.4

32.4

8.8

5.9

2.9


- 18


12 . N aso. — II doit. Ferrari ni ( Forma e dimensioni dello schelelro del naso nelVuomo ; Archiv. per Vantrop. e etnol. , vol. XXI, fase. II) studid la sporgenza nasale nello scheletro, misurando la distanza delle radici del naso dal ponto piü anteriore dei nasali paralela- mente al piano orizzontale del cranio; si serví di un istrumento semplicissimo, fatto da un’asta vertical e, su cui faceva scorrere un’asticina graduata in senso perpendicolaremobile in senso antero- posteriore: cosí misurava la diíferenza che vi era fra la distanza dell’asta verticale alia radice del naso e la distanza del la stessa al- l’estremo delle ossa nasali. Calcolava Vindice della sporgenza per l'altezza del naso, facendo questa uguale a 100. Calcolava poi Vindice pir inas ale considerando il rapporto fra l’altezza dell’aper- tura piriforme misurata eolio stesso strumento e l’altezza del naso. Studió infine un altro indice, Vindice della larghczza mínima per la massima, facendo il rapporto della larghezza massima dell’aper- tura piriforme considérala uguale a 100.

Misuro questi tre indici in 389 cranii di ogni etá e di molte razze (fra cui 185 italiani).

Eiguardo al sesso, riconobbe che solo Vindice della sporgenza per Valtezza subisce modificazioni; desso si presenta assai piü ele- vato nei masebi che nelle femmine, mentre la percentuale degli in- dici medii (tra 29,01 e 37) e quasi uguale nei sessi, quella degli indici alti é maggiore nei maschi di tanto (18,77 0[0) quanto la percentuale degli indici bassi é maggiore nella femmina.

In quanto all’etó, víde nei bambini mantenersi nei piü bassi li- miti l'indice della sporgenza per l’altezza; infatti mentre indici bassi (al disotto di 21,01 OpO) non trovo negli adulti che 2,9 OjO, nei giovani trevó il 4,91 e nei feti lo 0 0[0; al contrario, nei fan- ciulli si ebbe il 33 e nei bambini il 73 0[0.

L’indice pirinasale trovb prevalentemente basso nei bambini, dove indice inferiore a 57 riscontrb nei 36 OiO, nei fanciulli lo notb nei 22 0[0, negli adulti nei 2,9, nei vecchi nei 17, nei feti nei 0,7.


19 —


Quanto d\Y índice della larghezza mínima per la mas sima, trovó una mancanza assoluta degli indici bassi (sotto 30) nelle prime epoche della vita estrauterina e nella vita fetale.

In quanto poi alie razze, risultó manifestó che Y indice della sporgenza per Valtezza é di gran lunga piú elevato nelle razze bianche che nelle gialle e nelle nere; infatti la somma degli indici bassi (sotto 21) da una percentnale di 7,84 per le razze bianche, di 28,2 per le gialle, di 29,60 per le nere; mentre quelle degli indici alti (sopra 37) da una percentuale di 18,7 per le bianche, di 0 per le nere, di 4,54 per le gialle.

L’indice pirinasale si mostró prevalentemente basso nelle razze inferiori.

L’indice della larghezza minima per la massima é invece molto piü alto nelle razze alte, onde la somma delle percentuali degli in- dici da 3,14 0[0 nelle razze alte, 27,27 nelle medie, 23,43 nelle basse; al contrario indici alti dánno 14,5 0^0 nelle razze alte, 2,7 nelle razze medie, 3,13 nelle basse.

Queste numeróse cifre confermano quanto giá diceva Broca, man- care la sporgenza del naso quasi completamente in certi uomini di razza bassa.

Iticordiamo qui che nel 1888 Ottolenghi aveva nel suo studio sul naso {Lo scheletro e la forma del naso nei criminali , neipazzi , ncrjli epilettici e nei cretini ; Archivio di psichiairia , scienzc penal i c antropología crim ., IX, fase. I), notato anche la maggiore o minoro sporgenza delle ossa nasali, peró senza prendere misure, ed aveva constatato il grado mínimo di sporgenza prevalere nei cretini (40 0[0), nei criminali ladri (35 0[0),scarseggiare nei normali (Pie- raontesi e Lombardi 26 0[0, Meridionali 0 0[0). Le osservazioni ac- cennate dal Perrarini confermano il significato di inferiorita di tale carattere che egli aveva trovato cosí accentuato nei criminali e nei cretini.


CAPITOLO TI.


Scheletri e cranii di criminali.


1. Bacino. — Chudzinski nell’ assassino Kaps, un giovinetto che Joly pretendeva non avere alcun carattere criminale, oltre alia fisionomía, cosí egli scrive, stupida e bestiale, ha osservato l’aper- tura completa e larga del canale sacrale come nel feto e negli animali inferior! ( Bullelin de Ja Soc. d' anthropologie, 1891; Ar- chi vio di psidiiatria, XIII, p. 249).

2. Vertebre. — II dott. Tenchini {Salle varietá numeriche ver- tebro-costali neU'uomo, Parma, Battei, 1889), studib le anomalie delle vertebre e delle costóle su 80 cadaveri umani, dei qnali 41 ap- partenenti a delinquenti e 39 a normali. Risulta da queste osserva- zioni : che anomalie filogenetiche a carico delle suddette formazioni furono tróvate in 5 delinquenti e in 1 nórmale soltanto; cioé nei priminella proporzione del 12,5 0[0,nei secondi in quelladel 2,5 0[0.

Le anomalie che si riferiscono ai delinquenti sono: I o in un falsario, una vertebra lombare soprannumeraria; 2 o in un accat- tone, una vertebra cervicale soprannumeraria con 2 piccole coste mobili asternali ; 3 o in un omicida, una vertebra sacrale sopran- numeraria e un 13° paio di costóle applicato alia vertebra lombare prima; 4 o in un grassatore, la mancanza di una vertebra lombare; 5 o in un altro omicida, la mancanza della 12 a costóla e dell’ul-


- 21


tima vertebra dorsale: presenza di 2 appendici mobili costali al lato della 7 a vertebra cervicale.

Nel cadavere del nórmale (il quale peró era molto eccentrico), mancava la 12 a vertebra dorsale e la 12 a costóla.

Dei delinquenti, adunque, tre presentavano 16 vertebre dorso- lombari come negli antropoidi; uno 18 vertebre dorsolombari come neir Iíylobatcs, ed un altro 13 paia di costóle, come nel golilla e nel cbimpanzé. Quest’ultima anomalía si notava, puré, nel cadavere del nórmale.

La conclusíonegenerale,chesi ricava dataliosservazioni, conclude Tencbini, convalida quanto ormai e conosciuto dallo studio intorno ai cranii ed ai cervelli dei delinquenti « che, cioé, in questi le nnomalie aventi un car altere aiavico sono assai piú frequenti che nei normali » (Arckivio di psichiatria , XI, p. 112).

3. Cranio. — 1 dottori Roncoroni ed Ardu (Emicentaria di cranii di criminaU ; Archivio di psichiatria, XIII, fase. IV) su 50 cranii di criminali lianno trovato che:


1

cranio

presentava 23 anomalie

2

cranii

»

22

»

2

»

)>

21

»

1

cranio


19

»

1

»


18

»

1

»

»

15

»

o

«-J

cranii

»

16

»

1

cranio

»

15

»

o

cranii

»

14

»

1

cranio

»

13

»

6

cranii

»

12

»

7

»

»

11

»

4

»

»

10

»

19

cranii

avevano

meno di 10 anomalie.


Ciascun cranio aveva una media di 11,4 anomalie.


Le anomalie pin trequenii íurouo:

Nelle ossa nasali: lapertura n asale asimétrica (24 voltc), la deviazione del setto nasale (11).

Nella fronte: i seni frontal! enormi (23 volte); le bozze frontal! enormi (12); la fronte bassa (12); la fronte sfuggente e la steno- crotafia (8).

Nel mascellare superiore : la fossa canina profonda (18).

Nella mandibola interiore : l’appendice Iemuriana (16); il pro- gnatismo alveolare (10); il prognatismo clella mandibola inferiore (11); il diastema dei denti (9); le mascelle molto voluminose (7) ; i denti canini ipertroñci (6).

Nel complesso delle ossa facciali : fassimetria facciale (10).

Nelle orbite: l’indice orbitario differente dai due latí, le capa- cita orbitario molto difterenti dai due lati.

Nelle arcate zigomaticlie : gli zigomi sporgenti (9).

Alia base del cranio: i fori condiloidei anormal! (11) ; anomalie nel foro occipitale (21); il tubercolo faríngeo, oppure la fossetta faríngea molto sviluppata (8 volte); anomalie dei condili (7).

Nella vólta del cranio: le ossa wormiane (20); le suture sáldate (24); la sutura metopica (4); la plagiocefalia parziale (15 volte) ; la plagiocefalia totale (10); la capacita del cranio piccolissima (13); la sclerosi totale del cranio (10); lo sviluppo esagerato delle bozze parietal! ed occipitali (19 volte) ; la platicefalia (10); osteomi (11); la trococefalia (4); la trigonocefalia (1).

Nell’interno del cranio : la fossa occipitale mediana rudimentale (10); la fossa occipitale mediana sviluppata (7); le depressioni per le granulazioni di Pacchioni (12 volte): il canale formato dalle apotisi clinoidi (7). — Riassumendo si ebbero:

249 anomalie della faccia 86 » » base

185 » » volta

52 » dell’interno del cranio

Totale 572


— c 23 —


Quanto alie misure prese, esse furono 21, delle quali una, intro - dotta da essi, la distanza spino-malare, laquale indica il grado del- l’assimetria facciale, come quella che da la distanza nei due lati tra la spina nasale anteriore e il punto piü sporgente dell’osso zigoma- tico, Essi riscontrarono che:

I o I diarnetri cranici, la circonferenza, il volume spinale e l’indice cefalo-orbitale sonvi meno sviluppati che non nei normali. I diaiuetri della faccia e dell’orbita, sopratutto il trasverso, e del palato, e la capacita orbitale sonvi piü sviluppate che nei normali ;

2 o Esistevi una notevole diíferenza nelle misure tra le due meta, della faccia, rivelata sopratutto dalle cifre della distanza spino- malare, dei diarnetri e della capacita dell’orbita ;

3 o Quanto alie diverse forme di delinquenza, gli omicidi c i tmñatori presentano maggior capacita cranica e grado accentuato di assimetria: i truffatori e i ladri presentano maggiormente svi- luppate le ossa facciali.

Concludendo : il reperto delle misure e il numero complessivo delle anomalie veramente imponenti, confermano l’esistenza dei tipo crimínale; il numero ragguardevole di anomalie riscontrate alia base del cranio e nella cavita encefálica e un argomento per andar guardinghi nei negare l’esistenza nei criminali di anomalie, quando esse non appariscono sul viso, in quanto che ve ne possono essere in partí non accessibili all’esame, come ri vela l’esame post- mortem.

4 . Ossa accessorie. — I dottori S. Bianchi e F. Marimo (Le ossa accessorie nei cranio degli alienati e dei delinquenti , Parma, Battei, 1890) hanno ricercato in 1019 cranii di alienati (466 di maschi c 553 di femmine) del Manicomio di Keggio, la frequenza delle ossa accessorie del cranio in rapporto al sesso ed alia forma morbosa. Le ossa accessorie superiori non si son tróvate che in una percen- tualc di poco superiore a quella dei normali per le interpariotali


(0,78 0[0 ; normali 0,5 0[0) e il lronto-parietalc (0,58 0[0 ; normali 0, 19 0[U); e inferióle per le preinterparietali (1,76 0¡_0; normali 3,3 0[0j: sono piú frequenti nei maschi che nelle femmine, piii nelle forme psiconeurotiche che nelle degenerativo. Per cui esse, sebbene si ano per sé un fatto di regressione, non hanno carattere degenerativo importante come predisponente o concomitante ad una data malattia mentale. — Le ossa accessorie inferiori sono inveco molto piü frequenti nelle femmine che nei maschi; un po’ piü nelle forme degenerative che nelle psiconeurotiche: piü nei normali (52 0[0 Lombroso) che negli alienati (37,55 OpO); onde darebbero proprio un carattere di superiorita.

JSTei delinquenti poi hanno studiato l’epoca e il modo di sinostosi delle suture; e su cranii d’individui inferiori ai 40 anni in un solo essa era gia avvenuta ed in tre (stupratore, ladro, omicida) eccezio- nalmente essa incominciava nei tavolato estenio come nei mammi- feri. L’inizio di questa sinistosi cranica é piü precoce nei delin- quenti. La sutura metopica v’é stata trovata piü che nei 10 0[0. Le ossa accessorie tengonO nei criminali un rapporto di frequenza in- verso a quello dei normali : perché vi é piü frequente l’interparie- tale (1,67 0[0) che il preinterparietale(0,8 0[0j ; il fronto-parietale (1,07 0¡0) vi é tre volte piü frequente che nei normali (0,49 0[0) e nei pazzi (0,58 0[0). Delle ossa accessorie inferiori poi le epi- pteriche sono in minor numero che nei normali, mentre le altre ossa wormiane si sono tróvate con una frequenza maggiore che nei sani {Archimo di psichiatria , XIII, fase. I).

5 . — Lo stesso F. Marimó (Sulle ossa interparietali epreinterpa- rietalincl cranioumano; Arch. per Vantrop. e Vctnol ., vol. XVIII, fase. 11, 1888) determina il significato morfológico di queste ossa attribuendoaU’interparietale un carattere regressivo, perché si trova in alcuni mammiferi adulti : nell’uomo si sviluppa da due, o acci- dentalmente tre nuclei ossei embrionali non saldatisi, per arresto


C)r


di sviluppo, coli’occipitale ; e ritenendo il preinterparietale come un’anomalia per eccesso, senza precedenti nell’evoluzione embrioló- gica del cranio umano e dei mammiferi, eccettuati gli equidi; é quindi análogo ai comuni wormiani e come questi avrebbe il carat- tere di relativa superioritá.

Quanto alia loro frequenza, le due ossa hanno un comportamento inverso ; l’interparietale é rarissimo negli Europei normali (0,5 0[0), piü frequente negli alienati (2 0[0): poco frequente anche nelle altre razze, se non nei Peruviani (2,18 0[0), Papuani (3,21) e Sia- mesi (19 0^0). 11 preinterparietale invece é piü raro negli alienati. (1,0 0[0) che negli Europei normali (3,4 OjO), ed e piü frequente che nelle altre razze : Peruviani (13 0[0), Papuani (10 0[0), In- diani (10 0[0) eSiamesi(10 0[0) {Ardí, di psidiiatria, XIII, fase. 1).

6. — 11 dott. Pasquale Penta ha studiato il Processo temporale ' del frontale in 752 cranii (Ardvivio di psidiiatria, XII, pag. 519) di cui 240 di pazzi della provincia di Napoli, 82 di delinquenti, 117 del Museo Anatómico dell’Universita, 258 del Museo Antropo- lógico, 55 di Arabi-Egiziani, oltre alto 300 di mammiferi.

QueH’anomalia nei cranii :

dei pazzi sta in ragione del 50 O [00

» delinquenti » 48,19 »

» Museo Anatómico » 24,39 »

» Museo d’ Antropología (selvaggi) » 19,38 »

Ora negli Italiani il Calori hatrovato 1’anomalia solo nell’8 0[00

ed al massimo nei 10; nelle altre razze europee, l’Anutschinc, il Virchow, il Gruber, l’hanno trovata ncl 15 0[00 ; mentre nella


razza

Mongólica

esiste nei 37 0[00

»

Malese

» 37 »

»

Papuana

A

O

00

»

Negra

» 124 »

»

Australiana e

Tasmaniana » 157 »


— 26 —

Vi é quindi affinitá per questa anomalía tía pazzi e delinquenti, e ambedue tali elassi si scustano dal nórmale e si avvicinano ai selvaggi.


7. Ossa nasali. — II dott. Valenti ( Ossa soprannumcraric del naso in un ladro ) osservó nel eran i o n. 385 del Museo Anatómico di Pisa — era un ladro — una varietá delle ossa nasali, clie stimó degna di nota perché differisce dalle varietá di queste ossa fino ad oggi descritte.


Fío. 1. — Rappresenta quattro ossetti soprannumerari del naso distinti cora pletamente dai circostanti.

a ossetti soprannumerari Iaterali, omologhi alia parte piu alta degli ossi in- cisivi (?).

b ossetti soprannumerari mediani (ossi internasali del Mayer) omologhi all’osso prenasale degli sdentati.

É notevole innanzi tutto che quel cranio appartenesse ad un in- dividuo condannato per furto (U. B., di Pontedera, provincia di Pisa, maschio, di anni 19), che presentava molte altre anomalie, quali la fossetta occipitale media, il processo para-mastoideo da ambedue i lati, la sutura del canale sotto-orbitario, le spine para* alveolari dei mascellari superiori straordinariamente sviluppate, il divo naso-alveolare delPapertura piriforme, le apofisi lemuriniche della mandibola, una traccia della sutura metopica. Era lievemente scoliotico e sub-brachicefalo.


— 27 —

In tal cranio ambedue lo ossa nasali han no il margine esterno di poco piü lungo che quello interno, in modo che i loro margini inferiori, regolari, si trovano in direzione quasi orizzontale (fig. 1). Qaesti, invece di essere liberi, si articolano per sutura superficiale con quattro ossetti (due per lato), dei quali i mediani ( b ) sono di forma irregolarmente ovale, langlii 7 mm. e larghi 3 mm., ed i laterali (a), di forma quadrilatera, hanno per lato circa 8 mm. I primi si articolano fra loro sulla linea mediana del naso for- mando una sutura, che fa seguito alia sutura internasale, termi- nano interiormente quasi a punta, e per loro i margini esterni sono in rapporto con i laterali. Questi ultimi all’esterno si articolano con la relativa apofisi ascendente del mascellare superiore e termi- nano in basso con un margine libero e tagliente, che presenta una piccola incisura in corrispondenza della estremitá interiore del pic- colo soleo etmoidale, il quale dalle ossa nasali soprastanti si con- tinua sulla faccia interna di questi ossetti.

Tale varietá si assomiglia a quelle descritte dallo Schwegel e dalTHyrtl come casi di divisione delle ossa nasali per sutura trasversale ; ma differisce dalle medesime per la presenza di quattro ossetti soprannumerari, anziche di due. Gli ossetti mediani, come é facile accorgersi, sono identici agli ossi internasali del Mayer ; e quindi noi possiamo ritenerli, insieme ad Hyrtl, omologhi al- Tosso prenasale di alcuni sdentati. Non egualmente facile é di trovare il significato degli ossetti laterali che si articolano con il mascellare superiore, poiché non si sa che in vertebrati infe- riori alTuomo siano degli ossi omologhi ad essi, e d’altra parte é eonosciuto che il nasale si origina da un solo punto di ossiñ- cazione. Ma esistono alcune disposizioni nelle ossa della regione nasale, le quali rappresentano delle forme di transizione fra la disposizione nórmale e la nostra varietá e ci mettono nella buona via per spiegare quest’ultima. Cosí in un cranio dolicocefalo ap- partenuto ad un veechio demente lia riscontrato nella regione na-


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sale quattro ossetti accessori non completamente isolati dallo ossa piopric del naso, né ira di loro; e di questi, gli esterni per quasi tutta ¡a loro altezza sono saldati con l’apofisi ascendente del ma- scellare superiore. In altro cranio sub-brachicefalo (L. T., di Pisa,


Fjg. 2. — Rappresenta una porzione dell’apoíisi ascendente del nuscellare su- periore separatane parcialmente per sutura e sostituentc la parte inferiore delle ossa nasali. n ossa nasali.

a apofisi ascendente del rnascellare. s sutura.

mascliio, di anni 58, n. 170 della raccolta sopra menzionata) le ossa nasali si presentano in basso molto ristrette e sostituite da una porzione dell’apofisi ascendente, distinta parzialmente in arn- bedue i lati dal resto del rnascellare superiore per una sutura leggermente dentellata e regolare (fig. 2), la quale, per questi suoi


J¡,

'k


caratteri e per la sua simmetria, fa súbito escludere i! dnbbio che siasi originata per frattura. Esaminando 300 cranii con ossa na- sali perfettamente consérvate, lia potuto riscontrare che il parziale saldamento di queste ossa con l’apofisi ascendente avviene sempre in basso per una estensione varia da un mm. a piü di un cm.; e gli si é presentato 18 volte da ambedue i lati e 10 volte da un sol lato. E nota poi che questo saldamento talvolta puó essere tanto esteso da mancare ogni traccia di sutura fra le ossa nasali ed il mascellare superiore, come nel cranio di bambino negro della raccolta di Blumenbach, ricordato da Henle, e come in cranii europei é stato osservato da Kohler, Sandifort, e da un sol lato da Meche! ( Archivio di psichiatria, 1892, XIII, p. 110).

8. — II dott. Carrara, ricercando quest’anomalia nei cranii di criminali, di cretini, di pazzi e di epilettici esistenti nel mió labo- ratorio, non ne ha trovato che un caso tra 85 criminali, nel cranio di un ladro, in cui peró soltanto due ossicine accessorie erano imite per sutura alia porzione piü interna del margine interiore dell’osso nasale, uno per lato.

Un accenno di queste ossa accessorie, o almeno l’esistenza di su- ture che separano una porzione delle ossa nasali, ha trovato niolto piü frequente: in 7 su 85 criminali; in 1 su 15 cretini; in 2 su 60 pazzi; in 1 su 10 epilettici e in 2 su 20 normal i.

9 . Arcata palatina. — II dott.Talbot ( Siudi sui denti ed i cranii di criminali; The Alienist and Neurologist Quarterly Journal, vol.XII,n. 4,ottobre 1891),studiando 477 criminali, ha riconosciuto un tipo degenerato di cranio comune ad essi con notevole t.endenza alia submicrocefalia, alia brachicefalia ed aH’assimetria. I tipi criminali piü pronunciati non sarebbero peró americani,ma « importati come rifiuto della vecchia societá europea », perché in essi, secondo il dottor Lydston, il risultato deirevoluzione e le tendenze atavistiche


— 30 —

sarebbero piü márcate. Ad og'iii modo, dalle 18 osservazioili estesa- mente riferite (13 ladri, 4 assassini ed un falsario, di cui 8 Ame- ricani ed un Egiziano) risulta la cattiva ereditá dei soggetti, la loro degenerazione física sia per vari earatteri somatici, sia per la frequenza di alterazioni nervose — epilessia (3 casi), para- noie(4) — dell’alcoolismo e della sifilide. É notevole clie un trauma al capo sembra abbia determinato l’inizio dell’epilessia nei tre detti casi, e in un altro soggetto la tendenza criminale. L’A. ne ha poi studiate le deformitá delle mascelle, particolarmente della supe- riore, nella quale le anomalie delhosso e dei denti sono piü fre- quenti che nell’inferiore e dipendenti da cause generali; tra esse han notato la forma a V dell'arcata dentaria, quando vi avviene uno stringimento innanzi ai premolari, e la forma a sella, quando questo avviene dietro di essi; e su 477 criminali ha trovato per questo rispetto 9 femmine tutte normali e in 468 maschi, normali, il 36,00 0[0.


Colla mascella interiore protrudente

3,56 0[0

»

» superiore »

1,06

»

Arcata

a V

2,70

»


parzialmente a V . . . .

16,50

»

»

a semi V

3,98

»

»

a sella

12,36

»

))

parzialmente a sella . . .

19,28

»

»

a semi-sella

5,03

»


10 . Criminali negri, ecc. — II dott. Lydston (Id.) descrive poi 7 cranii, alcuni dei quali di criminali; in quasi tutti vi é una grande assimetria.

Ve ne sono due di negri, l’uno dei quali criminale e suicida con earatteri antropoidi, estremamente dolicocefalo (59,9); d’un Chí- nese puré suicida, brachicefalo (83,9): mentre l’indice medio dei negri americani é 73-75, e dei chinesi 76; d’una prostituta di Chi-


cago dolicocef. (67,09) molto simmetrico. a pareti sottili e senza alcana prominenza alia superficie; d’una donna Sioux, anch’esso molto simmetrico (74,16); d’un crimínale negro messicano, ultra- bracliicef. (98,1), col cranio come a cupola. acrocefalo, colle orbite poco profonde ed oblique (carattere scimiesco — Scimiidae Lemú- ridos), proc. coronoide piccolo, spina nasale enormemente svilup- pata (tal forma di cranio é stata notata anche in un mulatto assas- sinodel penitenziario Joliet; e finalmente d’un assassino del Western, con una notevole sproporzione tra la larghezza del cranio (mm. 149) e la strettezza della fronte (mm. 90), orbite larglie e faccia assi- metrica {Arch. di psichiatria , XIII, pag. 136-137).

II. Diámetro biangolare della mandibola. — II dott. Ardu (Sul diámetro biangolare della mandibola nelVuomo) ha studiato nel mío gabinetto l’estensione del diámetro biangolare della mandi- bola rispetto al sesso ed all’eta nei normali, negli alienati, nei cri- minali, nei selvaggi e negli antropoidi.

Nei normali la media é nell’uomo di mm. 94,1 e nella donna mm. 89,8 ; nei folli, uomini mm. 95,0, donne 91,0 (epilettici 96,1 e 93,0); nei rei, Uomini 100,1, donne 97,1; nei selvaggi (Fuegiani), uomini 105,6, donne 99,5; antropoidi (Giglioli), uomini 116.

Riassumendo :

YaRIAZIONI DEL DIAMETRO BIANGOLARE NEI DIJE SESSI IN


Cifra Adulti Senili Pazzi Rei Selvaggi


- — — '

— • — ■

— — —


- -

— ' — *

■ 1 •

— — --

— - — •

Massima

105

105

100

95

103

98

117

112

117

101

Mínima

81

92

95

85

81

89

89

89

98

98

Difieren za

24

13

5

10

22

9

28

23

19

O

O

Rapporto per 100

76,9

87,5

95,0

89,4

78,6

90,8

76,0

79,0

83,8

99,0


Media totale 89,8 94,1 96,6 91,4 94,1 91,0 101,1 97,1 105,6 99,5


- - \H

1° 11 diámetro biangolaro del masccllare iuteriorc presenta variazioni secondo Teta, il sesso, la región e (Sardi e Vcneti), le condizioni psicliicbe ed etiche (folli, rei), etniche (selvaggi), zoolo- giche (antropoidi). Dalí’ nomo nórmale all’ antropoide piii vicino presenta una seal a ascendente da quel primo a quest’ultimo ;

2 o Esso varierebbe inoltre etnológicamente, in rapporio alio sviluppo áell' indice cefálico (corrispondendo ai due diametri tra- sversi della faccia e del cranio), ció che potrebbe offrire un valore pratico (di controllo), come potrebbe parimenti oíTrirlo come ca- ratterc scssuale.

12. Pterion. — I dottori E. Marimó e L. Gambara ( Contribu - zione alio studio delle anomalie del pterion nel cranio amano , Parigi, 1889), descrivono le diverse ossa accessorie (epiptericlie) che si riscontrano nello pterion del cranio umano, riconoscendo che il piü costante fra essi corrisponde a quello chiamato sfcnotico dal Baraldi. Inoltre stabiliscono che l’esistenza di quest’osso del cranio non rappresenta un carattere atávico, ma che puó ritenersi come indice di degradamento, sia perche rappresenta un disturbato sviluppo dell’ontologia del cranio, sia perche e quasi sempre ac- compagnato da altri caratteri regressivi.

Stabilito questo principio, e degno di nota come essi, per quanto riguarda i delinquenti, abbiano riscon trato che le ossa wormiane nel pterion vi si trovano complessivamente nella proporzione del 24,56 0[0, percentuale superiore a quella di qualunque regione d'Italia (Alta Italia, 8,5 0[0 ; Media Italia, 10,0; Meridionale, 16,0. — Mongoli, 18,5; Papuani, 26,8; Indiani, 26,1 ; Lapponi, 28). Hanno inoltre osservato, che nei delinquenti la frequenza di con- sociazione delle ossa wormiane con quelle del pterion si verifica nella proporzione del 71,43 0[0, mentre nei normali, secondo gli stessi autori, questa consociazione si verificherebbe solo nella pro- porzione del 47 0[0. Inoltre, secondo le loro ricerche, concordanti


— 33 —


con quelle di altri autori (Komiti, Araadei), la coincidenza delle ossa epipteriche colla fossetta occipitale mediana si presenta nella proporzione del 29,16 0[0, mentre nei cranii normal i la percentuale di qnesta coincidenza non sarebbe che di 6,25 OjO (Archivio di psichiatria, Xí, p. 234).

13. Apertura piriforme. — II dottor Mingazzini (Sul signifi - cato onto e fdogenetico delle varié forme delV apertura pyriformis ; Atti delV Accademia di Medicina di Boma, anno XVI, vol. V, serie II), che chiama col Sergi Clivus naso-alveolaris l’incisura nasale foggiata a docciatura scimiesca, riscontró quest’anomalia solo nel 5,6 0[0 di 141 cranii di pazzi italiani ed in nessuno di 69 cranii di delinquenti. Si noti peró che trovó la fossa praenasalis , la quale ó poi sempre un principio di docciatura scimiesca, nel 6,38 0[0 dei cranii di pazzi e nel 15,9 0[0 dei cranii di criminali, cifre che si avvicinano a quelle tróvate da Ottolenghi nello studio SuU’ incisura nasale ( Archivio di psichiatria, XI, p. 355).

14 . Osso occipitale. — Essendo stata di nuovo, in questi ultimi tempi, richiamata l’attenzione su alcune rare anomalie della base cranica dell’ uomo (terzo cóndilo occipitale, fossetta faríngea, basio- tico o prebasioccipitale, interparietale),il dott. Ardu (Su alcune rare anomalie delV osso occipitale delV uomo; Archivio di psichiatria , XIII, fase. IV) istitui alcune ricerche a questo riguardo nelle col- lezioni craniologiche del mió gabinetto. In 305 cranii in buono stato di etá, adulti e prevalentemente di razza piemontese, di varié categorie (100 normali, 70 pazzi, 22 cretini, 100 delinquenti, 13 selvaggi), trovó le anomalie suddette nella proporzione seguente:

Interparietale. II vero interparietale o epactale 6 volte su 305 cranii (1,9 0[0); il preinterparietale (Ficalbi) ed i wormiani con maggior frequenza (15 volte il primo: 4,99 0[0; 41 i secondi: • 12,4 0[0). Nelle varié categorie (proporz. 0[0):

LOMBROtlO. — c.


— 34 —


Normali

Pazzi

Cretini

Delinq. Selvaggi


100

70

22

100

13

Wormiani . .

. 6,00

10,0

18,4

17,0

30,7

Preinterparietali .

. 2,00

4,0

4,5

8,0 7,6

I nterparietali . .

. 1,00

2,8

2,00

7,6


Terso cóndilo. Questa anomalía, nel suo sviluppo perfetto, non l'u da Ardu trovata ohe una sola volta. Nei varii gradi inferiori fu trovata nella proporzione seguente (0^0) :

N. P. C. D. S.

Rilievi mammillari interc. . . 3,00 2,8 4,5 4,00 —

Processo senza traccie articolari 2,00 4,2 — 1,00 7,6

Processo vero con » — — — — 7,6

Fosadla faríngea, Fu rinvenuta 1 volta in 70 pazzi e 2 in 100 delinquenti. Nei suoi gradi inferiori fu trovata per OjO:


N.

P.

C. D.

S.

Traccie di fossetta .

. . 6,0

5,7

9,0 12,0

7,6

Possetta vera . . .

. . 1,0

- 2,0

Basiotico. Di questo

rarissimo processo

non fu dato rinvenire


alcun esemplare completo. Delle sue tracce (in due casi notevolis-


simi) si ebbe la proporzione seguente:

N. P. C. D. S.

Traccie di basiotico . . . 4,0 7,1 9,0 4,0 7,6

In generale dunque:

1“ Nell’osso occipitale si riscontrano anomalie d’indole atá- vica e d’indole patológica; queste oftrono una frequenza maggiore nei í’olli e poi nei cretini e nei delinquenti, quelle nei selvaggi e poi nei delinquenti ed in ultimo nei cretini e nei folli ;

2 o Anche per le anomalie piü rare il folie ed il cretino stanno, nella proporzione dei casi, fra il nórmale ed il delinquente; il delinquente sta tra il folie ed il selvaggio, e piü d’assai vicino a quest’ultimo che non al nórmale.


35 —


15. Sinostosi cranica. — L’inizio della sinostosi cranica dal ta- volato esterno invece che dall’interno trovato da Bianchi e Marimó tre volte su 119 cranii di criminali (pag. 24) é stato trovato da Car- rara due volte su 100 cranii di criminali del mió laboratorio, ed é nórmale nei mammiferi (Maggi, Rendíconti del R. Ist. Lom- bardo, 1892).

16 . Mandibola. — Bianchi (Archiuio per V antropología e V etno- logía, XX, fase. II, 1890) prese due nuove misure in cranii, di di- verse etá e razza, dell’apofisi coronoide e le ha espresse con due indici : l’indice delPapofisi coronoide cioé il rapporto della sua altezza alia base e l’indice branco-coronoideo, rapporto dell’altezza delPapofisi coronoide all’altezza della branca; e ne ha concluso che « l'apofisi co- ronoide é in generale triangolare, piü larga che alta, e subisce nella forma e nelle dimensioni notevoli variazioni individual! e ancora se- condo la razza e l’etá. Nell’infanzia é relativamente piü grande che negli altri periodi della vita; nellavecchiezzadiventa forse piü stretta e piü bassa; piü alta e slanciata nelle razzealte — é nelle medie e nelle basse poco elevata, larga, massiccia ».

17. Id. — 11 dott. Parigi in un suo studio sulla morfología del cón- dilo mandibolare ( Arch.per Vantr vol. XX, fase. 1 1, 1890) ha trovato che in 11 tra epilettici e pazzi, tutti di razza alta, 5 avevano coudili piegati in dentro come si trova nelle razze basse, 2 orizzontali con tendenza in dentro e i piegati in fuori come si trova nelle razze alte ; e in 6 delinquenti omicidi e ladri esso era sempre piegato alPindentro, come puré in un microcefalo.

Generalmente la superficie articolare del cóndilo viene sorpassata in livello dalla sommita delPapofisi coronoide: solo in 10 casi su 740 Parigi ha trovato un rapporto inverso c ció in individui di razza in- teriore e in 5 dei 9 antropomoríi ; c in 5 le ha tróvate alio stesso li- vello, il che pare essere un carattere atávico o degenerativo, perché


- 30 —


<] ueste 5 mandibolc appartenevano 2 a pazzi o nevropatici, 2 ad in- dividui di razza ínfima, 1 ad un Indiano, ed avevano tutte il cóndilo coll'asse maggiore iuclinato in dentro.

Stndiando questi caratteri in 50 cranii di delinquenti, appartenenti al mió Museo, Carrara ha trovato il cóndilo mandibolare inclinato al l’inden tro in 24 (48 0^0), in fuori in 14(28 0^0) e orizzontale in 12 (24 0[0); la sua superficie arti colare orizzontale in 27 (54 0[0) e inclinata in avanti in 23 (46 0[0) ; alio stesso livello dell’apofisi coronoide solo in 13(26 0[0) e invece piü bassadi essa in 28(56 OjO) e piü alta in 9 (18 0[0). In 16 poi il cóndilo era di notevole ro- bustezza.

18. Cranii di donne ree. — Nácke (Beitrage zur Anthropologie uncí Biologie geisteskranker Vcrbrecherinnen ) noto chein 12 cranii di donne delinquenti (tra cui 4 omicide e 5 ladre), 6 eran o patolo- gici, Ü sclerotici, 4 idrocefalici, 4 con fronte sfuggente, 6 ultra- bracbicefali, 3 con tipo mascbile, 1 con tipo mongólico. In quasi la meta dei casi le suture erano piü o meno sáldate; in 2 esisteva sutura metopica ; la capacita media era di 1347 (Archivio dipsi- chi atria , 1891, XII, p. 176).

19. Cranio di U. Schenic. — Benedikt (Reporto antropológico nelVuccisore di donne Hugo Schanh) trovó che quel cranio e pato- lógico nello stretto senso del 1 a parola. 11 volume e di 1700 cc. Ha un’assimetria colossale: le parti fronto-parietali e fronto-tempo- rali D. e le occipito-parietal i e occipito-temporali S. sono fortemente sviluppate, e tutta la base deH’occipite, particolarmente a S., e spinta molto in basso. Nell/interno del cranio si vedono appena traccie delle grandi suture e delle suture sfenoidali. Le suture coronarie, la sagittale c la lambdoidea sono sáldate, mentre esiste una sutura dell Incas. Ció a 36 anni e abnorme ; mentre fisioló- gicamente le difterenze tra le misure dei due lati del cranio con-


- 37 -

finano tra 4 e 5 ram., qui, nel frontale e nella parte anteriore del temporale, a vantaggio della raeU D., e nel temporale e nel Toe- cipite, a vantaggio della S., si trovano diñ'erenze fin di 12 inm, (Archivio di psichiatria, 1891, XII, p. 177).

20. Anomalie di 0. Coiidaí e del gen. Kamouino. — Ne queste anomalie mancano nel delinquente político piü puro.


LVi. 3.


Infatti, dalle fotografié che riproduciamo (V. Dg. 3. 4, 5) del ci anio di Carlotta Corday, regalateci dal principe lí. ilomiparte. e da una molto confusa e dilavata monografía del Topinard, si con-


ferina quello clic io aveva gia alíermato dopo una rapida ispezione: oh’osso e straordinariamente ricco d’anomalie.

Infatti, esso e platicefalo, carattere questo che la donna odre mono sovente del maschio. Presenta altresi una apoilsi giugulare spiccatissima, due forti arcate sopracigliari concave in basso, con- II uen ti sulla linea mediana ed al di fnori ; le suture, aperte tutte.


Fig. 4.

come in un giovane dai 23 ai 25 anni, ma semplici, specialmente la coronaria. La capacita e di c. c. 1360, m entre la media fraileóse i' di 1337 nelle donne; o leggermente dolicoeefala (77,7); pre- senta nella norma orizzontale (fig. 3) visibili le arcate zigomaticlie solamente a sinistra; cbiara dunque assimetria. L’inserzione della sagittale nella frontale e puré assimetrica. Vi ha infine una fossetta occipitale mediana.


39


Spiccate sonvi lo linee crotafitiche (fig. 4) e le creste del tem- pérale; le cavitá orbitali enormi, e molto piü grande la destra clie

e anche abbassata (fig. 5), come tutta e abbassata lamparte destra della faccia.


Fig. 5.


Vi hanno wormiani del pterion dai due latí (fig. 4). L’area orbi- tale e di 133 mm. q., mentre nelle Parigine e di 126. L’altezza dell’orbita é di 35 mm., mentre nelle Parigine é di 33.

Misure. - índice cefálico 77, 5; indice zigomatico 92,7; an- golo facciale di Oamper 85°; altezza nasale 50 (Parigine 48): lar- ghezza frontale 120 (Parigine 113).


Larghezza bizigomatica 128 (Parigine 122);


peso g. 514; proie-


— 40 -

zione nntero-posteriore 182, verticale 134, trasversale 139; circon- fcrenza 538 ; largliezza frontale mínima 94 (Parigine 93,2).

Nella calotta cranica del generale Ramorino, che ne é Púnico avanzo, o che é nel Museo dell’Accademia di Medicina, si osserva stenocrotafia, plagiocefalia, e la rarissima anomalía di una apofisi parietale dell’osso frontale, ed anche qui la inserzione anómala della sagittale e la bozza frontale sinistra piü pronunziata della dcstra; infine, i seni IVontali molto sviluppati. Circón ferenza 530 ( Arch . dipsich XI, pag. 90).


Appendice.

Vertebre e trocanteri.

A queste ricerche se ne sono aggiunte in questi ultimi giorni altre che turbando l’ordine iniziato pongo quindi in appendice al capitolo.

21. Vertebre e trocanteri. — Agli studi sopracitati del Tcn- chini conviene aggiungere un nuovissimo lavoro ancora inedito dello Staderini che ci viene comunicato privatamente : fra tre scheletri di criminan ne avrebbe trovato uno con una vertebra in soprannumero.

Soffiantini, in altre sue ricerche, fra quattro bacini di prostitute ne avrebbe trovato uno con caratteri spiccatamente virili anche nei diametri.

Nulla si era fino ad ora trovato sulla frequenza e sulle anomalie dei trocanteri femoral i nei criminali: ora il dott. Costa (Arch. per l'antrop.,v ol. XX, fase. III, 1890) ha riempito questa lacuna, ed in. 85 criminali ha trovato il terzo trocan tere (ch’esiste circa nel 30 0[0 dei femori europei), 11 volte bilaterale e G da un solo lato, cioé nel 16, 4 0[0, ma sempre di tale straordinario sviluppo da indurlo nella convinzione che esso rappresenti un fatto atávico.

Recentemente io su tre scheletri di criminali lio trovato una volt a la maucanza di una costa ed insiemo il canale sacrale aperto, com vede mino nel Kaps.


CAPITOLO III.


Cervelli e viscera di criminal!.


1. Cervelli. — Su 112 cervelli di crirninali studiati da Fallofc ( Bulletin de la Société d' anthropologie, 18S9), da Benedikt, Ten- chini, Willigli e Mingazzini, si trovo:

5 volte un opercolo occipitale.

I/approfondamento della seconda piega di passaggio, clic b ra- rísima nel nórmale, si trovó nei crirninali nel 33 0[0.

7 volte separazione della scissura calcarina delT occipitale, che si notó in normali nel 10 0[0, in 12 negri 1 volta.

2. Id. — II dott. Tenchini ( Cervelli di delinquenti , vol. 1-2-3; Archivio di psichiatria, antrop. e scienze pen ., XII, pag. 573) ci da il risultato delle osservazioni fatte sulla superficie me- diana degli emisferi cerebrali di 130 cervelli di delinquenti. É im- possibile seguiré l’autore nell’esame minuzioso di tutte le varieta dei solclii e dei giri di questa faccia; riferiremo solo quelle va- rietá, nelle quali non si puó disconoscere un carattere degene- rativo o almeno una disposizione insólita.

I o La presenza in 7 casi di una circonvoluzione frontale soprannumeraria. Con questo lióme l’autore intende una circon- voluzione, la quale, nascendo ira l’estremita anteriore del y. cor - poris calloso e il y. fronto-parielalis-mcdialis, si svolge insieme


— 42


alie altre due, ña le quali é posta e finisce quasi serapre nella circón voluzione frontale interna.

2 o Lo spingersi del s. calloso marginalis fino nella parte postcriore del praecuneus, e propiciamente nella proporzione del 2ü Ü[0. Questa varietá lia un significato indubbiamente filogene- tico, perche si avvicina alia disposizione arcuata della fossura limbica. Un’ importanza filogenetica anche maggiore lo hanno i casi nei quali il ramo anómalo del s. calloso-marginalis si pro- lunga al di dietro tanto da sboccare fino nel s. parieto-occipi- talis ; esempi di quest’ultima anomalia furono trovati daH’aiitore cinque volte, e propriamente su tre omicidi e due ladri. Anche il líenedikt osservó la stessa varieta nel cervello di un gras- satore.

E curioso il notare cerne 1’ anomalia in discorso occorresse sempre a sinistra.

3° Lo sviluppo cosí debole del ramo ascendente del s. cal- loso-marginalis , da sembrare quasi mancante, fu osservato in 5 emisferi.

4 o Un incompleto sviluppo del praecuneus , in quanto con- stara di due pieghe soltanto. L’ autore lo riscontró in 56 emi- síeri, ed egli a quesfco proposito ricorda come una simile dispo- sizione si osservi sui cervelli di molte scimmie, compresi gli antropoidi, e che nel cervello del feto umano il praecuneus , liscio fino verso la fine del settimo mese, si divide mediante un soleo in due pieghe dal settimo all’ottavo mese.

5 o La siiperficialita della piega di passaggio superiorc in- terna in un omicida e in un corruttore.

6 o La superficialita del girus cunei in un omicida ed un ladro con deficienti facoltá mentali, in ambedue i casi a sinistra. Nei cervelli veramente normali quest’anomalia non fu osservata mai : comune a tutte le scimmie, eccetto che agli Ilylobates e agli Ateles , é invece cosí frequente negli idioti e specialmente


- 43 —

nei microcefali, clie Giacomini vorrebbe attribuire al giro in que- stione l’appellativo di « piega microcefalica ». Mingazzini la trovó nei delinquenti piü frequentemente che non il Tenchini, e pro- priamente 4 volte su 60 emisferi.

7 o La comunicazione della fessura calcarina col sulcus tem- poro-occipitalis interna nella proporzione del 10 0[0. La comuni- cazione della medesima scissura con la scissura del Bicliat nella proporzione del 26 0[0, siccbé il gnus corporis callosi restava indipendente dal g. hyppocampo.

Rinsáiunendo cgli riscontró nei rei piii frequenti le seguenti ano- nial ie del cervello:

I. Superficie meiopica (su 30 casi) :

a D. 0|0 a S. 0[U

I a (Jircoiivoluzione frontale duplico. 5 16,5 2 6,6

2 a » » » . 4 13,2 2 6,6

3 a » » » . 3 9,9 6 19,3

Circonvoluzione frontale interrotta .3 9,9 3 9,9

» » soprannumer. 4 13,2 — —

II. Superficie par ido-temporal e oc-

cipitale (su 50 casi) :

Tratto interiore della scissura post- rolandica comunicante col soleo di

Silvio — — 3 6

Circonvoluzione parietale ascendente

interrotta 6 12 3 6

Circonvoluzione parietale ascendente

atipica 2 4 — —

Circonvoluzione parietale ascendente

soprannumeraria 1 2 — —

Scissura interparietale due volte inter- rotta 2 4 1 2

Lobnlo parietale superiore complica-

tissimo 6 12 — —


u


ScisRura pavallela semplice . . .

ti D. 8

ü[0

LO

a 8.

4

0|0

5

Circonvoíuzione temporale superiore interrotta

1

2

11

22

Circonvoíuzione temporale superiore semplice



1

2

J II. Superficie interna (su 130 casi): Circonvoíuzione del eorpo calloso con incisura longitudinale o con solchi

5

3,5

3

2,1

Circonvoíuzione del corpo calloso du- plico

2

1,4

o

áJ

1,4

Scissura callosa margínale interrotta

o

25

17,5

20

14,0

Scissura frontale interna duplice. .

1

0,7

Lobo metopico duplice, con circonvo- luzione soprannumeraria . . .

28

19,6

15

31,5

i Albo quadrilatero molto sviluppato .

1

0,7

1

0,7

Praecuneus molto sviluppato . . .

9

G,3

15

10,5

Cuneas molto sviluppato ....

35

24,5

37

25,9

Scissura calcarina interrotta . . .

17

11,9

9

6,3

Scissura calcarina accessoria indipen- dente, o con anomalie comuni . .

15

10,5

16

11,2


3. Id. — - II dottor Penta (Le anomálie nei criminali ; Arcliiuio di psichiatria, XI, pag. 328) nel cervello di 18 criminali trovó: Piccolezza estreñía dei lobi frontali 1 — Estremo assottigliamento delle bandelette olfattive 2 — Doppia circonvoíuzione postrolan- dica 1 — Quarta circonvoíuzione frontale 1 — Quasi mancanza della terza a sinistra 1 — Mancanza del piede alia tensa di destra 1 — Circonvoíuzione postrolandica piccolissima 1 — Man- canza del soleo rolandico in un lato 1 — Soleo occipito-parietale profondissimo, sino a 3 cm., 3 — Circón voluzioni molto simme- triclie 1 — Circonvoluzioni larghissime grosse, poco profonde 1 —


— 45 —

Altre anomalie di circonvoluzione 5 — Strana abbon danza di glan- dole del Pacchioni da formare tumore 1 — Grandezza delle ar- terie craniche 1 — Piccolezza delle arterie craniche 1.

4 . Id. — Benedikt (Reporto antropológico nelVuccisore di donne Ugo Sclienk ; Archivio di psichiatria, XII, pag. 177) nel cervello dell’uccisore di donne Ugo Schenk trovó che la fissura parieto-occipi- talis non si congiunge direttamente, ma con un ramo laterale, con la fissura calcarina. 11 soleo limbico ha uno sviluppo lineare donde, come si osserva spesso negli epilettici, una limitazione di sviluppo del g. hippocampi. A sinistra é rimpiccolito il lobo fron- tale. Molto aplasico il lobo parietale, a causa áelYojierculus, e cosí puré ambedue le pieghe di passaggio esterne. Invece é molto svi- luppato il lobo occipitale e la parte contigua del g. temporalis secundas.

5 . Cranii e cervelli. — I dottori Ottolenghi e Roncoroni (Ai i- topsie di 100 criminali ; Ardí . di psich XIII, fase. IV), lianno studiate le anomalie rivelate dall’autopsia di 52 ladri, 14 omicidi, 6 rei contro i costumi, 4 grassatori, 3 falsari, 11 epilettici, 10 rei di altri reati (avvelenatori, incendiari, epilettici).

Le principali anomalie tróvate nel cranio furono :

11 volte la selerosi del cranio, 14 volte un’enorme plagioce- falia, 4 volte gli osteomi, 10 volte le ossa worraiane, 2 volte la sutura metopica, 11 volte la saldatura precoce delle suture, 14 volte la fossetta occipitale mediana, 5 volte P usura del cranio, 2 volte per ciascuna le anomalie delle apofisi clinoidi, 4 volte l’osso del- l’Incas, una volta la clinocefalia, l’oxicefalia, la microcefalia, Posteo- porosi, Latíante sal dato coll’occipitale.

Nelle meningi 10 volte le granulazioni di Pacchioni, 8 volte la dura madre aderente, 3 volte la pacbimeningite ossificante, 2 volte Pinfiammazione essudativa fibrinosa, 2 volte le meningi

1 o

molto spesse, eec.


— 46 —


Nel cervello : 5 rammollimenti , 2 cerebroporosi , 3 ipertrofia del verme, 2 volte le anomale pigmentazioni, nna volta Fidroce- falo, cisti cerebrale, esagerata assimetria, si aggiungano anomalie molto gravi dei solclii 4 volte, l’aplasia del giro d’ippocampo e del lobo quadrato, l’ipertrofia delle circonvoluzioni centrali, con aplasia dei frontali e parietali a sinistra, una volta.

6. Visceri. — Nel cuore e nelle arterie : 14 volte l’ipertrofia di cuore, 12 volte Fateroma dell’aorta, 2 volte la punta del cuore bifida, una volta l’aneurisma dell’aorta, una volta l’aneurisma del ventricolo sinistro, ecc.

Nella milza e nei reni si é trovato 6 volte la milza bilobata, 2 volte la milza trilobata, una volta la milza soprannumeraria, 2 volte una forma anómala della milza, 6 volte il rene lobato, una volta un rene soprannumerario, una volta una forma anómala del rene, ecc.

Negli altri organi : 2 volte la laringe ossificata, 3 volte lo stomaco a clessidra e la persistenza del timo ; 2 volte la mancanza di una costa e una volta l’esistenza di una costa soprannumeraria; 6 volte anomalie degli organi genitali, una volta la terza falange delle dita in forma di clava; una volta le mani allungate, ecc. Si ri- scontrarono inoltre due casi di cancro del fegato.

Riassumendo si ebbe, per i ladri (54) e gli omicidi (14), che furono i piü numerosi, e per 11 epilettici:



Ladri

Omicidi

Epilettici

Totali


0[0

OiO

OiO


Anomalie del cranio ....

93

191

117

105

»

delle meningi . . .

34

38

45

44

»

del cervello . . .

25

54

81

37

»

del cuore e grossi vasi

56

51

36

51

»

della milza e dei reni.

41

45

18

40

»

dei polmoni . . .

41

27

36

43

»

degli altri organi. .

19

36

27

26


- 47 —

Le cause di morte furono : Rammollimento cerebral e 4 0[0 Cerebroporosi 2 OjO — Ascesso cerebrale 1 — Mieliti 1 — Emor- ragie cerebrali 1 — Meningite 10 — Aneurisma dell’aorta 1 — Cardiopatie 10 — Cirrosi epatica 1 — Ascesso renale 2 — Cancro intestinale 1 — Tubercolosi polmonare 30 — Calcoli bi- liari 1 — Cancro del fegato 2 — Tumore del fegato 1 — Sui- cidio 9 — Trauma 3 — Cause ignote 21.

II che dimostra la prevalenza sopratutto di morti per tuber- colosi e per malattie del sistema nervoso, e la scarsitá delle morti per altre malattie infettive.

7. Id. — II dottor Penta [Le anomalie nei criminali ; Archivio di psichiatria, vol. XI, pag. 328) nel fegato di 18 criminali trovó : Fegato molto grande 1 — Fegato molto piccolo 1 — Lobi soprannumerari 2 — Mancanza del lobo quadrato 1 — Ala sinistra molto piccola 2 — Idem e divisa in piü lobi 1.

Nei polmoni: Piccolezza di uno dei lobi del polmone, 1.

Nei reni: Peni multilobulati, quasi succenturiati, 1.

Nelle cartilagini: Cartilagini costali unite quasi tutte, dalla 3 a in poi, 2.

Non debbo nascondere che queste anomalie. per lo piü, erano accumulate su uno stesso individuo: cosí uno, condannato per ratto e stupro, presentava: circonvoluzioni piane, grosse, poco pro- fonde; fegato con ala sinistra piccola e divisa in piü lobi, reni multilobulati e quasi succenturiati: tutto come nei carnivori, ro- sicanti e marsupiali, nonche in alcune scimmie del nuovo conti- nente. Peró solo 2 dei 18 sezionati erano esenti tutto aft'atto di anomalie degli organi interni.


— 48


CAPITOLO IV.

Anomalie nei viví e fisionomie criminali.


I. Criminali maschi. — 11 dottor Penta (Archivin di psich ., vol. XI, p. 327-328), su 400 criminali degenti nei bagni penal i,


quindi indiziati di gravissimi reati, ha trovato:

Individui sforniti di anomalie Con 2 solé anomalie .

Con 3 e piü anomalie .

Tra queste anomalie si nota:

1. Plagiocefalia ......

2. Scafocefalia

3. Microcefalia

4. Platicefalia

5. Acrocefalia

G. Oxicefalia ......

7. Trococefalia . . .

8. Idrocefalia

9. Clinocefalia ......


010

3

3

94

32

17

11 7 G 3 3 2 1


(Queste deviazioni del eran i o spesso er


ano anche imite tra loro


in uno stesso soggetto).

10. Prognatismo mascellare .

11. Zigomi grandi e sporgenti

12. Mandibole grandi .

13. Seni frontali grossi .

14. Arcate orbitarie sporgenti

15. Mentó grosso quadrato rientrante

16. Pronte bassa e stretta .


0[0

45

37

29

30 21 27 19


— 49 —


17. Fronte fuggente

18. Orecchie ineguali .


19. » ad ansa

20. » addi ritt lira scimmiesche

21. » sessili

22. » con tubercoli del Davwin

23. Emiatrofia facciale .

24. Assimetria facciale .

25. Emiatrofia cranica .

20. » di tutto il corpo .

27. Appendici lemurine delle mascelle

28. Occhi molto piccoli

29. Ematoma ....

30. Bocea larghissima

31. Naso camuso ....

32. » trilobato

33. » scimmiesco addirittura, quasi

34. Labbro leporino

35. Mammeíle femrainili

3G. » soprannumerarie

37. Velo pendolo bifido

38. Addome protundente come nei selva

genito ....

39. Anomalie dei denti

40. » dei genital i


ggi per vizi


o con-


41. Gozzo .....

42. Nanismo ....

43. Deviazione della colonna .

44. ínfossamento dello sterno

45. Cattiva conformazione del torace

46. Deviamento degli arti inferiori


0[0

22

24

35

56

3

45

18

15

5 7

1,5

3

1,5

2

6 3

1

1,5

2,2

1

0,5

1,3

12,5

15,50

1,5

2,1


(

2


Lombro3o. — 4 .


— 50 —


0(0

47. Piedi male conformati 4 "

d8. Mani male confórmate 4,1

Tra cui le mani con grandi pliche interdigitali sa- lirebbero al 3

49. Rachitide 4

50. Ineguaglianza delle rime palpebrali . . . .1,5

51. Strabismo paralitico 5

52. Labbra stirate in uno dei latí . . . . 12,5

53. Ernia inguinale . . . . . . .16

La plagiocefalia, cosí frequente (32 0[0), nella meta dei casi

era la semplice e comune obliquo-ovalare, quasi di nessuna im- portanza, e nell’altra risultava da un disuguale accrescimento delle ossa pari del cranio; di talche mentre non poteva trattarsi di vera emiatrofia cranica, o di quella piccola disuguaglianza delle due meta, della testa, che fino ad un certo punto va considerata come nórmale, rivelava invece un disquilibrio, una deviazione nel processo evolutivo e nutritivo di ciascun osso, che é piü grave ancora della stessa emiatrofia, come quello che puó avere fácil- mente a base il rachitismo.

Se il Bourneville e Sollier lianno rinvenuto il 31,97 OjO di anomalie negli organi genitali di idioti, imbecilli ed epilettici, Penta ne rinvenne nel 15,5 0[0, che puré é una cifra elevatis- sima.

2. Padiglione dell’orecchio. — 11 prof. G. Gradenigo ( Sulle anomalie della conformazione del padiglione dell' orecchio ; Arel), dipsich., 1891, pag. 475) ha passato in rapida rivista ben 15,000 uomini e 10,000 donne in Torino; 800 alienati (mascbi e fem- raine), e 467 delinquenti (mascbi e femmine).

Vali (Allg. Wien. mediz. Zeitung , N. 11, 17 marzo 1891) ha fatto l’esame di 1000 normali, 397 alienati, 90 idioti.


51


Asimmetria dei padiglioni. — L’asimmeti'ia nel sito d implanto e nella grandezza dei due padiglioni é sempre associata all asim- metria del viso.

Riguardo al lato dell’anomalia trovó:


XJOMINI DONNE


Normali

Alienati

Delinq.

Normali Aliónate

Delinq.


p. 0¡0

p. 0(0

p. 0(0


p. 0 ( 0

p. 0(0

Anomalie bilaterali

67

77

00


85

77.2

» solo a destra .

13

11

20


, 9

15.2

» » a sinistra

18

10

10


14 5

8.3

Orecchie ad ansa ( Oreille é cartée ,

francese

V.

- Prominent ear y


inglese — Abstehende Ohrmuschel, tedesco).

11 padiglione ad ansa ha un significato ben preciso cosí nel ri- guardo embriológico come antropológico. In un determinato periodo della vita embrionale, il padiglione cosí nell’uomo (His) come nei mammiferi (Gradenigo) si ripiega all’avanti in modo che felice ioideo viene a ricoprire la regione della conca ed il meato uditivo esterno; e, come ha riconosciuto Gradenigo stesso in alcune specie di mammiferi, in questo periodo accade altresi una vera saldatura epiteliale della superficie anteriore dell’elice ioideo col margine li- bero dell’elice mandibolare. Questa fusione procede dall’alto verso il basso, si completa rápidamente e si mantiene presso a poco fino a che l’elice ioideo si sia disteso di nuovo all’indietro.

Se la distensione alfindietro dell’elice ioideo non accade affatto, si hanno particolari malformazioni del padiglione, descritte daLanne- longue, da Stetter, ecc. ; se accade, ma solo in modo incompleto, si ha rorecchio ad ansa, che Gradenigo trovo in queste proporzioni :

XJOMINI DONNE

Normuli Alienati Delinqaenti Normali Aliénate Delinqueuti

11.1 0[0 20 0[0 25.2 0[0 3.1 0 t 0 4.2 0[0 5.3


- 5°2 -


Percentuali pin elevate ha trovato Váli :

IJOMINI DONNE

Normali Aliiíiiati Normali Aliénate

16.8 36.5 10.4 23.8

Secondo le sue osservazioni, anche l’etá ha l’importanza riguardo al numero delle orecchie ad ansa: su 500 ragazzi normali dai 5 ai 15 anni di etá la cifra media degli orecchi ad ansa si elevava al 25 0[0. Rolirer spiega queste risnltanze perché la distanza del padiglione dalla superficie laterale della testa diminuisce coll’ac- . erescersi del processo mastoideo, il quale, come é noto, nei ra- gazzi é poco sviluppato.

Anomalie di dimensione. — Come nota Binder, si possono distin- guere essenzialmente quattro tipi di padiglione nórmale: il primo tipo, che costituisce la forma piü frequente, é quello di un ovale allungato ; il secondo tipo é caratterizzato dall’esagerata prevalenza del diámetro longitudinale [vera altezza ) sul trasversale {vera lun- ghezza)\ secondo Binder, questo tipo si troverebbe specialmente nei brachicefali,e secondo le osservazioni di Gradenigo sarebbe frequente nelle donne; il terzo tipo, molto piü raro, é quello nei quale é spe- cialmente sviluppato il diámetro trasversale; nei quartotipo la parte superiore del padiglione é molto piü larga che l’inferiore (padiglione triangolare). í vari tipi enumerati devono riten ersi fisiologici: vanno considerati come abnormi i padiglioni esagerataraentelunghi e quelli triangolaridel quartotipo quando s’accompagnano ad altre anomalie, tra le quali é frequente l’orecchio ad ansa.

Anomalie del padiglione nelle sue singóle partí. Porzione tra- sversale e discendente delVelice. Elice assente o non ripiegato. —

II ripiegamento dell’elice cessa normalmente all’altezza dell’anti- trago prima di passare sul lobulo: talora assai piii in alto. L’elice puó mancare nell’intera posizione discendente e nella meta poste-


— 53 -


riore clella porzione trasversale, cioe in corrispondenza alia plica auris di Schivalbe.

Nelle ricerche statistiche Gradenigo ha riconosciuto l’assenza to- tale dell’elice per gli uomini in 0.8 0[0 degl’individui normali, 3.8 0[0 degli alienati, 4 0(0 dei delinquenti ; per le donne in 7.3 0[0 delle normali, in 8 0[0 delle aliénate, 9.7 0[0 delle delinquenti.

Váli per l’assenza parziale dell’elice da le seguenti cifre:

UOMINI DONNE

- s. ^ ■

Normali Alienati Idioti Normali Aliénate Mióte

3.2 9.7 8.6 6.2 6.5 9.1


Elicc a nastro. — Invece che in forma di listerella rilevata, Fe- lice apparisce sia su un piccolo tratto (di solito in corrispondenza al margine posteriore superiore), sia su tutta la sua estensione (assai raro) schiaceiato a guisa di nastro.

Se Felice a nastro é nella regione posteriore superiore, esso é spesso saldato alia superficie anteriore del padiglione, cioé col pavimento del tratto iniziale della fossa scafoidea e col eras saperias anthelicis.

Prescindendo dai casi nei quali detta conformazione a nastro é appena accennata per piccolo tratto (casi clie io non considero come anomali), Gradenigo constatava le seguenti cifre percentuali :


Orecchie di Danvin . — Come é noto, Darwin, mosso da un’osser- vazione dello scultore Woolner,espresse il parere che nell’uomo una


— 54


sporgenza piü o meno appuntita od un tubercolo sul margine poste- riore dell’elice rappresentino un residuo della punta deH’orecchio' dei mammiferi.

Meyer considera la punta di Danvin semplicemente come il ri- sultato d’un arresto di sviluppo del margine ripiegato dell’elice.

Invece Schwalbe confermó che la punta o tubercolo di Darwin corrisponde in effetto nell’uomo aU’estremitá appuntita del padi- glione nei mammiferi, e Gradenigo in base anche a tali studi di Schwalbe distingue Yorecchio di scimmia o di macacns, ápice o punta di Danvin, caratterizzato dal mancato ripiegamento del mar- gine posteriore superiore dell'elice, e da una punta piü o meno sporgente verso l’indietro, da un altro tipo caratterizzato da una spina o tubercolo ben risaltante sul margine ripiegato dell’elice (; tubercolo di Darwin).

1/ ápice di Darwin ha grande importanza come anomalía: di so- lito esso si collega, come vedremo, all’esistenza d’un terzo e talora d’un quarto crus dell’antelice, i quali, a parere di Gradenigo, assu- mono il signiticato delle liste longitudinali del padiglione di certi mammiferi; il tubercolo, o nodo di Darwin, ha molto minor im- portanza, perché in proporzioni ridotte si riscontra assai di fre- quente nel padiglione umano.

Ri guardo alia frequenza di queste due anomalie, Gradenigo ri- scontrava le seguenti cifre percentuali (sono segnate, tra parentesi, le cifre che ha trovato Yáli) :

UOMINI DON NE

Norinali Alienati Delinq. Normali Aliénate Delinq.

Ap. di Darwin 1.5 (0.6) - 2.4 (2.3) 1.5 1. 7(0.4) 1 (3.5) 2.1

Tuber. » 2(2.4) 2(4.1) 1.8 1.3 (0.4) 1.7 (3.6) 1.6

Nei cretini l’orecchio di macacns é assai frequente : Gradenigo l’ha osservato ben 4 volte su 17 individui.


Antelice. — L’antelice per dignita morfológica viene súbito dopo l’elice.

Come nota Schwalbe, P antelice del padiglione umano si puó con- siderare costituito dalla fusione delle seguenti porzioni ben distinte nel riguardo morfológico :

a) Crista anthelicis anterior corrispondente al crus inferías anthelicis dell’anatomia umana. Questa é la parte che lia maggiore dignita morfológica; esiste in tutti i mammiferi, mentre gli altri segmenti del cosidetto antelice dell’uomo compaiono solo nei pri- mati ;

b) Crista anthelicis inferior che corrisponde alia parte interiore dell’antelice : e in forma di lista rilevata che dall'antitrago si dirige per 8-10 mm. verso l’alto. Per dignita morfológica viene súbito dopo la precedente;

c) Plica anthelicis , che corrisponde alia parte superiore del corpo dell’antelice e al crus superius anthelicis in anatomía umana.

Crus in ferias anthelicis . — Anclie nel padiglione nórmale il eras inferías si diíferonzia dal resto dell’antelice perche oifre una rileva- tezza molto pin marcata.

Un’anomalia abbastanza frequente, notata anche da tíincler, con- siste in ció, che il crus inferías costituisce una formazione indi pen- dente non ancora fusa col resto dell’antelice: esso si appoggia, in certo modo, alia. párete della plica anthelicis rivolta alia conca. Tale disposizione si trova normalmente nei Cynopiteci.

Talvolta nel padiglione umano e solo rappresentato dalTantelice il eras inferías: il corpo e il crus superius sono appena accennati o mancanti.

Plica anthelicis. - In appoggio alia distinzione che fa Schwalbe della crista inferior e della plica nelTantelice umano, Gradenigo ha notato che non di rado, specialmente nelle donne, queste due porzioni non sono fuse tra loro, ma restaño divise da un soleo su- perticiale, diretto obliquamente dalTindietro e Palto verso Cavan ti


— 56 —

c il basso, soleo che fa comunicare la fossa seafoidea colla cavitá della conca.

Sporgcnza dcU'antclice (orecchio di Wildermuth, I forma, secondo Bi nder).

Un’anomalia abbastanza frequente éche il corpodell’antelice nella sua parte di mezzo sporge piüdell’elice, cosicché, quando si consideri il padiglione dall’indietro, in profilo, 1’elice e l’antelice non sono, come normalmente, alio stesso livello, maquest’ultimo é piü elevato. L’orecchio acquista percio un aspetto caratteristico. Questa maggior sporgenza dell’antelice é in rapporto spesso col poco sviluppo o col- l’assenza completa della porzione discendente dell’elice.

Gradenigo ha trovato quest’anomalia piü specialmente frequente nelle donne, quasi contrapposto all’orecchio ad ansa, che in loro é piuttosto raro: ecco infatti le sue cifre; accanto sono segnate, tra / parentesi, quelle di Váli:

TJOMINI DONNE

Normali Alienati Delinquonti Normali Aliénate Delinquenti

7.2 (5.6) 18(8.12) 18 11.9(6) 26(8.2) 14.2

L’orecchio di Wildermuth I si puo, riguardo alia genesi, contrap- porre aU’orecchio a conchiglia; puo essere messo inoltre in un certo rapporto coll’orecchio ad ansa: in queste due forme il padiglione é troppo convesso e non é suficientemente stirato all’indietro: nell’o- reechio di Wildermuth I é troppo piatto e arrovesciato all’indietro.

Assenza completa dclV antelice. — E anomalía assai rara: Gra- denigo ne ha osservato un bellissimo esempio in un’alienata.

Aderenza dell’antelice alVelice. — Quest’aderenza suole awenire tra la porzione trasversa dell’elice conformato a nastro e il eras sa- perias dell’antelice : é fatto teratologico che riguardo alia genesi si connette con quella dell’elice a nastro.

Si riscontra nei normali con una frequenza del 2.4 0[0; nei delin- quenti e negli alienati del 5 al 10 0[0.


— 57


Antclici accessori. — Gradenigo lia riconosciuto come le liste rilevate che esistono nel padiglione dei mammiferi si lasciano rag- gruppare in due principal! sistemi: quelle che seguono una dire- zione longitudinale, decorrono cioé dall’apice alia base del padi- glione, perpendicolari alia linea d’impianto del padiglione stcsso (liste longitudinali) ; quelle che lianno una direzione parallela alia base, seguono un decorso concéntrico, e vennero da lui desígnate come antelici perché analoghe alia lista che si chiaina antelice in anatomia umana.

Ora é interessante il notare che tra le anomalie del padiglione umano Gradenigo ha potuto riconoscere la esistenza di due liste- relle rilevate, che si possono interpretare come antelici accessori: I. Listerella che si trova assai di rado completa, costituisce il prolungamento all’imbasso e all’avanti deirestremitá posteriore del eras inferías anthelicis , in modo che ne risulta una listerella, che quantunque arcuata ad S tiene presso a poco un decorso parallelo al vero antelice, e si arresta sul pavimento delle eymba concliae súbito al disopra del eras helicis. Di solito non se ne riscontra che il tratto in corrispondenza al eras inferius anthelicis. Cosí incompleto l’antc- licc accessorio non é molto raro: tra le donne delinquenti fu da Gra- denigo notato, piü o meno marcato, nel 10 0[0.

IL Lista rilevata concéntrica al corpo dell’antelice.

Lobo adérente scmplice e prolungato sulla guancia. — il lobulo normalmente si inserisce alia regione mandibolare secondo una linea diretta verso l’alto e l’avanti, cosí che tra detta regione e il lobo resta un angolo acuto aperto verso il basso, e il lobo stesso presenta nel suo contorno interiore una ben marcata convessitá verso il basso. Se l’inserzione accade invece in modo che il margine interiore del lo- bulo si dirige orizzon tal mente alLavanti, non si forma piü l’angolo acuto soprasegnalato; il lobo presenta in basso non un margine con- vesso, ma orizzontale: si dice allora lobo adórente semplice. E final- mente, se l'inserzione accade in modo che il margine interiore del lo-


— 58


bulo si dirige verso il basso, invece che verso l’alto, e si continua per un cerfco tratto lungo la guancia, ove forma lina listerella rile- vata, si dice lobo prolungato ( sulla guancia).

Le ricerche statistiche del Gradenigo hanno dato l’importante risultato che i lobi aderenti semplici si riscontrano altrettanto fre- quenti tra i normali che tra i rei, mentre sono i lobi allungati quelli clie hanno grande importanza come carattere di degradazione, perche si riscontrano in proporzione quasi doppia tra gli alienati e i delin- q uen ti che nei normali.

Ecco le cifre da lui tróvate :


UOMINI

Normali Alienati Üelinq.

Aderente seinpl. 21.3 10.6 17.5

» proluug. 5.2 9.7 7.0


DONNE

Normali Aliénate Oelinq.

9.5 2.5 14.2

2.0 14.3 0.5


Le cifre di Vali confermano tali risultati per gli uomini :


UOMINI

Normali Alienati

Aderente sempl. 9.2 9.2

» proluug. 5.0 13.9


DONNE

Normali Aliénate

7.4 7.7

8.8 8.4


Fessura cid lobulo ( Goloboma lobidi). — II lobulo pué apparire completamente diviso in due partí da una fessura congenita, deltutto analoga a quella che viene talora causata dall’uso di portar gli orec- chini. Tale coloboma del lobo fu fatto oggetto recentemente di ri- cerche e di discussione, perché vi fu chi volle trovare in esso una di- mostrazione della possibile ereditarietá delle lesioni acquisite.

Schmidt descrisse il caso d’un ragazzo con una fessura al margine interiore del lobulo dell’orecchio sinistro: il lobulo restava cosí di- viso in due parti. Anche la madre del ragazzo aveva un difetto af- fatto simile all’orecchio dello stesso lato : questo difetto non era pero congenito, ma il risultato d’una lesione: la madre si ricordava esat-


- 59


tumente che mentre essa giuocava all’etá di otto anni le fu strappato, da un compagno di giuoeo, l’orecchino a sinistra. 11 ponte fra il buco dell’orecchino e il margine del lobulo si ruppe, i margini della fe- rita non si riunirono in seguito, cosí che piü tardi per appendere l’o- recchino si dovette praticare un secondo foro nel segmento posteriore del lobulo cosí diviso.

Schmidt inclina ad ammettere che in questo caso si tratfci di una trasmissione ereditaria d’una particolaritá individúale acquisita.

Ornstein pubblicando un caso del tutto análogo ne conferma l’opinione.

Anche Israel considera il coloboma congenito del lobulo come il risultato di un’anomalia di sviluppo, e a quest’opinione si associa in un lavoro recente von Swiecicki.

II coloboma lobuli deve considerarsi certamen te come anomalia rara: Gradenigo ne ha osservato soltanto un caso in una donna delinquente, a sinistra: il lobo era diviso in due porzioni, una po- steriore piü grande, un’anteriore piii piccola. I/aspetto era aftatto diferente da quello offerto dalla fessura acquisita col lobo: esisteva infatti, piuttosto che una semplice fessura, una incisura ad angolo acuto, aperto verso il basso e un po’ verso Favanti. Non si notara il nodetto segnalato da Israel. L’orecchio destro era nórmale.

Fossa scafoide prolnngata sul lobulo. — Come e noto, la lossa scafoide nei padiglioni bene conformati si arresta in basso in modo piü o mono marcato all’altezza dell’antitrago : talune volte essa si continua invece sul lobo. Questo accade spesso nei casi di lobo adé- rente, semplice o prolungato, ma si pu6 incontrare anche a lobo per- fettamente sviluppato.

Ecco le cifre percentuali da Gradenigo ottenute:

UOMINI DONNE

Xormali Aliénate Delinqnenti

5.1 9 15.9


Novmali Alienati Delinquenti

7.S 15 18


— 60 —

Vali da cifre di poco difl’crenti:

UOM INI UONNE

Normali Alienati Normali Aliénate

7.6 11.5 8.8 9.1

3. Touacc ad imbüto. — Di quest'anomalia del torace clie con- siste in una depressione della parte anteriore e mediana dello sterno con contemporánea rotazione delle cartilagini crstali, gia descritta da Percival,hanno recentemente riportato 5 casi Ramadier e Sérieux (. Nouvelle Iconogrctphie de la Salpétriere, 1891), nei quali essi lianno dimostrato trattarsi non di una semplice manifestazione di raclii- tismo, ma di un vero carattere degenerativo associato a mol ti altri segni di degenerazione ed a profonde alterazioni psichiclie.

Carrara ha ricercata la frequenza di tale anomalía nel mió labo- ratorio, e su 659 rei, di cui 201 col tipo crimínale, ne ha trovato 7 (1,06 0[0) nei quali l’anomalia era ben netta e 32 (4,6 0[0) nei quali essa era appena accenr.ata (Arch. dipsich ., XIII, fase. IV); naturalmente in tutti questi casi si esclusero le influenze del ra- chitismo e della professione: — in tutti si constató la contem- poránea presenza di parecchi altri caratteri degenerativi.

4. -- Mancinismo anatómico. — Da un primo studio di Vir- gilio Rossi, col mezzo dell’antropometro Anfosso {Arch. di psich ., X, pag. 391), risultó la prevalenza singolare del lato sinistro sul destro nei criminali.

Infatti su 63, tre solí diedero la lunghezza delle braccia uguale da ambe le partí; 43 avevano piü lungo il braccio destro; 54 piü lungo il sinistro. Diedero di preferenza piii lungo il braccio sinistro i ladri, i falsari ed i grassatori; piü lungo il destro i feritori e gli omicidi. — Nel rapporto della grande apertura alia statura 88 presentarono la G. A. superiore alia statura; 1 uguale; 1 1 inferiore. — Nell’altezza delle spalle era piü alta la destra in


— 61 —


32; piü la sinistra in 28; uguali in 40. — Nella lunghezza del dito medio della mano 69 lo presentarono piü lungo a destra; 23 a sinistra; 8 uguale. — Nella lunghezza del piede diedero piü lungo il destro 30; piü il sinistro 58; uguale 12.

Ma meglio ancora lo dimostró Pegregio Ottolenghi {Ardí, di psich., X, pag. 619) misurando cogli strumenti usati da Bertillon a Parigi per l'identificazione dei criminali, che danno la massima precisione, la lunghezza della mano, del dito indice e del piede di 100 criminali e 50 normali. Tenendo solo calcólo delle diffe- renze maggiori di un millimetro, ecco i risultati ottenuti, avver- tendo che si esclusero tutti gli arti i quali presentavano le piü lievi deformitá siano patologiche che professionali.:


Normali. Criminali. Feritori. Truft’atori. Ladri. Rorsaiuoli. Stnpratori.


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Donde si scorge che:

Nei normali prevale il destrismo sul mancinismo sia nella lun- ghezza della mano (14 0[0 prevalenza a d., 11 a s.) che in quella del dito medio (16 a d.; 15 a s.) e del piede (38 a d.; 15 a s.). Questo, come vediamo, e speci al mente notevole peí piede.

Nei criminali, invece, prevale il mancinismo anatómico e nella mano (5 0[0 prevalenza a d. ; 25 0[0 a s.) e nei dito (10 a d. ; 27 a s.) e puré nei piede (27 a d. ; 35 as.). 11 mancinismo piii frequente é quello del piede, ma in rapporto alia frequenza del destrismo appare pi ti spiccato il mancinismo della mano.

Piü evidente appare il mancinismo se consideriamo i risultati secoudo il genere di criminalita.


- 62 —

La prevalenza della mano sinistra é massima nei ladri (34,8 0[0) e nei borsaiuoli (35 0[0), media nei feritori (25 0^0), mi- nima negli stupratori (14 0[0) e truffatori (13 0[0).

Peí dito medio notossi la massima frequenza del maneinismo nei ladri (30 0[0), nei borsaiuoli (30 0[0) e negli stupratori (28 0[0), mínima pur frequente nei feritori (25 0|0) e truffa- tori (21 0[0).

II piede é col massimo grado di frequenza piü lungo a sinistra nei feritori (55 0[0). Vengouo poi gli stupratori (35 0[0), in- fine i truffatori (26 0[0) ed i ladri (26 0[0).

II maneinismo motorio non corrisponde sempre coll’anatomico.

L’atavismo di questo carattere spicca ricordando che Rolle (Revue scienti fique , 17 agosto 1889) teste riscontró nello sche- letro una frequente assimetria degli arti superiori negli uomini e negli antropoidi: ma mentre nei primi Tassimetria notossi nei 99 0[0 a destra, negli antropoidi risultó peí 64 0[0 a sinistra mentre indifferente era l’assimetria dell’arto interiore nell’uomo e nell’antropoide.

5. Piede prensile. — Risvegliata l’attenzione su questa ano- malía da un caso occorsomi in pratica, i dott. Ottolenghi e Carrara esaminarono ( Giornale della 11. Accad. di Medicina , 1892, e Archivio di psich., XIII, fase. IV), 100 normali, 200 criminali, 31 epilettici, 62 donne normali, 50 prostitute, 64 donne criminali e 56 idioti tutti maggiori di 18 anni. Disegnarono sulla carta l’impronta del piede e lo spazio, essendo l’individuo in posizione eretta colle dita in istato di riposo; ripeterono il disegno invitán- dolo ad un massimo sforzo di abduzione.

Non tennero conto degli spazi minori di 3 mm. che sono comu- nissimi; come dalPunito specchietto risulta, divisero gli spazi se- condoche misuravano alia base da 3 a 8 mm., o erano superiori ad 8 mm.


II largo I o spazio interdíctale plantare in riposo - e nella massima abduzione (1).


— 63 —


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¡ 17,1 I 6,4 | 10,6 ¡ 33,45 ! 33,7 I 24,61 ¡ 23,6 j 40 II

(1) Le cifre si riferiscono a¡ piedi. — (2) Qui non sono compresi i risultati ottenuti in 36 idioti : da 3 a 8 mm. 30,5 OjO, da 8 rom. in su .5 0(0, da 11 a 15 mm. 14 0[0, e compasivamente da 3 in su nel 61 0[0.


— 04 —


Normali. — Dei normali esaminati, quasi tutti provenienti dal contado (38 degenti all’Ospedale oftálmico e 62 soldati), l’ll 0[0 aveva lo spazio tra primo e secondo dito maggiore di 3 mm., e di essi il 6 0[0 con base da 3 ad 8 mm., il 5 0[0 con base da 8 a 11, nessuno aveva base maggiore di 10 mm.

Criminali. — Nei criminali si ebbe una frequenza per lo spazio da 3 n^m. in su tripla dei normali (11 0[0); ma quello che é piü, tale spazio misurava da 8 mm. in su nel 27 0[0, e nel 17 0[0 era compresa tra 11 e 19 mm., dimensioni che non riscontrarono nei normali che nel 5 0[0 ed in un recidivo di furto, lo spazio (vedi fig. 6) misurava a destra 16 mm. alia base e 31 mm. alia periferia; a sinistra 18 mm. alia base e 34 mm. alia periferia in riposo. Spazio superiore ancora di quello del Tamoul di Regnault e di cui dá il disegno (vedi fig. 7).

Considerarono puré lo spazio periférico, ossia la distanza tra la estremitá delle due prime dita. Anche qui, come dimostra la tabella, prevalgono i criminali, con un 33 0[0 che ha uno spazio di 21 mm. in su, mentre nei normali é nell’8 0[0.

Epilettici. — In 31 epilettici riscontrarono il 41 0[0 con spazio interdigitale maggiore di 3 mm. : fra questi il 16 0[0 con spazio compreso tra 3 e 8 mm., il 25 0[0 con spazio da 8 in su (di questi il 6,5 0[0 aveva spazio maggiore di 10 mm.), il che li avvicina ai criminali con cui hanno gia tanti caratteri comuni.

In quanto alia periferia anche qui notasi la prevalenza della mag- gior estensione negli epilettici, che presentarono periferia da 21 a 30 mm. nel 20 0[0, cifra molto vicina a quella riscontrata nei cri- minali, e maggiore di quella verificata nei normali.

Donna. — Per la donna esaminarono 62 donne contadine, alcune opefaie, 64 donne criminali e 50 prostitute.

Nella nórmale trovarono spazio maggiore di 3 mm. nel 28 0[0 (4,9 0[0 con spazio da 8 mm. in su, 18,3 0[0 da 3 ad 8), propor- zione molto minore di quella osservata nei criminali e negli epilet- tici, ma superiore a quella trovata neU’uomo nórmale.


- 65 —


Anche per la periferia ebbero nella donna nórmale piü frequen- temonte (13,5 0[0) che nei normali, ampio spazio da 20 in su.

La donna crimínale a sua volta diede il 24 0[0 di spazi mag- giore di 3 mm. e il 4,8 0[0 di spazi da 8 in su: la periferia oltre- passb i 20 mm. nel 12,5 0[0, cifra che corrisponde molto esatta- mente a quella nofcata nella donna nórmale.



Fig. 7.

Ben diversi risultati ottennero nelle prostitute; cominciarono a incontrare lo spazio maggiore di 3 mm., nella frequenza di 42 0[0, di cui il 1.7 0[0 poi aveva tale spazio da 8 mm. in su, il 2 0[0 spazio superiore di 10 mm. Evidentemente qui la prostituta si avvicina piü al crimínale e all’epilettico che non alia donna nórmale e cri- mínale.


Lojlbroso. — 5.


— no —


Maggiore puré vi si manteneva in generale la periferia, che nel 20 OpO era superiore di 20 mm. É importante l’aver verificato anche per la periferia dello spazio,che naturalmente é molto piü dellabase influenzata dalla calzatura, specialmente nella donna, la’stessa pre- valenza nei criminali, negli epilettici, come nelle prostitute.

Idioti. — Degli idioti completi (36) ben il 61 OpO aveva spazio maggiore di 3 mm. tra il primo e il secondo dito del piede nello stato di riposo, nel 30,5 0[0 la base misurava da 8 mm. in su, nel 14 0[0 lo spazio era ampissimo, da 11 a 15 mm. Invece 20 con idiozia parziale presentavano tale spazio molto meno frequente, maggiore di 3 mm. nel 25 OpO, da 8 in su nell’8 0[0, da 11 a 12 nel 3 0[0.

Considerando ora le varié dimensioni assunte da questo spazio in seguito ad uno sforzo di abduzione, videro che, mentre nei normali la base diventava maggiore di 8 mm. nel 16 0[0, e la periferia maggiore di 26 nel 10 0[0, negli epilettici raggiungeva tali di- mensioni nel 27 OpO alia base, nel 33 0[0 alia periferia, nei crimi- nali nel 26 OpO alia base, nel 28 OpO alia periferia. Si ebbe cioe in questi mobilitá maggiore corrispondente al maggior spazio.

Idéntico risultato ottennero per la donna.

Infatti, mentre nella donna nórmale e nella crimínale si ebbe ri- spettivamente durante il massimo sforzo il 15 e il 10 OpO pella base maggiore di 8, il 20 e il 19 OpO pella periferia maggiore di 26 mm., nella prostituta si ebbe una base maggiore di 8 mm. nel 28 OpO, una periferia maggiore di 26 mm. nel 27 OpO.

Non fu possibile negli idioti misurare lo spazio durante lo sforzo, ma poterono constatare in parecchi dei movimenti spontanei estesissimi che giá Morselli e Tamburini (Rivista sperimentale di freniatria e medicina légale di Reggio, 1876) avevano nei loro idioti notato, pero solo nei fanciulli.

I dati sulla mobilitá corrispondono adunque a quelli ottenuti per lo stesso spazio in riposo.

Essi ebbero poi occasione di osservare durante le loro ricerche


— 67 —


due casi di vera prensilitá del piede in individui criminali clie portavano ampio spazio interdigitale.

Un certo M., feritore, panettiere, con spazio di 4 mm. alia base, 8 mm. alia periferia, nella massima divaricazione raggiungeva rispettivamente 6 mm. e 30 mm. a destra, 5 mm. e 24 mm. a si- nistra; bencbé non si fosse mai esercitato prima, riusci alia prima prova non solo a prendere colla massima facilité, una penna, ma a pigliare fra le prime due dita una bottiglia d’acqua del peso di gr. 3180 agitándola senza versarne una goccia.

Né cid dipende dalla professione, che i panettieri, per quanto adoperino i piedi, non han mai tale agilita e forza di prensione. Egli peré li avvertiva che suo padre faceva il clown, e tutti di sua fa- miglia, ed egli puré, sono molto buoni ginnasti.

L’altro caso non é meno interessante : é un certo Y., criminaloide epilettico, commerciante , che ha due fratelli al manicomio, con largo spazio interdigitale misurante a destra 12 mm., a sinistra 15 alia base, a destra 20, a sinistra 25 alia periferia, che alio sforzo di abduzione giunge rispettivamente a 20 e 30 a destra, a 30 e 35 a sinistra. Costui da bambino, senza bisogno, usa del piede come di una vera mano, nel vestirsi, nell’afFerrare gli oggetti anche i piu minuti e in certi piccoli lavori. Ora quello che fa piü interessante questo caso si é che in famiglia sua tutti hanno la stessa agilita: una sorella di sua madre flette colla massima facilita le dita della mano nella faccia dorsale e ha altrettanta agilita nelle dita dei piedi.

Importante era valutare l’influenza della professione. Dalle osser- vazioni fatte dovettero ben presto convincersi che la professione po- teva bensi esagerare tale carattere anatómico; poteva daré maggior mobilitá, alie dita, ma per sé non era sufficiente a produrre il di- stacco dal primo al secondo dito. Cosí essi trovarono operai che lavorano molto coi piedi che puré mancano assolutamente del ca- rattere da essi studiato.

Essi poterono escludere col Regnault che il largo spazio interdi-


gitale plantare si trovi piü frequente in quelli usi ad andar scaki, poiché in molti che andavano quasi sempre a piedi nudi non lo tro- varono aftatto, e gradi notevoli di spazio riscontrarono in taluni che avevano sempre usato calzatura.


Base tía S mui. in su


FlG. 8.


Non si puó quindi a meno di riferire questo carattere a quella serie di caratteri atavici che compaiono di quando in quando, spe- eialmente nei degenerati, a ricordare una funzione esercitata da lontani progenitori.

Se si da uno sguardo al qui unito diagramma riassuntivo (fig. 8),


- 69


appare ben evidente che questo nuovo carattere atavistico segna, colla frequenza con cui si presentó negli individui studiati, gli stessi gradi di degenerazione messi in rilievo dagli ultimi studi di antro- pología crimínale, per cui nella scala degenerativa si seguono per ordine crescente l’uomo nórmale, la donna nórmale e la donna cri- mínale, poi la prostituta, quindi insieme i criminali e gli epilettici, di cui anche per questo nuovo carattere e dimostrata l’equivalenza.

L’ampio I o spazio interdigitale plantare é adunque un carattere atávico, che puó riscontrarsi anche nelle razze superiori, piü spesso pero nella donna che nelTuomo, colla massima frequenza ed esten- sione nei degenerati e specialmente negli idioti, nei criminali, negli epilettici e nelle prostitute.

6. Piede piatto e siNDACTiLiA. — In 000 criminali Cariara trovó il piede piatto (comune nei Negri) in 108 (17,1 0[0), la sindactilia nei piedi 3 volte (0,42 0[0) ed 1 volta il pollice doppio alia mano in 700 rei.

7. Impkonte papillari niGiTALi. -- Alix aveva riscontrato nelle grandi scimmie un insieme speciale di linee papillari nelle falau- gette che chiama sistema primitivo di linee papillari, in cui dalla base della falangetta partono due serie di linee, le une parallele alia piega articolare, le altre elittiche che vanno al punto piü alto nella estremitá del dito. Questo sistema di linee circoscrive uno spazio triangolare che nella scimmia é occupato da linee diritte antero-posteriori parallele all’asse del dito e disposte a ventaglio.

Forgeot {Les empreintes digitales, Lione, 1891) esaminando 180 giovani ladri della colonia penitenziaria di Boulogne, riscontró su 1800 dita 416 casi di queste forme primarie (23,11 0[0). In 182 epilettici Féré trovó questo carattere nella frequenza del 16,18 0[0.


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8. Distribüzione anómala tjei peli al pube. — II dott. V. Gallia (Anomalie di 100 donne normali ; Arch. di psich,, XIII, pag. 251) ha trovato il prolungarsi dei peli sulla linea alba fino all’ombelico 0 volte, cioé: 1 serva, non maneiua; 1 euoca, non mancina; 1 filatrice, non mancina, 1 cuoca, mancina; 1 scatolaia, mancina; 1 casalinga. mancina. Tale distribüzione anómala dei peli al pudendo, coincideva 2 volte con atrofia del capezzolo, 3 volte con mancinismo, 1 volta con atrofia del capezzolo e con mancinismo.

9. Minorenni crimínale -- L’avv. Cario Arnb studió nella mia clínica 151 minorenni detenuti alia Generala (Torino) ( Arch.dipsich ., vol. XI, pag. 97), e vi trovo le anomalie nel 48 0[0 in complesso; 75 OjO nei piü giovani ; 56 0{0 nei peggiori; 41 OpO negli altri.

Rughe, in 39 di cui 7 anomale — tipo cretinoso, 1 — plagioce- falia, 2 — platicefalia, 1 — microcefalia. 1 — idrocefalia frontale, 1 — fronte sfuggente, 1 — segni frontali, 1 — atrofia frontale, 1 — corna frontali, 1 — fronte abbassata, 1 — assimetria facciale, 4 — progeneismo, 1 — prognatismo, 1 — mandibole volnminose, 1 — forme convulsive nel volto, 1 — capelli bianchi, 2 — capelli adue colori, 1 — peluda, 5 — convulsioni ai muscoli dell’occbio, 1 — strabismo, 1 doligocefalia, 2 — macrocefalia, 3 — stenocro- tafia, 2 — idrocefalia, 1 — microcefalia frontale, 1 — movimento scimmiesco negli occhi, 2 — orecchie esageratamente ad ansa, 4 — anomalie nell’impianto delle orecchie, 3 — lobulo del Darwin, 2 — orecchie sessili, 1 -- anomalie dei denti, 7 — naso camuso, 1 — naso storto, 2 — depressione della glabella nasale, 1 — labbro ver- ticale, 1 — ateroma arterioso, 1 — sindactilia generale e altre ano- malie nelle mani, 1 — tatuaggio, 1 — ferite, 3.

Tra queste anomalie le piu importanti a notarsi sono in I o luogo la sindactilia — in 2 o luogo le corna frontali, che finora non furono mai rinvenute in nessun criminale — ed in 3 o luogo le 7 rughe anomale su 151 individui cosí giovani.


10 . Id. — Comparando ( The Journal of mental Science , 1892, p. 309) le misure antropologiche fatte su 200 richiusi di 16 a 30 anni del Riformatorio di Elmira, con quelle compite su 15.000 stu- denti nei ginnasi di Yale, Amherst e Cornell — le prime sono evi- dentemente in parecchi casi inferiori a queste ultime. Infatti i giovani del Riformatorio pesano in media 2-7 lbs. meno e sono di 17 mm. piü piccoli di quelli dei collegi: e la circonferenza del cranio é in essi in media minore di 12 mm. e la sua larghezza di 6 mm. Cosí in tutte le misure le quali attestano capacita e vi- gore i giovani dei collegi prevalgono di gran lunga.

I giovani del Riformatorio hanno in complesso l’addome piü largo, il polso piü grosso e il piede piü largo. Deve, perb, in questo paragone, tenersi presente che i prigionieri del Riformatorio sono scelti appunto per difetti fisici e per degenerazione, effetto ancho di alimentazione insufficiente, mentre gli studenti dei collegi sono di solito in huona salute e ben nutriti. Ecco alcune delle piü im- portanti misure comparative :


Riformatori

Collegi

Statura . . ■ .

1705

mm.

1722

mm.

Circonferenza cranica .

559

»

570

»

» torácico natur.

855

»

877

»

» » in ispir.

898

»

924

»

» della cintura .

738


726

»

» » coscia

490

»

512

»

» » sura

336

»

352

»

» dell’omero

280

»

310

»

» del polso

170

»

165


Larghezza del capo

148

»

154

»

» del eolio

110

»

107

»

Lunghezza del piede

265

»

258

»

Capacita vi tale .

286

1 .

388

1 .

Forza delle gambe

143.2 kils.

136.7

» » braccia

>

dips.

6

dips.

» degli avambracci

22,2

kil.

39,5



— n —


1 1. Id. — De Sarlo (Ardí, di ps i di., XIII, fase. IV) Dell esame antropométrico di 89 minorenni rincliinsi in una Casa di custodia, e di 89 orfani trovó che la costituzioue física era tra i corrigendi forte in 25, mediocre in 34, debole in 30; e tra gli oifani foite in 28, mediocre in 43 e debole solo in 18; cosí 1 altezza della statuia comparata alia grande apertura del le braccia le e tía i coi i igendi maggiore in 17, uguale in 57, minore in 15, e in vece tra gli orfani le e maggiore solo iii 3, uguale in 66 e minore in 20. Del resto, quanto alia statura, al peso, all’indice cefálico, alia sen- sibilitá, al mancinismo ed alie anomalie craniche De Sarlo non ha trovato nei minorenni gia o prossimi delinquenti l’esistenza di caratteri degenerativi speciali per numero, per qualita o per grado.


12. Ckiminali Italiake. - L’avv. Garlo Amo col dott. M. Co- lombatti in 24 detenute in un ergastolo femminile (Ardiivio di psidi., XI, pag. 326) trovó:

Rughe anomale, 6 (1) su 24 — acrocefalia, 2 — prognatismo ed eurignatismo, 7 — plagiocefalia, 1 — nanocefalia, 1 — macroce- falia, 2 — assimetria facciale, 4 - mandibola voluminosa, 3 — zi- gomi pronunciati, 5 — naso deviato, 7 — mentó rientrante, 2 — anomalie nelle orecchie, 6 — seni frontali, 2 — anomalie nei denti, 3 — anomalie negli occhi, 6 — bozze frontali sporgenti, 1 labbio superiore assottigliato, 3 — barba, 1 — impianto dei ca- pelü piu avanti a destra che a sinistra, 1 — peli all’estremo del labbio supeiiore, 1 cute con peluria, 3 — canizie precoce, 1 — fisionomia virile, 3 ~ facile arrossimento, 5 — accessi isterici, 2

— cretinosa, 1 pellagrosa, 1 — enorme loquacitá, 1 — ecolalia, 1

— tatuaggio, 1 — tipo completo, 4.


(1) Ira le rughe anomale, rare, nota le 3 trasversali sul naso riscontrate in una condannata ai la vori forzati a vita.


— 73 —


Colpisce il fatto che una donna, della cui criminalitá non vi é dubbio alcuno, essendo stata assassina con eomplici per vendetta e crudeltá, non presentava alcun carattere, salvo il poco arrossi- mento. Questa donna perú, al momento deH’arresto, si e messa nuda per sedurre i carabinieri e prima aveva tenuto condotta scorrettis* sima, arriccliendosi col fare commercio di se.

É pur degno di nota il fatto che ad una donna condannata ai la- vori forzati a vita per omicidio volontario, si dava dai genitor!, in mancanza di latte, del vino giá all’etá di 3 mesi.

Notisi, da ultimo, che 22 negarono il reato.

13 . Criminal! Tedesche. — 11 dottor Nacke ( Beitrüge sur An - thropologie und Biologie geisteshranker Verbrecherinnen ; Ceñ- ir alblatt für Nervenheilhunde med. psych., febbraio 1891) diedc il risultato dello studio comparativo di 100 cameriere, 41 aliénate croniche (esclusa la paralisi e l’epilessia), 45 aliénate chiamate dinanzi ai Tribunali, e 53 condannate a pene varié, delle quali il 15 0[0 aliénate nel tempo del reato, e il 20 0(0 con psiche anómala.

In tutte la statura era media, la piü alta nelle sane. Nel 72 0[0 delle normali l'apertura delle braccia era maggiore della statura ; solo nel 60,5 0[0 nelle ammalate. La mesocefalia era piü frequente nelle sane; nelle altre predominava l’idrocefalia, quantunque anche nelle normali ci fosse il 9 0[0 di idrocefaliche e il 3 0{0 di submi- crocefaliche. II maggior sviluppo della parte anteriore del capo, in confronto della posteriore, é piü frequente nelle normali (98 0[0) che nelle ammalate (79 OpO). Non mancano assimetrie del viso e del fronte anche nelle normali; il 18 OjO dei sani ha tipo moDgolico; il 35 0{0 ha il viso « largo »; ma questo presso le corrigende si trova nel 61 OpO, come é frequente il forte sviluppo della mandibola interiore ed il prognatismo : anche le anomulie della fronte, delle oreechie, degli occhi e dei denti sono piü frequenti


- 74


nelle aliénate che non nelle sane. II 19 OjO delle sane ha fino a, 4 anomalie; e il 38 0[0 almeno 2 anomalie: ma nelle aliénate queste cifre aumentano considerevolmente. Non esistono notevoli diíferenze tra le aliénate oneste e le delinquenti, né tra le sin- góle classi di delinquenti.

14. Ladre e prostitüte. — Secondo la Tarnowskv (Les pro- stituyes ct les voleurs ) la capacita cranica delle prostitüte é inferiore a quella delle ladre e delle contadine, e sopratutto delle donne della buona societá, mentre gli zigomi e le mandibole erano in quelle piii sviluppate.


150 prostit.

100 ladre

100 contad.

50 donue col te

Diam. antero-post.

17,7-17,8

17,9

18,3-18

18,3

Diam. trasversale

13,9-14,4

14,9

14,52

14,5

Circonferenza

52,9-53,3

53,5

52,7-53,6

58,8

Diam. bizigomatico

11,4-11,3

11,2

10,9-11,4

11,3

Diam. bimandibolare

10,1-10,18

9,1

9, 1-9,9

9,8


Le anomalie somatiche si trovavano nell’87 0[0 delle prostitüte, nel 79 0[0 delle ladre e nel 17 0[0 delle contadine.

Le prostitüte avevano il 52 0[0 dei parenti alcoolisti, le ladre il 49 0[0, le contadine il 16 0[0.

Le prostitüte avevano il 44 0[0 dei parenti tisici, le ladre il 19 0[0.

II numero dei figli nelle ladre supera notevolmente quello delle prostitüte e sta a questo come 256 a 34.

I segni di degenerazione física si manifestano nelle prostitüte principalmente colla frequenza delle anomalie del cranio (41,33 OjO), del viso (42,66 0[0), delle orecchie (42 0[0) e dei denti (54 0[0).

Le stimmati di degenerazione sono piü pronunziate nelle prosti- tute e nelle ladre, di cui le madri erano dedite all’alcoolismo.


15 . Delinquenti e prostitute. — Riassumendo quanti studia- rono in questi tempi i caratteri dell a donna crimínale noto : Marro (1) su 41 soggetti, Troisky (2) in 58, Lombroso e Pasini (3) su 122, Ziino (4) su 188, Lombroso su 83 fotografié, Yaraglia e Silva (5) su 60 cranii, Romberg (6) su 20 e recentemente Salsotto (7) su 409, la Tarnowsky (8) su 100 ladre, Roncoroni (9) su 50 donne nor- mali. I caratteri delle prostitute che non possiamo studiare sepa- ratamente dalla donna crimínale furono studiati da Scarenzio e Soffiantini (10) su 14 cranii, da Andronico (11) su 230 soggetti, da Grimaldi (12) su 26, da De Albertis (13) su 28, dalla Tar- nowski su 150, mentre Berg (14) testé ne studié 804 peí tatuaggio.


(1) Marro. — I caratteri de.i delinquenti Bocea, 1889.

(2) Troisky. — Cefalometria nei delinquenti in rapporto con alcuni sin- tomi di degencrazione física. Arch. Charkow. Russia, 1884.

(3) Lombroso e Pasini. — Archivio psichiatria, 1883.

(4) Ziino. — Fisiopatologia del delitto, 1881.

(5) Varaglia e Silva. — Note anatomiche e antropologichc su 60 cranii e 46 encefali di donne criminali italiane. Archivio psichiatria , vol. VI.

(6) Romberg. — 101 cefalogrammmi. Berlino, 1889.

(7) Salsotto. — La donna delinquente. Rivista di discipline carcera- rie. 1889.

(8) Tarnowsky. — Étudc anthropométrique sur les prostituóes ct les vo- leases. Parigi, 1887.

(9) Roncoroni. — Ricerchc su alcunc sensibilitá nei pazzi. G ¿órnale della R. Accad. di med ., 1891. — I caratteri degenerotivi su 50 donne e 50 uo- mini normali; l'olfatto , il gusto e Vudito in 35 normali. Arch. di psichia- tria, 1892.

(10) Scarenzio e Soffiantini. — Archivio di psichiatria, 1881. vol. VII, pag. 29.

(11) Andronico. — Prostitute e delinquenti. Arch. di psichiatria. 1882, pag. 143, vol. III.

(12) Grimaldi. — II pudore. II manicomio, vol. V, N. 1, 1889

(13) De Albertis. — II tatuaggio su 300 prostitute genovesi. Archivi > psich., scienze pen. ed antrop. crim., vol. IX, 1888.

(14) Bkrg. — Le tatouage chez les prostituées Danoises. Arch. psich., vol. XI e fase. 3 e 4, 1891.


- 76 —


In questi giorni ricercaramo ( Giornale dclla R. Accademia di medicina di Torino, N. 9 e 10, 1891; Ardí, di psich., XIII, fase. VI) i caratteri degenerativi in 100 donne normali, in 120 ladre Piemontesi, in 115 prostitute in Torino. Studiammo sinté- ticamente il tipo in circa altre 300 donne criminali, 234 dell'er- gastolo femminile, 56 del carcere giudiziario di Torino.

In tutto si hanno 964 osservazioni in donne criminali, 150 in cranii di donne criminali, 349 in prostitute, 125 in donne nor- mali (ospedali) e 30 in cranii di donne normali.

Peso e statura. — Esaminando piü minutamente i dati del Sal- sotto e della Tarnowsky sul peso e statura (V. Tabelle I e II), si ricava che il 45 0[0 delle infanticide e il 29.6 delle assassine hanno un peso inferiore al nórmale; il 50 OpO delle infanticide e il 44 OpO delle assassine una statura inferiore alie normali; invece soltanto il 15 OpO delle avvelenatrici era inferiore alie normali nel peso, e il 25 OpO nella statura; ció in relazione col fatto che le av- velenatrici non appartengono generalmente alie classi piü povere.

Secondo i dati della Tarnowsky il 19 OpO delle prostitute e il 21 0[0 delle ladre ha un peso inferiore alia media; per le contadme il 20 0[0 e per le donne col te il 18 0[0; la statura era inferiore alia media nel 28 OpO delle prostitute, nel 14 OpO delle ladre, nel 7 OpO delle contadine e nel 10 OpO delle donne colte.

Corrispondevano alia media, secondo Salsotto, nel peso il 37 OpO delle infanticide, il 70 OpO delle avvelenatrici, il 52 OpO delle as- sassine, e nella statura il 38 OpO delle infanticide, il 50 OpO delle avvelenatrici e il 48 OpO delle assassine. Secondo la Tarnowsky, nel peso il 56,7 OpO delle prostitute, il 51 0[0 delle ladre, il 46 OpO delle contadine e il 58 0[0 delle donne colte; nella statura il 61,3 OpO delle prostitute, il 62 OpO delle ladre, il 64 OpO delle contadine o- neste e il 74 0[0 delle donne colte.

Superavano invece la media del peso, secondo Salsotto, il 18 OpO delle infanticide, il 15 OpO delle avvelenatrici, il 21,6 delle assas-


sine; e clella statura l’ll 0[0 delle infanticide, il 20 0[0 delle av- velenatrici, il 10,4 0[0 delle assassine; e, secondo la Tarnowskv, quanto al peso, il 22,9 0[0 delle prostitute, il 28 0[0 delle ladre, il 34 0[Ó delle contadine oneste e il 24 0[0 delle donne colte; quanto poi alia statura, il 14 0[0 delle prostitute, il 24 0[0 delle ladre, il 19 0[0 delle contadine oneste e il 12 0[0 delle donne colte.

Riassumendo, il peso sarebbe piü frequentemente uguale o supe- riore alia media nelle ladre e nelle assassine, e sopratutto nelíe pro- stitute che non nelle donne del popolo ; piü raramente invece nelle infanticide. La statura, al contrario, sarebbe in media interiore a quella delle donne oneste. Tuttavia la media generale non con- feriría sempre questi risultati. Infatti:


Salsotto


Tarnowsky


Infantic. Avvelen.

Assass.

Media

nórmale Prostit. ia Italia

Ladre

Contad.

oneste

Donne

colte

oneste

Peso medio 55,1 57,7

58.5

55 55,2

56

56,4

56,4

Statura media 1.52 1,53

1,53

1,55 1,53

1 ,00

1,56

1,54


dove, se il fatto e confermato per le avvelenatrici e per le assassine, e meno per le infanticide, non lo é piü per le prostitute e per le ladre.

Marro trovb una statura media per le oneste di 1,55, por le de- linquenti di 1,52; e un peso medio per le oneste di 57, per le de- ünquenti di 53.


TABELLA í


St atura c peso.


Donne criminali d¡ Salsotto


Infanticide . Avvelenatrici . Aasassine . . Totale .


Donne di Tarnowsry


Prostitute . . . Ladre .... Contadine oneste Donne colte . .


Donne di Marko

Ladre N.

Eee contro i costumi Ree varié .... Normali ....



TABELLA II. — Statura e peso.



Peso snperiore alia norma OjO

Corrispondente alia norma OjO

Inferiere alia norma

0j0

Inferiore alia norma di almeno 10 kgr. 0i0

Salsotio




Avvelenatrici

N.

20

eo

15

25

Assassine

3>

130

50,4

14,4

37,6

Infanticide

»

100

44

25

31

Tarnowsky




Prostitute di professione . . .

N.

150

59,40

5,94

29,7

3,96

Normali contadine

>

100

45

5

46

4

t> donne colte

»

50

64

2

32

2

Ladre

))

100

46

10

36

8

Marro




Ladre

N.

19

45

5

25

20

Ree contro i costumi ....

»

8

60

12

24

— —

Ree varié

»

14

43

— -

50

7

Normali

D

25

60

4

32

4


— 80


Ma i dati sal peso e sulla statura dánno risultati piü significativi quando essi si confrontino tra di loro (Y. Tabella II) e si considerino come aventi un peso uguale alia media, quelle donne in cui la cifra indicante in peso i chilogrammi é uguale alia cifra indicante il nu- mero dei centimetri di cui la loro statura supera il metro. Si vede al- lora come ben il 60 0 [0 delle avvelenatrici, il 59,4 0[0 delle prosti- tute, il 50 0[0 delle assassine e il 46 0[0 delle ladre hanno un peso superiore alia norma, mentre solo il 45 0[0 delle contadine liusse oneste e il 44 0[0 delle infanticide superano la norma. Inferiori alia norma sono invece il 46 0[0 delle contadine Russe oneste e solo il 37 0[0 delle assassine, il 36 0[0 delle ladre, il 31 0[0 delle infan- ticide, il 29 0[0 delle prostitute e il 25 0[0 delle avvelenatrici. Le cifre tróvate dal Marro in criminali e in normali non si possono con- frontare tra loro, perché le sue normali erano infermiere del mani- comio tolte tra le contadine piü forti e robuste.

Degne di nota sono le misnre degli arti prese dalla Tarnowsky; dalle cifre sue risulta che Tarto superiore che nella donna onesta analfabeta misura 0,608, nelle ladre giunge a 0,597, nelle prosti- tute a 0,583, con una, dunque, leggera diminuzione; anche Tarto superiore destro che nelle contadine oneste giunge a 0,619, nelle ladre scende a 0,605, nelle prostitute a 0,588, con una leggera dif- ferenza in meno: sarebbero le prostitute quelle che hanno le braccia piü corte, e le une e le altre perché lavorano meno delle oneste.

La capacita cranica , per quanto le misure non possano essere esatte nelle donne, grazie all’abbondanza dei capelli, trové Marro in 41 criminali interiore (1477) a quella delle oneste (1508).

Nelle donne del Marro si hanno le serie seguenti di capacita


craniche probabili :

Donne crina. N. 41

Normali N. 25


0[0

0(0

1400 a 1450

28,8

1450 » 1500

45,0

44

1500 » 1550

16,8

44

1550 » 1597

7,2

12


- 81 —


Ma meglio questa capacita si puó ricavare dai dati della Tar-


nowsky, sulle Russe:

Prostitute

Contadine

oneste

Donne coito oneste

Ladre


N. 150

N. 100

N. 50

N. 100

Circonferenza orizzontale

531,6

537,0

538,0

535,5

Curva longitudinale . .

316,2

316,2

313,5

317,3

Curva trasversale . . .

283,8

285,9

286,9

286,3

Diámetro longitudinale .

178,2

181,4

183,2

179,4

Diámetro trasversale

142,5

144,8

145,2

143,9

Capac. cranica probabile

1452,3

1465,3

1466,8

1462,4


Le ladre avrebbero quindi una capacita cranica probabile inte- riore di appena 3 cm. alie normali ; le prostitute invece di almeno 13 cm.

Le misure prese nel cranio da Varaglia e Silva confermano la pre- valen/a delle piccole capacita craniche nelle prostitute.

Su 14 cranii di prostitute Scarenzio e Soffiantini ne trovarono 3 quasi microcefaliche.

La circonferenza cranica di 80 donne delinquenti Piemontesi cor- rispose ad una media di 530; la stessa riscontrb Marro che trovava nella donna nórmale 555: col método seríale nelle quote minime le criminali superano le oneste e rimangono indietro ad esse nelle massime.


Dalle cifre di Salsotto ricaviamo il 51 0[0 di cireonferenze cra- niche cómprese ira 521 e 540; il 22 0[0 cómprese fra 541 e 557; il 27 0[0 fra 504 e 520.

Rispetto al crimine, si trova la massima circonferenza cranica media nelle omicide (532); seguono le avvelenatrici (517), poi le infanticide (501), infine la ladre (494) ; quasi idéntico rapporto trovo Ziino. Le maggiori cireonferenze mancano nelle ladre e nelle infanticide, abbondano nelle omicide.

La Tarnowsky trovava una circonferenza media di 535 nelle ladre, 537 nelle contadine analfabeto, 538 nelle 50 donne istrutte, si a- Lomuroso. — 6.


— 82 —


vrebbe cioe una circonferenza cranica minore nella donna crimínale, fatto confermato da parecchi osservatori.

Andronico, su 230 prostitute, trovo una circonferenza tra 480 e 500 nell’87 0[0: noi, in 178 prostitute, trovammo giá una circon- ferenza cranica media di 522, minore che nelle crirninali ; De Al- berfcis avrebbe riscontrata una media di 537 ; la Tarnowsky trovó la circonferenza minore nelle ladre (media 531).

Nelle prostitute la circonferenza cranica sarebbe quindi minore ancora che nelle crirninali.

Questo minore sviluppo si ripete nei diametri cranici forniti dalla Tarnowsky, che sono importanti perche studiati comparativamente; essa infatti trovó:

Diámetro antero-posteriore medio nelle donne istrutte di . 183


» nelle contadine analfabete 181

» » ladre 153

» » prostitute 178

» trasversale massimo nelle donne istrutte di . . 145

» nelle contadine analfabete 144

» » ladre 143,9

» » prostitute . 142


Per le prostitute meglio che le medie dimostra la minor esten- sione del diámetro antero-posteriore il fatto che tale diámetro da 1G5 a 180 mm. si incontró nel 42 0[0 delle prostitute, e solo nel 25 e nel 20 0[0 nelle donne oneste; mentre da 185 in su venne osser- vato solo nel 20 0[0 nelle prostitute e invece nel 50 OpO nelle donne istrutte oneste.

La semicirconferenza anteriore venne da Salsotto trovata nell’or- dine seguente: da 292 a 300, 52 volte (22 0[0), da 301 a 310, 98 volte (41 0[0), da 310 a 328, 87 volte (37 OpO) con prevalenza delle misure piü alte nelle assassine paragonate alie infanticide. De Albertis nelle prostitute riscontró una semicurva anteriore bassa, 282.


Marro ebbe una curca antero-posteriore minore nelle criminali 311 mm.. che nelle normali (317), le quali diedero lina curva tra- sversa media di 330, mentre nelle criminali giunge solo a 316. Gri- maldi nelle sue prostitute trovó una gran prevalenza del la curva longitudinale sulla trasversale.

Studiando piü minutamente i dati craniometrici della Tar- nowsky, del Salsotto e del Marro sulle criminali e sulle normali notiamo:

Diámetro antero-posteriore : Secondo la Tarnowsky e il Marro, le prostitute e sopratutto le ladre predominano nei diametri piü piccoli, mentre in esse si trovano raramente i diametri piü grandi. Infatti : da 165 a 180 troviamo il 42,66 0[0 delle pro- stitute e 1*82 0[0 delle ladre, e solo il 25 delle contadine oneste, e il 20 0[0 delle donne colte; mentre da 183 a 195 si ha solo il 17.33 0[0 delle prostitute e 1’8 0\0 delle ladre, mentre si ha il 35 0[0 delle contadine oneste e il 50 0[0 delle donne colte. E le cifre del Marro danno da 154 a 175 il 70 0[0 delle ree e il 41 0[0 delle normali; mentre da 175 a 185 il 28,8 delle ree e il 52 0[0 delle normali.

Diámetro trasversale: L’inferiorita delle prostitute e sopratutto delle ladre, secondo Tarnowsky, in confronto delle normali si ri- vela sopratutto nella minor frequenza dei diametri piii lunghi tra 145 e 155; di fatto cssi danno rispettivamente 57,99 0[0 e 18 OjO, mentre danno 71 0[0 e 68 0[0 nelle contadine e nelle donne colte; secondo Marro si rivela la superioritá nelle normali colla maggior frequenza dei diametri maggiori: da 145 a 155 (50,4 nelle ree; 78 0[0 nelle normali).

Circonferenza orizzontale: Le meno ampie (da 485 a 520) si hanno sopratutto nelle prostitute (11,31 0[0) e nelle ladre (15 0[0), mentre solo nel 6 0[0 delle contadine e nel 2 0[0 delle donne colte (Tarnowsky); le piii ampie (540-580) sopratutto scarseggiano nelle prostitute (28,61 0|0) e nelle ladre (12 0[0), mentre abbon-


daño ne]le contadine (4G,7) e sopratutto nelle donne colte (62 0[0). Secondo Salsotto le minori circonferenze predominano nelle avve- lenatrici (55 0[0) ; sono invece meno abbondanti nelle infanticide (24 0[0), nelle assassine (23 0[0) e nelle ladre (15 0[0). Le mag- giori circonferenze fra le criminali si lian no nelle ladre (37 0[0), e nelle infanticide (31 0[0),poi nelle assassine (19,2 0[0) e nelle avvelenatrici (10 0[0). Secondo Marro le minori circonferenze (da 485 a 520) si hanno nel 27,4 0^0 delle roe e nel 20 0[0 delle normali; — le maggiori (da 541 a 580) nel 10,4 0[0 delle reo e nel 36 0[0 delle normali.

Curve longitudinali : Secondo la Tarnowsky le cifre minori (280-310) si hanno sopratutto nelle prostitute (56 0[0) e nelle ladre (38 0[0), poi nelle contadine oneste (37 0[0) e nelle donne colte (36,3); e, secondo Salsolto, per le criminali, nelle ladre (38 0[0), poi nelle avvelenatrici (15 0[0), nelle assassine e nelle infanticide (20 0[0). Le cifre maggiori (321-340) (Tarnowsky), nelle contadine (34 0[0), poi nelle ladre (30 OpO), nelle donne colte (26,3 0[0) e nelle prostitute (20 0[0). Secondo Salsotto, nelle assassine (56 0[0), nelle infanticide (52 0[0), poi nelle avvelena- trici (40 0[0) e nelle ladre (30 0[0). Secondo Marro le minori curve longitudinali (280-310) si hanno nel 57,6 OjO delle ree e nel 1 4 OpO delle normali; le piii grandi (331-340) nel 7,2 OpO delle ree e nel 12 0[0 delle normali.

Curva trasversale: Qui i dati sono molto diíferenti nella Tar- nowsky in confronto a quelli di Salsotto ; ció e atfcribuibile alie razze. Nelle sue criminali italiane Salsotto non ne trova nemmeno una colla curva trasversa che misuri da 200 a 300 mm. ; mentre la Tarnowsky, in Iiussia, ne trova 1’86 OpO nelle ladre, 1’85,46 OpO fia le prostitute, 1’84 OpO fra le contadine, 1’80 0[0 fra le donne colte. Invece nel limite ira 321 e 340 la Tarnowsky non trova che il 4 0[0 delle donne colte e l’l 0[0 delle ladre, mentre Sal- sotto ci dü il 66 0[0 delle assassine, il 60 0[0 delle infanticide


ed il 20 0[0 delle avvelenatrici. Marro notó una grande prepon- derarla nelle criminali (52 0[0) delle curve minime (da 280 a 310), e una scarsita delle grandi (7,2 0[0) da 331 a 340. Nelle nonnali le prime formano solo il 4 0|0 ; le seconde il 32 0[0.

Indice cefálico: I piü piccoli (fino a 77) la Tarnowsky li ri- scontra sopratutto nelle contadine oneste (26 0[0) e nel 24 0¡0 delle donne colte, solo nel 23,66 0[0 delle prostitute e nel 16 0[0 delle ladre.

Non possiamo, per quello che risguarda l’indice cefálico, fon- darci molto sui dati del Salsotto, perche preso su donne criminali di diversissime regioni d’italia, ed e noto che la razza esercita certamente sull’indice cefálico un’inflnenza maggiore della crimi- nalitá. Secondo Marro gli indici piü bassi (fino a 77) si trovano nel 2,4 0[0 delle criminali e mancano nelle normali; i piü alti (da 85 in su) nel 54,8 0[0 delle criminali e nel 20 0[0 delle normali.

Semicirconferenza anteriore: Salsotto la trova di 292-300 nel 25 0[0 delle infanticide e delle avvelenatrici, e nel 20,6 0[0 delle assassine ; di 301-310 nel 48 0[0 delle infanticide, nel 40 0[0 delle assassine e nel 35 0[0 delle avvelenatrici; di 311-325 nel 40 0[0 delle avvelenatrici, nel 39,4 0[0 delle assassine e nel 27 0[0 delle infanticide.

Diámetro frontale mínimo : In Russia la Tarnowskv non riscontra

V

ne nelle normali, né nelle criminali, ne nelle prostitute alcuna donna che abbia questo diámetro tra 9,5 e 10,5; Salsotto in Italia trova invece che questa lunghezza si trova nel 60 0[0 delle av- velenatrici, nel 51 0[0 delle assassine e solo nel 40 OjO delle infanticide. All’opposto un diámetro frontale mínimo da 121 in su e riscontrato dalla Tarnowsky nel 66 0[0 delle donne colte, nel 21,17 0[0 delle prostitute, nell’8 0\0 delle contadine e nel 6 0[0 delle ladre, mentre in Italia non lo e dal Salsotto riscon- trato in alcuna crimínale. Salsotto trova invece che questo dia-


— 86 —


metro misara da 10,6 a 12 (il massimo nello criminali italiano) nel 60 0[0 delle infanticide, nel 49 0[0 delle assassine e nel 40 0^0 delle avvelenatrici.

I dati del Marro su questo diámetro rivelano che i massimi diametri da 12 cm. in su si trovano nel 19 0[0 delle normali e mancano nelle criminali.

Altezza frontale: La mínima (30-40) si riscontra nel 25 0^0 delle infanticide, nel 26 0|0 delle assassine e nel 40 0[0 delle avvelenatrici; la massima (51-67) nel 45 0|0 delle infanticide, nel 30 0|0 delle assassine e nel 23 0[0 delle avvelenatrici.

Diámetro bizigomatico: La Tarnowsky, in Russia, trova che il 46 0[0 delle ladre, il 19 0[0 delle contadine, il 16 0[0 delle donne colte o il 14 0[0 delle prostitute lia questo diámetro tra 8,5 e 11,0.

In Italia nessuna delle criminali esaminate da Salsotto lia questo diámetro cosí piccolo: egli trova invece clic il 45 0[0 delle av- velenatrici, il 70 0[0 delle infanticide e l’ll 0[0 delle assassine lianno un diámetro bizigomatico tra 13,1 e 14,0, mentre in Russia nessuna delle donne esaminate dalla Tarnowsky aveva questo diá- metro cosí grande.

Diámetro bimandibolare: 11 mínimo (90-100) fu riscontrato dalla Tarnowsky nel 75 0[0 delle ladre, nel 50 0|0 delle donne colte, nel 27 0[0 delle contadine e nel 19,33 0[0 delle prostitute; dal Salsotto nel 23 0[0 delle infanticide, nel 15 0[0 delle avvelena- trici e nel 14 0[0 delle assassine; ilmassimo(ll, 1-12) nel 4,66 0[0 delle prostitute, nel 4 0[0 delle contadine e delle donne colte di Tarnowsky; nel 25,5 OpO delle assassine, nel 17 0[0 delle in- fanticide e nel 5 0[0 delle avvelenatrici.

Le cifre del Marro sul diámetro bizigomatico, sul diámetro bimandibolare e sull’altezza del fronte, si riferiscono a un nu- mero di esami troppo esiguo, perché se ne possano qui trarre conclusioni sicure; oltre a ció, le normali del Marro, provenendo


— 87 —


dalla classe campagnuola, mentre le criminali dalla eittadina, i dati rispettivi non sono confrontabili; infatti anche in quelle nor- mali contadine si dovevano trovare cifre indicanti un grande svi- luppo del diámetro bizigomatico. Tuttavia, il diámetro bimandibo- lare nel 25 0[0 delle criminali e solo nel 15 0[0 delle normal! supera gli 11 cm.

L ’ Índice cefálico ha carattere troppo étnico perché possiamo dar valore ai risultati ottenuti dai diversi osservatori: noi notammo giá una prevalenza (10 0[0) di spiccata brachicefalia nelle stesse Piernón tesi criminali; quasi nessuna differenza dalle normali tro- vava Marro (normali 86. criminali 85).

Nelle prostitute sia Grimaldi che De Albertis trovarono una prevalenza notevole di brachicefalia.

Nella Tarnowsky le medie dolPindice cefálico sono peró quasi identiche tanto nelle prostitute e nelle ladre come nelle donne oneste:

Di fatto la prostituta diede l’indice cefálico di 80,0 » ladra » » » » 80,2

» contadina » » » » 79,9

» istrutta » » » » 79,1.

Le misure del viso che ci da la Tarnowsky rivelano un rapporto inverso delle misure craniche; cosí la distanza bizigomatica nelle donne istrutte é di 112, nelle contadine di 111, nelle prostitute giunge a 113, nelle ladre a 114, e la distanza bizigomatica é di 98,0 nelle donne istrutte, 95,3 nelle contadine, 100,6 nelle pro- stitute, 99,9 nelle ladre.

Ma meglio che dalle cifre la raaggior estensione delle ossa del viso venne giá da noi dimostrata nella frequenza notata a proposito della mandibola molto sviluppata e degli zigomi sporgenti (Y. Ta- belle III e IV).


TABELLA m. — Misare craniane c facciali.


MlSVRE C [UNIASE.


Diámetro antero pofteriore


Diamotro

trasversale


I :


da 154-175 » 175- ISO ISO 185 185-100 190-195


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Circonferenza

orizzontale


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I da 250-800 \ » 300-310 l Curva trasversale < » 811-320

' » 321-330


Indice cefálico


331 340


[ fino a 77 77-80 j 80-85 \ 85 in su


Semicirconferenza i interiore )


da 292 300 » 301-310 » 311-328


MiSURE FACCIALl.


Diámetro frontale mínimo


Dianutro

tiiigomatico


Diamotro

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Altozza dolía fronte


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Prostitute

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Contadme n. 100

Doone colte

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12

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40

7,28

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22

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37

86,3

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29

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12

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21,78

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’■! Numero del/e asservazioni. ■


i Assinutria cranica, Trococefalia . . Platiccfalia . .

• Oxicefalia . .


J 1 Idrocefalia . . j Snbmicrocefalia. Acroccfalia . .


i, Brachicefalia esagerata


Anoraalie del cranio .


sporg,

infer.


I Fronte sfuggente . .

!j Bozze frontali sporgenti i Seni frontali cnormi .

I Angolo orb. del fronte ■i Anomalie del fronte .

¡! Assimetria della faccia ¡j Grande eviluppo mandib.

I'l Zigomi Bporgenti . .

t¡ Orecchie ad ansa . .

!| Anomalie deU’orecchio I Strabismo .... i Prognatismo alveolarc !¡ Fiaonomia virile . .

» feroce . .

» cretina. . b mongólica. Anomalie dei denti .

  • del naso. .

Labbro aottile . . .

Pelnrie

Boghe precoci . . .

Tatuaggio

Protuberan. occip. molto svilu. Prognatismo e assim. faccia)


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Doiine normal) di Koimoruni


— 92 —


Le principali anomalie eraniche e facciali si riscontrano adunque, nella donna delinquente e nella prostituta, nelle segueDti propor- zioni che rappresentano la media delle cifre dei vari autori, cifre esposte nella tabella IV:

Asimraetria cranica: donne delioquenti, 26 0[0; prostitute, 32 0[0 ; essa é peró specialmente frequente nelle assassine, 46 0[0, e nelle avvelenatrici, 50 0[0.

Oxicefalia: donne delinquenti, 13,5 0[0; prostitute 26,9 OiO; la maggior frequenza di essa si trovó, tra le criminali, nelle assas- sine, 22 0[0.

Fronte sfuggente: donne delinquenti, 11 0[0 ; prostitute 12 0[0; nelle normali solo nell’8 0[0.

Anomalie del cranio: donne delinquenti, 35,5 0[0; prostitute, 15 0(0.

Anomalie della fronte: donne delinquenti, 20 0^0 ; prostitute, 22 0[0 ; normali, 6 0[0.

Asimmetria della faccia: donne delinquenti, 7,7 0[0 ; prosti- tute, 1,8 0[0.

Mandibola inferiore enorme: donne delinquenti, 15 0^0 ; pro- stitute, 26 0[0; normali, 14 0[0.

Zigomi sporgenti: donne delinquenti, 19,9 0[0 ; prostitute, 40 0[0; normali, 14 0[0.

Orecchie ad ansa: donne delinquenti, 9,2 0[0; prostitute, 9,9 p. 0[0; normali, 6 0[0 ; tra le delinquenti esse sono piü frequenti uelle feritrici, 10,5 0|0; e nelle avvelenatrici, 15 OjO.

Strabismo: donne delinquenti, 8,5 0[0; prostitute, 5 ()[0; nor- mali, 4 0[0 ; tra le delinquenti la maggior frequenza si trovó nelle avvelenatrici, 10 0[0.

Prognatismo alveolare: donne delinquenti, 7 0[0 ; prostitute, 13 OiO.

Fisionomía virile: donne delinquenti, 11,8 0[0; prostitute, 4 0[0.


- 9a


Fisionomía mongólica: donne delinquenti, 13 O^O; prostitute, 7 OiO.

Anomalie dei denti : donne delinquenti, 16 0[0; prostitute, 28 0[0; normali, 8 0[0.

Quasi tutte le anomalie quindi sono piü frequenti, e di molto, nelle prostitute che non nelle donne delinquenti; s’intende poi che tanto le une come le altre offrono un numero di caratteri de»-enera-

o

tivi superiore a quello delle normali. Soltanto i segnenti caratteri degenerativi si trovano piü numerosi nelle delinquenti che non nelle prostitute: l’asimmetria della faccia, lo strahismo, la fisionomia vi- rile e la fisionomia mongólica; le orecchie ad ansa sono nelle delin- quenti di pochissimo inferiori alie prostitute. Noto che questi ca- ratteri degenerativi, che son piü rari in queste che non nelle delin- quenti, sono anomalie che deturpano in modo speciale il volto della donna e perció sono le piü rimarcate.

Confrontando le infanticide, che, per la natura del delitto meno si allontanano dal nórmale, colle altre categorie di donne delin-


quenti, abbiamo che:

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Asimmetria cranica .

20

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25

12,7

15

22

» facciale .

4

25

8

Enrignatismo . . .

9

5

12

15

16

4,4

Strabismo . . • •

7,5

10

8,8

Labbra sottili . . .

7

15

15,2

5

4

20

16,5

Fisionomia virile . .

2

5

10,7

10

» mongólica

4

5

8

5

Gozzo

3

15

4,6

Sono ugualmente numerosi od é svarsa la dijferenza : Oxicefalia ....

17

15

22,3



Platicefalia. . . .

13

15

5,3

16

Orecchie ad ansa . .

10

15

4,6

10

4

5

17

É piü numerosa L’idrocefalia . . .

12

1,5

5

15

5

5,5


Quindi per lo piü i piü gravi caratteri degenerativi sono, special-


mente nelle assassine e nelle avvelenatrici, piü numerosi che non nelle infanticide.


— 94 —


OAPITOLO y.

II tipo crimínale.


L’aggl omero delle anomalie trovato nei criminali (v. s.) — e che ogni di si manifesta piü intenso — sicché se vi fu errore per parte nostra e nella troppa riserva nel calcolarlo — 5 ]a piü sicura e precisa dimostrazione del tipo, il quale é appunto l’effetto di questo agglomero : e quindi non occorrerebbe tornarvi piü sopra: ma siccome é sul tipo crimínale che dura la battaglia, ancora viva come nei primi giorni, per parte degli avversari dell’antropologia crimí- nale, cosí sara necessario di insistervi.

I. — «Ció che piü spesso colpisce nei criminali, scrive Latyschew (Ballet in de la Comnission internationalc pénitenciaire , Saint- Pétersbourg, 1879, pag. 209) e la loro rassomiglianza nelle abitu- dini mentali e nelle forme fisiche; i tessuti si trasformano nel tipo crimínale, sino al punto che, anche senza la bruttezza física, la presenza del crimínale ti provoca schifo o repulsione.

« Un vivacissimo ingegno, perduto fra molti giovani criminali, mi si riveló in uno storpio; volgare mariuolo, ma filosofo di natura, aveva ricevuto unabuona educazione e n’aveva profittato sotto ogni rapporto.

« Ora in certa occasione, lo si intese a fare quest’osservazione:

« Le deformitü del mió corpo non manifestano che i difetti della mia


— 95 —


» intelligenza e del mió carattere morale. Come il mió corpo é assi- » métrico cosí il mió spirito é storto. Quandoladisposizione della mia » anima é buona, io lio vergogna di non essere mai stato altrimenti; » e lo stesso avviene quando la malvagitá predomina in me; allora » puré mi rimprovero le impulsioni virtuose precedenti ».

« Grazie al progresso della psicología patológica, noi sappiamo ora che esiste, intorno alia follia propriamente detta, che la se- guono e la precedono lina serie di stati fisici, intermedian, fra la sanitá e la malattia, che costituiscono delle infermitá molto piii che delle malattie, e che non escludono quasi mai, agí i occhi dei giuristi, la responsabilitá morale dell’autore.

« Sono questi i casi di anomalía psichica, ove é impossibile se- gnalare una perturbazione qualunque delle facoltá intelléttuali, di trovare qualche traccia di vera follia, salvo la mancanza del senso morale: sono casi cotesti ove, secondo l’espressione di un medico francese « la tastiera física dell’uomo ha una nota falsa, una sola ». 11 cervello degl’individui che ne sono affetti é congenitalmente mal costituito; le sue diverse partí si sono sviluppate in un modo ine- guale, e ad un difetto d’armonia, nelle proporzioni dell’organo, cor- risponde un difetto di equilibrio nel suo funzionamento, una disar- monia psichica.

« L’imbecillitá morale degli individui, gli istinti perversi ed i sentimenti depravati che essi presentano fin dalla loro giovinezza, han sorgente da un'ereditá morbosa. Costoro sono refrattari ad ogni educazione.

« Anche la coltura individúale piü completa é impotente a modifi- care le loro tendenze incoercibili, ed essi non giungono mai a quel- Tequilibrio mentale e morale che permette comunemente agli uo- mini di adattare la loro condotta alie condizioni della vita sociale.

« Non é allora da meravigliarsi, se dopo le osservazioni degli an- tropologi, un grande numero di veri criminali rientrino in questa classe de i degenerati ereditari.


— 90 -


« Attendere all emenda di siffatti individui sarebbe veramente credere che il regime penitenziario possa fare dei miracoli » .

2 . Los Hombres de Presa , del signor Luigi M. Drago, e un libro di controversie antropologicbe venuto alia luce a Buenos- Ayres nel 1889.

L’autore ivi descrive un prete spagnuolo di norae De Castro Rodríguez, apostata del cattolicismo, affigliato alia Chiesa meto- dista e ció nullameno ristabilito, in seguito, nella sua prima in- vestitura sacerdotale e curato a Olovarria, provincia di Buenos- Ayres, il quale ha dato la morte, per derubarla, a sua moglie ed alia sua bambina di dieci anni; egli descrisse poseía, avan ti i giu- dici, la scena dell’omicidio con un lusso inaudito di dettagli, rap- presentando egli stesso l’attitudine delle vittime, e domandando dopo l’interrogatorio che non venisse ritirato un deposito di denaro clie egli aveva presso una banca, per tema di perderne gli inte- ressi.

« E pensare, diceva egli, che sarei libero se l’atropina avesse fatto tutto il suo effetto! ».

Ora egli aveva precisamente il tipo crimínale dell'assassino; i seni frontali molto sviluppati, la fronte sfuggente, quasi, scrive Ramos Mejia, come nel cranio di Neanderthal. Le apofisi zigomatiche enormi, le orecchie e le mandibole molto grandi ; le orecchie ad ansa, il cranio assimetrico, il tatto molto ottuso (tre millimetri alia lingua e all’indice).

Louis Castruccio avvelenó Alberto Bouchat-Constantin e l’asfissió quando lo vide in agonía.

« Lo uccisi, diceva egli con orgoglio, come Otello uccise Desde- mona, senza farlo soffrire; la morte d’un uomo é l’aífare d’un mo- mento » .

Egli ha puré il tipo crimínale, la brachicefalia esagerata, le orecchie ad ansa; gli zigomi, i seni frontali e le mascelle molto grandi; nessuna traccia di barba.


— 97 —


. — Le fisionomie di 105 ritratti di criminali militari che Corre hastudiato, sono da lui deeomposte nella maniera seguiente : Insigni- ficanti 22, dolci 17, disaggradevoli, assimetriche o brutali 66 ( Ar- chives d'anthropo logie criminelle et des Sciences pénales , 15 marzo 1891).

Questa é pressoché la proporzione tróvala da me per il tipo cri- minale.

4. — É interessante poi notare come quelli che hanno occasione di avvicinare la classe crimínale, quando pubblicano il frutto delle loro osservazioni, forniscono, senza averne, certo, l’intenzione, la dimostrazione del tipo crimínale.

La prova ne dánno due volumi : l’uno in Inghilterra, il The Cri- minal Man , di Havelock Ellis, 1890; l’altro in Francia, Mon musée criminel , di C. Macé.

Nel libro di Havelock Ellis sono specialmente notevoli sei la- vóle, sulle quali sono riprodotti gli scliizzi di 36 criminali, in gran parte ladri, man mano che entravano nel arcere, dal dott. Vans Clarke, gia direttore della prigione a Woking. Questi schizzi non possono avere naturalmente il valore di una fotografía, ed inoltre l’essere riprodotti di profilo, impedisce che si possano rilevare molti dei loro caratteri. Tuttavia, almeno in 25 su 36 di quei ritratti, si riscoñtra evidente la riunione di non meno di 5 o 6 caratteri degenerativi (specialmente le deformazioni del cranio (fig. 9, 10, 11, 12, 13, 15, 19, 20), i seni frontali sporgenti (fig. 10, 11, 12, 13, 16, 19, 20), le mandibole enormi (fig. 10, 11, 13), con prognatismo, gli zigomi sporgenti (fig. 10, 11), la forte depres- sione della glabella nasale (fig. 13, 15, 16, 19), leorecchie enormi e defórmate (fig. 11, 13, 16, 20) la fisonomía cretinosa). Anche dei rimanenti, in cui i caratteri del tipo non sono bene spiccati, due, secondo l’Havelock Ellis, appartengono ad un tipo assai basso.

Lombroso. — 7.



Sono poi notevolissime le figure - 1 ;i 28, dove 1 Haveloek luí, riprodotto otto ritratti di criminali di Londra e della Scozia, Fie;. 21. Fu;. 22.


F,g - 23 - Fia. 24.

scelti <t caso appunto coll intenzione di mostrare la grande pro- poizione di delinquenti in cui esiste un tipo crimínale. Ora sugli


Fin. 20.


esente da grnndi anomalie. il n. 21. o«li era un al.il- tr.illl.Mre, dall’aspetto di «entUnon». e parlara, oltrc la lingua «alia, il fm-


— 102 —


cese c il tedesco. Se non ave va anomalie anatomiche, peí 6, sebbene trentenne, presentara giá canizie e cahizie. Oía noi sappiamo ( Uomo delincuente, vol. I) che i truffatori lianno a?sai íaramente il tipo.

5. — II libro del Macé b forse ancora piiidimostrativo :

Su G truffatori, se ne riconoscono 3 col tipo (50 0[0)

» 9 ruffiani » 5 » » (55 » )

» 8 sodomiti » 1 » »

Gli altri lianno tutti fisionomía femminile.

Su 52 assassini se ne riscontrano 22 col tipo (42 0{0)

» » » » » 3 col mezzo tipo

» 5 prosti tute >> » 2 col tipo

» 15 ladre » » 8 » » (52 0 [0)

2 col mezzo tipo.

Nella taróla XVI, egli ci da le figure di 9 ragazzi, che tutti presentano il tipo crimínale; questi ragazzi furono arrestati per gravi delitti associati. Ora costoro si erano gia da loro stessi dati dei soprannomi, i quali rivelavano i loro caratteri degenerativi preralenti, il loro tipo. Cosí uno era chiamato: «Museau de bro- cliet » : un al tro: « Moule á singe », peí suo viso di scimmia (aveva anüegato una bimba di 13 anni — e all’interrogatorio rispóse in gergo : « La stolida nonvolle darsi a me ed io la cacciai in aecua »); un terzo « Eile-menton » ; un quarto: « Bec de lampe », ecc.

La tavola XVIII, da il ritratto di 9 prostitute con antece- denti giudiziari, delle quali 5 (55 0[0) presentano il tipo cri- mínale e 2 il mezzo tipo.

Aggiungendo a queste le altre figure di donne criminali sparse nel libro, si lia che su 15, 8 lianno il tipo (50 0^0) e due il mezzo tipo, proporzione molto piü frequente di quello che si riconosca generalmente.

o


— 103 —


6 . — Secondo A.Bataille ( Causes criminelles et mondaines de 1889 , Paris, Dentu, 1890, vol. X ; Archivio di psich ., vol. XU, pag. 359), Danga, otto volte assassino, ha l’occhio immobile e freddo, e la mandibola voluminosa. Geomey, anch’esso assassino, e figlio di madre cleptomane, ha uno zio epilettico e una zia pazza. É puré notevole che quattro dei feroci assassini che furono con- dannati a morte nel 1889, sieno stati d’etá giovanissima. Geomey aveva 21 anni, Allorto 22, Mécréant 19 e Kaps, all’epoca del suo primo assassinio, 14 anni 30 I tanto.

7 . — B. Solari ( Dejeneracion i crimen , Buenos-Ayres, 1891; oi dá 9 magnifiche fotografié di criminali sud*americani. Ora su no\o, il tipo é saliente in 5; un solo non ha una fisionomía cattiva, ma un viso da donna ; fe un pederasta.

8 . — É bello di provare che il tipo e aramesso praticamente, anche da coloro che lo negano teóricamente a priori.

Noi comincieremo da Laurent, che molto soventi nella sua opera dileggia i risultati dell’antropologia crimínale e nega l’esistenza •del tipo. Egli infatti ( Les abitues des prisons , Lyon, 1890) scrive:

« Bisogna inoltre tener gran conto di certe fisionomie che sem- brano assolutamente caratteristiche e non sono in realtá che un ef- fetto del caso {sic). Ho osservato a questo riguardo un fatto molto curioso. Fu condotto un giorno alia infermeria céntrale un in- dividuo che aveva súbito 12 a 15 condanne tutte per rapiña; era egli un uomo piccolo, magro, ossuto, che non sapeva leggere ne scrivere, che non aveva avuto nella vita che un’unica passione: la caccia abusiva. Aveva fronte piccola, fuggente, labbra sottili e ri- strette, occhi piccoli, incavati, giallognoli, palpebre battenti, naso magro e aguzzo, incurvato sopra una bocea sdentata, una vera testa da uccello di preda.

« Tutto questo era un effetto dell’abi tudine ? Era una predesti-


— m


nazione della natura? oppure era nato quell’uomo tutto armato per il mestiere che andava facendo ? Secondo me tutto probabilmente era l’effetto di un caso (1).

« ...E poi, se si ammette un tipo per ogni specie di criminale, come spiegare questo fatto, che pare ben stabilito, che la piú parte dei criminali cominciano col furto e finiscono coll’assassinio? Biso- gnerebbe ammettere, continua scherzando, che il criminale cambi di naso facendo l’assassino? »

E altrove: « ...lo non insisteró di sovercbio sulle statisticbe di Lombroso e di Ottolengbi e sui risultati piü o meno strani che le medesime ci possono daré. A mió avviso, ei sono codesti errori increscevoli che potrebbero arrestare il corso di una scienza ancora giovane, coprendola di ridicolo » .

Dopo aver letto queste righe non si puó dubitare che lo scien- ziato sia parziale in favore della teoría del tipo criminale?

Ebbene, vediamo ció che gli sfugge, certo inconsciamente, in seguito:

« Ho ancora in questo momento sotto gli occhi la storia di un uomo a faccia di belva, il R..., peí quale le aggressioni notturne erano delle piü piacevoli partite.

« R. disertó il tetto paterno, ove non riceveva, dice egli, che bastonate; merciaio ambulante durante il giorno, tutti i suoi pro- fitti erano sacrificati al Dio alcool.

« Egli si é fatto condannare le tre prime volte per furto. Eu ar- restato una quarta volta sulle fortificazioni mentre si spiegava a pugni colla sua ganza.

« Ultimamente trascinó il padre in casa sua, lo ubbriacó, e poi lo svaligió, dopo di aver tentato di strangolarlo.

« L’esistenza di un uomo non é nulla per lui : « Per 5 lire, egli diceva, non esiterei a tagliare il eolio ad un borghese » .

(1) Ecco come ch¡ non afierra il concetto del tipo perde l’occasione d’approfit- tare delle prove piü spiccate della sua esistenza: anzi le converge contro questo.


105 —


« Giróvago sai bastioni, erano sua specialitá, gli attacchi not- turni, per derubare gli individui addormentati sui sedili.

« Egli avrebbe freddato, secondo racconta, una rnezza dozzina di individui. Vile quanto crudele, egli venderebbe i suoi compagni per un litro di vino.

« Allorché gli si rimpro verano i mostruosi tentativi sopra il proprio padre, risponde cínicamente: Ma era perché non mi voleva daré dei denari!

« Egli minacciava un giorno una delle sue vicine, incinta, di squarciarla.

« Ultimamente ancora quattro feroci omicidi, suoi compagni, eseguivano una danza macabra attorno alie loro vittime vilmente assassinate, illuminando la stanza con cándele piantate nelle ferite dei cadaveri; ed egli prendeva allegramente parte alia danza.

« Gli scellerati uccidono, ma ignorano queste aberrazioni ».Eb- bene, dopo tutto ció egli conclude: « É questo cortamente un bel caso di teratología morale » .

« I criminali frequentatori delle prigioni, si domanda in altra parte parte Laurent ( Les habitúes des prisons , Lyon, 1890), sono essi microcefali? Per rispondere a quesla questione, bisognerebbe, risponde egli, eliminare tutti i criminali per accidente ed i mendi- canti e non prendere che i veri criminali. Tutto ció che posso dire, é che misurando i cranii dei condannati, io ho constatato che il loro indice cefálico era molto soventi piu inferior e che superiore alia cifra media indicata da Broca.

« Ultimamente ancora io vedeva un microcefalo, figlio di un ub- briacone, deH’etá di ventun anno, che sapeva appena leggere e scri- vere, colla fisionomía intelligente, la fronte schiacciata , che aveva gia súbito varié condanne per furti con rotture, e si dichiarava pronto a ricominciare. Ma questi fatti, per quanto non abbiano che poco valore, potrebbero da soli troncare la questione.

« Quanto alie altre deformazioni del cranio, le si riscontrauo


tutte nei criminali e con una frequenza notevole. II dott. Gosse in un lavoro sulle deformazioni artificial! del cranio, ne enumera 16 varietá.

« Ho voluto cercarle nei criminali e le lio ritrovate tutte. Ma havvene due che si riscontrano molto piü frequentemente, e sono la fronte piatta col cranio quadrangolare, ovvero la fronte fuggente e ristretta con acrocefalia, vale a dire con forma cónica e allungata del cranio. É la testa a pane di zucchero, come si dice volgar- mente, che si riscontra molto soventi nei criminali.

ci La brachicefalia e sopratutto la dolicocefalia esagerate. non sono egualmente punto rare » .

Laurent trova ancora assai frequente fra i criminali lo sviluppo esagerato di una o di due gobbe frontali.

Cosí in un vagabondo poco intelligente, brachicefalo, figlio di un paralitico, le gobbe frontali fanno una salienza si spiccata che sembrano quasi come corna.

A queste deformazioni del cranio si associano il piü soventi delle male conformazioni della faccia, come Passimetria faeciale, per esempio.

Cosí G..., tintore, di 35 anni, figlio di alcoolici, grande bevitore di absinthe egli stesso, presenta un tremí to ben marcato delle mani e della lingua; ed é tormentato ogni notte da sogni spaventevoli, pieni di fantasmi.

D’intelligenza al di sotto della comune, sa appena leggere e scri- vere. Ora quest’uomo, condannato per furto nei magazzini, presenta un grado di assimetria faeciale assai pronunciato.

II naso specialmente é assai soventi deviato, nei rei , ora a destra, ora a sinistra, ma piü soventi a destra.

M.... dell’etá di 43 anni, merciaiuolo ambulante a Parigi, ha giá súbito quattro condanne, una per oltraggio agli agenti, un’altra per rissa e due per furti, ha orecchie larghe e acl ansa , il naso fortemente deviato a destra, che danno alia sua fisionomía un aspetto


— 107 —


si agolare, esagerato ancora da una macchia rossa congenita del- l’iride destra, spiccaníe sul colore bleu uniforme dell’iride.

Tale, é ancora, un ubbriacone vagabondo, condannato piii di 25 volte, e di cui il naso é molto deviato a destra.

Laurent ha ancora osservato un criminale, nel quale questa de- viazione del naso era ereditaria.

Tra le degenerazioni psichiclie, come esempio di inversione ses- suale, cita il seguente caso:

Un certo F.. é un tipo completo, ladro di polli, che da bambino ebbe convulsioni; ebbe giá quattro condanne e tutte per furto di pollame o di conigli. Allorohé venne condannato la prima volta, aveva Teta di 36 anni. Egli assicura che una forza pressoché irre- sistibile lo spingeva a rubare.

« Tutte le notti, egli dice, avevo i pollastri nella testa ». Bi- sognava che si levasse dal letto, e non ricuperava la calma che dopo aver compiuto il furto.

« A dodici anni si masturbava due o tre volte al giorno.

« A tredici anni, dopo aver provati diversi mestieri, si trovó senza danaro. Camminava come stordito, non pensando che alia fame che gli straziava lo stomaco, ((uando si vide avvicinato da un ricco forestiero di trent’anni, al quale raccontó il suo imbarazzo. Quegli gli oíferse di prenderlo al suo servizio come groom.

« Per dieci anni F. rimase alia dipendenza di tal nomo, ser- vendogli ogni notte da hatillo.

« Deponendo la livrea del suo primo padrone, non riusci a spo- gliarsi del vizio che questi gli aveva appreso.

« D’allora in poi egli cominció a trarre volentieri profitto dal mercimonio del suo corpo. Ben presto, ció che non era che un vizio, divenne una passione, un bisogno imperioso, irresistibile. Gli era necessario di abbandonarsi a uomini, avrebbe fatto qua- lunque sacrifizio per soddisfare tale triste passione ».

Aggiungeremo che costui presentara un’ anestesia quasi com-


— 108 —


pleta della cute e degli altri sensi, ma l’A. non riusci a con vi n- cersene: poteva trattarsi di simulazione (!).

In quanto alie degenerazioni anatomiche e morfologiche, poáso dire, confessa :

« ... Che lio riscontrato nella piü parte dei veri delinquenti una o piü stigmati di degenerazione física : ma tali segni potevauo mostrarsi in qualuuque organo , cioé tanto nel cranio che negli organi genitali, nelle orecchie, ora nelle mani, nelle mandibole, ora nei piedi. All’incontro, non sono riuscito a constatare dei segni invariabili, localizzati a questo od a quell’organo, e specialmente al cranio, segni, per cosí dire, patagnoraonici del delitto. Non si pu6 dire che verificasi tale o tale altra deformita invariabilmente, come si riscontrano gli sputi sanguigni nella pneumonite o l’al- bumina nel male di Bright. Qualunque deformita di qualsiasi Or- gano la si puó rinvenire nei delinquenti, ecco la veritá ».

E cosa vuole di piü? Certo egli dimostra non averidea deH'im portanza delle anomalie fisiche ; rneglio ancora che la localiz- zazione in un organo, la presenza delle anomalie in tutti gli or- gani conferma il vero tipo crimínale. Intanto prendiamo nota che aggiunge poco dopo :

« Le deformita del cranio si rinvengono nei delinquenti con una frequenza notevole ».

E piü i n la aggiunge:

« A tali deformazioni del cranio si assoeiano il piü delle volte delle deformazioni nella faccia, come, ad esempio, l’assimetria fac- ciale. 11 naso, specialmente, é di frequente deviato, rivolto ora a destra ed ora a sinistra, ma piü sovente a destra.

« Si resta colpiti della maggior frequenza con cui s’incontra fra la popolazione delle prigioni le orecchie larghe, distaccate (ad ansa) o mal fatte, in confronto colle persone libere od oneste, la disposizione viziosa dei denti e sovente la persistenza dei denti di latte.


« In cinque anni trascorsi negli ospedali di Parigi non mi venne dato d’osservare un solo esempio di ginecomastia. Dopo poco piü d’un anno che la mia attenzione si portó sopra tale anomalia alia Santé (carcere), potei vederne cinque casi » .

Infine ricorda la frequenza dell’ipospadia, dell’infantilismo, del- l’apparenza femminea, della mal conformazione delle dita.

Fra i caratteri funzionali cita lo strabismo, la incontinenza del- l’orina, i difetti di pronuncia, ecc.

« É raro (dice) che un degenerato presentí una sola stimmata ; quasi sempre un gran numero di segni d’inferioritá física e mo- rale, colpiscono lo stesso individuo » .

In quanto alia fisonomía, confessa di aver « trovato un 'aria di famiglia in molti criminali », e da poi una esatta descrizione del viso del crimínale, di cui non vogliamo privare i lettori, per quanto giá troppo noto.

« Ma ció che da al viso del deiinquente un aspetto particolare sono precisamente tutte queste deformazioni, tutte queste stim- mate di degenerazione física che si incontrano presso di luí con una frequenza tanto rimarchevole.

« Ció che colpisce e quel cranio si di sovente mal fatto ; quella testa plagiocefala, oxicefala, acrocefala; é quella fronte sfuggente, quel naso deforme o storto, quella faccia scialba ed assimetrica, quegli occhi affetti da strabismo, quelle orecchie larghe, ad ansa, con dei lobuli enormi, sovente aderenti ; ció che colpisce ancora sono quegli archi orbitali salienti, quei capelli sovente neri ed ab- bondanti, che quasi spuntano fin sulla fronte, generalmente bassa; sono quegli zigomi enormi, che danno alia faccia un’ apparenza brutale e grossolana, quelle mandibole pesanti e prominenti, che non sembrano adatte che a morderé ed a masticare. Invero, le man- dibole sembrano modellarsi colFintelligenza: « desse sono tanto piü belle (dice Tarde) quanto le due funzioni sociali del parlare e del sorridere sopravvanzano per iraportanza le due funzioni in- di vi duali del morderé e del masticare ».


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Dunque é la riunione d’ un certo numero di tali differenze carafc teri sticli e che da luogo al tipo del delinquente.

Ma piii innanzi poi, dimenticando affatto i tipi visti e diligen- temente descritti, i pareri giá emessi, nel momento di conchiu- dere, ricordando le opinioni di chi lo ¡spirava:

« Insomma, conchiude, non vi é un tipo del deliquente : non vi sono che dei tipi delinquenti con dei caratteri piü o meno ca- ratteristici, ma per nulla specifici ».

Viceversa, con una diligenza di cui non si saprebbe trovare la ra- gione, prende le misure dei peni dei criminali; e ne cita uno, per es., che misura 13cm.di lunghezza e 13 di circonferenza in istatofloscio; strane misure per chi sdegna e crede inútil i le misure craniche.

9. — Joly, in un articolo, Nos jeunes détenus ( Archives do Vanthropologie crimineUe , 1890, XXVI), ci fa il ritratto morale e físico di alcuni giovani criminali, affermando che non trova in essi niente che ricordi il tipo crimínale.

Sgraziatamente per lui, egli ci dá nelle fotozincografie il loro ri- tratto. Ebbene basta un colpo d’occhio per vedere quanto grande vi sia la frequenza del tipo crimínale. Mécréant e Ribot hanno le orecchie sessili, l’appendice lemuriana della mascella, come Kaps e Lépage, che hanno, di piü, il secondo uno strabismo, il primo dei seni frontali enormi; Icantron ha il gozzo, le orecchie sessili, l’assimetria facciale, seni, zigomi e mascella enorme; e noi non abbiamo sotto gli occhi che la loro zincotipia, che da sempre una debole imagine della fisionomía. Infatti giá vedemmo che nel Kaps il Chudzinski trové, oltre alia scopertura del canale sacrale, la faccia scimmiesca. Quando Joly negava ogni carattere anómalo a Kaps era, dunque, in mala fede.

Lépage (Léon Joseph) dell’etá di sedici anni, incolpato di tenta- tivo d’as«assinio e di furto, era un altro di quei giovani detenuti cui mancara il tipo, secondo Joly.


— 111


11 suo ritratto ci é dato da Garnier (La folie á París , 1891):

Dopo averio preteso normalmente sviluppato, essi poi notano che egli ha le labbra sottili e lo sguardo minaccioso, che la sua gobba frontale sinistra é piü saliente che la destra, e la mandibola infe- riore oftVe uno sviluppo esagerato. Gli organi sessuali sono quelli di un adulto (1).

« Lépage, nota altrove Garnier (Aun. (Vhyg. publ ., 1891), di* scende da padre ubbriacone e da madre morta di tubercolosi polmo- nare. Esso aveva tre fratelli, due sono morti giovani, affetti da dis- senteria. 11 fratello minore, di anni 18, é stato condannato a cinque anni di prigione per incendio volontario; desideroso di vendicarsi del suo padrone che aveva avuto il torio di brutaliz- zarlo, egli aveva messo il fuoco al banco.

« Egli aveva un gusto molto spiccato per la lettura. Le gesta sanguinarie dei grandi criminali lo affascinavano; e si identificava cogli eroi da romanzo, e meglio ancora cogli omicidi celebri ; ap- pena aveva un po’ di denaro disertava Eofficina, correva alie fiere, frequentava le bettole in compagnia di girovaghi e di ruffiani.

« Egli apprende da essi, cío che egli stesso chiama: I trucchi del mestiere.

«Alie rimostranze del padre, risponde: Chi ¡avora é un imbe- cille. Glie io ti ovi soltanto una donna che mi día quaran-ta soldi al giorno , c tutto andrá bene.

« Abbandonato di buon’ora, dice, alia mia volontá, non deve parere strano che io non ami il lavoro; ho seguito il principale difetto di mió padre, l’abitudine di bere áeW’absinthe.

« Non amando il lavoro, non pensó ad altro che a gozzovigliare.

« Piü mi vedeva mal vestito e in cattiva societá, piü io n’era fiero. Io son stato sempre taciturno e collerico, io non pensava che


(1) Non é forse evidente anche qui che si nega il tipo sopratutto perché non lo si conosce?


a far piangere i miei fratelli e a dar loro dei colpi di coltello. II mió maggior desiderio era vedere il sangue ». Dopo recriminazioni contro sua famiglia, che non ha, dice egli, se non quanto merita, egli descrive minutamente le circostanze del suo delitto.

Eaccolto in una modesta famiglia di operai che gli dava la

tacóla e l'alloggio, Lépage aveva colpito la donna P d’un colpo

di coltello, mentre essa dormiva, avendo al flanco il proprio bam- bino d’anni due.

II suo disegno era di ucciderla per derubarla di un portamonete contenente nove franchi che si trovara sotto il suo cuscino, e al bi- sogno voleva ucciderle anche il bambino se questi avesse gridato.

Questa intenzione crimínale, Lépage la affermó altamente e con un'aria di bravura allorché fu arrestato ed interro£[ato.

« Sono ben io, grida egli, che lio cercato di uccidere la signora P , le volevo prendere sotto il cuscino il portamonete contenente

9 franchi che essa possedeva ».

Confrontato nel gabinetto del giudice di istruzione colla vit- tima, Lépage non manifesta la mínima emozione; egli dichiara che é pronto a ricominciare; stringe i pugni e coll’occhio malvagio, coll’aria furiosa, grida: « Datemi un coltello che io uccida questa femmina; in questo modo paghero, ma per averie fatto la pelle... É vero che io piango, ma é di rabbia di vedermi preso per un semplice salasso ». Messo in presenza del padre lo sfida, e ai suoi rimproveri risponde: « Si puó fare di me cid che si vuole,

10 non me ne vergognerd mai.

Parlando della madre morta: « Se mia madre avesse vissuto, soggiunge egli, io non avrei agito cosí.

« Mi rimproverai di non aver colpito piü presto. Fui obbligato ad aspettare che essa si addorraentasse. Allora io mi alzai ben disposto a non avere esitazioni.

« Alzai il braccio e tirai un colpo secco. II coltello si appro- fondd nelle carni. Lo ritirai per portarle un secondo colpo, ma


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la vittima si sveglio dicenclomi: « Ah! Vimbecille mi ha fatto mole! ».

« Lo so bene, continua, che ne avré per una quindicina d’anni ; ma preferisco, d’altronde, 15 anni a dieci (1), perché se io non fossi condannato che a dieci anni, non andrei alia Nouvelle e mi si lascie- rebbe in una prigione cellulare ; ed io non ne voglio sapere;... ucci- derei (1) piuttosto un guardiano della prigiore per essere sicuro di andaré alia Nouvelle Calcdonie (1). Dopo tutto , se voi mi tro- vaste pazzo, non vi sarebbe gran male. Sarebbe anzi assai bene ! Qualche mese di Saint-Anne (é un manicomio) e tutto sarebbe finito; preferirei ancora qnesto! Se mi vi lasciassero troppo tempo, cié non mi impedirebbe di dar la scalata al muro ».

Se costui non é un tipo físico e morale del criminale-nato, certamente il tipo non esiste.

10 . — Magnan {Ades du 2 e Gongrés d’anthropologie crimi- nelle, París, 1889) ci offre i ritratti di 8 criminali-nati, nei quali il tipo non esisterebbe.

Ora fra questi 8 ritratti, scelti a disegno, due hanno il tipo piü completo.

La prima, Margherita, che ha 12 anni, a primo aspetto non pre- senta, é vero, i comuni caratteri degenerativi, ma allorché si sa che essa ha soltanto 12 anni, si resta meravigliati della sua anó- mala precocitá, poiché ha la fisionomía di una donna di 20 anni. Essa ha le mandibole e gli zigomi molto sviluppati, le orecchie sessili, hipertrofia dei denti incisivi mediani, l’atrofia dei laterali e l’ottusitá del tatto; essa é il tipo completo, non della donna cri- mínale, ma della prostituta e Magnan ce la dá come esempio di assenza del tipo ! ! (V. fig. 29).


(1) Prova luminosa dell’azione moralizzatrice delle carceri e delle pene. Lombroso. — 8.


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Egli scrive iníatti ; « Margherita é una ragazza di 12 anuí sema stigmati psichiche di degenerescenza, lia una fisionomía da civetta e da van i tosa.

« Le sue collere solio violente; essa rompe tutto, minaccia sua madre, ruba e spinge suo fratello a rubare. Essa morde il suo piccolo fratello senza motivo, si mette una spilla fra i denti e lo invita a venirla a baciare. La sua memoria é buona. Sono i di- sordini sessuali che dominano in lei, onanismo fino da 4 anni,


Fig. 29. • Fig. 30.

onanismo boccale sopra suo fratello, tentativo di coito. Coll’etá, le sue abitudini di masturbazione divengono piü imperiose. Nulla puó contro le sue impulsioni onanistiche ; essa sfugge ad ogni sor- veglianza, legata squarcia le corde, si serve del suo tallone, si piega sul margine di una sedia. « Yorrei bene non farlo piü, dice » essa a sua madre, ma non mi posso comandare ».

« Ogni cura medica fu inutile, la cloridectomia si fece all’etá di 11 anni, e le fasciature erano appena levate, che i contatti rico- minciavano ».

Peggio é poi coll’altra, che é veramente una ladra-nata.

« Luisa C..., scrive di lei Magnan, dell’etá di nove anni, é figlia di up padre pazzo, in preda ad una eccitazione genésica abituale.

' 9 *'" % •



« Essa é di una intelligenza debole; i piü cattivi istinti si sono sviluppati in leí; essa é sempre stata incapace di attenzione e tur- bolenta. La tendenza al furto si é mostrata in lei fin daH’etá di tre anni; essa raecoglieva tutto ció che trovava, prendeva denaro a sua madre, rubava nelle vetrine dei negozi. A cinque anni fu arrestata da un agente di polizia e condotta al deposito dopo una violenta resistenza. Si diverte a vagabondare, grida, getta lo. calzo, le bambole nel cesso, si tira su le vestí nella strada; ha infine una eccitazione genitale forte : dall’etá di sei anni si nía- sturba e pratica l’onanismo boccale sul fratello: al Manicomio pra- tica l’onanismo in pubblico, e si lascia introdurre un pezzo di

legno nel retto da un’altra ammalata » .

$

Ebbene, secondo lui, essa non ha alcun carattere fisionomico morboso ; ora, come si vede dalla sua figura (30), essa, quantunque di soli 9 anni, ha il tipo piü completo del criminale-nato ; la fiso- nomía mongólica, la mascella e gli zigomi enormi; seni fron- tal!, naso camuso, prognatismo, assimetria, e piü di tutto, pre- cocitá. Sembra una donna, anzi, un uomo maturo.

Da tutto ció si vede che, quando si nega il tipo crimínale, non e giá perche esso non esista, ma perche o non si sa, o non lo si vuole vedere ; ed una nuova prova l’ebbimo a Bruxelles nel Con- gresso di antropología crimínale, ove uno dei molti pseudo-antro- pologi, Cuylitz, presentó la fotografía di un uomo col tipo com- pleto e che garantiva perfettamente onesto. Ora si trovó che egli aveva commesso solo... 50 reati.


II. Tipo crimínale nella donna. — Ma la frequenza dei ca- ratteri degenerativi analíticamente studiati (pag. 77, 78, ecc.), non ó sufficiente a darci una idea esatta del tipo crimínale nella donna delinquente, il quale tipo invece potrá spiccare chiaro dallo studio sintético dei diversi caratteri. , • " tC' :



¡ Media 2SG (LombroaoOttolenghi) . —

jl Donne criminaVi fotogr I 5G


! Proatitate di Grinialdi. .


! Media donne criminal*!


Media prostitnto j 22G j 33,6 | —

Í Pazzc (Roncoroni) I 40 ; 59 i 2 ,£


7 caratteri






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Chiamiamo tipo completo la riunione di quattro e piü caratteri degenerativi ; mezzo tipo la presenza di almeno tre caratteri de- generativi, zero tipo la presenza di una o due solé anomalie fi- siche o la mancanza.

Di queste ree esaminate 52 erano Piemontesi degenti nel carcere cellulare di Torino, e 234 condannate dell’ergastolo femminile appartenenti alie varié provincie italiane, specialmente meridio- nali ; perció in queste non tenemmo conto di quei caratteri che corrispondono al tipo étnico del paese a cui appartenevano ; come la brachicefalia nelle Piemontesi, la dolicocefalia nelle Sarde, la oxicefalia, la stenocrotafia nelle meridionali, ecc.

Considerammo puré secondo il tipo le 150 prostitute giá prima studiate nei singoli caratteri.

Procurammo di riunire secondo la stessa classificazione i dati di Marro, della Tarnowsky, di Grimaldi per paragonare i risultati ottenuti.

Uno sguardo alia Tabella V non puo a meno di sorprenderé pella concordanza dei risultati: le ultime nostre esaminate all’er- gastolo, corrispondono molto bene a quelle studiate in carcere; né i risultati ottenuti variano molto dalle medie che risultano dalle precedenti osservazioni quando si pensi alie possibili varietá di apprezzamenti di uno stesso carattere in diversi osservatori.

Da questo studio riassuntivo risulta:

1) La scarsezza del tipo crimínale nella donna crimínale ri- spetto alPuomo: stando al nostro gruppo omogeneo (286) si pre- senta nel 14 0[0, tenendo conto di tutte le altre osservazioni si giunge al 18 0[0, minore sempre della media riscontrata nell’uomo delinquente, 31 0^0 ; é perb notevole la differenza del tipo nella donna nórmale ove non trovossi che nel 2 O^O.

2) Nell’assenza del tipo crimínale si accordano meraviglio- samente tutti gli osservatori; infatti, dalle osservazioni di Marro risulta l’assenza del tipo nel 58.7 0[0, in quelle della Tarnowsky


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nel 55 0[0, dalle nostre esaminate all’ergastolo 55.9 OjO, da quelle esaminate in carcere nel 55.8 0[0; si ha cioé una media di 57.5 0[0 mancante di tipo crimínale.

Corrispondentemente il mezzo tipo risulta in proporzione pres- soché costante, nel 22 0[0 in Marro, nel 21 0[0 nella Tarnowsky, nel 29 0[0 nelle nostre dell’ergastolo, nel 28.9 0[0 nelle nostre del carcere, in media insomma nel 25.20 0[0.

3) La donna prostituta si differenzia notevolmente dalla cri- mínale per la frequenza molto maggiore del tipo che dalle osser- vazioni di Grimaldi risulterebbe nel 31 0[0, da quelle della Tar- nowsky nel 43 0|0, dalle nostre nel 38 0[0; insomma si ba una media del 37.1 0[0. A questa conclusione eravamo giá venuti stu- diando i singoli caratteri, e piii ancora studiando in modo com- pleto i diversi tipi delle prostitute-nate, come noi le chiamiamo, in confronto colle comuni donne criminali.

4) Differenziando ora la donna crimínale secondo i diversi crimini, le nostre ultime osservazioni sulle 286 criminali, fatte senza conoscere prima la natura del delitto e classificate dopo quando ci venne questo comunicato, ci mostrava prevalere il tipo crimínale nelle ladre, 15.3 0[0 e 16 0[0, e nelle assassine, 13.2 0¡0, ma piü ancora nelle condannate per corruzione, 18.7 0^0, in cui erano cómprese vecchie prostitute ove predomini il tipo crimínale. La minor frequenza troviamo nelle truftatrici, 11 0[0, e infine nelle infanticide, 8.7 0[0, che meglio rappresentano nella donna il cri- mine d’occasione.

Su 100 prostitute 78 hanno sviluppo pronuncíate della man» dibola, 16 sviluppo di peli alie labbra, di queste quattro sono membri d’una stessa famiglia.

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12. In. — Talmeyr (Sur Je J)anc) ci dipinge una vera banda di assassini e di ladri, che faceva capo alia ATere Berland (fig. 31-32), una giornalaia sempre ubbriaca che giaceva col proprio ragazzo e


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con dozzine di uomini e clie a poco a poco fece del figlio e dei ganzi un gregge di assassini. Ora il tipo di questa era uno dei piü caratte- ristici. Occlii pigiati, fronte sfuggente, testa piccola, orecchie sessili,


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(Thomas),


rughe numeróse, profonde, precoci, labbra spesse e storte, naso in cavato, mentó rientrante, faccia viriie.

La Thomas (fig. 33-34), alcoolista, libidinosa, che aveva com-




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te \ .fjf&tq g,

1




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messo parecchie centinaia d’aborti, cadendo íd accessi epilettico- alcoolisti súbito dopo che aveva compiuto il reato, ha assimetria facciale, le orecchie ad ansa e sessili, il naso obliquo, il labbro torto, assottigliato, e ricchezza straordinaria di rughe (1).

Questi due ritratti ci giovano per darci un 5 idea del tipo cri- mínale speciale nella donna; dico speciale in quanto che, anche quando é ti pico, é meno brutal e del reo-nato maschio.


(1) Devo questi due ritratti alia cortesia delTillustre principe Eolando Bona- parte, che ha una delle piü belle collezioni antropologiche d’Europa, e che per me appositamente li fece eseguire.


CAPITOLO VI.


Nuovi tipi criminali.


Ogni giorno si scopre qualche nuova specie, qualche nuovo tipo crimínale.

I. Vagabondo-nato. — II prof. Benedikt {Le vagabondage; Anuales d’hygiéne, 1891) ci presenta il tipo del vagabondo-nato.

« É un fatto incontestabile, scrive egli, che vi sono individui come vi sono razze intiere fra le quali il vagabondaggio é conge- nito : esso si rivela in tutte le condizioni, anche nelle piii sfavo- revoli al suo sviluppo.

« II primo suo elemento costitutivo é la nevrastenia física, morale ed intellettuale, che rende difficile o impossibile agl’individui di campare la vita col lavoro, o quanto meno con lavoro continuato, regolare e spontaneo.

« Nei vagabondi la nevrastenia morale, e soprattutto la debolezza della volontá, é dominante; dimodoché essi lavorano sotto una pres- sione morale, mentre sarebbero incapaci di lavorare in liberta.

« Un altro punto psicológico interessante h che nella psicología del vagabondaggio si osserva una certa periodicitá.

« La nevrastenia morale appare anche sotto forma di quella leggerezza che sacrifica la felicita di un mese, di piü anni ed anche di tutta la vita al godimento di un’ora. Vi ha una certa poesía e una certa attrattiva-geniale in questa leggerezza, che trascina


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alcuni individui a preferiré il primo posto fra gli uomini leggieri, anziché P ultimo fra gli onesti.

« Un altro elemento del vagabondaggio é la claustrofobia, senti- mento irresistibile di angoscia in locali chiusi e stretti. Piü questo sentimento é sviluppato nella prima gioventü, piii entra incoscien- temente a far parte del sentimento generale, ed esso agisce tanto piü sulle abitudini delPindividuo.

« Questo stato non e esclusivamente e originariamente nervoso, ma senza dubbio dipende anche dalle condizioni degli organi della respirazione e della circolazione.

« La claustrofobia ha una grande azione nella psicología delle razze e delle tribu vagabonde, che cosí difícilmente si adattano ad una colonizzazione e ad un soggiorno fisso.

« Un altro elemento psicológico del vagabondaggio e la sovraec- citazione psichica generale, piü congenita che acquisita, la quale impedisce a coloro che ne sono affetti di dedicarsi al lavoro continuo e regolare.

« Perciü perdono sempre i frutti del lavoro passato, il loro stato economice diviene ognora piü triste ed essi perdono la confidenza dei loro padroni.

« Ed e allora soltanto che il vagabondaggio, acquisito o conge- nito, diventa un flagello per la societa, specialmente se gPindividui affetti sono poveri. Invece, allorquando hanno una rendita assicurata, possono essere i membri piü amabili della societa » .

Quanto ai rapporti del vagabondaggio colla delinquenza, chi ha studiato il poltrone incorreggibile e certi uomini incostanti, inquieti anche in buone posizioni sociali, sa che costoro possono avere tutte le virtü possibili e niuna tendenza viziosa o pericolosa per la societa; tu puoi trovare, perlino, dei veri eroi di virtü fra i vagabondi-nati, che soffiono magari la fatne, la sete, il freddo, la sporcizia, lo sprezzo e l’egoismo deU’uomo, ma restaño onesti per tutta la vita. Per quanto la loro intelligenza lo permetta, si dedicano a certi mestieri zingareschi e preferiscono moriré di farne piuttosto che delinqnere.


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Fra costoro trovi dei pensatori ed anche degli studiosi, che di- verrebbero abilissimi, se per rinscire non fosse necessario un lavoro assiduo e prolungato.

Taluni si ritiravano in altritempi nei conventi,ove poterono, colla loro rassegnazione e col lavoro monotono e forzato delle preghiere, diventare dei semi-santi. Ma altri, malgrado tutte le buone dispo- sizioni per l’onestá, si lasciano trascinare al delitto da una tendenza speciale; essi vogliono essere rinchiusi per qualche tempo, ed é prin- cipalmente nella stagione fredda che vi riescono. Si riconosce il movente di questi delitti, perché sono commessi a bella posta sotto gli occhi del pubblico e della questura. Altre volte il bisogno, il disinganno, l'odio contro la societá che loro rifiuta qnel poco che domandano, li spinge a delinquere, e li trascina fino alFomicidio. liistabilito poi l’equilibrio dei sentimenti, sono accasciati dai ri- morsi, dal disgusto della libertá ed anche della vita stessa, e spesso si dichiarano spontaneamente piü colpevoli di quanto realmente non siano. Questi reati per tale sentimento speciale hanno un interesse sotto diversi punti di vista. Queste due forme di delitti, quelli per tendenza speciale e per emozione, possono in gran parte essere evi- tati, se il principio di trattamento dei vagabondi qualificati fosse messo in pratica. In ogni modo, questi individui, dopo scontata la loro pena, devono essere trattati come vagabondi pericolosi. Oltre a questi gruppi di vagabondi delinquenti d’occasione, ve ne sono altri, vagabondi e delinquenti nello stesso tempo; e gli elementi costi- tuenti il vagabondaggio entraño generalmente anche nella psicologia dei delinquenti-nati. — Vi é ancora un’altra categoría di vagabondi criminali, e sono i criminali diventati vagabondi per il trattamento avuto in societá dopo espiate le pene.

I due ultimi gruppi indicati devono essere trattati, anch’essi, dopo l’espiazione della pena, come pericolosi.

Con cié forse si riuscirebbe ad impediré la maggior parte dei delitti commessi da recidivi male sorvegliati. Si vede dunque che


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un’azione intelligente della societá contro i yagabondi pué avere un enorme effetto di prevenzione e di proibizione, se quest’azione é veramente scientifica, cioé se riposa sulla conoscenza dei fatti e de- riva da teorie morali.

Una colonizzazione piü o meno libera di vagabondi qualificati potra produrre buoni risultati?

Bisogna risppndere negativamente. Vi sono bensi molti delin- quenti che potrebbero essere buoni coloni, utili ed onesti, ma la pigrizia dei vagabondi ed il loro disgusto di un domicilio fisso li rendono incapaci di formare una colonizzazione pratica.

2 . Imbecilli vagabondi. — Forse si capirá meglio questa nuova specie di delinquenti ravvicinandoli a taluni imbecilli descritti dal dott. Sollier. Certi imbecilli, scrive egli ( Psychologie de Vidiot et de Vimbécüe ), non si dánno ad alcun lavoro, nonostante tutte le sollecitazioni possibili.Essi restaño dei giorni intieri senza far nulla, a veder lavorare gli altri, a dar loro sovente dei consigli sul modo di regolarsi, e finiscono per credersi occupatissimi, perché vanno e vengono, e disturbano tutti nel loro lavoro. Se i primi lavorano male, questi non lavorano niente affatto.

II bisogno di vagabondaggio é sviluppatissimo fra gli imbe- cilli. Partono senza sapere dove vanno, camminano sempre dritto innanzi a sé, abbandonando la famiglia senza preoccuparsi dei loro mezzi di sussistenza.

Dai ricoveri si vedono spesso evadere anche a due, a tre, cam- minando notte e giorno, e specialmente la notte per nascondersi di giorno, e andaré in cerca di lavoro nelle cascine per aver il diritto di passar la notte nel pagliaio od avere un po’di pane, fintantoché, spinti dalla necessitá, arrivano in una gran cittá, dove son arrestati.

Ma se un desiderio strano di liberta spiega fino a un certo punto queste idee di vagabondaggio per certi imbecilli poveri, non vale per quelli che trovano in famiglia tutto il necessario possibile.


M. X., figlio di un ricco industríale, é divenuto completamente imbecille in seguito ad una febbre tifoidea: egli é in casa sua og- getto di tutfce le attenzioni e di tutte le cure, e gode della massima liberta. Tuttavia abbandona di frequente la casa per errare all’av- ventura in cittá. Quando esce accompagnato, s’allontana con un pretesto qualunque dalla persona incaricata di sorvegliarlo, ed in- vece di ritornare, se ne va da un’altra parte, piü spesso senza meta.

Queste fughe, assai frequenti fra gli imbecilli, sono dovute pro- babilmente alia loro instabilitá naturale. L’indisciplina é un vero carattere del loro stato, che si collega del resto molto bene col loro bisogno di vagabondaggio. E sono sempre i medesimi: per lo piü cattivi soggetti che non vogliono far nulla né alia scuola, né all’of- ficina, che nei ricoveri organizzano delle piccole scappatelle, fomen- tano le piccole insurrezioni contro i guardiani e trascinano i piü deboli a seguirli. Pare che non siano capaci d’attenzione che per far del male.

3. Tipo femmineo. — Brouardel ci descrisse al Congresso d’an- tropologia criminale di Parigi ( Actes ciu II Congres , 1889) un tipo che io aveva dimenticato (ed era una grande lacuna), cioé quello del delinquente-nato semi-femmineo.

« L’intelligenza, scrive egli, del monello di Parigi, é viva, lo spirito precoce. Generalmente é piccolo, accorto, pronto a rimbec- care, intelligente, molto destro e disinvolto, ma a 12-16 anni questo ragazzo é ancora piccolo, ha lo spirito lento e senza volontá: ha súbito un arresto di sviluppo all’epoca della pubertá, e la sua con- formazione corporale é restata come stazionaria. Ha il pene gracile, testicoli piccoli, pelo raro, la pelle glabra e barba rada. Lo sche- letro non raggiunge lo sviluppo di quello di un maschio, il bacino s’ingrandisce, e le forme divengono tondeggianti ( potelées ), a causa del grasso che invade il tessuto sottocutaneo, e fa ingrossare il petto ».


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Egli ha osservato che questo stato anatómico persiste, poiché individui di 25 a 30 anni presentano lo stesso aspetto.

Cosí in un uomo di 32 anni ha trovato all’autopsia un’atrofia degli organi genitali; la vescica, la próstata, i muscoli ischio caver- nosa erano quelli di un fanciullo. Gli é verso i 16 o 18 anni che ingrassano; le loro forme s’arrotondano, ed essi assumono un’anda- tura femminile.

I due caratteri predominanti della degenerazione di questi fan- ciulli delle grandi cittá sono l’ariditá intellettuale e l’inettitudine genética. I fattori che concorrono a quest’impoverimento intellet- tuale sono complessi: il lavoro nell’officina, il soggiorno in locali poco salubri, la crápula precoce , l’alcoolismo prematuro ; e noi aggiungeremo Tereditá.

« Sotto il punto di vista psichico, scrive ancora Brouardel, vi si trova uno spirito scettico, motteggiatore, indiferente a tutto; e soprattutto dal lato morale un’assenza completa di discernimento del bene dal male. Questi giovani possono apparire brillanti quando narrano un fatto di cui furono testimoni ; ma se vogliamo sapere cid che pensano, ci accorgiamo che assolutamente non pensano a niente, perché non hanno discernimento, né mai l’idea del rimorso ha ger- mogliato nella loro coscienza.

« Non hanno l’attitudine genética propria del sesso maschile, e siccome hanno poi somáticamente una specie di conformazione fem- minile, essi sono presto arruolati dagli agenti della pederastía.

« Yediamo, continua Brouardel, ora cié che avvenga di questo stesso tipo nel centro borghese. Domandate ai parenti cié che pen- sano del loro fanciullo quando ha dieci o dodici anni : é sempre un piccolo prodigio; ed infatti é cosí scaltro, ha dei motti e scatti spi- ritosi, che a quell’etá lo rendono interessante. Poi osservatelo all’epoca della pubertá: il suo sviluppo é difficile ed irregolare. Ne osservai uno che in 3 anni aveva guadagnato 2 centimetri in sta- tura, e che in seguito in 3 mesi é cresciuto di 12 centimetri. Tal-


volta anche certe partí del corpo hanno uno sviluppo sproporzionato in confronto alie altre; e quando, per esempio, il piede e l’articola* zione peroneotibiale non si sviluppano simultáneamente ne possono derivare forme di tarsalgia. Tutto ció non va disgiunto da disturbi generali : dispepsia, anoressia, nevrastenia, ecc. E nello stesso tempo in taluni s'aggiunge l’obesitá, di cui si parlo piü avanti ».

Sotto il punto di vista genético, si riscontra lo stesso arresto complicato spesso a diversi accidenti; e spessissimo Brouardel ebbe occasione di aprire ascessi mammellari a fanciulli dai 12 ai 15 anni. 11 medesimo fatto venne segnalato a Lione, Lilla, Roano, che sono tutte cittá manifatturiere. Egli ha seguito qualcuno di questi giovanetti fuori del collegio. Spessissimo sono semi-impo- tenti; e quando prendono moglie, restaño sempre poveri mariti che non hanno mai figliuoli.

Che cosa é avvenuto della loro intelligenza?

Generalmente restaño sufficientemente intelligenti per riescire a subiré gli esami di laurea. Ma é loro impossibile di fermare lun- gamente l’attenzione sullo stesso soggetto e di approfondirlo, perché sono molto superficiali. Se pittori, la qualitá dominante sará il colore, e non riusciranno che dei decoratori; se poeti, avranno la rima rícchissima, la forma brillante, ma senza idee, e spesso sa- ranno decadenti. Nel ceto opérajo, se essi non sono morti prima d’essere adulti, faranno Yarticolo di Parigi.

4. Spia-nata. — Dmitri Drill nel suo classico libro: I delin- quenti minorenni , di cui parleremo un’altra volta, ci ha lasciata una bellissima descrizione di un delinquente-nato dotato di alta intelli- genza. Sarebbe lo spione-nato.

« Yi é un tal detenuto chiamato Kataeff, che é un vero flagello dei compagni non che del personale amministrativo del carcere.

« É un individuo scaltro, estremamente fine e vivace, ma nello stesso tempo disordinato al massimo grado ; dotato di un carattere


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talmente inquieto ed attivo, che non potrebbe passare una sola giornata senza avere inventato o tramato una nuova impiesa. Ka- taeff alie volte dava consigli, talvolta cercava di scoprire qualche reato de’ suoi compagni, ora falsificava i sigilli, ed alie volte de- nunziava i compagni. Sapeva carpiré confidenze dai condetenuti, prodigando loro dei consigli. Dai disertori si faceva dire il nome ed i delitti, e dopo ipocritamente insegnava loro a fare le de- posizioni in modo da ingannare la giustizia. Parecchi detenuti, avendo seguito i consigli di Kataeff, erano riusciti a liberarsi dai carcere, oppure a cambiare la detenzione in deportazione; altri, fug- giti dai carcere correzionale, si erano arruolati nell’armata sotto nomi falsi. Poi, quando Kataeff conosceva i difetti di ciascuno, li divulgava, forniva le prove contro i vecchi compagni, ed in questo modo ne causava la perdita. Nel denunciare i compagni, agiva senza vantaggio personale, ma peí solo vile pi acere che provava nel far soffrire gli altri. Infine le denunzie divennero come il suo ele- mento, e sotto questo riguardo i detenuti e le guardie non gli basta- vano piü : allora componeva memorie destinate a cadere sotto gli occhi dei capi, scriveva lettere anonime agl’impiegati superiori, de- nunciando una quantitá di persone come colpevoli di ogni specie di delitti nelle diverse cittá e provincie di Russia. Faceva piovere pu- nizioni su punizioni sui guardiani, denunciava agli ufñciali i com- pagni di prigione; denunciava gli ufñciali stessi ai superiori, e costantemente domandava di parlare al capo di polizia per comu- nicargli un segreto di Stato dei pin importanti. Dopo aver ricevuto qualche favore dai guardiani delle prigioni, li denunciava immedia- tamente per questi favori stessi ».

5. Genio reo-nato. — Havelock-Ellis nel Criminal man ci diede últimamente il ritratto di un delinquente-nato che era scrittore di genio, il che potrebbe essere una nuova prova del rapporto del genio colla follia morale.


Lombroio. — 9.


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Tilomas Waimoright, conosciutissimo in quell’epoca come autore degli Essais et critiques , ebbe un nonno puré scrittore e sospetto di delitto. 11 padre e la madre morirono giovani. Egli venne allevato in un elemento letterario ed artístico, ma era vanitoso ed instabile e sempre attratto dalle frivolezze. Giovane ancora, restó qualche tempo nell’esercito, e dopo uscitone, trovandosi a Londra, diceva di se stesso:

« La mia arte benedetta ha toccata la rugiada colla sua pura ed alta influenza; le nebbie malsane sono púrgate, ed essa piange la- grime di felicita e di gratitudine sopra i poemi di Wordswourth.

« Ma queste serene contemplazioni furono spezzate (egli scriveva parecchi anni prima di cominciare la carriera del delinquente) da una malattia acuta di muscoli e di nervi e daH’ipocondria !

« Sono sempre stato sull’orlo dell’abisso della follia, ma un abile dottore ed un’affezionatissima ed infaticabile nutrice mi hanno finalmente libérate da queste cause tristi e mortali e affranto dopo una lotta dolorosissima.

« Le occupazioni regolari mi erano impedite ».

Allora cominció a scrivere sotto il nome di James Ventercok i suoi Essais et critiques , riferendosi specialmente agli artisti ita- liani e francesi moderni. Affettava grande sentimentalismo. E tut- tavia ncercava le volgarita e palesava istinti sordidi. Aveva gusti sensuali d’ogni maniera, e tutti i suoi mezzi non erano sufficienti per soddisfare i desideri di lusso, di profumeria e di gioielli. Non poteva vivere senza oggetti di lusso, precisamente come María Schneider non poteva vivere senza confetti, né dolci. All’epoea in cui i suoi lavori letterari cessarono, falsificó una procura a nome di un suo pompagno, appropriandosi una somma di 5000 lire sterline, mentre non aveva diritto che ai soli interessi annuali.

In quell'epoca quesio reato era punito di morte.

Non fu scoperto che dopo 12 anni. Lo si descrisse come un da- merino brillante, spiritoso, abile, ingegnoso e senza cuore. Sposó


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una giovinetta povera, ma di temperamento gaio e brillante; la madre, vedova, viveva con due sorelle. Essi facevano vita miserabile, ma uno zio, M. Griffiths, che era ricco, offri loro di clie vivere sotto il proprio tetto. Quest’offerta venne súbito accettata, ed un anno dopo M. Griffiths morí dopo breve malattia lasciandoli eredi di tutta la sua sostanza. Ma questi denari durarono poco tempo. La suocera e le due figlie di questa fecero degli sforzi infruttuosi per guadagnare di che vivere, e finalmente furono obbligate a cercare ricovero in casa di M. Waimoright. Dopo poco tempo la suocera mor!, ed una sua figlia la seguí in breve tempo.

Le due defunte erano, durante la malattia, assistite dal Waimo- right, che loro amministrava una polvere bianca. Tutte e due mo- rirono cogli stessi sintomi dello zio Griffiths. Dopo la morte di questa ragazza, si constato che era assicurata sulla vita presso parecchie societa d’assicurazione per 18,000 ls. (450,000 ñ\). Essa era molto bella e godeva molta salute. Le compagnie d’assicurazione rifiutarono il pagamento del premio, e vinsero la lite. Waimoright, che dopo la morte della giovane si era separato dalla moglie, abbandonól’Inghil- terra e si stabili a Boulogne sur Mer con un individuo di modesta fortuna e che viveva con sua figlia. Kiusci a persuadere quest’uomo ad assicurarsi sulla vita e gli procuró un risparmio sul prezzo d’as- sicurazione; poco tempo dopo quest’ultimo morí puré repentinamente. Waimoright viaggió allora in Francia sotto un falso nome, ma cadde nelle mani della polizia e le sue scuse essendo poco soddisfacenti, fu incarcerato per sei mesi. La polizia tráncese scopri della stricnina nelle sue tasclie, ma ritenne ció come un’eccentricitá inglese. Senonche appunto in quel tempo veniva spiccato un mandato di cat- tura contro lui daH’ínghilterra, e coll’aiuto di una donna egli vi venne attirato di nuovo epoi arréstalo e condannato alia deportazione a vita. Allora i sospetti del medico, che aveva curato la ragazza che mor!, furono risvegliati e Waimoright stesso, dopo la condanna, confessó i suoi avvelenamenti. Un giorno gli si domandó: « Come


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avete potuto uccidere lina creatura cosí innocente e fiduciosa come lo era Elena Abercrombie? ».

Dopo qualclie minuto di riflessione rispóse: « Per veritá, io non lo so, a meno che ció non sia perché aveva le gambe grosse ».

Egli era molto vanitoso. Ció che oífendeva María Schneider era l’obbligo di dover mangiare pane asciutto; — ció che umiliava W; aimoriglit era di portare i ferri ai piedi nella stiva del battello : « Essi credono ch’io sia un disperato ! lo, il compagno dei poeti, dei filosofi, degli artisti e dei musici, un disperato ! ! »

A Nobert-Poron egli tentó di avvelenare due persone che avevano eccitato la sua animositá. Lo si descrive con una testa massiccia, occhi incavati, la mascella quadrata ( carrée ), solida, i capelli scuri e lunghi; zoppicava ed aveva un’espressione ripulsiva ed affasci- nante nello stesso tempo. Di rado guardava in faccia. La sua con- versazione e le sue maniere erano estremamente gioviali, non era mai esagerato, e nemmeno ebbe abitudini grossolanamente sensuali ; era mangiatore d’oppio e provava un piacere perverso a difamare coloro che gli testimoniavano amicizia. Era fuggito e detestato da tutti ad eccezione di un gatto peí quale nutriva un’affezione straor- dinaria. (Ho giá dimostrato l’attrazione del delinquente-nato per le bestie). Morí d’apoplessia nel 1852 all’eta di 52 anni; egli fu certamente un’altra prova dei legami del genio col delitto e la pazzia morale.

6 . Pazzo morale e reo. — Nel Journal of mental Science, numero d’ottobre 1885, Percy Smitli, assistente a Bethleem-Hospital, ri- porta questo caso típico clie dimostrailparallelismo del pazzo morale col delinquente-nato.

« B. fin dall’infanzia amava torturare gli animali domestici, e trattava con crudeltá i membri piü giovani della famiglia.

« Era taciturno, poltrone, traditore e malvagio.

« Una volta attiró un giovinetto in un luogo solitario, e dopo


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averio spogliato degli abiti si mise a frustarlo con una lunga verga di salice. Non contento di questo lo morsicó crudelmente e lo graffió in diverse parti del corpo, minacciando di ucciderló con un coltello da tavola se domandava soccorso.

« Poco dopo fu arrestato per aver tagliato la gola ad un cavallo di proprietá d’un vicino. II vicinato si era vivamente allarmato te- niendo peí bestiame. Infatti ne trovavano spesso al mattino colla gola ferita e rimarcarono puré che i volatili diminuivano in modo insólito.

« Allorquando B. fu arrestato, confessó che non solamente era l'autore di quelle uccisioni, ma che aveva ancora mutilato altri ani- mali e che aveva ucciso i volatili torcendo loro il eolio e poi li aveva nascosti. Per questo reato fu condannato ad un anno di car- cere. Dopo scontata la pena ritornó a casa e tentó strangolare un fratello piu giovane che dormiva con lui. Quando giunse la madre il fanciullo era quasi soífocato.

« Rubó una somma rilevante nella scrivania del padre e tentó fuggire; ma fu arrestato e condannato a sette anni di penitenziario.

« Ritornato libero, s’arruoló in un reggimento di cavalleria. Un giorno condusse il suo cavallo in una palude profonda, lo picchió finche fu completamente nella melma, poi l’abbandonó. Al domani il cavallo fu trovato morto.

« B. disertó, poi, e ritornó in famiglia. Una sera il padre pelando una mela si taglió la mano ed il sangue sprizzó. Egli diventó pallido, inquieto e nervoso. Fuggi di casa, s’introdusse nel cortile di un podere vicino ove taglió la gola ad un cavallo rifugiandosi poi nei boschi. La, vedendo una giovinetta che coglieva foglie, s’avventó su essa e la stupró. Per quest’ultimo reato fu condannato al ca- pestro, ma la pena gli venne commutata in carcere perpetuo. In capo a 10 anni fu graziato. Ritornando al suo domicilio entró in una mandria, prese un orvallo, l’attaccó ad un palo telegrá- fico e lo mutiló in modo abbominevole facendogli un’incisione al eolio, un’altra al ventre e tagliandogli la punta della lingun.


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« Inviato all’asilo di Kingston, cinque anni dopo fuggi, sorprese una giovinetta e cerco violarla. Ritornato all’asilo tentó castrare un povero idiota, e colpi con una forclietta il ventre di un altro irnbe- cille. Uccideva tutti gli aniraali che poteva trovare. Spingeva molti ammalati a masturbarsi ed introdusse le piü cattive abitudini in quella casa.

« Era un gran poltrone, e se la pigliava sempre colle persone deboli, ragazze, fanciulli, alienati, animali, uccelli, ecc. ».


CAPITOLO VII.


Tatuaggio.


Gli studi sul tatuaggio, che parevano esauriti dopo i tanti e bJ- lissimi di Severi, di Lacassagne, di Lucchini, puré danno ogni aunó nuove e curiosissime rivelazioni.

I . Uomini. — Gurrieri e Moraglia (Note sul tatuaggio osceno nei delinquenti ; Ardí, psich. , XIII, fase. II-II1), ci mostrano fino a che punto giunga l’oscenitá nei tatuaggi dei rei-nati; essi ci parlano di un sorvegliato morto a Firenze in S. María Nuova per sifilide ter- ziaria, che portava sulla regione epigástrica una donna nuda, piegata col corpo in avanti, con una mano sul pube e nell’altra una brocea che versa acqua in una scodella messa per térra; dietro a lei, in piedi, sta un uomo puré nudo con enorme pene eretto in atto di so- domizzarla. Sotto v’é tatuata la scritta: OI Quanto é bello il culo di Carolina.

Costui porta puré tatuata una donna con mammelle voluminose cadenti, i capelli disciolti con in mano una specie di cerehio poggiato sopra un altro cerchio piü grande. I due disegni alludevano ad una lavandaia sua amante.

R. L., veneto, d ? anni 50, figlio di padre apoplético, alto m. 1,57 e pesante 64 chg., con orecchie ad ansa ed assai defórmate, i capelli ha neri ma rari, peli neri e rarissimi, i genitali normali.Giá arrestato sette od otto volte per rissa e rivolta ai pubblici agenti, ed attual-


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mente condannato a 16 anni di lavori forzati per istupro consumato su fanciulla quindicenne, della cui madre egli era 1 amante, aveva un tatuaggio, di cui egli era, piú che lieto, superbo, e che gli ornava ambo le braccia ed il petto. Su quest’ultimo ha segnate due stelle a cinque punte, collocate ciascuna sovra una mammella. Sul braccio sinistro poi i tatuaggi sono disposti neU’ordine seguente:

Fra il pollice e l’indice della mano destra una croce, fatta inci- dere a 20 anni.

Sul dorso del polso una donna vestita, rozzamente disegnata, alta 15 centimetri, fatta fare a 15 anni.

Al di sopra un cuore trafitto con una piccola croce e di flanco, un po’ superiormente, una semplicissima crocetta.

Al di sopra ancora, alto mm. 85, un uomo nudo, con un membro enorme, eretto, intento a masturbarsi. Superiormente poi evvi una donna nuda, alta mm. 65, con le gambe divaricate, intenta anche essa a masturbarsi sopra un vaso da notte appoggiato al suolo. Anche questi due tatuaggi furono fatti eseguire a 15 anni. Nell’in- terno del braccio, poi, spicca il seguente tatuaggio, lungo in tutto mm. 165, e fatto eseguire a 16 anni: C : Z, un cuore trafitto con piccola croce, due spade incrociate, 1868 , e sotto 2 cuori incatenati traversati da una freccia.

Sul braccio sinistro, infine, i tatuaggi sono nell’ordine seguente:

Sul carpo un cañe da macello con collare, che rassomiglia pero ad un torello munito dol giogo. Al disopra una croce a piü braccia, e poscia una testa coronata. Questi tre tatuaggi com- prendono una lunghezza di 205 mm. Ad 8 centimetri e mezzo al disopra evvi un guerriero medioevale, munito di lancia, sovra un cavallo al galoppo, abbastanza finamente disegnato. Sul davanti del braccio, infine, havvi una donna nuda, alta mm. 145, adorna di stelle, la quale con una mano divarica la vulva e fa colare i mestrui sovra un vaso da notte che ha fra le gambe.

Essendosi il dott. Moraglia soffermato alquanto ad osservare


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quest’ultimo tatuaggio, l’R. gli disse che conosceva un compagno libero, il quale aveva sul petto inciso un gruppo rappresentante due donne, l’una in piedi e l’altra in ginocchio, in atto di compiere il cunnilingio , ed un uomo esercitante il coito a posterior i su quella ritta, che veniva cosí a trovarsi nel mezzo.

Interrógalo l’R., rispóse che incominció a masturbarsi a 13 anni ed a praticare le donne a 15. Dichiaró inoltre di amare sia le donne che il vino, ma piü quest’ultimo, e negó il reato, affermando che egli, dormendo nel medesimo letto con la madre e con lafiglia, usó dell’una e dell’altra senza mai usar violenza, della figlia solo quando la madre al mattino si assentava per andaré in cucina a preparare il cañe. Ma il suo tatuaggio evidentemente prova la sua capacita a delinquere in reato di libidine, ne e anzi un nuevo ed importan- tísimo indizio.

2 . Minorenni. — Sui 170 corrigendi dell’anno 1889-90 nella R. Casa di Custodia di Bologna, scrive Gurrieri ( Archivio di psichiatria , XII, p. 434), si sono notati 56 tatuati, vale a dire il 31,76 OiO.

In tutti i segni tatuati sono bene conservati, meno che in due alquanto sbiaditi.

Un veneto condannato per ribellione alia forza pubblica, porta sul braccio sinistro la parola Menegon e Morte al fratello; sul petto una mano, un 'áncora, due volte il monosillabo Giu ed altri segni indecifrabili.

Suddividendo ora questi giovani secondo il genere di reati com- messi e pei quali subirono condanne, abbiamo: per ribellione alia forza pubblica 1 — ozio e vagabondaggio 2 — reati di sangue 3 — furto 34 — senza indizio di reati commessi 14.

3 . Tatuaggi nella « Mala Vita ». — Su 179 addetti alia Mala Vita , che diede luogo al celebre processo dei camorristi di


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Barí (Ardí, di psidi., XII, pag. 578), 70 erano tatuati. I tatuaggi di cui si parla spesso in questo processo, si facevano tanto nelle carceri che fuori, nella bottega di un barbiere, Luigi Strambelli.

Molti tatuaggi si riducono a croci ed iniziali.

Abbondano anche le armi, sciabole, spade, rivoltelle, le teste di donne, le figure umane in genere.

Un imputato porta sul petto il nome di Fanelli Andrea e di Andrea Rinaldi (un capo della banda), una stella, e fra i due nomi un solé. Cuori, serpi, teste di guerrieri antichi, vasi di fiori, ancore non mancano: é un alfabeto? Sono geroglifici, o capricci, o scempiaggini, come dicono gli accusati? é probabile.

Giovanni Del Buono ha sul petto: Morli Alimvami triomvati pimiien culi (1), e da un lato, il sinistro, una figura di uomo ar- mato di pugnale in atto di battersi. Sul braccio sinistro le iniziali P. G. C. D. A. R. (2). Sulla mano destra una catena e un flore.

Un tatuaggio forse piuttosto militare che rivelante tendenza al delinquere o vizi inconfessabili é quello di Michelangiolo Diana, il quale sul braccio destro ha una figura di ballerina, con le parole : Amor mió, e sul sinistro: 89° Reggimento di fan feria, Viva Vitalia !

Invece altri portano scritti i nomi giá citati di Andrea Fanelli e Andrea Rinaldi, quasi segni di riconoscimento deH’affigliazione.

Michele Fiori ha un mezzo busto di guerriero, un cuore con una spada, e il nome: Nardella , all’altro braccio un altro cuore, un’altra spada, le iniziali N. S. P. M. e il nome: Tiali.

I tatuaggi sono spesso religiosi : sembrano condotti con lo scopo d’invocare protezioni dal cielo o anche come preservatore dai peri-


(1) Morte all’infame trionfatore, prendí nel culo.

(2) Giá nel? Uomo delincuente, vol. I, mostrai che nell’ Italia del Sud il tatuaggio crimínale spesseggía di iscrizioni od iniziali.


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coli, come: Vergine del Carmine , guardanu tu. Uguate preghiera porta tatuata sul petto Emanuele Mercoledisanto.

Andrea Rinaldi ha sul petto due pugnali, due scudi, due cnori, una corona, una ballerina sopra una palla e le parole: Melarosa Michele — Amore di famiglia; al braccio sinistro: Santarelli Silvestro , L. B. S. P. P. G. G..

L’artista dei tatuaggi é stato sobrio di questo genere di orna- mento per se stesso. Infatti Luigi Strambelli si contenta per sé delle lettere S. R. e della parola Calzolaio sul braccio destro e di un uccello sul petto. Appena il necessario per comparire in societá !

Traversa Tommaso ha invece sul corpo una vera gallería di fi- gure, di simboli, di ornamenti diversi.

Oltre una ballerina, due stelle, due cuori, una catena e un’áncora sul petto, e al braccio sinistro un: Viva Vitalia , col ritratto di Garibaldi, un’aquila, un angelo, un sacramento, un M.G.1884T. T., una cometa, una catena, un bersagliere, una ballerina, una testa di brigante e un cavallo, anche la mano sinistra egli ha rabescata con un G. S., una rivoltella e la parola Vita, seguita da T. T. Sul pol* lice due pugnaletti e sulle dita mignolo e anulare due anelli. Al braccio destro: il leone di S. Marco con la scritta: Viva la liberta, Assicurazione di Venezia , una testa di guerriero, un diavolo con una ragazza sulle spalle e la scritta: Non ti fidar di me se cuor non Jiai, un braccialetto e una ballerina con un cerchio in mano. Sulla mano destra poi sono due pugnaletti con catena.

II Traversa ha tatúate anche le gambe. Sulla destra si legge il nome: Traversa Tommaso e una nave con sotto: Corazzata , Viva la Repubblica e morte ai topi, un vaso con due fiori, due scuri e motto: Italia; una farfalla, una catena con Táncora, una ragazza ignuda, un sacramento e una testa di uomo. Sulla gamba sinistra un uccello, un’áncora e poi la scritta : Piangete donne e lagrimóte forte, che una forma come qnesta ... non la troverete fino alia morte , un serpente, il solé, un pugnale, una croce, un altro serpe, un altro


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cavallo, un mezzo solé, un guerriero che uccide un serpente con una spada, un'altra croce, áncora, P. P. P. D. F. e un cuore, un braccia- letto.

Anche Pasta virile ha traccie di tatuaggi.

Giustamente e seguendo i dettati della nuova Scuola, il Procura- tore del Re addusse questi tatuaggi come indizii di criminalitá e criminalitá associata.

4. Tatuaggio simbólico e DELiNQUENZA. — II caso piü impor- tante di tatuaggio studiato finora fu quello di Santangelo.

« Spiteri Francesco, scrive il dott. F. Santangelo (Pisani, Palermo, 1892), nel mese di maggio dell’anno scorso presenta- vasi nell’Ospedale S. Saverio per pleurite sinisira. Ecco la sua auto- biografía :

« Mi cliiamo Spiteri Francesco fu Carmelo da Alessandria di Egitto. Conto 37 anni dacché mia madre mi regaló al mondo. La mia vita é stata molto dolce ed avventurosa; le donne sono state sempre la mia passione, Venere la mia stella.

« Da bambino ho sempre dato mostra di esuberante vitalitá: A sette anni incominciai a masturbarmi; a dieci anni non com- piuti adescando i miei coetanei sulla barca giornalmente me ne servivo contro natura; a sedici anni per aver tentato due volte violentare mia sorella, mió padre cacciommi di casa e non volle mai piü vedermi. D’allora in poi menando vita peregrina e facendo tutti i mestieri mi son divertito ed ho girato il mondo.

« Non ho mai fatto male a nessuno. Una volta mi accusarono di aver ammazzato due Turchi, e poi di aver ferito alcuni Fran- cesi, ma non é vero; forse quando il sangue mi ha girato per la testa avró fatto qualche cosa. Sono stato parecchie volte in prigione, ma per poco tempo, perché gli aomini d'onore sono sempre messi a libertá.

« Mió padre essendo ubbriacone mor! per apoplessia, mia madre


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buona e pacifica morí di colera, mia sorella fa l’innamorata d’un ufficiale iüglese in Alessandria.

« Di tutt’altro non pensó niente, lo potete vedere nei miei di-

segni (accennando ai varí tatuaggi). Non diró piü nulla

lasciatemi in pace !...».

Esame somático. — Costituzione robusta — sclieletro forte e bene sviluppato. — Pesa cbg. 86 — Statura m. 1,78 — Perimetro torácico m. 0,94. — Grande apertura delle braccia m. 1,83.

Antropometría (cranio). -- Indice cefálico mm. 81,57. — Circon- ferenza orizzontale totale mm. 558. — Capacitá cranica mm. 1401.

Orecchie egualmente impiantate ai due lati, ben confórmate, ma asimmetriche, essendo ad ansa la sola sinistra — Padigliooe largo mm. 36 a destra e mm. 42 a sinistra, lungo mm. 63 a destra e mm. 68 a sinistra — Lobulo piccolo e fuso — Tuber- colo di Darwin.

Sensibilitá. — La sensibilitá térmica é quasi nórmale.

Abolita completamente la sensibilitá dolorifica ; si puó trapas- sare con un ago una piega della pelle senza che ¡'individuo ac- cusi il mínimo dolore.

Senso cromatico, conservato. — Forza visiva molto diminuita a destra.

Riflessi. — Riflesso cutáneo plantare abolito. — Ascellare puré abolito. — Riflessi delle mucose conservati. — Riflessi iridei nor- mali a sinistra, diminuiti a destra. — Riflesso del tendine di Achille nórmale. — Rotuleo diminuito si a destra che a sinistra.

Motilitá. — Nórmale la motilitá generale e speciale. Al man- cinismo sensorio va anche unito quello motorio, e per questo é da notare che l’individuo é mancino non solo dall’arto superiore ma anche dall’inferiore.

L’esame dinamometrico al pugno ripetuto varié volte diede a sinistra chg. 45 a destra chg. 38 (D. di Mattieu) alia pressione.

Funzioni psichiche. — Tra le funzioni psichiche quelle che


deviano dalla norma sono i sentimenti, fra i quali si trovan o esage- raii gli egoistici, gli erotici ed i religiosi. Notevole é l’insensibilita morale: infatti rnentre sempre dice che desiderava il piü gian hene del mondo alia madre, odia terribilmente il padre solo perché

10 caccié di casa per aver tentato di violare la sorella. « Mia sorella, esclama, era una donna come tutte le altre e non ci vedo nulla di male se la mia infrenabile passione mi aveva portato a domandarle ció che ho fatto con altre donne ».

La condotta poi é stata pessima: senza dir degli omrcidi, bastino

11 continuo mutar di mestieri, la vita peregrina e la prigione sof- ferta. — Ora questa condotta é mirabilmente dipinta dal tatuaggio di cu i é letteralmente coperto.

Nell'arto superiore destro: Bmccio (regione posteriore esterna) — La figura di una donna alata ed incoronata, soprastante a due ramoscelli d’alloro, avente alia mano destra due cuori, ed alia sinistra una freccia ; piü in basso a sinistra havvi una viola del pensiero con la scritta: aaiore e speranza; sotto i due ramoscelli é scritto in arabo il nome di questa donna (Dudü araba mon- tanara) soprastante ad un pene (Tav. I).

La figura della donna alata ed incoronata gli rammenta una donna da lui rapita (« le ho fatto prendere il volo » dice): inco- ronata per indicare che alia corona verginale le sostitul quella reale; la freccia indica il dolore che apportó ai genitori della Dudü, i quali sono rappresentati dai due cuori ; i due ramoscelli esprimono che essa si manteneva fresca e sempre verde come l’al- loro; la viola del pensiero, come si vede, significa che quella donna fu il suo amore e la sua speranza; il pene sotto il nome di lei (Dudü) quello che le diede quando se la rapi.

Antíbraccio (regione posteriore). — Yi sono scritti in arabo il nome Dudü, una innamorata del Cairo; il nome e cognome di tre altre donne, Fattuma Scandrania, da Alessandria d’Egitto; Zubeida Benc-Caducia, puré da Alessandria d’Egitto ; Ianni Ghiriclí,




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greca. Un pene sotto il primo nome ed il solé al lato destro di quest’ultimo: il solé indica che esse erano molto belle, il pene significa che a tutte e quattro diede la medesima cosa.

Antibraccio (regione anteriore). — Due figure di donne sepárate da una croce, la prima tiene un .botton di rosa alia destra, la seconda chiamasi Fattuma.

Sono altre due innamorate : della prima oltre di non aver se- gnato il nome, lo Spiteri non lo volle dire, facendo comprendere che essa era una sua párente, la quale gli aveva dato il suo fiore verginale e joer questo é rappresentata con un botton di rosa alia destra in atto di offrirlo. La seconda (Fattuma) é un’altra innamorata (levantina da Costantinopoli) avente sulla testa una croce.

'Regione, dorsale della mano destra e dita . — Un’aquila, poi un cuore circondato da tre punti, delle foglie e dei fiori uniti a ghirlanda, un nome di donna scritto in arabo (Fattuma). — Sull’indice é disegnato un anello.

L’aquila gli rammenta il nome del bastimento sul quale era imbarcato quando ando a Gerusalemme ove visitó il santuario di Betlem, ivi gli tatuarono i fiori e le foglie come sacro ricordo del luogo; il cuore con i tre punti attorno, é quello del nostro Signore G. G., che soffri il dolore dei tre chiodi. — La donna araba (Fattuma) fu una innamorata che tenue per pochi giorni in Gerusalemme.

L’anello all’indice gli rammenta il dono ricevuto da questa donna, ma siccome poi lo regaló ad un’altra donna se lo tatuó nel dito in eterno ricordo della donatrice.

Arto superiore sinistro: Braccio (regione posteriore esterna). — Un guerriero armato, che rappreseuta Giorgio I di Costanti- nopoli.

Lo Spiteri sembra molto innamorato della simpática figura di questo ¡mperatore, il quale era molto amante delle donne cam-


144 -


biandole giornalmente a dozzina (dice lui) e se lo tatuó sul braccio sinistro perché era egli puré mancillo.

Antibraccio (regione posteriore). — Tre cuori: uno piü grande trafitto da una freceia, due piü piccoli grondanti sangue ; leggesi poi la scritta : il core de lámante mía. Piü sotto poi una sirena portante alia destra un pesce, alia sinistra un’áncora.

Al polso poi si é disegnato un braccialetto a fascia.

11 cuore grande appartiene ad una amante, con la quale visse parecchi anni; lo rappresenta trafitto dalla freccia per rammen- tarsi che l’abbandonó con due figli nati dai loro illeciti amori, rappresentati dai due piccoli cuori grondanti sangue, quale segno di eterno dolore.

La sirena gli ricorda la sua fuga da nna nave inglese; fuggi nuotando, dice, percio la sirena porta alia destra il pesce, alia sinistra un’áncora per indicare che nuotava come un pesce tanto da mettersi in salvo.

II braccialetto gli ricorda un vincolo d’amore.

Sulla regione clorsale della mano e sulle dita . — La mezza- luna turca con la stella d’Italia; il nome e cognome scritto in arabo, di Ammuna Ibaradia, di Alessandria e sopravi un ramo- scello d’alloro; tre geroglifici arabi. — Sull’indice e sul mignolo vedesi un anello per parte.

La mezzaluna turca e la stella d’Italia indicano per lui che ha passato gran parte della sua vita in Turchia ed in Italia.

Ammuna Ibaradia fu un’altra innamorata piccola e immatura come il ramoscello d’alloro; gli altri geroglifici arabi gli rammen- tano un luogo ove non vuole piü ritornare essendovi stato tre volte (la prigione).

Gli anelli sono ricordi amorosi.

Antibraccio (regione anteriore). — Una croce greca, due cuori trafitti da due spade vengono uniti da una catena trattenuta da un’áncora.


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1 due cuori trafitti da due spade simboleggiano due innamo- rate che acconsentirono, minacciate di morte, alie di lui voglie. Sono uniti da una catena alia quale sta sospesa un’áncora per significare che esse appartenevano a famiglie di marinai; la croce greca soprastante indica che anche queste due donne erano Greche.

Sul torace. — Una ballerina portante alia sua sinistra un uccello svolazzante, il gallo, un leone, una croce della legión d’o- nore, tre punti vicino alia mammella sinistra. Piü in basso sull’e- pigastrio vedesi il mezzo. busto d’un altro leone.

La ballerina disegnata in attitudine di bailare con ruccello in mano, rappresenta un’altra innamorata, e significa che quando essa ballava volava come un uccello: si chiamava Carmela Faruccia.

« II gallo serve per le donne: quando pretendono di essere pagate dopo acconsentito alie mié voglie, ad esse sempre ripeto: « Quando questo gallo cantera, Spiteri ti pagherá ». E questo quindi un segno speciale fra i camorristi, i quali per lo piü non son usi a pagare.

« II leone, símbolo della forza e della prepotenza, é bene che lo porti sul petto, poiché anch’io mi sentó tale.

« La croce é quella dei cavalieri di Malta, e la porto perché due volte ho fuggito (non per paura, badi !) dalle mani della polizia inglese quando mi trovavo in Malta.

« I tre punti sulla regione cardiaca indicano che per poter far moriré Francesco Spiteri vi bisognano tre palle al cuore ». Son questi segni di disvulnerabilitk.

II mezzo busto del leone disegnato piü basso di quello intero e piü grande significa che anche tra i leoni il piü forte vince il piü debole; cosí ha fatto Spiteri che sempre ha vinto tutti quelli she volevano fare i camorristi con lui.

Al disotto della mammella sinistra si nota una zona oscura di forma rettangolare, essa é dovuta ad un vescicante.

Sul pene. — Sul pene notasi: un pesce avente vicino alia coda Lombroso. — 10.


sette puntini disposti a Y, ed in avanti ai latí della testa due lettere M. S., poste fra due bottoni di rose.

II pesce sul peñe ed i sette puntini significano che il suo pesce (pene) sin da giovane ha guizzato nell’ano di sette ragazzi (i sette puntini). 11 pesce sul pene io credo quindi che deve puré consi- derarsi come segno di pederastia.

Le due lettere M. S. significano « Mia sorella », alia quale egli tentó cogliere il flore verginale per ben due volle; da ció i due fiori ai latí delle lettere.

Arto inferior e destro: Sulla regione anteriore della coscia. — Una donna ebrea avente alia mano destra il ventaglio ed alia si- nistra un bicchiere; sotto i piedi di essa leggesi: marianna spi- teri, e poi una mano che riceve un flore.

A questa donna, altra innamorata, lo Spiteri da il suo cognome, perche gli fu fedele per tutto il tempo che furono vicini ; la mano che riceve un flore, per rammentarsi che quando se ne distaccó l’ultima cosa a ricevere fu un flore. Essa tiene il ventaglio alia destra per rammentargli che si truvavano in Tunisi, ove in quel- Fanno si sudava piü del solito; il bicchiere alia sinistra perche essa era mancina e beveva sempre con la sinistra.

Sulla regione esterna della gamba. — Yedesi un gruppo di tre donne ebree, e sotto leggesi: pkise-de-sfax — 1881 — 13 jüillet.

É questo un ricordo storico-erotico. Trovavasi nel 1881 soldato mercenario dei Francesi, in Algeria, e quando questi bombardarono Sfax, e la presero, nella notte che entrarono in cittá, lo Spiteri si congiunse a tre donne ebree, che la faeevano da vivandiere presso quell’esercito. « É questa quindi una data memoranda (esclama), i Francesi conquistarono Sfax, ed io tre donne!... ».

Sulla regione interna della gamba destra: — La figura di una donna, sotto la quale vedesi un cuore in mezzo la scritta : emelia

SPITERI.

É questa un’innamorata Spagnúola che fu molto amata perche


— 147 —


essa era molto generosa, dandogli anche del denaro, e lo Spiteri per gratitudine la teneva a cuore dándole il suo cognome; da ci6 il cuore tra il nome di leí ed il cognome di lui.

Arto infiriere sinisiro: Regione anterior e delta coscia. — Una ballerina portante alia mano sinistra un bicchiere; sotto i piedi di essa leggesi: caroline spiteri.

É questa un’altra innamorata ballerina Palermitana, che fu molto fácilmente amata dallo Spiteri, il quale le da il suo cognome. Anch’essa era mancina: porta in alto il bicchiere con la sinistra, e veste da ballerina per rammentarsi come la vide la prima volta sulle scene. « L'ho posta qui per stare al lato di quest’altra » (indicando quella sulla coscia destra che era puré mancina).

Regione esterna delta gamba. — Leggesi il nome di una donna; Fortunata ferri, sormonfato da un’áncora.

L’ áncora sul nome di Fortunata Ferri, che fu pur essa inna- morata dello Spiteri, serve per rammentargli che essa era ma- rinaia , cioe appartenente a famiglia di marinai.

Regione interna della gamba. — Una mano che impugna un pugnale sul nome di una donna nomínala: isola clementina.

Era questa un’ultima innamorata Livornese; sta sotto il símbolo della minaccia e della prepotenza, perché essa la prima volta do- vette acconsentire alie smodate voglie dello Spiteri sotto la mi- naccia della morte.

Raccogliendo i disegni a seconda il loro significato si vede poi che la prevalenza Fhanno i simboli di osceno amore, poi quelli


di pederastia e di camorrista, in ultimo poi quelli storico-religios

Infatti troviamo:


Figure d’amanti

N. 10

Nomi

» 13

Cognomi

» 9

Cuori

  • 9

Fiori e foglie (viole, rose, ramoscelli, ecc.).

» S


N.


Anelii

Lettere iniziali »

Inscrizioni • »

Simboli diversi con animali »

Astri ....... »

Spade »

Peni »


Ancore ....

Altri simboli; croce, pugnóle, guer


ñero, sirena, ecc. »


3

5

3

5

3

2

2

o


31


Totale di tutti i disegni tatuati . . N. 106

L’importanza di questo tatuaggio non é solo nel segnalare il ca- rattere speciale ai rei, osceno, criminoso, e di vanto del delitto: — ma piü di tutto nel confermare la tendenza al simbolismo in questa specie di scrittura selvaggia, del tatuaggio, che ricorda le epoclie antichissime — e che io aveva solo sospettato in costoro (1), ma che ora si rende sicuro.


5. Id. — Mingazzini, reccntemente, in un ladro subtrococefalo, di anni 29, di Napoli, vide una serie di iscrizioni curiosissime : al braccio destro, alia regione esterna: Maldeito quel giorno che mia madre mi diede alia lace; alia regione anteriora del petto due cuori trafitti da pugnale con sovrapposta una croce nell’uno, un pene nel- Paltro, uniti da una catena che ha al fondo una chiave, emblema noto dei ladri, ed in mezzo l’iscrizione: lo muoreper le donne: alia regione anteriore della coscia destra si leggeva sotto uno stemma nazionale: Per la fessa si nasce,per il culo si muore. All’l[3 an- teriore della coscia: lo son nato sforianato e more sven tarafe, e vi* ciño la statua di Orlando o di Rinaldo (Archivio di psichiatria , X).


(1) Ved. Uomo delincuente, vol. I, 4* ediz. — *Torino, 1889.


— 149 —


6 . Tatüaggio in pazzi. — Christian descrive il caso d’un pazzo piccolo, magro, ma vigoroso e ben costituito che si tatuó.

Nato nel Belgio da una famiglia onorevole, di condizione mo- desta, si dedicó con successo alia pittura. Ammogliatosi, il suo carattere, giá prima bizzarro e origínale, divenne triste e inquieto; e presto si organizzó in lui il delirio di persecuzione per parte degli zii, che egli credeva l’avessero diseredato, di estranei che, incorag- giati da un medico, tentavano di strangolarlo, della moglie, che lo tradiva, ecc. Una volta tentó di uccidersi, ferendosi con un col- tello al cuore; si dovette ricoverarlo al manicomio, dove si tatuó*

Mentre generalmente i pazzi tatuati sono marinai, o pescatori, o soldati, o contadini, qui si tratta di un artista. I disegni e le iscri- zioni di cui si e coperto, sono la traduzione fedele del suo delirio e ne fissano le fasi ; essi hanno per lui un significato tutto speciale : aleuni sono veri rebus, dei quali egli solo ha la chiave.

Altro particolare e l’essersi da sé pratlcato il tatüaggio.

Egli mostra volentieri i suoi tatuaggi, che sono disegnati con perfezione; anzi ne va fiero e dice che sono le sue pergamene.

Sul petto, al disopra della mammella sinistra, é scritto: Vive le Uoi. II braccio e l’avambraccio sono letteralmente coperti di iscri- zioni e di disegni. Al pugno: Hal con sopra 3 croci ; Hal, la cui Vergine miracolosa guarisce i malí meglio dei rimedi dei migliori medici. Sulla faccia anteriore dell’avambraccio, tre parole scritte paral lelamente all’ asse dell’arto: Liberté , Vaterland , Bruges. Bruges, patria di Begdelen di Couinck, che i Francesi ricorderanno per lungo tempo.

Nella piegatura del gomito: l’aquila austríaca a due teste. Sulla spalla: God, e Zéro — Nitl. Sulla faccia esterna delFavambraccio: Nieuport , Antiverpen, Leutoen. Nieuport, citta dove abitava il nonno e l’avolo. Antwerpen (Anversa), cittá che possiede delle me- raviglie; una statua rappresenta il genio vincitore della materia


— 150 —

bruta. Leuwen (Louvain), dove sono celebri il palazzo di cittá e l'Universitá.

Alia faccia esterna del braccio: Regina Victoria; Honny soit qui mal y pense, ün cannone su due ruóte.

Alia faccia dorsale deH’avambraccio: Allgcmeine , significante il Progresso. Un flore e due sciabole incrociate. Alia faccia dorsale del braccio: una margherita a cento foglie, e sotto riscrizione : Goden de Kónig Leopold II.

SulPavambraccio destro: Breslau e Paquila austríaca.

Sul braccio destro: Brussel, canonnier, e sotto una corona reale.

Sulla spalla: un cavaliere belga del I o squadrone delle guide, con sopra: Utrecht, e sotto Paquita (síinge russa). Utrecht rappre- senta un calembour g ; « hue vuol dire avanti, trecht , in fiammingo, significa tírate, cosí che il mió cadavere condurrá quelli che con- durranno le mié ossa al cimitero ».

Oltre questi tatuaggi esistenti e molto visibili, Pammalato ne disegnó altri, dei quali non é pero possibile trovare la menoma traccia. Cosí sulla coscia destra sarebbe scritto: Vanitas. Sull’ad- dome, al disopra dell'ombelico sarebbe disegnato un porco, e al disotto vi sarebbe scritto: Bourgeoisie.

Anche qui non mancano i simboli ed i giuochi di parole: ma quanta differenza nella confusione, nelPassiepamento, dai tatuaggi dei rei-nati, fin troppo chiari anche quando simbolici !

7. Id. — Anche il dott. Riva sopra 184 pazzi degenti nel mani- comio di Ancona, trovó 30 tatuati, 16,30 0[0, e sopra 147 donne 10 tatúate, 6,80 OjO.

II numero dei tatuaggi riscontrati nei 30 uomÍDi é stato di 124 e cipe 79 nel braccio destro e 45 nel sinistro, quelli trovati nelle 10 donne sono stati 18, 14 nel braccio destro e 4 nel sinistro.

Nei 30 uomini; le partí tatúate sono per frequenza nell’ordine seguente: la faccia dorsale -dell'avambraccio in 22 casi, il dorso


— 151 —

della mano in 4 casi, la faccia palmare dell’avambraccio in 3 casi, il dorso del dito medio della mano destra in 1 caso. Nelle donne il tatuaggio era limitato alia faccia dorsal e dell’avambraccio.

Le forme mentali preséntate da questi tatuati erano le seguenti:


Manía . • 2

Lipemanía . 2

Pellagra 3

Demenza 10

Pazzia periódica 7

Epilessia 4

Alcoolismo 8

Pazzia morale 1

Frenastenia 3


Dando uno sguardo alie forme preséntate dai tatuati (continua Kiva), si nota come siano in preponderanza le forme cosí dette de- generative, quelle cioé che sono ordinariamente inguaribili, come la pazzia periódica, l’epilessia, l’alcoolismo, la pazzia morale e la debolezza mentale congenite, ed oltre a ció si osserva un altro fatto non meno eloquente, e cioe che i malati affetti dalle accennate forme mentali presentavano in proporzione un maggior numero di ta- tuaggi.

I caratteri che differenziano i tatuaggi dei nostri malati da qnelli dei delinquenti, consistono specialmente nei simboli che rappre- sentano e nella localizz.azione e difíusione loro. Nei nostrj malati non abbiamo trovato che emblemi e simboli religiosi, e fia questi con grande frequenza l’immagine della Madonna di Loreto. Le partí tatúate sono quasi esclusivamente le braccia e le mani, e di prefe- renza nella loro faccia dorsale {Arch. dipsich., X, fase. I, pag. 79 ; Cr onaca del Manicomio di Ancona. 1888).

8 . Donne. — Bergh (Archiv. di psich., 1891, pag. 3C1) ha studiato il tatuaggio presso le prostitute Danesi. . :


Fra le donne pubbliche di Copenhaghen il tatuaggio é venuto di moda dopo che un giovane, giá marinaio, che aveva attitudine per il disegno e per quest’arte speciale, corainció a sfruttare con quella la loro nota leggerezza.

Sopra 801 prostitute, nei citique ultimi anni, Bergh ne ha osser- vate 80 tatúate, di cui 49, piü che la metá, da costui. Le altre erancr state tatúate dalle loro amiche nelle case di pena o nelle stazioni di polizia, qualcuna dai loro ruffiani.

34 avevano il tatuaggio in lettere; 10 in nomi; 22 in lettere e figure; 11 in nomi e figure, e 8 in solé figure. La maggior parte di questi tatuaggi erario in rosso ed in ñero.

In 73 su 80 si proclamava eterno l’amore con un’-E annesso al nome degli amanti ; 23 di. queste donne vi avevano applicato il loro proprio nome sia in parte, sia intiero; piii raramente, in 5, si tro- vano insieme la data e Panno.

In 26 si vedono i nomi di 2, in 3 di 3, in 4 di 4, in 2 di 5 o 6 amanti; il numero degli amanti delle prostitute Parigine non fu mai uguagliato.

Cinque avevano sacrificato il ricordo di una inclinazione ante- riore, tatuando sopra l’an tico un nome nuovo, o mettendovi una croce funeraria (1).

Due portavano soltanto il nome della loro amante femraina a lato di quello dell’amante maschio.

In quattro si trovó solamente il loro proprio nome; in una il nome di un fratello; in un’altra quello di un ragazzo. In 35 si tro- varono diverse figure.

Non vi é del resto una grande variazione; i medesimi originali si ripetono molto sovente. Naturalmente si vedono spesso dei disegni di figure simboliche, che sono ugualmente in uso in Francia ed in Italia.


(1) Lacassagne, Les tatouages, fíg. 15, 35, 36.


— 153 —

Si osservó in 15 donne una specie di nodo formato da due foglie portanti differenti direzioni; in 7 altre una rosa con delle foglie ; in 6 un cuore con due mani che si stringono a traverso, con due leí- tere o con una freccia al centro.

In 5 donne si trovó il ritratto a mezza figura di un giovane; in 4 due mani che si stringono; in 9 1’emblema banale dell’amore. 3 avevano una specie di nastro a traverso ; 2 un rumo con delle foglie, e due una foglia sola.

In 8 altre si vedeva o un braccialetto, o una croce funeraria, o un rosario, un anello, una stella (1), una nave con piü vele od una bandiera con cannoni. Due donne avevano 9, una 11, ed un’altra 15 tatuaggi sul loro corpo.

Tutti questi tatuaggi avevano generalmente la loro sede sulle estremitá superiori, raramente alie gambe ed al petto; otto all’ar- ticolazione della mano.

Tre donne avevano il disegno di un anello al pollice, all’indice e al medio della mano sinistra. Tre avevano delle figure sopra il ginocchio sinistro, una sopra il ginocchio destro e tre sopra ambe le ginocehia. Una aveva un disegno al manubrio sternale: era il nome di un amante; un’altra aveva puré un disegno piü in basso, fra le mammelle.

I tatuaggi delle prostituto di Copenhaghen somigliano a quelli stati osservati nelle prostitute Parigine.

Qui, come a Parigi, sono essenzial mente le ragazze appartenenti alie classi piü basse che si fanno tatuare; peró non si sono mai tro- vati disegni osceni. In ambedue le cittá i tatuaggi hanno general- mente rapporto colle relazioni d’amore specialmente cogli uomini.

I tatuaggi sono in generale nei medesimi luoghi e dei medesimi colori; e si cerca qualche volta di sopprimere i ricordi delle antiche relazioni con una nuova impronta.


(1) Lombroso, Atlas, pl. XVI,fig. 2, pl. XVIII, fig. 1, 2, p p.


La differenza consisterebbe in cid, che a Parigi molte prostitute hanno impressi i nomi delle loro amanti donne (1).

I tatuaggi nelle donne pubbliche sono non poco frequenti, mentre che sono rari nell’alta prostituzione, e quasi non esistono nella pro- .stituzione clandestina.

Su 1502 donne, quasi tutte giovani, che dal 1886 al 1890 sono state cúrate nella seconda divisione (riservata alie prostitute se- grete) del Vestne Hopital di Copenhaghen, 31 soltanto avevano dei tatuaggi, di cui 15 molto giovani. Queste erano tatúate dali’indi- viduo giá menzionato, e le altre da amiche o dai loro amanti. Questi tatuaggi rassomigliavano a quelli trovati presso le donne pubbliche.

Noi ricordiamo che

Salsotto trovó 3 tatuati su 130 criminali con sigle.

Segre » 1 » » 300 prostitute (oltre 32 con neo).

Riva » 10 » » 147 pazze.

De Albertis » 28 » » 300 prostitute.

Aggiunta. — Pontecorvo (II tatuaggio e la sua importamos, antropológica e medico légale, Roma, 1891) mostra con figure le oscenitá, la molteplicitá e la fequenza dei tatuaggi nei soldati -criminali. .

Berté (II tatuaggio in Sicilia , Firenze, 1892) trova frequente il tatuaggio nei marinai di Milazzo, di Catania (3 0[0) precoce nella gioventü, istintivo, efietto di bizzarria momentánea, piü negPi.n- dividui nevrotici, degenerati, meno nei coloni, frequente nei cri- minali, nei mafiosi: sicché tutti- i cocchieri di Messina, perché tutti son legati alia maffia, sono tatuati.

(1) Secondo Parent-Ducuatelet (pag. 159, 169) un quarto circa delle donne pubbliche di Parigi erano iribadi , ci6 che non pareva esagerato né per -Copenhaghen, né per Parigi (Vedere Bergh, Vestne Hopital nei 1SS9, pag. 13).


— 155 -


CAPITOLO VIII.

Funzioni dei criminad.

I . Anomalie del campo visivo. — Criminali maschi. — Stu- diando il campo visivo peí bianco su 23 rei-nati, Ottolenglii (Ano- malie del campo visivo, Torillo, Bocea, 1890), ne trovó 22 con campo visivo limitato e alia meta esterna e alia meta interna, 13 piü a destra, 6 piü a sinistra, 4 lo presentarono ristretto al massimo grado, 21 avevano la periferia del campo circoscritta da una linea irregolarmente spezzata che in 12 casi diede luogo a veri scotomi periferici, 11 presentarono poi piü o meno marcata una parziale emiopia verticale eteronima, 6 una parziale emiopia verticale omonima (V. campo visivo di delinquente-nato, fig. 35).

Egli insiste specialmente sulla irregolaritá della periferia del C. V., carattere da nessuno sinora osservato, e che apparrebbe colla massima frequenza nei criminali, e come vedremo in seguito (pag. 207) negli epilettici ; mentre nei normali, isterici, nevraste- nici la trovó eccezionalmente. Questa irregolaritá della periferia del C. V. proviene da ció che, i punti estremi in cui l’immagine e percepita nei diversi meridiani variano molto anche per meridiani attigui, onde la linea che riunisce questi punti e forma la linea perimetrica del C. V. non si presenta come una curva piü o meno regolare, ma come una linea piü o meno spezzata con rientramenti piü o meno profondi.

• 1 1 >

Avendo constatato questa forma del C. V., indipendentemente da lesioni del fondo dell’occhio e da alterazioni della facoltá visiva

. • . .... . . ■ r

céntrale, crede si tratti, qui, di un fenómeno eorticale. Tali frasta-


gliature non hanno posizione costante, e non sono fisse di posizione nemmeno negli stessi indi vidui. Sono poi indipendenti dalla intelli- genza, maggiore o minore, del soggetto.

Nei casi in cui il campo visivo é estremamente limitato non compaiono piü questi rientramenti, il che dimostra che sono proprii essenzialmente della porzione periférica del campo, di quella por-


Fig. 35. — Campo visivo di delinquente-nato.


zione che é la soglia della percezione luminosa nello stato nórmale. Ottolenghi giustamente riferisce tale anomalía piü che ad un di- sturbo anatómico, ad nn funzionare non regolare, assimetrico, quasi atassico, dei centri ottici percettivi, ad una ineguale eccitabilita dei diversi elementi corticali che disordinatamente reagiscono al* rimpressione luminosa. Si forma perció nel limite piü periférico della funzione visiva una zona indeterminata di punti sensibili e di altri insensibili.

Misuró puré Ottolenghi il campo visivo di 20 individui crimi- nali d’occasione di eta corrispondente, e viventi nelle stesse condi- zioni dei precedenti, misurati nello stesso ambiente e col medesimo



— 157


método. In nessuno di questi, tolto il C. V. limitato in qualche re- gione, riscontró il grado di restringimento, l’irregolaritá della pe- riferia, e gli scotomi periferici riscontrati nei primi.

Quattro nevrastenici tipici presentarono limitazione del campo, ma la linea perimetrica non presentó irregol aritá, rientramenti, spezzature di sorta.


Fig. 36. — Campo visivo della ragazza crimínale F. M. (in stato tranquillo).


Parisotti (1) in 2 su 3 pazzi morali riscontró il C. V. con lieve restringimento concéntrico, sul terzo un’emiopia oraonima orizzon- tale con insenatura visibilissima, in 3, di cui uno con accessi se- eondari, trovó il campo visivo nórmale, in altro delinquente-nato epilettico riscontró C. Y. con ristringimento concéntrico ed inse- natura periferiale.

Fanciulli . — Su 13 ragazzi criminali riscontró in 12 il C. V. limitato, due volte solo a destra, una volta solo a sinistra, in sei la


(l) StucU comparativi del campo visivo di nevropalici c psicopatici {Giorn. della Ii. Accad. Med. di Roma, XVIII, fase. V).


— 158 —


linea peí ¡métrica era spezzata, in tre questa circoscriveva scotomi periferici; la limitazione in cinque assumeva la forma di parziale e miopía veiticale omonima, in due quella di parziale emiopia verticale eteronima.

Donne criminali. — Di dieci criminali tipiche studiate da Otto- lenghi solo doe presentavano il campo visivo a limitazioni normali.. in otto era piii o menolimitato,in sei si riscontraronopiüoraenopro-


Fíg. 37. — Campo visivo delta ragazza crimínale F. M. (in stato di esaltazione\


nunciati rientramenti periferici formanti una linea piü o meno spez- zata, in quattro si ebbero veri scotomi periferici piuttosto profondi.

In una ragazza crimínale riscontrb un C. V. con enormi scotomi periferici (V. fig. 36), che in stato di viva esaltazione psichica con tono seutimentale gaio assumeva proporzioni molto maggiori, nulla pero guadagnando per regolaritá (Y. fig. 37).

Prostituto nate. — In 8 su undici prostitute- líate tipiche trovó il campo visivo limitato, otto volte la linea perimetrica irregolare, in 4 formante seni rientranti, veri scotomi periferici.

Parisotti su 10 ¿rostitute non trovó che due volte il C. V. limitato concéntricamente.



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2 . Tatto. — Donne normali. — Lombroso studió in 100 donne' normali il tatfco (1).

Se si considera come un tafcto fine quello da 1 a 1,5; mediocre- quello da 1,5 a S; ottuso quello da 3 aH’insü, abbiamo:


Donne Uomini

Tattofine . ... 16 0^0 31,5 0^0

Id. mediocre . . . 56 » 62,5 »

Id. ottuso . . . . 25 » 6,0 »


con evidente preminenza nella finezza negli uomini.

Nelle giovinette il tatto é molto fine anche se hanno caratteri degenerativi e intelligenza ottusa. Infatti, su 12 fanciulle da 6 a 15 anni si é avuto una media a D. di 1,56 e a S. di 1,57.

Nelle donne edúcate l’ottusitá in media e minore che nelle donne del popolo (2,6).

Negli uomini adulti Italiaui la media é di 1,7, qaindi piü fine che non nella donna.

Ció spicca tanto piü peí fatto delle cecita tattili complete tró- vate in donne senza ragione alcuna. *

Ree. — Nelle donne delinquenti ottenne i seguenti i isultati :


N. delle


Tatto


osserv.

D.

S.

lingua

Ladre ....

36

3,35

3,73

1,97

Prostitute . .

. . . . . 68

3,04

3,02

2,11

Infanticide . .

5

3,76

3,46

2,77

Varié (ferimenti,

occasione, ol-



traggio) . .

• • • • • ^

2,54

2,54

1,70

Media generale delle donne delinquenti,

cómprese

le prostitute e


le occasionali: D. 3,14; S. 3,23; lingua 2,07.


(1) 11 tatto e il t>po degenerativo in donne normali , crim'nali, e aliénate ( Arch . di psich vol. XII, fase. I, 1891).


— 160 —


Media delle delinqaenti, escluse le prostitute e le occasionali: D. 3,40; S. 3,67; lingua 2,06.

Queste cifre dimostrano nelle donne criminali una sensibilitá tat- tile alquanto piü ottusa di quella dei maschi rei, nei quali é, in media, 2,94 a I). ; 2,89 a S.; 1,9 alia lingua (Rossi).

L’ottusitá ó poi maggiore a S. che non a D. nelle ladre, come accade nelle normali; mentre é maggiore a I), nelle infanticide.

La maggior ottusitá fu trovata in quelle che hanno il tipo cri- minale piü spiccato, e nelle prostitute e ladre, e, in parte, infanti- cide, piü che nelle ree d’occasione.

In complesso:

Ree e prostitute Normali Tatto fine . . . 1,78 0 fO 16 0[0

Id. ottuso . . 46,28 » 25 »

Id. mediocre . . 51,62 » 56 »

Anche De Albertis ha trovato in 300 prostitute una sensibilitá tattile di D. 3,6, S. 4, con un massimo di 1,0 e un minimo di 18.

Non abbiamo parlato d’una cleptomane nella quale l’ottusita era un fenómeno completamente pa|ologico e che aiutava a fissare la diagnosi.

In questi studi difíeriamo alquanto dal Marro, che avrebbe tro- vato in 40 donne delinquenti una media di 1,96 a D., e 1,94 a S., mentre in 25 donne normali trovó 1,94 a D., e 1,99 a S., con 4 solé criminali a tatto ottuso. Ma, com’egli stesso dichiara, le sue nor- mali maneggiavano continuamente acido fénico ed erario contadine.

Salsotto poi trovó in 20 avvelenatrici, che certo appartenevano alia classe piü elevata, una media di 1,9 a D. e 1,8 a S., col 13 0[0 di mancinismo ; in 100 infanticide trovó a D. 2,0 e a S. 3,0 col mancinismo in 17; in 130 assassine trovó tanto a I). che a S. 2,2 col 45 0[0 di mancine.

Trostitule. — Nelle prostitute Ottolenghi aveva gia trovato nei 17 0[0 una sensibilitá tattile molto ottusa, da 4 mm. in su.


— 1G1 —


In 15 prostitute, esaminate al sifilicomio di Torino, coi dottori Gurrieri e Mura abbiamo trovato in media una relativa finezza del tatto: D. 1,96; S. 1,45; lingua 1,48; e ció sarebbe in relazione colla scarsezza dei caratteri degenerativi delle esaminate.

f

3 . Gusto. — Bee e prostitute. — Quanto al gusto trovai in pre- cedenti osservazioni col dottore Ottolenghi un’ottusitá doppia nelle donne criminali in confronto alie normali (acuita gustativa squisita nel 50 0[0 delle donne normali (20), e nel 15 0[0 delle criminali (30), gusto molto ottuso nel 10 0[0 delle donne normali e nel 20 0[0 delle donne criminali) e poca differenza fra donne e uomini normali, anzi, considerando l’abitudine del fumare, piii ottuso il gusto nella donna che nell’uomo; pella sensibilitá olfattiva trovai un’ottusitá estrema quasi tripla nella donna crimínale (6 0^0) rispetto alia donna nórmale (2 0[0) che diinostra un olfatto di poco piii delicato dell’uomo nórmale ; massima ottusitá e del gusto e dell’olfatto pre- sentarono poi le prostitute (30 0[0 di acuita gustativa mínima, e 19 0[0 di cecitá olfattiva).


4 . Algometria. — Donne normali — La sensibilitá generale e


dolorifica, studiata col tavolo d’Erb da De Filippi

e Turin, diede i

seguenti risultati :

N. delle

Sensibilitá

Sensibilitá


osservazioni

generale

dolorifica

Donne del popolo . .

49

90.20

53,16

Uomini del popolo

17

94,-

69,23

Giovinetti . . . .

4

95,76

78,76

Giovinette . . . .

13

91,07

70,15

Uomini sopra i 21 anni

13

93.46

66,30

Donne sopra i 21 anni

36

89,86

48,41


Le differenze nei 2 sessi, per rispetto alia sensibilitá generale, sono quindi scarse nell’etá giovanile, ma per la dolorifica si accen- tuano, ed anche qui appare piu otfcusa la donna dell’uomo.


Lombroso. — 11 .


102 —


Es aminando colla slitta di Du Boys-Keymond la sensibilitá ge-


nerale e dolorifica in donne

normali

e delinquenti,

ebbi questi ri-

sultati :

N. delle

Sensibilitá

Sensibilitá


stu diate

generale

dolorifica

Signore colte, mature

7

59,4 .D.

42,2 D.

Signorine colte, giovani .

10

58,7 »

44,4 »

Uomini colti ....

8

58,2 »

42,0 »

Donne popolane . . .

2

59,1 »

45,0 »

Ladre mature ....

36

D. S.

57,6 58,6

D. S.

21,4 20,5

Prostitute giovani . . .

61

59,0 56,5

19,0 21,0

/

Media delle delinquenti .

46

58,0 57,5

21,2 20,0


Bee e prostituta. — Nella sensibilitá generale la diíferenza é poca fra tu tte ; ma le prostitute mostrerebbero una leggera diminuzione a S. e le ree a D. in confronto alie normali. Quanto alia dolorifica la ottusitá é invece in ree e prostitute spiccatissima specialmente a D. in confronto alie oneste, specie nelle giovani.

In 15 prostitute esaminate al sifilicomio abbiamo trovato per la sensibilitá generale una media di 54,4 a D. e C1,0 a S.; per la sen- sibilitá dolorifica 24,4 a I). e 24,8 a S.

Ottolenglii aveva trovato in 50 prostitute una sensibilitá gene- rale inedia di 51) a D. e 56 a S. ; una sensibilitá dolorifica di 25 a I). e 21 a S., col 28 O [O di analgesia assoluta.

Da una bellissima serie di studi su 60 prostitute, Gurrieri (1) conclude: Alia percezione della corrente elettrica sono sempre piü sensibili, in tutte le singóle partí, le normali di fronte alie prostitute. Fra queste erano piü sensibili quellc con figli, alia mano, alia fronte, alia lingua, al clitoride e all'ovaia. Nelle altre partí erano o uguali o


(1) / sensi e le anomalie somatiche nella donna nórmale e nella prost. tata: — Toriuo, Bocea, 1693 {Bill, ai.trop.-giuridica, serie II, vol. XVIII).


- 163 —


di poco piü ottuse. Confrontando la destra colla sinistra, la parte destra e quella che si presenta piü spesso meno ottusa. Nell ordine della percezione della sensibilita, delle varié partí, stando alie medie aritmetiche che per la percezione rispondono generalmente alia realta, dei fatti, abbiamo la seguente elassificazione :


Xormnli Prostítute Id. con fgli Id. senza figli

1. Lingua (143) Lingua (137) Lingua (135) Lingua (137)

2. Fronte (133) Fronte (126) Clitoride (129) Fronte (127)

3. Clitoride (131) Clitoride (126) Fronte (126) Naso (125)

4. Naso (130) Naso (124) Naso (123) Clitoride (123)

5. Gota d. (120) Gota d. (118) Gota s. (115) Gota d. (121)

6. Mano d. (119) Id. s. (117) Id. d. (114) Id. s. (120)

7. Id. s. (118) Mammella s.(ll5) Mano d. (112) Mammella s. (116)

8. Gotas. (116) Id. d. (112) Id. s. (111) Id. d. (115)

9. Ovaia d. (115) Mano d. (111) Coscia d. (1 10) Mano d. (111)

10. Coscia d. (1 14) Id. s. (109) Mammella d. (109) Coscia s. (111)

11. Ovaia s. (113) Coscia d. (109) Id. s. (106) Ovaia d. (110)

12. Coscia ?. (109) Id. s. (108) Ovaia d. (106) Id. s. (108)

13. Mamm. d. (108) Ovaia d. (108) Coscia s. (104) Coscia d. (108)

14. Id. s. (108) Id. s. (105) Ovaia s. (101) Mano s. (107)

Gli stessi dati ancora pin chiari si ripetono per la sensibilita do- lorifica in cui, se si eccettui la mano, la prostituta e assai piü ot- tusa in tutte le parti del corpo.

5. Insensibilita. — - Secondo Brouardel, allorche un reo é ar- réstate e che lo si esamina nei primi giorni della sua detenzione, egli non ha ordinariamente insensibilita cosí notevole; poi poco tempo dopo essere stato internato a Mazas o al tro ve, esso diviene analgesiaco, e infine allorche egli compare alia Corte d’Assisie, se lo si esamina di nuovo, gli si trova la sensibilita anormale. Questa osservazione sarebbe molto importante, ma bisognerebbe precisarla con esami diretti, cifrati, come esige la clinica moderna.

Per parte mia, io farb notare che nella Centuria dei criminali 18S8, Rossi ha pubblicato l’esame di cento criminali liberi, stu-


— 164 -


diati nella mia ambulanza di clínica psichiatrica ; ora in questi casi noi non abbiamo osservato sensibilitá nórmale; al contrario il 50 per cento avevano l’ottusitá del tatto alia lingua, 30,3 p. 100 ai diti della mano sinistra. Infine il 15 p. 100 hanno mostrato una completa analgesia. Col mió algometro elettrico, si é trovata l’ottu- sitá nella sensibilitá topográfica nel 30 p. 100. Questi dati hanno una grande importanza perche essi sono individuali, raccolti sopra soggetti liberi.

In due casi del resto, anche restando in prigione cellulare, lio visto la sensibilitá tattile mostrarsi piit fina in prigione da un giorno aH’altro. E ció presso due donne, una ladra soggetta ad ac- cessi di follia acuta, nei primi giorni deH’accesso, ed una crimínale per passione (omicida) il terzo giorno dopo il delitto.

6. Id. — V. Laurent {Les abitués clesprisons de París en rapport á V antliropologie criminelle , I.ion, 1890; Archivio di psich . , vol. XII, pag. 356) non crede all’analgesia; dice che essa é affatto eccezionale, e questo non fondandosi su esperimenti, ma gratuita- mente, riferendosi a ció che molti ne vide paurosi, pusillanimi innanzi alie operazioni. Ma questo non infirma la insensibilitá dolo- rifica. II bello si e che cita parecchi casi tipici di analgesia come quello a pag. 173, e infine, a proposito dei simulatori, ricorda 15 in- dividui « che si versano dell'acido solforico sulle maní per farsi delle » scottature, altri che si producono una contusione del ginocchio per » prodursi un’idrartrosi.

« Una ciurmeria usata da essi qualche volta e la seguente : II de- » tenuto nasconde nella sua celia, e ordinariamente nell’apparecchio » funzionante da cesso, un pezzo di carne che lascia putrefarsi per » qualche giorno : in seguito si fa delle frizioni alie braccia con » una sostanza irritante che abbia potuto procurarsi: applica in se- » güito con una fasciatura ben stretta la carne putrefatta sopra la » parte che ha súbito le frizioni e vi lascia il tutto per qualche


— 165 —


» giorno. Allora vi si producono delle eccliimosi livide, che possono » qualche volta dar luogo a piaghe assai gravi ».

E piii in lá:

« Condussero un giorno aU’infermeria céntrale del carcere un

» condannato che presentava un vasto flemmone nella coscia destra.

» Era un detenuto, destinato alia relegazione, che risolse di evi* » tarla, facendosi nascere un male serio ; e perció s’inoculó con un » temperino, sotto la pelle dolía coscia, del tártaro dentario ».

Ma che razza di sensibilita é questa? Non é dessa analgesia bell’e buona?

7. Mancinismo. — Le osservazioni fatte da Galton all’Esposi- zione internazionale di Londra riel 1881, sopra 400 giovani arti- giani, gli hanno dimostrato che in 253 casi la mano destra era piir forte, 147 erano mancini, 28 erano ambidestri.

Sopra 18 farmacisti, 12 avevano la mano destra pin forte, 3 la sinistra ed 1 era ambidestro.

Sopra 9 falegnami, 3 erano mancini e 2 ambidestri.

Sopra 87 commessi, ve ne erano 29 mancini e G ambidestri; sopra 9 medid, 4 erano mancini ; sopra 7 prefci, 3.

Secondo Claptorn e Clarck, 6 p. 100 dei 500 criminali erano mancini (1).

Hamilton Wey su 90 giovanetti ladri trovo il 15 p. 0[0 mancini, 2 p. 0[0 ambidestri (2).

De Mortillet (3) studiando 350 stromenti neoliticí, ha trovato che di quelli che li adoperavano:

105 dovevano essere destri,

195 mancini,

52 ambidestri ;

(1) Report de l'asile de West Riding, vol. VI.

(2) Arch. di psích., vol. XII, p. 576.

(3) Bulletin de la Société d' anthr opolo gie de París, pag. 579, 1890.


— 100 —


diüKjue, conclude allora, i mancini erano due volte piu numerosi in Francia che i destri ; cid che dá alia frequenza dei mancini cnmmali una grande importanza, confermandone 1 atavismo.

8. Palimsesti. — Si ó detto che noi non studiamo la psicologia del reo; ma il libro: 1 Palimsesti del carcere (1) é tatto una psi- cologia del reo cavata dalle sue parole, da suoi scritti, dai suoi disegni ; e psicologia cosí esatta, che puó ricevere un applicazione iramediata: puo serviré, per daré un esempio, alia critica del carceie cellulare.

II sistema cellulare. — Son pochi mesi da che é attuato il nuovo Códice penale, basato da capo a fondo sul sistema cellulare, e ben pochi degli uomini politici cV Italia s’erano accorti che le basi fon- damentali erano sbagliate, perche il sistema cellulare che pareva il portento dei tempi moderni, come tante altre pretese scoperte che tramontano in poco tempo, era andato a raggiungere tutti gli altri suoi predecessori caduti nel vuoto, e in che vuoto! (2). Se non bastassero le statistiche, ne abbiamo una prova ben chiara in questi strani palimsesti del carcere.

Lasciamo stare gli orrori, le oscenitá che vengono rivelate per la prima volta, commettersi nel carcere cellulare; oscenitá, cui sten- terebbe raggiungere l’immaginazione dei Cesari. Ma quello che importa alFuomo di Stato di conoscere é che essi sono ben lungi dall avere quell isolamento in cui si conta per la pratica giudi- ziaria; pare invece che accada il contrario ; e che le comunicazioni vi siano piu abbondanti e frequenti che nei carceri comuni.

Nei Palimsesti se ne trovano due prove classiche, cioé due con- vegni fissati per rubare in un dato sito, per formare dunque delle

(1) Biblioteca antropologico-giuridica, vol. XII, 1S90, con 8 tavole. — Bocea, Torino.

(2) Lombroso, Berenini, Eossi, ecc., Appunti al nuovo Códice Penale. ( Biblioteca antr.-giur., vol. VI, 1889, 2* ediz.).


— 167 —


yere bande, e tutto ció sotto gli occhi della cieca societá, la quale e tanto piü i n pericolo inquantoché confida completamente nell iso- laraento piü completo. Quanto all’emenda questo libro distrugge completamente ogni lusinga. Bastí vedere i disegni strani in cui sono riprodotti con un lusso di dettagli indecenti, i loro reati di stupro, di furto, colla scritta del nome e cognome dell’ajitore, quasi fosse un’opera eroica. E basta accennare questi brani: *

« Ho 18 anni ; le sventure mi fecero colpevole piü volte, e sempre fui rinchiuso in carcere. Ma qual correzione ebbi in carcere? Cosa imparai? — Mi perfezionai nella corruzione ».

« Hai ragione, Alfonso ; cosa credono questi signori di ottenere da noi lasciandoci impoltronire per mesi ed anni in una celia nella stessa colpa per la quale ci arrestarono? ».

« II voler correggere un ozioso e vagabondo, ed anche un ladro, sottoponendolo ad un rigorismo brutale di altrettanta oziosita, e un vero assurdo ».

« II miglior modo per passare il tempo in celia si e dormendo e mangiando; cosí il tempo passa presto ».

E questi Palimsesti mostrano che, in luogo di correzione, di pen- timento, il carcere ha aggiunta una nuova causa (Vira contro la societa.

« Poveri detenuti ! Sono considerati come tante bestie; li ten- gono rincliiusi come tanti orsi bianchi e poi pretendono che si con- vertano ! ».

« Nelle case di pena s'impara ad odiare la soeietü, non v’e alcuno che insegni di far d’un ladro un onesto; esse sono le nniversita dei ladri ove i vecchi insegnano ai giovani il mestiere ».

E tutte le passioni dei rei vi son messe in luce. p. es.:

Grudeltá. — Citiamo per prova della crudelta, queste terribili frasi :

« Ho tanta rabbia contro di voi, che studio sempre qual morte vi debbo far fare. Paró fabbricare un carcere cellulare tutto di


— 168 —


piombo, poi vi cliiuderé dentro nudi, e per custodirvi mettero tanti rattacci affinché vi rosicchino ».

« Morrei col riso sulle labbra fra la piü barbara delle torture se potessi veder strozzati il carnefice, il presidente, coi suoi aiu- tanti giudici, consiglieri e quel cbe segue, coll ultimo budello del- rultima Guardia di Pubblica Sicurezza e simili » .

«Se l’avessi qua, vorrei farlo moriré a punte d’ago ».

Umorismo. — Uno dei fenomeni piü curiosi che vi spicchi e l’umorismo, queirumorismo cinico che e nel carattere speciale dei rei, come si vede dal gergo. Chi non resta colpito da quelle voci di « state allegro », « sono allegro », che stuonano cosí colla natu- rale tristezza della loro condizione, che si ripetono fin súbito dopo aver scritto: Lasciate ogni speranza o voi ch' entrate; — fina nell’agonia? — E si possono spiegare per la strana analgesia (indiffe- renza al dolore), che giá cogli strumenti fisiologici abbiamo in essi potuto appurare; ma sopratutto per la legge di contrasto che pre- sentano sempre in noi le grandi passioni , per quella legge per cui ai grandi piaceri succedono la noia e il malessere. Ció spicca, in ispecie, nei condannati a morte, in cui meno si aspetterebbe.

Contraddizione. — E a questo proposito, un carattere spic- catissimo di questi graffiti é la doppia personalitá, la contrad- dizione, che fa che i criminali piü feroci sieno i piü docili carcerati,

ed anche spesso i migliori mariti (Havelock) ben inteso, ad in-

termittenze.

Cosí uno scrive: « Non sporcate i muri perché vi puniscono » r e poi li sporca egli stesso.

Uno scrive: « Non nominare il norae di Dio invano», e súbito dopo: « Dio falso » .

« lo prego Iddio che mi mandino via presto da qui, perché qui cosí solitario c’é da diventar muto, rinchiuso fra quattro muri da una parte e il pagliericcio », e poi: « Beviamo e stiamo sempre allegri. Viva Noé che pianto la vigna ».


— 169 —


« Son vincenzi (zotici) coloro che scrivono il loro nome in car- cere ». E (vedi contraddizione) poco dopo lo stesso si sottoscrive: « Monti Lorenzo fu Bartolomeo, nato in Alessandria il 14 gen- naio » (e 5 volte, anzi, scrive il nome).

« Ecco che cosa sa fare il detenuto: fare il monello — e a loro pare far gran che di bello, ma invece pane ed acqua li aspetta », e súbito dopo: « lo sono di quelli ».

« Perdete ogni speranza o voi che entrate», e poi: «State allegri ».

« Giuro di vendicarmi rubando », e poi: « Se a me capita di rubare un’altra volta m’ammazzo ».

Impulsioitá. — La tempra speciale, impulsiva, epilettoide del crimínale risulta da queste confessioni veramente singolari :

« Se Dio ci ha dato gli istinti di rubare, e che noi ad essi ob- bediamo, vi sono altri che hanno gli istinti di carcerarci ; allora questo mondo é un teatro per divertiré in sempiterno! ».

« Se dovessi dire perché rubo, non lo saprei. Rubo per arric- chire? Non lo so. Rubo per gozzovigliare? Non lo so. Rubo per vivere alie spalle altrui? Non lo so. Certo é che io sentó una di quelle forzc che i legali chiamano col nome di irresistibile prima di rubare; e poi, fatto il bottino, mi coglie il rimorso che mi agita, mi rende quasi irrequieto.

« Sono un disgraziato che, quantunque giovane, temo non rial- zarmi piü moralmente, perché é il destino che mi perseguita, ed esso mi dice che finiré i miei giorni in una prigione. Quanto sono sciagurato ! » .

La mancanza di senso morale e la vanitá del delitto sapevamo essere eccessive nei criminali ; ma certo non avremmo sospettato che giungessero fino al punto di scrivere:

« Sono innocente e mi tengono qui perché ho ucciso un uomo solo, mentre che al mondo ve ne sono anche troppi » ; e aggiunge il suo ritratto.


— 170 —


« Qui riposa la salma del povero Tulac, il quale, stanco di ru- bare in questo mondo, va a robare nell’altro ; i parenti contentis- simi questo ricordo posero ».

« Sono sempre stato un galantuomo io, ed lio giá fatto ventó anni di galera; ora sono nel carcere di bel. nuovo, e questa volta mi daranno i lavori forzati a vita ; tutto per far del bene al pros- simo; non ne ho assassinati che sei, li bo levati dal mondo perché troppo tribolavano ; saccheggiai parecchi contadini, eppoi diedi il fuoco alie loro abi tazioni , tutto per guadagnarmi il pane perpetuo. — Vostro affezionatissimo capo-banda Talbot ».

« Appena io sia uscito dal carcere voglio sempre rubare, tanto sono sempre in carcere. Miglio S. Sal vari o ».

« Esco. . . saluto gli amici prossimamente. Cari compagni, voglio dirvi che mi hanno condannato a morte per due omicidi ; ma spero la grazia, e se mai sorto, voglio ammazzarne ancora una dozzina ».

« O ladri ! il nostro mestiere é rovinato per quella canaglia di giudici. Coraggio peré! E avanti ! ».

« Quajot é giá la quarta volta che viene qui dentro, sempre in- nocente e candido come l'acqua sporca, come questa volta, che l’hanno arrestato colla roba rubata. Poveri ladri! ».

«Non bisogna piü rubare, ma assassinare ».

« lo, benché non pittore, ho acquistato molta fama fac-endo re- gistrare il mió nome sopra piü di 40 carceri diverse, che beni- gnamente registrarono i raiei bellissimi connotati ».

L’interesse in tutto questo non é certo estético, né letterario: é psicológico, o meglio, antropologico-criminale. E prima di tutto dimostra la nessuna paura che hanno codesti delinquenti-nati della morte, cosí che se la pingono e ridipingono e ne accarez- zano il pensiero, come dimostrai nel capitolo Agonie dei miei Palimsesti del carcere: cosí un suicida vi si dipinge dentro la bara coi lumi dintorno, e un altro si dipinge impiccato alie inferriate, con sotto riscrizione:


- 171 —

lo SONO

UN DISGRAZIATO, IL MIO DESTINO É DI MORIRE IN PRIGlONE STRANGOLATO .

Un altro si ritrasse, prima arresfcato da due guardie, poi dentro il carcere, poi in galera e poi in una bara con sopra scritto: Morio.

É sempre, insomma, l’ipertrofia del proprio « lo », che, come li spinge a soddisfare ogni impulso feroce, cosí li preoccupa, fin quasi dopo la morte, della propria persona, sicché appunto quello che per tutti é il massimo dei dolori diventa per essi l’occasione . di una grande compiaeenza, direi di una compiacenza postuma, che probabilmente assai piü li preoccupa della scena della morte (tanta é la loro imprevidenza) in cni essi saranno vittime, ma anche attori, e primi attori.

É curioso poi che tutti costuro (come mostrano puré i miei Pci- limsesti ) finiscono sotto la suggestione del sacerdote con una dol- cezza, con una pietá, che pare una contraddizione, e non é, di questi cuori feroci, ma strani, che vanno sempre agli eccessi estremi; e Misdea, come poi Seghetti, si preoccupa di regalare i guardiani, si mostra dolente di aver insultato i suoi giudici.

Cosí Jenkins, dopo aver ucciso a tradimento la sua amante perché gli resisteva, scrive ai parenti di questa che vengano a trovarlo, che avranno il piacere di udire come essa morí... felice- mente. E andando al supplizio diceva al cappellano: « Era poclii minuti saro da lei » .

Un autógrafo di Seghetti. — - Né la lunga collezione di quelle Agonie ha esaurito l’argomento. Quell’amico lontano ed ignoto, che é il piii grande conforto dei pensatori, mi manda da Genova, per mani del cavalier Astengo, un autógrafo singolarissimo del Seghetti, quegli che venne testé fucilato per ribellione, che aggiunge un nuovo


capitolo a quello delle agonie, in cui tentai riprodurre i pensieri dei delinquenti-nati nel momento della morte.

É, come vedesi, uno schizzo grossolano della scena della proprin morte (Y. Tav. II).

Si vede lui legato ad una sedia, con un prete vicino che gil mosfcra la croce ; a pochi passi un ufficiale dii colla spada il se- gnale dello sparo ad un pelottone che ha gih spianato il fucile contro di lui. Dall’alto, da un palco foderato da arazzi, come in una gran cerimonia od in un teatro, assistono alio spettacolo soldati di varié armi con donne, fumando, ciarlando, e additando la vittima.

Tutta la scena, schizzata alia gran diavola, e incorniciata da due alberi che stendono ahbastanza artísticamente i loro rami • coperti di foglie. Dietro il foglio Seghetti copio una lírica da un libro che gli avevano préstate, e la íinisce colle parole : «Addio, addio, ricordo di Seghetti ».

Né questa o la sola manifestazione estética. Egli scrisse in 84 versi la storia della sua vita ed il fine che lo attendeva; e non so bene se ad illustrazione del suo disegno detto questi poveri versi :

« II mío cuore addolorato Per la grazia fu salvato;

Ma la sentenza fu di morte Pronunciata dalla Corte.

II mió peccato fu gravemente,

E fu causa di un sergente;

Verso Dio mi son piegato Come agnello ammaestrato,

Da un sacerdote benedetto,

Assistito e protetto,

Per me moriré e un paradiso;

Orsü, Seghetti, non impallidisci,

Qui la poesía finisci:

É da rae che fu studiata,

Dalla mente ricavata » (1).


(1) Misdea scrisse negli ultimi giorni questi versi ch’io ebbi dal Lioy:




— 173 —


Ultima lettera di Misdea. — Una nuova prova bellissima ne é Misdea, di cui riproduco l’ultima lettera che dimenticai nei Pa- limsesti:

^ Castel dell’Ovo, 21 giugno (ore 1 ant.).

« Mamnia del cuore,

« Vi fo sapere che io sto hene in salute, come meglio spero sen- tire di voi e di tutta la famiglia. Vi fo sapere che la condanna mia fu tanto mala, io di quando l’lio appurato ho cercato il padre (1) a confessarmi; venne e mi trovo nella mia celia; io l’ho accettato co vero cuore. Monsignor arcivescovo di Napoli ha dimandato la grazia per me a lie Umberto I, Re d’Italia noi spettammo la grazia per momento a momento, si Dio ne la concede (2).

« Cara madre, pensate di stare allegri (3) giacché la mia sven- tura volse cosina, io mi trovo in mezzo al mare come una barca al mare in fondo a navigare.

« 11 cardinale di Napoli nrha mandato sei medaglie (1); se il Si- gnore me lo concede io ve le posso mandare a voi: una a mia so- rella Emilia ; un’altra a mió fratello Cosimo, un’altra a mió fratello


« Nacqui infelici au munnu e tal restai Sempo infelici e sbenturato fui.

Non ieppi iurni d’allegrizza mai. Allura finirannu le mié guai Quannu me canteranuu réquiem fui ».


« Giacché lu mali miu fu tantu grandi,

Ninuzza, nci vedimmo all’autru mundu ».

( Palimsesti del carcere, pag. 111).

(1) Colla paura della morte vanno ripullulando le idee religioso.

(2) V’entra qui la speranza della grazia — e la vanita. — Tutti questi persouaggi interessati per lui li menziona.

(3) E la replica strampalata di allegria, cui accennammo, a proposito della sua morte, che dovrebhe essere una nota triste.


- 174 —


Michele e un’aítra a mió fratello Pierantonio. E una la mando del c uore al mío amico Giuseppe Stranieri. Questi medaglie che io vi mando le tenete ricordate per vostro figlio.

« II mió confessore monsignore De Luce m’ha portato un poco di paternostri con la Madonna e il Signore, e quella la porto in petto mentre dura la mia vita (1).

« lo ho perdonato il mió fratello Michele, quello che non ha col- panza di niente, ho perdonato quello che mi ha manato lo schiatfo, causa di quello fu la rovina di quelle anime che dormono in térra per andaré dove Dio li destina. lo li pensó notte e giorno, uno che si chiama caporale Roncoronc venne nella mia celia proprio avanti il letto e discurrimmo una nottata insieme: lili mi disse che io Pavea ammazzato ello ed io l’ho detto che non ho corpato io ma fii la sventura che volse (2).

« Cara madre, io questa letteral’ho fatta nella mia celia n.83 bis: quando l’ho fatta ci fu il confessore fatta dalle sue proprie mani dettate a parole di me, alia presenza del comandante davanti il co- mandante del carcere e del sig. tenente: trámente mi fumava (3) un si garó questa lettera io la dittava io parole mié.

« Oggi e sabato si il Signore ne dona aiuto potrebbe il re farmi la grazia (4). lo questa mattina parto peí campo dei Bagnoli strada Piedigrotta. Lá spiaggia il mió sangue e servirá d’esempio ai miei compagni. Lá cerco perdono a tutte quelle famiglie che hanno per-


(1) L’idea religiosa si é fatta gigante.

(2) Non convien tanto far attenzione aU’alIucinazione (che questo accade di frequente in chi dimora in celia) quanto alia dichiara che non é sua colpa, ma della sventura — che b pare ana dichiara di inoltissimi, che cosí espri- mono ristinto irresistibile che li mosse.

(3) Egli fumava mentre dettava! — Ma non era allora molto commosso.

(4) Ma egli spera nella grazia e queste parole evidentemente gli son strap- pate dalla speranza che gliela possano far piü fácilmente ottenero.


duto il figlio ed io puré perdono a tulti quelli che hanno fatto male a me (1).

« lo vi mando queste medaglie dirette in lettera assicurata per mezzo del mió confessore » . .

9. Palimsesti stranieri. — Le tristi conclusioni dei miei pa- limsesti ebbero conferme curióse in autori stranieri.

Cook {The Prisons of ihe World, London) dá questi nuovi scritti di rei inglesi:

Sui piatti di metallo, nei quali é data loro la zuppa, trovo scritto :

« Millbank per le gambe gonfie e per tirare alia pompa.

» Broadmoor per tutti quelli che diventeranno matti.

» Brixton per i buoni pranzi e il cocoa, col grano.

» Dartmoor per le cattive vivande, e la liberta di parola.

» Porthsmouth un posto terribile per i lavori forzati.

» Chatam alia domenica dan quattro once di maiale.

» Portland e il peggior posto per gli sclierzi.

» Per scontare una condanna non c’é posto migliore di Woking.

« Cautcby Quinn, 10 anni di lavori forzati ». A Portland ha trovato questo brano in poesia:

« Non posso piü passeggiare, sono sotto chiave in prigione, e ringrazio il pubblico delle cure che ha di me. lo non le mérito piü degli altri; anzi, forse meno; e intanto io lio del pane mentre gli altri muoiono, e son costretti di mendicare di porta in porta.

« lo pensó al povero onesto, che corre per le strade, mal ripa- rato dal freddo, mentre io son vestí to da capo a piedi e al coperto dal gelo. Ce n’é migliaia che non hanno un tetto, mentre io lio la mia camera calda ed ariosa.


(1) Torna la vanitá.


176 -


« Mentre essi sono mal nutrí ti alie case dei poveri, io lio tre pasti al giorno, igienici e buoni. Allons , un evviva al pubblico in- glese, il quale pensa a tutti i nosfcri bisogni. Finché ci tratta cosí non gli mancheranno mai dei ladri ». — Parole che valgono per volumi contro i sentimentalisti che popolano i nostri Congressi carcerari.

10. Rasseoxazione e van ni. — Havelock-EUis {The criminal Man, 1888) ci da osservazioni curióse di Davitt sopra il carattere sentimentale dei delinquenti.

« É una cosa singolare, osserva il signor Davitt, quanto poclii individui in carcere dichiavino d'essere disgraziati e quanto pochi pensino al lungo tempo da passare in espiazione, o alia severita straordinaria di questa, oppure al contrasto della loro vita passata con quella del condannato ».

Davitt attribuisce questa strana rassegnazione ad una specie di coraggio eroico che é provvidenzialmente insito nel petto del delin- quente.Ma evidentemente cid dipende dalFinsensibilitá del reo-nato, infatti egli ricorda un solo uomo che non aveva mai sorriso una volta durante il tempo che resté a Dartmoor. La sua esistenza pareva essere un dolore perpetuo. Quest’uomo era un muratore di Suansea che ritornando a casa il sabato sera un po’ eccitato, ma non ubbriaco, aveva trovato la moglie piangente perché un uomo che abitara di fronte nella stessa vial’aveva insultata; allora si eraprecipitato fuori di casa ed armato di una forbice F aveva ferito mortalmente. É evi- dente che quest’individuo, che fu condannato a 7 anni di lavori forzati, notó era un delinquente istintivo, né delinquente abituale ; fu la forza dei suoi istinti sociali e non antisociali che lo condusse al delitto. Egli fu semplicemente delinquente per passione ed il suo caso per cbn&eguenza non rappresenta alcuna eccezione alia regola generale.

Secondo Drago {Los Hombres de presa, 1889), la van i tu é uno dei difetti dominanti nei delinquenti; é essa che li spinge spesso a de-


— 177 —


nunciar se stessi. Cosí, a Buenos-A yres, Federico Torres, attualmente al penitenziario e colpevole di parecchi assassinii, fu scoperto, perché arrestato per una infrazione di carattere correzionale, rivelé egli stesso alie autoritá (affinché sapessero bene che erano in presenza di un uomo terribile) i suoi antichi misfatti, fin allora sconosciuti, fra i quali la morte di un fanciullo che egli aveva piú volte gettato per aria ricevendolo al ricadere sulla punta di un coltello.


Lomkkoso. — 12.


0t : „ •


(• *. r. o j í


r\ i. y*?"


— 178


CAP1T0L0 IX.

Eziologia: Cause, sesso, etá, razze, ereditá, ecc.

I. Sesso. — Nello studio sulla criminalitá delle donne ( Scuola positiva, Napoli, 1892) Roncoroni (1), raggruppando insieme tutte le specie di delinquenti condannati, trova, per le aúnate dal 1885 al 1889, la seguente media annua:

Per gli uomini Per le donne

286,825 54,837

ossia per ogni 100 delitti commessi dagli uomini ve ne lianno 19 commessi dalle donne. Per ogni milione di abitanti gli uomini compiono 18930,4 delitti, le donne 3619,2.

Su 100 condanne totali 16 si riferiscono al sesso femminile.

Su 100 condanne, il sesso femminile é rappresentato dal: 14,8 0[0 in Austria 11,65 0[0 in Unglieria 16 0[0 in Francia 20 0[0 in Inghilterra.

In Germania, su centomila abitanti, si hanno 990 uomini con- dannati e 378 donne. Su 100 uomini 38 donne (Statistica uffi- ciale del 1885).

(1) Le cifre riferentisi all’Italia per questo lavoro di statistica vennero tolte dalla Statistica g indis tari a penale, p*r gli anni 1S85-1SS9; 5 volumi pubbli- cati in Poma per cura della Direzione Generale della Statistica, raggruppando i dati ivi dispersi in piü di 3000 pagine.


— 179 —


Tenuto conto che i delitti giudicati dai pretori sono i meno gravi, quelli dalle Corti d’Assise i piíi gravi, e quelli dei Tribunali presentano media gravita, abbiamo (media annua) :


Condannati.


Uomini

Donne

Dai pretori ....

. 228,134

49,555

Dai Tribunali . . .

. 54,028

4,997

Dalle Corti d’Assise .

4,663

285


Cosicché, per ogni 100 condannati maschi, le femmine sono :

21,8 condannate dai pretori 9,2 » dai Tribunali

6,0 » dalle Corti d’Assise.

Le medie annue dai 1885 al 1889 dánno, per rispetto all’eta de’ condannati, i seguenti risultati.

Per ogni milione d’abitanti:


Condannati da pretori.


Uomini

Donne

Fino a 14 anni

2011.0

453,60

Da 14 a 21 »

23364.32

5394,32

Da 21 a 50 »

29542, OS

6449,74

Da 50 in su »

7314,36

1690,86


Tribunali.


Fino a 14

anni

329,10

33,4

Da 14 a 21

»

6000,6

547,32

Da 21 a 50

»

6812.8

572,22

Da 50 in su

o

1318,46

138,48


Cor ti cTAssise.


Uomini

Donne

Fino a 14 anni

0,650

0,00

Da 14 a 21 »

405,048

13,44

Da 21 a 50 »

675,66

37,59

Da 50 in su »

107,52

12,04


T ótale.


Fino a 14

anni

2340,750

686,0

I)a 14 a 21

»

29829,978

5955,08

Da 21 a 50

»

36969,540

7039,58

Da 50 in su

»

8740,34

1841,38


E per ogni 100 delitti comraessi da uomini, nelle singóle ca- tegorie, abbiamo per le donne :


Pretori

Tribunali

Corte d’Assise

Totale

Fino a 14 anni

22,5

10,1

0,0

32,6

Da 14 a 21 »

22,2

9.0

3,3

34,5

Da 21 a 50 »

21,6

8,4

5,5

36,2

Da 50 in su

23.1

10,5

11,1

44.7


Da cui si ricava un fatto costante per le varié categorie dei reati, leggieri, gravi, gravissimi: ossia la criminalitá femminile. confron- tata alia mascbile, raggiunge le piü alte proporzioni nell'etá piü avanzata, vale a dire quando i caratteri speciali del sesso sono come soffocati dall’etá.

Súbito dopo l’etá piü avanzata, la criminalitá femminile rag- giunge le piü alte proporzioni nell’etá infantile (fino a 14 anni), ossia nell’etá in cui i caratteri sessuali non si sono ancora svilup- pati. Ma questo fatto non risulta verificarsi per i reati piü gravi; infatti, dellp fanciulle minori di 14 anni nemmeno una venne con* dannata dalle Corti d’Assise.


— 181 —


Ma se si considerano separatamente, i due sessi, senza confron- tarli fra loro, colpisce súbito il grande numero di delitti che ven- gono commessi nell’etá giovanile (da 14 a 21 anni), e cibpertutte le categorie di reati.

Esaminando infatti la tavola, dove sono esposte le cifre dei de- litti per ogni milione di abitanti, vediamo che il numero dei de- litti commessi da 14 a 21 anni é di poco inferiore a quello da 21 a 50 (per milione d’abitanti), il che ci sembra una prova, direi, so- lenne del fatto che il delitto trova la sua ragione d’essere in una al- terazione congenita dell’individuo, ben piii che non nelle condizioni sociali. É da credersi che un gran numero di delitti commessi in quell’etá sfugga fácilmente alia cognizione della giustizia, per ra- gioni facili a immaginare, cosí che non é sragionevole il pensare che il numero dei delitti commessi da 14 a 21 anni uguagli se non superi proporzionatamente quelli commessi da 21 a 50.

Questo vale ed é piii spiccato pei reati meno gravi, anche peí sesso femminile, ma non per i reati piü gravi.

Le medie annue dánno, per rispetto alie regioni, i seguenti risultati. Per un milione di abitanti abbiamo:


Pretori.


U.

D.

Alta Italia

10296,92

2110,68

Media »

15396,08

2827,12

Bassa »

22324,60

5413,18


Tribunali.


Alta Italia

2454,14

207,96

Media »

3460,56

251,36

Bassa »

5420,36

503,28


— 182 —

Gorti d' Assist.


U.

D.

Alta Italia

145,184

9,056

Media »

280,880

17,200

Bassa »

513,324

30,192


E per ogni 100 uomini i delitti nel sesso femminile sommano a:


Alta Italia

Pretori

20,3

Tribunali Corti d’Assise 8,4 6,2

Media »

18,5

7,9

6,1

Bassa »

22,9

9,9

5,8


Se si considerarlo separatamente i due sessi, senza confrontarli fra loro, risulta evidente che l’Alta Italia, in entrambi i sessi pei delinquenti giudicati dai pretori come per quelli giudicati dai Tri- bunali, lia un numero di delitti interiore di circa 1{3 a quello della Media Italia, e di piü di 1 [2 a quello della Bassa Italia e che pei delitti giudicati dalla Corte d’Assise il numero di essi é interiore di 1 [2 a quello della Media Italia e di piü di 5[7 a quello dell’Italia Meridionale.

Cosí che i delitti in genere, e sopratutto i piü gravi aumentano enormemente passando daU’Italia Settentrionale alia Meridionale.


Studiando i delitti a seconda della loro specie, si ottengono i seguenti risultati :


Media di i

tre anni Per milione

Ogni 100

Reati (Corti d’Assise)

U.

D.

U.

D.

uomini

Delitti politici e contro l’Am-




ministrazione dello Stato .

91,2

0,6

5,472

0,036

0,5

Delitti di falso e contro il




commercio

345,8

24,0

22,822

1,440

6,9

Ozio, vagabondaggio, contrav-




venzioni

114,6

1,0

6,876

0,066

0,8

Contro i costumi ....

251,0

15,6

17,6

1,16

5,160

Aborti, infanticidi ....

10,8

51,6

0,618

3,086

476,8




— 183 ■



Media di

tre anni Per milione

Ogni 100

Reati (Corti d’Assise)

ü.

D.

U.

D.

uomini

Assassini, omicidi . . .

. 144,0

49,2

75,504

2,952

3,4

Avvelenamenti ....

. 4,4

5,40

0.264

0,324

122,7

Ferimenti

. 890,2

34,2

59,346

2,052

3,8

Grassazioni

. 473,2

5,8

35,630

0,348

1,2

Furti

. 910,8

60,8

C5

O

o

05

o

4.012

6,6

Truffe

. 22,8

1,4

1,368

0,084

6,3

Ricettazioni

. 92,2

18,6

5.520

1.116

20,2

Incendi

. 44,2

3,8

2,652

0,228

8,6


Sappiamo giá che la media della compartecipazione delle donne ai reati giudicati dalla Corte d’Assise e di 6 ogni 100 uomini.

I seguenti reati la superano di assai:

Ricettazioni 20,2

Avvelenamenti .... 122,7

Aborti, infanticidi . . . 476,8

Questi ultirni si possono ritenere dunqne come delitti piü proprii alia natura femminile.

La scarsitá dei delitti contro 1’Amministrazione dello Stato si spiega fácilmente considerando che, relativamente agli uomini, sono pochissime le donne in essa impiegate.

La scarsitá delle condanne per ozio, vagabondaggio e contravven- zioni deriva da molte circostanze, tra le quali possiamo enumerare la molto minor tendenza della donna all’alcoolismo e quindi alia serie di mali che ne seguono; il partecipare in minor grado al com- mercio; inoltre il fatto stesso della scarsitá del delitto in genere nella donna deve rendere meno numerosi i casi di vagabondaggio.

Alia mínima partecipazione della donna alia grassazione, all'as- sassinio, omicidio e ferimento, devono certamente contribuiré cause diverse; tra le altre quelle appena sopra nomínate; madeve avervi una grande influenza la natura stessa della costituzione femminile: l’iminaginare un assassinio, il prepararlo, 1 'atinarlo ricliiedono, al- meno in un gran numero di casi, non soltanto forza física, ma una certa forza e complicazione delle funzioni intellettuali, anzi piii


queste che quella. E un tal grado di sviluppo físico e mentale e di regola deficiente — in confronto all’uomo — nella donna. Una si- mile considerazione ci serabra debba anche essere fatta sopratutto per le truffe e peí furto. Ci sembra che invece i íeati relativamente all’uomo piü frequenti nella donna, siano quelli che íichiedono mi- nore forza física e intellettuale, e ció valga sopratutto per le íicet- tazioni, per gli avvelenamenti, per gli aborti e gl infanticidi. E in- tendo forza intellettuale, e non coltura, in quanto che e noto che gli avvelenamenti vengono commessi con frequenza anche da persone colte. La enorme frequenza degli aborti e degl infanticidi é dovuta certamente anche ad altre cause troppo note perché le debba nem- meno accennare.

Quanto all’etá in cui vengono commessi i singoli delitti, predo- minano in entrambi i sessi nell'etá giovanile in confronto all’avan- zata i reati che si potrebbero considerare come d’impeto e nell’avan- zata in confronto alia giovanile quelli che si possono considerare come premeditati. Ya peré notato che nel sesso femminile l’etá piü avanzata supera la giovanile anche negli assassini, omicidi e in- eendi. Ma l’etá media la vince sulle altre nel numero dei reati di ogni natura.

Se si considera l’influenza della civilta sui singoli delitti, notiamo che tanto nell uno come nell altro vanno aumentando regolarmente, col diminuiré della civilta, i seguenti delitti: di falso e contro il commercio, gli aborti e gli infanticidi, le ricettazioni e sopratutto i delitti contro la sicurezza dello Stato e contro l’Amministrazione pubblica, gli assassini, i ferimenti, le grassazioni, i furti, gli in- cendi, gli avvelenamenti, ossia i delitti piü gravi. II sopradetto aumento é inegolare per i reati d ozio, vagabondaggio e contrav- venzioni e pei reati contro i costumi. Yanno invece°aumentando in entrambi i sessi, benché di poco, coll’aumentare della civilta, i reati di truffa.


— 185 —


Per mostrare quanto la meno avanzata civiltá aumenti alcuni delitti, noto che, in confronto alPItalia Settentrionale, la quota di ciascuno dei seguenti delitti per milione d’abitanti é:


Nell'Italia Céntrale. Uomini


Donne

I er gli assassini, omicidi 5 volte piü grande

4 volte piü grande

Per i ferimenti .

. . 3 »

2

»

Per le grassazioni

. . 1[3 »

5

)>

Per i furti . . .

. . 1 [4 »

2[3

»

Per gli incendi .

. .1(3 »

Nell'Italia Meridionale.

2

»


Uomini Donne

Per gli assassini, omicidi 12 volte piü grande 24 volte piü grande

Per i ferimenti ... 6 » 11 »

Per le grassazioni . . 4 » 5 »

Per i furti 1|3 » . 3p5 »

Per gli incendi ... 3 » 6 »

Quanto all'inftuenza della regione e dell’etá sui singoli delitti, ri corder 6 soltanto quanto rilevai stigli aborti e infanticidi. Le con- danne per questi delitti per milione d’abitanti furono:

Italia del Nord.


Fino a 14 anni Da 14 a 21 Da 21 a 50 Da 50 in su


Uomini

_ — 0,800

0,396

Donne

— 2,396 3,080

0,198


Italia Céntrale.


Uomini

__ 1,920 1,434

0,996

Donne

— 0,960 6,792

1,660


Italia Meridionale.


Uomini

— 5,040 3,818

1,820

Donne

— 1,400 9,016

2,310


— 186 -


Dove é evidente che, quanto piü il paese é civile, tanto piü gli aborti e gli infanticidi tendono a verificarsi nel sesso femminile in etá precoce ; quanto meno é civile, tanto piü tendono a manifestarsi in etá avanzata. II che, conoscendo le ragioni che sono causa di questi reati, mi sembra debba attribuirsi al fatto che nei paesi piü civili il sentimento d’onore delle fanciulle rese gravide é piü svi- luppato, o almeno le trascina a liberarsi dall’onta di avere un figlio illegittimo con maggiore energía che non nei paesi meno civili, dove il fatto di trovarsi questi reati in assai maggiore frequenza dai 21 ai 50 anni e persino dopo i 50 anni, che non dai 14 ai 21 indica che ivi l’aborto e l’infanti cidio viene compiuto assai meno per un sentimento d’onore che non per un triste uso. E qui ricordo l’uso generalizzato dell’aborto nei paesi selvaggi.

Considerando l’influenza delle grandi cittá nei singoli delitti, si vede che sopratutto i ferimenti, le grassazioni e i furti sono note- vol mente maggiori nelle grandi cittá che non nelle piccole e nella campagna. Sembra che questa triste influenza delle grandi cittá sul delitto aumenti colla civiltá, ma non si puó dire che in Italia sia maggiore nel sesso femminile. Invece a Berlino é molto piü mani- festa l’influenza del grande agglomeramento di persone come causa di aumento di delitti del sesso femminile; infatti si hanno 26,6 donne condannate su 100 condannati maschi, mentre nel Regno solo 19,7.

E mentre in Inghilterra dai 1859 al 1864 nei delitti di compe- tenza delle Assise si notarono 35, 36, 38, 33, 31, 32 donne delin- quenti su 100 uomini, a Londra, negli arresti operati dalla polizia metropolitana dai 1854 al 1862, su 100 uomini si annoverarono 57 donne; a Liverpool 69; a Dublino 84.

11 sesso femminile é piü frequentemente prosciolto che non il maschile.

Su 100 giudicati di ciascun sesso si ebbe dai 1887 al 1889 la seguente percentuale di prosciolti :


— 187 —


1887

1888

1889

( U.

32,0

31,3

32,68

Pretori . . 1



( L'*

36,5

33,8

34,78

l u.

23,8

23,1

23,03

Tribunali . |



(

28,8

29,6

29.06

i u.

33,3

28,5

27,77

Corti d’Assise |



( -D*

56,0

50,0

48,48

( U.

29,7

27,6

31,16

In complesso j

1 XJ •

40,4

37,8

34,42

É evidente quindi che le

donne vengono prosciolte tanto piü

fácilmente quanto piü il reato é grave,


Anche in Francia i prosciolti nei

tribunali furono:


Dal 1836

Dal 1856

Dal 1871


al 1840

al 1860

al 1880

Delitti giudicati j U.

35

23

19

dalle Corti d’Assise ¡ D.

40

33

31

Reati giudicati dai í U.

6

Tribunali correzionali D.

8


Quanto all’influenza dello stato civile, noto che, come osserva il Mayr, ai vedovi e ai divorziati ricade la quota massima della de- linquenza nella maggior parte delle etá, e mentre l’uomo trova realmente nel matrimonio un ostacolo al delitto, la donna invece non é punto preservata. La maggior criminaliza della donna mari- tata si manifesta nei delitti contro la persona, mentre quella della donna nubile, nei delitti contro la proprietá.

Nei delitti contro la proprietá tanto la donna maritata come l’uomo ammogliato delinquono meno dei celibi, ma pei delitti in genere, da 30 anni in su la donna maritata delinque di piü della nubile, mentre pei maschi solo da 70 in su, il che é dovuta alFin- fluenza dei delitti contro la persona, contro lo Stato, ecc.


— 188 —


Per rispetto alia recidiva elevo limitarmi ai dati degli altii paesi, non considerando i nostri annuari di statistica penale la íe- cidiva a seconda del sesso.

In Francia si ebbero recidivi:


Dal

1851

al

1855

Uomini

36 0 t 0

Donne 16 0[0

»

1856

»

1860

40

»

16 »

»

1861

»

1865

42

»

17 »

»

1866

»

1870

45

»

17 »

»

1871

»

1875

51

»

19 »

»

1876

»

1880

53

o

21 »


II sesso raasehile recidiva dunqueconmolto maggior frequenzadel femminile e tende a recidivare molto di piü col progredire della ci- vilth, come queste cifre dimostrano, anche malgrado la probabile causa d’errore che i recidivi siano meglio riconosciuti ora che non una volta.

Considerando gli individui stati reclusi nelle « maisons cen- trales », commisero reati quasi immediatamente dopo, ossia.nel rispettivo periodo di anni, nel:


Uomini

Donne

1851-55

37 OiO

26 0[0

1856-60

34 »

23 »

1861-65

37 »

24 »

1866-70

40 »

25 »

1871-75

39 »

22 »

1876

40 »

26 »

1877

39 »

23 »

1878

45 »

24 »


In Germania i risultati sono un po’ differenti (Starke). Mentre anche in quella nazione nel 1869 le recidive erano minori nel sesso femminile, esse andarono man mano aumentando fino a raggiungere il numero delle recidive del sesso maschile, si ha infatti:


189 —


Uomini

Donne

Totale

1869

71,44

64,98

1870

74,00

74,22

1871

80,38

78,35

1872

77,29

74,16

76,74

1873

80,66

77,46

80,13

1874

77,98

77,16

77, S4

1875

79,03

84,26

79,85

1876

79,66

78,17

79,42

1877-78

78,47

76,76

78,25

1878-79

79,13

75,80

78,61

1879-80

77,13

75,19

76,84

1880-81

76,42

77,77

76,47

1881-82

78,76

78,86

78,87


Conclusioni. — Dalle quali cifre si puó concludere:

I o La delinquenza femminile e 4-5 volte inferiore alia ma- sclúle. 1 delitti gravi sono commessi dalla donnain proporzione 16 volte minore (in Italia). Ció si verifica, aU'incirca nelle stesse pro- porzioni, anche negli altri paesi d’Europa e d’ol tremare.

2 o La delinquenza femminile raggiunge, confrontata alia ma- ' schile (ogni 100 masclii), le piii alte proporzioni nell’etá piü avan- zata, poi nell’etá infantile, poi nelLetá media; se si considera la delinquenza femminile senza confrontarla alia maschile, si trova che le alte proporzioni del delitto in etá avanzata si lianno special- raente per i gravi reati, meno per i leggieri (1). In entrambi i sessi la proporzione dei delitti commessi in etá giovanile e altissima;


(1) Secondo Mayr il massimo della delinquenza e per l’uorao da 18 a 21 auni, per le donne dai 30 ai 40.


— 190 —


2 o L aumento della partecipazione della donna al delitto col progredire della civiltü (su 100 uomini) sembra avvenire soltanto per i reati piü gravi. Se si confronta la delinquenza femminile colla maschile, la prima aumenta anche piü della seconda grande- mente col diminuiré della civiltü, specialmente pei reati piü gravi ;

4 o Confrontando la delinquenza femminile colla maschile (donne delinquenti su 100 uomini), si nota che la partecipazione della donna al delitto tanto minore quanto meno il delitto richiede di fovza física e di forza e complicazione delle funzioni intellettuali ;

5 o Nell'eta giovanile predominatio in entrambi i sessi, in con- fronto airavanzata, i reati d'impeto, e nell’avanzata, in confronto alia giovanile, i premeditati. Tuttavia nel sesso femminile l’etá piü avanzata supera la giovanile anche negli assassini, omicidi e incendi. Ma l’eta media (dai 21 ai 50) la vince sulle altre nel numero dei reati d’ogni natura;

0 o Le cifre tanto dei delitti complessivi, come di ciascun de- litto, per ciascun sesso e pei vari paesi, sono in generale grande- mente costanti nei vari anni. In Italia perb sembra che nel sesso maschile vadano diminuendo i reati piü gravi, e aumentando i piü leggieri in ambedue i sessi; pare invece che la criminalita piü grave aumenti nella donna ;

7 o Gli aborti e gli infanticidi serabrano essere nel sesso fem- minile commessi tanto piü per un sentimento d’onore e tanto meno per una specie di costume, quanto piü il paese e civile ; infatti nel- l’Italia Settentrionale predominano neU’etü piü giovane, nella Me- ridionale invece nell’eU piü avanzata;

8 o L’influenza delle grandi cittii nel senso di aumentare il de- litto e maggiore peí sesso femminile, e si fa sentiré specialmente coiraumento dei ierimenti, delle grassazioni e dei furti;

9 o II numero dei prosciolti e maggiore nel sesso femminile;

10° II matrimonio salvaguarda la donna assai meno deH’uomo dal delitto;


191 —


11° La delinquenza femminile recidiva in Francia con minore frequenza della maschile, in Germania con egual frequenza.

É possibile daré una spiegazione psicológica almeno d’una parte di questi fatti?

Mi sembra che sia possibile.

Se si considera la donna come un essere meno evoluto e nel quale quindi i centri eorticali sono meno nuraerosi, meno complessi, meno coordinati tra loro, ne deve scaturire come conseguenza che:

I a A paritá di cause morbose i centri eorticali della donna sono meno frequentemente e meno profondamente alterabili ;

2° Che le alterazioni morali della donna devono rivestire forme meno complícate, direi, se si potesse, meno ingegnose;

3 o Che le alterazioni, a paritü di condizioni, sono piü fácil- mente riparabili.

Di qui nella donna la minore frequenza del delitto, sopratutto quando i caratteri della femminilitá sono piü spiccati (da 21 a 50 anni), e sopratutto pei reati piü gravi e per quelli che richiedono non soltanto maggiore forza física, ma anche maggiore forza e com- plicazione delle facolta intellettuali (la prostituzione, specie di equi- valente del delitto nella donna, non richiede punto coraplicazione nelle facolta mentali); di qui anche la minor frequenza della reci- diva, almeno in alcune forme.

Se a questi dati psicologici si aggiungono le differenze nelle abitudini di vita, nelle occupazioni e nelle funzioni fisiologiche, si potra spiegarsi la diversitü dei risultati sovraesposti tra la delin- quenza femminile e la maschile.

2. Id. — Secondo le statistiche giudiziarie della Scozia deH’anno 1888 (Morrison, Crimes and its causes, p. 154) 37 p. 100 delle accuse erano contro donne. É vero che solo 11 p. 100 di queste ac- cuse erano di una certa gravita, ma ad ogni modo le donne in Scozia commettono certamente piü delitti che gli uomini. La proporzione


— 192


delle ci'iminali Inglesi non arriva nel 1888 al 17 p. 100, ed ha ten- denza a diminuiré, essendo stata del 20 p. 100 negli ultimi venti anni. La proporzione delle delinquenti femminili variando in Scozia in senso opposto percib é una eccezione. Non si pub dubitare che il eran numero dei reati femminili in Scozia debba attribuirsi alia

o

condizione sociale di quel paese. In nessun altro paese dell’Enropa, infatti, le donne fauno un lavoro cosí pesante: esse lavorano nei campi e nelle fabbriche accanto agli uomini, e per la loro esistenza non dipendono quasi per nulla da questi ultimi e sotto il punto di vista económico sono piü che altrove emancípate; in una parola, esse rassomigliano, insomma, nella loro attivitá sociale, agli uo- mini. Le statistiche scozzesi sono una conferma imponente delle nostre teorie: quanto piii le donne saranno obbligate a prender parte allalotta económica per la vita, tanto piü diventeranno delinquenti. Oio non é consolante appunto, raentre una forte corrente d’idee nuove tende ad aprir loro la vita industríale e pubblica al piü alto grado possi hile. L’aumento delle confederazicni femminili politiche e di altre organizzazioni di carattere aergressivo é un errore che finirá per alterare ed avvilire la natura della donna. L’attitudine aggres- siva dei componenti le associazioni guasta gl’istinti elevati della donna ed il suo carattere morale. L’influenza esercitata dalle madri sullo spirito dei fanciulli é grande, e diverrá certamente cattiva se lo spirito della madre é contaminato dalle lotte della vita elettorale.

3 . Sesso negli avvelenatori. — L’avv. Virgilio liossi scrive: (II sesso negli avvelenatori condannati dalle Cor ti d'Assise in Italia dallSSO al 1888 ; Archivio di psichiatria ed Anómalo, 1891).

Dal 1880 al 1888 si ebbero in totale tra i condannati dalle Corti d’Assise :

/

„ . . , .. ( masclii 38

Venehzi tentati o mancati '

¡ femmine 31

í maschi 30 » consumati . . . /

| femmine 29


— 193 —


Donde sopra 100 avvelenatori erano : 53,12 maschi e 46,88 femmine.

Le proporzioni annue degli avvelenatori distinti per sesso per 1000 condannati appaiono dal seguente specchietto:

Anni 1880 1881 1882 1888 1884 1885 1886 1887 1888

Maschi. . . 1,3 1,6 1,4 0,8 1,2 0,6 1,1 2,0 0,6

Femmine. . 16,6 12,9 36,1 17,0 3,2 3,2 33,6 33,9 13,7

Essendo dunque nel novennio stati condannati dalle Assise 53,619 uomini e 3172 donne, si ebbero sopra 1000 condannati maschi 1,26 avvelenatori e sopra 1000 condannate 18,91 avve- lenatrici; la qual sproporzione tra i due sessi é degna, di seria attenzione da parte dei criminalisti, perché solo in parte essa puó spiegarsi dalla maggior facilité, che hanno le donne a pro- pinare il veleno essendo esse quelle che nelle famiglie accudi- scono alia cucina e preparano il cibo.

Né meno grave é la circostanza che le femmine riescono piü dei maschi a consumare gli avvelenamenti ; e infatti .popra 100 avvelenamenti se ne ebbero :

nelle femmine tentati o mancati 51,66 consumati 48,34 nei maschi invece » 55,88 » 44,12

Forse le femmine raggiungono pin sovente lo scopo, perché pre- meditano di piü il delitto.

4 . Tabacco, — II Marambat, dopo aver fatto la triste consta- tazione che d'anno in anno il numero dei prevenuti minorenni au- menta considerevolmente, ricorda che dai dati statistici ottenuti in seguito ad un’inehiesta, fatta in parecehi importanti stabilimenti penitenziari, rimane accertato che la prima passione che s’infiltra nel cuore del ragazzo é quella del tabacco, e che é questa passione che lo porta dapprima a spese snperflue, quindi a contrarre abitu- dini viziose e vergognose, che lo conducono nella via del delitto. Questa statistica dimostra infatti:

Lombroso. — 13.


— 194 -


I o Che su 603 ragazzi dagli 8 ai 15 anni, 51 0[0 prima della. detenzione aveva giá l’abitudine del tabacco;

2 o Che su 139 giovanetti dai 16 ai 20 anni questa proporzione é dell’84 0[0 ;

3 o Che su 850 individui superiori ai 20 anni 666, o per meglio dire il 78 0[0, avevano preso quest’abitudine prima dei 20 anni.

Inoltre su 666 altri individui, 379, ossia 57 0[0, sono entrati in prigione per la prima volta prima dei 20 anni, mentreché, fra gli individui che non fan uso di tabacco, questa proporzione non é che del 17 0[0.

II numero dei delitti di vagabondaggio, mendicitá, furto, truffa, abuso di confidenza, va sempre aumentando, secondo quello che ri- ferisce il Ministro della Giustizia. Ora fra i delinquenti di queste categorie, la proporzione dei fumatori é deir89 0[0.

Furono giudicali, nel 1881, 57,266 individui per ubbriachezza. La statistica, fatta dal signor Marambat, c’iudica che di questi in- dividui i fumatori forniscono negii stabilimenti penitenziari una cifra di ubbriaconi del 74 0[0, mentre quelli che si ubbriacano senza consumare tabacco non sono colpiti dal Tribunale che in una proporzione del 43 0[0.

Una progressione sensibile nel numero dei recidivi, essendo puré- notata dal Ministro di Giustizia, l’inchiesta fece rimarcare che fra fumatori, ciccatori e coloro che prendono prese di tabacco, il nu- mero dei recidivi 6 del 70 0[0, mentre per coloro che non fanno uso di tabacco non e che del 55 0|0.

Bisogna sopratutto rimarcare che i detenuti sobrii non datisi al tabacco, non danno che il 18 0[0 di recidivi, mentre gli altri, mál- (jrndo sobrii , danno il 62 OjO.

5. Ereditá. — Sichart ( Archivio di Listz, 1890) studió indivi- dualmente 3SS1 criminali degenti nel carcere di cui era direttore, e ne paragonb i dati a quelli delle statistiche ufficiali del Wur-


— 195 —


temberg; siccome il método é quello del nostro Marro, gioverá confrontare i due risultati. Peró, siccome il Sichart non esaminó rei di reati di sangue, il confronto non pui> farsi che sui rei contro la proprietá e contro i buoni costumi.

I bastardi diedero nelle carceri di Wurtemberg: nel 1884-85 il 14,3 0[0; nel 1885-86 il 15,7 O t O; nel 1886-87 il 15,3 0[0; mentre sono negli onesti 1*8,76 0(0. Sichart per6 sui 3181 esaminati trovó la cifra elevarsi ai 27 0[0, cioé il doppio, diviso:

Su 100 ladri 32,4 0[0

» truffatori . . . . 23,1 »

» rei di libídine ... 21 »

» spergiuri .... 13 »

» incendian . ... 12,9 »

Marro nei suoi 507 non ne trovó che 2.


Nei delinquenti chiusi nel carcere manca assolutamente l’educa- zione impartita dai parenti in generale nel 16 0(0, ripartiti cosí :



Parenti viziosi


Ladri (Sichart) ....

20,9

OiO

47 —

(Marro) 45,0

Incendiarii

11

»

31 —

»

14,2

Truffatori

10,8


34 —

»

32,4

Rei contro il buon costume

' 9,4

»

51 —

»

28,2

Spergiuri

6

»

23 —

»

Falso giuramento . . .

12

»

16 —

»


Totale parenti viziosi 43 0[0.

Trovasi ribrezzo del lavoro nel 42 0(0 ; vagabondaggio, mendi- citá nel 27 0(0, cioé:


Ladri

52

0(0

Mendie. 35 0 L 0

Vagab. 44,2 0[0

Bevoni 28 0[0

— (Marro) Bev.

— 7S 0(0

Truífat.

45

»

20 »

11,1. »

25,3 »

— 67,5 »

lncend.

31

»

1 5,5 »

15,1 a

34,2 »

- 57,1 »

Libid.

26,7

»

17,3 »

14 »

36,3 »

— 61,5 »

Sperg.

8,2


4,7 »

4,2 »

24 »



— 196 —


Ribrezzo del Iavoro Mendicanti 1

agabondi

Su 1248 ladri legittimi

52

0[0 32 0[0

42 0(0

» 600 » illegittimi

52,3

» 39 »

49 »

Ereclitá di alcoolismo

e nevrosi. — Egli trovo puré:


Figli di bevoni

(Marro)

Pazzia dei parenti

(Marro)

Ladri 14,3 0[0

46,6

Incendiarii 11 0[0

28,5

Truffatori 13,3 »

32,4

Libidinosi 8,5 »

10,2

Incendiarii 13,5 »

42,8

Ladri 6,4 »

14,5

Falso giur. 11,1 »

Truffatori 5,5 »

10,3

Libidinosi 14,2 »

43,5

Spergiuri 3,1 »

Totale 16,2 0[0


Totale 6,7 0[0


Epilessia (Marro)

Suicidio

(Marro)

Ladri 2,1 0 L 0

3,3

Ladri 5 0[0

Truffatori 2 »

1,3

Incendiarii 8,2 »

Incendiarii 1,8 »

Libidinosi 3,9 »

5,1

Libidinosi 1,2 »

Spergiuri 2,1 »

Spergiuri — »

Truffatori 1,5 »

Totale 6,7 0[0


Totale 4,3 0[0.


II complesso di ereditá nei reati si ha negli incendiarii nel 36,8 0[0; nei ladri nel 32,2 0[0; nei lfbidinosi nel 28,7 0[0; nei truffatori nel 23,6 0[0; negli spergiuri nel 20,5 0[0.

Baer avrebbe veduto su 25,548 carcerati il 23 0[0 i cui parenti erano bevoni. Nella cifra del Wurtemberg sarebbero nel 19 0[0. Nei criminali di Marro vi é nel 41 OpO l’alcoolisrao nel padre, il 5 0[0 nella madre; computando nell’ereditá morbosa la discendenza da genitori alienati, apoplettici, alcoolisti, epilettici, isterici e de- linquenti, la trovb nel 77 0[0, e nel 90 0[0 comprendendo ancora le anomalie del carattere e dell’etá dei genitori.

Tenendo conto del solo alcoolismo, pazzia, epilessia e suicidio negli ascendenti diretti, l’ereditá morbosa é risultata del 71 0[0 negli incendiarii; del 55 0[0 nei ladri; del 43 0[0 nei libidiuosi, e del 37 0[0 nei truffatori.


In complesso Sicliart conduele che vi sono fra i


Rei d’abitudine

Rei d’occasione

Illegittimi ....

30,6 0[0

17,4 0x0

Educati dagli stranieri .

o

19,3 »

7,6 »

Yagabondi . .

. 40,4 »

3,8 »

Ribrezzo del lavoro . .

51,7 »

19,2 »

Mendicanti ....

31,7 »

6,5 »

Bevitori

30,2 »

27,3 »

Immorali

17,5 »

15,3 »

Derivati da bevitori . .

18,4 »

11 »


(. Arch . dipsich., X, pag. 620).


6. Id. — In un bel capitolo del suo libro (Les lidbitués des prisons ) Laurent ci fa la storia di tutta una famiglia di delinquenti- nati che conferma a meraviglia i dati di Moeli e di Sicliart.

« II nonno paterno morto di affezione cardiaca a 67 anni, era di carattere debole ed era completamente dominato dalla moglie: la quale nervosa e strana, batteva il marito ad ogni occasione. Irascibilísima, provava piacere a sferzare la sorella quand’era am- malata.

« II padre era nervosissimo, violento, ma poltrone, e quantunque conoscesse la vita disordinata della moglie, non aveva il coraggio d’intervenire. Morí di un’insufficienza aórtica.

« Uno zio paterno viziosissimo e violento percuoteva i suoi pa- renti per avere denaro. Approffittó della loro assenza per vendere una parte dei mobili, tentó uccidere suo fratello per gelosia. Un cugino germano dei due precedenti si abbandonó alia pederastía.

« II nonno materno era intelligente, ma ubbriacone, subí due anni di prigione per furto. Capitano sotto la Comune, fu ancora punito per cattiva condotta. Egli era disquilibrato, brutale e gros- solano. Nel primo matrimonio ebbe 4 figlie delle quali descri- veremo lo stato mentale piü sotto. La nonna materna abbando-


— 108 —


nava i bimbi e sprecava in compagnia del marito la paga setti - manale. Mori di cancro uterino.

« La madre viziosissima, pigra, impetuosa si marita a ven ti anni ed ha due figliuoli; a 23 anni abbandona il marito, si u- nisce con un giovane e da alia luce una bimba. ín seguito ri- torna al letto maritale ed ha un quarto bimbo, durante questo tempo é Tatuante di un negoziante di vino.

« A quest’amante ne succedono altri. A 35 anni partorisce un quinto bimbo. Lasciando la íamiglia ed i fanciulli senza cura ella passa la vita nelle stamberghe ( bouges ) giuocando alie carte e di- sputando cogli ubbriachi. Tentó piü volte in stato di ubbriachezza d’uccidere il marito. A 37 anni ha da un suo amante un sesto figlio che muore di meningite. Resta incinta un’altra volta ed ab- bandona allora decisamente il tetto maritale attirando con sé le figlie, che poi lascia in balia del primo capitato mentre ella si ubbriaca. A 39 anni é incinta per la nona volta, e dal suo amante essa si lascia maltrattare.

« Questa donna aveva tre sorelle.

« La prima era viziosa fin dall’infanzia. Corrotta, a 16 anni si da alia prostituzione. Irascibile, ella in un momento di gelosia strappó un’orecchia ad una donna. La seconda sorella ha 38 anni, é maritata; alcoolista lasciva ed ottusa. Ha tre fanciulli dei quali uno all’etá di nove anni per un futile motivo si precipito dalla finestra ed un’altra volta senza ragione apparente si gettó sotto una vettura.

« Soffri di meningite e guarí.

« La 3 a sorella, ottusa e lussuriosa, si ubbriaca in compagnia del marito.

« Passiamo ora all'esame della 3 a generazione, che comprende otto fanciulli.

« I o Una giovane di diciannove anni, poco intelligente, capelli biondissimi, ha volta palatina, ogivale e sviluppo esagerato delle


— 199 —


protuberanze frontali. II sistema pilifero ó sviluppatissimo sul corpo o di un color ñero carico. Cattiva, gelosa, ella metteva delle spine nella minestra del fratello. A 10 anni la si trovava nelle cantine con dei giovinetti abbandonandosi ad una crápula precoce. Ha sempre rifiutato l’unione sessuale cqi componenti la famiglia. « lo non ne so il perché, diceva, vorrei, ma non posso, ció é piü forte di me, e mi ripugna ».

« A quindici anni si da alia prostituzione pubblica ed é incarce- rata a S. Lazzaro, poi nel convento delle Dame di S. Michele: ma -quindici giorni dopo Puscita ricomincia la vita disordinata prosti- tuendosi e vivendo in compagnia dei souteneurs.

« Ora e deten uta sotto l’accusa di furto insieme con un’altra giovane.

« 2 o Un giovane di 18 anni, lavoratore, económico, onesto, ma nervoso e caparbio e di carattere debole come il padre.

« 3 o Una íiglia adulterina di 15 anni, viziosa, beona e gbiotta. Frequenta gli spacci di vino e s’ubbriaca spesso. Kuba nelle vetrine •dei droghieri.

« 4 o Una giovane di 14 anni, pigra, bugiarda, ladra, irascibile, lia la faccia costantemente contratta da un tic nervoso e la fiso- nomía non e che una smorfia continua. Senz’alcun rispetto per la famiglia, ella approfitta di notte del sonno della nonna per pizzi- carle le gambe e vendicarsi in quest.o modo delle punizioni avute. E egoísta, civetta, lasciva.

« 5 o Un ragazzo di 8 anni, rachitico, scrofoloso, nervosissimo, irascibile. Prepotente, ha degli accessi con tendenza a romperé qualsiasi oggetto. É dolicocefalo e d’intelligenza comune.

« 6 o Una figlia adulterina, morta a 16 anni di meningite.

« 7 o e 8 o Due ragazzi in teñera etá ».

Tutti questi disgraziati sono dei degenerati, dei corrotti, nati col vizio nel sangue.


— 200


7. Cittá di delinquenti-nati. — Dopo ció si comprende come Si- gílele abbia scoperto unpaese infero di delinquenti-nati ( Ardí . di psich., XII, 1891).

« Tutti coloro che hanno studiato le statistiche criminali, dice il Sigílele, sanno che il delitto si concentra di preferenza in certi luoglii. Spesso, esaminando le cifre di una intera provincia, si dice: Ecco un paese che nel suo insieme sarebbe abbastanza buono,. ma c’é un villaggio clie guasta tutto. — lo lio denunciato nella due prime edizioni dell 'Uomo delinquente una serie di questi paesi passati in proverbio, come Pérgola, Sant’Angelo, ecc. — • Forse avviene del delitto ció che avviene di certi veleni, i quali, pur esercitando un’iníiuenza perniciosa su tutto l’organismo, affet- lano specialmente certi dati organi ».

In Italia, uno di questi luoghi ammalati, o — come direbbe il Joly — uno di questi veri foyers de criminalité spontanée é il vil- laggio d’Artena nella provincia di liorna.

Situato in cima di una collina, fra una campagna verde e vi- dente, con un clima dolcissimo, questo paese ove ó sconosciuta la miseria, dovrebbe essere uno dei piü onesti e dei piü felici. Invece esso ha una celebritá infame e i suoi abitanti sono considerati nei dintorni come dei ladri, dei briganti, degli assassini. Questa nomea non data da ieri: nelle cronache italiane del Medio-Evo si trova spesso il nome d’Artena, e la sua storia si puo riassumere in una lunga serie di delitti. Oggi si direbbe che il brigantaggio, il quale agonizza ovunque, si é rifugiato in questo piccolo paese, guada- gnando in intensitá tutto ció che ha perduto in estensione.

Si puo giudicare della gravita del male dalla seguente tavola. statistica :


— 201 -


Numero annuo

dei delitti

Delitti

(o£ni 100,000 ab.).

Anni 1875-88 Anni 1852-88


Italia.

Artena

Omicidi, assassinii e furti con omicidio

9,38

57 —

Ferimenti

34,17

205 —

Grassazioni

3.67

113,75

Furti semplici e qualificati . . .

47,36

177 —


Artena dunque si distingue per un numero di ferimenti, omi- cidi ed assassinii sei volte maggiore di quello della media del- l’Italia (e Tltalia é alia testa di tutte le nazioni civili nei de- litti contro le persone) e per un numero di grassazioni 30 volte maggiore di quello della media dell’ítalia. E-ancora queste cifre non danno un’ idea della ferocita e dell’ audacia dei delinquen ti Artenesi. Per rendersene conto, bisognerebbe descrivere tutti i de- litti, bisognerebbe vedere come si assassina di pieno giorno sulla pubblica piazza, come si strangolano i testimoni che osano dire la verita ai giudici !...

Quali sono, si chiede il Sigílele, le cause di questo triste fe- nómeno? Egli ne trovo molte: auzitutto il carattere degli abi- tanti e ¡'influenza esercitata dai cessati Governi: cause queste, che produssero al trove brigantaggio e camorra. Un’altra causa e l’impotenza delPautoritá a colpire i colpevol i. Negli ultimi anni quasi tutti i processi finivano con un’ordinanza di non luogo a procederé. II silenzio dei testimoni, eomprati o impauriti, impe- diva di Vaccogliere le prove: e cosí i malfattori, vedendo che po- tevasi ingannare la giustizia, si credevano autorizzati a tutto osare. Per fortuna il processo del giugno 1S90, finito con 32 condanne (di cui molte all’ergastolo) ha messo fine a questa impunitá pe- ricolosa.

La causa peró piü importante é l'ereditá. II Sigílele ha stu diato tutti i processi intentati contro gli Artenesi dal 1852, e vi lia trovato sempre gli stessi noiiii. II padre, il figlio, il ni-


— 202 —


pote si seguivano a distanza come spinti da una legge fatale. Nel- l’ultimo processo v’erano due famiglie, gia celebri negli annali giudiziari: l’una di 7 persone, l’altra di 6: padre, madre e figli; non uno mancava. Sighele dice che si puo ben ripetere a questo proposito le parole di Vidocq: « II existe des familles daos les- quelles le crime se transmet de génération en génération, et qui lie paraissent exister que pour prouver la vérité du vieux pro* verbe: Bou chien cliasse de racen.

Mai — io credo — la legge d’eredita ebbe una conferma piü splendida.

8. Razza. — Anche in Francia in una serie di borgate disposte sul confine delle foreste della Thierache, prolungamento di quelle delle Ardenne, Fauvelle {Bulletin de la Sociéié d'anthropologie, 1891) ha indicato esistere una razza delinquente. Dovunque predomina questa razza non vi sono che risse violenti di tutte le specie sulle quali l’autoritüi giudiziaria é il piü delle volte obbligata di chiu- dere gli occhi per non ingombrare le prigioni. II forestiero che s'arrischia in mezzo a queste popolazioni si espone agl’insulti tanto delle donne che degli uomini. Anche nella classe agiata, questa brutalita sovente si rivela sotto una certa vernice di civilizzazione. L'alcoolismo frequente,la come altrove, esagera ancora questa specie di barbarie.

11 gruppo étnico ha ripugnanza pei lavori di cultura; sfrutta le foreste o lavora neU’industria del ferro, ma si dedica sopratutto con passione al contrabbando. La statura é un po’ al disopra della media, ha forti muscoli, le mascelle larghe e robuste, naso dritto e gli archi sopraccigliari accentnati. II sistema pilifero é abbondante e molto pigmentato, cid che li distingue súbito da un’altra razza dai capelli biondi giallastri che occupa un certo numero di villaggi della stessa contrada, alia quale non si associa che raramente.


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9 . Pazzia nei reí. — Morrison ( Crime and its causes, London, 1891) ha calcolato che fra 441 delinquenti omicidi in Inghilterra (dal 1879 al 1888), 143, cioé 32 p. 100, erano pazzi.

Tra i detenuti d’Jnghilteira il 12 p. 100 non sapeva né poteva leggere e scrivere per mancanza piü d’intelligenza che di educazione.

Semal {Un coup d'oeil snr les folies pénitentiaires, 1890) ci da notizie importantissirae sui pazzi delinquenti del Belgio durante venticinque anni (1865-1884).

La proporzione dei pazzi nelle prigioni non pare a prima vista molto grande: 514 su 526,313 detenuti, cioé 100 p. 100,000, mentre che per la popolazione libera, la proporzione é di 132 per 100,000.

Ma togliendo i 235,000 condannati a semplici pene di polizia restaño 291,000 detenuti criminali e correzionali riuniti, tra cui vi í’urono 541 alienati, cioé 155 sn 100,000, sorpassando dunque notevolmente la proporzione di 132 su 100,000 abitanti per la po- polazione totale del paese. Tra questi 514 alienati vi furono 220 prevenuti ed in seguito rilasciati.

Ma é necessario un’eliminazione ulteriore, poiché ai restanti 295, bisogna togliere 8 simulatori, 42 su cui mancano informazioni, 1 1 il cui stato psicopático era sintomático d'un’affezione morbosa ben definita, ed infine 155 di cui lo stato di pazzia sconosciuto durante l’istruzione ed il processo si é poi rivelato nel principio del la deten- zione.

Con queste sottrazioni restaño 72 detenuti nei quali la demenza si é dichiarata durante la detenzione.

Fra di essi ve ne sono 32 che il regime del carcere ha reso pazzi incontestabilmente.

Questa cifra, che a prima vista sembra insignificante, acquista al contrario un’alta importanza quando si misura la influenza nociva della detenzione non disseminata sui 526,000 detenuti, né compa- rata al totale dei 514 alienati riscontrati su questa popolazione,


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ma esclusivamente in rapporto ai 79 casi di demenza nettamente manifestati in carcere. Vale a dire che 40 p. 100 dei carcerati che diventano pazzi nel corso della detenzione devono la loro malattia al regime penitenziario che subiscono ; per gli altri l’influenza di questo regime si é confusa con quella di fattori estranei alia deten- zione, sia indi viduali che sociali.

Semal ha fatto l’esame delle cause di questo sorgere o aggra- varsi dei fenomeni morbosi nei rei assoggettati alia detenzione cellulare.

Essi sono in numero di 44, di cui 16 esenti da qualsiasi ante- cedente morboso e 28 piü o rneno predisposti ; questi formano dunque piü della meta dei detenuti divenuti alienati nel corso della detenzione.

Ció che riesce meglio a fissare l’opinione che si deve avere su questo riguardo, é, che aijzitutto l’isolamento cellulare non fu vera- mente attivo che 5 volte su 51 detenuti che non trascorsero che una parte della pena in colla, cioé 1 su 10; mentre si notó 22 volte su 156 detenuti durante il corso intiero della pena con l’isolamento individúale, cioe 1 su 7 invece di 1 su 10.

Un I o gruppo di questi pazzi si compone di due ipocondriaci (so- spettosi d’avvelenamento) guariti col miglioramento del regime. Poi vengono due mistici dati all’onanismo conformemente a quella biz- zarria patológica che unisce cosí frequentemente la religiositá al- l’erotismo. La celia evidentemente favorisce il processo morboso, ma le abitudini solitarie permangono in tutti gli ambienti e la sorveglianza é dappertutto impotente a reprimerle. II misticismo suscitato da tendenze alia penitenza, per contro, ha sempre prospé- rate nell’isolamento.

Finalmente spicca l’azione nociva della celia in 6 allucinati di udito ch^ presentano un delirio típico.

Fra questi 514 casi di demenza riscontrati in venti anni nel Belgio, 50 p. 100 si svilupparono nel primo mese di detenzione e 84 p. 100 nel corso del primo anno.


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Sil 100 alienati, lo diventano tra i 20 e 50 anni 46 sopra una popolazione ordinaria, e fra i detenuti 81.

Questa maturitá morbosa si riscontra ad ogni periodo, andie dai 20 ai 30 anni, allorquando le passioni sono piü mobili che violente; si trovano 16 alienati nella vita libera contro 34 nella vita reclusa.

La tendenza a delinquere in Belgio si manifesta principalmente coll’appropriazione del bene altrui, poiché la quinta parte circa dei delinquenti sono ladri. Dopo predominano i colpevoli di violenze, percosse e ferite. 1 disordini psichici precedenti o consecutivi al delitto rientrano in queste conclusioni generali, perché fra i delin- quenti rieonosciuti alienati si riscontra una maggioranza di ladri e scrocconi, ma la preponderanza ritorna in seguito agli omicidi ed agli assassini.

Da tutto cié Semal conclude che:

I o Tutte le infrazioni nei carcerati sono generate dall’al- coolismo, che pare metta iu rilievo i lati difettosi delle indi vidua- litá. Cosí salvo una propensione manifesta ad associarsi al vagabon- daggio, lo si vede provocare indiferentemente homicidio, il furto e gli attentati al pudore.

2 o Gli incendian e gli stupratori sono sopratutto imbecilli ed allucinati. Su 270 casi nei quali s’é potuto esattamente pronunciare la diagnosi, 56 volte si trattava di degenerati, e se a costoro si ag- giungono gl’insufficienti che sono in numero di 38, si ha un totale di 94, cioé 35 p. 100 di condannati divenuti alienati, pei quali la delinquenza si lega aduno stato manifestó d’inferioritá psico-morale.

Cié che é piü ancora notevole si é che (come risulta dall’esame del quadro dove sono stabilite le relazioni tra la forma morbosa e la natura del delitto) i degenerati e gl’insufficienti prevalgono tra gli autori dei delitti piü gravi.


CAPITOLO X.


Epilessia.


I. Anomalie del campo visivo. — In 10 su quindici epilettici studiati fuori dell’accesso, trovó Ottolenghi limitato il campo, in otto emiopia verticale tre volte eteronima, in dieci la linea peri- metrica era spezzata, quindi molto irregolare la periferia del campo, in sette veri scotomi periferici. In un caso solo il C. V. aveva una forma schiacciata. In sei il C. V. era ugualmente limitato ad ambo gli occhi, in cinque era piü limitato a destra.

Diamo nella figura 38 un esempio di C. V. caratteristico del- l’epilettico fuori deU’accesso.

In quattro fu esaminato anche il C. Y. pei colori e trovossi limitato, seguendo peró esso non a molta distanza i limiti del bianco.

In 8 osservazioni fatte in ragazzi epilettici trovó 5 volte il C. V. limitato notevolmente ad ambo gli occhi, 4 volte la periferia molto irregolare, 2 volte con ondulazioni piü o meno pronuncíate, 7 volte scotomi periferici piü o meno profondi, 3 volte emiopie parziali inferiori. Questo risultato corrisponde al reperto dei ra- gazzi criminali; anzi, nei ragazzi epilettici il C. V. e ancora piü anormale, e dimostra sin dai primi anni l’equivalenza della epi- lessia e della criminalitü (Giornale della R. Accad. di medicina , Torino, 1890, n. 11-12).


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2. Id. — II dott. Parisotti ( Studio comparativo del campo visivo di ncuropatici e psicopatici ; Bollettino delta R. Accademiadi Med. di Roma ) ha esaminati 49 epilettici, dei quali 33 puré epilessie; 4 epilessie in alcoolisti, 1 epilessia con sifilide, 2 idiozie e 8 de- menze post-epilettiche. 1 epilessia mestruale, 13 isterici, di cui 7 femraine, 2 casi di manía isterica, 1 caso di raptas mclanco- nicas; 7 delinquenti, di cui 2 pazzi morali ; infine 10 prostitute — in tutto 82 osservazioni.


Fig. 38. — Epilettico fnori dell’aocesso.

Raggruppd nei seguenti tipi le diverse forme del C. Y. riscontrate :

I. Campo visivo nórmale;

II. Ilestringimento genéralo concéntrico piii o meno regolare ;

III. Ilestringimento parziale;

IV. Ilestringimento totale, ma con prevalonza distinta in una

o due direzioni;

Y. Anomalie in un occliio, o diíferenti nei due occlii.


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11 I tipo riscontró in 6 epilettici, 1 epilettico sifilítico, 1 de- mente epilettico, 1 isterico , 1 manía isterica, 3 delinquenti, di cui 1 maniaco.

II II tipo in 13 casi epilettici masclii, in 6 donne epilettiche, in 4 epilettici alcoolisti, 6 demenze post epilettiche, 6 prostituto, 1 psicostenia, 6 donne istericbe, 3 isterici e 3 delinquenti.

II III tipo in un caso di epilessia con sifilide ed in un’isterica.

11 IV tipo in 2 epilettici e 1 epilettica, 1 demenza post-epi- lettica, 1 nevrastenia con tendenza suicida, 1 delinquente, 1 raptus nieJanconicus.

11 V tipo in 2 epilettici, 2 idiozie epilettiche, 1 isterico.

Limitazione nel senso verticale riscontró solo in 4 casi: 2 epi- lettiche, 2 epilettici, 1 istero epilettica.

Si ebbe abolizione del C. V. in tutto il settore verticale medio in un occhio di un nevrastenico.

La limitazione costante, o quasi, nel senso verticale data da Otto- lenghi per l’epilettico, per ildelinquente-nato e perla prostituta-nata riscontró (ved. pag. 155) solo in 9 epilettici e 3 donne isteriche.

La periferia prevalentemente irregolare a linea spezzata, con rientramenti in forma di scotomi periferici messi in evidenza da Ottolenghi e da lui data come esclusiva del C. Y. del delinquente- nato, deU’epilettico, trovó in 37 su 42 epilettici, in 2 su 7 de- linquenti-nati, in 3 su 10 prostitute, in 8 su 11 isteriche.

Negli epilettici e negli altri anormali il visas fu in generale buono, talora straord inariamente potente.

Conclude quindi :

1° La limitazione del C. Y. in piü direzioni, ma di prefe- renza nel senso verticale, non la vide costante negli epilettici, non la trovó nei delinquenti-nati e prostitute, la riscontró invece in altri anormali;

2 o La forma di linea limite data all’Ottolenghi come carat- teristica del C. V. delle delinquenti nate e delLepilessia e preva-


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lente, anzi precoce,ma non esclusiva negli epilettici ; non la trovo nei delinquenti-nati, di cui peró non esaminh che un piccolo numero.

3 . Piede piatto e PRENSiLE. — 11 piede piatto che Desprez trovh nei normali nell’l 0[0 fu trovato da Féré nel 47 0\0 negli epilettici, da Carrara (1) in 600 criminali nel 17 O [O (piede completamente piatto).

11 piede prensile rappresentato anatómicamente dalla estensione del largo primo spazio interdigitale plantare riscontrarono Otto- lenghi e Carrara (2) nell'll 0[0 in normali, nel 32 0[0 in crimi- nali, infine nel 41 0[0 negli epilettici.

Sono questi tre nuovi caratteri che confermano luminosamente la ©quivalenza dell’epilettico col delinquente-nato.

4 . Epilessie psi chiche. — Ma questo parallelismo é confermato da Ottolenghi, Tonnini in altre direzioni. Ottolenghi {Epilessie psichiche in criminali ; Arch. di psicli ., XII, pag. 6) fece uno studio su 12 casi tipici rari di epilessia psichica — 4 omicidi, 5 feritori, 1 disertore, 2 ladri.

II I o dei suoi casi é un garzone panattiere clie in istato epilettico crepuscolare fissh di uccidere un compagno di lavoro con cui aveva anticamente avuto litigio; egli compera un’arma inadatta che si fa insegnare ad usare e, con apparente tranquillitá, va a eolpire Tamico mentre dorme e poi spara l’arma contro se stesso: le íerite sono leggere, si addormenta poco dopo il fatto, e si sveglia dopo un giorno dimentico di quanto é avvenuto.

Nel 2 o caso si tratta di un contadino che durante un accesso psi-


(1) Carrara, Di al cune anomalie scheletriche nei criminali ( Giorn . Accad. med., 1892, n. 7).

(2) Ottolenghi e Carrara, II piede prensile in rapporto alia medicina lé- gale {Giorn. Accad. med., 1892, n. 5-6).

Lombroso. — 14.


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chico continúalo, per futile motivo uccide un suo compagno, ne fe- risce gravemente due altri, uccide il sindaco del paese che lo rim- proveró, infine tenta ferire lo stesso cavallo che trasportara i cada- veri: da bambino aveva presentato l’accesso epilettico motorio.

Si tratta nel 3 o caso di un individuo con accessi epilettici motori, condannato giá per ferimento, che in un accesso di epilessia psi- chica incosciente, tentó appiccar fuoco al pagliericcio delia propria celia e schiantato uno dei ferri del letto si spaccó il cranio.

11 4 o , eccitato dall’alcool, essendo all’osteria, fa atto di uccidere una sua bambina latíante, e ritornato a casa solo, s’imbatte in un veccliio inerme steso al suolo e lo uccide a colpi di chiodo. Ebbe giá accessi epilettici motori.

11 5 o , soldato, epilettico motorio, si rifiuta un giorno di fare gli ordinari servizi al cavallo, e inveisce in istato epilettico psichico contro il sergente che lo rimproverava; poche ore prima aveva ac- cusato vertigini.

11 6", ñipóte e figlio di suicidi, senza motivo palese, fugge dal quartiere, va da Torino a Ginevra e poi si slancia nel lago: altra volta in pieno teatro si spara una rivoltella.

II 7 o . ha allucinazioni, sente voci che lo accusano di avere usato di una sua bambina, crede vengano dalla camera vicina ove dormono Ja sorella e la figlia maggiore e furente tenta inveire contro la so- rella e la figlia che peró se ne scappano senza ch’egli a tutta prima se ne accorga, onde dá busse sui letti vuoti, come forsennato cerca di loro, poi ritorna al suo letto e si addormenta.

L'8° e un crimínale abituale destro nel borseggio, meno certe volte che ruba senza astuzia, senza previdenza, in istato crepuscolare epilettico.

11 9 o caso si riferisce ad una vecchia crimínale che in istato istero-epilettico psichico avverte i fenomeni subbiettivi del coito.

II 10° e una rea-nata, giá con accessi epilettici motori, che in date epoclie della vita, si presenta in istato epilettico continuato


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semicosciente, resta insofferente d’ogni freno, analgésica, stato che, ad intervalli piü o naeno lunghi, si acutizza con scariche psichiche terribili, durante cui ruba, insulta, uccide, ferisce, be- stemmia.

L’ll 0 é un soldato che, in accesso di epilessia psichica, nuovo Misdea mancato, tentó uccidere il suo uffiziale e parecchi della sua camerata;in istato crepuscolare tentó uccidersi con mezzi inadatti.

II 12° e un soldato che, allucinato, schiaffeggió, non pienamente cosciente, un caporale che credeva lo deridesse: andava in letto armato di un forte bastone, causa le allucinazioni terrifiche. Ebbe accessi epilettici motori.

II tipo anatómico del delinquente-nato si presentava in quattro di questi, tutti omicidi.

II tatuaggio si trovó solo in tre; caratteristico era quello della donna, vero tipo di deíinquente-nata (caso 10°), che fecesi imprimere nel braccio sinistro il nome di un suo amante, che acciecó il giorno in cui fu abbandonata.

La sensibilitá generale era diminuita molto in 6, con mancinismo sensorio in 4. La sensibilitá dolorifica era abolita completamente in 3, diminuita in 6.

La sensibilitá tattile era molto ottusa in quattro (5,5 d., 4,5 s.) scarsa in sei (4 d., 3 s.).

La sensibilitá topográfica apparve molto scarsa in 8 ; squisita era in tutti la sensibilitá meteorica; e cosí (in 8) la sensibilitá al magnete ; la sensibilitá visiva e la cromatica persistevano normali in tutti, la gustativa e l’ol fattiva in II su 12 si raostrarono molto ottuse e l’acustica in otto : notasi grande precoeitá nel senso genético, in due aberrazioni dell’istinto sessuale, pederastia attiva e passiva.

Nei due casi (l u e 2°) in cui si studió il ricambio materiale, si constatara che mentre in istato nórmale, mínima era la elimina- zione dell’urea, un po’ maggiore quella dei fosfati, nella giornata in cui il reo presentara un accesso psichico s’accrescera leliminazione


sia dell urea come dell’acido fosfórico. I tipi piü criminali avevano una forza straordinaria.

Quattro presentarono accessi epilettici tipici motori, otto avevano esageratissimi i riflessi rotulei ; il riflesso vasale mancava in tre, i piü tipici.

Tutti presentavano illusioni ed allucinazioni indipendenti da ogni accesso o provocanti esse stesse l’accesso, o durante questi.

L'equivalente psicbico, il grande accesso psicliico clie caratterizza l’epilessia psichica ed equivale all'accesso completo convulsivo mo- torio, si manifestó in ben otto dei casi studiati; in tale stato il I o tentó uccidere il compagno, il 2° giá tre volte omicida rivolse la sua arma persino contro un cavallo, il 3 o si fracassó il cranio e diede fuoco al pagliericcio della sua celia, il 4 o invei contro un vecchio inerme ubbriaco e lo uccise a ripetuti colpi di cliiodo, il 6 o si slanció dal ponte di Zurigo, il 7 o fu per uccidere la sorella, Fll 0 , mancato Misdea, poco mancó non facesse scempio del suo ufficiale e dei suoi compagni.

Lo stato crepuscolare, che corrisponde a tanti piccoli accessi psi- chici continuati e puó costituire per l’epilettico psichico una specie di secondo stato di vita, fu trovato in sei degli individui studiati ; in uno si manifestara con una voglia intensa di viaggiare.

In tutti i casi studiati trovó quel carattere speciale comune agli epilettici tipici, cliee segnalato da un grande egoismo, da grande ir- ritabilitá, accompagnata sovente da imbecillitá.

Tutti presentarono amnesia; alcuni amnesie parziali; due amnesie ritardate o postume al reato: che spiegavano le strane dif- ferenze fra le deposizioni faite poco dopo il crimine e quelle fatte piü tardi durante l’istruttoria o al dibattimento e credute effetto di simulazione.

In tutti i casi studiati trovó deficiente o mancante il senso inó- rale, limitazione questa che camminava di pari passo colla limita- zione dei sensi speciali. Dove meno sviluppati erano i sensi specifici


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piü era limitato il senso morale, la vista eccettuata (facoltá visiva).

. In tutti trovó l’accesso psichico piü o meno completo, piü o meno intenso; ma mentre lo stato epilettico in 5 si manifesta con ferimenti, con atti omicidi anche di estreina ferocia, in altri 5 lo stesso stato convulsivo della corteccia si sfoga con atti contro la propria vita, contro la proprietá o contro il pudore; osservó che appunto quegli epilettici, i quali nei loro accessi commieero atti piü feroci, presentarono piü spiccati i caratteri degenerativi ana- tomici e funzionali, proprii dei criminali.

L’epilessia psichica si svolge adunque con atti criminosi, ma pre- fe ribil mente in quelli che vi sono piu congeni tamente predisposti, che presentano cioe maggiori caratteri degenerativi; ció che sug- gella e completa la mia teoria dell’origine epilettica del delitto.

5 . Epilessie somatiche. — Tonnini {Le epilessie. Torino. Bocea 1860) divide le epilessie in jacksoniana o subparziale, in parziali (motorie, sensorie e psichiche), in epilessie múltiple (psicomotorie sensomotorie e psicosensorie) ed epilessie complete. 11 carattere piü costante, patognomonieo, e l’assimetria somática e funzionale, poi viene 1'immaturitá o tai divitá di sviluppo, a cui segue un precoce deterioramento, manifestazioni di perversitá anche inconsc a, poca resistenza individúale, esagerazione degli atti riflessi, debolezze degli atti inibitoii.

11 momento eziologico piü influente sta in nn'assimetria nel piano di organizzazione dei centri nervosi. Dimostra anch’egli con esempi appropriati i rapporti eziologici tra epilessia, pazzia e criminalita.

L epilessia e un portato della degenerazione psichica, che prende continuamente alimento dalle malattie della psiche e spesso dalla criminalitó,.

L esame antropológico somático diede i segueníi risultati :

Nella media della statura, gli epilettici sono in feriori ai pnzzi ; dippiü, come giá fu notato da me, agli estremi della scala, cioe


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nelle piccole e nelle grandissime stature, sembrerebbero al disopra gli epilettici.

Le donne epiletticbe esagerano la statura piccola, raentre gli uo- mini epilettici tendotio in parte a conservare la statura alta.

In complesso gli epilettici si distinguono dai pazzi:

I o Per la superioritá nel numero e nella intensitá delle preva- lenze delle stature sull’apertura delle braccia, tanto negli uomini, come nelle donne ;

2 o Per l’inferioritá nel numero delle stature uguali alie aper- tura ;

3 o Questi caratteri sono piü esagerati nelle donne.

La nutrizione confrontata in 69 epilettici e71 psico-neurosici si mostró negli epilettici piü abbondante.

L’indice cefálico medio in 33 epilettici tra Romagnoli e Bolognesi si presentó minore che nei pazzi. Fra gli epilettici va notata per l’indice cefálico una tendenza, come per la statura e per la nutri- zione, a diminuiré il distacco nórmale fra i due sessi. Negli epilet- tici vi sarebbe il fenómeno della convergenza dei caratteri degene- rad vi nei due sessi.

Per la circón ferenza, esaminata in 52 epilettici e 27 pazzi, i pazzi superano gli epilettici di 4 centimetri. I maschi sono di molto infe- riori alie femmine nelle circonferenze piccole e mediocri.

Nella media assoluta poi i maschi superano le femmine di 22 mil- limetri, differenza notevole ma interiore a quella cli’esiste fra maschi e femmine nei pazzi.

Notó tanto nei pazzi come negli epilettici il predominio della se- micurva anteriora sulla posteriore.

Nella media totale sono superiori le donne nelle semicirconfe- renze anteriori e gli uomini nelle posteriori.

Vi ha un distacco enorme fra gli epilettici ed i pazzi considerati in blocco, riguardo alia plagiocefalia che nei primi rappresenta il 73 0[0, mentre nei secondi rappresenta poco piü del 25 0[0;


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negli epilettici le plagioeefalie sinistre (48 0[0) superano notevol- mente le destre.

Confrontando fra di loro gli epilettici dei dae sessi si ravvisó una grande analogía nella plagiocefalia, uno dei poclii caratteri dege- nerativi di cui la donna é tutt’altro che scarsa.

Per le assimetrie facciali, come per la plagiocefalia, gli epilettici (66 0[0) sono di gran lunga superiori ai pazzi (26 0[0).

Gli epilettici dei due sessi poi sono molto vicini fra di loro nella cifra elevata deH’assimetria.

In coraplesso gli epilettici hanno sui pazzi grande superioritá nei caratteri anatomici degenerativi, e i primi stanno ai secondi come 21 a 9.

Noto predominio massimo negli epilettici inalcuni caratteri: quali la microcefalia frontale, seni frontali, anomalie dei genitali esterni, robustezza, e l’esagerata piccolezza della mandibola, la barba rada, le mammelle mnliebri nell'uomo.Tengonopoi il massimo grado nella superioritá degli epilettici sui pazzi due caratteri : la barba rada e il tubercolo darviniano, che riscontro raramente nella donna pazza e nella nórmale.

Yide negli epilettici, puré, superioritá notevole delle scafocefalie, delle oxicefalie e di altre anomalie.

Confrontati gli epilettici dei due sessi fra di loro, avverfci una grande superioritá nei caratteri specifici dei mascbi su quelli delle femmine : : 27 : 16, pei seguenti caratteri: microcefalia frontale, ano- malie dei seni frontali, della mandibola, le sopracciglia riunite, il tubercolo di Darwin.

Confrontando donne epilettiche colle pazze nei caratteri degenera- tivi, notó la superioritá di quelle su queste, come 16 : 12, clie é, peró, ben poco in confronto alia superioritá dei masclii epilettici sui pazzi, 27:8.

Al contrario di quanto avviene negli epilettici. le donne pazze ps ico -n euro ti che, ed ancor pin forse le normali, superano gli uomini


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nei caratteri degenerativi : : 12 : 8, superioritá che gli fece conclu-' dere che il processo degenerativo é piü insito alia natura femminile. nórmale, e quindi in essa meno palesemente mostruoso.

Se nei normali l’uomo rimane inferiore per caratteri degenerativi alia donna, nei degenerati epilettici gli uomini condensano, molti-i plicano i loro caratteri degenerativi.

Le anomale conformazioni craniche negli epilettici raggiungono, il 40 0[0 e nei pazzi il 17,50 0[0.

La microcefalia frontale raggiunge negli epilettici (36 OjO) una cifra assai piü elevata che nei pazzi (11 0[0).

Seni frontali e fronte sfuggente vide nei 25 0[0 epilettici e nei - l’ll 0[0 pazzi; anomalie negli organi genitali primari trovó 17 0^0 epilettici e O O [O pazzi; sopracciglia riunite alia glabella con molto maggior frequenza negli epilettici che nei pazzi.

Grande sviluppo della mascella inferiore trovó nei 31 0[0 nell’e- pilettico, nei 14 0[0 nei pazzo, e nella femmina epilettica solo il 13 per 0[0.

Mandibola fetale trovó piü frequente nella donna. Iride bicroma- tica risultó in maggiori proporzioni negli epilettici che nei pazzi, come 25 : 14.

Fra epilettici e’pazzi vide sovrabbondare il prognatismo sui primi,* come 20 : 7.

Le orecchie ad ansa scarseggiavano nelle donne di entrambi i gruppi e prevalevano negli epilettici sui pazzi come 35 : 1 0.

11 tubercolo darwiniano raggiunge la massima percentuale, e fu riscontrato da lui nei 61 0 [O negli epilettici maschi, nei 50 0[0 negli epilettici in blocco. Nei pazzi ordinari raggiunse il 14. Fra epi- lettici maschi e femmine vi ó differenza in favore di quelli di oltre il triplo, differenza che si mantiene, benche minore, anche nei pazzi.

Altre anomalie dell’orecchio trovó nei 13 0j_0 degli epilettici, nei 7 0[0 dei pazzi.


Negli epilettici trovó il 51 0[0 di barbe rade, e nei pazzi il 15 per 0[0.

Viziato sistema dei denti, diastemi, viziato impianto dei dentigli risultó nel 30 0[0 degli epilettici e nel 14 dei pazzi.

Apofisi lemuriane trovó nel 29 0[0 negli epilettici, nel 21 0[0 nei pazzi.

La sottigliezza delle labbra, che normalmente riscontró piii fre- quente nella donna, gli si riveló parimenti piu frequente nelle donne pazze che negli uomini pazzi, superioritá che si accentua ancor piü negli epilettici.

Torositá e polisarcia notó nel 31 0[0 degli epilettici, nell’ll 0|0 dei pazzi.

Dalla misara della circonferenza degli arti nelle due meta del corpo concludeche il mancinismo nello sviluppo fu sernpre maggiore nell’epilettico che nel pazzo, specialmente nella coscia, poi nella gamba e nel braccio; negli epilettici le prevalenze sinistre uguaglia- rono o superarono le destre, tranne per Favambraccio in cui le pre- valenze destre superarono le sinistre, ma non mai colla prevalenza che si riscontró nei pazzi.

Nella dinamometria, negli epilettici rispetto ai pazzi cala il de- strismo, aumenta il mancinismo che si trova nel 29 0[0 degli epi- lettici e solo nel 16 0[0 dei pazzi, diminuiscel’ambidestrismo (12 0[0).

Verificó nel riflesso rotuleo un’assimetria assai accentuata; dei riflessi, uguali dai due lati, trovó negli epilettici soltanto 43 per 0[0, 31 0[0 di riflessi prevaleva a sinistra e il 26 prevaleva a destra; negli epilettici scema l’assimetria maschile e si avvicina di molto a quella femminile, talché vediamo sernpre la tendenza che hanno a livellarsi nei due sessi sotto lo stampo della degenerazione quelle differenze che non hanno carattere sessuale.

Negli epilettici cronici trovó tarda la reazione pupillare alia luce ed al dolore.

Inversione del riflesso trovó una volta fuori dell’accesso; frequente il sonno prima o dopo l’accesso epilettieo.


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In genere predomina sempre la dilatazione ; le pupille epiletticlie sono sempre piü dilátate delle normali.

Venendo alia assimetria delle pupille, mentre nei pazzi trovó il 95 0[0 di pupille uguali, negli epilettici la proporzione delle pupille uguali arrivó al 75 0[0; l’assimetria era nel 15 0[0 prevalente a destra, nel 10 0[0 a sinistra.

L’ottusitá sensoria, tattlle, in massa si verifica con maggiore fre- quenza negli epilettici che nei pazzi.

Questa ottusitá, non é quasi mai uguale dai due lati; e mentre i pazzi hanno anestesia o ipoestesia nel 70 0[0, la ipoestesia simme- trica é negli epilettici solo nel 10 0[0.

Negli epilettici e scarsa la sensibilitá topográfica; cosí puré la térmica, la barica e la muscolare.

Nella sensibilitá dolorificasi ripete l’immensa superioritá dell’a- nalgesia epilettica sulla pazzesca, tanto per la sensibilitá dolorifica che per l'elettrica.

La ricchezza delle analgesie epilettiche risultó eguale nei due sessi.

Per la sensibilitá specifica trovo un certo grado di ottusitá; trovó abitualmente che la forza visiva e piü di frequente diminuita negli epilettici che nei pazzi enei normali; peró si ha negli epilettici un maggior numero di acuitó visive molto elevate in confronto ai pazzi ed ai sani. Negli epilettici trovó una fortissima acuitá visiva in piü dell’8 0|0, mentre nei pazzi la trovó nel 2 OjO (1),

Mentre nei pazzi non eravi frequente diminuzione della funzione uditiva, e due soli casi di cofosi, e nei soli maschi, negli epilettici trovó la cofosi nel 30 0[0, e precisamente il 24 OjO nelle donne e il 31 0[0 negli uomini.


(1) Noi crediamo, come ebbimo giá a dimostrare, che il vistes sia realmente maggiore negli epilettici come lo b nei criminali.


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La media assoluta della temperatura epilettica trovó mag- giore nel 13 O^O anche fuori dell’accesso, e maggiore negli uomini che nelle donne. La temperatura media e piü alta a destra che a sinistra ; peró la temperatura sinistra é piü spesso superiore alia destra.

Nei fenomeni vasomotori vide sovrabbondare in modo notevole il colorito pallido; frequente notó il rossore improvviso alternato dal massimo pallore.

Dalle osservazioni fatte dal Brugia, concluse che nell'epilettico anche fuori dell’accesso s'osservano delle alterazioni nella curva sfig- mica e nella linea pletismografica, disturbo nella tonicita vasale, di- sarmonia neU’ampiezza delle escursioni.

Nella psicología deirepilessia trovó caratteristica la dissociazione nelle funzionalita ideative, la disarmonia, l’assimetria psichica, la contraddizione continua fra atti e idee, il paradosso, il rápido pas- saggio dalla tranquillitá alie piü assurde concezioni.

Non vide negli epilettici una mancanza assoluta del senso mo- rale, ma bensi un pervertimento, un disorientamento degli affetti e sentimenti che costituiscono Vio morale (notisi che il 35 0[0 erano criminali).

Ammette egli che gli epilettici sieno soventi pazzi morali : lo sono certo nel loro complesso. Trovó nei loro pervertimenti morali una cifra multo superiore ai pazzi. L’epilettico poi e eccezionalmente di- saíTezionato.

In quanto ai caratteri anatomo-patologici, il peso del cervello trovó minore negli epilettici che nei pazzi : 48 epilettici, peso medio, 1206; 48 pazzi, peso medio, 1286. La differenza in meno é piümarcata nel- l’uomo che nella donna.

Osservó in 32 epilettici confrontati con 32 pazzi psico-neurotici una assimetria prevalente. Notó egli : emisferi uguali in epilettici 15 0[0 ; in pazzi 34 0[0; prevalenza destra maggiore della sinistra ;


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per l’intensitá la prevalenza é inferiore nei pazzi ; in questi la pre- valenza é maggiore a sinistra, negli epilettici ó maggiore a destra.

E per la frequenza e per la intensitá il peso cerebellare é minore negli epilettici che nei pazzi.

Osteosclerosi cranica trovó nei 50 0[0 degli epilettici, nei 25 0[0 dei pazzi.

Infiammazioni acute e cronicke delle membrane cerebrali osservó negli epilettici quasi nei doppio. Predomina la meningite, anemia, edema e rammollimento, mentre congestioni cerebrali trovó piü di frequente nei pazzi.

Sclerosi diffusa rinvenne 5 volte in 48 epilettici, neppure una volta in 48 pazzi.

Sclerosi a focolai in 3 epilettici, in nessun pazzo.

Cisti apopletiehe e focolai distrutti trovó negli epilettici 12 volte; nei pazzi 2 volte trovó forti emorragie antiche.

Tipo a 4 circonvoluzioni frontali trovó: 2 volte negli epilettici, 0 nei pazzi. Opercolo: 2 volte negli epilettici, 1 volta nei pazzi. Scis- sure calcarme interrotte: 1 epilettico, 0 pazzi.

Fossefcta occipitale mediana rinvenne una volta con ipertrofia del vermis in un epilettico.

Anomalie congenite del corpo calloso: negli epilettici 2 volte il corpo calloso era ridotto ad un velo, in altri era assottigliato.

Fra gli imbecilli epilettici ebbe 1 caso di distruzione completa dell’emisfero sinistro, alcune gravi emiatrofie, una poroencefalia, una fossa del Silvio senza circonvoluzione dell'insula.

Fra le anomalie dell’apparato circolatorio citiamo: cuore grasso, epilettici 24 0[0 ; pazzi 1 6 per cento. Spostamento del cuore a destra : 2 epilettici.

Fegato alterato rinvenne nei 5 0[0 degli epilettici, nei 15 0[0 dei pazzi.

La milza si presentó 4 volte con profonda incisura negli epilet-


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tici ; tre volte negli epilettici e una volta nei pazzi trovo milza suc- centuriata.

In due epilettici lo stomaco era spostato.

In quanto poi all’eziologia trovo su 50 casi il 44 0^0 di ereditá.

Fra i casi studiati trovó 11 omicidi, 2 incendian, 3 ladri, 1 stu- pratore incestuoso, 3 tentati suicidi.

Insomma notó una criminalitá del 35 0^0, cifra rilevantissima in confronto alia criminalitá nei norraali e nei pazzi dei manicomi. E notisi che la maggior parte degli epilettici studiati erario stati dal- l’infanzia ammessi in manicomi.

6. Pazzi ' epilettici. — Brouardel (Le Crimine l, 1890; Gazette des hópitaux ) ha mostrato con la sua gran perspicacia quanto siano frequenti i casi d’epilessia nei criminali e nei pazzi.

« Ecco, egli scrive, una forma strana d’epilessia o, come si chiama meglio, di delirio ambulatorio. Un individuo, una volta o due per settimana si precipita fuori di casa per saltare nei primo ómnibus che incontra, e cosí va qualche volta lontano, assentandosi dal proprio domicilio qualche volta per piü giorni.

« Sovente i giornali raccontano che ó stata trovata a passeggiare una persona in camicia, supposta sonnambula: invece quasi sempre si tratta di epilessia larvata».

Magnan riporta l’osservazione di un malato che passeggiava in questa guisa sul tetto della sua casa.

Nei caso in cui l’ambulazione si prolunga, accade un fenómeno automático dei piü curiosi. I/epilettico.puó pagare il conduttore, prendere una corrispondenza, sal i re e scendere da \Y ómnibus senza serbare nessun ricordo di quello che ha fatto, quando la crisi e passata.

Questa facoltá che possiede 1'individuo di potersi dirigere com- pletamente nei suo delirio solleva qualche volta delle questioni dif- ficili a risolversi dal punto di vista medico-legale.


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Si é citato il seguente fatto :

Un capitano d’artiglieria, sposo, parte con nna certa somma di denaro, e senza dir nulla se ne va. É dato disertore. Dopo qualche mese lo si trova in Inghilterra e lo si traduce in Consiglio di guerra, e lü dichiara che non si ricorda assolutamente di quello che gli é avvenuto dopo che ha lasciato la casa.

Lo si tiene in osservazione, e in prigione ha un nuovo accesso che permette di stabilire l’irresponsabilitá personale.

La forma ambulatoria é molto frequente negli adolescenti dai 14 ai 15 anni. Non passa settimana in cui, alia polizia, dei parenti non vengano a reclamare un loro ragazzo che ha lasciato la casa paterna con qualche soldo in tasca — appena da poter vivere qualche giorno. Per lo pin si ritrovano in qualche cittá di pro- vincia, dove e arrivato per caso camminando sempre davanti a sé, dormendo nei pagliai e vivendo di caritá, pubblica. Quando lo si riconduce alia famiglia, il giovinetto é incapace di raccontare cosa abbia fatto dopo la partenza.

11 caso é ancora piü netto quando Pindividuo dichiara che non si ricorda nulla; quando un epilettico, arrestato per un qualunque delitto é portato dinanzi al Commissario, interrogato súbito dopo l’atto, rispoude invariabilmente : « Non so nulla ». Questo inter- rogatorio é il bueno. Piü tardi, quando lo si avra messo a con- fronto coi testimoni, avverrá nel suo cervello un lavoro di rico- struzione, e neppur lui sapra piü se quello che crede di aver fatto sia nei suoi ricordi, o se non é piuttosto qualche cosa presa ad imprestito dai racconti degli altri. In ogni caso cerca di tí- rame una storia nel senso che gli pare favorevole ai suoi inte- ressi, e ne risulta che non si pué piü invocare l’amnesia, poiché l’accusato stesso dice di ricordare certi dettagli. Questa seconda memoria é un vero contrattempo per il medico-legale.

In un caso d’assassinio, in cui un impresario era stato trovato in un granaio col cuore trapassato da una freccia, il presunto as-


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sassino dichiaró durante i due o tre primi giorni che seguirono l*&rresto, di non ricordarsi di nulla. Ma vedendo che non gli si credeva, inventó una stupida scena in cui l’impresario si sarebbe gettato su lui e che quindi egli sarebbe stato in caso di legittima difesa.

II medico-perito dovette riprendere esclusivamente i primi in- terrogatori per ricostrurre lo stato in cni quest’individuo si tro- vava realmente. Concluse che era epilettico e ottenne il « non luogo » al processo. Ebbene, tre anni dopo quest’uomo si levó du- rante la notte, saltó addosso alia moglie per strangolarla, e, senza l’intervento enérgico d’una cameriera, egli avrebbe commesso un nuovo assassinio.

Un altro earattere molto interessante si puó trovare nell’e- same di certi epilettici. Quando si ricordano del fatto, per lo piü lo raccontano con un’indifferenza completa, come se si trattasse di una terza persona; non manifestano alcun rimorso. Notabile ó puré la calma con cui eseguiscono il delitto.

Un portinaio tirava dell’acqua alia sua porta; un passante gli spacca la testa con un martello e continua la sua strada con l’aria piü naturale del mondo. Yedete che strano modo d’agire: dá il colpo e se ne va.

Altre volte invece gli epilettici si fanno notare per l’accani- mento con cui colpiscono le vittime; certuni batterebbero indefi- nitamente nello stesso posto, se non venissero ad arrestarli.

In una donna ammazzata dal marito a colpi di zappa si con- tarono fino a 40 colpi sollo stesso punto (Brouardel).

7. Deliranti ad accessi. — Veniamo a coloro che Lasegue ha segnalato col nome di deliranti ad accessi. Un giorno, verso il mezzodi, F., mangiando in un’osteria, da una coltellata. al coore ad una ragazza che lo serviva, e se ne va. Interrogato sol motivo del delitto, F. risponde ; « lo non lio mai vista questa ragazza, ma


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ero perseguitato dall’idea che dovevo uccidere una donna ». La sua esistenza era stata avventurosa; nato da una prostituta, ebbe una educazione rotta ad ogni vizio, che sua madre stessa aveva perfezio- nati. Egli era stato zuavo pontificio.

Dopo il suo ritorno dice di essere stato perseguitato dall’idea di uccidere sua madre, poiché ella era la causa di tutte le sue disgrazie; ma, indietreggiando davanti aH’orrore di quel delitto, si sentí costretto a sacrificare un’altra donna al posto della madre; ed era caduto sulla prima venuta.

Laségue non é riuscito a trovare nella condotta di quest’uomo qualche cosa che rassomigliasse agli atti di un epilettico; ma la spinta é la medesima.

8. Piromani ep esibizionisti. — In questa classe epilettoide vanno collocati ancora i piromani, che hanno la specialitá di provocare incendii. 11 Motet ha riportato l’esempio d’un piromane che aveva attizzato 28 incendii, di cui 15 sempre in domenica. Ciascuna volta aveva avuto uno stimolo alcoolico che gli dava il grado d’eccitazione necessaria per passare dall’idea alPatto. Presso questi soggetti le allucinazioni della vista sono frequenti; essi vedono le fiamme degPincendii, che li eccitano ad attizzarne.

Brouardel cita ancora a proposito gli esibizionisti, che hanno la specialitá di esporre i loro organi genitali alie donne in maniera ipocrita ed innocente. La spinta é irresistibile, ed essa sembra molto naturale a questi individui, che non trovano altra scusa che nel aire : « Non mi posso trattenere » .

Nulla, nel resto della loro esistenza, ci permette di classificarli in questo o quel gruppo di pazzi.

9. Satiriaci. — Quanto a me avevo di giá supposto ( Uomo delinqnente , II vol.) che tutti i satiriaci, strani e precoci, sono probabilmente degli epilettici larvati. Questa ipotesi é confermata dalle osservazioni di Marro e Sommer.


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Marro ( Ann . di freniatria, gennaio 1890) ha osservato un bam- bino di 3 anni e dieci mesi epilettico sin dai primi giorni di vita.

Geloso e stizzoso, questo bambino graffiava e mordeva i fratelli, rovesciava i mobili e nascondeva gli oggetti attorno a sé, strappava i vestiti, e quando non poteva offendere alcuno sfogava sopra se stesso le violenti impulsioni. Contrariato, la sua collera non aveva limiti ; se corretto con punizioni continué, cercava di fare il male di nascosto.

Ora questo ragazzo é soggetto a delle erezioni frequenti, e si dá alia masturbazione.

Un altro bambino, che non ha ancora cinque anni, soffriva egual- mente di convulsioni nella prima infanzia; quindi il suo carattere comincid ad alterarsi; egli divenne violento, cercó strangolare il fratello, uccise un gatto di sua mano, cercó provocare incendii e divorava i suoi escrementi.

Tra i psicopatici che ci descrive Pellanda, tre sono divenuti epilettici dopo i delitti, un altro, che non lo era nel senso ordinario della parola, hapresentato i fenomeni essenzialirper esempio quando beveva Purina delle donne, egli perdeva tutt’affatto la coscienza e diveniva analgésico: al suo risvegliarsi egli dimenticava tutto (1).

Scrive Garnier (La folie á Taris): Pietro B., ragazzo di nove anni, é intelligente, ma turbolento, scaltro, cattivo, indiscipli- nato: é dotato d’un’assai grande vivacitá intellettuale, scrive assai bene come copista, ma non sa leggere quello che scrive: dall’etá dei 4 ai 5 anni s’é gettato a pratiche d’onanismo: da qualche tempo Pietro B. cerca la donna: con carezze esagerate e prolun- gate, e disdegnando le bambino della sua etá, si rivolge a donne mature e ben portanti : fa ogni specie di capestrerie per attirarsi sua madre, per soffregarsi a lei e sentir cosí il contatto del suo


(1) Arch. di psichiatria, XI, 1890. Lombroso. — 15.


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seno. A questo contatto, come alia vista delle donne i suoi occhi brillano d’un lampo lascivo. Molte volte fu puré sorpreso a spiare una vicina che procedeva alia sua toeletta con una gran licenza; volevano distornarnelo, ma egli resisteva pretendendo che bisognava lasciarlo vedere.

Un giorno egli si gettó su una donna di 60 anni che duró una gran fatica a sbarazzarsene.

Suo padre é un bevitore rotto a tutti i vizi, specie di donne.

Chi non intravvede dopo ció in costui l’epilettico e Tanello col reo contro i costumi ?

!0. Epilessia e psicopatía sessuale. — II dottor Mac-Donald ( Arch . d'antrop. crim., 1892, vol. I), professore alia « Clark Uni- versity », pubblica un altro caso che prova il fondo epilettico della sessualitá patológica e criminale.

Eccone il riassunto.

I...., di 15 anni, viene arréstalo per aver dato un pugno sul naso ad una bambina che gli aveva tirato la cravatta. Parecchi cittadini del quartiere dove egli abitava lo. segnalauo come gio- vane capace di commettere delitti e ne ha infatti commesso molti; i parenti rifiutano di lasciare frequentare ai figli la scuola dove egli ó ammesso : le sue aggressioni sono sopratutto su bambine, sono subitanee, violente, senza altra causa che la brutalitá: con- ficca la penna nella cute dei compagni che ha dinanzi nella scuola; mente abitualmente e con sfrontatezza, insulta i compagni, é im- pertinente, per un nonnulla li colpisce con forza sullo stomaco, o li serra violentemente alia gola, li getta a térra ; una volta pestó suo padre. E vanitoso, e parla di milioni suoi, d’onore, ecc.

É affetto da corea crónica da 5 anni; é nato un mese prima del termine ; sua madre aveva corso due volte il rischio di abor- tire durante la gravidanza ; alia sua nascita era isterico e rachi- tico, aveva una grossa testa ed un corpo piccolo ; cominció a cam- minare solo a 3 anni: la dentizione avvenne tardi.


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A 8 anni divenne onanista sfrenato, cosí da masturbarsi 3-4 volte per notte. Ha anche tendenze alia pederastía. Q uando si ó masturbato é piü fácilmente domabile. A 7 anni cadde dal bal- cone d'un giardino e ne ebbe una commozione cerebrale, piü volte rotoló dall’alto d’una scala; ha spasmi epilettoidi di breve durata, ma frequenti.

Dice che suo padre é ricco a milioni (non é punto vero), pare abbia avuto rapporti con 2 o 3 bambine: e tentó averne con un cañe: mostró i genitali in pubblico. Una volta minaccia di uccidere una bambina, da la caccia ai pollastri, torce dell'erba e cerca con essa di soffocare un cañe, incendia i campi ; ha una sensazione voluttuosa colpendo coi piedi l’istitutrice, sospende i gatti per la coda, va a visitare i postriboli, succhia i genitali dei gatti, introduce dei bastoni nei genitali delle umeche, avendone seinpre sensazioni voluttuose che non mancano nemmeno quando vede uccidere le bestie o vede nei magazzini le sottane e le bian- cherie femminili.

« Quando leggo, egli dice, che un uomo ha gettato a térra una donna, io pensó generalmente che ha dovuto farlo per avere rap- porti con lei; anche il pensiero di un assassinio con una seure mi procura gioia se il caso puó risvegliare l’idea di un avvicina- mento sessuale ».

Una volta ebbe un’eiaculazione vedendo un medico daré un colpo di lancetta nei seno di una bambina, un’altra volta gettó in un fossato una bambina.

Quando va al bagno con molte fanciulle non ha nessuna sen- sazione piacevole, ma se é con una o due ha súbito eiaculazione.

11 I... ha una circonferenza cranica di 520 mm., grande diffe- renza di sensibilitá al braccio destro (mm. 48) in confronto del sinistro (mm. 29;. Ha tendenze spiccate per la mnsica.

II padre é nervoso, procreó I... a 55 anni, ebbe gravi malattie (tifo, risipola, reumatismo); é musicofilo, una zia di I... e molto


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nervosa. Lanonna morí di paralisi,una bisava materna morí pazza; aveva una natura « poética » e una memoria meravigliosa; la nonna materna morí tísica, la madre ha dei gusti musicali. Una sorella di I... mor! in seguito a convulsioni di natura ignota.

1 1 . Epilessia e delinquenza. — Ma un ultimo studio inedito di Roncoroni suggella completamente e spiega la fusione del reo coll’epilettico.

Roncoroni espone la patogenesi della delinquenza (1), fondandosi sui seguenti principii, in parte di comune dominio scientifico, e in parte da lui dimostrati con dati clinici e sperimentali :

1. Ciascun gmppocellulare nervoso esercita sugli altri due sorta di azioni: una dinamogena, l’altra inibitrice (azione modificatrice);

2. Queste azioni sono tanto piü energicbe e complesse (azione direttrice), quanto piü i gruppi cellulari nervosi esercitano una funzione elevata:

3. Data una causa morbosa agente uniformemente su tutto il sistema nervoso, i centri superiori sono quelli che piü fácilmente ne soffrono le conseguenze, in causa della loro struttura piü dif- ferenziata, cotnplessa e delicata, e della loro piü recente forma- zione. La facilita deH’alterazione dei centri superiori é in ragione diretta del loro grado di evoluzione.

Da questi principii ricava i seguenti corollari:

Quando una causa morbosa, agendo sul sistema nervoso, im- pedisce sopratutto l’azione dei centri superiori (principio 3 o ), ne diminuisce insieme, o ne distrugge l’azione direttrice ch’essi nor- malmente esercitano sugli altri centri, i quali si renderanno fa-


(1) Roncoroni, Genesi fisiológica dell' epilessia (Riassunto d’un capitolo di un Truttato clínico dell’ epilessia'). — Archivio di psichiatria, XIV, fase. I,


1893.


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cilmente indipendenti ed automatici alia mínima eccitazione che si eserciti su essi.

Ora, nella delinquenza, come nella epilessia, i centri superiori sono alterati — per l’azione d’una causa morbosa per lo piü ere- ditaria, anzi congenita — ed é quindi diminuita l'azione inibi- trice che essi esercitano sui centri sottoposti. Ma, mentre nella epilessia l’eccitabilitá, di questi é aumentata, nella delinquenza invece essi non sono abnormemente eccitabili. E, mentre nell’e- pilessia, per l’eccessiva loro eccitabilitá, si produce l’insorgere ad azione disordinata, ora delle aree motrici — epilessia motoria — ora delle sensorie — epilessia sensoria — ora dei centri che il Roncoroni chiama sub-primarii (centri che presiedono alia lettura, alia scrittura, alia parola, ai movimenti coordinati speciali, alie azioni impulsive, ecc.) — epilessia larvata — nella delinquenza invece, questi vari centri sottoposti ai superiori, non insorgono ad azione disordinata, perche la malattia, giunta ad un grado mi- nore di gravita, o non ha prodotto un sufficiente grado di dimi- nuzione del potere inibitore dei centri superiori, per permettere l’automatismo dei sottoposti, o non ha prodotto in questi una mor- bosa eccitazione sufficiente per determinare lo scoppio disordinato della loro energia.

Tra epilessia e delinquenza, la diherenza non é quindi che di grado: l’epilessia indica una maggiore gravita del fenómeno, che nella delinquenza é piü leggiero, e tanto piü quanto meno essa é congenita e quanto piü é occasionale.

Ma in entrambi il fatto fondamentale sta nella diminuzione del- l’azione direttrice dei centri superiori. E la pro va piü evidente della loro identitá di natura si ha in questo che i caratteri ana- tomici , funzionali e psichici sono identici nelle due forme mor- bose e che la forma piü grave di delinquenza, la vera delinquenza- nata, non va disgiunta dall’epilessia. o motoria, o — piü frequen- temente sensoiia e psichica, tanto che nelle sue manifestazioni


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non si puó distinguere la parte dovuta alia delinquenza da quella dovuta all’epilessia, perché i due fenoraeni non ne formano che uno.

Concludendo, mentre l'epilessia é dovuta a due fattori conco- mitanti : I o la diminuzione dell’azione direttrice dei centri supe- riori ; 2 o l’aumento dell’eccitabilitá dei centri sottoposti, nella de- linquenza invece, considerata in sé, indipendentemente daH’epi- lessia, la eccitabilitá dei centri inferiori manca; ma nelle forme gravi, nella delinquenza-nata, essa si manifesta sotto forma di accessi impulsivi di violenza, coi caratteri dell’epilessia psichica, di automatismo ambulatorio, di sonnambulismo, ecc. II mecca- nismo morboso é adunque idéntico per l’epilessia come per la de- linquenza. salvoché le aree motrici nei delinquenti senza accessi motori, non sono abnormemente eccitabili. E si spiega cosí come tanto la delinquenza quanto l’epilessia infantili guariscono fre- quentemente: gli é che i centri superiori, in entrambi i casi, svi- luppandosi coll’etá. si coordinano, si irrobustiscono, ed esercitano sufficiente freno inibitore sui centri sottoposti.

É noto che la delinquenza é in certo modo fisiológica nell’in- fanzia, appunto perché i centri superiori — che, ultimi venuti, secondo la nota legge deU’embriologia, sono anche gli ultimi a svilupparsi nell’ontogenesi — sono ancora embrionali.

É vero che a formare un delinquente possono concorrere altre malattie (isterismo. alcoolismo, vesanie, frenastenia, ecc.), ma é l'epilessia quella che fornisce, per la frequenza del male, per la sua gravitá, per la identita di natura, la base della delinquenza. L’esame delle sensibilitá, delle funzioni di motilitá ed organiche dei caratteri anatomici e psichici conferiría questa unitá fondamen- tale di natura tra epilessia e delinquenza.

Entrambi poi sono fenomeni atavici, in questo senso: che le cause morbose che ne provocano l’apparizione, impediscono lo svi- luppo di quelle condizioni deH’organismo che, ultime venute nel-


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l’evoluzione, sono piú alterabili, meno stabili e quindi ne sentono piü fácilmente l'azione deleteria, e lo obbligano ad arrestarsi o ritornano nelle condizioni primitive meno differenziate o meno pro* gredite come antropofagia, analgesia, esagerata attivitá muscolare e mancanza di senso morale.

Ecco come l’atavismo e la malattia si integrano, e per cosí dire si fondono in un fattore solo, causa della degenerazione.


CAPITOLO XI.


Appiicazioni gíuridiche.


Si é creduto che l’antropologia criminale non avesse appiicazioni dirette giuridiche, ma dopo le prime incertezze naturali ad una scienza nuova esse vennero in folla : ed a chi pensa che nessuna sco- perta ehbe immediata applicazione (la dinamo, i telegrafi sorsero a mezzo secolo dalla pila) vennero piü presto che non si sarebbe creduto.

1. Critiche al nuovo Códice. — Chi non sa che una salve uná- nime di applausi accolse, come sempr e accade per le opere mediocri, la comparsa del nuovo Códice? — Fu sola la nuova Scuola col mió Troppo presto prima e cogli Appunti al nuovo Códice miei e di Rossi, Balestrini, Ferri, Stoppato, Tamassia, Berenini, ecc., a se- gnalare fino dal suo comparire i suoi gravi errori, che partivano dallo studiare l’entitá delitto invece dell'essere delinquente che si doveva reprimere, e dal disconoscere le varietá, climatiche ed econo- miche, che facevano in Italia piü di altrove necessaria una distin- zione nella repressione secondo le regioni; e dalla tendenza un po’ d’origine sentimentale, un po’ avvocatesca, di alleggerire la mano pei grandi criminali, ed aggravarla pei meno temibili, ma piü nu- merosi, e quindi piü lucrosi.

2 . Il delitto político. — Chi non sa l’incertezza che dominava fra i penalisti sul delitto político — fino a negarne dai piü moderni la natura criminosa? — Ora l’antropologia crimínale sciolse il pro- blema. L’idea madre del Delitto político e le rivoluzioni di C. Lom- broso e Laschi — che aiutb a scioglierlo — é che la base di questo


reato deve cercarsi nella legge d'inerzia che regna sovrana nel mondo inorgánico e orgánico, ove i progressi che piü ci sorprendono e che ci sembrano vorticosi non furono mai ottenuti d’un tratto, per sbalzi creatori, subitanei, — ma lentissimamente, attraverso graduali trasformazioni ; — e che domina piü manifesta nel mondo morale, ove si lávela con quell’odio del nuovo, col misoneísmo , come io lo chiamo, che ne é ad un tempo l’indice e la misura.

Dal selvaggio che affatica il suo debole cervello ogniqualvolta deve assimilare sensazioni nuove, al bambino che si irrita e piange se non rivede la stessa pittura e non risente la sólita novella rac- contata colle solite parole ; — dalla donna che conserva piü tena- cemente deiruomo le antiche abitudini, all’ accademico moderno che, nonostante il grado di perfezionamento cui é giunto, mostrasi incrédulo a ogni scoperta, — il misoneísmo impera su tutti e do- vunque, nei costumi e nella religione, nella morale e nella scienza, nell’arte e nella política.

É questo sentimento comune che fa si che un novatore non su- scita sul suo passaggio altro che oppositori. La folla, che non vuole esser tolta dal suo ambiente, lo deríde o lo sprezza. Harwey, che s’é reso immortale per la scoperta della circolazione del sangue, lasció scritto nelle sue memorie che dopo questa scoperta, avendo osato ribellarsi all’autoritá degli antichi, fu guardato come un uomo temerario e consultato assai meno di prima.

E non solo la folla, ma anche la maggioranza delle persone colte odia il novatore. Le accademie — le ultime cittadelle ove sirifugiano le idee e i gusti delle epoehe precedenti — rifiutano i veri scienziati.

Anche i genii stessi difendono misoneicamente le idee per cui hanno combattuto, e non ammettono le si possano modificare, come essi hanno modificato le antiche. É in questo senso che Spencer diceva che ogni progresso avvenuto é un ostacolo ai progressi avvenire.

Noi possiamo dunque, concludendo, añermare che la maggio- ranza, per fatale necessitá di legge d’inerzia é misoneica: essa accoglie sempre con diffidenza tutto ció che é nuovo, ed avversa tutto ció che la turba troppo profondamente.


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Ed é forse, la sua, dice assai bene Sighele (1), la grande voce inconscia, dell’istinto ereditario della specie, il quale, nella sua missione conservatrice, si ribella contro chi vuole imporre un’in- novazione.

Ora, se il progresso orgánico e umano non ha luogo che len- tamente, e se ruomo e la societá sono per istinto conservatori, ó logico dedurne che i conati al progresso i quali si estrinsecano con mezzi bruschi e violenti, non sono fisiologici, e che, se co- stituiscono talvolta una necessitá per una minoranza oppressa, sono in linea giuridica un fatto antisociale, vale a dire un reato. Ed ecco come la base del delitto politico possa trovarsi nella violazione della legge d’inerzia.

Le piü importanti fra le violazioni reali e apparenti della legge d’inerzia sono senza dubbio quei moti collettivi che si chiamano rivoluzioni e rivolte. La diversitá di questi due nomi svela ab- bastanza chiaramente la diversitá delle cose. Rivoluzione é opera di molti, rivolta é tentativo di pochi. La prima ha cause lontane e profonde, la seconda prossime e futili. L’una 5 la rottura del guscio del pulcino maturo, l’altra un aborto.

Senonché non si puó sempre distinguere, quando scoppia un movimento nel campo politico, religioso o económico, se esso sia una rivoluzione od una rivolta. Si potra prevederlo, non si puó asserirlo. E la ragione sta nel fatto che il vero e — direi — Rúnico carattere distintivo fra le rivoluzioni e rivolte consiste nel- l’esito. La vittoria dá ad un’insurrezione il nome di rivoluzione; la sconfitta il nome di rivolta. Se ció che alcuni hanno tentato di attuare é il desiderio e il bisogno latente della maggioranza, il tentativo diviene fatto compiuto, — ed ecco la rivoluzione; se é pallida utopia di pochi sognatori, il tentativo ó represso, — ed ecco la rivolta. La maggioranza, ossia il numero — che e sempre l’unico giudice di tutte le azioni come di tutte le idee — legittima o condanna, esso solo, un movimento politico.


(1) Archiv'O gSuridtco , VI, 1891.


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Ma se una ri forma chiesta colle parole e coi fatti é accettata dai piü, é segno ch’essa doveva manifestarsi precisamente in quel dato momento in cui s’é manifestata ; é segno ch’essa non urta il misoneísmo, che non viola quindi la legge d’inerzia, che é un fenómeno fisiológico, non patológico; in una parola, segno che la rivoluzione non é veramente un delitto político.

E infatti : la condizione prima perché un atto sia antisociale, vale a dire un delitto, é ch’esso sial’opera d’una minoranza. Quando la maggioranza lo approva esso diviene un’azione nórmale.

La rivoluzione somiglia, nella vita dei popoli, a certe crisi che avvengono nella vita degli individui. II bambino per diventare uomo deve superare la crisi della pubertá: un popolo per salire d’un grado nella lunga via del progresso umano deve passare at- traverso ad una rivoluzione. Questa non é dunque una malattia, ma una fase necessaria dello sviluppo della specie: essa é l’espres- sione storica della evoluzione.

Un osservatore superficiale sosterrebbe che la carestía deve es- sere una delle piü forti cause di rivolte e di rivoluzioni. Cosí puré penserebbero tutti i socialisti, i quali attribuiscono all’ambiente sociale la colpa d’ogni delitto. Invece la carestía non produce da sola né rivoluzioni né rivolte: essa spinge oggi soltanto all’emi- grazione come nel Medio-Evo spingeva alie crociate.

Lo prova, in parte, la storia di Francia ; lo prova, sopratutto, la storia d’Italia. Delle 46 carestie che si ebbero in Napoli negli ultimi nove secoli, cinque solé hanno una coincidenza colle ri- voluzioni.

Come — • dinnanzi alia miseria — non é vero che tutti di- vengano dei Jean Valjean, perché la realtá,, piü morale e piü con- fortatrice di certi romanzi, ci offre l’esempio di molti martiri o- scuri che preferiscono la morte aU’abdicazione del proprio onore — cosí non é vero che dinnanzi alia miseria la turba divenga sempre ribelle.


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Per gli onesti, prima del delitto c’é la rassegnazione — questo suicidio quotidiano, come lo chiamava Balzac con una frase scul- toria nella sua veritá psicológica; — c’é l’emigrazione, e c’é final- mente la morte física. Se poi la fame non ha spento nelle popola- zioni miserabili ogni loro speranza, e se esse sono conscie dei loro diritti oltreche dei loro doveri, chiederanno alia societá colla forma — ■ io credo legittima — degli scioperi, un miglior trattamento.

Se é un pregiudizio volgare credere la carestía e in genere la miseria, causa di molti delitti, é un pregiudizio scientifico di ge- nere opposto, non attribuire al genio quasi nessuna influenza sugli eventi umani.

Ho mostrato la grande parte che ha il genio nelle rivoluzioni e il parallelismo di questi due fenomeni, che sorgono nelle stesse razze, negli stessi climi, negli stessi ambienti sociali, e che si completano necessariamente l’un l’altro. E l’identico rapporto che esiste fra genio e rivoluzione, si trova fra rivolte e mattoidi. I mattoidi spesseggiano nelle rivolte come i genii nelle rivoluzioni. Essi hanno del genio l’apparenza, senza la sostanza, come le ri- volte hanno soltanto l’apparenza, non la sostanza nelle rivoluzioni. I mattoidi sono detriti psicologici della storia, i genii prematuri rampolli degli Stati futuri, — come le rivolte sono per lo piü un ritorno all’antico e le rivoluzioni un passo nell’avvenire.

Questo parallelismo fra rivoluzioni e genii da una parte, e ri- volte e mattoidi dall’altra, meglio conforma e riassume la diffe- renza sostanziale fra rivoluzione e rivolta. Se la prima si completa col genio e la seconda col mattoide, vuol dire che esse hanno reciprocamente un’affinita coll’uno e coll’altro: vuol dire che alia prima toccherá la sorte del genio, che é l’adesione e la vene- razione dei posteri, — alia seconda quella del mattoide, che é l’indifferenza o la reazione nel presente, l’oblio nel futuro.

Esaminata la forma collettiva del delitto político, noi passammo a studiarne gli autori.


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Tanto nelle rivolte e negli episodi delle rivoluzioni, quanto negli attacchi isolati di poclii o di un solo individuo contro l’as- setto político, giuridico od económico di una nazione, — si ri- trovano tutte quelle categorie di criminali che E. Ferri distinse nel delitto comune. Si ritrova il delinquente-nato, per il quale la política non é che la livrea sotto cui s’asconde il suo istinto sanguinario e feroce: — Marafc ne é l’esempio típico e celebre; — si ritrova il delinquente-pazzo per il quale il delitto non é che la conseguenza della sua manía: — come Ravaillac, Clément, Sand, aífetti da misticismo ereditario con alluciuazioni; — si ritrovano il delinquente d’occasione (Robespierre) e quello per pas- sione, trascinati entrambi da un sentimiento spesso nobile, e che tocca talvolta le cime delFeroismo (Orsini).

Anomali sono tutti o nevrotici, pero, questi delinquenti politici, siano essi crudeli e feroci come Marat, o miti e puri come Carlotta Corday; — e percié degni tutti dell’attenzione e dello studio dell’antropologo criminalista e dell 'alienista.

Forse alcuno si sará meravigliato trovando nel libro accanto alFesame di un vero crimínale, quello di un martire.

Questo ravvicinamento avrá urtato coloro che non vogliono attri- buire i sacrifizi e gli eroismi alia speciale costituzione dell'orga- nismo di chi li commette. Ma i martiri sono, essi puré, degli esseri anormali e ammalati come i delinquenti, nello stesso modo che il genio é una forma di degenerazione come l’idiotismo. La scienza ha il diritto di sottoporre al suo esame tutte queste eccezioni , né scompare o diminuisce percid il mérito o il disprezzo, la gloria o la compassione.

II vizio e la virtü — dice assai bene il Taine — sono dei prodotti come il vetriolo e come lo zucchero: ció non toglie che,

— come il vetriolo é respinto da tutti perché veleno, e lo zuc- chero invece adoperato da tutti perché giovevole alForganismo,

— cosí il vizio sia odiato e represso perché dannoso, — e la virtü, perché utile, favorita e lodata.


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Dopo la diagnosi della malattia bisogna indícame i rimedi : dopo l’analisi della natura del delitto político bisogna accennare ai modi con cui si puó reprimerlo e prevenirlo.

Finché era dogma che il delinquente dovesse essere punito (nel vecchio significato della parola) e fin che si credeva sempre possibile l’emenda del colpevole, — di nessuna importanza era la differenza fra la reazione opposta ad un reo comune e quella opposta ad un reo político: essa consisteva tutt’al piü in un mi- nore o maggior numero di anni di carcere infiitti all’uno o al- l’altro secondo i casi.

Applicato alia societá il principio della selezione naturale, per la quale Darwin intendeva — la conservazione delle differenze e delle variazioni individuali favorevoli e l’eliminazione di quelle nocive — il problema della repressione si rnuto in que! lo piü sem- plice della eliminazione ; e le forme di questa essendo piü varié che non le forme della punizione, offrirono naturalmente maggior agio di proporzionare la reazione difensiva con tro un reo, a se- conda della sua índole e del suo carattere.

Se, iní'atti, ogni delinquente, col suo delitto si rivela inadatto all’ambiente in cui vive, infiniti sono i gradi e le forme di ina- dattamento. A questa grande varieta di inadattamenti, la scuola classica non ha da contrapporre che le combinazioni aritmetiche di anni, di mesi e giorni di carcere: — combinazioni aritme- tiche che son certo molte, ma che hanno il torto di non diífe- rire Tuna dall’altra che per la durata ; — la scuola positiva invece ha tutto un programma di mezzi eliminativi.

Questi mezzi eliminativi, diversi dalla prigione, sono sopra- tutto applicabili al delitto político.

La caratteristica principale di questo reato é di ri velare nei suoi autori un inadattamento — direi, specifico — alia forma di governo sotto la quale vivono e contro la quale commettono la loro azione delittuosa. I delinquenti comuni invece mostransi


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inadatti non solo all’ambiente sociale della nazione in cui tro- vansi, ma all’ambiente sociale di tutte le nazioni che sono giunte all’identico grado di civiltá cui giunse la loro.

Mentre, quindi, i delinquenti corauni devono essere eliminati da tutto il mondo civile, i delinquenti politici basta che sien tolti da quell’ambiente giuridico e sociale di quel dato popolo, al quale hanno dato prova di non sapersi adattare.

L’esilio, e — in casi gravi — la deportazione son dunque indicati come le pene piü confacenti a questa specie di rei.

Naturalmente ei6 va inteso come norma generale. Abbiamo giá notato che fra i delinquenti politici non mancano i delinquenti-nati e i pazzi. Per questi il trattamento deve essere uguale a quello dei rei-nati o pazzi che commettono un delitto comune, giacché il loro reato se ebbe carattere político non fu che per una ac- cidentalitá e in conseguenza della loro manía, e il pericolo ch’essí presentano permane anche ad ambiente mutato.

Ma quanto agli altri delinquenti politici. la relativitá del loro inadattamento dev’essere il criterio supremo che guida nel deter- minare la pena, specialmente se il loro reato fu commesso — - come appunto succede nelle rivolte, nei moti politici collettivi, non da un solo o da pochi individui, ma in mezzo aH’impeto d’una folla, quando il numero stesso, colla sua forza ignota e possente, trascina gli inconsapevoli, e la parola faseinatrice d’un demagogo fa loro commettere anche i piü orribili eccessi.

E questa inadattabilitü relativa del reo político, riducendosi in fondo a una relativa temibilitá, e quindi a una maggior fa- cilita di far evitare al delinquente di cader nel reato, — deve essere considerata non solo quando si tratta della repressione, ma anche, e sopratutto, quando si tratta della prevenzione del de- litto político.

Romualdo Bonfadini, parlando in un giornale di quest’opera,


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ebbe a dire che — dato che esista il delinquiente politico-nato, e inutile proporre riforme a fine di impediré il reato político. Ed ó vero che le riforme sono inutili per i delinquenti-nati; ma come ben gli risponde Sigílele (V. II delitto político, Bologna, 1891), non é per questi che si propugnano, bensi per tutte ie altre classi di criminali molto piü numeróse. II ragionamento dell'onorevole deputato somiglia a quello di chi dicesse essere inutile ogni studio per proteggere e migliorare l’agricoltura, giacché non si puó con tali studi difendersi dal fulmine e dalla grandine. Yi sono in natura flagelli meno gravi, per fortuna, del fulmine e della grandine, contro cui puó qualche cosa Topera umana. E cosí vi sono nelTambiente sociale nemici meno terribili dei de- linquenti-nati contro i quali puó molto una prevenzione illumi- nata e costante.

É per questi delinquenti meno pericolosi od occasionali che la scuola positiva propone riforme, cercando di togliere appunto la facilita e la frequenza delle occasioni a delinquiere.

Perció Tultima parte dell’opera nostra non éaltro infatti che un prograrama di riforme sociali.

Risollevare le sorti dell’agricoltura; — rendere piü proficuo e piü sicuro il lavoro coll’estendersi delle societó cooperative e di mutuo soccorso, colla obbligarietó delTassicurazione per l’ope- raio e con una buona legge sugli infortunii ; — instaurare un sistema tributario che fondandosi sul vero principio d’eguaglianza, coipisca diversamente le diverse sostanze; — favorire Temigrazione come valvola di sicurezza e dirigerla alie nostre terre incolte piuttosto che alie inospiti regioni d’ America; — governare, an- ziché con un sistema assoluto di accentramento che porta Tapo- plessia al cervello e l’anemia alie altre partí del corpo, con un sistema equo di discentramento che, senza comprornettere l’unitá política, renda possibile una libertó di moto ed una autonomía con- forme agli interessi e alie abitudini locali ; — insegnare piü me-


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stieri che non professioni, a fine di distruggere quella grande classe degli spostati che é per la societá un continuo pericolo ; combat- iere con tutte le forze contro una coltura troppo rettorica che ci fa orgogliosi del nostro nome di Italiani, ma impotenti ameritarci da noi questo legittimo orgoglio; — educare moralmente anziché sol- tanto istruire; — ecco in breve compendiato il programma di ri- forme che facendo uno Stato piü felice, piü civile e piii forte torreb- bero o diminuirebbero le cause del detitto politico.

Nelle edizioni francese e tedesca del libro stesso si trovano al- cune aggiunte importanti sull’influenza della luna, sulle rivoluzionr, sul cranio e la fisionomía degli anarchici, dei regicidi, ecc.

3. Folla delinqüente. — Noi dobbiamo al Sighele questa mono- grafía sulla Folla delinqüente (1 ), che b una nuova applicazione giu- ridica del delitto politico studiato dall’antropologia. L’autore — nell’introduzione del suo lavoro — osserva che fra la psicología che che s’occupa dell’individuo isolato e la sociologia che studia tutta una societá — bisogna porre un altro ramo di scicnza, la psicología collettiva.

Per dimostrar la sua tesi — egli prende come punto di partenza il principio di Spencer — «che i caratteri dell’aggregato son sempre determinati aai caratteri delle unitá che lo compongono » — e prova che questo principio é vero per gli aggregati umani qtiando si con- siderino (come fece Spencer) dal punto di vista sociológico, ma che al contrario é falso quando si crede di poterlo applicare a tutti gli aggregati umani, a quelli meno numerosi d’una societá e sopratutto meno omogenei e meno organici. Le leggi della sociologia — scrive il Sighele — sono, in generale, quelle delia psicología individúale,


(1) Torino, Bocea, 1892, Biblioteca antropoJogico-giuridica. — Id., La foule criminelle, París, Alean, 1892. — Id., Berlín, 1893, in tedesco.

Lombroso. — 16 .


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poiclié la societá non é altro in fondo — come direbbe il Comte — che un sol uomo, il quale ha sempre esistito; ma vi sono degli ag- gregati umani che non possono esser paragonati a un uomo, e che hanno dei caratteri assolutamente opposti a quelli delle unitá che li compongono.

Prendete, per esempio, il giuri. Credete voi veramente che i ver- detti siano sempre la semplice somma delle opinioni dei singoli giu- rati? Si vede spesso assolvere un delinquente che aveva confessato il suo delitto. Credete voi che se si fosserointerpellatiseparatamente i singoli giurati si avrebbe avuto l’identico risultato?

Prendete ancora le assemblee politiche. Y ! é un proverbio romano che dice: Senatores boni viri, Senatus autem mala bestia. Cosa si- gnifica ció? Ció significa — dice il Sighele — che si possono riu- nire cento o duecento persone oneste ed intelligenti — e veder tutte queste persone votare una pessima legge o commettere delle ingiu- stizie.

Guárdate ancora i teatri, i meetings , le folie. Un gesto, una pa- rola, uno sguardo bastano per proaurre degli applausi o dei fischi, per far votare un ordine del giorno violento o moderato, per deter- minare una condotta pacifica o una rivolta. E nondimeno gli indi- vidui che erano andati in teatro o al meeting , o che facevano parte della folla — non prevedevatto ne volevano le conseguenze cui ar- rivarono.

É dunque impossibile — in questi casi — di credere eolio Spencer che — sempre i caratteri dell’aggregato sieno determinati dai ca- ratteri delle unitá che lo compongono. Per spiegare questa strana condotta di certi aggregati umani, le leggi della psicologia indivi- dúale e della sociologia sono insufficienti: bisogna ricorrere a un altro ordine di leggi: a quelle della psicologia collettiva.

11 Sighele nel primo capitolo del suo libro studia infatti la psico- físiologia della folla. Anzitutto egli si chiede che cosa sia una folla e qual possa essere la causa che fa d'un migliaio di persone fino al-


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lora sconosciute le une alie altre — una belva innominata e mo- struosa che corre al suo scopo con una finalitá irresistibile. L’imi- tazione ha certamente una gran parte — dice il Sigílele — nelle manifestazioni istantanee della folla; ma dire che si imita non é spiegare perché si imita, ed é ció che importa sapere.

Alcuni autori (Ebrard, Joly, Despine, Moreau de Tours, Ram- bosson) hanno tentato di spiegare l’imitazione colla suggestione (la quale non é in fondo che un’imitazione incosciente) e col contagio morale. — « Nello stesso modo — scrive il Despine — che una nota musicale fa vibrare la stessa nota in tntte le tavole d’armonia che si trovano sotto l’influenza del suono emesso — cosí le manife- stazioni di un sentimento o d'una passione eccitano lo stesso ele- mento istintivo, lo mettono in attivita, lo fanno — per cosí dire — vibrare in ogni individuo suseettibile di provare piii o meno inten- samente questo stesso elemento istintivo ».

Questa similitudine — dice il Sigílele — ci dá una spiegazione senza dubbio meno indeterminata della semplice imitazione, ma davanti al nostro problema essa é ancora insuficiente. Per poter parlare scientificamente di contagio morale, bisogna trovare la oase física di questo contagio. II Sergi in un opuscolo ( Psicop . epidémica) e prima di lui il Tarde in un articolo della Bevue philosophique , hanno cercato di determinare quale potesse essere questa base física. Secondo il Sergi e il Tarde, ogni atto umano non é che il riflesso di una eceitazione esteriore: l’uomo non ha mai né un’idea né un mo- vimento spontaneo : le idee e i sentimenti sono sempre suggeriti da un movimento qualunque prodottosi al di fuori di noi: la nostra osservazione troppo superficiale ci fa credere d’essere originali : ma é l’illusione propria dell’uomo sociale di non avere che delle idee suggerite e di crederle spontanee.

II Sighele riprende questa idea e dimostra — con degli esempi — che l’imitazione epidémica ed istantanea della folla é un fenó- meno assolutamente eguale aH’iraitazione che ha luogo da parte di


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una sola persona verso un’altra (maestro e discepolo, amante ed amante, ecc.); — che questa imitazione é una legge universale non solo alio stato nórmale, fra persone oneste, ma anche alio stato anormale fra i pazzi (pazzia a due) fra i suicidi (doppio suicidio) fra i delinquenti (coppia criminale) (1) — e che é molto naturale che questa suggestione-imitazione possa arrivare a dei gradi molto acutí in una folla, la ove Tunitá di tempo e di luogo e il contatto immediato fra gli individui dánno una rapiditá immensa al contagio delle emozioni.

Tutto ció rischiara un poco la strana psicología della folla. Ma — dice il Sighele — bisogna aggiungere delle altre osservazioni.

11 numero ha — per se stesso — una grande e doppia potenza, vale a dire: una potenza aritmética e una potenza psichica.

L’Espinas, nel suo bel volume Ves sociétés animales , ha ealcolato questa influenza del numero sulla intensitá delle emozioni. La paura, la gioia, il furore e tutti i sentimenti in genere, quando sono ri- sentiti da un gran numero di persone riunite, divengono quasi istan- taneamente di una intensitá senza pari, poiché l’emozione di ognuno si manifesta nel volto, nell’atteggiamento, e ([tiesta espressione si comunica per mezzo della vista dall’uno all’altro.

Quanto all’eífetto psichico del numero, esso si comprende fácil- mente. Si sa che ogni anímale aumenta in coraggio quando e attorniato da animali della stessa specie — e inoltre fra gli uomini la speranza di poter rimanere sconosciuti e impuniti (cosa assai facile quando si é molti) e un altro motivo per abbandonarsi a degli atti che — solo — nessuno avrebbe saputo commettere. Bisogna anche aggiungere che coloro i quali vorrebbero resistere alia volontá malvagia d’una folla non possono farlo, perché sarebbero trattati come vigliacchi e, peggio, battuti o feriti.


(1) ^ edi in proposito il nuovo volume del Sighele: La coppia criminale. di cui parleremo fra poco.


II Sighele completa il suo lavoro eolio studio della composizione antropológica della folla. Analizza i delinquenti, i pazzi,i vagabondi, gli oziosi che ne fan parte: stabilisce un parallelotra le folie vera- mente delinquenti trascinate all’omicidio, al furto, all’oscenita e — talvolta anche — al cannibalismo — e le folie oneste che sanno resístele alie impulsioni malsane, o almeno arrestarsi a un certo punto sulla china del delitto. E cita — a questo proposito — molti episodi della Rivoluzione francese dell’89, della Comune, dello scio- pero di Décazeville e della sommossa degli operai disoccupati av- venuta a Roma in febbraio 1888, e la conclusione che si sprigiona da tutti questi esempi é che spesso — nelle folie — sono alcuni criminali-nati che commettono i delitti, mentre che la grande mag- gioranza non fa che assistere e seguirli ciecamente.

Nell’edizione francese di questo lavoro (teste uscito da Alean) Sighele aggiunge uno studio su quello ch’egli chiama la condicione psicológica permanente del popolo , in cui — avuto riguardo all’at- tuale questione sociale — nota che nel giudicare dei delitti collet- tivi, bisogna tener conto dello stato di malcontento nel quale, per colpa di tutti o di nessuno, il popolo, oggi, forzatamente si trova.

NelLultimo capitolo del suo libro, il Sighele s’occupa delle con- dizioni giuridiche che derivano dalle sue osservazioni : e sostiene che colui che si é reso colpevole di un reato sotto il fascino della folla — non pub essere diehiarato completamente irresponsabile. La suggestione ipnotica — egli dice — che é la piü forte di tutte le suggestioni — non arriva mai a distruggere interamente la persona- litá: l’ipnotizzato — secondo la bella espressione di Gilíes de la Tourette — resta sempre qualcuno. Anche nella folla, dunque, la sug- gestione non distruggera mai interamente la responsabilitá. Potra soltanto attenuarla: ed é questa attenuazione che il nostro autore propone per i delitti commessi da una folla.

Certo perb — questa attenuazione sará piü o meno grande, se- condo i motivi determinanti al delitto, e secondo la categoría antro-


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pologica dei delinquenti: un crimínale d’occasione meriterá l’in- dulgenza dei giudici: un criminale-nato dovrá invece essere seve- ramente col pito.

4 . La coppia crimínale. — Nel suo libro La coppia crimínale , il Sighele, che, come vedemmo, aveva studiato nella Folla dclin- quente la forma piü complessa del fenómeno della complicitá, studia la forma piíi semplice di questo stesso fenómeno. Dopo l’analisi psicológica del delitto di mille, egli tenta l’analisi psicológica del delitto di due.

Nell’introduzione, intitolata La suggestione nel delitto , egli traccia a grandi linee le fasi e. i modi con cui questa suggestione si esplica sia nel mondo degli onesti che in quello dei delinquenti.

II fascino inesplicabile che esercitano i genii sui loro contem- poranei, si che questi sono attratti da loro come da una calamita, e il fascino minore raa pur grande esercitato nella propria sfera da ogni nomo d’ingegno, artista, scienziato o político, fauno dire al Sigílele che « il nostro piccolo mondo terreno pare voglia imitare la grande armonia deH’universo, ed essere come questo una riu- nione di sistemi planetarii in cui un infinito numero d’astri mi- nori girano attorno a dei sol i.

« Tutto nel mondo, arte, pensiero ed azione, si aggira intorno ad alcune persone che dánno il segnale e la direzione del raovi- mento, e nessuno di noi puo dire di non guardare, come al suo faro, ad un nomo per seguirne le idee e per imitarlo».

Orbene, se cosí avviene nella vita nórmale ed onesta, perché non avverrá altrettanto fra i delinquenti ?

A questa domanda il nostro A. risponde citando molti casi della suggestione del delinquente celebre sui delinquenti minori, sia nelle prigioni, sia fuori di esse, sopratutto nel le bande di mal.- fattori per parte dei capi sugli altri affigliati. « Ogni professione ha il suo ideale, e anche il delitto, pur troppo per molti di coloro che


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lo commettono, é una professione. Come il neofita (Tuna chiesa o d’una scuola vorrebbe raggiungere il grado di perfezione cui giunse 1’uomo superiore alie cui dottrine si ispira, cosí le nuove reclute dell’esercito della delinquenza ambiscono di imitare e superare in atrocitá i grandi malfattori di cui sanno e ripetono i nomi con un senso di terrore e d’ammirazione ».

Né qui s’arresta l’analogia fra la suggestione che ha luogo fra gli onesti e quella che si verifica fra i delinquenti.

Fra gli onesti, oltre l’influenza generale e indiretta dovuta al solo prestigio che emana dal nome di certi uomini, c’é l’influenza diretta e limitata che costoro spiegano sil quelli che li avvicinano, incitandoli colle parole e coH’esempio a mettersi per la loro via.

Cosí avviene anche nell’ambiente crimínale. E qui, il Sigílele, a prova del suo asserto, cita molti fatti di individui trascinati al delitto proprio per gli insistenti ripetuti consigli, preghiere, minaccie di un compagno malvagio, e conclude questa introdu- zione notando come da lontano o da vicino, diretta o indiretta, debole o intensa, la suggestione domini cosí fra i normali come fra i degenerati.

Nel I o capitolo, intitolato La coppia sana , la coppia suicida e la coppia pazza , l’autore, dopo aver osservato che finora tutti quelli che s’occuparono dell’associazione fra i malfattori non ne studiarono che le forme piü gravi, piü numeróse e quindi piü evidenti, dice che, a suo modo di vedere, quest’associazione va invece studiata anzitutto nelle sue forme prime, embrionali, per seguirla poi, adagio adagio, in tutte le sue successive trasforma- zioni. E la forma prima da studiarsi, dati questi criteri, é evi- dentemente, Tassociazione fra due soli individui. Non v’é fenó- meno piü semplice d’a’ssociazione, ed é in questo che tutti gli altri hanno necessariamente e inevitabilmente la loro origine.

« Come e perché sorge una societá fra due delinquenti ? Quali sono i caratteri psicologici di questa che io chiamo la coppia cri -


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mínale ? Un perverso che corrompe un debole, un ingegno mal- vagio che istiga al delitto un uomo di mediocre intelligenza e di scarso senso morale, un delinquente-nato che fa suo schiavo e suo struraento un delinquente d’occasione; ecco la coppia crimínale.

« Senonché questa forma a due della suggestione non é propria soltanto del mondo dei delinquenti: essa si verifica, s’intende in modi e con effetti diversi, anche nel mondo degli onesti e nelle forme non criminóse di degenerazione, quali il suicidio e lapazzia.

« Non vediamo noi molte volte nella vita quotidiana e nell’am- biente onesto sorgere un legame fra due individui per il fascino o l’impero che l’uno di essi possiede sull’altro?

« L’amore sessuale e quel suo pallido e casto riflesso che é l’amore tra fratello e sorella, da che cosa derivano se non da un’in- conscia suggestione che Fuño degli amanti o dei fratelli esercita sull'altro e che ha per effetto di far coincidere in una strana uni- citá di pensieri e di sentimenti i euori di due persone?

« Che cosa é l’amicizia, che cosa é la devozione di un disce- polo verso il suo maestro, se non risultati di questa forza sco- nosciuta che sentiamo senza spiegarci e che ci trascina senza la- sciarci la possibilita d’una ribellione? ».

Svolto in alcune pagine questo concetto per venire alia conclu- sione che nelle coppie di amanti, c’é sempre uno di questi che dipende psicológicamente dall’altro, uno che ha il pensiero, l’altro l’azione; uno che é la testa, l’altro che é il braccio; il Sighele passa ad analizzare la coppia suicida , ove puré troviamo sempre un incubo (suggestionatore) e un succubo (suggesti onato). Egli aveva giá accennato a questa idea nel suo lavoro: L'evoluzione dal suicidio all'omicidio nei drammi d' amore. Qui riconferma la tesi e la dimostra con altre prove.

Dalla coppia suicida passa alia coppia pazza, a quella forma di delirio a due , giá osservata da Legrand du Saulle e da Dagron. Si tratta anche in questo caso di un pazzo che suggestiona uno


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predisposto naturalmente alia follia, e gli comunica la sua forma patológica.

« II fenómeno della suggestione da uno su un altro, scrive il Sighele chiudendo questo capitolo, si manifesta dunque con carat- teri sempre uguali, tanto fra i sani come fra i suicidi, come fra i pazzi, e in ognuna di queste coppie si trovano due tipi distinti, incubo e succubo , e sempre analoghe le relazioni psicologiche del primo verso il secondo e viceversa».

Col secondo capitolo entriamo nel tema vero di questo lavoro, lo studio cioé delle coppie criminali.

E qui, riassumere ció che l’autore ha scritto diventa difficile, perché trattandosi di casi di delitti a due ch’egli ha raccolti ed analizzati, bisognerebbe copiare i casi e riprodurre l’analisi fatta. Ci limiteremo quindi a dire che le coppie criminali sono dal Si- ghele divise in queste categorie: I a la coppia di amanti assas- sini (per amore o per cupidigia); 2 a la coppia infanticida; 3 a la coppia famigliare; 4 a la coppia di amici.

La sintesi di questa minuziosa analisi é contenuta nel capi- tolo, ove riassumendo tutte le osservazioni fatte, si stabiliscono le note psicologiche caratteristiche tanto del tipo del succubo come di quello d oWincube, confrontándole con quelle esposte da Enrico Ferri nella sua Psicopat ologia delV omitidlo .

Seguono le conclusioni giuridiche, conformi alie idee gia svolte dall’autore in altri lavori e che si possono enunciare brevemente cosí: « 11 solo fatto che un reato é commesso da due persone anziché da una sola, deve costituire sempre una circostanza ag- gravante. Due indi vi dui che si uniscono per perpetrare un delitto, non danno né psicológicamente né socialmente un risultato equi- valente alia scmplice somma di eiascuno di loro. In psicología e in sociología non vi sono semplici ñúscele, ossia avvicinamenti inorganici di due opiii corpi; vi sono soltanto combinazioni. L’azione che risulta dal concorso di due persone non é quindi mai unW-


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dizione , rna é sempre un prodotto. Come la forza unita di due ca- valli é sempre maggiore della semplice somma della forza dell’uno e di quella dell’aUro, come il valore económico di una pariglia é sempre maggiore della somma dei prezzi che avrebbero i due cavalli presi isolatamente, cosí il pericolo e l’importanza sociale di una coppia crimínale é sempre maggiore della somma delle singóle energie dei due delinquenti. Una societá, di due persone possiede degli elementi che non esistono in nessuno di quelli che la compongono, e che nascono e si sprigionano — quasi scintille psicologiche — solo al momento in cui i due individui unendosi danno vita alia societá. Ora, dato che questa societá abbia uno scopo delittuoso, mi par logico che il Códice consideri anzitutto questi nuovi elementi che essa intrínsecamente presenta, e crei quindi del concorso di piü persone in un reato una circostanza aggravante » .

Un capitolo e dedicato alie coppie degenerate. Dopo avere stu- diato il fenómeno della suggestione a due nell’amore nórmale, il Sighele lo studia neU’amore anormale, cioé fra prostituta e souteneur e fra le coppie urningiche. « Nella umiliante servilitá della prostituta per il suo souteneur , egli scrive, e nel brutale despotismo di questo verso di lei, noi vedremo riflettersi, come in uno specchio che orribilmente deformi, il sentimento purissimo di devozione della donna onesta per l’uomo che l’lia fatta sua e la teñera protezione con cui questo la contraccambia; e negli osceni rapporti fra una tribade e la sua amasia o tra un cinedo e il suo cómplice, noi ritroveremo l’ultima forma di depravazione cui puó giungere, mescolandosi coll’istinto antifisico, l’amicizia spirituale fra due uomini o fra due donne ».

E i fatti seguono questa aífermazione. Notevole che il Sighele accenna anche al sorgere del gergo in queste coppie degenerate; gergo che fu finora osservato e studiato solo nelle numeróse as- sociazioni, mentre é evidente che esso nasce appunto in queste che sono le minime associazioni.


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11 volume del Sighele si chiude con un’appendice sui libericidi. Egli avrebbe voluto occuparsi della coppia libericida (padre e madre che maltrattano un figlio) la dove trattó delle coppie fa- migliari, ma l’importanza psicológica e sociale del soggetto lo persuase a trattarne difusamente a parte. Infatti oggi, questa dei tormenti inflitti all’infanzia é una questione viva e, come suol dirsi, d attualitá. 11 nostro autore ha voluto studiarla appunto per veder di scoprire le ragioni per cui il libericidio sia com- messo molto piü frequentemente dalla madre anziché dal padre. Ció, secondo il Sighele, dipende dal futto che la donna, avendo dalle condizioni odíeme della soeietá limitata la sua attivitá psi- chica quasi esclusivamente alia famiglia, e non potendo quindi diffonderla su molte cose e molti inJividui (come invece l’uomo), ma essendo costretta a concentrarla su poche persone, si trova necessariamente ad avere un’affinitá piú intensa , appunto perché é meno diffasa. Intensa cosí nel bene, come nel male: il suo cuore ha bagliori d’incendio ed oscuritá, di caverna: passa da slanei su- blimi di tenerezza a scoppi brutali di crudeltá raffinata: é angelo o demonio, s’innalza lino allaltezza cristiana della suora di carita e scende talvolta a meritare il lióme di tigre e di iena. É per questo che se é vero che nessun amore é piii forte deH’amore di madre, é anche vero che nessun odio é piü forte dell’odio di madre.

Infatti, nelle coppie libericide é sempre la madre la piü feroce, queila che fa la parte di incubo , suggestionando il marito — ge- neralmente un debole — a farsi suo cómplice.

Quest’appendice si chiude con una critica peí modo come ven- gono istruiti i processi contro i libericidi, e colle proposte dei rimedi preventiví a tali delitti, quali si hanno in Francia e so- pratutto in Inghilterra.


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5. Criminología. — Garofalo (1), nome caro agli studiosi, come uno dei patriarchi sommi della nuova scuola, colla pubblicazione della Criminología, riassume i principii della scuola positiva sul- Pargomento, ne determina le possibili applicazioni sulla base delle esperienze giá fatte.

L’opera é divisa in tre partí : I. L’azione criminosa e la reazione; II. Le cause del delitto; III. La repressione.

Nella prima parte dimostra che la parola delitto non appartiene ai giuristi e che essa emprime nel linguaggio popolare il concetto di un’azione che viola le norme sociali di suprema importanza e la eui immoralitá é universalmente sentita.

Le norme sociali relative alia moralitá, se hanno maggior co- stanza di quelle riferentisi al cerimoniale, tuttavia mutano presso i vari popoli, nei vari tempi e nei diversi strati di un medesimo popolo. Quindi la morale assoluta é, per la scuola evoluzionista, uno stato ideale che si fonda sul predominio dei sentimenti altrui- stíci; la morale relativa invece risulta dal grado di evoluzione a cui sono giunti questi sentimenti, di cui parte sono immutabili per un istinto diventato orgánico. Pertanto il delitto naturale é solo quello che oífende questi sentimenti profondi ed istintivi delPuomo socievole. Questi sentimenti si riducono alia benevolenza e alia giustizia, perché né la religione, né il patriotismo, né il pudore pubblico hanno un tale carattere, e cosí il vero delitto naturale dei nostri tempi deve sempre conteneré un elemento di disumanitá o d’ingiustizia. Questo determina la qualitá dell’azione criminosa.

Quanto a quello che chiamerei la quantitá del sentimento offeso, egli osserva che la determinazione delLazione criminosa contro la benevolenza non puó esser data che dal grado piü comune di tale

(1) Criminología . — Studio sul delitto, suUe sue cause e sui mezzi di re- pressione, per R. Garofalo. — Torino, Fratelli Bocea, lb90, 2 a ediz. — Biblio- teca antropologico-giuridica serie I, vol. II. — Id., Parigi, Alean, in tráncese, I a , 2 a e 3 a edizione.


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istinto altruistico, cioé dal sentimento di umanitá verso i proprii simili, che é comune nella maggioranza degli uomini. Ripetendo la stessa analisi minuta e diligente peí sentimento di giustizia, conclude che esso é violato criminosamente quando si offende con violenza o con inganno il grado medio di evoluzione di questo sen- timento. Aggiunge che il sentimento di famiglia non é speciale e che quindi la sua violazione rientra in quella della benevolenza e della proprietá (giustizia). Di qui l’autore definisce il delitto natu- rale la lesione di quella parte del senso inórale che consiste nei sen- timenti altruistici fondamentali (pietá e probitá), secondo la misura media in cui trovasi nelle razze umane superiori; la quale misura é necessaria per Fadattamento dell’individuo alia societá. É poi na- turale che pub sorgere il concetto di nuovi delitti, quando l’evolu- zione di quei sentimenti fondamentali sia giunta a un grado su- periore e nuovi sentimenti diventino fondamentali.

Indi dimostra la necessitá della pena di morte per quegli indi- vidui che, non avendo alcun istinto morale, sono perpetuamente o in qualunquc condizione di cose disposti al delitto.

I sistemi penali della vendetta e dell’espiazione, che sono piü connessi di quanto non sembri, sono barbari, inutili o inattuabili per la base su cui si fondano; invece quello delFeliminazione é perfettamente adattato; in esso la morte é richiesta solo perché é Fuñico mezzo per aboliré in modo completo ed irrevocabile un in- dividuo non adatto alia societá. in cui manca il freno del senso morale centro gli impulsi criminosi. e di cui non si puo mai dire che non possa commettere nuovi delitti. Cosí l’eliminazione pre- viene i delitti, sia fornendo un puntello al senso morale, e produ- cendo un effetto che supera il piacere sperato dal delitto; efletto che nasce spontaneamente per la natura stessa delle cose, sia impedendo la nascita di persone proclivi alia delinquenza, poiché questa é in- dubbiamente ereditaria.

Nella seconda parte cerca le cause dei delitti, classifica i delin-


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quenti in due eategorie: delinqnenti istintivi e fortuiti. Stndia se la natura dello stato psichico, da cui si genera il delitto, sia una eondizione patológica della mente del suo autore, e concltide che il pervertimento morale é un’anomalia della mente deH'uomo incivi- lito; ma, mentre nel pazzo il delitto é determinato da un eccita- mento interno non provócate dagli stimoli dell’annbiente, nel de- linquente-nato il delitto é mosso dai medesimi impulsi che agiscono sugli uomini normali, e che in lui non incontrano la resistenza del senso morale. perché questo gli manca. Del resto, quando si ri- conosce che l’anomaliadel delinquente dipende dal loro organismo psico-fisico, poco importa, per le esigenze sociali. che questa ano- malía sia o non morbosa: cié che importa sapere é se l’anomalia sia permanente o l’infermitá incurabile e duratura nella sua fonna pericolosa alia sociefá, ovvero se ci sia speranza di miglioramento e di e-tinzione degli impulsi criminosi.

Di qui la distinzione fra delinqnenti istintivi e fortuiti. Nei primi osserva che sono notevoli alctine anomalie fisiche, le quali perrm't- tono di dire che se in essi, oltre i piü spiccati fra i caratleri del tipo del delinquente congiunti coll’ereditá, concorre la natura del delitto, si pué, qualunque sia l'etü, dell’agente, dichiararlo istintivo e quindi inemendabile, perché mancano le attitudini morali che han no effieacia preventiva.

11 delinquente fortuito é anch’esso psichicamente anormale, ma, a differenza di quello nato, non si manifesta che in un dato am- biente o in certe circostanze, e pué cessare dal delinquere tostoché vengano meno le spinte dell’ambiente, cosicché qui l’eliminazione consiste nel sottrarre il reo a quel particolare ambiente, a cui egli é disadatto.

In seguito é svolta la teórica sulbinfluenza dell’educazione sugli istinti. Qui combatte le idee della scuola correzionalista, dimo- strando come sia ineffieace, impossibile e falsa nella sua base l’as- serzione di questa, che crede si possa trasformare veramente il de-


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linquente in uomo onesto. Vi si oppongono ragioni d’ogni natura e che hanno un’evidenza irrrecusabile. Dunque l’educazione del de- linquente adulto non giova, a meno che si tratti di quei delitti in cui l’ozio e le abitudini furono le spinte principali; in cui é forse possibile giungere a rendere l’idoneitá alia vita sociale. Quanto al- l’educazione nell’infanzia, l’infliienza delle impressioni religiose con- giunte ad insegnamenti morali, se non puó far diventare onesto il delinquente-nato, puó contrastare influenze perniciose e, in molti casi, frenare l’irapulso al delitto.

Viene ultimo l’esame delle influenze sociali sulla criminalitá.

In questa parte combatte le teorie dei socialisti sulla connes* sione della miseria colla criminalitá. Conclude che la condizione económica non é la causa del delitto, a produrre il quale si richiede l’assenza del sentimento di probitá e la presenza della cupidigia, che é un fenómeno ovunque presente ed attivo. Quanto all’influenza delle istituzioni strettamente sociali, osserva che essa riguarda i soli delinquenti fortuiti. Conclude che ceitamente le leggi influi- scono molto sulle diverse forme criminóse e che il legislatore do- vrebbe preoccuparsi continuamente di tale fatto.

Nella terza parte del suo lavoro, Garofalo si occupa della repres- sione. Qui dapprima esamina le varié formóle astratte proposte dai vari autori della scuola classica, sul concetto giuridico del delitto, e conclude che tutte si fondano sulla responsabilitá morale del de- linquente, o sulla proporzione penale. Poi esamina questi due po- stulati: quanto al primo, esso nega il libero arbitrio, nega quella semiresponsabilitá, che e una concessione fatta da alcuni penalisti ; critica i sistemi legislativi sull’influenza delPubriachezza, dell’etá e del sesso sul delitto e vorrebbe a questi sostituiti altri principii che deduce dalle osservazioni premesse; quanto alia proporzione della quantitá della pena alia quarititá del delitto, egli nega che la gravita relativa dei delitti possa determinarsi in modo assoluto, poiché non sono riuscite in ció le teoriche degli autori che egli


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cita e combatte. Invece di ricercare una quantitá misurata di male da infliggersi alTautore di un dato delitto, e da ricercare un freno adatto alia specialitá della sua natura, da ricercare la temibilitü del delinquente, la quale é data dall'esame delle condizioni del- l’ambiente in cui puó presumersi che egli cessi di essere temibile.

Quindi esamina le teoriche sulla questione del tentativo crimi- noso tanto agitato per la difficoltá che si crearono i classici di con- cillare l’elemento della volontá con quello del fatto e, e suggerisce una teórica informata al principio della temibilitá, che rivela il tentativo criminoso nel delinquente.

Applica lo stesso criterio ad alcune altre teorie giuridiche, quali quelle del mandato, della complicitá, della prescrizione della pena; combatte il sistema delle amnistié e della grazia, se usati pei de- litti comuni e per altre cause che non siano la riparazione del- l’errore.

Da questo punto comincia l’enumerazione di una serie di riforme tendenti tutte a prevenire il delitto e ispirate a criteri essenzial- mente pratici e che non offendono quel principio di libertá, che tanto vantanole scuole antiche, ma che lo spiegano, temperándolo colla necessitá sociale di difendersi. Queste riforme si riferiscono alie questioni piü rilevanti del diritto e della procedura che si riferi- scono al sistema penitenziario, alia riparazione del danno, alia or- ganizzazione del giudizio penale nelle sue varié fasi.

6. Jolt. — Non parleremo del lavoro Le crime , di Jol} T , im- prontato al piü puro spiritualismo. Se non che il Joly del Crime non é piü intieramente il Joly della France criminelle.

Joly, il quale derideva le armi empiriche della nostra scuola, per questo lavoro tuffa egli puré le mani nei materiali che offrono le statistiche ufficiali o private, e le inchieste pubbliche o indivi- dúan. II Joly del Crime che con olímpico disprezzo esclamava: « Que font Lombroso et ses disciples? ils vont dans les prisons


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et dans les bagaes ! » metteva antici patamente in burla (1) il Joly della France criminelle, il quale si decide puré a peregrinare nelle carceri e nei bagni in cerca di fatti che appoggino la sua tesi. É vero che egli nelle prigioni si ferma di preferenza nelle cucine, e interroga di preferenza direttori e guardiani, anzicbé occuparsi direttamente degli individui a cui quelle case sono de- stinate; ma anche questo gli giova piü che lo almanaccare tra le pareti d’uno studiolo, poiché pu6 almeno provare con fatti in- discutibili che le condizioni igieniche delle carceri, la qualitá del vitto somministrato ai carcerati , i generi di lavoro a cui sono addetti, concorrono a rendere le prigioni non solo non odiose ad una gran moltitudine di malviventi, ma sibbene desiderate come un soggiorno migliore di quello che potrebbero avere in liberta; donde i continui progressi della recidiva (1).

II guaio si é che il piii delle volte trae concltisioni affatto op- poste ai fatti che produce, e cade in continué flagranti contrad- dizioni (1).

Per scegliere un esempio fra tanti, egli invoca piü volte l’a- zione moralizzatrice della « pratique extérieure de la religión » ; piange perché hanno tolto dalle scuole Pimmagine di Cristo: « una scuola senza religione non é che un pericolo di piü » ; e nel tempo stesso ci addita la Normandia, in cui il rispetto alia religione extérieure é diffuso e la criminalita vi é elevatissima; ci riferisce la frase che caratterizza gli abitanti della Lozére: Lozérien , le chapelet el’ une main et le coutc.au de Vautre; ci ri- porta questo fatto avvenuto nell’Ardéche, dipartimento confinante colla Lozére: Díte gruppi d’uomini litigavano con calore in un mercato, e giá avevano alzato gli uni sugli altri grossi bastoni ferrati, quando, ad un tratto, suona Y Angelus ; le due parti ne- miclie abbassano tosto i bastoni, si scoprono il capo, fanno il


(1) Síguele, nella Scuola positiva. — Napoli, 1S92. Lomiuioso. — 17.


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segno della croce, recitano Y Angelus... ma, finita la preghiera, afferrano di nuovo i bastoni e la battaglia comincia piii fiera di prima ! E, per finiré, nota che in Francia l’istruzione religiosa e data con maggior cura alie femmine che non ai maschi; tuttavia non é punto diminuito il numero delle minorenni colpevoli, anzi, se si verificó una leggera dimiuuzione proporzionale nei minori di 16 anni, fu appunto nei minorenni maschi.

E dopo tutto ció non ha un fatto da opporre che giustifichi almeno in parte il suo asserto (1).

Non ci fermiamo a rilevare tutte le altre contraddizioni tra i fatti addotti e le teorie propúgnate, che non la finiremrao piü. Vediamo piuttosto la parte buona del libro.

Nei capitolo I, in cui fa sfoggio piii di fatti che di parole, dimostra Faumento continuo della criminalitá in Francia. É vero che tale aumento si verificó piü nei delitti che nei crimini, ma ajgli ostinati ottimisti, che abbondano tanto anche in casa nostra, risponde che si puó ben fare la stessa somma con un piccolo nu- mero di grosse monete, o con una grande quantitá di moneta spicciola. Noi diremo di piü: se un aumento dei crimini puó di- notare una maggiore intensita nei solí criminali, Faumento dei delitti, che sono per se stessi molto piü numerosi, indica che al


(1) Il delitto aumenta in Francia: nei 1848 v’erano 237 accusati per 100,000 abitanti; nei 1888, 512 per 100,000 abitanti. Per6 il tipo non infíuisce, la natura nemmeno, perché vi sono miseri e miseri. e i miseri rei son quelli che ..divennero tali per lor vita; la causa.... é la mancanza di catechismo.

In fatti egli propone il rimedio. « Quand on voudra que l’école moralise, il foudra: que l’école laique aide matériellement les enfants de 3 familles chré- tiennes á s’initier a leur religión, qu’elle supplée la famille en cela commc dans le reste; que sans pénétrer dans le fond des choses, elle veille á ce que l’enfant se mette en état de participer au cuite et de faire sa prendere comir.union ».

Si capisce che una scoperta simile abbia meritato i suffragi deH'Accademia di Francia e un premio adeguatoü! — E noi spendiamo milioni per Acca- damie che non son superiori ahi ! di molto a quella ! tutt’altro!


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reato prende parte lina quantitül maggiore della popolazione, che cioé il reato aumenta in estensione e fa maggior numero di re- clute, sieno puré meno feroci. Osserva poi, e giustamente, a tal proposito, che ogni rialzo annuale che avviene nella cifra dei reati si consolida, come dicono i finanzieri, e resta acquisito. Si direbbe che lo spirito del male capitalizza gli orribili guadagni fatti in ciascuna delle sue aúnate lucróse et que les intcrets qu’il en tire , s'ajoutent des lors au rcvenu annuel de son industrie. Non fondate dunque sono le scuse che si accampano da coloro i quali, ammettendo l’aumento dei reati, vogliono attenuarne la portata. Si dirá di una banda di birbanti che la Comune, lo scio- pero d’Anzin, la crisi edilizia, ecc., li ha condotti al furto. Si, dice Joly, ma dopo... sono rimasti ladri, anzi taluno e diventato anche assassino di professione!

Esclamazione questa tanto piii preziosa in quanto esce dalla penna di chi vuol provare che il delitto é esclusivamente un pro- dotto dell’ambiente sociale.

Si obbietta pero che il legislatore ha creato nella legge nuove categorie di fatti punibili, ed é vero. Ma il legislatore ha puré tolto ad altri fatti il carattere di reato, e quindi v’ha una certa compensazione.

Si afferma ancora che l’aumento dei reati é spesso apparente. Gli é che la polizia e meglio fatta e scopre un numero sempre maggiore di fatti che prima sfuggivano alia sanzione della legge.

Se peré della vigilanza della polizia possono essere indice le cifre degli affari che non ebbero seguí to perché ignoti gli autori, vediamo che non c‘é di che rallegrarcene, poiché la cifra, da 9000 che era nel 1825, salí in questi ultimi anni a 74098. E vero che in proporzione é aumentato il numero dei reati in genere; ma se si invoca Faumento dei delitii per spiegare quello degli atti rimasti impuniti, non si pué invocare il suceesso crescente della repressione per spiegare Faumento dei reati.


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Se si bada alie singóle categorie di reati, si trova che quelli che subirono i maggiori aumenti dal 1825 in poi sono: i furti del 238 0[0, le truffe 323 0[0, gli abusi di confidenza 630 0[0, i reati contro i costumi 700 0[0. Si distinguono sopratutto gli stupri e attentati al pudore su fanciulli, che salirono da 83 nel 1825 a 2592 nel 1880. Aumentó puré d’assai il numero dei fal- limenti, che da 2000 nel 1840 ascese a 8000, e sopratutto si é aggravato il carattere loro, poiche scema il numero di quelli di> chiarati ad istanza del fallito stesso, e scema puré la proporzione dell’attivo di fronte al passivo. Furono puré in continuo aumento le ribellioni contro i depositari della pubblica autoritá e gli ol- traggi ai funzionari, e si dice che questo provenga da piü ardente passione per l’indipendenza. Nota pero opportunamente Joly che i due quinti almeno degli individui accusati di simili reati, lo sono puré per ubbriachezza !

Nel capitolo II Joly da uno sguardo al delitto attraverso ai di- partimenti. Naturalmente le proporzioni dei singoli dipartimenti variano tra loro di assai; dal 1878 al 1887 la media dei reati fu di 517 in complesso. Fu sorpassata tale cifra da 25 dipartimenti e 61 restarono al disolto; il limite minimo fu dato da Deux Sévres con 242, il massimo da Bouches-du-Rhone con 1015. Nota che i 25 dipartimenti piü gravati sono quelli che posseggono legrandi cittá, oppure quelli che si trovano alie frontiere.

Esaminando la distribuzione geográfica di alcune specie di reati, si sofferma agli attentati contro la vita dei fanciulli illegittimi ; ri- leva che questo genere di reato é commesso con maggior frequenza al sud, e che il suo numero é in rapporto inverso col numero delle nascite illegittime, il che potrebbe destar stupore se non trovasse la sua spiegazione in questo, che piü ci si famigliarizza all’idea di una nascita illegittima e di ció che conduce una fanciulla al diso- nore, meno si e tentati di sacrificare il figlio illegittimo; sono gli ambienti sociali che caratterizzano e decidono questa diversita di


tendenze. La dove la fanciulla-madre non pué adattarsi al suo fallo, si é che Lambiente é abbastanza morale per fargliene una colpa, senza esserlo stato abbastanza per presérvamela, senza esserlo poi per persuadere la rassegnazione ed il riscatto delia colpa stessa.

Tornando alia distribuzione geográfica della criminalitá in ge- nere, Joly osserva molto giustamente che una statistica accurata e veramente scientifica dovrebbe tener conto della diversitá d ? am- biente che si trova in un medesimo dipartimento e studiare con monografie speciali in ogni singólo dipartimento i focolari di cri- minalitá e i dintorni e i villaggi che ne vanno immuni. In secondo luogo dimostra la necessitá di computare nella criminalitá di un dipartimento i reati commessi dai suoi cittadini fuori di esso, e sot- trarvi i reati commessi in esso dai cittadini nati altrove. II signor Yvernés ha giá tentato nel 1889 un simile computo, e ne risultó che i dipartimenti andrebbero divisi in tre categorie: quelli che importano pin delinquenti che non ne esportano; quelli in cui Le- sportazione supera l’imporfazione; quelli in cui i due movimenti sono eguali. Non ci soffermiamo di piü a questa nuova statistica poiche, a sua stessa confessione, le cifre non presentano ancora tutte le garanzie di sicurezza e precisione; crediamo pero giustifi- cati i desideri suoi, desideri che pur troppo non possiamo motare in speranze finché nella statistica domina l’attuale esagerato accen- tramento.

Nel capitolo III Joly studia l’influenza dell’emigrazione nelle sue varié forme sul delitto: difetta peré qui e nel capitolo IV di chiarezza e d’ordine ; volendo essere troppo minuziosamente analítico, si rende oscuro. É a notarsi il fatto che piü lemigrazione interna ha carat- tere permanente, meno da luogo a reati ; il che si verifica eziandio per Lemigrazione degli stranieri, con questo di piü clie le cifre piü alte di reati sono fornite dagli stranieri che vengono dai paesi vi- cini, le minori da quelli che vengono da lontano; cosí nel 1888 si contavano 23 condanne per 1000 Spagnuoli, 19 per 1000 Svizzeri,


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18 per 1000 Italiani, 4 per 1000 Belgi, cifre di molto rainori per le altre nazionalitá.

Quanto alia recidiva, che egli stadia in altro capitolo, trova che cssa é in continuo aumento; vi erano 31 recidivi per 100 accusati e prevenuti nel 1856 60; salirono a 54 0[0 nel 1887.

Gli aumenti maggiori si verificarono nei condannati alie pene meno gravi. Infatti. mentre il numero dei recidivi nei forzati libe- rati diminuí dal 1851 del 53 0[0, il numero fornito dai liberati dalla rechiíione aumento del 60 0[0, quello dei condannati a piü d’un anno di carcere del 95 0[0, quello dei condannati a meno d’un aunó del 116 0|0; infine, quello dei condannati a solé pene pecu- niarie aumentó del 269 0[0. Osservasi a tal proposito nel Compte del 1883 che, se la recidiva é meno frequente nei liberati dalla re- elusione e da una lunga detenzione, ció si deve, piü che aU’azione rigeneratrice (?) d’un lungo soggiorno in carcere, al fatto che le loro condanne sono motivate da reati contro le persone, infrazioni che, se indicano spesso un uomo collerico e violento, non implicano sempre lina grande perversita d’animo. Quanto alia distinzione tra recidiva specifica e recidiva genérica, non si hanno dati importanti; nel 1860 si calcoló che 2[5 dei recidivi avevano esordito con infrazione della stessa natura di quelle che motivarono la nuova condanna. Simile ricerca peró non ebbe seguito.

Joly dimostra che i recidivi ricercano di preferenza i grandi contri e loro dintorni. Nelle 24 cittá che hanno piü di 30,000 abi- tanti si conta 1 recidivo per 207 abitanti; nelle cittá di popola- zione interiore non se ne trova che 1 per 712 abitanti.

Né 1 istruzione acquistata in carcere, né il peculio guadagnato nel laboratorio comune o nella celia e riservato peí giorno della li- berazione, salvano il delinquente dalla recidiva. É un fatto consta- tato concordemente da tutti i Comptes pubblicatisi dal 1836 in poi. Nel 1882, gli 8[10 dei recidivi erano imputati di mendicitá, vaga- bondaggio o conlravvenzione alia sorveglianza, e nondimeno molti


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di essi avevano ricevuto al loro uscire dalla prigione una somma abbastanza forte per dar loro agio di cercarsi lavoro. Nel 1862 solo íl 14 0[0 ebbe piü di 100 francbi nel giorno della liberazione; nel 1882 furono il 31 O^O. La situazione finanziaria dei liberati é dunque migliorata, ma Faumento della recidiva non e punto rallentato.

Anche Joly s’associa a noi nel dimostrare la disastrosa influenza del sistema penitenziario attuale sulla recidiva.

In altri capitoli, egli esamina Finfluenza sul reato dell’etá, delle condizioni di famiglia, della miseria, delle professioni, ecc.; ma qui campeggia la metafísica, e i pochi fatti citati non ci apprendono nulla di nuovo. Da essi constatiamo soltanto che egli e pienamente d’aceordo con noi nel dimostrare Faumento della precocitá nei de- linquenti, la scarsa influenza della miseria sul delitto e l’azione perniciosa dell’alcoolismo e dell’ubbriachezza.

7. Id. — Joly, volendo parlare della lotta contro il delitto (Le combat contre Je crime , París, 1892), ha compreso che questa lotta non sí sostiene colle solé leggi repressive — ultima ratio a cui per necessitá si deve ricorrere — ma bensi con riforme e provvedimenti preventivi che curino il male alia radice e lo sof- fochino in germe, anziché aspettare ad ucciderlo quando é giá grande e ha giá prodotto dei danni.

Perció, prima di occuparsi dei delinquenti, egli si occupa dei bambini.

Questi poveri esseri, che nascono nella vergogna, non conoscendo né padre né madre, o quelli ancor piü infelici che vengono abban- donati o maltrattati dai genitori, non costituiscono forse il grande e pericoloso esercito dei futuri vagabondi, dei futuri mendieanti, dei futuri delinquenti? Non é a questi candidati della prigione che bisogna sopratutto pensare?

Ecco il problema che si pone il Joly, e che svolge da par suo.


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Egli critica giustamente i ricoveri per l’infanzia abbandonata, ove Pagglomero é causa di depravazione, e ove i fanciulli non possono essere preparati ad entrare nella vita sociale, perché le loro tendenze i n tellettuali e morali vengono ottuse da uno dei due sistemi (opposti, ma egaalmente fatali) che in quei ricoveri dominano; il sistema militare, dalla disciplina stupidamente ferrea e livellatrice, e il sistema pretesco, nel quale la religione é ipo- crisia gesuitica.

II Joly loda invece e raccomanda l’istituzione delPv4ss2S¿e?22£i pubblica, che va facendo in Francia ottima prova, e che consiste nelPaffidare singolarmente alie famiglie (per lo piü di contadini) il fanciullo abbandonato. Questo si affeziona a poco a poco ai suoi parenti adottivi, porta ad essi i suoi primi guadagni, e, gene- ralmente non lascia piü la casa che lo ha raccolto, il paese in cui ha trovato — per sua grande fortuna — affetti ed amici. II bambino illegittimo o derelitto, che sarebbe divenuto uno spo- stato e forse peggio, si trova cosí in un ambiente sano, stabile, sicuro, che lo indirizza al bene.

Nel dipartimento del Gard, su 250 fanciulli di oltre 10 anni affidati alie famiglie, 3 soli meritarono d’esser messi in una casa di correzione; e a Parigi, su 11,000 fanciulli inviati con Piden- tico sistema nelle campagne, solo 91 maschi e 53 femmine do- vettero essere ricoverati in uno stabilimento penitenziario.

Certo, per quanto siano ottimi i frutti di questa istituzione, resteranno sempre dei fanciulli refrattari a qualunque cura física e inórale. Questi residid , o — come direbbe con una frase piü enér- gica il Tarde — - questi escrementi sociali, non si potranno confi- dare alie famiglie, poiché, evidentemente, niuno li vorrebbe con sé. Bisognerá quindi inviarli in uno stabilimento speciale. Ma quale?

II Joly crede clie il tipo piü perfetto di questi stabilimenti sia per ora la colonia di Mettray (giá troppo nota perché occorra dire in qual modo essa é organizzata), ma soggiunge che « la


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» réforme des enfants dangereux est si difficile, les influences qui » ont compromis ces enfants sont si nombreuses et si diverses, » qu’il est impossible de se cantonner dans un systérae exclusif ».

Una sola cosa é certamente dannosa per i fanciulli, la prigione; ed egli víde alia Petite Roquette dei bambini di sei anni! e scrive con ragione delle pagine di fnoco contro la legge tráncese, la quale, non fissando alcun limite mínimo d’etá per la responsabilitá penale, permette ed autorizza simili infamie.

8 . Sociología crimínale. — Nell’opera magistrale la Sociología crimínale, ch’é la 3 a edizione dei Nuovi orizzonli, Ferri detta la sintesi e fa le prime applicazioni giuridiche dell’antropologia cri- mínale, ed espone la nota classificazione dei criminali, oramai ac- cettata da iutti gli antropologi e dai sociologi ; studia e difende il tipo criminale contro le povere ciancie dei partigiani del ~bouülon, cbe lo negano perché non lo capiseono; fa uno studio critico dei risultati a cui é giunta la statistica criminale, e rias- sume le osservazioni da lui fatte — e giá pubblicate nel 1880 — specialmente sulle statistiche francesi, dopo il 1826, ancora prima che se ne avessero i quadri riassuntivi ufficiali. II Ferri ne trae la legge della saturazione crimínale , vale a dire che il numero dei reati e dei delitti in ciascun paese é determinato dalle condizioni dell’ambiente físico e sociale e dalle disposizioni bio-psichiche degli individui ; si deve trame come conseguenza, che l’efficacia delle pene é molto limitata, e che ad esse conviene opporrc il sistema di quelli ch’egli chiarna « sostituti vi penali », ossia dei mezzi preventivi dei reati, mezzi che egli espone dettagliatamente.

Quanto alia teoria positiva della responsabilitá, rispondendo al problema: « Come possa punirsi un uomo per delitti di cui non é moralmente responsabile », egli sviluppa, primo in Italia, con ri- gore scientifico la dottrina della difesa sociale, mettendola in rap- porto coi fattori antropologici, fisici e sociali del delitto, e con-


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elude che l’uomo é responsable soltanto perché vive in societii, e in quanto ne é uno degli elementi. Quindi il Ferri espone i mezzi pratici di difesa sociale applicabili a ciascuna categoría di delin- quenti, cominciando dalla procedura, nella quale propone molte ri forme radicali, e venendo al sistenaa repressivo, protesta contro il sistema cellulare, che egli crede antiumano, troppo costoso e affatto impari al hisogno.

La conclusione dell’opera é che il diritto crimínale e penale deve trasformarsi in una scienza sociale concreta, mentre ora é soltanto giuridica ed astratta.


9. La difesa sociale. — Van Hamel, Rettore delFUniversitá di Amsterdam, tenne l’anno scorso, nell’anniversario della sua tondazione, un discorso sulle condizioni attuali delle scienze pe- nali. Dopo aver constatato l’esistenza d’« un movimento su tutta la linea » verso il método positivo, nello studio della delinquenza, e la necessitá, di non allontanarci da esso, egli mostra che non esistono differenze sostanziali tra la scuola italiana e la francese, salvoché nella prima prevale il carattere antropológico, nella se- conda il sociológico, senza che né l’una né Faltra disconoscano il valore di entrambi gli elementi; egli trova necessario, poi, che l’esame medico dei detenuti nelle prigioni sia assiduo e di- retto da un’auloritá scientifica.

Trattando del método per Fesame delle cause sociali del de- litto, dimostra il grande valore delle ricerche statistiche spe- ciali ; se queste fossero piü numeróse, minerebbero, o certamente indebolirebbero l’opinione molto diffusa che la povertá abbia una grande e funesta influenza sul delitto, e che l’istruzione primaria lo combatta efficacemente. Tra le misure di riforma penale egli raccomanda sopratutto : che la riparazione dei danni materiali, ossia l’azione civile, abbia una parte importante tra i mezzi re- pressivi; che l’infanzia colpevole sia trattata in modo meno dot-


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trinado; che la condanna sia condizionale, e che ai recidivi, ai delinquenti d’abitudine, incorreggibili, si applichino pene indeter- minate. Lo scopo della pena é la difesa sociale e non la vana dottrina della soddisfazione d’un diritto offeso dal reo.


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CAPITOLO XII.


Applicazione dello studio del tipo crimínale alia teoría delle rivoluzioni ed alie perizie mediche.

I . Tipi m ANARCHicr. — Una delle applicazioni piü curióse e forse piü pratiche dell’antropologia crimínale é quolla che deriva dallo studio della fisionomía del crimínale político. Essa fornisce infatti alio studio del delitto político le basi che sembravano finora sottrarsi a tutte le ricerche, a tutti gli sforzi dei giuristi ; ci da modo di trovar la differenza tra la vera rivoluzione, sempre utile e feconda, e la ribellione e la rivolta, che son sempre sterili e dannose (1).

É un fatto ormai stabilito, e di cui lio dato le prove in questo lavoro, che i rivoluzionari, cioé gli iniziatori delle grandi rivolu- luzioni scientifiche o politiche che provocano un vero progresso nel- l’umanitá, sono quasi tutti dei genii o dei santi e lianno tutti una fisionomía media, lealmente armoniosa: basta, per convincersene, ricordare le nobili fisionomie di Paoli, Fabrizi , Dándolo, Moro, Mazzini, Garibaldi, Gambetta, Marx, Lassalle, dei nichilisti e dei martiri cristiani. In generale, questi uomini hanno una fronte larga, una barba abbondante, un occhio molto dolce e grande : qualche volta si trova fra loro la mascella molto sviluppata, mai per6 ipertrofica; qualche volta anche il pallore del viso (Mazzini, Bruto, Cassio), ma quasi mai questi caratteri si trovan o insieme nello stesso soggetto tanto da formare quello che io chiamo un tipo crimínale.


(1) Lombroso e Laschí, Delitto político, ecc., Torino, Bocea, 1891. — Yedi Lombroso, Les applications de Vanthropologie criminelle, París, Alean, 1892.


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Da uno studio, anzi, che io ho fatto su 320 dei nostri rivoluzio* nari Italiani, quasi tutti maschi (vi eran 27 donne su 100 uomini), la proporzione del tipo crimínale é stata del 0,57 0[0, cioé molto meno che non fra i normali, dove essa é del 2 0[0.

Su 30 nichilisti russi, 18 hanno una fisionomía bellissima, do- dici presentano qualche anomalía isolata, 2 soli hanno il tipo cri- mínale, vale a dire il 6,7 0[0.

Ebbene, se dai martiri d’una grande idea política o religiosa noi passiamo ai regicidi, ai presidenticidi, come Fiesehi, Guiteau, ai fautori della carneficina del 1793, come Carrier, Jourdan, Marat, noi troviamo in tutti o quasi tutti il tipo crimínale.

E il tipo si ripete, ma con meno frequenza, fra i comunardi e gli anarchici. Su 43 fotografié di anarehici di Chicago favoritemi dal dottor Carus, ho trovato Fenorme proporzione del 40 0[0 di tipi cri- minali.Negli anarchici arrestati il I o maggio aTorino, trovai questo tipo nel 34 0[0, mentre nei rei comuni lo trovo nel 43 0{0. Questo esame sugli anarchici di Chicago é confermato da quanto si sa di Kavachol.

2 . Kavachol. — Ci6 che ci colpisce a prima vista nella sua fisionomia é la brutalitá. La faccia, che presenta un’asimmetria marcatissima , si distingue per un’enorme stenocrotafia e per la esagerazione degli archi sopraciliari, peí naso deviato molto verso destra, le orecchie ad ansa e collocate ad altezze diíferenti, ed infine per la mascella interiore enorme, quadrata e sporgente, che completa in questa testa i caratteri tipici del mió delinquente- nato.

Bisogna aggiungervi un difetto di pronunzia che si considera come un frequente segno di degenerazione.

Quanto alia sua psicologia essa risponde in tutti i punti alie lesioni anatomiche.

Allievo delle scuole elementari sino all’etá di 15 anni, ne esce


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press'a poco analfabeta, ed inadatto a praticare i diversi raestieri per i quali l’avevano impegnato.

Egli impoltronisce , ruba e fabbrica monete false, dissotterra un cadavere per spogliarlo dei suoi gioielli, quindi uccide un veccbio erenaita di novan t’anni per irapadronirsi del suo denaro. É verso quest’epoca ugualmente ch’egli volle uccidere sua madre ed abusare di sua sorella.


Fjg. 39. — Rayacho!.


L’ereditá morbosa non gli manca, il suo nonno (Konigstéin) ed il suo bisnonno sono morti sul patibolo colpevoli d’incendi e di brigantaggi.

Simón, suo cómplice, non ha un passato cosí terribile, ma egli e ancora molto giovane, e tutta la sua fisionomía ricorda ii tipo crimínale; egli ha le orecchie ad ansa, rasimmetria del viso ed il prognatismo.


3 . Pini. — Un altro esempio recente ci é fornito da Pini.

Pini, d’anni 37, uno dei capi degli anarchici di Parigi, fratello di una pazza, appare dalla fotografía (V. fig. 40) con poca barba, con fronte sfuggente, enormi archi sopraccigliari, mascelle enormi, orecchie lunghissime.


Fig. 40. — Pini.


Egli, non solo si vantava anarchico, ma dicliiarava aver coni- messi i furti (per piü di 300,000 lire) per vendicare gli oppressi contro i ricchi , contro la borghesia, e chiamava quei furti una espropriazionc hgitlima degli espropriati , ed aveva un núcleo di veri ammiratori; egli, in complicitá col Parmigiani, tentó un as- sassinio politico suiranarchico Ceretti per sospetto di delazione dei suoi furti che mettevano orrore agli anarchici veramente onesti ;



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e sull’onesto Prampolini, che é una delle poche nostre grandi figure politiche, e che, per giunta, l’aveva beneficato piü volte, e ció solo per vendicarsi di una polémica teórica sull’anarchismo.

4 . Applicazione alle perizie psichíatriche. — Comunemente si crede che Pantropologia crimínale non abbia in mira che degli alti orizzonti scientifici, le applicazioni alia correzione dei codici penali e civili, ed alia spiegazione di quel fenómeno che destava racca- priccio ed insieme spesso stupore; ma che non si spiegava quasi mai — il delitto. Ma i medici legali, i penalisti pratici che, sen- tendo viva, come ben diceva il Majno, la modernitá, si sono impa- droniti di questa nuova scienza, hanno potuto accorgersi che pre- zioso strumento essa sia, nelle applicazioni pratiche, giudiziarie: per provare, per es., se e quale parte abbia preso un reo nel delitto, quali fra alcuni complici e alcuni indiziati sia il vero reo od il reo principale, ecc., ecc.; tutte nozioni che si appoggiavano spesso ad indizi fragili, come le propalazioni fatte in carcere, le povere indi- cazioni dei sindaci, l’incerto o quasi vuoto casellario giudiziario, ecc.

Ed e cosí che una meta dei processi va a male e che molti inno- cent! son colpiti e molte colpe restaño impunite. — Quanto in questi casi possa giovare l'antropologia crimínale lo mostrarono alcuni recenti processi in cui essa fece capolino per quanto tímidamente.

É noto che mediante l’abilitá del Bianchi, il Palmeggiano, accu- sato di ferite contro il Conti, risultó innocente e l’accusa del Conti una calunnia : qui stigmati isteriche, i grandi accessi ipnotici , l’abuso delle letture che é cosí speciale agli isterici, furono la guida psichiatrica ed antropológica che condusse il Bianchi all’inaspettato risultato.

Viceversa abbiamo veduto che i caratteri del tipo crimínale, gli antecedenti criminali ed isterici, mostrarono chiaramente al Ceneri come le accuse della Zerbini contro il Pallotti fossero complete ca- lunnie, e come essa sola fosse l’autrice dell’assassinio Cartelli, e


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cosí venne liberato un innocente e punito od almeno tentato di pu- niré una colpevole.

Vediamo ora con altri casi pratici fino a qual punto si possano trovare delle applicazioni analoghe.

5 . DeLITTI RIVELATI DALE* IDROSFIGMOGRAFO , SIMULAZIONE RIVE-

lata dall’ antropología crimínale. — I. Bersone Pietro , notis- simo ladro, era stato arrestato per sospetto di un audacissimo furto di 20000 lire, a danno del signor Della Casa, in ferrovia, col método del manicoito.

In carcere si finse alienato pretendendo essere avvelenato. Intanto si ebbero prove di molti altri furti, essendosi in una perquisizione trovata una quantitá di portafogli e passaporti, per es., di certo To- relli Rodino.

Bersone, d’anni 37, alto m. 1,80, pesante kg. 77, presenta larga capacita cranica, 1589; circonferenza 565; curva longitudinale e tra- sveíale 360 e 320; diámetro longitudinale 194 e traversale 150; indice cefálico 77; fronte vasta, 200 di larghezza e 60 d’altezza; diámetro della mandibola 112, del zigoma 133.

Fisonomía fiera, con capelli brizzolati, mandibola voluminosa; torace ampio ; muscoli ben nutriti ; forza notevole col dinamómetro, kg. 55 a desira e 40 kg. a sinistra; temperatura nórmale, 37.0, e che solo nei giorni 18, 20, 21 e 24 si elevó a 37.7 e 37.4, ed un solo giorno (16) a 38.1.

II tatto é di poco piü ottuso del nórmale, 2-3 a destra, 2-1 a si- nistra, lingua 1,9, fronte 25,0.

Quanto alia sensibilita generale coiralgometro elettrico, mentre un uomo sano offiiva 84 al dorso della mano ed 88 al palmo, egli offriva 80 e 87 a destra e 79 e 90 a sinistra, 112 alia lingua, 121 alia fronte.

Quanto al dolore, mentre un uomo sano dava 61 e 24, egli diede al dorso della mano destra 48, a sinistra 40, ed al palmo 24 a destra e 33 a sinistra.

Lombroso. — 18 .


Lo studio coll'idrosfigmografo, strumento col quale si mettono in evidenza i tracciati del polso e le modificazioui di volume degli arti, sotto rinfluenza di lina emozione, e che quindi esprirae in mil- limetri la reazione emotiva e psichica, mi confermó nell’osserva- zione della grande insensibilitá al dolore che non muta mai la linea sfigmica. Altrettanto accadeva quando si parlava a lui di veleni, poiché in nuil a era mai mu tata la linea sfigmografica, e cosí dicasi quando gli si parid del furto col manicotto in ferrovia Della Casa e di Rodino.

Invece si aveva una enorme modificazione sfigmica (abbassamento di 14 mili.) quando gli si parlava di un certo furto Torelli, di cui venni a cognizione.

In carcere fino dai primi giorni si mostré di una esagerata cir- cospezione, mascherata da una grande e probabilmente affettata violenza. Rifiuté di farsi fotografare, rifiuté di parlare, rifiuté gli alimenti, nía nel medesimo tempo mi chiamé e mi fece avvertito che egli li aveva rifiutati perché credeva vi fosse del veleno man- dato dai suoi nemici e dalla sua amante. E quando io messo da ció sull’avviso di unapossibile simulazione, gli dissi che egli simulava e che non gli avrei creduto, monté in furore e disse che voleva es- sere visitato da altri medid. Continuo a rifiutare, un giorno si e uno no, il cibo, ma un giorno o due dopo il rifiuto, mangié sino a riportarne indigestione. E quando io gli feci dire in confidenza che si trattava di metterlo all’acqua pura, resto assai colpito e dolente; passo due notti insonni e gridando, ma il giorno successivo dormí a sazieta ed alia mattina susseguente si diede premura di dirmi che non aveva dormito.

Al 18 marzo parve preso da un accesso di furore: mentre era condotto al passeggio, salí sulla cinta di questo e si mise ad urlare agli operai che lo liberassero perché lo avvelenavano, minacciando con pietre guardie e compagni.

Peré la temperatura non era aumentata che a 37,6 ; le uriñe che


nell’accesso maniaco per solito diminuiscono molto di volume e ap- paiono piü colórate e piü pesanti, presentavano il solito volume e scarso peso specifico (1025), e nessuna variazione di colore di quanto aveva prima; ricondotto in celia mangió súbito; ragionó con me, quel giorno e quello dopo, con molta accortezza, delle sue condizioni di fronte alia giustizia. « La pena in contumacia egli non era piü obbligato a scontarla, al piü gli avrebbero trovato un borseggio e che nemmeno quello potevano provare », mescolando tutto ció colle solite tírate ai veleni, ai nemici, soggiungendo « che era condannato a morte, e chiedendo se quello era il giorno del supplizio ! » .

Scrisse lettere al Giudice, al Procuratore del Pie, ma la calli- grafia, l’ortografia, e il contenuto stesso non hanno il carattere spe- ciaíe al monomaniaco od al maniaco, non carattere in stampatello, non grafe speciali, ne confusione di lettere.

Ed io fui stupito della docilita con cui dopo ció si prestó agli esami fisici che potevano essere creduti atti di tortura nel concetto di qualunque delirante persecutorio. Passato ad una delle sezioni deirinfermeria, continuó a dire di essere condannato, ma con poca insistenza e durante la notte tormentó i compagni per poche ore.

Tutto passó come per incanto il giorno dopo che vennero per ri- conoscerlo due presunti suoi derubati che lo ispezionarono dall’uscio- lino, senza riconoscerlo peí loro derubante. Ed egli lo seppe súbito per quella complicitá che aleggia per tutto nel carcere anche, ed anzi piü nel cellulare, come dimostrai nei Palimsesti del carcere. D’allora in poi si tranquilló completamente, anzi si aperse con me e coi compagni in vanterie del delitto: disse che a Savona derubó un forestiero di 3000 lire, e come se li godette andando ad Anversa, dove poco pote lavorare essendo gli abitanti chiusi da paletots\ e dichiaró che adoperó il passaporto rubato coi denari al Torelli per non essere inquiétalo dalla questura.

Piü tardi ripullularono, e senza una ragione chiara, le parvenze del delirio di persecuzione; ogni tanto afferrava il compagno di celia


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dicendogli che era una spia e che voleva avvelenarlo : rifiutava il cibo portatogli dall'amante come avvelenato, e mangiava quello del carcere. Si agitava la notte su e giü per la camera per cacciare gli spiriti: sentiva voci di nemici. Tutto ció scomparve ancora di nuovo, il giorno in cui venne messo in libertá e rise delle proprie pazzie. Mi e, poi, noto che arréstalo una seconda volta, evase dalla Questura con grandissima astuzia. Alcuni detenuti giá colleghi o compliei suoi, affermano che piü volte venne preso da delirii perse- cutori, specie dopo qualche libazione. A Chiavenna, p. es., si mise a gridare airimprovviso che l’oste l’aveva avvelenato, sicche do- vettero accorrere i carabinieri. E qui, in Torino, sovente, mentre si trovava all’osteria cogli amici, senza motivo apparente, inveiva d ! un tratto contro i compagni, trattandoli di spie, di avvelenatori, rove- sciando bicchieri e tavole, ecc., sicche gli amici se la svignavano prudentemente.

Peró anche in questo delirio seppe sempre nascondere i corpi del reato e preparare nuovi delitti.

Dei suoi parenti sappiamo che il padre ed un cugino paterno si sono suicidati; un altro cugino b pazzo ; ed uno fu condannato per furto. Un suo fratello é bravo ed onesto.

In base a tutto ció conclusi : che si trattava di un vero abituale delinquente che aveva un grande interesse a nascondere la propria identitá, che, perció ricorse, in parte, alia violenza (a quella che era comportabile colle discipline carcerarie) ed in parte alia simu- lazione, senza peró escludere una possibile ricorrenza di un vero de- lirio persecutorio provocato dall’isolamento e dall’alcoolismo, in una tempra predispostavi.

Ei peró certo simuló la monomanía di persecuzione e la mania acuta. Quanto alia prima i caratteri del tatto e della sensibilitá dolorifica cosí vicina al nórmale giá ci mettono in avvertenza essere in gran parte simulata; ma piü lo confermano la sua scomparsa troppo rapida, mentre essa ha una forma tenace, e, infine, la nes-


suna reazione data dallo sfigmografo quando gli si parlava di veleno, la nessuna resistenza fatta agli esami fisici, e poi la stessa inquie* tudine esagerata ed aftettata, quando ne mancavano i motivi.

Quelli che delirano di essere avvelenati, assumono in genere, un'attitudine passiva, non mangiano, si, ma non lo fanno sapere; arrivano all’astinenza fino a moriré tabifici, mentre egli si asteneva un giorno per mangiar doppiamente l’indomani : dormono poco di notte, mentre egli dormiva poco alcune notti, per poi dormir dop- piamente le notti susseguenti.

Peró questa simulazione, come accade spesso negli epilettici, partiva da un fondo vero — da un residuo ogni tanto ripullulante dei delirii persecutori — per cui, diremo in una parola, copiava se stesso.

Quanto alPesacerbazione maniaca essa fu probabilmente provocata dalla di mora in celia che si spesso la cagiona.

Ad ogni modo non ne restó piü traccia appena fu messo alia Se- zione Infermeria: — ed é notevole il fatto che ogni traccia della mania scomparve dopo che seppe del non riconoscimento, che egli certo venne a conoscere per quegli ignoti tramiti che serpeggiano nelle carceri cellulari.

Quello che peró fu curioso e nuovo, fu il risultato delPesame sfigmografico, che riveló nettamente che egli non ave va un grande interesse nell’accusa del furto del Della Casa mentre il contrario doveva essere per il furto Torelli, inquantoche nessuna reazione sfig- mica avvenne parlandogli del primo (1), mentre avvenne parlan- dogli del secondo.

Quanto alie proprie confessioni del delitto, é una cosa naturale che sieno avvenute, perche essendo in compagnia di uomini della stessa risma, subentrava alia prudenza ed alia taciturnitá inspirata


(1) Il giudice cav. Sani confermó poi completamente e da nuove informa- zioni ufficiali questa conclusione fondata su indagini scientifiche.


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dalla celia, la vanitá del delitto cosí frequente tra costoro e ravvi- vata dalla compagnia.

Si tratta, dunque, di un criminale — che simulava una malattia a cui andó qualclie volta soggetto, che ripullula ogni tratto e che copia, diremo, in se stesso, all’occasione per proprio vantaggio, senza che escluda un’abilitá grandissima nel delitto di cui ha 1 abitudine.

II. Gall... María, d’anni 66, di Lucera, veniva trovata morta nel 19 giugno 1886, in istato di putrefazione avanzata, coperto il capo dalla piega di un lenzuolo, col corpo parte boccone, parte sul lato destro; col braccio destro sottoposto al tronco, il sini- stro allungato, la faccia addossata al materasso, le narici sangui- nanti, schiacciate e rivoltate a sinistra e rotte internamente, con un’escoriazione alia parte sinistra del eolio, di forma ellittica, di- retta dal di dietro all’avanti e non da sotto in su, coperta da una crosticina di sangue, ma senza ecchimosi.

Si sospettarono i due figliastri M e F , malfamati, che

erano stati veduti gironzare in quel giorno, e avevano interesse alia sua morte, perche essa stava per fare un vitalizio che li diseredava.

All’autopsia, eseguita il giorno 20, si scoprirono internamente tutti i caratteri della putrefazione avanzata e dell’asfissia ; flui- ditá del sangue, chiazze emorragiche alia pleura costale, all’ar- teria polmonale e alia mucosa bronchiale e tracheale, che é di colore rosso vivo; ricchezza di liquido spumoso e sanguinolento nei piccoli e grossi bronchi; iperemia nei visceri addominali e piü nei polmoni; vuoto il cuore.

Aperto l’esofago nel la parte superiore, si rinvenne un ascáride lombricoide , lungo 20 centimetri, che coirestremitá cefálica era appoggiato sull’apertura della glottide.

Due periti, Resi e Raña, dichiararono trattarsi di asfissia pro- dotta da mano violenta per occlusione delle vie aeree, per essersi


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mantenuta la vittima, per qualche tempo, colla faccia sopra un corpo molle, cuscino, ecc., in modo da impediré l’entrata deH'aria; non trovando contraddizioni a ció dalla scoperta dell’ascaride, in quanto che Tascaride poteva essere ricacciata da un colpo di tosse, non essendo esso penetrato che superficialmente nelle vie aeree e per gran parte del suo corpo restando nell’esofago. Ora la tosse doveva manifestarsi anche prima per lo stimolo, peí moto rifiesso che un corpo estraneo produce quando é nel dominio del laríngeo superiore; essi corroborarono il giudizio sulla mancanza di ero- sione nella mucosa stessa; e perché i vermi non producono sof- focazione che quando penetrano nella laringe o trachea, raggomi- tolati in modo da formare un turacciolo, e perché l’atteggiamento della donna non era punto quello di chi, sentendosi mancare il re- spiro, cerchi l’aria. ma piuttosto di chi, per clivincolarsi da strette violenti, cerchi dei punti d’appoggio sul materasso, con le ginoc- chia, cioé, colle mani, e facendo passare il braccio destro al di- sotto del corpo e dall’altro lato, ma fu emesso dalla violenza o dalla morte.

11 verme, secondo i periti, usci dall’ esófago pei movimenti antiperistaltici dello stomaco ed in seguito alia turbata innerva- zione del vago, effetto della narcosi carbónica.

II De Crecchio, chiamato a nuova perizia in proposito, ammise l’asfissia, ma non volle escludere che ne potesse essere causa l’el- minto, non sapendosi cosa facesse prima delTautopsia !! Egli sup- pose possibile, che avendo questo provocato una rapida asfissia, la donna non fosse in tempo di espellerlo con la tosse. Spiegava poi l’atteggiamento della vittima per uno sforzo non riuscito per li- berarsi dalla soffocazione.

In cié s’appoggiava alie mancanze di dati chiari sull’escoria- zione del eolio e aggiungeva che il lenzuolo arrovesciato sul volto poteva esservi stato messo da un intrigante, o malévolo, dopo la sua morte, per incolpare i figliastri, essendosi trovata la camera


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della moría colla porta aperta; si lagna perché non si siano aperte le narici per vedere se fossero rotte: dice che il rivoltamento della narice e lo schiacciamento, poteva avvenire per effetto dell’irrigidi- mento cadavérico che conservé l’ultima posa assunta nel momento di moriré.

II De Crecchio continuara a persistere in queste sue conclu- sioni, anche dopo che il Resi dichiaré, con una seconda perizia, essersi tróvate nell’uccisa rotte le narici e non solo schiacciate; pretendendo non essere fatto sicuro che la rottura della cartilá- gine fosse avvenuta in vita (mancando le note sulle ecchimosi), non avvertendo che era giá stato notato che il sangue ne fluiva giá all’esame esterno.

Chiamato, io, dai giudici ad una sopraperizia, non potei a meno di osservare: che in tutti i casi, o quasi, delle autopsie medieo- legali, si pué trovare una oraissione od una dimenticanza che pué far nascere sulle prime dei dubbi, specie se si vuol stare sulle generali e cercare il pelo nell’uovo, ma i dubbi cessano quando si tenga fitto l’occhio al caso speciale, alia somma degli indizi che formando, diremo, legione, tolgono ogni ragione di dubitanza.

I morti per asfissia da lombrici erano bimbi o dementi, e pre- sentarono sempre lunga reazione che qui maneé.

Sentiamo dal testimone C.... che la notte del 17 si sentirono delle grida soffocate e dei colpi nella direzione della camera della vittima. Si tratta che la donna non aveva alcun nemico, meno i figliastri, i quali erano interessati alia sua morte, e dai quali espresse il timore di essere colpita. Si tratta che uno in ispecie di questi, il M., era antropológicamente e giuridicamente indiziato di crimine, era giá stato condannato per porto di arma, aveva spogliato la vittima, appena mor! il padre, di molte sostanze, l’aveva truffata d’una fortissima somma a proposito dell’ereditá, e la Gall..., nel giorno in cui fu uccisa, stava per adire il tribu- nale onde farsi rendere giustizia: e si lagnava della loro condotta


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e delle loro minacce; e la sera del 19 fu veduto il M... entrare dalla vittima, i testimoni sentirono che nella notte del 19 i due figliastri uscivano dalla casa, ed uno di essi avendo lasciata la porta dell’orto aperta, venne avvertito dal fratello di richiuderla per ragioni abbastanza chiare, cioé per far ritardar la scoperta del delitto e pare che questo stesso M..., passati alcuni giorni, fosse andato egli ad aprire la porta nel venerdi del 19, puré non vo- lendo che ció venisse saputo.

Ed egli, il M..., ch’era lascivo e cupido, avendo messo le mani addosso ad una ragazza, questa lo rimproveró di volerla strozzare come aveva fatto con la Gall..., ed egli allibi e raccomandé che non lo ripetesse, e secondo un altro ebbe a dire persino: Si Vho fatto , ma nessuno m’ha visto.

Ed egli, il M..., oppose che, a proposito di ereditá, ebbe a mi- nacciare della scure il fratello.

E, cosa importantissima, facendo in quei giorni un contratto, mise fra le clausule di scioglimento del contratto il poter andaré in carcere. E fu accusato dal fratello F... che, essendo meno cri- mínale, é meno proclive di lui alia completa negativa.

E qui serviva mirabilmente l’antropologia crimínale per sapere quale dei due fratelli fosse il pin colpevole, anzi, il colpevole.

M , che ha un passato cosí triste, ha il piu completo tipo

crimínale, mandibole enormi, seni frontali e zigomi sviluppatis- simi, labbro superiore assottigliato, incisivi enormi e maggiore il destro del sinistro, testa voluminosa con capacita media, 1620 cc., tatto ottuso, 40 a destra, e 2,0 a sinistra ; dunque mancinismo sen- sorio, piü mancinismo motorio: tutti fenomeni che mancavano(meno i seni frontali e gli zigomi volnminosi) nel fratello F... — Dunque egli era il piii sospettabile come autore principale del delitto.

Perché volerci fondare su qualche errore di dettaglio che pu6 ben offrire un appiglio a qualche cicaleccio, ma che viene comple- tamente smentito da una massa di fatti che sovrabbondano nel


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dimostrare il maleficio e che s’innestano cosí saldamente fra loro da comporre, come i lapilli nelle mani di un mosaicista, un quadro completo e preciso?

6. Ladro ed assassino ignoto. — II ricco fattore S..., tornando dal mercato colla somma di L. 2000, era stato avvicinato da uno sconosciuto che dichiaró volersi impiegare come bracciante, e che gli cliiese di salire sul suo carretto. Cid ottenuto, non si diparti piü da lui malgrado deviasse dalla sua strada; cenarono insieme, e verso sera lo sconosciuto fu visto accompagnarlo su uno stradale, dove l’infelice fu trovato cadavere la notte seguente con segni di stran- golamento e col cranio sfracellato da grosse pietre e la borsa vuota.

Quattro testimoni segnalavano la fisonomía di quell'uomo come sospetta e sinistra (1), e dichiaravano che s’erano meravigliati di vedere un galantuomo come quel fattore accompagnato da un ceffo cosí sinistro (1), ma non lo riconoscevano. Solo una ragazzina di- chiaró d’aver veduto, stanco, steso a térra, dormiré vicino all’in- felice fattore, certo Fazio.

Fu puré veduto questi il giorno dopo e seguenti, invece di andaré al lavoro di bracciante, oziare e giuocare forti somme (piü di 60 lire) che egli mai possedette e di cui non seppe giustificare la prove- nienza; e fu puré veduto temere i carabinieri e nascondersi quando vennero nel paese, e farsi tagliare i baffi il giorno dopo il reato.

II giudice, impressionato dai testimoni (fra i quali é curioso esservi perfino dei giovanetti) che parlavano tutti della fisonomía sinistra dell’imputato, che colpi egli stesso, e non estraneo agli studi di antropología crimínale, mi volle interrogare, spedendomi tre fotografié, se io potessi precísame in forma scientifica il tipo e concludere sulle sue tendenze criminali.


(1) Nuova prova che l’idea del tipo é ormai diffusa naturalmente nelle plebi.


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10 dall’esame delle fotografié dedussi che vi erano orecchie ad ansa, zigomi e mandibole voluminosi con appendice lemuriana, bi- partimento del frontal e, rughe precoci e profonde, sguardo truce; in complesso una fisonomía che si accosta al tipo crimínale ; pero dichiarai che non avrei potuto concludere sulla sua criminalitá senza conoscere i particolari della sua vita e dei suoi genitori e senza vedere se egli avesse delle anomalie nella motilitá, sensivitá, ecc.

Da una seconda informazione risultó che egli appartiene ad un paese nomato Valle d'Inferno, famigerato per criminalitá; che nei suoi parenti un cugino morí pazzo, un avo apoplettico ed un altro párente incendiario ed epilettico, e che egli, quantunque non fosse mal famato, era dedito al giuoco sfrenatamente.

11 curioso si é poi che chiamato innanzi alie Assise a ripetere la mia perizia, mentre non rinvenni piü alcuni caratteri ch’erano apparenti nella fotografía, p. es., l'occhio truce, lio trovato invece stenocrotafia (fronte 110, zigomi 127), naso torto verso destra che la fotografía non dava, ferita profonda del cranio che data dall’in- fanzia e che puré non si vedeva nella fotografía. Capacita craniale notevole, 1561 — circonferenza 560 — curva longitudinale 351 — curva trasversale 310 — diámetro longitudinale 187 — diá- metro trasversale 153 — indice cefálico 76; il che é naturale in individuo ligure.

Benche i caratteri degenerativi fossero aumentati, l’insieme della faccia non presentava quella cupezza che risultava dalla fotografía, forse perché fu presa nei primi giorni deH’arresto.

É importantissimo il fatto poi, che si rinvennero una quantitá di caratteri biologici che completavano, come io prevedeva, il quadro crimínale. La pupilla é poco mobile, i riflessi tendinei a destra piü vivaci che a sinistra; l’ottusitá tattile grande e piü a destra, 5,0, che a sinistra, 4.0, e 3,5 alia lingua.Mancinismo motorio e sensorio. Ha un largo tatuaggio nei petto rappresentante una donna e le parole: Hicordo Celina Laura (era sua moglie); mentre


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nel bvaccio ha il ritratto di una prostituta. Tutti e due i tatuaggi erano stati fatti in carcere nei pochi mesi della detenzione. Egli si mantenne negativo e sorridente davanti alie spoglie sanguinose della sua vittima.

Ho dichiarato che se gli indizii fisionomici erano minori di quanto io credeva, i biologici e gli psichici li completavano e da- vano un indizio potente della sua colpevolezza ; che la minore in- tensitá dei caratteri fisionomici si poteva spiegare, perché egli era, secondo me, uno di quelli che noi chiamiamo rei d'occasione ; che cioé, predisposto dall’ereditá al crimine, non vi precipitó senza il bisogno diretto e l’occasione di trovare un uomo pieno di denari che gli si confidava ciecamente; e quindi la fisonomia non aveva preso quei caratteri torvi che acquistano i criminali col lungo abito del delitto. É probabile, poi, che la fisonomia fosse piü torva prima, nel momento in cui meditara ed eseguiva il reato, per cui fu rico- nosciuto per ti pico.

II criminaloide é cosí poco lontano dal criminale-nato, che ne acquista in un momento tutti i caratteri alia prima occasione. E cosí é che anch’egli, che non era tatuato, appena entrato in carcere si tatuó, e con quei tatuaggi osceni e eontradditori che sono proprii dei criminali. Certo, ad ogni modo, qui la biología dava degli indizi che uniti a quelli dei pochi testimoni in un altro paese meno tenero dei rei avrebbe bastato per farlo condannare. Egli fu assolto.


7 . Eyraud. — Eyraud (1) mi sembra uno degli esempi dei cri- minaloidi divenuti,col tempo, il crimínale di abitudine, il crimí- nale professionale.

La fisonomia di Eyraud non corrisponde per nulla alia sua rf- nomanza.


(1) Dalla 2 a edizione de\Y Anthropologie eriminelle et ses ré cents progrés. París, Alean, 1891. ( Bibliotéque de pliüosophie contemporaine).


Non é giá che egli manchi di qualche carattere degenerativo; rorecchio luugo centimetri 6,1, é divaricato; la gobba frontale si- nistra é molto sviluppata, con una vera assimetria; le labbra e le mascelle sono altresi molto sviluppate, come le si vedono frequentemente nei dissoluti. Ma tutti questi caratteri non sono


Fig. 41. — Eyraud.


gran che accentuati ne molto numerosi; loro manca quell’in- sieme, che, per me, forma il tipo crimínale.

La é questa, insomma, una fisionomía molto frequente fra quelli che si danno a certi commerci di contrabbando.

La craniometria non ci da dei risultati piü interessanti.

La capacita e la forma del cranio di Eyraud devono essere eguali o quasi alia media ; la sua fronte é molto sviluppata; solamente egli ha una brachicefalia esagerata, che si nota soventi negli omicidi.


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Egli lia infine un earattere clie é assai piü comune ai crirai- nali, che agli uomini normali. Ed é la grande dimensione e lun- ghezza delle braccia (1,72) sopra la statura, che é di metri 1,6G.

Due solé delle sue funzioni organiche mi sono conosciute : l’at- tivitá dei suoi sensi che é precoce ed enorme, come la si osserva ben soventi negli omicidi ; e la sua scrittura (fig. 42) che cor- risponde, nella sua enérgica rozzezza, nello sviluppo dei t e degli r, nel tratto verticale acuto della sua firma, nelTallungamento delle lettere, alia scrittura dei criminali ; essa é del tutto rassomigliante alia firma dei briganti, degli omicidi, di cui lio dato il fac-simile nel mió Atlas áeWHomme Griminél (Pl. XXII-XXIII), e a quella del criminale per suggestione ipnotica (Pl. XXX).

Tranne la sua scrittura ed alcuni caratteri fisionomici, Eyraud non sembra un criminale-nato. La stessa cosa si pué dire di ció che riguarda il suo stato psicológico.

L’amore del male per il male, che é il vero earattere del cri- minale-nato, sopratutto nei delitti di sangue, non si poté osser- vare in lui all’epoca della sua infanzia e della sua giovinezza. Egli non fu fino allora che disertore e scroccone. L’inchiesta ha stabilito che egli era un uomo gioviale, facile al riso, ma nel medesimo tempo, brusco e violento, andando fácilmente in collera e lasciandosi talvolta trasportare, senza serio motivo, sino al fu- rore; amante all’eccesso delle donne, capace di tutto persoddis- fare questa passione.

La donna, sempre la donna, tale é stata Túnica preoccupazione delTaccusato. Dopo il delitto, in America, lo si ritrova in tutte le case sospette.

Dopo il suo arresto, Eyraud parla sempre dei suoi antichi amori: la é in lui un’idea fissa, un assedio di tutte le ore, di tutti gli istanti. Quesea follia si traduce, nella sua celia, in certi atti che i guardiani stentano della pena ad impediré.

É per causa di una donna che si fa disertore; é per le donne


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che spende il denaro che aveva impiegato nel commercio delle pelli e nella distilleria; é per una di esse infine, che diventa assassino.

Egli si é ben presto innaraorato della sua cómplice Gabriella Bompard, appunto perché essa, perversa sino al midollo, aveva per lui quella aí’finitá elettiva, che si osserva cosí spesso nei



Fig. 42. — Fac-simile della scrittura d’Eyraud.


criminali. É per leí che egli compiva il suo delitto, e che venne scoperto ed arréstalo.

L’istruzione del suo processo, non ci ha rivelato, che quando fuggi in America, Eyraud aveva tentato di uccidere una donna che non voleva abbandonare il domicilio coniugale?

Cié che avvicina Eyraud al criminale-nato, é la sua legge- rezza. Egli passa con una rapiditá straordinaria da un’idea gaia ad una triste ; la stessa incoerenza si nota nella sua conversa-


zione. Dandogli un buon sigaro si calmano immediatamente tutti i suoi dispiaceri. La sua intelligenza é molto sviluppata, egli parla l’italiano, Fingiese, il portoghese; e riesce d’altronde in tutte le sue intraprese; ma giammai puo fissarsi sopra alcuna. Commerciante egli non fa che sprecare le sue risorse. Anche com- piendo il delitto, quantunque la premeditazione sia manifesta, apparisce la sua leggerzza.

Per chi ha seguito tutte le circostanze dell’assassinio e della sua preparazione, rileva una grande incoerenza che ha meravi- gliato i giudici istruttori.

Un concorso di circostanze ha fatto credere che l'assassino era un criminale molto ahilé. Niente vero.

Eyraud ha commesso delle imprudenze inesplicabili ; a Lione essendo solo in vettura colla Gabriella Bompard, e portando il ca- davere di Gouffé, egli errava come un pazzo ; ha gettato il corpo in un luogo dove passava una quantitá di gente.

Egli ha l’insensibilitü, morale del criminale-nato, quella indif- ferenza per la vita degli uomini, quella fredda crudeltá nel delitto, che certamente divisava di rinnovare in America contro il signor Garanger.

Insomma, si puo dire che avvi in lui un dissoluto, un crimina- loide, diventato criminale di abitudine, dacché fu trascinato dalla preoccupazione costante della donna. Senza la Gabriella Bompard, io sono persuaso che non sarebbe stato che un truífatore.

Si vede da ció che i caratteri fisionomici dell’Eyraud sono pa- ralleli alie sue parti psicologiche.

L’assenza d’ogni ereditá morbosa nell’Eyraud, mi conferma nella mia opinione, che non puó tuttavolta avere una base di certezza assoluta, attesoche ogni esame funzionale ha fatto difetto.

8. Bompard. — Al contrario Gabriella Bompard presenta, secondo la fotografía che lio sotto gli occhi (fig. 43), e secondo il magnifico


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giudizio di Brouardel, di Ballet e di Motet (1) tutti i caratteri dei criminali-nati, quantunque nella donna sieno essi cosí ecce- zionali.


Fig. 43. — Gabriella Bompard.


La sua statura é di metri 1,46; lo sviluppo delle anche e dei seni b rudimentale, ed essa assoraiglia perfettamente ad un maschio che pao accompagnare Eyraud, vestita in costume mascolino, senza essere riconosciuta ; l’indice cefálico segna 81.

Essa ha i capelli folti, rughe anormali e precoci, un pallore lí- vido del viso, il lobulo dell’orecchio troppo sviluppato, il naso corto


(1) Archives d'anthropologie criminelle. — Lyon, 1891. Lombroso. — 19.


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e incavato, la mascella molto voluminosa per una donna; essa ha sopratutto Tassimetria del viso e l’eurignatismo mongolicot

A ció aggiungasi hiperestesia isterica al bregma, ai punti ovarici, ¡'anestesia al braccio sinistro, l’ottusitá visiva, l’olfattiva, auditiva a sinistra, il restringimento del campo visivo; l’odio per il padre suo, l’indifferenza, l'apatia cínica che le fa dire: « La f ámense malle; je ne savais pas qiCon y mettrait un hnissier » .

Allora che la casa paterna le assicurava una vita agiata ed onorevole, essa vive colla prostituzione ; viene a Parigi sotto il pretesto di trovar lavoro, ma in realtá per prostituirsi.

Tutto il prestigio della sua bellezza, d’altronde troppo vantata, deriva dalla cattiva aureola che le porta il vizio precoce.

Essa e stata di una precocitá (mestruata a 8 anni) e di un ardore molto grande nella dissolutezza. Ora questo carattere si congiunge molto fácilmente, col gusto sanguinario, omicida.

Essa ha dovuto prestarsi di buona grazia all’idea di un omi- cidio — forse provocarlo.

Non é forse essa che ha confezionato il sacco fatale, molti giorni prima del delitto? Non ó forse essa che ha attirato la vittima e che ha aiutato materialmente la perpetrazione dell’o- micidio ? Dopo il delitto essa ha dormito freddamente nella stessa camera, a lato del cadavere della vittima (ció che ho osservato ben soventi nei criminali-nati nel mió Homme criminel).

lo non credo giá che essa abbia agito per suggestione ipno- tica; la personalitá crimínale non é accettata, ad ogni modo, che da coloro che sono predisposti al delitto.

Una delle mié ammalate isteriche, di una moralitá piü che dubbiosa, obbediva con molta vivacitá ogni volta le suggerivo di essere un borsaiuolo od un ruffiano, ma si ribellava l’animo quando le ordinavo di essere uno scienziato od un moralista (1).


(1) Studi sull'ipnotismo. — Tormo, 1889, 3 a edizione.


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11 brusco cangiamento sopravvenuto nella condotta di Gabriella Bompard é fácilmente esplicabile. Da cómplice essa é divenuta accusatrice. Perché P Prima di tutto é un’abitudine dei criminali associati, di accusarsi prima e poi di cercare di attenuare il loro delitto, pretendendo d’aver súbito la dominazione dei complici.

E poi questa disgraziata, da vera donna che é, sovraccarica delle abitudini dei criminali, non pué soffocare in se stessa la vanitá del delitto; ha bisogno di paríame, di sfogarsene con un terzo, giuo- cando la commedia della donna virtuosa.

Per completare la sua parte in questa commedia, essa spinge questo terzo a denunciare il suo cómplice ; non comprendendo da principio, in grazia dell’imprevidenza che hanno tutti i crimi- nali-nati, il pericolo al quale essa si espone. A cié si aggiunge la convinzione completa che le ree di questo genere acquistarono delle proprie menzogne.

La sorgente di tutte queste tendenze, del resto, é la ereditá. Nella linea paterna essa ha un zio molto bizzarro di carattere; nella linea materna essa aveva altresi un zio affetto da aliena- zione mentale al momento del suo decesso.

La madre dell’incolpata é morta all’etá di trentacinque anni, in seguito ad una malattia acuta di polraone; essa era una donna di una salute assai delicata ed apatica.

Gabriella Bompard, al dire di suo padre, avrebbe avuto delle convulsioni nelPinfanzia (Brouardel) : cié da il sospetto di un’an- tica meningite infantile. Pin dai suoi primi anni essa era di un carattere difficile, viziosa, mentitrice, non pensava che agli uomini ed alia toeletta (Brouardel).

Essa diceva a suo padre: « Je préférerais de beaucoup aller au bagne, plutot que de repriser une chemise » ; cié che si accorda colla pigrizia e l’orrore peí lavoro del criminale-nato. Essa non voleva raaritarsi poiché diceva a suo padre : « Un homme seul ne m’aurait pas suffi ». Essa distingueva, diceva il padre, il bene dal male; ma non poteva dominare i suoi cattivi impulsi.


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A dodici anni suo padre non la puó trattenere presso di sé ; egli la colloca in un convento a Nancy e dopo a Iprés, a Fourmies, ove non resta un anno. Ma la superiora invitó il padre a riprenderla « a causa della sua cattiva condotta e dei discorsi che teneva contro le monache, i confessori, ecc. » . La si disse allora depra* vata quanto una donna viziosa a 40 anni.

Sortita dal convento di Fourmies, essa fu collocata a Lilla nel 1883, presso una istitutrice che non la sorvegliava. Dopo essa passó in un istituto tenuto dalle suore a Marf.

Bisognó ancora ritirarla (nel 2 o semestre 1883), e niuno piü accettandola, il suo padre dovette condurla al convento del Buon Pastore d’ Arras. — Ecco la vera criminale-nata.


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CAP1T0L0 XIII.


Carceri cellulari e colonie penali.


I . Carcere cellulare. — Abbiamo sentito a proposito dei palim- sesti dai rei stessi quanto poco utile é il carcere cellulare. Sentíanlo ora ció che ne dice un prigioniero, che non era un reo ma un uomo político, il Gauthier (1).

« Nello stesso modo, scrive egli, che la ginnastica modifica non solamente il volume e la contrattilitá dei muscoli, ma anche la loro forma, la loro disposizione rispettiva in certi limiti (ne fanno fede le fantastiche dislocazioni dei clowns ), nonché la costituzione chi- mica; cosí la insufficienza del regime penitenziario, l’inopportunitá di un’esistenza automatizzata dalla disciplina, la promiscuitá di peggiori orrori, la monotonía delle sensazioni, il predominio della paura e della noia, l’alimentazione, l’obbligo del silenzio, rillumi- nazione stessa, che so io ? quella luce pallida e falsa, speciaíe ai corridoi e cortili di prigione (préaux) possono, mi pare, influiré col tempo sulla faccia e sulle pupille, come sul cervello e sui pensieri, e finalmente produrre quelle grinze della bocea, l’aggrottamento delle sopracciglia, l’amarezza dello sguardo e quella stranezza di gesti e di attitudini che tanto ci meravigliano.

« Si acquista, insomma, all’ombra delle prigioni e sotto l’in- fluenza della disciplina penitenziaria, l’aspetto di prigioniero, come d’altronde con un’altra genesi si acquista l’aspetto pretino.


(1) Le monde des prisons. — París, 1383.


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« Non é che a condizione d’allargare l’ipotesi che si riusci a ca- pire come certi detenuti, che d’altronde non sono irrimediabilmente corrotti, arrivino ai punto di non vivere che per la prigione ed a trovarsi talmente spostati allorquando ne sono fuori, che non tar- dano molto a ritornarvi come la selvaggina ferita (che fail rigiro).

« lo non parlo soltanto, si capisca bene, dei mostri, in cui il de- litto, con tutti i suoi rischi, é proprio una carriera nel piü stretto significato della parola, cosicche lo chiamano il lavoro; ne io parlo soltanto di coloro che, sia per predisposizione congenita, sia per de- pravazione precoce, non avendo altre risorse che il saccheggio,la pro* stituzione, Tassassinio, uccidono e rubano, come gli onesti tessono i panni, o zappano la térra; essipreparano un furto od un omicidio colla serietá e pacatezza di un negoziante in atto di meditare un affare.

v Agli occhi di questa singolare popolazione — perdió ! — il carcere apparisce come una fatalitá piü o meno molesta, ma quasi inevitabile e cui é necessario rassegnarsi; é un inconveniente ine- rente al mestiere.

« Lo aspettano e vi si rassegnano prima, come l’avventuriere ed il mariuolo del Medio Evo s’aspettavano e si rassegnavano a fi- niré in un giorno di sventura impiccati, o come il figlio dell’ope- raio o di contadino attende e si rassegna alia dura necessitá del servizio militare; come un minatore si rassegna all’esplosione pos- sibile del grisou.

« Ma anche quelli che sono caduti la, per combinazione, perché in un giorno nefasto videro ñero o rosso, non hanno potuto in seguito riuscire a correggere i costumi disordinati ! i deboli, i duttili, gli occasionali che non erano nati né per il delitto, né per la prigione, anche costoro sono tosto attirati nell’ingranaggio.

« Sono sempre stato colpito, scrisse quello spaccone a freddo che fu Jules Valles, sono sempre stato colpito dall’aspetto venerando dei vecchi forzati — In fondo, ed astrazione fatta della forma para- dossale dell'idea, nulla é piü esatto.


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« L’aspetto venerando forse é eccessivo: é l’aspetto riposato che avrebbe dovuto dire. Avere « il suo pane cotto », il vitto e l’al- loggio assicurato, senza pensiero del doraani, non altra occupazione ohe obbedire alia consegna imposta, essere come il cañe cui basta sollevare la zampa per muovere il tamburo del girarrosto, come il meccanismo incosciente di una maccliina: non é questo forse l’ideale per la massa degl’incoscienti e dei codardi?

«II nirvana! l’automatismo; ma gli e il paradiso degli ln- dianiü.»

« Ed il carcere é, per soprappiü, una nirvana , « ove si é nu- triti ». Mal nutriti, questo é vero, ed anche un po’ umiliati e

maltrattati Ma per quanti galantuomini la lotta per l’esi-

stenza é piii aspra e con ben minor sicurezza! Allorquando si sono vinte le prime ripulsioni, alcuni — e sono forse la mag- gioranza — arrivano insensibilmente a « farsi un avvenire » in carcere.

. « A questo proposito, non conosco nulla di piü típico che il fatto seguente, di cui potei controllare l’autenticitá de visu e de anditu :

« Nel 1883 il detenuto che copriva il posto di contabile gene- rale nelle carceri centrali di Clairvaux era un certo J..., d’ori- gine alsaziana. Era un ex-ufficiale deirarmata che, giá condannato una prima volta per prevaricazione ( 5 mangó la grenouille ), scon- t-ava la quarta o quinta condanna. Verso la fine del 1883 J... stava per essere libéralo, e ció gli spiaceva assai. Pensate! Aveva a Clairvaux una situazione invidiabile: il vitto d’ospedale, libertá relativa, facoltá di girare tutto il giorno nel recinto dello stabi* limento (che non conta meno di quattro chilometri d’area), una grande considcrazione tanto da parte dei detenuti, sui quali le sue funzioni gli davano un’autoritá apprezzabile, sia dell’econo* mato, che non poteva far a meno dei servizi d’un individuo che per abitudine conosceva meglio d’ ogni altro il meccanismo di ciascun servizio della casa...


« Allora J. non stette sopra pensiero. Scrisse al direttore unalet* terina eosi concepita:

« Signore, voi mi conoscete. Yoi sapete chi sono, quanto valgo e quali servigi vi posso rendere. Ebbene, quanto prima saró ricacciato nel mondo dove non saprei cosa fare. Appena avró consumato il mió « peculio » in gozzoviglie mi faró arrestare nuovamente.

« Vi prego di volermi usar la cortesía, allorquando saró ricondan- nato a qualclie anno di prigione, di reclamarmi a Clairvaux, io vi preverró in tempo ed intanto vogliate conservarmi il posto. Ne io, ne voi dovremo pentirci della combinazione ».

« Da ció la conclusione paradossale che la prigione non produce guarí il desiderato voluto effetto d’intimidazione e di orrore che su quelli che ne avrebbero meno bisogno, su quelli che sono i meno esposti ad andarci.

« lo oso anche pretendere, aggiunge il nostro autore, che la pri- gione e una specie di serra calda per piante velenose, e che ó la sopra- tutto dove si recluta e s’esercita la terribile armata dei delinquenti.

« Quanti disgraziati chedopo avere errato unavolta sola,in un’ora di sconforto e di oblio, furono irrimediabilmente perduti una volta passato il primo cerchio dell’inferno ! In luogo di correggerli, il car- cere li aveva viziati fino al midollo, incurabilmente. Pare che la loro perversitá sia ingrandita in ragione della pena, e che nella loro co- scienza contaminata il discernimento del bene e del male ognor piü confuso tenda a cancellarsi.

« Ormai si erano abituati a vivere alie spalle della societá, fino a che questa li sorpreSe colla mano nel sacco o nel sangue, per schiac- ciarli senza pietá come cimici immonde, tra due pagine di un códice che non avevano mai letto.

« NeU’attuate organizzazione delle carceri tutto e combinato per schiacciare l’individuo, annichilire il suo pensiero e minarne la vo- lontá. L’uniformitá del sistema che pretende foggiare tutti i « sog* getti » nella stessa forma, il vigore calcolato, e la regolaritá di una


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vita monacale ove milla é lasciato aH’impreveduto, l’interdizione di avere con estranei altra relazione che la banale lettera mensile; tutto, io dico, anche quelle tetre e hestiali passeggiate in ordine indiano, é destinato a meccanicizzare il carcerato di cui si sogna fare una specie d’automata incosciente.

« S’immagini questo ancora: Salvo onorevoli eccezioni troppo rare nell’alto personale penitenziario, per quasi tutti i direttori di car- een l’ideale del « buon detenuto » é il recidivo, il veterano, l’ab- buonato, la cui educazione é giá fatta e la docilita acquistata é una garanzia di tranquillitá; — é insomma il contabile generale di Clairvaux — e a lui che vanno le preferenze, i favori, le indulgenze e le simpatie.

« II guaio é che questo « buon detenuto » secondo la formula, non tarda molto, sotto questo regime, a divenire cosí incapace tanto di resistere ai compagni, delinquenti-nati o malfattori di professione, quanto ai sorveglianti, e cosí poco refrattario alie eccitazioni mal- sane, airadescamento di un lucro illecito, all’attrazione dei cattivi esempi, alia disciplina.

« Egli non sa che obbedire, non importa a chi ! ha perduto tutta l’energia, tutta la fierezza. Non é piü che una pasta frolla atta a ricevere tutte le impronte. Abituato a trovare il « suo pane cotto » ed a lasciarsi condurre come una macchina od una bestia da soma, ed a non compiere che dei lavori impostigli, non gli resta piü nulla di quanto gli é indispensabile per non essere spietatamente sopraf- fatto nella lotta per l'esistenza.

« La sola emulazione che gli resta é per il delitto e per la perver- sitá, frutto delta mutua speciale educazione alia quale si sottomette. Non é senza motivo che in gergo il carcere si chiama « il collegio ». D’altra parte, il casellario giudiziario, che scotta la pelle del libe- rato come la camicia di Nesso, basterebbe per chiudergli tutte le porte, e ad interdirgli tutti i mezzi onesti per guadagnarsi il pane.

« A ció aggiungete la monomanía della delazione, lo spirito liti-


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gioso e menzognero e tutti gli altri vizi speciali che si contrag- gono o si sviluppano in prigione.

« Infatti, é bene notare che non vi é una sola delle passioni del- l’uorao, naturale o fittizia, dall’ubbriachezza airamore,che non possa trovare anche sotto i chiavistelli almeno un sembiante di soddisfa- zione.

« Ho citato il condannato di Clairvaux che per contrarre l’uso del tabacco aveva atteso di essere separato dal mondo ove si fuma, dalle griglie e da muri inaccessibili. Avrei ancora potuto parlare di co- loro che in mancanza di alcool bevono lo spirito di legno di ver- nice, l’acido solforico, ecc.

« Le muraglie offrono nel carcere sotto rocchio paterno dei sor- veglianti sempre un mondo d’informazioni e un meraviglioso stru- mento di corrispondenza.

« É cosí che io stesso, quand’ero a Chálonssur-Saone, nella celia piü segreta, seppi degli arresti fattisi a Lione, a Parigi, a Vienna, a Saint-Etienne, a Villafranca, in seguito e in occasione del mió, ció che fu per me una cognizione di grandissimo valore. Per la stessa via appresi l’orribile attentato del cañe Bellecour.

« V’é prima la funicella, tesa col peso d’una pallottola di mol- lica di pane che si giunge a lanciare fuori da una finestra al- l’altra, tenendosi sospesi ai ferri della finestra e che serve a sta- bilire un mezzo di comunicazione comodissimo. Vi sono i libri della biblioteca che circolano di mano in mano coperti di cripto- grammi. Vi sono i tubi dell’acqua e le bocche del calorífero che costituiscono degli inapprezzabili portavoce.

« Bella invenzione quellapoi dei ivater-closefs di Mazas: fa grande onore all’architetto che per primo ne concepi l’idea geniale; quando non attossicano Paria in modo da rendere l’atmosfera irrespira- bile, servono di veicolo alie corrispondenze illecite dei signori de- tenuti.

« Un ultimo truc che s’usava, giá mi pare, al tempo di Silvio


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Pellico, ma che non puó usarsi se non da persone un poco istruite, é la timpanomania, eioe la conversazione a suono, che si fa bat- tendo nel muro o col pugno, o con un cucchiaio, o con una scarpa, o con una pietra, o con qualunque altra cosa. Non c’é niente di piü semplice e facile. L’a equivale ad un colpo, il b a 2, il p a 16, il z a 26.

« Ciascuna lettera é preceduta dal suono, colpo proprio della sua serie, cosí si riesce a parlare cinque o sei volte piü in fretta. Non occorre per parlare cosí d’avere due celle contigue. Una volta

10 parlai ed ebbi dei dettagli per me preziosissimi da un mió compagno distante 40 o 50 metri.

« II denaro si nasconde dappertutto: si nascondeva Toro sotto la pelle, nelle piaghe, la qual cosa non é che il rinnovamento del método dei Greci. Le precauzioni piü grandi non servono, i vetar ani sanno dove nascondere le cose loro, si che la fanno nove volte su dieci alia barba dei carcerieri i piü esperti.

« E vorrei quindi che ogni detenuto fosse sottoposto durante un tempo piü o meno lungo ad una sorveglianza analoga a quella che negli asili di alienati si chiama periodo d' osservazione. Solo dopo questa prova egli sarebbe definitivamente « classificato » e mandato a raggiungere coloro che piü gli si avvicinano (dietro studio fatto) per il carattere, per l'educazione, per gli antecedenti, per gli istinti, e per il grado di moralitá.

« Con ció non si riuscirebbe naturalmente ancora a sopprimere

11 pericolo d’infezione reciproca, ma lo si avrebbe almeno ridotto a minime proporzioni, e si sarebbero soppresse le collezioni purulente che produce il regime attuale colle sue promiscuitá obbligate.

« Evidentemente spetterebbe all’alto personale deH’amministra- zione penitenziaria di pronunciarsi sulla classificazione degl’indi- vidui e delle categorie, e non dissimulo, lo ripeto, le enormi diffi- coltá di questo compito.

« Nessuno offre a questo riguardo tante garanzie di competenza


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e d’imparzialitá quanto un direttore di carcere che vive in raezzo ai detenuti, sulla sorte dei quali é chiamato a.decidere, ed ha per stu- diare ciascuno di questi in particolare, delle settimane, dei mesi ed anche degli anni.

« A coloro che parlassero di possibili arbitrii, io risponderei che questo pericolo mi pare molto piü a temere- nella pretura che in un carcere, e sopratutto per parte del giudice che puó condannare un disgraziato peí suo aspetto sulle accidentalitá d’un interrogatorio, sopra un’istruzione sommaria o sopra un incidente d’adienza.

« Yi é qui tutta la differenza che passa tra il professore che clas- sifica i suoi allievi in base alie loro note delFanno scolastico, du- rante il quale hapotuto studiarli opportunamente uno dopo l’altro; e l’esaminatore che non ha per ripartire in ordine di mérito il gruppo dei candidati che la dubbia, casuale, sorte di un concorso.

« Nulla impedirebbe d’altronde di aggiungere ai direttori di car- ceri una specie di giuri permanente composto di medici, avvocati, magistrati, delle persone, insomma, piü considerevoli della localitá. II condannato, ed in altri termini, l’uomo che fosse giudicato ab- bastanza pericoloso per mentare il bando dalla societá, resterebbe in carcere non solo per un tempo determinato e piü o meno capric- ciosamente calcolato secondo la gravita relativa del reato, ma fin- tantoché non abbia raggiunto ciü che forse puo chiamarsi compito (taché) morale. La detenzione si protrarrebbe fino a quando avesse col lavoro riparato il danno causato dal reato — tanto il danno so- ciale come quello privato, finche infine si fosse redento ed avesse guadagnato la liberazione, la grazia ed anche la riabilitazione.

« Del resto non é che un allargamento del principio della liberta, condizionale.

« Forse si domanderá, : Quale saiAla garanzia del detenuto che non restera cosí servas pcenae a perpetuita, senza speranza né grazia?

« Questa garanzia consisterebbe nel diritto di sottoporre le sue ragioni, il suo caso, a certi intervalli e in certe condizioni, in con-


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tradditorio colle autoritá penitenziarie, e mediante l’assistenza d’un avvocato o giuri di sorveglianza, al quale ho or ora accennato, il quale si pronunciasse in ultimo appello.

« Occorre ancora aggiungere che il detenuto dovrebbe passare il periodo d’osservazione in celia, a condizione che la segregazione cellulare, di cui gran parte di quelli che ne parlano con tanta com- piacenza non sembrano aver l’aria di sospettarne Yorrore omitida, non duri giammai piü di un anno?

« Quanto agl’incorreggibili, agl’incurabili, ai mostri — mi perdo- nino i sentimentali — ma, qualunque sia la loro genesi, siano essi vittime di vizi ereditari, o di fatalitá d’ambiente, non si puo che applicare un solo regime, la deportazione! ».

Queste sono le stesse idee che la nuova seuola scrive sulla sua bandiera. Ma mi si dirá: é un vecchio carcerato, per quanto non disonesto, che parla, e quindi non puó essere che parziale su questo punto.

Ebbene, leggete questa magnifica pagina del signor Prins, diret- tore generale delle carceri, e dopo mi direte se non vi h un meravi- glioso accordo fra i due scrittori che occupano pertanto nel mondo una posizione cosí disparata.

2. Id. — « La legge belga ammette, scrive Prins ( Les criminéis enprison), l'isolamento cellulare. II suo scopo é di rigenerare il col- pevole sottraendolo alie influenze deleterie dei condetenuti, per non lasciar agire che la benéfica influenza degli uomini onesti. Questa e in tutto il mondo la teoría. Ma vediamo anche il fatto. Dapper- tutto i pretesi riformatori, incaricatí di rappresentare presso il con- dannato i buoni elementi della societá, sono membri del personale, cioé generalmente sono agenti devoti, ma reclutati nella sfera so- ciale alia quale appartengono i detenuti, talvolta degli spostati senza impiego, che in cambio di un salario derisorio insufficiente al mantenimento di una famiglia, devono press’a poco vivere come un carcerato.


« In nessun luogo questo personale, che non pub essere pagato come si merita, é scelto come sarebbe necessario. Dippiii, i sorve- glianti non sono mai abbastanza numerosi. Per lógica di sistema, sarebbe necessario che un detenuto avesse parecchi sorveglianti, apostoli votati alia redenzione di esseri deeaduti, ed esercitanti la loro azione in modo costante.

« Invece, non c’é che una guardia per 25 o 30 detenuti. Queste guardie devono naturalmente limitarsi a gettare uno sguardo rá- pido sulla celia e sul lavoro, ed a verificare se i regolamenti sono osservati.

« A ció si riduce — con una visita molto rapida di un istitutore o d’un elemosiniere — lo sforzo di coloro che sono incaricati di trasformare e di emendare un colpevole ! !

« L’ospedale per le malattie morali, lo stabilimento modello so- gnato forse dai quaccheri ( quahers ), da Howard e da Duepétiaux é dunque ben lontano da noi.

« In presenza della solitudine e del gretto formalismo della pri- gione, noi dobbiamo domandarci se Puomo delle classi inferiori puc«  essere rigenerato únicamente colla solitudine e col formalismo.

« L’isolamento volontario ah ! certamente eleva l’anima del poeta che, stanco delle volgaritá mondane, si rifugia nelle regioni del- l’ideale. Ma la solitudine imposta al misero qual altro effetto puó produrre se non di abbandonarlo alia nnllitá dei suoi pensieri, ai suoi istinti inferiori e di abbassare ognor piü il suo livello morale?

« Ció che mancb a mol ti vagabondi, agí i sviati, ai corrotti che popolano le prigioni fu un ambiente, degli esempi, una protezione efficace e forse anche delle affezioni ! E si soffoca in essi fino al- l’ultimo germe l’istinto sociale e si crede sostituire e ambiente sociale e tutto quanto loro manca, con visite sommarie di sorve- glianti usciti dalle intime classi della societá.

« S’insegna forse camminare al bambino facendogli delle difficolta od ispirandogli la paura di una caduta ed il bisogno di fidarsi d’altri?


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« S’insegna forse la sociabilitá all’uomo destinándolo únicamente alia celia, vale a dire il contrario della vita sociale, togliendogli fino l’apparenza di una ginnastica morale, regolando da mattina a sera i piii piccoli dettagli della giornata, tutti i movimenti e financo i suoi pensieri?

« Non lo si colloca con ció fuori delle condizioni dell’esistenza e non gli si fa cosí dimenticare quella libertá alia quale si pretende prepararlo ?

« Come ! sotto il pretesto di moralizzazione si mette fra i quattro muri di una celia un robusto contadino abituato all’aria dei campi ed ai pesanti lavori della campagna, — gli si da un’occupazione qualsiasi che non richiede un sufficiente impiego di forza física, — lo si abbandona a guardiani che spesso gli sono socialmente infe- riori, — lo si lascia in questo stato dei lunghi anni, e quando il corpo e Tintelligenza hanno perduto la loro elasticitá gli si apre la porta del carcere per lanciarlo debole e disarmato nella lotta per l’esistenza; senza contare poi che a tutto ci si abitua, e che il giorno in cui il carcere é divenuto un’abitudine, non avrá piü la benche minima azione benéfica e positiva.

« E non si dimentichi che le prigioni certamente racchiudono recidivi, incorreggibili e corrotti, la feccia delle grandi cittá, che incontestabilmente bisogna isolare dagli altri ; ma racchiudono puré dei delinquenti rassomiglianti alia maggior parte degli uomini della loro condizione viventi al difuori ! ! Non é forse al caso, nella foiv mazione di un giuri, che si devono attribuire spesse volte la liberta o la condanna di un uomo, e non si vede forse, nei drammi di ge- losia o di amore, lo stesso fatto portare ora alia liberazione ed ora alia condanna? Ed e ragionevole applicare ad esseri che hanno la stessa nostra natura, una concezione tanto contraria alia natura stessa ?

« Se si trattasse di farne buoni allievi, buoni operai e buoni sol- dati, accetteremmo noi il método dell’isolamento cellulare prolun-


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gato? Colui che é condannato dall’esperienza della vita ordinaria non puó certo diventare titile il giorno in cui il tribunale ha pro- nunziato una condanna.

« Gl’inconvenienti psicologici e morali di una lunga solitudine sono d’altronde evidenti, e si cerca combatterli con una grande umanitá nelle cose esteriori. Cosicché per timore di crudeltá, verso i buoni, si arriva pei cattivi alie esagerazioni d’una filantropía talvolta spinta aH’assurdo.

« In Olanda, p. es., a Hoorn si procura ai detenuti dell’acqua calda e fredda per lavarsi, una sala di ricreazione, dei giuochi di domino ; e quando ricorre la festa del Re si fanno fuochi d’ arti- ficio (1); — in America, ad Elmira, si procurano loro delle distra- zioni musicali; — a Thomastown si accorda il permesso di organi- zare un meeting contro la pena di morte; — neU’IUinois si da loro del poudding, dei biscotti, delle focaccie di miele, e si é cosí lontani dalla vera giustizia quanto gli antichi partigiani della tortura.

« Da tutto ci6 si vede quanto sia grande la necessitá di cambiare le nostre idee sulla prigione, come sia necessario che i giuristi im- parino per il contatto diretto coi delinquenti, le loro vere tendenze, prima di fissare le leggi ».

Tutto ció io molti anni fa affermavo nella I a e 2 a edizione del* VUomo delinquente , e meglio ancora di me il Ferri nella sua stu- penda conferenza Celle e carcerati , 1890, e nella sua Sociología crimínale , senza poter avere un’eco nella pratica carcelaria e cri- mínale, che seguita il suo triste corso imperturbato.

3. CoLONIE PENALI NELLA NUOVA CaLEDONIA. — Le COlOllie penali francesi sono la pietra di paragone dell’inñuenza dell’am* bien te, perché qui si ha il cambiamento d’ambiente piü completo


(1) Dott. Nieuwenhuys, professeur de l’Université de Groningen, discours d’ouverture: De Gevangenisstraft. — Groningen, 1884, p. 15.


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possibile : vi si diedero, infatti, ai delinquenti i mezzi di vivere onestamente: si forniscono loro, anzi, risorse insperate che sovente mancano alia gente onesta, si é istituita per essi una cassa (Legge 17 agosto 1878) di risparmio sovvenzionata dallo Stato ; si danno loro in concessione terreni di cui dopo 5 anni dalla liberazione diventano possessori. Ogni concessionario ha diritto al vitto, ve- stiario (Circ. minist. 6 gennaio 1882), alie cure d’ospedale ed agli strumenti agricoli; se ha moglie, questa gode i medesimi diritti, oltre 150 franchi all’atto del matrimonio ed un mobilio completo. Non é solamente, dunque, ¡'ambiente che é cambiato, ma tutte le occasioni di ricadere nel delitío sono accuratamente evitate. Ma noi sappiamo che se 5 possibile l’emendarsi in un nuovo ambiente pei delinquenti d’occasione, non lo é pei veri de- linquenti -nati di cui si compone la maggior parte di questi mi- serabili. Ora, nelle relazioni non ufficiali, avendo le ufficiali inte- resse a nasconderci la veritá, noi vediamo un rifiorire del delitto in pieno giorno, al punto che gli uomini onesti, ed i funzionari stessi, che mandano al Governo rapporti menzogneri, sono spesso le vittime di queste pretese pecore rientrate aH’ovile. Vediamo, p. es., quanto dice Thomas (Gannibals and convicts, 1886).

« Non si puo ideare a qual grado d’infamia essi siano giunti.

« Nel 1884 si vide uno di questi delinquenti tentare di tagliar la gola alia sposa dopo 48 ore di matrimonio. Sorpreso, fuggi fra i selvaggi che lo fucilarono: ma essi stessi sono sovente le vittime di quei miserabili. L’impunitá, l’indulgenza diedero luogo ad una vera anarchia, ad un vero inferno in térra ».

Mancelon ( Les bagues et la colonisation pénale, 1886) dice che vi sono dei relegati condannati per ben tre volte a morte che furono in seguito liberati. Una donna che aveva ucciso due bambini, e che fu in seguito graziata, piü tardi ne uccise un altro.

Ecco come descrive un condannato uno di quei matrimoni che Lombroso. — 20.


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il governatore Pardon, nella relazione uffici ale (1891), ci dipinge con tanta ammirazione.

« All’isola Nou (Laurent, Les hábitués des prisons, 1890) as- sistetti ad una cerimonia curiosa; alio sposalizio di uno dei miei condetenuti. 11 pretendente era un individuo condannato a 5 anni di lavori forzati, per aver fatto il colpo del Pere Francóis (gettare un nodo scorsoio al eolio e serrarlo prontamente). Lo si mando a Car la scelta della sposa al convento di Bourail al Padoc. La religiosa gli offri prima una donna di 32 anni condannata a 15 anni di lavori forzati per avvelenamento.

« 11 primo abboccamento fu tenerissimo : la fidanzata, poco tí- mida, salto prestamente al eolio del nuovo venuto, tenendogli press’ a poco questo linguaggio: Ali! mió caro amante, non si (jode niente qui, tu mi farai uscire. Che brutte, oscene (sales) re- ligiose ! Avrei ben volontfi di arrostirne (griller) qualcuna; non hai tu un poco di tabacco ( perlot ) e di carta ( fafe )?

« 11 candidato rifiutó quest’amabile persona tanto distinta nel linguaggio q uanto nei modi. Gli presentarono allora una vecchia truffatrice (prostituta) chiamata col bel nome di llosa e condan- nata a 8 anni di lavori forzati, per aver aiutato a derubare ed assassinare un uomo in casa sua ( dégringoler et refroidir un michet dans sa carree).

« Ho truffato, dice ella, per qualche tempo, ma ora sono rin- savita.

« 11 matrimonio fu deciso. 11 condannato si presentó agli spon- sali dando il braccio ad un’antica prostituta, chiamata Fanny. Popo la messa, il prete disse un sermone, parlando ai novelli sposi di perdono, di redenzione, dell’oblio delle oíFese ricevute e passate. Ma la sposa stizzita ed impaziente non cessava di ri- petere : ah ! quanto ci annoia ! (ce qu'il nous saúle).

« Ne seguí un banchetto molto inaffiato. II testimonio si versó tanti bicchieri colmi, bevette tanto alcool falsificato, che dor-


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mendo si lasció prendere il portamonete. II marito era altrettanto ubbriaco, ed il mattino si sveglió con un occhio ammaccato e senza notizie della nuova sposa. Questa aveva approffittato del- V ubbriachezza del marito per godersela con un al tro libéralo che la ricondusse il mattino susseguente. II marito prese la cosa in buona parte e la trovó quasi naturale. Durante l’ubbriachezza lo sposo aveva avuto un sogno. Egli aveva sentito la voce d’una donna che gli mormorava parole dolci, aveva intravveduto il volto della sposa sorridente ed aveva sentito le mani leggiere e carez- zanti palpargli la pelle. Al risveglio, non gli restó che un vago ricordo, ma constató che la sua borsa era passata dalla sua tasca a quella dell’onesta Rosa.

« Quantunque maritata Rosa divenne tosto la concubina dei liberati e dei carcerati stessi. II marito chiuse gli occhi e fece lo gnorri (le grnffé). Un giorno Rosa attiró in un lócale ap- partato un Arabo libéralo che sapeva ricco, e il marito lo sva- ligió e lo uccise a colpi di ascia. Ma la donna impaurita de- nunció Romicida che venne condannato a morte. Cosí finí questa coppia fortúnala ».

Leggesi nel Néo-Caléclonien del 26 gennaio 1884:

« Un rigeneráto venne messo in concessione tempo fa, non si sa perche, e fu autorizzato a sposare una giovane e bella donna la quale, da quanto pare, non fu abbastanza soddisfatta del nuovo sposo.

« Quarant’otto ore dopo gli sponsali, questi venne arréstalo alie 2 pom. mentre disponevasi a segare tranquillamente la gola alia giovane metá. L’arrivo degli agenti impedí che il delitto fosse commesso. Egli non subí che qualche giorno di detenzione, perché essendo stato sorpreso mentre stava per commettere il reato sulla porta della casa di un funzionario, dal quale sua moglie veniva, la cosa fu soffocata e la giovane coppia fu rap- pattumata per ordine superiore. Ma poco dopo la donna si salvó


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per non esserne assassinata. 11 marito si vendicó incendiando la casa, e fuggi. Per distrarsi egli ora incendia tutte le case dei con- cessionari.

« Altro esempio. Elena Massé, condannata alia prigione, sposa Belgassem Mohamed, condannato ai lavori forzati per assassinio della prima moglie in Algeria.

« Geloso di un’allieva del convento di Bourail, non tardó molto ad uccidere Elena Massé ».

Nella bella monografía, Travanx forcés fin de siécle, della Nou- velle Piemie, 1890, un anónimo filántropo ci descrive un altro fatto.

L’uomo del bagno che in pieno centro penitenziario passó a seconde nozze legittime con uii’infanticida ed incendiaria, il Dévil- lepoix, era stato condannato dalle Assise della Senna Interiore alia pena dei lavori forzati a vita per 4 capi d’accusa confessati e provati, e cioé per:

I o Attentato al pudore con violenza sulla persona di ser- vizio, una ragazza di 14 anni;

2 o Omicidio volontario dopo l’attentato;

3 o Altro omicidio súbito dopo il primo;

4 o Nuovo attentato al pudore tentato o consúmalo con vio- lenza.

Si tratta qni dunque di un forzato in tutta l’estensione della parola, del forzato classico peí quale la legge repressiva, salva- guardia della societá, fu inventata.

Ebbene, é di questi esseri, terrore ed onta dell’umanitá, cbe l’amministrazione penitenziaria sotto il pretesto di tentare dei disgraziati saggi di cultura o di aumentare le sue risorse finan- ziarie speciali, fa i suoi colonizzatori.

Per ottenere l’emenda morale dei condannati, non trova niente di meglio cbe sottrarli súbito alia pena inflitta dal legislatore e pronunciata in virtü di un giudizio di un giuri composto di per- sone sensate che non trovarono quella pena troppo eccessiva.


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E come ció non fosse ancora abbastanza, oltre a non essere píü punito, e a diventare concessionario di terreno, il favorito del- l’amministrazione coloniale ottiene persino di formarsi una nuova famiglia. Si, egli prende moglie, quel triste! Con qual diritto poteva egli diventare concessionario di terreno, promessa dalla legge dopo molti anni d’espiazione e che insomma é per il con- dannato l’emancipazione quasi completa? e quale attitudine straor- dinaria alia vita di famiglia ed alia paternitá si poteva trovare in quello strano sposo che il giorno stesso delle nozze si ubbriacó e percosse la sposa? Poiché la concessione di terreno, il favore del maritaggio non sono contemplati dalla legge che a titolo af- fatto eccezionale, a titolo di ricompensa.

Dopo qualche tempo, per piacere, per nulla, Dévillepoix mise fuoco alie case dei vicini, incendió la piantagione di M. e G., prostituí la moglie col primo capitato per vivere meglio e final- mente si fece condannare a rnorte.

Ora noi ci siamo assicurati de visu che i Dévillepoix conces- sionari, buoni vicini e felici sposi, sono una legione nella Nuova Caledonia ed anche nella Guyana, dopo la concessione del 15 a- prile 1887.

Molti diventano cuochi in case particolari, serví, professori di lingua e di belle lettere, sono ben ricompensati, hanno delle pic- cole compiacenze e qualche volta buone fortune. In tutti i casi, coi loro benefici piü. o meno di contrabbando, essi mantengono delle amanti e diventano abbastanza uomini liberi per potersi elevare sino alia delinquenza per passione ( crime passionnel).

Nell’anno 1883, un liberato s’innamoró della signora B., ven- ditrice di liquori, e siccome ella non corrispose súbito alia sua fiamma, egli le brució le cervella e si suicidó in presenza degli avventori.

Nel 1881 il Ministro della Marina si lagnó che sopra 7000 per- sone, senza contare i liberati, 360 soltanto poterono essere im-


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piegati nelle costruzioni di strade. Tutti gli altri vagano piü o meno alia ventura, vivono a modo loro, a cavallo, in vettura, li- beramente, sotto pretesto di lavoro in concessione, o d’impiego presso i particolari. Siamo lontani dall’artioolo 2 dellalegge 1854 ! Cosí non piü disciplina, non piü, si puo dire, bagno.

Nel 1880 non c’erano che da 640 a 700 evasi; nel 1889 la cifra permanente di 800 e raggiunta. I piü odiosi non sono i piü sorvegliati.

II famoso bandito Brideau, evaso altre volte, uccise una vecchia e le di voro il seno. Anche sotto il coltello della ghigliottina si rise della giustizia. a Tírate giü », gridó con forza, quando era sotto la mannaia.

Chi, d'altronde, potrebbe frenare questi depravati, allorcbé si sono accorti che il bagno — questo spauracchio dei codici — non e che una facezia ?

Forse la repressione disciplinare nell’interno stesso del bagno ?

Ecco qual é il suo rigore: Per rifiuto ostinato al lavoro, priva- zione del salario; per ubbriachezza recidiva, prigione notturna; per pigrizia, doppia fibbia.

Qual'efficacia puó avere la soppressione del salario? Forse che

  • la gamella non é sempre pronta all’ora sólita? E se manca il

denaro, per quella specie di fratellanza della delinquenza che regna nel bagno, il punito non sara certo da questo impedito di pren- dere i suoi bicchierini.

11 Consiglio di guerra si perde a condannare e ricondannare, e per l’eternita, dei miserabili giá condannati a perpetuita. Si di- stribuiscono degli aumenti di 10, 20, 100 e 200 anni di bagno!

Si vedono a Noumea individui condannati tre volte a morte e graziati, ed in seguito lasciati in liberta per le vie.

Nel 1891. il Tribunale marittimo di Noumea condanno amorte un forzato chiamato Janicol, il quale, in seguito a condanne avute nella colonia, non sarebbe stato libero che Panno 2036, vale a


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dire dopo 145 anni! La Macé, inviata alia Caledonia dopo aver uccisi i suoi due bimbi, si marita, ottiene una concessione di terreno ed uccide un nuovo fanciullo. Un antico fabbricante di stoviglie a Bourail, cbe fu condannato per stupro di una figlia maggiore, é raggiunto dalla moglie, dalla vittima e da un'altra figlia piü giovane. Egli spinge la maggiore alia piü bassa pro- stituzione, vi prepara l’altra minore, e continua il suo commercio florido di stovigliaio.

Le vittime sono i poveri sorveglianti. II martirologio é lungo. Fra tan ti citiamo Olivieri, un ex-sergente del 12° di linea, con 21 anni di servizio, ucciso nel marzo del 1886 a colpi di ascia. A Ouegoa, Villenet subí la stessa sorte; Lavergne crivellato da colpi di coltello da un condannato vagabondo, malgrado tre con- danne successive a vita (la vita del Lavergne venne giuocata al- V ¿carié! /); Antonmarchi fu scannato durante il sonno, Taillandier, Salvadori, Collin, Paggi, Guillemaille, pugnalati colla moglie e coi figli; Gerbi tagliato a pezzi. E molti ancora si suicidarono al loro arrivo a Noumea, alia vista di quella posizione che essi erano venuti a cercare, e che ai loro occhi si fece apparire come una ricompensa ai loro leali servizi.

Diamo a questo proposito lino sguardo sul bilancio del 1891 per la deportazione. Vediamo un totale per il servizio peniten- ziario di L. 11,175,932. Fin qui, si vede, é il solo articolo 1° della legge 1854 che é eseguito.

Trasloco dei bagni, sgombro per la metrópoli. Ma questo non ha servito che a una cosa: impediré che una magnifica colonia si fondasse.

Certamente si partí dall’idea giustissima di liberare la metro- poli dai furfanti che l’infestano ; ma si aveva puré la pazza am- bizione di colonizzare senza disturbarsi, senza avere dei coloni.

Si credevache l’Australia, tal quale é, fosse Topera dei convicts; ora giammai costoro sarebbero riusciti a fondare S} r dney, Melbourne,


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né la magnifica strada ferrata di Murray, se i tesori dell’interno non avessero attirato i cercatori d’oro al Continente australiano. Ma ap- pena arricchiti, questi sentirono orrore peí condannato e lo cac- ciarono colla forza, non lasciandogli nemmeno la Tasmania. La nuova Galles del Sud, diceva il Governatore F. de la Richérie, non co- minció ad uscire da un regime di miserie per avviarsi ad una prosperitá sempre crescente, che dopo l’introduzione d’immigranti liberi, mentre fino ad ora la deportazione alia Caledonia non fu clie un trasloco di bagni senza profitto per i territori che essa doveva fecondare. II condannato concessionario puó farsi aiutare ed occupare operai in numero illimitato. Ed ecco un ladro emento che prima di essere catturato ha nascosto la refurtiva ( magot ), oppure la confidb ad un párente, od amico. Egli diventa con- cessionario. Gli si porta il denaro, ed allora egli occupa molti operai, impianta un’immensa coltivazione , ed assiste al ldvoro fumando. É diventato benestante, gran proprietario di fondi e benefattore della colonia. Forse voi crederete ad una mistifica- zione? In novembre 1885 un antico cassiere della Compagnia del Nord, chiamato Fréret, condannato a 20 anni, aveva annun- ziato dappertutto la fondazione alia Baia Prony di un immenso Stabilimento termale con hotel , saloni, biblioteche, sale da giuoco, ecc. Cercava il collocamento fruttifero dei milioni rubati alia Compagnia, e che la signora Fréret gli aveva portato, vía Sydney. Aveva comprato per 160,000 lire la concessione e le sta- zioni, mandrie di bestiame dal signor Lamy a Bourail. II contratto si era fatto sotto il nome della signora Fréret. Durante questo tempo egli passeggiava a cavallo od in vettura, come un gentiluomo, con molto lusso e facendo gran pompa delle sue ricchezze.

Ed é cosí che l’articolo 2 definisce « i lavori forzati piü pe- santi della colonia?».

Di piü, durante il tempo della concessione provvisoria, in virtü della malsana promiscuitá, dell’ orribile ed irrimediabile fraternitá,


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che regna fra vicini e vicini, i buoni, coloro che hanno ancora un barlume di coscienza, sono inesorabilmente oppressi dagli altri, i loro sforzi sono sterili ; fortunati quando non sono né saccheg- giati, né incendiati. E questa non é una questione di partito po- lítico.

Gli effetti di questo ordinamento della colonia sono evidenti.

É giá passato un quarto di secolo dall’arrivo alia Nuova Cale- donia del primo convoglio di condannati: eppure essa non ha strade; Noumea non ha égouts , né terrazze, né case, né docks ¡ né bacini di carenaggio. Bentosto tutte le terre saranno in mano di incendian e di assassini.

Si capisce ora quanto siano veritiere le relazioni degli Ispettori che sostengono che « i concessionari sono veri proprietari, ad alcuno dei quali si potrebbe con sicurezza daré grazia e liberta »: eppure essi stessi sostengono che « non bisognerebbe permettere ai ra- gazzi di ritornare ogni sera presso i loro parenti, perché non vi perdano tutto il bene morale che possono aver acquistato durante il giorno ».

Gli stessi lamenti si leggono infatti nella democrática JRevue de Vévolution (marzo 1891), e nel Ballet in de la Société des prisons, 1891, pag. 411, rivista che non é certamente troppo democrática.


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CÁPiTOLO


XIY.


Terapia crimínale. — Probation system. — Riformatori.


I. Terapia del delitto. — Mi son fermato forse piü cirio non dovessi sulla deportazione per mostrare quanto sono esagerati gli avversari delPantropologia criminale, che pretendono Tambiente, e solo l’ambiente, origine di tutti i delitti. In questo caso gli am- bienti son cambiati, ma il delitto persiste, anzi s’aggrava, e i ri- medi sono peggiori del male.

Si deve forse per questo respingere ogni terapéutica del delitto ? Invero pei criminali-nati adulti non vi sono molti rimedi: bisogna o sequestrarli per sempre nelle case degli incorreggibili, o soppri- merli, quando la loro incorreggibilitá li rende troppo pericolosi e piló trascinarli a ricolpir di morte la gente onesta. Ma pei giovani, anche se criminali-nati, si possono tentare meno crudeli misure, utilizzando, p. es., le loro tendenze in qualclie mestiere che ne soddisfi le prave passioni e conduca ad un risultato meno pericoloso, quali la macelleria per i sanguinari, lo stato militare, che é spesso una macelleria ufficiale, o il circo, per gli atletici, la prostituzione per le donne lascive: ecco una specie di rimedi preventivi in- nocui, anzi utili alTorganismo sociale; — pei bimbi i rimedi sa- rebbero ancor piü nobili e pronti.


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2. Educazione anticriminale. — Gli é che se ¡antropología cri- mínale scarta e rínnega molti dei vecclii metodi di prevenzione e di repressione, ne ha escogitato di ben migliori e piü sicuri — tali sono i manicomi criminali , le ragged schools , le case indu- strian pei fanciulli — e per questi ha segnato tutta nna nuova psicología (1).

Essa ci apprese che, vista la temporaria criminalitá comune ai bimbi, non conviene troppo spaventarsi (né chieder quindi repres- sioni dure e severe) degli atti criminosi dei fanciulli, quando non siano eccessivamente ripetuti e quando non s’accompagnino ai ca- ratteri antropologici della criminalitá.

L’evoluzione verso il bene ha luogo in ogni modo neU’uomo sano (come la trasformazione delle forme inferiori nel feto man mano che diventa infante), e ció anche malgrado una cattiva educazione. Certo questa, specialmente se stimola o non frena gli istinti mal* vagi che sono in pieno slancio nell’infanzia, puó fare in guisa che essi, invece di mutarsi, diventino abituali; e Spencer c’insegna anche nel suo mirabile libro Sull' ccluca done che altrettanto male fa un'educazione troppo severa, la quale irriti il fanciullo e non lo convinca dei suoi torti , un’educazione che non segua, cioé, Instinto naturale del fanciullo, che voglia ottenerne piü di quanto esso possa daré, che dimentichi Fimmensa influenza della simpatía, per cui anche noi adulti proviamo assai piü dolore di aver oífeso una persona simpática che non una antipática: ció ci da modo di ridurre le correzioni a forme mitissime eppure piü efficaci, perché consone alia sua Índole: per es., quando un bambino abbia sciupato un oggetto caro, dobbiamo comperarglielo a sue spese, diminuendogli una leccornia, o quando abbia insudiciato la casa


(1) Vedi Lombroso, Uomo delincuente, I a e 2 a edizione, parte IV ed Incremento del delitto in Italia.


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coi proprii balocchi, farglieli rassettare, il clie gli mostra (nel me- desinio tempo) le conseguenze del suo fallo ; lasciarlo percié anche incontrare lievi graffiature, scottature, ma avvisandolo prima; e quando non obbedisca ai nostri ordini, punirlo col dimostrargli minore simpatia, ma non trascenderé in ira, poiché un’ira anche breve é sempre nociva tanto al padre quanto al fíglio : nel padre perché in fondo é un resto di vendetta, e nel figlio perché eonsi- derata come tale fa nascere una reazione anch’essa di vendetta, mentre alia pena data con calma succede spesso una reazione utile ; essa fa che il giovane si corregga piuttosto naturalmente da sé che non per la violenza del correttore. Si impedisca piuttosto che favorire, come dai piü si fa, nel fanciullo 1’ associazione d’idee costante fra le azioni malvagie e le punizioni, per cui quando é cessato il freno del maestro e dei genitori essi non hanno piü paura a commetterli.

Questa é la causa per cui sono appunto i figli delle persone troppo rigide nei costumi che, giunti all’etá adulta e fatti liberi, commettono maggiori mancanze e finanche delitti.

Queste ragioni doppiamente servono quando si tratti del crimi- nale minorenne, cosí facile all’ira, alia vendetta, a prendere anche ingiustamente in mala parte le correzioni: esso é giá crudele per sé,

10 diventa di piii naturalmente nei riformatori per l’imitazione degli altri, per la gloria del fare il male e per la reazione molte volte giusta alie punizioni, le quali spesso, se sono in rapporto col bisogno di far andaré militarmente un grande stabilimento,

11 che non si pué senza disciplina, non lo sono peré colla gravita dell’azione commessa.

E poi come si pué destare nel fanciullo simpatia verso il cor- rettore quando questo non pué avere che fugaci rapporti con esso, e il piü spesso, anzi, solo in occasione di infliggergli pene? E come pué egli tenersi d’occhio giorno per giorno, in modo da mutarne le abitudini, quando si tratta di centinaia d’individui che si vedono


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fugacemente? E poi, come evitare quel pericolo massimo che sor- gano nuove idee fisse che conducano al male, quando il contatto con tanta gente cattiva, gloriosa della propria malvagitá, ne fa- rebbe destare dei nuovi anche ad un onesto, e ció nell’etá in cui sorgono e vegetano rígogliose di piü queste idee?

Si ha un bel suggerire nei riformatori delle suddivisioni nuove: ma ó giá molto se si attuano quelle per etá e per la causa del ricovero. Chi é che si sogna di dividere dagli altri i masturba- tori? i pederasti? i borsaiuoli? i tormentatori d’animali? E anche volendolo, come lo potrebbero, se quasi tutti, anzi tutti, qualche prava speciale tendenza l’hanno, senza di che non sarebbero stati ricoverati ?

Eppure qui sta uno dei punti piü salienti del problema.

Un naturalista collocó in un acquario, divisi fra loro da un vetro, dei carpi e dei piccoli pesci che essi erano soliti mangiare; sulle prime si gettavano sul vetro per abboccarli, ma dopo, visti inutili i tentativi, cessarono. E dopo anche tolto il vetro, con- vissero senza attaccarli piü. É l’abitudine che li fece divenire in- nocui se non innocenti. Cosí il cañe coll’abitudine e coll’educa- zione finisce a non rubare.

É con questo método che si devono curare i criminali-nati, e non coi bagni e la ginnastica, e, peggio, colle punizioni feroci, che nulla possono sulle abitudini morali.

Ma per questo giova piü di tutto un vero bagno morale in mezzo a famiglie oneste, in cui il piccolo reo non possa trovare un suo collega — mentre un luogo ove mol ti dei suoi simili sieno in- sieme, malgrado tutti gli inviti teorici e pratici all’onesta, sará sempre per lui piü una causa di pervertimento che di emenda.

3. Union e Internazionale di diritto penale. — Segnaliamo infine la fondazione recente del YUnione Internazionale di diritto penale, che porta scritto sulla sua bandiera molte di quelle con-


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clusioni pratiche della nostra scuola: che per conoscere la crimi- nalitá bisogna studiare i delinquenti: che le misnre preventive sono altrcttanto efíicaci quanto le pene contro il delitto : che i tribunali repressivi e 1’ amministrazione penitenziaria tendono alio stesso scopo e la condanna non variando che per il modo d’esecuzione, la separazione fattane dal nostro diritto moderno é irrazionale: che bisogna cercare di sostituire altre pene agí i imprigionamenti di lieve durata: che bisogna distinguere tra i delinquenti d’occasione e quelli d’abitudine: e che quanto a questi ultimi, quando si tratta solo della ripetizione di piccoli delitti, il sistema penale deve cercar di prolungare la pena.

É il crollo di tutta la vecchia metafísica giuridica questo decá- logo a cui hanno sottoscritto settecento fra i membri piú distinti della giurisprudenza europea. Giá essi si sono riuniti tre volte in congresso per dettare la riforma della legislazione penale conforme ai dati forniti dagli studi antropologici e sociologici.

Essi si sono accordati su molti punti importanti: che per i de- linquenti d’occasione, gli esordienti, quelli che non hanno súbito condanne anteriori, la prigione nuoce piü che non sia efficace: si proposero di sostituire alia prigione diverse misure, come l’am- monizione (che vige gia in Inghilterra ed in Italia), l’internamento in casa, le ammende, i lavori pubblici all’aria libera e la piü larga applicazione della condanna condizionale, che permette al condan- nato colpevole di riabilitarsi da un fallo accidéntale, non lascán- dolo al contatto pervertente dei recidivi, delinquenti d’abitudine.

All'unanimita é stato adottato l’articolo di Garofalo: « L ’ünione raccomanda l’applicazione del principio di condanna condizionale, insistendo sulla necessitü di fissarne i limiti secondo le condizioni locali e tenendo conto dei sentimenti e dello stato morale dei popoli ».

Yero é che alcuni dei fondatori dell’ XJnione (Liszt, Prins), dopo aver copiato le conclusioni ele applicazioni dell’ antropología cri-


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mínale, ne rinnegano la derivazione, la paternita; — se non che cib é una nuova prova della nostra maturitá. Son sempre i figli che fatti grandi rinnegano i padri. Ma quando un’ idea trionfa, che importa se il nome e le fatiche del suo ispiratore vanno dimenticate !

4. Peobation system. — Tutti i rimedi preventivi sono molto pitj indicati per i delinquenti d’occasione, per i criminaloidi, so- pratutto per le donne, che sono quasi sempre tali (1).

Una eccellente istituzione preventiva dei rei minorenni é il Probation system , o stato di prova , in grand’uso negli Stati Uniti, sopratutto per i giovani delinquenti (2).

Un delinquente non recidivo non é messo in prigione, ma ha dal giudice una sentenza secondo cui alia prima recidiva deve essere sottoposto alia sorveglianza di un agente speciale.

Questo State acjent , che ha il diritto di sorveglianza sul giovane delinquente per un dato tempo, se trova che esso non riceve nella sua famiglia un’educazione conveniente e non é abbastanza sorve- gliato, puó metterlo in una casa di educazione per i ragazzi moral- mente abbandonati. Se il giovane delinquente cade in recidiva, lo State agent lo traduce di nuovo davanti al tribunale, di dove poi é mandato in una casa di correzione.

Questo sistema ha dato degli eccellenti risultati : i giovani de- linquenti sono quasi interamente scomparsi dalle prigioni del Massachussets e si é potuto vedere che nel piü dei casi basta mettere il colpevole, per un certo tempo, sotto la sorveglianza severa dello State agent , e di lasciargli sospesa sulla testa la spada di Damocle di una casa di correzione per ricondurlo sulla buona strada.

I risultati ottenuti cosí hanno ispirato l’idea di estendere questo sistema ai delinquenti adulti; e quest’idea fu messa ad esecuzione


(1) Vedi Donna delincuente, di Lombroso e Ferrero, parte II e III.

(2) Lombroso, Les applications de l’anthr opolo gie criminélle, 1891.


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in una legge del 1878, che istitui, a titolo di prova, un funzionario speciale : Probation offícer. Egli ha il dovere di essere informato di tutti gli individui condannati per delitto dai tribunali di Boston e di stabilire, con l’aiuto delle informazioni raccolte, quali sono i delinquenti di cui si puó sperare l’emendamento senza far loro su- biré la pena ; deve poi assistere ai dibattimenti del processo di tutti quelli per cui a lui non par né utile né necessaria una repressione materiale, e dopo aver fatto conoscere i risultati della sua inchiesta, il cui punto principale é di sapere se ha avuto luogo anteriormente una condannae se non ve n’é stata domanda, chiede che il colpevole sia lasciato libero, in prova (on probation). Se il tribunale annuisce il colpevole é messo in prova per uno spazio di tempo che puó va- riare dai due ai dodici mesi, secondo i casi, nelle condizioni, ben inteso, che il tribunale giudica conveniente La forma che si tiene é questa: il Probation officer obbligasi formalmente che il delin- quente compirá le condizioni imposte. II Probation officer , che é un impiegato superiore della polizia, acquista fino alio spirare del tempo di prova, il diritto di fare arrestare, in qualunque mo- mento gli paia conveniente, il crimínale rilasciato in libertó, e tra- durlo davanti al tribunale, per fargli subiré la penada cui non era che sospeso.

Alio spirare del tempo di prova, il Probation offícer domanda che all’individuo sia cancellata ( cliscarged ) la pena; tuttavia in certi casi determinati puó domandare e ottenere che il tempo di prova fissato prima sia prolungato. Durante il tempo di prova, l’in- criminato deve fare al Probation officer tutte le comunicazioni verbali o scritte che questi esige ed eseguire tutti i suoi ordini.

II funzionario, poi, deve, per quanto é possibile, tenersi al corrente della situazione e delle condizioni d’esistenza del soggetto messo in prova.

II sistema e análogo a quello che é stato adottato in Inghilterra per la legge dell’8 agosto 1887, detto Probation offrit offen- ders act.


II numero degli individui lasciati liberi in istato di prova nella cittá di Boston durante il periodo dal 1879 al 1883, fu di 2803; fia questi 223 che non avevano súbito favorevolmente la prova furono ritradott.i in tribunale e furono colpiti dalla pena; 44 lianno preso la fuga senza che si potesse riprenderli. I delitti piü generali in seguito a cui i delinquenti erano stati lasciati liberi, in prova, erano: ubbriacliezza, manutengolismo, furti di poca entitá, in- giurie e violenze corporali.

Nel 1888 su 214 persone messe in prova, di cui 137 per ubbria- cliezza, 125 per rissa, 18 per ladroneccio, 13 per turbolenza, 230 parvero emendarsi. — Senza dubbio molte di queste promesse non furono tenute, ma in complesso si ottenne veramente l’effetto cer- cato. L’agente dichiaró che quasi il 95 0[0 delle persone sotto- poste alia sorveglianza l’anno precedente hanno tenuto una buona condotta e furono libérate definitivamente: solo 13 riconosciuti in- correggibili sono stati condannati a subiré la pena.

L'esperienza é stata cosí fertile che una legge del 18S0 ne ha esteso lapplicazione alio Stato del Massachussets tutt’intero, au- torizzando ogni cittá o comune a nominare un JProbation offícer investito di tutte le attribuzioni enumérate nella legge del 1874, o a dar queste attribuzioni ad un impiegato della polizia.

5. Riformatorio di Elmira. — Meno assai (visto quanto dis- simo sopra) possiamo sperare dai riformatori, neanco da quelli di America, che paiono puré ispirati alie nuove idee.

Tale é quello di Elmira, di cui ci vengono bellissime descri- zioni di "W ínter, di Way, di Ellis (1), che appunto accennano alia


(1) The New- York Reformatory in Elmira by Alexander Wikteb F. S. S., with a preface by Hatelock Ellis. — London, Sonnenschein c C., 1891. Fifteenth annnal Report of the board of Manager s of the N. Y. S.

Reformatory at Elmira. Trasmitted to the Legislature, January, 1891.

Reformatory Press.

Lombroso. — 21.


coincidenza della creazione dell’Istituto di Elmira, per opera del JJrocktvay, colla p uEbl i cazion e escita, nel medesimo anuo (1876), della I a edizione (\.a\Y Como delincuente di Lombroso, a cui quel filántropo dichiara essersi ispirato nella sua riforma.

In quel Riformatorio non si mandano, di regola, che i giovani dai 16 ai 30 anni, cadufci per la prima volta in un delitto non grave; e un’autorita illimitata é concessa dalla legge al Consiglio diret- tivo (1), in quanto che un ricoverato piló essere rilasciato in liberta condizionale, anche molto prima del tempo stabilito per il reato commesso, quando il Consiglio lo giudichi opportuno. Questo giu- dizio deve fondarsi sulla convinzione che la resipiscenza del rico- verato sia assicurata; la sola formalitá che accompagna il rilascio, e la parola d’onore che egli da al Sopraintendente ; peró il Consiglio pué abbreviare la durata della espiazione a riguardo dei buoni, non prolungarla.

La conoscenza dell’individuo ricoverato, per tutto quel che si ri- ferisce alie sue condizioni psico-fisiologiche, all’ambiente nel quale e vissuto, alie cause che poterono contribuiré a farlo delinquere, forma lo studio principale del Brockway: e da quella conoscenza egli desume i mezzi da adottare per ottenere lo scopo desideiato del ravvedimento.

Questi mezzi consistono, per il físico, nello sviluppo del si- stema muscolare: doccie, massaggi, ginnastica, buona dietética; peí morale, nel ringagliardire la volontá, facendo il detenuto pa- drone di sé e cooperatore della propria liberazione. Questa libe- razione gli é accordata appena mostra di essere emendato e di poter bastare a se stesso.

11 prigioniero, appena arriva, deve fare un bagno, e gli si dá l 'uniforme deU’Istituto. Dopo é fotografato, registrato, visitato dal dottore e vaccinato.


(1) Questo Consiglio direttivo del Riformatorio si compone del Soprainten- dente generale e di altri cinque membri scelti dal Governatore e dal Senato.


323 —


Per due giorni vien chiuso in una celia per meditare il suo delitto e prepararsi airemenda. II terzo giorno lo conducono dal- l’Intendente, che fa nel suo temperamento e nel suo carattere tutte le ricerche necessarie per applicarvi il método di cura piü ra- zionale.

I prigionieri sono divisi in tre categorie:

La prima comprende i buoni;

Nella seconda stanno quelli di mezzo ad exper imendum ;

E la terza comprende i perversi ed i difficilmente correg- gibili.

Per questo vi sono nove note distinte per ogni individuo, vale a dire:

Tre note per la condotta;

Tre per il lavoro;

Tre per i progressi nella scuola.

II prigioniero che ottiene nove note ogni mese per sei mesi, é promosso nella prima categoría e puo ottenere la liberta.

Poi l’Intendente colloca il detenuto, secondo le sue tendenze e secondo la sua coltura, in una classe nórmale o técnica, in un dipartimento industríale, per abituarlo ad un mestiere; gli fa co- noscere nello stesso tempo i suoi doveri come i diritti e i pri- vilegi dell’Istituto e le condizioni per cui puó riabilitarsi e ot- tenere la liberta.

Si mette nelle mani del detenuto un mestiere che gli permetta, dopo la sua liberazione, di guadagnare onoratamente la vita. Questa é la prima preoceupazione della Direzione.

La statistica mostra che piü del 75 0[0 dei condannati non aveva un mestiere, che il 94 0[0 degli attentati sono commessi contro la proprietá.

Per questo si preoceupano poco dei benefici che possono rica- varsi nello stabilimento. Sopratutto si hanno in vista i vantaggi ulteriori che la societá ritirerá quando essi saranno rientrati nella


— 324 —


vita. — Si ricerca con cura scrupolosa qnal’é la professione per cui essi mostrano piü attitudine e che é piü profittevole nel paese in cui dovranno stabilirsi.

Per quanto concerne Papplicazione al lavoro, il capo rimette tutti i giorni ad ogni detenuto nella sala di lavoro un attestato in cui é notata la somma di lavoro ch’egli ha fornito. 11 Bro- ckway stesso stabilisce al principio di ogni mese, tenendo conto delle forze fisiche e delle attitudini di ogni detenuto, la somma di lavoro che egli deve fornire durante il mese, per ottenere la cifra massima delle note. I rami d’ industria nello stabilimento sono parecchi ; il sistema di lavoro adottato, accanto ai lavori per i bisogni dello stabilimento, e il piece prize system.

L’insegnamento scolastico, oggetto di grandissima cura nel Re- formatory, comprende l’istruzione generale e l’apprendere tosto un mestiere.

L’emulazione dei detenuti in quest’ordine di lavori é stimolato ancora da una istituzione veramente origínale. Ogni settimana esce ad Elmira coi titolo di Summary un giornale scritto esclu- sivamente dai detenuti. Questo giornale inserisce una rivista degli avvenimenti politici della settimana, presa dai migliori giornali americani; poi vengono le informazioni sulla vita stessa dello sta- bilimento, sulle conferenze che sono state fatte nel corso della settimana, sul risultato delle prove subite, sulla proraozione o la regressione di classe, la liberazione dei detenuti, ecc.

Da un anno ricevo questo giornale, e confesso che nessun gior- nale letterario d’ Italia e di Francia é cosí ricco di notizie, spe- cialmente per ció che riguarda la criminalitá.

Oltre Pinsegnamento delle materie d’istruzione generale, i de- tenuti ricevono un insegnamento professionale. Si sono organiz- zati, pei diversi mestieri, dei corsi, a cui i detenuti prendono parte con grande interesse.


II detenuto lia ogni settimana due corsi professionali ; due sere sono consacrate all’insegnamento scolastico. Restaño dunque due sere e la domenica per preparare i lavori.

11 passaggio alia prima classe comporta certi vantaggi, special- mente dal punto di vista della corrispondenza, del ricever visite, del poter aver libri, e mangiare ad una tavola mentre gli altri mangiano nelle celle: infine i detenuti di prima classe, che por- tano un costume speciale, differente da quello degli altri dete- nuti, possono passeggiare insieme nel prato, e ricevono delle in- combenze di confidenza, come, per esempio, la sorveglianza degli altri detenuti.

I prigionieri , come possono guadagnare una categoría con le note buone, possono perderne per la negligenza e la cattiva con- dotta. In questo caso sono rinviati in terza categoría, e per ricu- perare la liberta devono sottomettersi ad un lavoro pin duro.

A bella posta si espongono i detenuti di prima classe a ten- tazioni di diverse specie. E appena dopo sei mesi che le lianno subite, Brockwav propone al Consiglio d’Amministrazione di met- terli in liberta provvisoria. II Consiglio ha, senza dubbio, diritto di rifíutare questa proposta per dei motivi speciali, malgrado la buona condotta del detenuto, specialmente quando stima che la gravité, del delitto commesso renderebbe pericolosa una cosí pronta liberazione : ma di fatto autorizza sempre Brockway a mettere il detenuto in liberta.

Tuttavia la liberazione non ha luogo che quando Brockway si é assicurato che il liberato trovera un’occupazione durevole e con- veniente.

Quando il detenuto non trova da sé o per mérito d’amici questo posto, il Brockway cerca egli stesso di procurarglielo: e non gli é stato mai difficile finora; cosí almeno egli afferma.

L’individuo liberato provvisoriamente deve per sei mesi almeno dar conto della sua condotta sotto la forma che il signor Brockway


— 326 —


giudica piü pratica secondo i casi, e non rieeve la liberta, asso- luta che dopo un anno di buona condotta.

Diamo le notizie statistiche che si riferiscono ai 4194 ricoverati nel Eiformatorío a tempo indeterminato; mettendo di fronte alie cifre relative al 1890, le altre relative al 1886.

Notizie sui ricoverati al loro ingresso nel Eiformatorío.

Avevano genitori pazzi o epilettici ....

» » dediti all’ubbriachezza. . .

Erano di carattere decisamente cattivo. . .

Erano illetterati, o quasi

Avevano faculta morali deficienti aífatto . .

Mancavano aífatto di suscettivitá ai sentiinenti


normali

Mancavano aífatto di affetti figliali, del senso

. 976 di

41.0

1429

34.1

rossore, ece

. 1452

61.0

1900

45.3

Avevano commessi reati contro le proprieta .

. 2226

93.6

3920

93.5

» » » contro le persone. .

. 145

6.1

257

6.1

Avevano da 16 a 20 anni di etá

. 1418

59.6

2443

58.3

» 20 a 25 »

. 718

30.2

1337

31.9

» 25 a 30 »

. 242

10.2

413

9.8


Numero dei ricoverati a tempo indeterminato. 1886 1890


2378

°l

l 0

4194U)

7o

324

13.6

539

12.8

892

37.5

1612

38.4

1247

52.4

2182

52.0

1739

73.1

3029

69.9

69

2.9

73

1.7


Notizie sui ricoverati a tempo indeterminato ( usciti ).


Numero dei rivoverati a tempo indeterminato.


1886 1890


1707

3 ¡

1 0

3151

7 o

Furono liberati incondizionatamente

12

0.7

14

10.4

» condizionatamente su parola . .

» per termine del massimo della

1476

86.5

2611

82.8

pena o per commutazione della pena. . . .

119

7.0

296

9.4

Graziati, liberati per altra causa, evasi, ecc. .

22

1.3

34

1.1

Trasferiti al manicomio crimínale

8

0.5

11

0.4

Morti per malattie naturali o cause accidentali

28

1.6

58

1.8

Suicidi

2

0.1

3

0.1

Trasferiti nel penitenziario dello Stato ....

32

1.8

113

3.6

» per altre cause

8

0.5

11

0.4


(1) Le notizie sono date su 4193.


— 327 —


Notizie sui ricoverati rilaseiati condizionatamente, su parola.


Furono liberati definitivamente

Eimanevano in liberta condizionata alia fine del*

l’anno

Terminarono, in liberta condizionata, il massimo

della pena

Furono liberati per altre cause

Ritornarono nel Eiformatorio

Ottennero la sospensione della seutenza. . . .

Morirono


Numero dei ricoverati a tempo indeterminato.

1S86 1890


1476

7 / 0

2611

• /

/ a

989

67.0

1734

66.4

221

15.0

365

14.0

183

12.4

367

14.0

13

0.9

46

1.8

22

1.5

37

1.4

37

2.5

47

1.8

11

0.7

15

0.6


Tempo di soggiorno fatto nel Eiformatorio Numero dei ricoverati

dai rilaseiati condizionatamente. a tempo indeterminato.

1886 1890

iín 0 2611 °i

Meno di 12 mesi 153 10.4 215 8.

Da 13 a 15 » 395 26.8 691 26.

Da 16 a 20 » . . . 250 16.9 432 16.2

Da 20 a 24 » 316 21.4 (D547 20.9

Da 25 a 36 » 247 16.7 480 1S.5

Da oltre 36 » 115 7.8 253 9.6


Tempo di soggiorno fatto nel Eiformatorio Numero dei ricoverati

dai ricoverati rimasti alia fine dell’anno. a tentpo indeterminato.

1886 1890





693

7

lo

1080

7 / 0

Erano nel

Eiformatorio

da

un

i anuo ....

. 290

41.9

547

50.6

»

»

da

1

a 2

anni. . .

. 213

30.7

328

30.4

v

»

da

2

a 3

» . . .

. 103

14.9

126

11.6

»


da

3

a 4

«...

. 62

8.9

47

4.4

»


da

4

a 5

«...

. 20

2.9

29

2.7

»

»

da

oltre 5

«...

. 5

0.7

3

0.3

Per di mostrare la

influenza

che possa

avere un

trattamento

spe-


ciale di vitto, di esercizi corporali, ecc., sui ricoverati, le cui con- dizioni fisiche e morali erano nelle condizioni piti deplorevoli, il


(1) Forse 540.


3* 05 o


— 358 —


Winter riproduce le osservazioni eseguite nel 1886 dal medico del Riformatorio, su dodici di essi, ed i risultati ottenuti, che sono veramente bellissimi, perche mostra che aumentarono di statura, di peso, di toracimetria, di spirometria.

Tutto cid va bene.

Ma noi ci chiediamo cosa provano 6 od anche 12 misure quando si tratta da 2 a 3000 ricoverati, e che prova Faumento del peso, statura, torace, che in 3 almeno su 6 dipendono daH’etá crescente e dalla buona alimentazione, a dimostrarne il ravvedimento? — Che i rei minorenni crescessero e crescessero presto lo sapevamo — e lo sa anche il volgo ( mala erba cresce).

E cosí in parte si dica del ravvedimento , che non possiamo ammettere nelle proporzioni che ci vengono attestate per una di quelle illusioni dei fllantropi, che, per esser sante, non sono meno erronee.

Concludo : nessuno piü di me e caldo' partigiano di questa riforma, perche qui l’amor proprio e la passione per le mié teorie sono in giuoco; e secondo queste lo studio individúale somático di ogni crimínale, l’istruzione non teórica ma pratica ed individualizzata non- pu6 non dar qualcherisultato anche su criminali nati : sopra- tutto l’impiego che si da loro e le risorse che uscendo hanno a loro disposizione devono essere pei criminaloidi un impedimento alia recidiva dei delitti contro la proprietá.

Ma non credo che, per il delinquente-nato almeno, l’impedimento possa esser durevole. Quando vedo che 49 0[0 non hanno senso morale, che 12 0[0 hanno abbandonato la casa paterna prima dei 14 anni, o son nati da parenti epilettici, che 37 O^O da parenti alcoolizzati e che 56 0[0 non raanifestano nessun pentimento, io non credo con Tallack (Penological and preventive principies) che possano emendarsi completamente mercé una cura di mas- saggio e di bagni freddi o caldi, congiunti anche alia piü solida istruzione. E questo tanto piü quando i ragazzi che sarebbero i


— 329 —


piú fácil mente correggibili sono in minor numero, e i giovani frammischiati agli adulti, ció che sempre é fonte di pericoli, e che un numero cosí grande di ammessi rende difficile uno studio individúale approfondito. E ancora la cura somática, per essere efficace, dovrebbe essere piü medica e piü individualizzata che non sia quella delle doccie. della ginnastica e del massaggio. Bisogne- rebbe, per es., provare la noce vómica per i figli degli alcooliz- zati, il mercurio e Yaurum per i figli dei sifilitici, la cura del fosforo per i deboli d’intelligenza ; il bromuro e il rame per gli epilettici.

Infatti poi non e vero, quanto si afferma, che 1’83 0[0 dei li- berati su parola sarebbero usciti emendati nello spazio di 15 anni.

Questa proporzione svanisce a chi esamina la statistica parti- colareggiata di 1722 liberati, la cui durata media di soggiorno fu di 20 mesi.

Ora, io vedo che: 156 si sono fissati in altri Stati, e per questo furono messi completamente in liberta;

10 sono morti;

128 hanno ancora da render conto della loro condotta, perche il tempo di prova non é spirato ;

185 non hanno liberta che dopo lo spirare del máximum della loro pena;

271 sono stati messi incompletamente in liberta dopo aver dato per sei mesi risultati soddisfacenti in condotta ;

126 non hanno dato le attestazioni richieste e non si sa che ne sia avvenuto;

42 sono stati colpiti da altre pene durante il tempo di prova ;

79 hanno dovuto essere riammessi nello stabilimento;

25 vi sono rientrati volontariamente perche avevano perduto il posto nel tempo della prova e non potevano trovare occupazione

al trove.


— 330 —


Non contando i 10 morti, sono dunque 533 i non emendati, ed é quindi del 31 0[0 (la quota vicina a quella che da dei rei- nati) e non del 17 0[0, la loro proporcione. D'altra parte, la sor- veglianza esercitata sugli indi vidui liberati provvisoriamente é cosí superficiale, che, supponendo reciaivati qnelli che si son sottratti aU’obbligo quasi insignificante di render conto della loro condotta, noi ci avviciniamo di pin alia realtá dei fatti che non presu- mendo, come fa Brockway, che tutti quelli che han soddisfatto a quest’obbligo debbano essere considerati come emendati.

E coneludendo cosí contro il piü fortunado e il pin pratico dei seguaci della mia scuola — nel paese piü pratico e piü libero del mondo — credo di daré la prova massima di imparzialitá che possa daré un pensatore ed un capo-scuola.


CAPITOLO XV.


Applicazione tlel tipo crimínale alie arti belle.


É interessantissimo vedere come il genio degli artisti aveva in- tuito e applicato l’esistenza del tipo crimínale assai prima che l’antropologia crimínale lo dimostrasse scientificamente.

Secondo il dott. E. Lefort {Le type criminal cl’aprés les savants et Ies artistes, Lione, 1892; Arch. di psich., XIII, pag. 460) Mi- clielangelo aveva giá sostituito alia forma anímale dei demoni la figura umana, un demonio che ha fronte sfuggente, naso affilato, grandi orecchie ad ansa. Nella barca di Caronte vi é una testa di condannato con orecchio animalesco; un’altra del tipo mongólico; una di tipo negro. Tutti i condannati o i demoni hanno un’aria stupida, idiota.

In un quadro di Andrea Mantegna, rappresentante un martirio, un carnefice che e pronto a colpire, ha fronte sfuggente, naso schiac- ciato, bocea larga e labbra grosse, il labbro interiore che sporge e mentó quadrato.

Tiziano, nel Martirio di San Lorenzo , rappresenta un giustiziere colla testa grossa e robusta, con grande sviluppo trasversale della faccia, capelli impiantati in basso e abbondanti. Nel Cristo coro- nato di spine , un uomo, che tenta di infiggere con un bastone la corona nella testa di Cristo, ha il cranio a forma quadrata, un’as- simetría molto espressiva della faccia che esprime lo sforzo nella


— 332 —

sua meta superiore e sorride irónicamente nella meta interiore : un altro carnefice ha un viso largo, fronte bassa, bocea leggermente tirata in alto e a destra in segno di minaccia, capelli abbondanti, barba mal disposta.

Raflaello Sanzio, nella Cena, ha dato a Giuda testa larga, soprac- ciglia contratte, labbro superiore corto e grosso.

Nella Salita al Calvario, colui che batte Cristo colle corde, é prognato; e un altro che, posto di dietro, sta per trafiggerlo colla sua lancia, ha la linea d’impianto dei capelli molto bassa, predo- minio del diámetro trasversale della faccia, sopracciglia fortemente ricondotte sugli occhi, labbra spesse e sporgenti.

Cagliari, nella tela del Crocifísso , ha un carnefice, la cui testa offre un predominio del diámetro verticale; le sopracciglia sono con- tratte, gli occhi piccoli, la bocea mezza aperta tirata in basso ed a sinistra, la capigliatura folta, la barba rara.

Un altro giustiziere, nel quadro Gesii che porta la croce, ha la parte superiore del volto che supera assai rinferiore,i capelli spessi, le sopracciglia contratte, lo sguardo fisso,le narici dilátate, le labbra sottili, la barba rara e mal piantata.

Nel Martirio di S. Bartolomeo , un carnefice che col coltello fra i denti spoglia il santo, giá legato sulla tavola del supplizio, delle sue ultime vestí, ha forme selvaggie, apofisi zigomatiche e mandi- bole enormi, mentó grosso, capelli abbondanti, non ha barba.

L. Carracci ha nella F lagellazione un carnefice con testa qua- drata, sopracciglia molto arcuate e rughe vertieali sulla fronte, naso grosso, la bocea larga colle labbra contratte, barba e capelli abbondanti.

Nella Crooifissione di Agostillo Carracci il cattivo ladrone ha. i capelli lunghi, la fronte bassa, il naso bombé, la bocea sogghi- gnante.

Pietro Berettini ha dipinto nel Supplizio di Santo Stefano uno dei sicari che lancia una pietra sul santo; la capigliatura abbon-


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dante gli rende la testa voluminosa, la fronte é appena segnata, le sopracciglia sono contratte, l’occhio abbassato, le guancie rigonfie come nel riso. Un altro ha un’assimetria laterale, la linea della bocea non é parallela a quella degli occhi, ma obliqua in alto e a destra come per mostrare i denti.

Nella Flagellazione di Cario Maratti, sul davanti della tela, un soldato che percuote il Cristo ha gli occhi molto piccoli, lo sgnardo strabico, il naso lungo e affilato, rigonfiato nel mezzo, il labbro su- periore, corto, sorpassato dairinferiore. Dietro lui, un carnefice ha sopracciglia contratte, sguardo duro, naso grosso e corto, le guancie gonfie, la bocea tirata in basso e a destra.

Lucas de Leide rappresenta Debora al momento del delitto : la sua testa é un curioso esemplare di espressiva assimetria.

Nella tela di Rubens, G-iuditta , che taglia la testa ad Oloferne, ha musculatura enorme, fisonomía bella, ma con mandibola enorme e labbra grosse e sporgenti. In questa meta interiore del volto l’espressione é altrettanto violenta, quanto é calma nella meta su- periore.

Ribera, nel Martirio di S. Bartolomeo, diede al boia, che taglia a pezzi il santo, fronte elevata, leggermente rientrante nel mezzo; ma le sopracciglia sono abbassate e segnano il contorno dei seni frontali; l’occhio e fisso e il naso lungo e forte. Se si esamina il rapporto delle due metá superiore e inferióle della faccia, si resta colpiti dal poco sviluppo di quest’ultima: l'orecchio é grande col 1 obulo molto sviluppato.

Nel Supplizio di San Lorenzo , uno dei sicari si é impadronito del braccio della vittima: la faccia e enorme; i seni frontali sono sporgenti, i capelli poco abbondanti; l’S sopraccigliare s’avanza suirocchio, di cui lo sguardo é fisso e stupido; il naso lungo, sviluppato sopratutto alia sua estremitá interiore; la bocea pare contratta. L osso zigomatico e forte e molto spiccato; l'orecchio é grande, male orlato, con lobulo poco distinto che termina in


punta. Un altro, che si occupa a raccogliere le vestí del santo, lia la í ron te poco sviluppata, l’occhio molto piccolo, i che scompare quasi nello spessore della guancia ; la bocea sporge in avan ti. I capelli sono folti, in disordine, non un pelo di barba, l’orecchio é grossolano nei suoi contorni;specialmente notevole per la forma quadrata dellobulo.

In un altro dipinto, Ribera ci mostra un santo che miracolo- samente riesce a romperé i ceppi; i carnefici spaventati indietreg- giano; uno di questi lia la fronte sfuggente, appiattita e stretta, la laccia enorme; le arcate orbitarie sporgono, l’occbio é aperto e fisso, il naso schiacciato ; vi é prognatismo, e il mascellare su- periore é cosí spesso e sporgente, che da alia linea che va dal naso al labbro superiore una forma sollevata, la bocea é largamente aperta. 11 cranio e appianato nella regione pari eto - frontal e; al con- trario, esuberante nella parte eerebrale: i capelli sono lunghi, non vi é alcuna traccia di peli sul volto.

Goya, nel secolo XVIII, si é particolarmente dedicato a ripro- durre tutta una parte del mondo crimínale della sua época, voglio dire i brigaijti e i laclri, e ce li presenta ordinariamente giustiziati secondo il costume spagnuolo: un brigán te giustiziato lia la fronte sfuggente, le arcate orbitali molto spiccate. Le linee degli occlii cadono quasi verticalmente in basso; il naso é dritto, schiacciato, la bocea é largamente aperta.

Un altro ha fronte sfuggente, seni frontali enormi, gli occhi a flore di pelle, tutta la faccia pare diminuí ta di altezza, ed é invece grande sopratutto nella sua meta interiore.

Un Decapitato ha fisonomía truce, cui incorniciano i capelli scom- pigliati : la fronte e bassa e sfuggente ; il naso e grosso, rigonfio nelmezzo;i zigomi sono molto sporgenti; la barba é rara e ir- regolarmente distribuita ; l’orecchio ad ansa, pesante e mal fatto.

Nel Giudizio fínale di Cousin, le teste dei dannati hanno certi tratti generali comuni, per l’abbondanza dei capelli, per Tassenza della barba, per la forma rozza della bocea, peí mentó quadrato.


— 335 —


Le fisionomie dei earnefici nella Flagdlazione di Perder sono ributtanti di bmttezza. Alia luce fioca della sera che rischiara la scena, un uomo col volto spaventevole si avanza verso il Cristo. La regione anteriore del cranio é appianata, bassa, poco svilup- pata ; al contrario, la parte occipitale e esagerata. La fronte, per cosí dire, non esiste, l’occhio é grande, aperto e fisso, il naso corto e sehiacciato. II prognatismo é enorme, le labbra molto grosse spor- gono in avanti, l’orecchio termina in punta.

Poussin, nel Martirio di S. JBartolomeo , ha dato al carnefice una fronte stretta, sopracciglia contratte, gli occhi molto piccoli. 11 soleo naso-labiale molto aceentuato, la bocea tirata in basso agli angoli, il labbro interiore molto spesso, danno alia sua fisonomía un certo carattere bestiale.

Un altro birro, nel Supplizio di S. Stefano del Lebrnn, ha puré espressione feroce, la fronte solcata da rughe verticali, gli occhi fissi e cattivi, le labbra molto grosse che attorniano una bocea larga e tirata in basso, il mentó molto robusto.

Boilly ha dipinto delle scene di brigantaggio : i suoi malfat- tori hanno fronte bassa ed appianata, l'occhio sporgente, le narici dilátate, la bocea semi-aperta con angoli che si abbassano e mo- strano i denti canini : il mentó e grosso e lungo.

In un combattimento fra i dragoni del papa ed i briganti ita- liani, Vernet ci mostra uno di questi, che un soldato ha preso per il eolio. E una faccia grossolana, sopratutto sviluppata nella sua meta interiore; l’occhio piccolo che guarda obliquamente, il naso volto all'insü , il prognatismo , la bocea aperta che scopre incisivi enormi, la barba mal piantata, le orecchie terminate in punta: tutto concorre a renderci ributtante colui che si trascina a morte.

Géricault ha studiato i criminali, e la testa del suo Suppliziato é giustamente celebre; é una figura aperta e piatta, di eui Pos- satura e potente. La fronte é ristretta, bassa e sfuggente, le bozze


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frontali e i margini orbitari spiccano; la palpebra sinistra sembra piü cadente che la destra, il naso é forte e corto e deviato a destra, mentre il lobulo sehiacciato si dirige a sinistra. il labbro supe- riore é fortemente tirato da questo lato, la bocea semi-aperta lascia vedere qualcbe dente mal piantato: le ossa zigomatiche sono spor- genti , le guancie scavate da profonde rughe , i capelli rari : le orecchie ad ansa, coi contorni irregolari, si distaccano dai lati del cranio.

Ary Scheffer lia rappresentata la leggenda di Fausto: la figura di Mefistofele é bella, la sua fronte é bene sviluppata, quantunque

  • un po’ inclinata indietro; ha orecchie a punta col lobulo aderente,

e scarsezza di barba.

Nel suo quadro II hado di Giuda , il traditore ha assimetria; le sopracciglia contratte ad S velano lo sguardo, solcano la fronte rughe verticali: la bocea é leggermente rilevata all’angolo, quasi sorridente. La fronte é sfuggente, il naso rigonfio nel mezzo, le labbra sono grosse, Forecchio molto sviluppato e mal formato.

Nel la Notte di S. Bartolomeo di Giuseppe Robert-Fleury, un protestante é strangolato sotto gli occhi del proprio figlio: l’omi- cida ha la faccia larga, le guancie grosse, il naso volto aH’insü, col lobulo piegato a sinistra e sehiacciato; la bocea allargata ed elevata agli angoli, mette alio scoperto dei denti digrignanti. 11 moñaco, che ha obbligato il figlio ad assistere alio strangolamento del padre, ha una faccia fosca, lo sguardo falso e crudele, il naso corto e grosso, la bocea contratta.

Délacroix, in una serie di disegni, ha tracciato le diíferenti scene del Fausto di Goethe e dell’Amleto di Shakspeare. Mefistofele ha fronte sfuggente, occhio di bragie, naso volto in su, prognatismo, mentó sporgente: egli sta nella chiesa dietro a Margherita; ed ha le sopracciglia ad S, la bocea grande largamente aperta, il soleo naso-labiale molto marcato, le mascelle molto forti, sopra- tutto l’inferiore, Forecchio male orlato.


Insomma non vi fu grande artista che non abbia adottato pei criminali i caratteri che la nuova scuola ha fissato per semprc.


E fosse anche vero, come pretende il povoro Tarde, per neutra- limre Topera del JLefort, il solo in Francia che abbia tro v ato qnal- cosa di nuovo per la nuova scienza, che questi tipi degli artisti sieno Lombroso. — 22.


- 338 —


caricature: ció non toglie alia nuova prova che ne emerge in favore del tipo, perché la caricatura, per essere efficace, é sempre l’esagerazione di un tipo reale, e quando si tratta dei martiri mi par difficile la caricatura, che é sempre umoristica.

In questi ultimi tempi il Wiertz, che é certo il pittore piü nevrotico e piü geniale dei nostri tempi, in una serie di pitture ciclopiche ha dipinto il delitto in tutfce le sue forme, il reo per passione, il suicida, il reo-nato, accompagnandolo infine fin dopo mor te, in questa composizione sublime e pazzesca nel medesimo tempo, che s’intitola « I pensieri di una testa decapitata » (Yed. fig. 44). Ora la testa, che é nel I o quadro sospesa in alto, mentre il corpo precipita, e nel 2 o é giá precipítala, presenta zigomi spor- genti, seni frontali esagerati, ocehi torvi e torti ; invece le faccie dei curiosi, e dei giuristi che lo condannano, dei medici che s’ap- prestano all’autopsia e dei bimbi e delle donne che lo compassio- nano, non hanno nulla di speciale. Infine l’ultimo pensiero del delinquente-nato nuota in un mare di sangue e di gas.


CAPITOLO XVI.


II tipo crimínale nella letteratura.


Mi sono piü volte domandato perché l’antropologia crimínale sia piü avanzata nella letteratura che non nella scienza.

I grandi maestri russi, svedesi e francesi del romanzo e del dramma moderno vi hanno tutti attinto le loro piü grandi ispira- zioni, cominciando da Balzac, nella sua Derniére incarnation de Vautrin, Les paysans, Les parents pauvres, a Daudet, Zola, Do- stojewski e Ibsen.

Daudet ci ha dipinto in Jach tutta una tribü di ratés (mattoidi criminali), e nessuno vi ha trovato nulla a ridire; come nessuno mai neppure contesté la veritá della Casa dei morti e del Crime et chátiment di Dostojewsky, come nessuno mise in dubbio i matti e i criminali che ci ha dipinto cosí meravigliosamente Shakspeare.

Nessuno dubita della veritá di Jacques di Zola o della Soear Elise di Goncourt, mentre perlino alienisti possono mostrare tutto inamidato e pieno il sussiego e anche il diniego accademico, quando si parla dell’analogia fra l’epilettico e il delinquente-nato.

Gli é che quando siamo in presenza di queste figure vere fatteci balenare dai grandi artisti, la coscienza del vero che in tutti noi dormicchia, per quanto fatturata e assopita dalle stortilature della scuola, si risveglia, si ribella alie bugie convenzionali che le ven- gono imposte, tanto piü fácilmente che l’arte ha abbellito, e qualche


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volta ingigantito i contorni del vero e resili piü evidenti, e quindi ha reso molto minore lo sforzo per impossessarsene.

E cosí accade degli Sjietiri dell’Ibsen.

I. Dostoyewski. — Certo le descrizioni di Dostoyewski nella Casa clci morti sono cosí esatte, che possono valere come contro- prove, e daré una nuova conforma alie scoperte antropologiche, ap- punto perché derivano da una sorgente diversa.

» Questa strana famiglia, scrive egli, aveva un’aria di somi- glianza pronunziata, che si notava al primo colpo d’occhio.... Tutti i detenuti erano tristi, invidiosi, terribilmente vanifosi, presun- tuosi, susccttibili e formdlisti al sommo grado... la vanitá dominara sempre... Non il mínimo segno di vergogna o di pentimento... Per parecehi anni non vidi il piü piccolo segno di rammarico, non ilpiú piccolo rincrescimento peí delitto commesso... Di certo la vanita, i cattivi esempi, la millanteria — o il falso rossore — v’avevano gran

parte Insomma, parrebbe che, per tanti anni, io avessi dovuto

scorgere qualche indizio, sia pur fugace, di un rimpianto qualsiasi, di un dolore morale. Non lio assolutamente iniravveduto nidia... Non ostante le di verse opinioni, deve ognuno riconoscere che vi hanno de- litti, i quali dappertutto e sempre, sotto qualunquelegislazione,sono indiscutibilmente delitti e saranno considerati tali finché Puomo sarü uomo.Non al trove clie nellacasa di forza hosentito raccontare, con un riso infantile appena trattenuto, i piü straordinari ed atroci misfatti.

« Non dimenticheré mai un parricida, giá nobile e funzionario. Era egli stato la calamita di suo padre; vero figliuol prodigo. 11 vecchio sforzavasi invano con le sue ammonizioni di trattenerlo sulla china fatale per cui precipitava. Indebitato fino all’osso, poiché si diceva che suo padre avesse, oltre un podere, del denaro nascosto, egli lo uccise per entrare piü presto in possesso dell’ereditá. 11 delitto fu scoperto solo in capo ad un mese. Nel qual tempo l’assassino, che erasi anche dato la cura d’iuformare la giustizia deila scomparizione


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di suo padre, continuó i suoi stravizi. Infine, durante la sua assenza, la polizia scopri il cadavere del veechio in una fogna, ricoperto di tavole. La testa grigia era separata dal tronco ed appoggiata al corpo interaraente vestito. Sottola testa, quasi a dileggio,l’assassino aveva posto un cuscino. II giovane non confessó nulla: fu degradato, spo- gliato dei suoi privilegi di nobiltá o mandato ai lavori forzati per venti anni. Per tutto il tempo che l ! ho conosciuto, l’ho visto sempre non curante. Era l’uomo piü stordito ed inconsiderato cli’io avessi mai incontrato, benché lungi dall’essere stolido. Non ho mai osser- vato in lui una crudeltá eccessiva. Gli altri detenuti lo disprezza- vano, non per il suo delitto } ma perché non serbava il contegno con- venzionale. Talvolta parlava di suo padre. Ad esempio, un giorno che vantava la forte complessione ereditaria della sua famiglia, sog- giunse: Sappiate clic mió padre , fino alia sua morte, non fu mai ammalato! Una insensibilitá animalesca, spinta a un tale grado, sembla impossibile: e troppo fenomenale. Doveva esservi un qualche difetto orgánico, una mostruositá física e morale fmora ignota alia scienza , non giá un semplice delitto. lo non prestava fede natural- mente a cosí atroce misfatto, ma mi fu narrato da persone del suo paese, che conoscevano tutti i particolari della sua storia. I J'atti erauo si cliiari, che sarebbe stata cosa stolta non arrendersi all’e- videnza. Una volta, mentre dormiva, i detenuti lo avevano udito a gridare: Tiendo! tiendo! troncagli la testa! la testa! la testa!

« Quasi tutti i forzati sognavano ad alta voce odeliravano durante il sonno; il piü sovente profferivano ingiurie, parole di gergo, par- lavano di coltelli, scuri. Siamo gente disfrutta — dicevano — non abbiamo piü viscere, perció gridiamo la notte ».

Questa impossibilita di sentiré rimorso o pentimento, ed altresi la vanilü e l’esagerato amore del contegno, sono caratteri ben noti a tutti gli osservatori, e dimostrai che essi ravvicinano il delin- quente al selvaggio. Ma vi sono altri caratteri, piü spiccati forse, che completano questa rassomiglianza, e che sono comuni ai bam-


bini: « I giorni festivi, i piü eleganti si vestivano pomposamente; bisognava vederli a pavoneggiarsi in tutte le caserme. II piacere di essere ben vestiti giungeva in essi fino alia fanciullaggine. Del resto — per molte ragioni — i forzati sono come grandi fanciulli. Questi bei vestiti scomparivano ben presto ; e spesso la sera stessa del giorno in cui li avevano comperati, i proprietari li impegna- vano, o li rivendevano quasi per niente. I gingilli si rivedevano quasi sempre ad época fissa, coincidevano con le solennita religiose o con la festa del Santo protettore del forzato gozzovigliante.

« Questi poneva un cero davanti all’immagine, faceva la sua pre- gbiera, poi si vestiva ed ordinava il festino. Con anticipazione aveva fatto comprare della carne, dei pesci, dei pasticcini; si rimpinziva come un bue, quasi sempre solo ; era molto raro che un galeotto in- vitasse il suo compagno a dividere il desinare. (Si noti anche questo carattere selvático ed animalesco). In quei momenti compariva la acquavite ; il forzato beveva come una suola da stivale, e passeg- giava nella caserma barcollando; gli premeva di mostrare a tutti i suoi compagni cliegli era ubhriaco fradicio , e di meritareper questo modo una considerazione particolare » .

Ecco precisamente quel carattere di vanitá puerile cosí bene de- scritta da me, la quale osservasi anche fra i selvaggi.

Troviamo in aitro luogo un altro carattere fanciullesco, Yimpos- sibilitá di reprimere un desiderio: « Sopra uomini come i Petrof, il ragionamento non ha potere che finché essi non abbiano una decisa volontá. Parché abbiano un desiderio non vi sono ostacoli... Questa gente nasce con un’idea la quale per tutta la loro vita li spinge in- consciamente in vari sensi : essi errano cosí finché abbiano incontrato un oggetto che svegli potentemente il loro desiderio; allora non ri- sparmiano neppure la loro testa. Piü d’una volta, fui meravigliato dal vedere che Petrof mi rubava, malgrado l’affetto che aveva per me. Questo gli accadeva ad intervalli. Cosí mi sottrasse la mia Bibbia ch’io gli avevo detto di riporre al mió posto. Non vi erano che pochi


— 343


passi da fare, ma per via trovó uñ compratore al quale vendette il libro, e spese tosto in acquavite il denaro ricevuto. Probabilmente risentiva in quel giorno un potente desiderio di bere, e guando egli desiderava qualunque cosa , bisognava che fosse. Un individuo come Petrof é capace di assussinare un nomo per venticinque hopee Jes, Unicamente per avere da bere mezzo litro ; in ogni altra occasione egli sdegna forse centinaia di migliaia di rubli. La sera stessa mi confessó il furto, ma senza alcun segno di pentimento o di confu- sione, con un tono del tutto indifferente, come se si fosse trattato di un incidente ordinario. lo cercai pungerlo con rimproveri, come rae- ritava, perche mi rincresceva la perdita della mia Bibbia. Egli mi ascoltó senz’irritazione, anzi assai tranquillamente; convenneclie la Bibbia e un libro utilissimo e rimpianse sinceramente ch’io piü non l’avessi, ma non mostró alcun pentimento di avermela dernbata; mí guardava con aria cosí poco intimidita, che io lasciai tosto di sgri- darlo. Egli sopportava i miei rimproveri, perche pensava che erano inevitabili, che egli meritava di riceverli per un simile atto, e che, per conseguenza, io doveva ingiuriarlo per sollevarmi.e consolarmi di aver perduto il libro; ma, nell’animo suo, tutto ció erano scioc- cliezze, di cui un uomo serio si sarebbe vergognato di parlare ».

La stessa noncuranza si osserva per ció che riguarda la loro vita, il loro avvenire : « Un forzato si ammoglia forse, ha bambini, vive per cinque anni in un paese e, ad un tratto, un bel giorno scompa- risce, abbandonando sua moglie ed i suoi figli con grande sbalordi- mento della famiglia e delFintero distretto ».

É cosa notevole che Dostojewski ci parli delle qu alita eccellenti e sicure di due o tre forzati, che non avevano alcuno dei caratteri fisionomici dei criminali. Ora la descrizione che egli ci fa delíe colpe che avevano trascinato questi infelici alia casa di forza, prova che essi non avevano commesso veri delitti, nel senso vero di questa parola, erano fanatici politici e religiosi (1).


(1) Diil Garufa lo, Criminología, 3 a edizione.


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Questi sono, se non erro, i soli tre esempi di onesti e bravi indi- vidui che Dostojewski abbia incontrato nei suoi lunglii anni di re clusione, i soli che non gli ispirarono disgusto, che divennero i suoi amici, che nulla avevano del cinismo e della eccessiva immoralitá degli altri. Essi non avevano i caratteri del delinquente, semplice- inent e perché non erano tal i, e perché non avevano che disobbedilo alia legge, senza quella colpa che a nostro vedere forma il vero de- litto. Si vede da cié come tali eccezioni contérmino la regola; e quale appoggio diano alia teoría del delitto n atúrale, ed a quella del tipo del delinquente.

Ma le scene di quei llicordi di una casa di morti, non danno solo la conforma, ma nuove aggiunte, nuovi tesori per l’antropo- logia crimínale. Vediamo, per es.:

Eeligione. — II rispetto peí Natale era singolare. Tutti pare- vano occupati benclié non avessero nulla a fare; lino chi gozzovi- gliava conservava un’aria grave, il riso era interdetto. Nimio, fosse anche involontariamente, poteva contravvenire al riposo generale e mancare di rispetto alia festa che li riuniva dinanzi a loro stessi col resto del mondo.

Molti adempiono ai loro doveri religiosi , pero solo i vecchi ; i giovani no, al piii questi facevano il segno della croce, al mattino, nei giorni di festa. A Pasqua pregavano i forzati con vero ardore; tutti ollrivano un papetto per la cliiesa o un cero. — Tutto cié con-

ferma quanto poco sia ammessibile l’irreligiositá dei criminali.

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Animali. — Avevano una vera passione per gli animali. Se a- vessero potuto, avrebbero popolato il careere di uccelli e di altri animali.

11 capro Vaske era cosí adora to, clie si tratté seriamente di in- dorargli le corna.

Ozio. — Non avrebbero lavorato che sotto la minaccia del ba- stone.

Cupidigia. — 11 forzato é ávido del denaro, ma lo getta dalla


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finestra per procurarsi l’immagine della libertá, per far creciere, fumando o bevendo, che essa gli é vicina. Non stimavano troppo la ricchezza, non ne conobbi uno che si umiliasse all’altro per aver danaro. Ne chiedevano ai ricchi, ma piü per amore di burla che per averno effettivamente.

Azioni meteoriche. — Aprile comincib: si rimpiange di piü la


liberta: nei giorni chiari seno piü impazienti, piü irritati; le risse


aumenlano. Nella slagione calda, quando si senle nell’anima la na-


tura che rinasce con tutta la sua forza, si stenta piü a sopportare


la prigione.


Follia. — 11 detenuto sta sommesso fino ad un certo limite.


Strane sono le eruzioni sue di indisciplina. Sopporta anni interi delle pene crudeli e si rivolta per un nonnulla; parrebbero pazzi.

Una intíessibilitá anímale come quella del parricida che parlara ridendo di suo padre é troppo strana; deve dipendere da un difetto orgánico sinora sconosciuto alia scienza.

Quasi tutti gridavano o parlavano durante il sonrio. « Sognavano ingiurie, ascie, coltelli. Noi siam senza viscere, dicevano, eppercio gridiamo durante la notte. »

Follia. — Ciascuno sognava qualche cosa d’impossibile: l’in- quietudine strana che dovunque trapela, l’ardore della speranza di fatti i piü irrealizzabili pareva un delirio.

Un detenuto sta molti anni tranquillo, finché diventa capo-squadra: poi, tutto ad ad un tratto, con grande meraviglia dei capi, costui si ammutina, e commette delitti capitali, assassinii, ecc. La causa ne é la manifestazione ansiosa della personalita: una melanconia istin- tiva di affermare il proprio io, malgrado che il giudizio ne mostri l’impossibilité ; é come un accesso di epilessia.

Vanitá. — Alcuni amavano abiti nuovi e singolari : panciotti colorati, cinte con metalli. La gioia di essere ben vestí ti era grande come nei bambini; del resto i forzati sono grandi fanciulloni. Gli abiti sparivano, forse il giorno stesso, per ubbriacarsi. Appena ave-


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vano bevuto, caricavano le parvenze dell’ubbriachezza, perché l’eb- brezza era una distinzione aristocrática.

Yandali, assassini che il bagno non doma, che conservano uno spirito di bravata, che amano dire: « Guárdate hene, ne ho spediti sei » amano trovare qualche dabben uomo, davanti al quale van- tarsi con una decente importanza, dissimulando il desiderio di larlo stupire colla sua storia.

...Tutti i carnefici che io conobbi erano di una vanita eccessiva, di un eccessivo amor proprio, e forse favorita dalla paura che ispi- ravano, e dall’apparato teatrale delle loro funzioni.

Insulti , ingiurie. — Si insultavano da artisti. I/ingiuria era una vera lotta; s’ingegnavano di offendersi con frasi avvelenate e coperte, che giungevano fino al cuore.

S’ingiuriavano per distrazione, per vanita. Chi sapeva artística- mente ingiuriare era piü rispettato.

Reo-nato, contrablando. — Chi crederebbe che il guadagno ha piccola parte nelle tendenze del contrabbandiere? Epperó questo é sicuro. Egli lavoraper vocazione, nel suo genere é un poeta. Rischia tutto quanto ha ; s’espone a pericoli grandissimi. Ne conobbi uno, dolce, socievole, condannato a vita per contrabbando, che non poteva perdere l’istinto di contrabbandare l’acquavite in prigione: non ne riceveva clie un guadagno derisorio, mentre chi si arricchiva era l’impresario: aveva una paura enorme delle verghe, eppure quante volte non vi passó sotto! piangeva, giurava súbito dopo che piii nol farebbe, poi ritornava.

Mendicanti-nati. — Yi soné dei veri mendicanti-nati, il cui de- stino é quello di restare sempre tali; di restare pacifici, umili, sotto la tutela di qualche prodigo e ricco, ad agire per gli altri e grazia agli altyi, incapaci di ogni sforzo, di ogni iniziativa.

Ció che li caratterizza é Tassenza d’ogni personalitá. Suchinof non si animava che quando gli si dava un ordine ; pareva un uomo battuto fin dalla nascita.


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Tipo crimínale. — Sirotchine, che, soldato battuto da tutti , dopo aver tentato il suicidio, aveva ucciso il capitano per dispe- razione, era il solo bell’uomo della cosí detta sezione particolare; gli altri erano orribili a vedersi. Gagin, sopratutto, pareva un gran ragno per la testa grossa e deforme, il corpo alto ed er- culeo. Era colui che godeva tirare ai bambini piceoli e tagliarli lentamente.

Cobiline era un colosso. Bacldov, omicida per amore, era d’al- tissima statura, dal viso ingenuo, con poca barba.

Steppani Doroseici é un uomo muscoloso, robusto, grande, tran- quillo, ma non bestiale; l’altro, l’avversario, era un uomo grosso, solido, dal viso rotondo, ecc.

Valarmof aveva un labbro enorme, un grosso naso carnoso e fiorito.

R... a 23 anni era sólidamente muscoloso, d’alta statura, di pelle scura.

Criminali non giuridici, peggiori clegli altri. — Gliere Blat- nicof, tenente di 30 anni, alto, grosso e forte, con delle guancie rosse e cariche di grasso, con denti bianchi e un riso formida- bile, era tenuto come un mostro dagli stessi ufficiali; era un gliiot- tone della frusta : quando doveva farne eseguire faceva il pietoso, fingeva di lasciarsi commuovere alie prime preghiere, e di sospen- dere l’esecuzione; poi, quando, suonato il ritorno del tamburo, tutto pareva finito, allora improvvisamente ordinava ai soldati di battere il condannato colla massima crudezza, « scorticatelo, battete forte, bruciatelo », e quindi a ridere a crepapelle, ed egli allora era felice.

Aveva, poi, delle varianti, come era quella di persuadere il fu- stigando a correr egli la cosí detta strada verde , senza farsi tra- sportare sopra il fucile ; dopo i primi quindici colpi era egli che pregava inchiodato per térra che lo si facesse porre sul fucile, mentre il tenente si teneva le coste dal ridere.


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IUmorso. — In mol ti anni di osservazione non lio trovato in essi il piü piccolo segno di pentimento, il piü leggero, fuggitivo dispiacere.

Solo nella casa di forza lio sentito narrare con risa fanciul- lesche i piii crudeli delitti. Cosí un giovine nobile raccontava trauquillamente d’aver tronc-ato il capo al padre ed appoggiatolo sotto un cuscino.

Senso mor ale. — Lungi dalTirritarsi contro le spie e di tenerle da parte, le si eercavano ed erano preferite da tutti.

Quanto ai delitti coi superiori avevano una maniera di conside- rarli tutta loro e tutta empírica: li scusavano come una fatalitá, come eseguiti in stato inconsciente; pero nella pratica compren- devano che i capi non potevano essere del loro parere e che dove- vano infliggere loro un castigo.

V’erano uomini che per anni ed anni sembrano induriti nel male, e che ad un momento il piü inatteso si spandevano in una ricchezza di sentimenti e cordialita, con eomprensibilitü strana del clolore altrui, che si sarebbe detto che loro cascassero le scaglie dagli occhi.

S tupid itá. — Osip gli faceva da cuoco; egli tentó parlargli molte volte, nía egli non sapera rispondere che si e no; era un briccone coH’intelligenza di un bambino.

Istrazione. — La meta, e anche piü, dei detenuti, sapeva leg- gere e scrivere. In quale altro gruppo d’uomini russi pótrebbe dirsi altrettanto? Non che, come vuolsi, ristruzione demoralizzi, ma certo essa aumenta lo spirito di risoluzione.

Insensibilitá dolorifica. — Gagin ubbriaco di venta ferocissimo: per calmarlo, dieci compagni si gettano su di lui e lo pestaño atrocemente sul ventre e sul petto come un materasso fino a che abbia perduto i sensi; allora lo si mette nel letto e lo si copre con una pelliccia. Un altro ne morrebbe, ma egli il giorno aopo si leva tranquillamente.


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Alessandro Talmucco aveva ricevuto quattromila verghe senza quasi soffrire, perché da bambino era cresciuto sotto la frusta. « Olí se me ne lianno date (diceva) delle frustate ! Quando sogno, sogno serapre frustate ».

Come la Casa dei morti é una pittura dei rei di delitti co- muni, i Besi di Dostojewski, Gli osscssi (inaftoidi politici), Pictro- burgo, 1886, sono, o meglio vogliono essere una pittura precisa del delinquente político ; dico vogliono essere perché esagerano troppo quello che noi, del resto, abbiamo sostcnuto: entrare per una grande quota nei rei politici i pazzi, i criminali e i mattoidi.

Stephan Trophimovitch é, salvo una maggiore vernice classica, il foqué di Daudet nel Jaclc ; o un mattoide che lia sempre un lavoro in fabbricazione che non finisce mai, che credo di essere perseguitato dalla polizia russa per le sue idee liberali e per le opere classiche che intcnde sempre di pubblicare. Nel fondo non é libérale, anzi, classicista, é av verso al nichilismo, ed é scliiavo di una generalessa che lo pensiona, di abitudini viziose. Khiriloíf é un epilettico, colla monomanía del suicidio che non é pero disin- tercssata, perché egli vende in orba il proprio suicidio ai niclii- listi, onde fuorviare sopra di sé uccisioni che cssi poi commette- ranno.

ChatoíT é un violento fanático, incapace di stabile lavoro, nía onesto, che per persuadersi del socialismo sofTre parecchi anni la fame come semplice opcraio, ma che si disilludc delle utopie dei socialisti, e ne viene ucciso; sua moglie, di cui é innamoratis- simo, é una prostituta, trascinata al malo dalle idee socialistiche della comunione, ecc.

La mamraana, madama Vinguinsk} 7 , era una ribelle teórica e pratica, che bestemmiava dannatamente, e appena sposa comin- ciava a dichiarare al marito che essa intendeva di sostituirlo col capitano Lebiadkine; nel resto abilissima e filantrópica.

11 capitano Lebiadkine, un rivoluzionario in via di finiré spia,


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c un alcoolista, pazzo morale, ricattatore, con smanie e facoltá alia lírica; sua sorella, semi-prostituta, é poi demente.

Pietro Stephanovich, figlio del primo mattoide accennato, é il vero capo congiura, sognatore, scettico, vendicativo, di un me- raviglioso sangue freddo e abilita nel dire bugie, adoperare i vizi altrni a pro della causa, seminare il paese d’incendi, assassinii, e sottrarsi abilmente al momento del pericolo, lasciando nella pania Elcher, un mattoide fanático, onesto, che giura per lui e Vinguinsky, un altro mattoide fanático che ha orrore del sangue.

Fedka, un assassino diventato tale per causa sociale, essendo stato venduto come schiavo al gioco dal primo mattoide filántropo, e che presta al nichilista la sua mano d’ opera, e ne e aiutato prima, colpito dopo.

In un’adunanza nichilista compaiono due altri mattoidi, uno fra questi che promette di leggere dei volumi interi alie assem- blee su questo tema:

« Un décimo dell’umanitá possederá dei diritti sopra gli altri nove decimi, che resteranno come pecore in mano dei primi » ; egli dice che « il mió sistema non é finito, la mia conclusione é in contraddizione colle premesse, eppure senza quelle non vi é soluzione possibile».

Ogni membro fa la spia ai colleghi per conto dei rivoluzio- nari ; e molti dicono del compagno : « É un nomo di genio, egli ha inventato Yégalifé ».

L’eroe vero da romanzo é Stravrochinc, figlio della generalessa, prepotente e poética ; lo Stravrochine, un uomo blasé , lasciví- simo, che guasta tutte le vergini con cui si incontra, che ebbe due accessi di follia epilettica da giovanetto, in cui morsicó le orecchie al prefetto, insultb senza ragione un uomo venerando, che non sente amore per la madre, che disprezza l’opinione pub- blica. NeU’armata fu indisciplinato, a Pietroburgo s’incanaglib , faceva parte di societá bestiali, con amori nefandi, e poi finí a


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sposare una mendicante demente e zoppa, tanto per romperé contro l’opinione pubblica. Ateo, del resto, e coraggioso, é considéralo, specialmente per le sue tendenze criminali, il Deus ex machina dei nichilisti, il futuro czar rosso, e invece li disprezza e si appicca.

La collera sua era calma, ragion atrice.

« Bisogna essere un grand’nomo per saper resistero al buon senso», una delle massime di Stravrocbine ; egli non vedeva dif- ferenza tra il tratto cinico e l’azione piii eroica. Era inaccessibile alia paura, era capace di uccidere un nomo restando sempre pa-

drone di se stesso. Si poteva comparare al rivoluzionario L ,

che cercb tutta la vita il pericolo, e cui la sensazione del peri- colo inebbriava: per lui era diventata un bisogno; andava a cercar l’orso di non altro armato che di un coltello, s’era battuto per uno stivale: ricco, aveva patito la fame per non sottomettersi al padre.

L’autore, poi, parlando di Lebiadkine che tenta un ricatto, dice: « 11 tratto speciale a quelle genti é la completa impotenza a scacciare da se i desideri: appena concepiti, bisogna che si ma- nifestino, a dispetto di ogni convenienza » .

Ecco come Stefano, il vero capo congiurato, espolie i suoi mezzi rivoluzionari :

« Prima di tutto occorre la livrea burocrática. lo invento dei titoli, degli impieghi, segretario, presidente, ecc. ; viene poi la sentimentalitá, che e l’agente piii efficace, poi vi sono i puri bir- banti; perb occorre per essi una sorveglianza continua : sopratutto vi puó il rispetto umano, la paura d’aver un’opinione propria e che si dica che maucano di liberalismo ». « E, aggiunge un com- pagno, vi e anche il segi'eto di far assassinare un compagno da cinque colleghi col pretesto che sia una spia, comecche l’assas- sinio cementa tutti » .

Mirabile é questa descrizione di allucinazione epilettica del Kiriloff: « Vi hanno dei momenti, 5 o 6 secondi, ove voi sen-


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» tite la presenza dell’armonia eterna; é un fenómeno che non é » terrestre né celeste, ma che l’uomo non puo sopportare; vi » sembra di essere a contatto con tutta la natura. Voi dite: «Si, » questo é vero»; non siete intenerito, ma gioioso. Se questo » stato di gioía dura piíi di cinque secondi, l’anima non vi puo » resístete, sparirebbe. Ció mi viene tntti i tre giorni, oppnre » tutte le settimane. Anche Maometto aveva la seccliia ; e ment.re » essa si vuotava egli cavalcava in paradiso; appnnto, dunque, » poclii secondi ».

II clelÜto e pena di Dostoyewski (1884) e un nitro dei capo- lavori di questo vero antropólogo criminale che ci dipinge uq reo d’occasione:

Roskalnikoff e incline alia pazzia, e, come egli stesso riconosoe, e vendicativo, invidioso e pieno di amor proprio. Povero. sicchb dovette interrompere gli studi, ha una sorella amantissima di lui, indottasi a matrimonio contro genio per poterlo aiutare. Sente parlare d'una usuraia trista e augurarsi da alcuni che essa mo- risse. A poco a poco egli 6 preso dal proposito di ucciderla ; pre- para Y alibi e l’istru mentó, o Puccide impunemente non visto da alcuno. ma poi ne resta cosí túrbate (1) che non ne approfitta, e nasconde il denaro rubato sotto una pietra : nel medesimo tempo fa del bene. Si da ad una prostituta che ama (1). Un assassino, Svidri gailofF, vedendolo senz’altro negli occhi, dichiara: Sentó che sei un mió compagno.

Egli ri torna piii volte vicino alia via ed alia camera dell’uc- cisa. É preso, se non da rimorsi, dal bisogno di confessare il reato, e vi si ribella: ma trascinato da un abile poliziotto, un giorno, improvvisamente vi cede, e fa poi, non ricercato, la piü ampia confessione del reato; dichiara che partí per uccidere la donna, nell’idea che Napoleone non avrebbe abbadato alia morte di un


(1) Ecco perché non é un reo-nato, ma un reo d’occasione.


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vecchio o di una vecchia per ottenerne uno scopo! egli aveva scvitto un articolo secondo cui gli uomini si dividono in ordinari e straordinari : ordinari quelli che debbono obbedire alia legge, e straordinari quelli a cui tutto dev’essere permesso per giungere ad una data meta.

I giudici stessi, trovandogli delle lacune psichiche e conside- rato il non aver approfittato del denaro e le ipocondriasi ante- riori, sentenziarono trattarsi di folliá momentánea.

In carcere non si riraproverava che di essersi lasciato prendere.

Egli dichiara d’aver finto un pentimento che non sentiva, ep- pfire aveva fatto atti Dobilissimi. Per sei mesi divise un magro cibo con un compagno raalato. Col pericolo della vita e ripor- tandone ustioni, salvo due ragazzini dal fuoco.

Ragionava in carcere: « In che la mia idea e la mía teoría

o

erano piü sbagliate delle altre ? Bisogna riguardare le cose da un punto di vista piü largo, e allora la mia idea non parra cosí strana. Delitto e una parola. La mia coscienza é tranquilla. I grandi gen i i han fatto di peggio, ma non s’arrestarono a mezzo, e perció non furono condannati. lo non seppi continuare». Non si riconosceva altro torto che d’aver ceduto, di essersi denunciato. Tenta il sui- cidio e non riesce. Si conduce benissimo ai lavori forzati, e si riabilita col lavoro e coll’amore di quella prostituta che a lui si dedico.

E evidentemente un caso di delitto d’occasione provócate dalla miseria, dalle circostanze, in una tempra non del tutto criminosa, che, se non si pente, non giunge peró ad usufruire del delitto, eppure vi ha largo accenno di epilessia; infatti piíi volte venne preso da accessi amnesici-epilettici.

Piü volte egli presentí che perdeva la coscienza di se stesso, e questo stato aveva continúalo con brevi intervalli fino alia ca- tástrofe.

Parecchie volte la memoria di alcuni fatti gli sfuggi comple- Lombroso. — ■ 23.


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tamente, e non avrebbe potuto metterne insiemo il nesso senza l’aiuto d’altri.

Qualche volta consiclerava certi incidenti come la conseguenza d’altri che non esistevano se non nella sua mente.

Qualche volta era dominato da una morbosa paura che traviava in terrore pánico; spesso per ore, per giorni, era immerso in mrapatia greve come l’indifferenza di certi moribondi ; negligeva le questioni, l’obliare le quali, in una posizione come la sua, gli doveva essere piü fatale, mentre si occupava di cose meno im- portanti, come di una tal Catterina di Ivanowa.

2 . Ib, sen. — Ibsen nella íledda Zabler ci ha descritto una donna nevrotica, che essendo incinta, e quindi con la nevrosi piii spiccata, si vendica, benché giá maritata, di un primo amante che l’avova abbandonata. facendolo ricadere nel vizio e bruciandogli un manoscritto che avrebbe formata la sua gloria. Virile, come tutte le criminali, ancli’essa da giovane aveva maneggiato la rivoltella.

Nell’ Anitra selvática, il crimínale truffatore, che forma ora tanta parte dell’alta Banca, é onorato, mentre si ha appena compassione della sua vittima.

Nelle Colonne della societá ci dipinge i grandi uomini politici, che sono insieme birbanti e nevrotici — quella nevrosi crimínale e nevrosi geniale che si rinnega come una bizzarria nel mondo.

Negli Spcttri si mostra come il vizio tanto quanto il delitto abbia una base orgánica e si erediti ed alterni colle affezioni cere- brali e questo si mescoli colla genialitá artística.

3 . Zola. — Lo Zola ha dichiarato avere attinto al mió Uomo delinqucnte o al mió Ilomme de gónie molti materiali del suo ro- manzo e l’idea capitale della Bóte Húmame , che é il mió delin- quente-nato.

Eppure, malgrado che si trovi soddisfatta la mia vanitá lette-


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raria, non vi sentó soddisfatto quello che in me é ancora piü pre- valente : Tamore del vero !

E prima di tutto, io fui sempre ammiratore dello Zola, appunto perché egli introduce il método positivo nell’opera letteraria.

I suoi romanzi sono, in fondo, delle storie moderne esposte sotto

forma di racconto, e che emanano da do.cumenti vivi, come le istorie

in genere da documenti morti. E della storia assume anche la se-

rietá, la sobrietá, contentandosi nell’intreccio di un filo sempli-

cissimo, e lasciando da parte quegli intrecci artificiali e convenzio-

nali, cosí facili a moltiplicare , appunto perché poco lontani dal

vero, a cui ci avevano abituati i román ti ci.

Se non che nella Bóte Húmame molti di questi convenzionalismi tornano a galla, ed hai ! quanto spesso !

Gli é bene uno strano incidente, per es., che lo stesso coltello, regalato come pegno d’amore coniugale, serva, a volta a volta, a tutti gli assassinii, e che quasi tutti questi disviamenti colposi ed i suicidi debbano proprio sempre capitare di faccia alia Croix De Maufras, dove avvennero i primi tentativi lascivi di Grandmorin. Che una quantitá cosí enorme di birbe s’accolga nel piccolissimo cerchio di una stazione secondaria e della sua vicinanza, é giá cosa strana; ma lo é ancora piü che tutti questi malfatti debbano, per giunta, concentrarsi in quella localita maledetta, che porta gia un nome lúgubre, predestínate.

É un fatto, questo, contrario alie leggi del vero e della probabi- lita: perché noi sappiamo dalla statistica che il numero dei rei, come quello dei reati, si nota sempre invariabile sopra un dato numero di migliaia di uomini, di chilometri quadrati e di anni; e non pué concentrarsi in un piccolo terreno, in pochi individui, oc- cupati per giunta, ed in si breve tempo. Ma quell’errore é un ri- torno atavistico, diremo, al giuoco vecchio dei romantiei, che fa- cevano commettere sempre i fatali avvenimenti in quei siti * fatali , da uomini ed armi predestinad, ecc. Anche nella Fortune des


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Jlongon vi é una carabina, con cui un contrabbandiere uccide un gendarme e che serve ad un ñipóte ribelle contro un al tro gen- darme, il quale, a sua volta, piü tardi l’uccide, quasi il fato non stesse nell’istinto ereditario, ma fosse legato a quello inconscio stro- mento,

Ma l’errore piü grande non é qui; é nella dipintura dei perso- naggi. Lo Zola, che ha dipinto stupendamente le plebi attossicate dall'alcool, ed anche assai bene la bassa borghesia dei villaggi e delle cittá, non ha studiato, secondo me, dal vivo i criminali; certo perche questi non si trovauo cosí fácilmente, né si lasciano studiare nemmeno in carcere, se non da chi ha la follia, come il Marro e il Ferri, di seguirveli per anni e anni. E le sue figure di criminali mi fanno quelTeffetto di sbiadito e sbagliato di certe fotografié cá- vate da ritratti ad olio, e non dal vero.

Cosí io, che lio studiato migliaia e migliaia di delinquenti, non saprei come classificare il Roubeaud, buon impiegato, buon marito, che, sorprendendo per un caso il segreto di alcuni amorazzi, nem- meno completi, fatti subiré a sua moglie prima di sposarsi con lui da un magistrato potente, si getta sulla moglie e sta per uc- ciderla, e poi si determina aH’assassinio del pseudo-adultero pre- ventivo colla complicitá imposta alia moglie, e sempre con quel tal coltello che essa gli ha regalato.

La vera hete humaine , il Jacques Lantier, il delinquente-nato, ha alcuni caratteri anatomici di questo, specialmente nella man- dibola voluminosa, ed é giustificata la sua tendenza crimínale dalla ereditá; ed é verissima quella passione omicida che si sostituisce in lui alia venerea, e che si sveglia alia vista delle carui fresche della donna giovine. Dove l’autore ha errato técnicamente, sta in ció, che questi sciagurati provano solo neiruceisione della donna il soddisfacimento venereo, e non altrimenti; mentre invece, almeno con Severina, quella donna che egli uccise, egli provó, e per molto tempo, un completo soddisfacimento. Ora, ordinariamente, l’uno


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esclude Taltro, cosí almeno accadde in quei casi che io ebbi sot- t’occhio (1), e che studió puré Krafft-Ebing.

É verissima, é indovinata proprio secondo le ultime ricerche, quella specie di yertigine e di amnesia epilettica che egli fa subiré due o tre volte a Jacques.

« Egli guardó la Severina seminuda sul letto come se non la riconoscesse ; ne serbava 1’ imagine perfino quando conduceva la macchina; cosí un giorno si trovó ridestato come da un sogno in un momento che passava in una stazione a tutto vapore, e malgrado dei segnali.

'« Un giorno si sentí cosí preso dalla smania di ferire, che si gettó fuori del letto come uomo ebbro, e la stette per cadere di nuovo (vertigine), e la camera gli pareva piena di nebbia rossa, e dopo che lasció la camera, non era piü lui che si moveva, ma l’altro, quello sconosciuto che aveva giá sentito agitarsi nel seno arso dalla sete ereditaria del sangue.

« Gli oggetti intorno a lui non erano piü che come un sogno, la sua vita d’ogni giorno si trovava come abolita, la sua persona- lita era assente, camminava come sonnambulo, senza memoria del passato, senza previdenza dell’avvenire. Tuteo nella íissazione del suo bisogno di uccidere, egli segue per uccidere le due donne e si trova vicino alia Senna senza sapere perche, e non sa cosa faccia ; la sola cosa che ricorda é di aver gettato il coltello, egli doveva aver camminato per ore e ore; e gente e case sfilarongli pallide da- vanti; era entrato in qualche sito amangiare, perche si ricordava di alcuni piatti bianchi e di un affisso rosso, e tutto s’inabisi- sava in un ñero gorgo, nel nulla, ove egli giaceva inerte da secoli forse. Quando si destó, era nella sua camera attraverso il letto, ove l’istinto l’aveva condotto come un cañe alia cuccia. Si svegliava


(1) Lomisroso, Amore nei pazzi. — Delittí di libídine, 2 a ediz.


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da un sonno di piombo, chisset? forse di ore, forse di giorni, e tutto ad un tratto la memoria gli tornava ».

Non lio mai trovato una descrizione piü perfetta di quella che io chiamo vertigine crimínale epilettoide (pag. 301, 303, 313). Ma anche qui un errore di fatto sorge da una velleitá assai male sod- disfatta di erudizione ; egli cosí spiega piü volte questi istinti ses- suali sanguinari con atavismo di tutta sua creazione; coi bisogni di vendicare i vecchi torti, che le donne fecero all’uomo delle cá- veme. Qui vi e un errore di fatto; le donne primitive non ne fecero dei torti agli uomini ; piü deboli di essi, ne erano forzatamente le vittime; c quegli istinti sanguinari sessuali si spiegano con ben altro atavismo, che rimonta anche agli animali inferiori, colla lotta fra i rivali per la conquista della femmina, che restava al piü forte, e pei ferimenti che si infliggevano, non di rado,alla femmina stessa, onde ridurla alie proprie voglie, alia schiavitü coniugale, lotte e ferimenti di cui rimangono ancora le traccie nella storia romana (Ratto delle Sabine), e nei riti nuziali (De Gubernatis, Riti nu- ziali ), anche dei nostri paesi.

Un altro difetto técnico devo aggiungere, ed é, che un degene- rato epilettico come Jacques, doveva avere altri difetti, una vio- lenza strana di carattere, un’irascibilitá senza causa, una profonda immoralitá, mentre invece egli appare un onesto uomo, salvo nei momenti feroci che lo assalgono.

Dal lato pero della monomanía sessuale sanguinaria trovo giu- stissima quella ripugnaza istintiva, da onesto uomo, che egli prova ad uccidere altri che non sia una donna giovine e bella, ad uccidere il Roubeaud, malgrado delle propizie occasioni e gli incitamenti della moglie.

« Uccidere questo uomo, ne aveva egli il diritto? Quando una mosca lo importunava, egli la schiacciava », ecc., ma poi sentiva che egli non poteva ucciderlo; gli pareva ció mostruoso, impos- sibile, ruomo civile si rivoltava in lui per la forza acquistata dal-


l’educazione (pag. 298) e dal lento stratificarsi delle idee trasmesse ; il suo cervello foderato di scrupoli respingeva l’assassinio eon or- rore; uccidere in un bisogno, in una violenza dell’istinto, si, naa uccidere volendolo, per calcólo, no, non lo potrebbe; e quando ó al punto di farlo, retrocede. « Col ragionamento non ucciderebbe raai, gli occorreva l’istinto di morderé, il salto con cui si getta sulla preda » (pag. 203). Tutto ció é verissimo.

In complesso, molto vi e di errato, ma molto d’indovinato in questo, che erail carattere principale ; ma un alienista non puó non trovarvi dei difetti gravissimi, maggiori del mérito.

Dove invece egli lia indovinato, e certo ha copiato dal vero, ó riel carattere della Severina. La quale, non vera crimínale, ma sen- suale, che si diede giá da giovine a sozze pratiche, che non sonte l’amore se non nella colpa, e che sa simulare fin da giovinetta ; eppure e una buona moglie, una buona massaia, finche l’occasione non la getta nel male ; ed é legata al marito, ed appunto per questo acconsente a farglisi cómplice nell’omicidio senza ribrezzo ; poi, attaccatasi a Jacques, sente a sua volta il bisogno di ucciderlo, c vuol convertiré l’amante in sicario.

« Era in lei (pag. 291) un bisogno di avere Jacques tutto a so, giorno, notte, senza abbandonarlo. 11 suo odio peí marito si aumen- tava, la semplice presenza di costui la gettava in una morbosa agitazione; ella, cosí docile, cosí teñera, si irritava, feroce, quando si trattava di luí ». Fin la faccia tranquilla di lui, il suo corpo ingrassato la faceva soífrire. « Oh andarsene lontano ! ». Cu giorno che egli pericoló per causa di una locomotiva, pensó quanto, av- verandosi il caso, ella sarebbe stata felice; sarebbe partita per 1’ America, incominciando una nuova esistenza.

Ed ella, che useiva prima cosí poco, andava ora spesso al porto a vedere i vapori che fumavano ! E nel momento decisivo appoggia la bocea ardente sulla bocea dell’amante che vuol mutare in si- cario. « Oh ! come l’amava! e come odiava l'altro! Oh! se avesse


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osato, lo avrebbe fatío leí, per evitargliene l’orrore; ma le sue mu ni erario deboli, le oecorreva il pugno d’un uomo ».

E questo bacio , che non finiva mai , era tutto quanto poteva ofFrirgli del suo coraggio, era il possesso pieno, la comunione del suo corpo che gli prometteva (pag. 301). Quando sollevó la bocea, credette essere tutta passata in lui, ed egli apri il coltello.

Ebbene, cosí o la donna crimínale: una criminaloide, come io la cliiamo ( Uomo delinquente , 2° volume) una donna che, quando non e spinta dalle grandi occasioni (e le occasioni sono sempre l’amore), non é capaee a delinquere; e quando pur delinque, ado- pera il braccio di un altro, che é quasi sempre l’amante, perche e debole.

Anche i caratteri anatomici, che non sono quelli del delinquente- nato , puré hauno qualche cosa di particolare, che non hanno le altre donne. Aveva i capelli nerissimi, che facevano una specie di casco sulla fronte, la faccia lunga, la bocea forte e gli occhi larghi bien di pervinca.

4. Gahbokg. — Ame Garborg, che c il Zola della Norvegia, e che, processato, disprezzato, giunse ad avere nel Nord la piü grande popolarita che si a concessa a un letterato, nel romanzo Kolbotnbrew og Andre Shildrinyar , Bergen, Utgjevet av Mons Litleré, 1892, dipinge un pazzo inórale, che essendo ricco e po- tente, non ha occasioni per mostrarsi birbante, ed é anche filán- tropo. Nella solí tudine d una malattia legge il mió libro L'uomo delinquentc, e trova che tutti i caratteri anatomici e funzionali del delinquente-nato rispondono ai suoi, e comprende allora gli istinti che lo trascinano al male, e per non esservi trascinato si uccide.


— 361


5. Nordau. — Ma una piü grande applicazione é stata fatta direttamente della teoria degenerativa dell 'XJomo dclinquente e MYUomo di genio dall’ingegno forse piü acuto e piü audace dei nostri tempi, da Max Nordau, nella spiegazione del misticismo, del simbolismo e del decadentismo letterario.

Max Nordau ha mostrato, nel primo volume del libro Entar- tung , uscito recentemente, come i risultati della nuova scuola psi- cbiatrica, applicati alia critica artística, possanvi daré un nuovo, potente e veramente scientifico mezzo d'analisi. Rifiutandosi a cercare in influenze di ambiente, che non possono essere se non superficiali, la genesi di un’opera d’arte, egli l’ha invece cercata nelle malattie, nei vizi, nelle virtü, nelle particolaritá psichiclie degli individui. E come possa essere fecondo quel método, sebbene il Max Nordau abbia forse troppo insistito sulla degenerazione, senza mettere abbastanza in luce la genialitá, che spesso le si accompagna, lo dimostrano cinque studi: uno dedicato ai pre* rafFaelliti (Rossetti, Swinburne, Morris); uno ai simbolisti francesi Mallarmé, Verlaine, Réné Ghil, ecc. ecc.); uno a Tolstoi e al tol- stoismo ; uno a Wagner e al culto wagneriano ( Richard Wagner's Bienst ); l’ultimo alie parodie del misticismo: sempre 1’ origine dallarte e trovata nei caratteri del degenerato: nebulosita delle rappresentazioni mentali e disordine nel loro corso; ideazione fa- raggi nosa e confusa; erotismo in generale intenso; grande sugge- stionabilitá; emotivitá facile ma superficiale ; vanitá ed egoísmo, per cui non osservano cose che in rapporto a se stessi.

La degenerazione di questi artisti spiegherebbe, secondo il Nordau, il costante arcaísmo delTidea fondamentale delle scuole che essi hanno fondato o a cui appartennero.

I preraffaelliti, infatti, tipo Rossetti, tornano al Medio-Evo, pro- clamano perfetta 1’ arte infantile di Giotto o del Rotticelli, per disprezzare l’arte matura, in piena virilitá di forme e di forze, di


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líaffaello ; Morris, iu pierio secolo XIX, si traveste da bardo c da scaldo primitivo; tratta dei loro argomenti, non usa che parole adoperate dal Chancer e dai suoi contemporanei e predecessori ; i simbolisti francesi ripudiano per la fede la scienza, per Cristo, Darwin; Tolsto'í vuol ricostruire la semplice chiesa dei cristiani primitivi e ri tornare alia vita patriarcale; Wagner simboleggia la lotta tra lo spirito e la materia, tema prediletto alie contempla- zioni mistiche del Medio-Evo.

E nella degenerazione il Nordau trova anche l’origine di molti caratteri delle opere loro: delle aberrazioni religioso-sessuali del Tolsto'í; del misticismo filosófico e del tentativo vagneriano di ricongiungere in servizio del dramma musicale tutte le arti ; del colorismo e musicalismo dei simbolisti francesi, per cui la parola non deve pin rappresentare un’idea, ma risvegliare una immagine ottica o acústica; dell’entusiasmo con cui molta letteratura spiri- tista si e gettata dietro fatti veri ma ancora misteriosi, alia veechia idea degli spiriti e delle anime dei morti.

A parte qualche esagerazione e unilateralitá, il libro é veramente destinato ad inaugurare una nuova era nella critica.

6. Esagerazioni positiviste. — Abbiamo veduto che se la let- teratura trova una sorgente nuova e feconda nella nostra scienza, questa, a sua volta, trova un aiuto potente nei documenti accu- mulati nei capolavori di questi maestri dell’osservazione umana, che possono contare tanto e piü dei piü eruditi antropologi, perché meno preven uti e perché intanto ci aprono una larga via di comuni- cazione col gran pubblico.

É nei romanzi di Sacher-Masoch e di Zola ( Nana, e Venus im Pete, per esempio) che gli alienisti hanno ora trovato i dati per avere il tipo completo di quella psicopatía sessuale, in cui gli uomini si fauno schiavi della donna, godendo di sentirsene avviliti, calpe- stati come bestie da soma; tanto che si é chiamata questa forma


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di raalattia « masochismo » (vedi la bella P sycopathia sexucihs di Krafft-Ebing); cosí puré si é chiamato « sádico », dopo i romanzi di De Sade, il tic morboso di goder la donna torturándola. Kleist nel P entíleles , Sylvestre nel Brunhilde , ne lianno fatto inversa- mente un’applicazione alia donna che si compiace di morderé o ferir l’uomo.

Aggiungo, pero, che se tutto questo é vero nella psichiatria, non é sempre accettabile nell’arte; non vi é dubbio che le esagerazioni del vero non sono utili in letteratura: perché, e noi siamo i primi a dirlo, il vero non é sempre bello; come vi solio delle donne bellissime perverse e degli angioli di bontá che sono brutti.

Per capire questa contraddizione senza scostarci dalla natura, ricordiamo che 1’ occhio non vede le immagini delle cose come sono, come fotografié, ma facendo una rapida scelta tra le im- magini successive: che vede, insomma, ció che vuol vedere.

Bertillon scrive nella sua Fotografía giuclmaria :

« Si é ora unanimi nel riconoscere Perrore di certi pittori, che per riprodurre la veritá piü davvicino, pretesero trasportare, senza scelta, nelle loro combinazioni pittoriche, le combinazioni straordi- narie dei movimenti rivelati dalle fotografié istantance. Noi ab- biamo un bell’essere prevenuti e anche intimamente convinti che le pose eccentriche che ci si mettono sotto gli occhi sono cálcate sulla natura stessa: il nostro intellctto disorientato non giunge, malgrado tutti gli sforzi, a ritrovarvi il tipo, che fino ad ora é caratteristico per noi, del cavallo in moto ».



APPENDICE I.


ULTIME RTCERCHE ED APrLICAZIONI


II progresso del I a nuova Scuola é cosí veloce, che questo volume non era ancora finito, che avrei dovulo incominciarne un allro. — Vi supplisco per ora coll’accennare, piu che col riassumere, in un’appendice, le osservnzioni piu originali. Bastí intanto quesla im- possihilitá di completare in un’opera il movimenlo scientifico di una breve serie di mesi a provare quale sia la sua cosí poco accorta- mente negata vitalilá.

i. Anomalie craniche e SCHELETR1CHE. — Sladerini (i) ci diede uno studio sulle anomalie di tre schelelri e tre cranii di criminali- tipi.

L ’osservazione I a é nolevole per l’aumenlo numérico delle ver- tebre lombari, per l’anomalo sviluppo dei denti, per la plagiocefalia associata ad asimmetria della faccia (fig. I,, I s ), per la traccia di doppio incisivo bilaterale.

L 'osservazione 2 a : per la grande sclerosi e diminuita capacita del cranio, per l’interparietale único, per le due profonde fosse pre- condiliche (fig. II,, II,), per la linea temporale cambíala nel suo primo tratto in robusta cresta ossea.

L 'osservazione 3 a , infine, é degna di nota, perché, oltre al sacro composlo di sei pezzi ed alia esagerala ampiezza dei seni í'rontali, presenta una slraordinaria sporgenza della mandibola e due ben di- stinte apofisi lemuriniche (fig. III,, IIIJ.


( 1 ) Sopra tre scheletri di delinquenti. — Archivin di •psichiatria, 1892 .


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Z. SCOPERTURA DEL CANALE SAGRALE IN DELINQUEN! 1 !. — Dalle 110 - sire ricerclie falle col dolí. Monguidi (1) su 59 schelelri di delinquenli,


Vis- 45-50.


risulló ¡n 1<S, cioe iicl 37 0[0, inconi piola chi usura nel canale (¡n 12 era a per lo fino alia lerza vertebra sacrale; ¡n 6 fino alia seconda).

(1) G ¿órnale delVAcc. di Medicina, 1892. — Ardí, di psich., XIV, III.


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Tre, cioé il 5 0(0, presentavano ¡1 canale sacrale completamente aperto. In tullo, dunque, la scopertura si Irovó nel 42 0|0.

Su 5 scheletri di merelrici preparati dal prof. Scarenzio, 5 ave- vano il canale sacrale incompletamente aperto.

Invece in 27 normali si trovó apertura completa del canale in uno solo, apertura incompleta fino alia 3 a sacrale in due ; in tutli dunque nell’H 0(0, un quarto in meno che nei criminali.

3 . Fessura. orbitale inferiore. — Tanzi (1) or ora ha richiamato l’attenzione sulla fessura orbitale del cranio umano, finora poco de- gnata di sludio.

Situata, presso a poco, lungo lo spigolo quasi rettilineo che divide le due pareti inferiore ed esterna del la pirámide orbitaria, il Ge- genbauer (2) ravvisa in essa un residuo dell’enorme eorounicazione che nei carnivori unisce la fossa temporale col l’orbita, ed afferma il suo reslringersi essere, dai carnivori in su, continuo e progres- sivo. Un antropólogo ungherese (3), il Tórók, in una monografía sull’orbila dei Primati, conferma quest’asserzione; e dai Lemuridi all’uomo inesatlamente egli scorge una serie di fessure orbilali in- feriori la cui ampiezza va regolarmente scemando di specie in ispecie, o per lo meno di genere in genere. Finalmente in un articolo pub- blicato ne\Y Archivio del Virchow (4) parecchi anni prima dei la vori precedenli, il dott. Mognus descrive cerle varielá di questa fessura sfeno-mascellare che ebbero poi ospitalita in vari i trallali, e che oífrono un nuovo addenlellato al concello che nel la filogenesi la fessura vada incontro ad una diminuzione gradúale.

Le ricerche del Tanzi dimoslrano erróneo queslo quadro evolu- tivo, in cui Puquio pin perfetto sembra che dovrebbe offrire il mi-


(1) Tanzi, La fess. orbit. inf. — Archiv. anlrop ., 1892, fase. 20.

(2) Gegenbauer, Anat. hum., l' :ri ‘ partie, 1888, pag. 210.

(O) Torük, Die Augenhole dar Primaten, 1889.

(4) Mognus, Die sutura zigomatira sphenoidalis, 18G9, xi.vm. — Vedi Tanzi, 1. c., pag. 7.


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nimtim di quest’apcrtura. Studiandola i n circa 2000 cranii umani, ed ispezionandone, senza misurarli, ollre 370, egli venne, fra Je allre a queste conclusioni finali:

I o La fessura orbilale inferiore oííre tre tipi principali diversi: un lipo mediocre assai comune, un tipo gigantesco ed un tipo mi~ nuscolo egualmente rari.

y

2 o La grandezza della fessura sfeno-mascellare non é, in pra- ticn, un indizio d’inferiorilá. Le fessure d'una certa ampiezza si trovano anzi, sia come caraltere nórmale, sia come varielú indivi- dúale, piultosto nelle razze alte che nelle basse, e nei non degeneri piú spesso e piú spiccatamente che nei pazzi.

3 o La fessura orbilale inferiore, bencbé, ricordando la promi- scui la dell’orbita colla fossa temporale, rappresenti in genere un residuo atávico destínalo a sparire, gode nelle scimmie il benefizio d’una riduzione volumétrica piú considerevole dell’umano; sotlo questo singólo riguardo la scimmia é dunque piú evolula dell’uomo.

■4° La riproduzione nelTuomo d’un lipo pitecoide si rinviene quindi, non giá nelle forme gigantesche, che sono prive di riscontri filogenetici esatli , ma nelle fessure esigue, che rassomigliano per- feltamente, anche per la particolaritá del contorno, a quelle del- l’orango e del gorilla.

5 o Le fessure gigantesche non cessano perció d’essere anomale a loro volta, in quanto rappresentano un arresto del lo sviluppo, e mantengono la forma e le dimensioni della fessura infantile (i).

Quanto alie variazioni di forma , si osserverebbe per le fessure del le due orbile una legge di simmetria costante, non menoche per la struttura e per le misure. La forma piú comune ed umana sa- rebbe la fessura a clava , piú frequenle nelle fessure di mediocri dimensioni. Nelle fessure piccole (frequenti negli antropoidi) pre- varrebbe invece la forma retlilinea. La fessura dei neonali e def feli 6 grande ed a contorni piultosto semplici; nei pazzi, daH’esame seríale risulta una prevalenza delle fessure minuscole (pitecoidi) con


(1) Tanzi, 1. c., pag. 29 30.


369 —


uu discreto numero di fessure infantili: il tipo cara llerislico 6 leg- germente piú piccolo dei normali. Lo stesso latió si avrebbe nella serie dei Papuani, meno accentualo nei Peruviani, di miovo spic- cato in 1-4 Fuegini, ma non nei Negri (su 22,8 i nía mili e 8 pite- coidi): in conclusione, perú, nelle razze inferiori si avrebbe, al parí dei pazzi, un contingente superiore di fessure pitecoidi. Nei Primali, piú basso é il livello loro, e piú minuscole sono le dimensioni dclla fessura, almeno anteriormente. Le fessure giganleselie debbono quindi inlerprelarsi come un arresto di sviluppo e non una deviazione ata- vien, lali devono essere invece intese le fessure esigue.

Quesli sono i risullati a cui é giunto il Tanzi. Perú, obbiettagli ora Ardú(l): Gome puó egli, che rimprovera al Gegenbaucr, come non dimostrata, l’asserzione che questa fessura vada subendo una legge progressiva di riduzione dai carnivori alie specie superiori, nffer- mare a sua volta che il tipo infanlile sia recisamente un arresto di sviluppo, e non piutlosto ancb’esso, almeno qualehe volta, un ritorno atávico? Forse perché esso esiste nei cranio infanlile? Questa non sembra una prova categórica, e non loccando ch’egli non dice se nei cranii infantili non possa presentarsi anche uu altro tipo di fessura, vediamo in razze inferiori (Negri) meno frequente il tipo pilecoide, in cranii patologici (pazzi) piú frequente questa che l’infantile. Non é detto, infine, che una deviazione atavien debba assolu lamen te re- slringersi agli anlropoidi, che olfrono la meno larga fessura; o non é dimostrato che la forma gigantesca di questa sia priva di riscontri. filogenetici: come possiamo distinguere se questa sia veramente do- vuta ad un arresto di sviluppo e non ad un lonlano atavismo?

Cié che il Tanzi ha veramente posto in chiaro, é Posservazione che nelle scimmie quest’apertura si olíre meno vasta che nell’uomo; fatto a cui il Tanzi altribuisce, coll’ipotesi del Gegenbauer stesso, signifícalo di maggiore evoluzione.


(1) Archivio di psichiatria, ecc., vol. XIV, fase. III, 1893.


Lommoao. — 24.


370 —


4 . Td. — Ardii (1) ha esaminato dielro mió invito, nelle mié col- lezioni, come si presentí questa fessura anche negli epiletlici, nei crelini e nei criminali. Eccone le cifre riassunlive:


Cifra


Fessura orbit. inf. in Epilettici Cr¡mirali


Cretini


Lungh.

Largh.


42

14


Massima . . .

. . . 80,0

14,4

100,0

18,1

80,0

19,5

Mínima . . .

. . . 68,6

4,0

44,4

4,3

70,0

5,1

Diíf. fra preced.

. . . 11,4

10,4

55,6

13,8

10,0

14,4

Eapp. id. 0[0 .

. . . 85,7

27,8

44,4

23,4

87,5

26,1

Media totale

. . . 67,2

9,0

72,8

9,66

74,8

10,8


I o Negli epiletlici , per la lunghezza, il massimo Índice (80) ed il minimo (68,6) non differiscono molto da quelli dali dal Tanzi (2); il mínimo rimane solíanlo nolevolmenle piú alto: la variabilitd sa- rebbe quindi minore. Lo stesso e piú marcalamente si lia per la lar- ghezza; inentre nelle cifre del Tanzi il mass. ed il min. oscillano Ira il 2i ed il 2, nei nostri epileltici oscillano ira il 14,4 ed il 4: la va- riabilitá é quindi grandemente minore. Inollre, come per le cifre del Tanzi, le larghezze variano piú forlemente delle lunghezze: in quella sla dunque veramente la parte piú mutabile di questa apertura. Negli epiletlici si avrebbe dunque (salvo la scarsilá delia serie) un tipo di fessura assai piú stretto.

Nella serie abbiamo :

Lunghezza Larghezza

Fra 68,6-70 casi 3 Fra 4,0-10 casi 8

70.1- 75 » 5 10,1-14,4 » 6

75.1- 80 » 0

II Tanzi non dá la media aritmética dei suoi casi (fra 7 e 15);

la noslra é di 9,0.


(1) Archivio di psichiatria, ecc., vol. XIV, fase. III, 1893.

(2) Le fessure piü lunghe non superarono inai l’indice di 80 (48 mm.), le piü corte 56 (25 mm.), le piü larghe 24 (11-12 mm.), le piü ristrette 2 (meno di 1 mm.). Fra i 29 ed i 36 mm. per la lunghezza (indice 68 e 74) ed i 4 ed i 7 per la larghezza (indice 7 e 15) esiste il gruppo piü numeroso delta grandezza medesima. Le larghezze variano quindi piü fortemente (da 1 a 12 mm.) che le lunghezze (da 25 a 50 mm.).


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2 o Criminali. Nei criminali abbiamo invece per la lunghezza un M. ed un m. nolevolmente piu estesi (il w. in ¡specie), menlre per la larghezza si ba ancora ii falto osservato precedentemente, come mostrano le cifre della divergenza. L’una e I’altra misura sono lut- tavia, rispetto agli epilettici, alquanlo raeno divergenli. Deve quindi ri petersi la conclusione precedente, abbenché si abbia nei criminali quel falto giá osservato per altre misure (1): una maggior frequenza delle cifre estreme.

Nella serie abbiamo :


Lunghezza


Larghezza


Fra 44,4-50 casi

1

Fra 4,3-10 casi

25

50,1-60

»

1

10,1-15 »

13

60,1-70


11

15,1-18,1 »

4

70,1-80


24


80,1-90

»

4


90,1-100


1



La media, cosí per la lunghezza come per la larghezza, cadrebbe quindi nei gruppo che offre anche maggior frequenza. Le serie sono abbastanza regolari; nella larghezza si osserverebbe una maggior fre- quenza di cifre inferiori. La maggior frequenza dei casi si osserva per la lunghezza fra 70 e 80 (Tanzi, 68 e 74) per la larghezza fra 10 e 15 (Tanzi, 7 e 15).

3 o Cretini. Pei cretini abbiamo cifre poco differenti da quel le degli epilettici, e ancora lo stesso falto per la larghezza osservata in ambi i gruppi precedenti. La cifra media é peró la piu alia, tanto per una misura che per l’altra; si avrebbero qui le pin vaste dimensioni osservate.

Nella serie abbiamo :

Lunghezza Larghezza

Fra 70-75 casi 7 Fra 5,1-10 casi 7

75,1-80 » 7 10,1-15 » 5

15,1-19,5 » 2


(1) Lohbroso, Uomo delincuente. — Tormo, Bocea, 1889.


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ConHudendo , Ardil avrebbe osservato:

r Negli epilellici, criminal!, crelini, progressivamenle, una varia- bililá minore di quesla fessura, specialmenle nella larghezza, con una frequenza media od un livello pió basso. La larghezza ó delle due mi- sil re la piú variabile. I crelini offrirebbero la maggiore (larghezza) am- piezza osservala, i criminali la maggior variabil ilá (lunghezza).

2° Riguardo al signifícalo di questi fatli, se l’ipotesi del Gegen- bauer ó vera (come lo sombra, eccezione falla per le scimmie), nelle lie calegorie su esaininale si avrebbe progressivamenle (salvo la scar- sila della serie) una maggiore approssimazione, in generale, al tipo pilecico, senza che sian peró mancad’ quei casi (cretino) chiamali dal Tanzi arresto di sviluppo.

5. Arco temporale. — II Fusari (1), trovava in una proslilula di Ferrara, d’anni 21, Farro temporo-mascellare, soltomalare (Pro- cesso zigomaiico delFosso lemporale che si arlicola col processo zigo- matico del mascellare al disotto delFosso malare) — una varíela veramente «lávica, dei carnivori.

In altra prostituta di Reggio Calabria (2) trovó una fossetta occi- pital mediana, e la mancanza di gran parle della squama del lem- porale (os squamosum) soslituila da una maggior estensione del pa- riclale e del 1 o sfenoide, il che ricorda conformazioni craniali di uccelli. — In un coallo di Ferrara trovó la presenza di un muscolo stilo-masccllare, come nei piteci, ed il venlre anleriore del digaslrico confórmalo a diaframma come nel cavallo.

«. Fisio.nomie di prostitute Russe. — La dolloressa Tarnowski (Arch. di psich., XIV, lase. I-1I) c¡ spediva, or ora, dono degno di lei : un bellissimo studio accompagnato da fotografíe (V. Tav. III) su 100 prostituto della slessa cilla (di Mosca), e anzi della slessa ela, 18 a 22 anni; all’invcrso delle criminali, lianno una bellezza, se non gene-


(1-2) R. FosAnr, Varietá preséntate dalle nasa del cranio che si trovano nel Museo anatómico di Ferrara, 1891.



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rale, almeno relativa ; ma non manca in esseJl tipo speciale che usiamo chiamare crimínale.

Questo tipo tróvate specialmeule riel N. 18, 23, 10, 2, 3, 10; in modo assai incompleto (mezzo tipo) nel 15 0[0 ; neU’uno e nel- l’allro misto a caralleri pazzeschi, come nel 17, 18, 10, 22, 23, che negli occlii slralunali, nelTincomposlo della fisiono m iü , nell’assi- metria della faccia vi ricordano le pazze degli ospedali, specialmenle le maniache.

Singolare, poi, 6 la rnonolonia della loro fisionomía, assai maggíore che nel le criminali. La I a , la 2 a , la 3 a , la 4 a , la 6 a , l’8 a , la 12 a , la 14 a semhrano avere la slessa faccia, e ció per lo slesso grande sviluppo delle mascelle, degli zigomi e dei capelli.

Ma non inancano le bellezze assolute: tale la 25, che potrebbe dirsi una Elena russa, e la 20, che, salvo la durezza dei tratti, c bellissima. Tulle le 15 prime, viste in una sin da, passerebbero per bellezze; e le nostre cvcolies |iiú in vega lianno proprio quel t'po.

Questa scarsezza di tipo crimínale e <|uesta mancanza di brutlezza per molti parlera contro le idee emesse da noi, che le prostituto non siano se non un ecj ui valen le delle criminali. Ma, oltre che anche le criminali vere solio mollo menú brulle dei loro colleghi maschi, (jui si tralla di persone giovanissime, in cui la cosí delta bdlezza (Icll’asino maschera e copre le anomalie, grazie all’abbondanza del pannicolo adiposo, alia freschezza delle carni, alia mancanza delle rughe. üisogna anche notare che ad alcuni caralleri degenerativi, come capelli foltissimi e neri (dall’l all’8, 21, 22), il naso incavato (l, 2, 9, 11, 12, 10, 17, 18, 21, 23, 24), le forii mandibole (dal- l’l al 15, 17, 21, 23), lo sguardo duro o freddo (lulle si potrebbe dire, ineno il 10, il 21 e ii 22 che Tiiauno stralunato, menú il 5 e il 28 che l’banno bello), non si annetle dai pió l’idea della brnl- tezza : che, in íl ne, la triste professione slessa inelude e porta con sé necessariamente il minimo di quei caralleri di brultezza pió disgu- stosi, che, quando destano la ripugnanza, allontanauo ogni cliente.

S’aggiunga che la truccalura, che é una pralica necessaria ilel loro


374 —


mestiere, uasconde o dissimula alcuni caralteri degeneralivi, ció che per le criminali non accade, e quindi abbiamo forse capelli abbon- danti, occlii neri, rughe mancanti ove probabilmenle esiste il con- trario.

Notisi poi che, come vedemmo nell’esame dei cranii, rnentre scar- seggiano in esse le anomalie esterne, sono piú numeróse che nelle criminali le interne meno appariscenli, o piú nascondibili : accavalla- mento dei denti, divisione del palalo, ecc.

Succede cosí anche nei criminali maschi, in cui per gli omicidi e a v velena tori o assassini non c’e proprio bisogno di bellezza per arma o sanio al debito, rnentre invece per la truffa e peí falso i tratti delicati e benevoli sono uno dei mezzi necessari perché si compia il debito: sono caratlere dunque darwiniano. — Pero anche nelle piú belle il caraltere virile, 1’esagerazione della inascella, degli zigomi, non manca mai, come non manca in uessuna delle nostre grandi cocottes , sicché hanno tulle un’aria di famiglia che avvicina le peccalrici Russe a quelle che slancano le vie debe nostre cittá, sieno esse in cocchi dora ti o in umili cenci. E fale che la giovi- nezza scompaia, e allora quelle mandibole, quegli zigomi arro- tondati dall’adipe sporgono gli angoli salienti e ne rendono il viso aíTatto virile, piú brutto di un uorno, e la ruga si approfonda come una ferila, e quella faccia piacente moslra completamente il tipo de- generad che l’etá e l’adipe nascundevano.

9. Errori e dissimulazioni degli antropologhi. — Ma un pro- gresso si é fallo per un’altra slrada, la scoperta della causa per cui la maggioranza degli antropologhi é completamente avversa a questa nuova scuo’a che da loro si imitóla, e che dovrebbe esserne accella, perché dá un’applicazione pratica a una scienza che non ne ha íinora alcuna.

lo m’era accorto che la prima causa doveva essere la mancanza di cognizioni d’analomia patológica, e in parte la poca sinceritá nel confessarla.

Cosí Manouvrier, che negava la speciale frequenza deba fossetta


375


occi pítale nei criminali, confondeva qucsla coi f’ori craniani, e ({liando fu da me avverlilo dell’errore, e con me si sinceró nel proprio museo che quesla fosselta si trovava nel 16 0{0 dei criminali, e appeiin nel l 0|0 dei normali, lo tacque e lo lace ancora, come tacque che nei diie solí criminali di cui vedemmo insieme l’autopsia, uno, lo Allorlo, aveva una enorme fossetta occi pi tale mediana.

Quando prima si ignorano e poi si dissimulano i falli una volla appresi, é possibile il negare qualunque cosa, é possi bi le trovare che i delinquen!! non abbiano nemmeno i! 3 0|0 di fisionomia crimínale e il 2 0(0 di fos;elta, come fa il povero Debierre.

E cosí Marimó, che aveva intrapreso uno studio per sorprendermi in errore sulla fosselta e sul pterion, quando ne trovó la completa concordanza, anche nelle frazioni di numero, si guardó bene dal- ravvertirne il pubblico.

Ma una prova ancora migliore e pi ú completa se ne ebbe or ora nello Zampa.

8 Id. Quattro crakii di assassini Ravennati. — L’egregio dollore R a íTa ello Zampa pubblicava nel 1889 nel vol. X del mió Archivio uno studio su 4 era n i i di assassini Ravennati, le cui misure ripio- ducevano esattamente la media, o quasi, di 8 era n i i (1) normali e in cui non avrebbe tróvala alcuna anomalía.

Di questo fatlo egli e poi altri fecero un grande scalporc come di una sconíitta completa della nuova scuola.

No i non ce ne siamo al 1 arma ti, perché 4 cratiii di rci non anor- mali, quando se ne lianno migliaia di anomali, non inlirmavano il


(1)

Diámetro

antero-post.

Diámetro trasv. mass,

Indice

cefálico

Diámetro front. min.

Diámetro

verticale

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Curva

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«s.2*

M O N O

»

13,5


Epilessia . .

id.

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0,2

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Emierania

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0,2

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Solo nel 4 a 5 0(0 i genitori erano perletlamenle sani.

Egli studió le mala li ie doininanti in quei deteuuli.

Fra i 181 delenuti, il 20 0(0 abusó di alioolici ; il 29 0|0 della venere solitaria; il 25 0[0 solíri malaria; il 7 0(0 aveva sofíerlo si- filide.

Ne ha Irovali fra endoartritrici e alerornalusi 82, cioe il 44 0|0, eppure nel 30 0¡0 erano giovani.

QuesFafl’ezione delle arterie, quasi sempre diíTusa e pronunziula, non risparmiava l’aorta ed i vasi cerebrali, e con l’aorla anche le sue valvole. lia nolato infatti, negli 82 casi, 20 volte la slenosi o l’insufficienza aórtica, con 5 volte l’i ( ertrofia tolale di cuore e 0 volte ripertrofia parziale del ventricolo sinistro. Egli stesso non poteva credere a lauta IVequenza di lesioui aorliche e se ue meravigliava, anche perché di tutti gl’inlermi uno solo gli aveva accusati f«*no- meni subbiettivi riguardo aH’alTezione ; gli allri non riseulivano do- lore, non accessi dispnoici, o di ansia respiratoria, nieule insomma


(1) Archivio di psich., XII, 1891.


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di tullo ció clic si possa rifen re ad una lesione aórtica, ed egli aveva scoperto il inale, dopo un esame accurato e completo, come soleva, per ogni caso.

In 11 individui morti durante il suo servizio, e da lui sezionali, lia riscontralo una volta l’emorragia cerebrale ; allri tre casi lia os- servati tra i 184 esaminati ; e dal registro dell’infermeria lia de- sunto che su 133, 10 erano morti di opoplessia cerebrale. Sui 4 apoplettici e 4 emorragici, 1 era deslro, gli allri erano mancini od ambidestri.

In 2 su 9 tisici l’aííezione s’era annunziala, e decorreva senza febbre. Dei primi qualtro poi uno solo, con tutti gli allri fenomeni cara tleristici , aveva la febbre, a tipo remitiente; era un giovane alto, robusto, discerniente pero da genitore alcoolisla ed ammogliato a 54 anni. Degli allri tre, due, raramente (una od un paio di volte al mese), avevano qualche accesso febbrile, non oí tre i 38°, 5; il terzo non aveva mai sofierto la benché mínima elevazione di tem- peratura, che anzi, come accade spesso per gli altri, aveva molle volte a notare nelle ore anlimeridiane uno slato al disolto del nór- male, come 36’, 2, 36° ed una volta finanche 35°, 6. Costui soffriva la tubercolosi, dilíusissima (n’era altaccato con fonnazione di cá- veme, tutto il polmone deslro e metá del sinislro) sin dal 1879, época in cui ebbe profusa emollisi ; nel 1873 peró aveva solferto la polmonite, e di polmonite appunto era morlo suo padre, menlre una sorella sua era rnorta tisica. II periodo cosí lungo delta malatlia ó ammissibile e spiegabile solíanlo coll’assenza della febbre; il con- dannato, infatli, gli raccontava che neanche quando ebbe la emol- tisi fu coito da febbre.

D’allra parle la maggioranza de’ suoi esaminati era insensi bile al dolore della puntura con spilli, delle scottature, del taglio e finanche delle gravi operazioni chirurgiche. Ricorda d’avere spaccato un seno fistuloso lungo 15 ceutimelri, interessunte la papilla mammaria nel terzo dei tisici apirelici, non menlovato, senza destar dolore; in altri ha eslirpati i tumori al eolio, al dorso, abbaslunza voluminosi, senza bisogno di anestesia e senza quasi destap'dolore ; in un simulatore


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di epilessia 1’amrnoniaca sulla mucosa nasalc non delermiuava alcun fenómeno riflesso, la puntura profonda' dello spillo e la scottatura sulla' pelle nessuna eonlrazione doloroso. E tullo ció, osservato ampiamente anche da altri autori, trova riscontro nell’assenza eziandio del dolore morale, in ció che tanto bene é slato chísmalo analgesia psichica.

Come per la tisi, cosí anche per la cirrosi epatica, ha uolalo l’in- sorgere subdolo ed inavvertito sino a periodo inoltrato, sebbene la frequenza di quest’affezione, notevole nei delinquenti, sia mollo mi- nore pero che quella della lisi. Egli ne ha osservati Iré durante la vita, fra i 184 casi, altri 5 desunti dalla statistica dei 133 morli nell’ospedale.

Un’allra malatlia qui merita di essere ricordala per la sua fre- quenza: la nevralgia. In 184 casi egli l’ha risconlrala 14 vollc, ora sotto forma di nevralgia ischialica, ora di nevralgia sopraorbilaria, in quasi parí tá di numero. Quello che trova da ricordare raaggior- mente pero ó che simili nevralgie decorrevano in modo aculo c senza gravita : per esempio, la sopraorbilaria durava non pin che pochi giorni, e l’ischiatica non era tanto grave mai, da rendersi, come suole, insopporlabile. Qualche volla in quesle affezioni poteva essere incrimínala la malaria, ina per lo piú si doveva incolparne il temperamento nervoso ereditario.

il. Id. — Straham ( Instinctive Criminality , Londra, 1892) ci dá la prova dell’eredita crimínale colla storia di una famiglia crimínale. I capo-stipiti di questa famiglia sono due sorelle, la prima delle quali mor! nel 1825.

La loro progenie consta di 834 ¡ndividui, di 709 dei quali é stata tracciata una storia abbastanza accurata.

Fra questi 709 vi sono 106 figli illegittimi, 164 prostitute, 17 ruf- fiani, 142 mendicanli, 64 ricoverali per malatlie croniche, 76 cri- minal! i quali insieme hanno passato 166 anni in prigione.


i?. Id. — Aubry ( Anuales médico psijchologigues, 1802), ti d i e ti e uno studio curiosissimo su una famiglia di criminali.

La l'amiglia Kérangal occupova, nei secoli scorsi, un posto «lévalo nella socielá: ma giá al principio di queslo secolo era completamente decaduta; oramai non si componeva piú che dei figli di due fratelli, Luigi e Renato: Renato aveva passalo tulla la vita in contatto coi criminali, senza essere egli stesso mai slato condannalo: eia mollo origínale, appassionatissimo pei combaltimenti dei galli, gran don- naiuolo, con un numero infinito di amanti e di figli, tanto che tu t ti i bambini del quartiere lo chiamavano papá: da una delle sue amanti nacque un gran numero di criminali. La famiglia di suo fratello Luigi non presenta nulla di notevole, salvoché suo figlio, il giorno dopo del la rnorle dello zio Renato, sapulosi diseredalo da questo, si uccise, lasciando un testamento dove scriveva: Non si accusi rtcssuno dclla mia mor te; io mi uccido per fuggire i nemici insopportabili , procuc- ciatimi dalla mia sciocchezza , e per non essere stalo abbuslanza in guardia contra la furberia di certa gente.

Le due amanti di Renato, che gli diedero una prole di degeue- rali, erano Z..., moglie d’uu carnelice, da cui nacque una femrnina murta tísica a 2-4 anni e F...., puré maritata, cui l’opinione pub- blica accusava di avere avvelenato il rnaritol

F.... ebbe 5 íig'i, dei quali 2 dal inarito e ¿1 dairamanle. I figli avuli dal inarilo furono:

4. Zefirina, che visse separata dal marito, era una maltoide q ue- rulantc; tutlo era per essa occasione di fur questioni : ma perdeva regolarmente i suoi processi; ebbe parecchi amanti, un oratore, ira gli allri, di gran talento da cui ebbe parecchi ligli, uno dei quali poeta, un pittore, eco., cdebri.

2. Flora, propietaria d’un postri bolo ; ha due figli, di cui uno cieco e alfetto da paralisi del Parkinsou.

Tra i figli, che F ebbe dall’amante Renato, sono da nolarsi:

1. Emilia, che, vegliando il eadavere del padre, si ubbriacavu colla cognata. Sua íiglia teneva una condolía ¡minórale; sua ñipóte era prostituta (a 15 anni) e ladra.


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2. Emilio, conladino, lenló di suicidarsi strozzandosi ; sposó una Ferchal, donna estremamenle dissoluta, ñola per rapporli inresluosi col íiglio maggiore, ladra in complicitá con sua íiglia, sospellala gra- vemente di aver occiso il genero, ubbriacona ; sua íiglia la cliiamava : Vecciiia carica di delitti.

Dal matrimonio di Emilio colla Ferchal nacquero due figli:

1. María, che in un periodo meslruale uccide il marito aiutata dalla madre, bencbé al Tribunale siano state assolte entrambe; la María, che aveva parecchie relazioni adultere, si mostró mollo al- legra dopo la morte del marito, e dopo quella dell’unica bambina morta di diflerile.

2. Amalo, che ebbe rapporli colla madre, ed uccise il marito della amante.

In uno dei rami collaterali della Flora (íiglia di F...), si trovavano : Mol Li negozianti fallili; una madre, con prole numerosa, che fuggi, portando via la cassa, coll’ultimo amante; un marito che consuma, lontano dalla famiglia, le risorse della casa, e che quando non pos- sicde piú nulla, vive a carico della moglie: un fralello del secondo marito di María che si uccide dopo assassinata la moglie adultera.

In questa famiglia, adunque, quasi tutli i membri, hanno commesso uno o piú delitti; quelli che non sono criminali sono suicidi; ma un ramo collalerale, quello di Zefirina, é formato da persone che occupano un posto elevato nelFarte, eche hanno realmente un grande ingegno.

Questa famiglia costituisce dunque una conferma deM’intimo rap- porlo che esiste tra il genio e la degenerazione.

É anche da ricordarsi qui 1 ’ a (Ti n i la elettiva che spinse Renato a scegliere le amanti tra le proslitule e le delinquenli, e che rende pos- sibile la esislenza di criminali e di persone immorali anche nei rami solo indiretlamente legati al principale.

13 . Alcoolismo. — Adolfo Zerboglio (I) ci delta un accurato sludio sull’alcoolismo. Dopo tratteggiati gli effetli fisiologici e palo-


(1) 1 ' Alcoolismo, S ludio sociológico- ■giuriilico. — Torino, Bocea, 1892.


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logici dell’alcool, e falta una storia ahbaslan/a difíusa dell’ubbria- chezza nell’ anliehilá e nell’evo di mezzo presso i vari i popoli , e rnccolto un riccbissimo maleriale slatistico conlenente il numero dei pazzi, dei suicidi, dei malali, dei mor ti , ecc., ecc., per abuso di vini e di spirilosi, nell’u! timo secolo, espone le principal: leggi teníale e sancite dall’anticbitá al giorno d’oggi contro ubbriacbi ed alcoolisti. Si occupa poi di quelle che sembranu essere le cause della passione alcoolica

« Anlichissima » scrive « e diffusa appo tutli i popoli, l’ubbria- cbezza sla a dimostrare un bisogno d’eccilamento ínsito nell’orga- nismo. Sostitu i la e superata ai nostri tempi, per larga parte, dall’al- coolismo, ci insegna come essa debba dipendere piullosio da due sorta di cause, di cu i le une permanenti e le altre avventizie. Quelle possono spiegare l’ubbriacbezza come fenómeno coevo di tu lie le etá ; queste come fenómeno in via di continuo accrescimento nel mondo moderno.

« La razza (popoli Germanici), il clima e la slagione (temperato freddo l’uno e tempérala calda l’allra), la civillá (maggiore), i grandi centri, l’islr uzione e la coltura (piu elevati), il caltivo assello so- ciale e la conseguente miseria, il nevrosismo, la sete del piacere e la ripugnanza al palire, sembrano esser fatli e condizioni in piu direlto rapporlo caúsale coll’alcoolismo, come puré cogli allri feno- meni di patología sociale, la pazzia, il suicidio e spesso i delitti contro i costumi.

« Colla criminal itá in genere vi é frequenle antinomia, e la cosa forse si spiega pensando che la criminalitá, principalmente contro le persone, é il prodolto in molla parte d’un arresto o d’un ritorno aH’indietro, laddove suicidio e pazzia sono frulti piultosto di un’evo luzione piú avanzala, e dipendono da un afíinamenlo ed ipersensi- bililá del sistema nervoso proprii dell’umanilá progredila,

« E silíatla antinomia non é nel senso che ad un elevarsi del- l’alcoolismo corrisponda un decrescere della criminalitá ».

Secondo i suoi dati l’anlinomia si rivela fra i varii popoli in quanto il piu alcoolista h in genere il meno crimínale.


— 383 —


La delinquenza puó aumentare, e si aumenta appo le diverse na- zioni, ma ii motivo essenziale che presiede a quest’incremento, ap- pare essere ¡n parle indipendcnle daU’alcoolismo, la cui causa única,

0 almeno predominante, sta nella lendenza, oggidi piú vivace, di tullí

1 popoli a godere, auméntala, stimolata o diminuita da circostanze particolari, le q nal l sarebbero, volta a volta, o il clima o la stan- cliezza prodotta dalla fa tica o dallo strapazzo nervoso, o l’inclinazione organatasi nella razza, o altro. AH’infuori deH’istinto del piacere, l’alcoolismo non ha presso tutti i popoli un denominatore comune.

Egli distingue secondo che si tratta dell’uhbriachezza come fenó- meno riscontralosi fin nell’epoche le piú remóte, con forme perma- nenti anche se elevate, e secondo che si tralla dell’ubbriachezza e del- ralcoolismo, come fenomeni crescenti morhosamente nell'epoca noslra.

Della prima il clima si presenta quale faltore essenziale, unito, s’inlende, alio stimolo nervoso dell’ürganismo.

Degli allri il nevrosismo, in tutte le sue gradazioni, e il fatlore piú manifestó.

Altiva anche é, in ogni caso, la miseria, ed eíficacissima per la progrediente espansione dell’atluale inclinazione agli alcoolici, é la internazionalizzazione delle abiludini.

Indágate cosí le cause, le influenze, i rapporli deirubbriachezza e dell’alcoolismo, si lenta dallo Zerboglio una ricerca dei rimedi so- ciali di quella e di questo.

Sono proposte le sociela di temperanza, i dazi sugli alcoolici, la limitazione delle vendile, gli ospedali per gli alcoolisti, le pene car- cerarie e le mulle agli ubbriaconi ed a coloro che eccitano l’ebbrezza o la facilitarlo, l’allargamento deH’islruzione, i divertimenti a buon prezzo, la sostituzione dei caffeici, del the, della birra, ai liquori, ecc.

i-i. La nuova Scuola di Dimito penale in Italia ed all’Estero. — Alfredo Frassati (4) riusci a mostrare lo svolgimento e le con-


(1) La nuova Scuola di Diritto pénale in Italia ed alV Estero. — Torillo, Bocea, 1891.


quiste conseguí te in Italia ed all’estero dalla nuova scuola — che cosí ha il vanlo d’aver giá uno storico, il quale, sopralutto, é bene- mérito nell’aver riscontrato le nostre idee in autori antichi o in quelli ora dimenticati.

Parlando di Gall, che é piu dimenlicato che non convenga, ri vela varié sue osservazioni curioso, e fra le altre quella sulla insensí bilitá dei delinquenli, al cui proposito il Gall narrava di un assassino che, do|ío avere avuto le ossa rotle sollo la ruota, sghignazzava a squar- ciagola e inlerpellato dai giustiziere, perche mentre doveva trovarsi in preda ad orribili dolori, ridesse, rispondeva « di non polersi trat- lenere dal ridere pensando alie smorfie falle dal fondilore ch’egli aveva ucciso col fargli ingoiare stagno fuso ».

Nel capitolo secondo: I precursor?., riporta sul fondamento della pena e sui deliili le opinioni di due scriltori rimasli ignoti, Joch e liondeau, che collimano perl'eltamenle con quelle dei moderni in- nova tori.

« Se l’uomo non é libero, scriveva Joch nel 1772, se l’uomo agisce come vuole la sua natura, il suo organismo, perché dovrá egli es- sere punilo, quando in lui manca assolutamente ogni elemento di colpa? Ma se l’uomo non é libero, che possono ancora significare biasimo, ricompensa, pena, timore, speranza, onore, disonore? ». Le rispaste, nota il Frassali, che Ferri da su queslo punto concordano perfeltamente con quelle dale da Joch. « La pena é necessaria, egli dice, e deve rimanere, se anche ogni liberlá é tolta. 11 biasimo e la lode, la ricompensa e la pena, il limore e la speranza, Ponore ed il uiso- nore, sono appunto gl’invisibili stimoli, le ruóte per mezzo delle quali l’umana societá vive e si agita. Le pene sono il peso, ora piu grave, ora piú leggero, per impediré neU’awenire il misfatto, oppure per perseguilarlo, se giá é accaduto. L’uomo non é libero, ma é bene che conservi l’illusione di essere tale. Senza leggi e senza pene, nessun villaggio, nessuna cilla puó esistere; la slessa umana societá si di- sgregherebbe ». Ed altrove: « L’idea che, negata la liberta umana, ricompense e pene siano inutili é cosí poco fondata, che a noi pare che la pena polrebbe apparire inutile, se 1’uomo senza principio e senza


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causa potesse volere qualche cosa. Le pene, dici tu, possono esislere solamente presso una libera volontá. lo rispondo, tu punisci gli ani- tnali, a cui tu neglii la libera volontá. Per mezzo della pena tu abilui i cavalli, senza esaminare se essi abbiano un libero arbitrio o no».

Ed altrove ancora : « Perché deve essere punito il ladro? Come ac- cade che l’asino é punito per la sua stupidilá, e come accade che si uccide il cañe idrofobo? Noi uccidiamo dunque chi ci danneggia? Agisce ingiustamente chi uccide i! cañe arrabbialo? Che ne puó per- ianto il cañe della sua rabbia? ».

In quanto a Rondeau, governatore generale dei paesi auslriaci per i’imperatore Giuseppe II, ecco che cosa in un Essai phisique sur la peine de mort audacemenle sosleneva:

« L’uomo non é libero pella sua scella: egli é evidentemente ne- cessitato a scegliere ció che crecí e piú utile a lui: se sospende la scelta non é per queslo piú libero: egli é obbligalo a sospendere la sua scelta fino a qnando conosce o crede conoscere le qualitá del- í’oggetlo che si presenta al suo giudizio. L’uomo, clirele voi, si de- cide ogni momento ad ozioni che potranno nuocergli: l’uomo qualche volta si uccide, dunque é libero. lo lo negó recisamente. É libero l'uomo di ragionare bene o male? La sua ragione, la sua saviezza non dipendono esse, sia dalle opinioni che si é falto, sia dalle con- formazioni del suo individuo? Come né le une, né le allre dipen- dono dalla sua volontá, esse non possono in alcun modo provare la sua liberta. L’intimo sentimento che ci fa creciere che noi siamo li- beri di fare o no una cosa é una pura illusione. Allorquando noi ri- saliamo al vero principio delle noslre azioni, noi troviamo ch’esse non sono che il necessario seguito della nostra volontá e dei nostri desideri. Voi vi credele liberi, perché voi fale quello che volele ; ma siete voi dunque liberi di volere, di desiderare o di non desiderare? La voslra volontá ed i vostri dcsideri sono necessariamenle aiutati da oggetli o da qualitá che non dipendono in modo alcuno da voi ».

« Negato cosí il libero arbitrio, prosegue il Frassati, Rondeau íi- pudia le nozioni di bene o di male, di mérito o di demerito uni- versal mente accetlate dai suoi conlemporanei e passa a trallare della Lombroso. — 25.


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giustizia repressiva. Secondo lui ¡1 delilto non esisle nella natura; é la legge sola queila che impone ingiuslamenle quesla denomina- zione ad atli necessari ed inevi tabili. Le cause infinite e varié che producono la pretesa criminalitá sono tanto materiali e tulte indipeu- denti dalla noslra volontá, come i miasmi che producono la febbre. La collera é una febbre passeggiera, la gelosia un delirio momen- táneo, la rapadla, madre feconda del furto e del la frode, é un’aberra- zione di malato, le passioni deprávale che spingono ai delitli contra natura sono imperfezioni organiclie. Ogni male morale é un risul- lato del male físico. L’assassino stesso é un malato come tutti eli altri delinquenti. Perché, in nome di qual principio si potrebbero dunque puniré? Perché i cosidelli callivi turbano il caramillo rego- lare della vita sociale, perché contrariano lo sviluppo nórmale e le- gitlimo della specie, la socielá o meglio il Governo ha diritlo di porre un ostacolo alie conseguenze funeste dei loro alti, nello stesso modo che il propietario d’un campo ha il diritlo di opporre una diga al torrente che minaccia d’inondare il suo fondo. II potere sociale puó adunque senza scru poli e senza esilazione privare i malfattori della loro liberta; raa siccome ogni delilto é il proilolto naturale e la con- seguenza lógica di qualche malattia, la pena non deve essere che un trattamenlo medícale, fiel suo sistema di repressione tutle le p ri- gió n i devono essere trasformate in tan ti ospcdali, ove si tenterá di migliorare Torganismo dei condannati. Si guarirá il ladro ed il va- gabondo facendo loro gustare le gioie del lavoro: si estirperanno gli istinti voluttuosi ombligando i rei ad una continenza forzata. Se poi r per un’eccezione disgraziatamente Iroppo frfquente, essi si mostras- sero inserisibili alie cure mediche, si separeranno definitivamente dai loro conciltadini ».

15 . SíMBOLt nel djritto. — Godiamo finiré il libro con un cenno su un’opera di un giovine di genio, Guglielmo Ferrero, che avrá uno grand’eco nel mondo slorico e giuridico : tralta uno degli argomenli piu importanli e meno esplorati della storia e della psicología umana. Prendendo uccasione dalle ccrimonie giuridiche dei popoli primitiva


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cosí curióse e che tanto hanno dalo da fare agli storici del dirillo, mentre non sono allro che forme piü rozze dei nostri documenli, quali potevano essere create in tempi di minore coltura e sviluppo socialc, l’autore studia l’origine e l’evoluzione dei segni usati dall’uomo per esprimere le sue idee e i suoi sentimenti in mol ti campi d e i 1 a sua attivitá : nel dirilto, nelia política, nella religione, nella scrittura, neU’arte. La genesi ultima sta nel bisogno che una sensazione venga a risvegliare uno slato di coscienza esaurilo (idea, sentimento) coa cui fu prima associalo ; il loro grado di evoluzione dipende dal nu- mero maggiore o minore d’idee che l’individuo associa alie sensa- zioni del segno o símbolo. Dopo ció, vengono sludiati gli errori di cui per una serie di processi psicologici il símbolo é fonte: talora per la sua sbagliata interprelazione, talora per la confusione con la cosa che sta a rappresentare.

Su questa traccia, dopo dato un rápido sguardo all’atavismo e alia patología del símbolo, l’autore trova che multe idee giuridiche, molte rególe di procedura, valide, onzi, venérale anche oggi, non sono che TeíTetto di un’analoga confusione tra il símbolo e la cosa.

€ 6 . Antropología applicata alle arti. — La messe raccolta nel campo dell’arte da Lefort in conforma del tipo crimínale s’ac- cresce ogni di. Da Bruxelles ci mandano quatlro nuovi documenli del pennello meraviglioso di Wiertz: in due rei sollo giudizio, su cui pende appena in penombra alle spalle la scure della giuslizia, i! tipo é quasi completo; in due (Fig. 51 e 52) la scure é calata, il capo é tronco, e tulte le linee del tipo crimínale (mancanza di barba, prognatismo, orecchi e zigomi enormi) spiccano in ambedue.

Frigerio scopriva ora una curiosa collezione di armi brigantesche fregiate da epigrafi e disegni che ricordano le epoche medioevali.

« Non ti fular di me se il cor ti manca », é scritto sulla lama d’un Jungo pugnale. — « Se veramente mi porti amore sei scot ella del mió cuore », é inciso sulla lama acuminata d’un coltello a serramanico che porta disegnato a bulino nell’opposto lato una chiave e due cuori trafitli da un dardo e da un pugnale. — « Costante ti sai ó finche mo- riró », reca un’allra lama.



V-7tt*Ar//ny


Su un col tellaccio a serramanico ricco d’inlarsiature vedesi la figura

c

(1 un cigno da un lato e dall’allro, sollo una corona regale, le figure


Fia. 51 c 52. — Due rei decapita ti, di Wiertz.


di un uomo e di una donna in alio di slringersi la mano e recanli u ramo d ulivo. In allro: vendetta córsa ( Archivio di psichiatria, ccc XIV, fase. I II).






!


APPENDICE II


BIBLIOGRAFIA DELLA NUOVA SCUOLA DI DIRITTO PENALE E DI ANTROPOLOGIA CRIMINALE


ELENCO

DELLE OPERE PUBBLICATE IN ITALIA

fino al Gennaio 1893


Actes du premier Congr^s i n ler na t i on a 1 d’anthropologie eriminelle, biologie et sociologie. 1887, í vol. in-8. Aguglia avv. F. — Caso di parricidio. Op. in-8.

Albrecht prof. — Sulla fosseüa vermiana del cranio dei mammiferi. Con una tavola. Op. in-8.

Alongi. — La camorra. Studio di sociología crimínale. Torino, 1800, un vol. in-8.

— La maílla nei suoi (altori e nelle sue manifestazioni.

Torino, 1887, un vo!. in 8.

Amadei Giuseppe. — Cinque casi di divisione anómala dell’osso zigomatico neU’uomo. Op. in-8.

— Cranii d’assassini e considerazioni di era n ¡ologia psi-

chiatrico-criminale. 1883, in 8.

Anfosso. — Atlante geográfico del la criminaliía. Torino, 1887.

AnNALI DI FRENIATRIA E SCIEN7.E AFFINt.

Appunti al nuovo Códice penale. 2 a ed iz. , 1880, I vol. in-8.

I. Lombroso. — Troppo presto.

II. Berenini. — Su 1 duello.

III. X ed Y. — Sulla retroattivilá del le sentenze pas-

sate in giudicato e su 1 le pene, ecc.

IV. Rossi. — Sul regionalismo in Italia (con tavola).


— 390 —


V. Ferri. — Discorsi pronunciali alia Camera dei De-

pulati.

VI. Garofalo. — Pena di morle. Computo della deten-

zione preventiva. Recidive.

VII. Masé-Dari. — Appunli sulla penalitá per gli scio- peri.

VIII. Porto. — Note di cronaca.

IX. Stoppato. — Presunzioni inique.

X. Tamassia. — 11 progetto del Códice penale nei suoi

r a p por ti con la giurisprudenza medica.

XII. Obvien. — Prescrizione dell’azione penale.

XII. Carelli. — Rea ti politici.

XIII. Cavagnari. — Circoslanze allenuanti.

XIV. Balestrini. — Lesioni personali.

Ancmvio DI PsiCIJIATRIA, SciENZE PENALI ED ANTROPOLOGIA crimínale. (V. Indice delle annate I a XIII (1880-92) a pag. 400).

Balestrini Ralladlo. — Aborto, infanticidio ed esposizione d’infante. Torino, 1888, i n 8.

— Dell’aborto procurato. Frammenlo critico. Op. in-8. Beltrani -Scalia. — La riforma penitenziaria in Italia.

Roma, 1879.

Berenini Agostillo. — Alcune considerazioni sulla respon- sabilitá giuridica dei duellanti. Op. in-8.

Bianchi. — Cri mi nalisli italiani e criminalisti fiancesi.

Torino, 1893, 1 opuse, in-8.

Bono. — Aculezza visiva nei criminali.

— II daltonismo nei delinquenti.

Bonvecchiato dott. Ernesto. — A proposito di un processa scandaloso. Semi-imbecilli, malloidi e folli inorali. 1884, in-8.

— I frazionamenti della memoria e gli errori della co-

scienza. 1884, in-8.

— Rivagazioni scienlifiche. Note di un alienista. 1892,

in 16.

— 11 senso della rcgolaritá funzionale nei ragionamento

imperfetto. 1892, in-16.

— 11 senso morale e la follia morale. Venezia, 1883. Camerano dolí. Lorenzo. — Amori anomali degli anfibi.

Op in-8.


— 391 —


Campili Giulio. — II grande ipnotismo e la suggestione ipnotica. Torino, 1886, 1 vo!. in-8.

Carnevale E. — La questione della pena di morte. Torino, 1888.

Carnevali avv. Luigi. — Sulla criminalitá nel seeolo XYIII in Mantova. Op. in-8.

Cogliolo Pietro. — Saggio sopra l’evoluzione del diritto prívalo. Torino, 1881, 1 vol. in 8.

Colajanni. — La sociología crimínale. 1889, 2 vol. in-8.

— L’alcoolismo, sue conseguenze morali e sue cause. 1887, 1 vol. in-8.

Cortina G. B. — Cesare Lombroso e le nuove doltrine po- sitivisle in rapporlo al diritto penale. 1888, in-8.

Cougnet dott. — Sitofobia paradossa. Op. in-8.

D’Aguanno G. — La genesi e l’evoluzione nel diritto ci- vile. Torino, 1890, 1 vol. in-8.

Canillo dott. S. — Sui solchi arteriosi dell’endocranio nei primati e nei microcefali. Op. in-8.

üealbertis Orazio. — II tatuaggio nelle prost ¡tute. 1889, 1 f. in-8.

De Bonis prof. L. — Caratteri eredilati ed acquisiti di Sal- vatore Misdea. 1881, in-8.

De Mattos J. — La pazzia. Studio clin ico in rapporlo alie principali queslioni di diritto civile e penale. Torino, 1890, 1 vol. in-8.

De Sarlo P. — I piccoli candidati alia delinquenza. 1892, in-8.

Drago. — I criminali-nati. 1890, 1 vol. in-S (tradotto dallo spagnuolo).

Hilero. — La psichiatria, la liberta morale e la responsabi- litá penale. Padova, 1885.

Errera ing. Adolfo. — Gli sludi matematici di Richet sulla suggestione. Op. in-8.

Fenoglio prof. — Contraltura degli arli sinistri da lesione della zona motoria destra. Trapanazione. Op. in-8.

Ferrero Guglielmo. — L’a crudeltá e la pietá nella fem- mina e nella donna. Op. in-8.

— I simboli in rapporlo alia storia e filosofía del diritto, alia psicología e alia sociología (di prossima pubbli- cazione).


— 392 —


Ferri Enrico. — L’omicklio-suicidio. Responsabilitá giu- ridica. 3 a ed. anipliata con nuove aggiunte polemiche e due tavole graflche. Torino, 1892, 1 vol. in-8. Ferri. — Socialismo, psicología e statistica nel diritto cri- mínale. 1883, in-8 (esaurito).

— Les nuevos horizontes del derecho y del procedimiento

penal. 1887, 1 vol. in-8.

— Uno spirilista del diritto penale, 1887, in-8.

— Sul nuovo Códice penale, discorsi alia Camera dei De-

pu ta ti, con note di Vincenzo Morello. 1889, in-16.

— La scuola positiva di diritto crimínale. 1883, 1 vol.

in-8.

— Socialismo e criminalitá. 1884, 1 vol. in-8 (esaurito).

— Sociología criminale (3 a edizione completamente rifatta

dei Nuovi orizzonti del diritto e della procedura pe- nale). 1892, in-8.

— La scuola criminale positiva. Conferenza. 1885, 1 op.

in-8.

— Sociologie criminelle. 1893, 1 vol. in-8.

Fioretti G. — I pregiudizi popolari sulla nuova scuola pe- nale di fronte ai risultati del Congresso antropoló- gico. 1887, in-16.

— Sulla legitlima difesa (esaurito).

Fioretti e Zerbogho. — Sulla legittima difesa (di prossima pubblicazione).

Frassati avv. Alfredo. — Diritto penale o sociología crimi- nale? Torino, 1892, 1 vol. in-8.

La nuova scuola di diritto penale in Italia ed all’estero. 1891, in 8.

— Lo sperimentalismo nel diritto penale. 1892, in-8. Frigeiio dott. Sloria ed autopsia d’un idiota submicro-

cefalo. Op. in-8.

— Omicidio per paranoia allucinatoria di natura perse-

cutoria con iperlroíia del vermis e fosselta occipi- tale media. Op. in-8.

Fubini prof. S. Osservazioni sopra un giustiziato con fucilazione. Op. in-8.

Fulci avv. Ludovico. - L’uomo delínqueme non é sempre un ammalato. 11 principio ereditario. I romanzi di Zola, ecc., ecc. Conferenza. 1880, 1 fase, in-12.


— 303 —


Garofalo R. — La (orza irresistibile a proposito del progelto del Códice penale italiano. Op. in-8.

— Riparazione alie vittime del delitlo, 1887, 1 vcl. in-8

— Criminología. Studio sul delilto, salle cause e sui

mezzi di repressione. 2 a ediz. 1890, in-8.

— Di un criterio positivo della penalitá, in-8.

Garofalo e Carelli. — Riforma della procedura penale. 1889,

1 vol. in-8.

Giacomini prof. Cario. — Contributo alio studio della mi- crocefalia. Op. in-8.

Gradenigo dott. G. — L’ u dito nei delinquenti. Op. in-8. Gurrieri e Fornasari. — I sensi e le anomalie somatiche nella donna nórmale e nella prostituta. 1893, in-8. Ingo cav. prof. dott. Vincenzo. — II delirio di persecu- zione nell’amore muto dei monomaniaci casli. Op. in-8. Kraff t-Ebing. — La responsabililá crimínale e la capacita civile. Napoli. 1886, 1 vol. in-8.

— Psicopatie sessuali con speciale considcrazione alia

inversione sessuale. Toruno, 1889, 1 vol. in-8. Lacassagne prof. — Rapporto fra la statura e la grande apertura del le braccia su SCO delinquent i. Op. in-8. Laschi avv. R. — I criminali nel delilto político. Op. in 8. Lestingi F. — L’Associazione della Fratellanza nella pro- vincia di Girgenti. Op. in-8.

Likaceff A. Y. — 11 suicidio in Russia. Op. in-8.

Lioy A. — La nuova scuola penale: esposizione popolare, con aggiunta della nuova legge francese sui recidi- visti. 2 a ediz., 1880, in -16.

Locatelli. — Sorveglianti e sorvegliati. Milano, 1878. Lombroso C. — I palimsesti del carcere. 1891, in-8.

— Fossa occi pítale mediana del le razze u mane. 1 892, in-16.

— L’uomo bianco e l’uomo di colore. 1892, in-16.

— Dell’influenza dell’orografia sulla statura. 1892, in-16.

— Troppo presto. Appunti al nuovo Códice pen. 1 v. in-8.

— Sull’ incremento del delilto in Italia e sui mezzi per

arrestarlo. 2 a ediz. 1879, in-12.

— L’homme criminel, traduit sur la ¥ édition italienne

par G. Regnier et A. Bournet, avec préface par M. Le- tourneau. 1887, in-8.

Atlante di XL tavole.


— 30 i —


Lombroso. — L’uomo delinquente in rapporto all’antropo- Iogia, alia giurisprudenza e alie discipline carcerarie. 4 a ediz. complelamente rifatta. Volume I: Delinquente- nato e pazzo morale. 1889, i n - 8 .

— L’uomo delinquente. Volume II: Delinquente epilcttico,

pazzo e criminaloide. 1889, in-8.

— L’uomo di genio in rapporto alia psicliialria , storia

ed estética. 5 a ediz. del Genio e follia, completamente rifatta. 1888, in-8.

— Pazzi ed anomali : saggi. 2 a ediz., 1889, in -1 G.

— Tre tri bu ni studiati da un alienista. 1887, in-16, con

tavole.

— Slndi sull’ipnotismo. 3 a ediz. con 14 figure. Op. in-8.

— L’amore nei pazzi. Op. in-8.

— L’homme de génie, avec 11 planches liors texle. To-

rino, 1889, 1 vol. in-8.

— Le nuove conquiste del la psicliialria. 2 a ediz. Op. in-8.

— Delitli di libídine. 2 a edizione con 2 figure nel testo.

Op. in-8.

— Casuística mecí ico - legale. Opuse, in-8.

— Sul mancinisrno motorio e sensorio nel sano, nel pazzo,

nel sordo-mulo, nel cieco-nalo e nel crimínale. Op. in-8.

— Sul cranio di Volta con osservazioni dei comm. Cor-

nalia e Verga, con una tavola litograíica. Opuse, in-8.

— Sur le Jipóme des portefaix: la stéalopygie des Ilot-

tentotes. Op. in-8.

— Sulla Trossarello-Sola. Relazione. Op. in-8.

— Omicidio e furto per amore pazzesco Op. in-8.

— Sul mancinisrno e deslrismo tattile nei sani, nei pazzi,

nei cieclii e nei sordomuli. Op. in-8.

— Le piú recenti scoperte ed applicazioni della psichia-

tria ed antropología crimínale, 1893, in-8.

Lombroso Bianchi. — Misdea e la nuova scuola penale.* 1884, in-16.

Lombroso e Cougnet. — Studi sui segni professionali dei facchini. II cuscino posleriore del le Oltentotte. Sulla gobba dei cammelli. Sulla gobba dei zebú. 1892, in-16.

— Microcefalia e cretinismo. 1892, in-16.


— 395 —


Lombroso e Ferrero. — La donna delinquente (di prossima pubblicazione).

Lombroso, Ferri, Garofalo e Fioretti. — Polémica in difesa della scuola crimínale positiva. 1886, in-8.

Lombroso, Grimaldi e Ardil. — Incbiesta sulla trasmissione pensiero (con 24 figure). Torino, 1891, 1 vol. in-8. Lombroso e Laschi — II delitto político e le rivoluzioni in rapporto al dirillo, a 1 Pa n tropología crimínale ed alia scienza di governo. 1890, in-8.

Lombroso e Laschi. — Le crime politique et les révolutions. Torino, 1892, 2 vol. in 8.

Lombroso e Marro. — Sugli ultimi sludi d’antropologia cri- mínale in Europa. 1886, in-8 (esaurito).

Lombroso e Morselli. — Epilessia larvata, pazzia morale. Op. in-8.

Lombroso e Ottolenghi. — La donna delinquente e la pro- stituta. Op. in-8.

Maccabruni dolí. Ugo. — Una famiglia di suicidi. 1883, in 8. Magri F. — Una nuova teoría generale della criminalitá. 1891, in-8.

Maino avv. Luigi. — Della revisione dei processi penali. Op. in-8.

— La scuola positiva di diritlo penale. 1885, in 8.

— Commento al Códice penale (seno pubblicati i fasci-

coli 1 a 8; Topera sará completa in circa 15 fascicoli), caduno.

Manduca. — Studi sociologici. Napuli, 1888.

Marro A. — Caratteri dei delinquenli. Studio antropológico- sociologico. 1887, 1 vol. in-8 con 22 lavóle.

— I carcerati. Studi dal vero. Torino, 1885.

Masé Dari avv. E. — Un’accusa infondata al divielo della indagine sulla paternitá.

Mayor Edmondo. — Nota sul gergo Tráncese. Op. in-8. Mingazzini G. — Cervello e pensiero (di prossima pubbli- cazione).

Mondino dott. Casimiro. — Di un nuovo sistema di lelli per dementi-paralitici. Op. in-8.

Nocito e Lombroso. — Davide Lazzaretti.

Ottolenghi S. — Anomalie del campo visivo nei psicopatici

e nei criminali. 1891, in-8.


- 396 —


Ottolenghi. — Epilessie psichiclie. 1891, in-8.

— La donna delinquenle in rapporto alia psichiatrin fo-

rense. 1892, in 8.

Ottolenghi e Lombroso. — Nuovi studi sull ipnotismo e sulla credulitA. Op. in-8.

Penta. — Passanante pazzo e gli errori giudiziari. 3Sa- poli, 1890.

— Positivismo e criminalita. Ivrea, 1890.

Piperno S. — La nuova scuola di di ri lio penale in Italia.

Studio di scienza sociale. 1887, in 8.

Polelti Francesco. — II sentimento nella scienza del dirilto penale. Appunto psicologico-critico. 1887, in-8.

Puglia Ferdinando. — L’evoluzione storica e scien ti Tica del diritto e procedura penale. 1 vol. in-8 (esaurito).

— La nuova fase evolutiva del dirilto penale. 1882, 1 vol.

in-12 (esaurito).

— Studi crilici di diritto crimínale. 1885, 1 vol. in-8.

— Risorgimento ed avvenire della scienza crimínale. 1880,

1 fase, in- 1 8.

— Prolegomeni alio studio del diritto repressivo. 1883,

1 vol. in-8.

— Manuale di diritto penale serondo il nuovo Códice pe-

nale italiano. Vol. I, parte generale, 1890; Vol. II, parte speciale, 1891, in-8, caduno.

— Del duello. Op. in 8.

— II diritto di repressione. Milano, 1883.

Rinieri De Rocchi. — II senso etico e l’an tropología crimí- nale. Roma, 1891.

Rizzone Navarro. — Delinquenza e punibilitá. Palermo, 1888.

Rocchi. — Evoluzione e diritto penale. Cassino, 1886.

Romiti dott. Guglielmo. — Contributo alia conoscenza della fosselta occipitale media nel suo rapporto col verme inferiore e colle funzioni psichiche. Op. in-8.

Rossi Virgilio. — Glossario alfabético per l’antropologia crimínale e medicina legale pei giuristi. 1889, ¡n-16.

— Studi sopra una centuria di criminali con prefazione

del prof. C. Lombioso e monografie degli avvocati e doltori Ansermino, Alongi, Arese, Audiberti, Berti- naria, Boggio, Boselli, Bossi, Collino, Cortina, D’Escof-


— 397 —


fier, Frigerio, Giono, Marro, Massimino, Pavía, Pe- racchia, Piacenza, Puglíese, Re, Richiardi, Rossi, Strambio e Stura. 1888, 1 vol. in-8.

Rossi Virgilio. — Sludi sopra una centuria di criminali, con prefazione del prof. Cesare Lombroso. 2 a edizione senza monografie. 4888, in-8.

Sciamanna E. e Postempski. — Tumore endocranico, estir- pazione, guarigione (con una tavola). Op. in-8. Seppilli Giuseppe e Bianchi Leonardo. — Atti del 4 o Con- gresso della Societá Freniatrica Italiana, lenuto in Yo- gbera dal 16 al 22 setiembre 1883. 1885, 1 vol. in-8. Sergi G. — Antropologia e scienze anlropologiche. 1889, 1 vol. in-12.

— Le degenerazioni umane, 1889, 1 vol. in-8.

— Sensibililá femminile. Op. in-8.

Setti Augusto. — La forza irresislibile. Torino, 1884, 1 vol. in-8.

— L’esercito e la sua criminalitá. Milano, 1886.

Severi dott. Alberto. — II laluaggio nei pazzi. Op. in-8. Severi e Lombroso. — La prima Esposizione internazio- nale di antropologia crimínale. Roma, 1886, 1 fa- scicolu in-8.

Sighele Scipio. — La foule criminelle. Essai de psycbologie collective. Torino, 1892, 1 vol. in-12.

— La coppia crimínale. Sludio di psicología morbosa.

Torino, 1893, 1 vol. in-8.

— La folla delinquente. Torino, 1891, 1 vol. in-8.

— II Códice pénale e la stampa nei rcati di diflamazione.

Op. in-8.

— L’evoluzione dal suicidio aU’omicidio nei drammi d’a-

more. Con una lavóla. Op. in-8.

Tamburini e Seppilli. - — Studio di psicopalologia crimínale sopra un caso di imbecillita morale con idee fisse im- pulsive. 1883, 1 vol. in-8.

Tenchini. — I moilerni sludi sul cervello nelle scienze so- ciali. Parma, 1887.

Tenchini. — Cervelli di delinquenli. Parma, 1885.

Memoria I. (Superficie melopica).

» II. (Superficie paricto-lemporo-occipilale).

» III.


— 398 —


Tenchini. — Mancanza del la XII vertebra dorsale in un omicida. Parma, 1887.

Tonnini. — Le epilessie in rapporlo alia degenerazione. 1890, 1 vol. in 8, con tavole e molte figure nel testo.

— Le epilessie. 188G, 1 vol. con lavóla (esaurito). Tschurtschenthaler dotl. Antonio. — Caso di pseudo spiri-

tismo studiato psicliiatricamente. Op. in-8.

Vaccaro M. A. — Genesi e funzione delle leggi penali. Ri- cerche sociologiche, 1889, in-8.

Vaccaro. — La base del diritto e dello Stato (di prossima pubblicazione).

Varaglia S. e Silva B. — Note anatomiche ed antropolo- giche sopra GO cranii e 42 eneefali di donne crimi- naíi italiane. 1885, 1 vol. in-8 con una tavola. Venturi S. — Le degenerazioni psico-sessnali nella vita degli individui e nella storia della societá. 1892, in-8.

— Le pazzie transitorie. Na poli, 1888.

Virgilio G. — Passanante e la natura morbosa del delitto. Studio. 1889, in-8.

Zerboglio A. — L’aleoolismo. 1892, in-8.


Libri di critica sulla nuova Scuola.

Benévolo F. — La scuola classica e la nuova scuola positiva di diritto crimínale. 1 8 80, in-8.

Bolis. — La polizia e le classi pericolose. Bologna, 1879.

Bovio Giovanni. — Saggio critico del diritto penale e del nuovo fondamento único. 1883, 1 vol. in-12.

Brusa. — Sul nuovo positivismo nella giustizia penale. Rifiessioni di un cri ticista che preferirebbe il vecchio. 1887, 1 vol. in-8.

Campolongo dott. F. — Studio sul rinnovamento della scienza crimínale. 1885, 1 fase. in-8.

— Le anni ed il porto delle armi nel diritto penale posi- tivo. Note di dottrina e di giurisprudenza. 1892, in-8.

Cimbali G. — La volonlá umana in rapporlo all’ organismo naturale, sociale e giuridico. 1889, in-8.

Colajanni N. — Iré e sproposili di Cesare Lombroso. 1890, in-12..


390 -


Conti U. — Inlorno alie nuove dottrine di diritto penale con particolare riguardo alia pena di morte. 1886, in-8.

— I fanciuiii delinquenli. Bologna, 1888.

Focaccl. — La medicina carceraria. Genova, 1883.

Lucchini L. — I sempücisti (antropologi, psicologi e socio- logi) del dirilto penale. 1886, 1 vol. in-8.

Nazari Giulio. — II prof. Cesare Lombroso e il valore scien- tifico delle sue opere. 1887, 1 vol. in-8.

Pinsero N. — II concetto di pena e la nuova scuola di di- ritto penale. 1892, in-8.

Tolomei Giampaolo. — I vecchi ed i nuovi orizzonti del diritto penale. Lezioni due, 1887, 1 fase. in-8.

Tuozzi Pasquale. — Due saggi criíici sulla nuova scuola penale. 1888, 1 vol. in-12.

Valletti V. — II genio di Nazarelh e la psichiatria mod. 1888, in-12.

Zei Arnolfo. — Dell’ontologismo e del lo psicologismo in materia penale. Parte filosófica. 1884, 1 vol. in-12 gr.

Zimo Giuseppe. — La ílsio-pa tologia del delitto. 1881, 1 vol. in-8.

Zuppetta L. — Del suicidio in rapporto alia morale, al di- rilto ed alia legislazione penale positiva. 1885, 1 fa- scicolo in-8.


ARCH I VIO


D I R ETTO R I ;

Lojibroso - Ferri - Garofalo - Morselli - Sciamanna - Fioretti


ELENCO DELLE MEMORIE E NOTE

PUBBLICATE NEI XIII PEIMI YOLUMI ( 1880 - 1892 ).


Indice del V o luirte I.

Bono. Relia capacita orbitale e crónica e dell’indice cefalo-orbitale nei nor- mali, pazzi, cretini e delinquenti.

Chinea. "Un Lazzaretti nelle carceri nuovc.

Lombroso. Alcune nuove specie di malattie mentali: claustrofobia e clau- strofilia.

— La pellagra nei Friuli ncl 1878.

— I mattoidi grafomani c Mangione ( con tav.).

Lombroso e Máxime du Camp. L’arte nei pazzi ( con tav ).

Moni i. Caso di xnericismo in un sernidiota epilettico.

Mocito e Lombroso. Davide Lazzaretti.

Perotti. Razzia di un truffatore.

Sciamanna. Sopra un caso di rammollimenti cerebrali ischemici della corteccia.

Sternberg. Caso di psicosi transitoria con allucinazione, castrazione ed amnesia.

Tosclli. Studio medico-psicologico d'un pazzo omicida.

Tosclli e Lombroso. Scrittura ideográfica in un monomaniaco, con sintomi iniziali di demenza ( con tav.).

Abbatemarco. La camorra in Napoli.

Benedikt. Sulla fossetta occipitale mediana e sul vermis in 13 delinquenti. Coliino. Fisiología d’un borsaiuolo beone.

Congnet. Fisiología d’un truffatore.

— Sulla fisonomía dei delinquenti tedesebi ( con tav.). l)e Paoli. Quattro crani di delinquenti.

Lacassagne. Ricerche su 1333 tatuaggi di delinquenti.

Lombroso. II vino ed il delitto (con tav.).

— Parricidio ed isterisrno.

~ Lenliossek. Crani di delinquenti ruraeni, ungheresi e croati.

Máxime du Camp e Lombroso. Gli autografi di Troppmann ( con tav.). Brasa. II progetto di legge sull’abuso delle bevande alcoolicbe presentato al Parlamento.

Ferri. Rei sostitutivi penali ( con tav.).

— Riritto penale ed antropología crimínale.


— 401 —


Garofalo. Gravita relativa dei delitti.

— Le riforme dell’onorevolo Villa (con note del prof. Lombroso).

— La camorra secondo gli ultimi processi.

Lcstingi. La mafia in Sicilia. _ _ ....

FiOmbroso. La grettezza della giustizia in Italia cd i suoi danm economtci e sociali


Indice del Voluine II.

I^ombroso. L’amore nei pazzi.

De Paoli. Epilessia in un soldato omicidiario.

Fiori. L 'albuminuria neU’isterismo e deH’influenza dei metalli salle orine

( con 1 tacóla).

Pnglia. La psico-fisiologia e l'avvenire della scienza crimínale.

Crivellari. II divorzio come sostitutivo penale.

Nota del prof. Lombroso sul divorzio.

Risposta del prof. Ferri.

IiOmbroso e Mannelli. Craniometria di 39 delinquenti e 00 normali del Piemonte.

Bog’gio e Collino. Tipi di delinquenti mattoidi.

Cougnet e Rigliini. Sopra alcune recenti espressioni gergali. llaggi. Pazzi e neuropatici.

Albertotti. La pazzia nei truffatori.

linceóla. Sul tempo di reazione in un caso di demenza paralitica.

Uigliini. I procedimenti indiziarie l’antropologia crimínale.

IiOmbroso. La nuova proposta di legge sui manicomi criminali.

— Imbecillitá morale in donna ladra e prostituta.

Venezian. Vocaboli e frasi del gergo veneto.

Furlani. Pelazione sulla casa di correzione di Castelfranco.

Pranipolini. Relazioni sulla casa di correzione a Saliceto S. Giuliano e sulla casa di relegazione in Modena.

C’orridori e Dini. Relazione sulla casa di reclusione a Parnm.

Cougnete Lombroso. Sfigmografia di delinquenti ed alienati: Comunica- zione preventiva ( con 2 tacóle).

Scianianna. Sopra un caso di emiplegia diretta.

Lombroso. Álcoolismo acuto e crónico.

— Delinquenti d'occasione.

Pnglia. II reato d’infanticidio.

Garofalo. II tentativo criminoso con mezzi inidonei.

Venezian. Relazione. sul bagno penale d’Ancona.

Ferri. Conclusioni alie relazioni.

Salvioli. Alcune ricerche sul cosí detto sonno magnético ( con tac.). Morselli. Intagli ideograíici di un alicnato (<on tav.).

Frigerio. Un pederasta alienato.

Yacen. La citazione diretta nei giudizi per crimini.

Lombroso. Delle leggi per prevenire l’alcoolismo.

— II delitto negli aniinali.

Kornfelil e Lombroso. Su Gniteau (con due figure nei testo).

Cougnet e Lombroso. La geografía degli artisti in Italia e degli scienziati in Francia in rapporto coi pazzi (con tac.).

Maecabnmi. Osservazioni intorno alia rivaccinazioue dei pazzi.

Cougnet c Lombroso. Sfigmografia degli alienati e, doi delinquenti (3 a comu- nicazionc preventiva).

Lovibkoso — 2G.


— -402 -


Albor loui. Azione di alcune sostanze medicamentoso sulla eccitabilitá del cervello e contributo alia terapia dell’epilessia.

Ferri. Studi comparati d’antropometria crimínale e nórmale.

Pasiui e Mo. Sulla donna delinquente.


Indice del Volume III.

Lombroso. Sulla pellagra nella provincia di Torillo ( con 2 taróle).

— Errori giudiziari per colpa di periti alienisti.

— A proposito dell’ultima discussione sul sale e sull’alcool.

— Delitto e pazzia da trauma.

Sciamamia. Gli avversari delle localizzazioni cerebrali.

Albertotti. Alcoolismo in parricida con sintomi di pellagra. _

Lombroso. Sull’azione del magneto e sulla trasposizione di sensi nell’iste- rismo.

Cuboni. Micromiceti delle cariossidi di grano turco in rapporto colla pellagra (con 2 taróle).

Lombroso. La pazzia morale e il delinquente-nato.

Ferri. II diritto di puniré come funzione sociale.

Garofalo. Ció che dovrebbe essere un giudizio penale.

— L’assassinio nelle Romagne.

Maino. La premeditazione nell’omicidio con errore di persona.

Bargoni. 1 piccoli corrigendi.

Ferri. 11 riordinamento della statistica giudiziaria in Italia.

Garofalo. I pericoli sociali di alcune teorie giuridiche.

Puglia. Passioni ed emozioni. Loro influenza sulla responsabilita doi delin- quenti.

Cougnet e ücpaoli. Studio di 26 crani criminali ( con tav.).

Lombroso e Ferri. Su A. Paella e sugli osteomi e le cardiopatie negli alie- nati ( con tav.).

— Gasparone ( con tav.).

Pasini. Studi su 122 delinquenti femmine.

Pavía. Studi sulla criminalita italiana nel 1SS1 (Discorsi di apertura dei Procuratori del Re).

Mbbi. La pellagra nel Messico.

Giacchi. La pellagra nella provincia di Cuneo.

Turina. Lipemanía con frizione stibiata.

Gaiter. Melanconia guarita col muriato d'oro.

Amlronico. Prostitute e delinquenti.

SiíTredi. Studio su 80 minorenni criminali.

Ferri. Sulla criminalita in rapporto alie variazioni tcrmometriche annuali {con tav.).

Riccardi. Note antropologiche fatte intorno ad alcuni giovani nella R. Casa di Custodia in Bologna.

Roccliiardi. Tatuaggio per spirito di vendetta.

Flescli. Su un cervelletto mediano in una criminale.

Ferri. Evoluzione deH’omicidio.

Sciamauna e Mingazziui. Ricerche sul polso cerebrale ( con tav.). Lacassagne. La criminalita nelle cittá e nelle campagne ( con tav.).

Raggi e Alpago-Novello. I riflessi tendinei nei pellagrosi.

Bossi. I inattoidi al concorso peí monumento a Re Vittorio Emanuele in Roma.

Gamba. Sul cretinismo e sul gozzo nella provincia di Torino.


— 403 —


Lombroso. Mania transitoria. ....

Pateri e Lombroso. Indice e diámetro mandibolare nei pazzi e delinquenti. Lestingi. Autografi d’assassini (con tav.).

Taddei. L’essiccazione dei cereali ( con tav.).

Zxy. Vocaboli e frasi del gergo siciliano.

Lombroso. II delitto nella coscienza popolare.


Indice del Volume IV~.

liomiti. Contributo alia conoscenza della fossetta occipitale media nel suo rapporto col verme interiore e colle funzioni psichiche.

Marro e Lombroso. I germi della pazzia morale e del delitto nei fanciulli. Lombroso. Amori anomali e precoci nei pazzi.

Veuturi. Di un caso di pellagra nella provincia di Catanzaro.

Frigerio. Storia ed autopsia d'un idiota submicrocefalo.

Lombroso. Omicidio e furto per amore pazzesco ( con 1 tavola).

Likaceff. II suicidio in Russia.

Maccabruni. Una famiglia di suicidi.

Lombroso. 11 mancinismo sensorio ed il tatto nei delinquenti e nei pazzi. Fcrri. Educazione, ambiente e criminalitá.

Lombroso. Primordii delle pene.

— Delitti di libídine e di amore ( con dae figure nel testo).

Ferri. La criminalitá in Italia e la Relazione De Renzis sul Bilancio del* 1’ínterno.

— L’omicidio-suicidio : Responsabilitá giuridica.

Garofalo. Alcune osservazioni sul progetto del Códice penale.

Pavía. Studi sulla criminalitá italiana nel 1881 (Discorsi di apertura dei Procuratori del Re).

Bono. 11 daltonismo nei delinquenti.

Amadei. Crani d'assassini e considerazioni di craniologia psicli ia trico- cr i - mínale.

Lacassagne. Rapporto fra la statura e la grande apertura delle braccia su 800 delinquenti ( con una tavola).

Lombroso. Capacita cranica di 121 criminali ( con una tavola).

Marro e Lombroso. Fisionomía delle donne criminali (cow una tavola) Marchi. Sul cervello di Gasparone.

Mayor. Nota sul gergo tráncese.

Bono. Sull’acutezza visiva e sul colore dell’iride nei criminali.

Ferri. Studi di. antropometría su criminali, pazzi e sani.

Garofalo. Criminalitá in Bologna e sue cause.

Puglía. S. Bonaventura e l’antropologia criminale.

De Albertis. Autopsia di Giona La-Gala.

Yenturi. La pellagra in Calabria.

Lacassagne. Sulla larghezza delle braccia in 800 criminali in rapporto alia statura.

Lombroso. Due Tribuni.

Marro e Lombroso. Album di criminali tedeschi ( con 2 tavole).

Cuboni. Sul Bacterium maydis.

Taddei. L’essiccazione dei cereali ( con 2 tavole ).

Pateri e Lombroso. Sulla analgesia e anestesia dei criminali e dei pazzi m orali.

Marro e Lombroso. Ambidestrismo nei pazzi e nei criminali.

Massiinino e Lombroso. Sui caratteri íisionomico-criminali di 818 uornini viventi in libertá.


Murro. La mano dei criminali.

Marro e Lombroso. líiflessi tendinci nei criminali.

Marro. Distribuzione del tatuaggio secondo il reato c secondo la recidiva. Legge. Intorno ad alcune anomalie dellarticolazionc occipito-atlantoidea. Dossi. í mnttoidi nel monumento V. E.

Lombroso. Fossa occipitale mediana nelle razze untatie e nei criminali. Kianehi. II riflesso ten di neo nella paralisi progresiva degli alienati. Tomini. Sintomi e reperti spinali nei pellagrosi.

Aiusidei e Tonnini. La sensibilita laterale nei pazzi.

Lombroso. L’orccchio nelle atrofie degli emisferi.

Lombroso. Proccsso Peltzer.

Maino. Proces-so Barré c Lebiez.

Tiimburini e Scppilii. Sbro..., imbecille omicida.

Puglia. Studio di psicología crimínale.

— Oáservazioni sopra alcuni tipi di delinquenti.

Frigerio. Stupratori ed incendian.

Ker! inaria. Tipi di criminali-nati.


Indice del Volume V.

Lombroso e Congnel. La reazione vasale nei delinquenti e nci pazzi (con tre taróle).

Lombroso. Pazzia inórale e delinquen te-nato.

Marro. Tentativo di stupro iii alienato.

Albrccbt. Sulla fossetta vermiana del cranio dei manuniferi (con una tnv.). It-itlone. SuH'csistenza di cellule ganglionari nelle radici posterior! deinervi spinali dcll’uomo ( con 2 tuvolé).

Musso e Stnra. Caso típico di follia inórale.

Lombroso. Sul maneinismo e destrismo tattile nei sani, nei pazzi, nei cieclii e nei sordomuti.

Lombroso e líianclii. Misdea (<-on 4 figure nel testo).

Bonillo. Sui solchi arteriosi nei primati e nei microcefali.

Frigerio. Omicidio per paranoia allucinatoria di natura persecutoria con ipertrofia del vermis e fossetta occipitale media.

Fenoglio. Cuntrattura degli arti sinistri da lesione della zona motoria de- stra. Trapanazione.

Pilgüese. Note sulla enminalita nelie Puglie.

Ferrí. I/omicidio suicidio : P^sponsabilitá giuridica (Cont. e fue). Kalcstrini. L ’ Omicidio- Suicidio, del prof. Ferri,

Ferri. Pdsposta alie criticbc dctt'Omicidto-suicich'o ( con 1 taróla gráfica). Kerenini. Alcune considorazioni sulla responsabilita giuridica dei duclíanti. Maino. Della revisione dei processi penali.

Fuglia. Del duello.

Oarofalo. La tcoria repressiva di Spencer.

Komi ti. Crani e cervelli di criminali.

Ferri. II contegno dei delinquenti: Una pagina di psicología dell’omicidio. Lombroso. Pro scliola mea!

Likaceff. Sugli Skopzi.

Carnevali. Sulla criminalits. nel secólo XVI in Mantera.

Ferri. 11 sentimento religioso negli omicidi.

Fuglia. Delinquente-nato affetto da inania omicida.

Camera lio. Avnori anomali degli anfibi.

Fubini. Osservazioni sopra un giustiziato con fncilaziono.

Lestingi. L’associazione della Fratellanza nella provincia di Girgenti.


— 405


Fcrri. II rimorso dci delinquenti.

Kirclienlicim. I delitti o i delinquenti nclla Prussia dal 1854 al 1878. Morsclli e Uonloni-Utíreduzzi. Sui eangianicnti della oireolazione cere brale prodotti dalle diverso percezioni seinplici. ,

llergesio. Sull’arrossimento nelle pazze.

A ni ¡ule i e Toiiiiini. DeH’arrossimento nei pazzi.

Lombroso. Seialorrca nervosa guarita col jaoorandi.

Ooseuza. Proposte di riforme penali.

De-Orclii. Proposte sulla terapia della pellagra. ltiidiuger. I caratteri fisici dei delinquenti (Buceóla).

Poggi. Ipertrofia del cuoio capelluto in una alieuata (con L (hjura nei testo) Sciaiuauna. Emiplegia isterica.

Garofalo. Di una scuola penale in Russia.

Amlroiiico. II mancinismo in rap porto alia delinquenza.

Frigerio. Amore omicida di un pazzo.

Lombroso. Denti a sega negli idioti, sordomuti e eieclii.

Piaceuza e Andiberti. Tipi di criminali-nati e d’occasioue.

Lombroso. Processo Spada (1880).

Lasclii. Processo Valente.

Pilgüese. Processo Luisi.

Purlani. Due tipi di delinquenti abituali.

Barzilai. Misdea.

Uoggio. Tipi di criminali-nati e d’occasione.

Pugliesc. Tipi degli assassini di Luisi ( con 1 tacóla).


Indice del Volume VI.


Lombroso. Identita dell’epilessia colla pazzia inórale e delinquenza conge nita (con una tacóla).

Morselli e Lombroso. Epilessia larvuta. Pazzia inórale.

Se ver i. II tatuaggio nei pazzi.

üiacomini. Contributo alio studio della mieroeclalia (con 2 tacóle). Aguglia. Caso di parricidio in un frenastenico.

Cougnct. Sitofobia paradossa.

Lombroso. Del tribadismo nei manieomi.

31 arro. Esami psicometrici di pazzi morali e di mattoidi.

Lombroso. Ninfomania paradossa.

Tonnini. Le epilessie (con 1 túvola). lSalestrini. Dell’aborto procurato.

Tamineo. Pensieri sulla criminalita in Italia.

Pilgüese. Nuovi problemi di responsabilita penale.

Fioretti. Su la legittima difesa.

Garofalo. II progetto del Códice penale spagnuolo.

— La forza irresistibile a proposito del progetto del Códice penale italiano. Alongi. Maffia: Appunti di uno studio.

Varaglia e Silva. Note anatomiche ed antropologiche sopra (JO crani e 12 encefali di donne criminali italiane (con 1 tacóla).

Lombroso. I processi Peí e Zerbini e la nuova scuola crimínale.

Fcrri. L’imprevidenza negli omicidi comuni.

Tonnini. Un truffatore.

Varaglia. Cellule ganglionari nei nervi facciale, intermediario del Wrisberg, grande c piccolo petrosi superficiali ( con 1 tacóla).

Errcra. Gli studi matematici di Richet sulla suggestione.


— 400 —


Lasehi c Lombroso. Del tipo crimínale nei delinquenti poliiici.

Fio retí i. ltuggero Bonglii e la nuova scuola pénale.

Salsotto. Di alcune auomalio nella disposizione dei poli alia regione genito- anale nelle donne crimiuali.

Musso. Sopra alcune forme speciali del respiro negli stati melancolici. Lombroso. Nuovi dati sull’identitá dell’epilessia e follia inórale.

Mondino. Sulla cariocinesi deile celíule del Purkinje consecutiva ad irrita- zione cerebellare.

Lasclii. La pazzia nel delitto político.

Garofalo. Stato della criminalitá nel circondario di Santa Maria Capua Vetere.

Ferri. Alcune osservazioni alia Eelazioue del prof. T. Canónico.

Poggi. Frenosi pellagrosa ed alcoolica.

Biliakow. Sull’acuitá visiva di 93 omicidi (Branca e Ottolcnglii). Balestrini. Darvinismo e diritto penale.

Lasehi. I « criminali » nel delitto político. .

Itossi. Influenza della temperatura e dell’alimentaziono sul moviuiento della criminalitá italiana 1875-83 ( con 1 tavola).

Alongi. Vestigia di cannibalismo in Italia.

Marro. Tipo di ladro ( con 1 figura nel testo).

Boggio. Tipi di criminali-nati e d’occasione.

Filippi. Processo Penco.

Stiira o Arese. Tipi di criminali-nati e d’occasione ( con 1 tavola).

Garó falo. II mondo dei delinquenti in Berlino.

Gallia. Processo Spada.

X. A. X. Tipi di criminali-nati e di occasione.


Indice del Volume VII.

Fcrri. Rapport sur les travaux du premier Congres international d’anthro- pologie criminelle.

Severi e Lombroso. La prima Esposizione internazionale d’antropologia crimínale a Piorna.

Marro, Angiulli, ecc. Nota sulla fisionomía dei reí minorenni.

Scarenzio e Sofíiantini. Craniometria deile prostitute.,

Cividalli. Crani di epilettici.

Rossi. I nuovi cartogrammi dell’Italia crimínale del comm. Bodio. Manouvrier. Studi sugli assassini.

Mayor. Icouografia dei Cesari (Framrnenti).

Varaglia. Sulla cresta frontale interna e sulla fossetta occipitale mediana. Ferri. Psicopatologia dell’omicidio: II momento deliberativo negli omicidi pazzi.

Kosiek. Un libellista a quindici anni.

Marro. Influenza dell’etá dei genitori sui caratteri dei delinquenti, dei pazzi e dei normali ( con 1 tavola).

Colajanni. Criteri sulle conseguenze dell’alcoolismo.

Marro. Caratteri speciali alie varié specie di delinquenti {con 1 tavola). Severi. Capacita deile fosse temporo-sfenoidali e della porzione cerebellare del cranio nei savi, nei pazzi e in alcuni epilettici e delinquenti,

Ferri. Sentimenti ed affetti nei delinquenti.

Ottolenglii. L’occhio dei delinquenti.

Lattcs. Sui lavori clandestini dei carcerati.

Aliuiena. Su la psicología della premeditazione.


— 407 -


Pugliese. Questioni di diritto pénalo positivo.

Alongi. Maffia: Appuuti di uno studio sullo classi pericolose della Sicilia

Rossi. II suicidio nella Spagna ( con 1 tavola).

Congresso (II o°) penitenziario internazionale.

Fioretti. Sulla irapossibilitá di considerare i motivi coscienti dolí’ azione come criterio assoluto della imputabilita.

Ferri. I discorsi inaugurali del Pnbblico Ministero (1884-85).

Garofalo. Sulla confessione dei rei.

Rossi. Alcune opinioni sulla statistica della ciiminalita.

Lombroso. Illusioni dei giuristi salle carceri.

Capelli e Br ligia. Sulle variazioni locali del polso nell’avambraccio e ncl cervello dell’uomo per efíetto di alcuni agenti lerapeutici.

Solivetti e Lombroso. Furto in epilettico megalomaniaco e pazzo inórale (con 1 tav.).

Lombroso. Casi di microcefalia da influenza psichiea nella gravidanza ( con tre figure nel testo).

Tanzi. L’equazione personale degli epilettici.

Morselli. Un secondo caso di inversione del reflesso pupillare in un alienato paralitico.

Lombroso. Studi sull’ipnotismo ( con 5 tuvolé).

Reymond. Studi oftalmoscopici su ipnotizzati.

B i anchi e Sorainer. La polarizzazione psichiea nella ñisc sonnambolica del- l’ipnotismo.

Zuccarelli. Le asimmetrie toraciche in mezzo ad altre anomalie riuvenuto in epilettici alienati.

Yeuturi. Sull’udito negli epilettici.

Marro, Lombroso e Albertotti. Pazzi omicidi.

Lattes. Un megalomaniaco in carcere.

Mingazzini e Ferrares!. Sul cervello d’una ragazza microcefala.

Raggi. Allucinazioni per suggestione in un pazzo.

Fioretti. Bancarotta semplice — Falso in vaglia póstale — Interrogatorio separato dei testimor.i — Immanenza dei earattere di crimine malgrado correzionalizzazione.

Puglia. Corte di Cassazione di Palermo.

(xiaunantonio. I. Provocazione ed agguato. — II. Udienza chiusa per i soli minori di anni 21. — III. L’eta della stuprata deve essere affermata dai giurati?

Maino. Corte di Cassazione di Torino (Piicorso Mattioli).

Fioretti. Corte di Cassazione di Torino. — Negli atti di libídine contro natura, commessi senza scandali e senza violenza, la desistenza dalla querela arresta l’azione penale.

Caluci. Corte d’appello di Lucca. — Nelle contravvenzioni il dolo si consi- dera insito neU’azione quando sia data la prova del fatto materiale vo- lontario.

Garofalo. Scatto d’arme da fuoco in rissa. — Ferimento con premeditazione ed agguato. — Furto semplice. — Liberta provvisoria.

Cosenza. Corte d’Appello di Messina.

Fioretti. Una questione di metafísica da porsi ai giurati — Rigorismo inutile.

Stura e Giono. Tipi di criminali-nati e d’occasione.

Rossi. Tipi di delinquenti d’occasione e pazzi morali.

Rossi, Cortina e Bossi. Tipi di criminal; nati e d’occasione.

Lombroso. Rizz...

Boselli. Tipi di crimiuali-nati e d’occasione.

Pugliese, Rossi e Ausermino. Tipi di delinquenti-nati e d’occasione.


— 408


Si ura. Un caso di pazzia mírale nei faneialli. l’uglin. Proccsso crimínale.

Seppllli. Un caso di leucodermia oreditaria.

Cividalli e Amalí. Contributo alio studio degli epilettici.

Tcnchini. Creste frontali nei crani dei criminal!, l’uglia. La donna delinquente.

Lombroso e Lasclii. Una nuova pona pei reí politiei per passione. llenedikt. La clisvulncrabilité des criminéis.

Soppillí. La patogenesi clell’epiiessia.

Zuccarellí. D’una particolare produzione pelosa in un maniaco.

llossi. Sensibilita dei criminal i aU’estesiometro.

l’uglia. Influenza del temperamento sulla responsabilita pénalo.

Mondiuo. Di un nuovo sistema di letti per domen ti paralitici.

Lombroso. I geroglifici dei criminali in Gennania, in Inghiltcrra ed in Italia ( con S figure nei testo). llomiti. Crani e cervelli di suicidi.

Laselii e Lombroso. Perche i novatori si trovano piü spesso ncllc razze veccliie c le novazioni nelle razze giovani.

Lombroso. Nuovi geroglifici dei criminali.

¡Scppilii. Contributo alia conoscenza del sesto ventrieolo cerobrale o ventri- colo del Verga.

Mayor. Un iperestctico : 11 Conte di Cavour.

(íarol'alo. Dati per serviré alia statistica dolía recidiva.

Ycnturi. Dei criteri piü sicuri perla dingnosi dolía inania transitoria. Tcnchini. Sulla cresta froutaledel cranio utnano (normali, ]>azzi, delinquenti) ed in ispecie del rapporto tra il suo sviluppo e la fossetta occipitale mediana.

Yizioli. Paralisi pseudo-ipertrofica.

Zuccarclli. Paranoia primitiva di grandezza c persecuziono.

Alongi. Sul tatuaggio e sui geroglifici dei criminali.

Lombroso. Sulle proibizioni degli spettaeoli ipnotici.

«¿lili. Colorazione degli imbuti nelle libre midollatc periferiehe col bleu di China ( con 1 tavola).

Tcnchini. Sulla cresta frontale nei normali, nei pazzi c nei criminali.

Vcnturi. Sull’odorato nei pazzi.

llossi. SuU’alcoolismo e le criticho del Colajanni.

Lombroso. La polizia sciontifica.

Alongi. Assurdita penali.


Indice del Volume VIII.


Moselli e Lombroso. Nuovi studi sul tatuaggio dei criminali ( con i tavola). Lombroso. Gerghi nuovi.

— Un caso classico di epilessia crimínale.

Pcraccliia. Andatura dei criminali ed epilettici (con 1 lavóla).

Lombroso. L’ipnotismo applicato alia procedura pénale, liossi e Lombroso. Suicidi per passione e pazzia.

Lombroso. Palimsesti del carcere.

Ferri. Uno spiritista del diritto penale.

Alongi. Spettaeoli e coltellate in Sicilia.

Uarofalo. La riparazione del danno alie vittime del delitto.

Carelli. Crimen morbus.

Puglia. Della desistenza dal reato.


4-09 —


Tainc. Le déterminisme et la peino do mort.

Mingazzini. Osservazioni anatomielic sopra 75 era ni di alienad ( con 1 tav.). Yerga, Brevi eonsiderazioni intorno ad alcuni casi di pazzia inórale. Albertotti. l’azzo ed epilettico omieidi.

Oltolenglii. Un cretinoso ladro.

Tonnini. Suggestione e sogni.

Busdragbi. Gli alienati incendian.

— II furto nei pazzi.

— I/omicidio nei pazzi.

Raggi. Nuovi studi sull’ipnotismo.

Nardelli. Omicidio da epilessia larvata.

Algeri. Alcuni casi d’ipnotismo di criminali pazzi.

Fioretti. Premessa.

l.cvi. La mancanza dell’utero come causa di nullita del matrimonio. Fioretti. Inammessibilita del ricorso per Oassaziono dclla parto civilo con- dannata soltanto al soddisfacimento dolle spese eventualmente a carico dell’erario.

— La sezione di accusa correzionalizzando un crimine puo proiiuiiziarne la

prescrizione. trattandolo come delitto.

Carelli. Yerdetto dei giurati.

Bianclii. Processo Conté.

Alimena. Una coniugicida isterica.

Rossi e Tardy. 50 minorenni della Generala.

Peraccliia e Rossi. Tipi di delinquenti-nati e d’oceasione.

Pavía. Processo Brusa.


Alongi. Pazzi morali e delinquenti nati.

ltossi e Peraccliia. Tipi di criminali nati e d’oceasione.

Boselli, Ricliiardi, Massimino, Peraccliia, Re o Rossi. Tipi di erimi nali-nati e d’occasione.

Lombroso. Incesto.

Tripepi. Processo Ventura.

Pilgüese. Stupro, sodomía ed omicidio.

Balcstrini. Di un nuovo criterio sociológico della penalita.

Marro. Le orine nella lipemanía.

Lombroso. Le varieta della follia inórale c delPepilessia.

Salsotto. II tatuaggio nelle donne criminali e nelle prostituto.

Alongi e Lombroso. Nuovi geroglifici e gerglii.

Garot'alo. II cosí detto « nnovo » criterio sociológico della peualita, di Ií. Balestrini.

Rossi e Lombroso. Influenza della temperatura sullc rivoluzioni (con 2 tav.). Rusdragbi. L’incendio e il furto nei pazzi.

Golgi. I mielociti e il pensiero.

Frigerio. Caso di porencefalia posteriore destra da causa traumática in una epilettica del manicomio di Alessandria.

Lindan. Sentimentalita nei criminali.

Boselli e Rossi. Note sui riformatori.

Tencbini. Mancanza della dodicesima vertebra dorsale o dolle dúo ultime coste con altre anornalie concomitanti in un crimínale.

Lombroso. I digiunatori e la psichiatria moderna.

Nibbi. Gli altipiani del Messico in rapporto alia psicología.

Gaiter. Alienazione guarita con cura omeopatica.

Carbone. L’urea nei criminali.

Lombroso. La dispolarizzazione negli ipnotici.

Reymond. Visionc nello stato di credulita.


410 —


Lombroso. Nuovo carattere spceiale degli epilettioi c analogía coi criminal! (c'ou 1 tac.).

Mingazziiti. Osservazioni anatomiche sopra cervelli c erani di delinquenti comunícate al Congresso medico di Pavía.

Ferri. Manicomio crimínale di Montelupo.

Kossi. L’alcoolismo in Europa e gli errori di Colajanni.

Gallavardin. Thórapeutique de l’liomme criminel.

Guerra. Anomalíe rinvenute in cadaveri di delinquenti e di normali.


Indice del Volume IX.

Lombroso. Paliinsesti del carcere.

Ottoleng’lii. Lo scheletro e la forma del naso nei criminali, nei pazzi, negli epilettici e nei cretini ( con tav.).

— 11 ricambio materiale nei delinquenti-nati.

— L’olfatto nei criminali.

Pitre e Lombroso. I gesti nei criminali.

De Albertis. II tatuaggio in 300 prostitute liguri.

Ottolenghi. Nuove ricerche sui rei contro il buon co8tumc. ltossi. II fattore económico nei moti rivoluzionari ( con tav.).

Garofalo. Pena di morte.

Lombroso. L’Italia é unita, non unificata.

Kossi. II regionalismo in Italia (con ¿ay.).

Carelli. Lo stato d’imputazione.

Anfosso. II segnalamento dei delinquenti ( con tav.).

Puglia. II principio di causalitá nella scienza criminale.

Garofalo. II computo della detenzione preventiva — La recidiva — Appuuti al nuovo progetto di Códice penale.

Balestrini. Le lesioni personali ed il nuovo Códice penale.

Busdraghi. I delitti di libídine nei pazzi.

Lombroso. I pazzi criminali (con dae tuvolé).

Antoniui. Di un caso di pseudo-ennafroditismo in una famiglia cretinosa (con due figure nei testó)

De Albertis. Pica in un idiota ( con tav.), con nota suU’osservaziono del dot- tore Belniondo.

Lombroso e Ottolenghi. Eritromelalgia in una prostituta.

Olivieri. Un verdetto negativo (per forza irresistibile) in tema di furto qualificato.

Levi. Interpret.azione antropológica aecettata.

Kerenini. II duello nei progetto Zanardelli.

X. e Y. La retroattivitá della nuova leggo alie sentenze passate in giudicato e sulle pene, ecc.

Armanni. Della connessione dei reati di azione pubblica con quelli perse- guibili a querela di parte.

Lombroso. II manicomio criminale e la forza irresistibile nei nuovo progetto di Códice penale.

Porto. Appunti al nuovo progetto di Códice penale.

Albano. Ubbriachezza e responsabilitá nei progetto di Códice penale (Zanar- delli).

Olivieri. La prescrizione dell’azione penale. — Appunti al nuovo Códice penale.

Strambio, Frigerio e Kossi. Tipi di criminali-nati e d’occasione. Boselli e Kossi. Tipi di criminali nati e d’occasione.

Zuccarelli. Degenerati e delinquenti.


- 411 —


Rossi. Studi sopra una centuria di crimiualí.

Alimena. Un assassino aliénate.

Pinero. Delinqneute político ed assassino.

Ottolenghi. Delinquente-nato cretinoso.

Tamburini e Gnicciardini. Ulteriori studi su un caso d’imbecillitá inórale. Marro. Di un nuovo criterio diagnostico nella paralisi progressiva. Tenchini. La fossa olecranica nei criminali.

Frigerio. Trasposizione del riflesso sessuale in un epilettico.

Olivieri. Sulle recenti dichiarazioni del prof. 31. Benedikt.

Talne. Un epilettico di genio.

Morselli. Della storia della fisiognomonia.

Tarnovvsky. 3Iisure antropoinetriche su centocinquanta prostituto, oento ladre e cento contadine.

Ottolenghi. II ricambio materiale nei delinquenti congeniti.

Pcraeehia. I contrabbandieri e l’antropologia crimínale.

Lombroso. L’ipuotismo e gli stati affini.

Frigcrio. L’orecchio degli alienati e dei criminali.

Pcnta. Le malattie speciali dei rei-nati e dei loro genitori.

Lombroso. Genio e follia di Giordano Bruno.

— Risposta alie obbiezioni sugli Appunti del Códice pénale.

X. T. Amori anomali.

Gentini. La criminalitá nei Messico.

Lombroso. Cranio crimínale medio col método Galtoniano (con tav.).

— Auto-suggestione in sogno.

Urbanetti. Trattamento omeopatico della cefalea.

Mingazzini. Anomalie del cranio in 30 criminali.

Lombroso. Influenza meteorica sai reati secondo i singoli caratteri degenc- rativi.

— L’influenza della civiltá e dell’occasione sul genio.

Lombroso. Omicidio-suicidio ( con fig. nei testo).

Lev i. Forza irresistibile.

llonino. Cura di demenza coll 'Alcool sulphuris (solfuro di carbonio).

Graf. Cortigiane e letterate del cinquecento.

Lombroso. L’arte nei delinquenti ( con due figure nei testó).

3Iingazzini. Sopra 30 crani ed encefali di delinquenti italiani.

Morselli. Paolo Broca contro Paolo Topinard.

X. Y. Genio e pazzia.

Soinmer. Ñipóte di Kant pazza.

Lombroso* Rectificaron : A Meynert et Richet.


Indice del Volume X.


Pitre. L’omertá.

Lombroso. Palimsesti del carcere.

Marro. L’intelligenza dei criminali.

Lombroso. I criminaloidi ( con tav.).

Salsotto. Sulla donna delinquente.

De Paoli. Gergo dei camorristi.

Zampa. Teste d’assassini e teste di galantuomini.

Gradenigo. L’udito nei delinquenti.

Ottolenghi. II gusto nei criminali in rapporto coi uorraali ( con fig. nei testo).

Lombroso e Laschi. Misoneísmo e delitto político.

Marro. Sui caratteri della donna crimínale.


Fcrrí. Sull’ainmonizione.

GaroLilo. La crimi milita in Napoli.

Anlbsso. l)i ¡ileuui i'attori del suicidio.

ltossi. Le recenti statistielie giudiziaric penali italiane.

t'aslelíi. L’azione civile eontro i delinquenti pazzi.

Si^itele. D’un criterio positivo nel reato d’infanticidio.

Loria. Generazione e degenerazione.

Lombroso e Lasclii. La pazzia, la crimiualitá ed il delitto politice ( con 2 fajare nel testo)

— I fattori individuali nel delitto político.

Vcnturi. L’epilessia vasoinotoria.

Oüolenglii. La canizie, la calvizie e le rughe nei criminali in rapporto ai normali, agli epilettici ed ai cretini (con una túvola ed ana Jijara nel testó).

Tainbnrini. Ultime notizie sullo Sbro... e reperto necroseopico.

Hotzen. Reperto del cervello di una matricida.

Otlolengiii. La canizie. la calvizie e le rughe nelle donne.

31 arro. Degenerazione od encefalopatía?

Pehinda. Pornopatici.

Pristiani. Sui prodotti del ricambio materiale nelle alienazioni mentali. Sciamanua. Un osperirnento di eccitazione cerebrale neU’uoino.

KorsakotF. Lois et mesures prophilactiques de l’alcool.

Viejra de Araujo. La riforma dei Codici criminali.

Levi. Sull’interdizione legale secondo la nuova scuola.

Garoíalo e Carelli. Delle nullitá.

Sigílele. Note di giurisprudenza penale.

Ottolenghi e Abrardi. Rei d’occasione. lPAbumlo. Un caso di pazzia inórale.

Virgilio. Pederasta pazzo criminoso.

Dinnchi. Un megalomane truffatore e falsario.

Bepetti. Alattoide.

Lombroso e Ottolenghi. Imbecille reo d’occasione.

Stura. Criminali pazzi.

Dianchi. Uno strano tipo di trulFatricc c ladra cpilettica e tribade. Dusdraghi. Di un caso di epilessia política.

Montalti. La Gazzeri, dal punto di vista (leU’antropologia crimínale.

Algor i. Epilessia larvata. Stato psico-epilettico protratto per piü mesi. Dianchi. Isterico feritore.

Lazzc. L’asilo Savoia per l’infanzia abbandonata.

Pitre. Gli spiritati.

Lucas. Proverbi criminali portoghesi.

Yenturi. La famiglia Misdea.

Ladelci. Nevrosi curata co IVOpium omcopatico.

Tcnchini e Negrini. Sulla corteceia cerebrale degli equini e bovini. Lombroso. Morselli e la pena di morte.

Dianchi. L’ingegnositá dei criminali.

Bonillo. Epilessia curata co W Oenante cr ocata. ltossi. Auomalie dei musici.

Lombroso. Donna crimínale e prostituta.

B’Aguanno. La geuesi e l’evoluzione del Diritto civile secondo lo risultanze delle scienze antropologiehe con applicazioni pratiche al diritto vigente. Iticcardi. I sordomuti.

Kicliet. La psicología del genio.

Sternberg. Les génies en Allemagne.

ltossi. Cento criminali misurati col tachi-antropoinctro Anfosso.


413 -


Tciicliini. Anomalie- numerichc costo-vertebrali, rinvenute in 31 schcletri ai criminali esaminati dal 15 ottobre 1887 al 14 aprile 18S9 nell’Istituto anatómico di Parma.

Perra % de Macedo. Notes sur quelqucs anomalies críiniennes dans une serie de 1000 cránes portugais contemporains.

Ilossi. La sociología crimínale e gli errori di Colajanni.

Ottolenghi. Fattori della canizie.

Ferraz de Macedo. Capacité cranienne dans 3 catégories d’individns portu- gais contemporains, dont les cranes ont étés recneillis et cubes d’aprés le procede de Broca.

Ottolenghi. II mancinismo anatómico nei criminali.

— Sui fattori individual! dei delinquenti secondo Sicliart e Marro.

Kurelln. Palimsesto d’un crimínale.


Indice del Voluine XI.

Lombroso e ltossi. Palimsesti del carcere ( con 3 tav.).

Lombroso e Lasehi. Rei politici per occasione e per passione (con una tav. e una fie/, nel testó).

Gradenigo. La conformazione clel padiglione delPorecchio nei normali, negli alienati e nei delinquenti.

Mase-Dari. La ricerca della paternitá e le nascite illegittime.

Lombroso e Lasehi. La pena del delitto político.

Sigílele. La complicita.

— Un paese di delinquenti-nati (con 4 faj. ncl testo).

Fiord 1 i. Note critiche sul tentativo.

Fabrizi. Gli scioperi nella sociologia giuridica ( con tav.).

Mili gazzini. Osservazioni intorno al cervello di un idiota (con fu/, nel testo). Tschurtschcnthalcr. Caso di pseudo-spiritismo studiato psichiatricamcnte. Croce. Un caso di tic convulsivo con ecolalia, coprolaiia o melolalia. Korsukolf. Les paralysies alcooliques.

Gueci. Gli intercalan.

Oltolengbi. I! campo visivo degli epilettici e dei delinquenti-nati (con una tav. e 2 fuj. nel testo).

Tranquil li. Su di un caso di atrofia muscolare progressiva (selerosi latcrale amiotriofica).

Lombroso c Ottolenghi. Nuovi studi suU’ipnotismo e sulla credulitá.

Levi. La premeditazione, come aggravante, é compatibile col vizio parziale della mente.

Ldi. Costituzione di parte civile della donna sedotta contro il seduttore. Garofalo. Mariti uccisori.

Lcvi. Appunti e critiche al Códice pénale italiano.

Rossi e Ottolenghi. Tij»i di criminali-nati.

Ottolenghi. I Jxoricida.

— Borsaiuolo tipo.

Criini-Lo Giudiee. Notizie intorno alia famiglia Sima.

Oe Castro, Gherlone e Roncoroui. Tipi di delinquenti-nati e d’occasione. Olivieri e Z. Tipi di criminali.

Morselli. Anomalie dell’osso occipitale in 200 eran i di alienati,

Riccardi. Cerámica criminale.

Lombroso. Odio della patria nei genii.

— líuglie anomale speciali ai criminali.

— Anomalie di Carlotta Corday e del genérale Ramorino.


— 414 —

Amo. Principali anomalie riscontrate' su 151 minorenni detenuti alia Gene- rala (Tormo).

Ottolenghi. Caratteri antropologici di 100 rei per rivolta.

De Albertis. Cervelli di suicidi e di tatuati.

Lombroso. Pickmann e la trasmissione del pensiero.

Pagliani. Trasmissione del pensiero in un’isterica.

Tscliurtschenthaler. Chiaroveggenza in un ragazzo isterico.

Severi. Gergo dei criminali di Pirenze.

Ottolenghi. II campo visivo nei criminali-nati.

Marro e llivauo. Le iniezioni di sueco di testicolo negli stadi di indeboli- mento mentale. ”

Morselli. Sulla fossetta vormiana nei primati.

Roucoroni. II tipo crimínale nell’Havelock Ellis e nei Macé.

Zerboglio. Per una statistica dei duelli.

Arno e Colombatti. Principali anomalie riscontrate su 24 detenute in un ergastolo femminile.

Ronino. Un’epilessia curata co\V Artemisia absynthium.

Yascotti. Matematici e rei contro le persone.

Penta. Le anomalie nei criminali.

Lombroso. Anomalie psichiche di Michelangelo e Virgilio.

Ottolenghi. II campo visivo nelle donne criminali e nei ragazzi. Bordoni-Uffreduzzi e Ottolenghi. Sul cosidetto Bacterium mayáis e sul- l’azione tossica della polenta da esso alterata.

Ottolenghi e Lombroso. L’image psychique et l’acuité visuelle dans l’hyp- notisme.

Roncoroni. I sensi e l’andatura nei pellagrosi.

Alpago-Novello. Della temperatura nei pellagrosi.

Lombroso. Tatto e tipo degenerativo nelle donne normali.

Castelli. Delitti e pene nei proverbi.


Indice del Volume XII,

Lombroso. Tatto e tipo degenerativo in donne normali, criminali e aliénate. Ottolenghi. Epilessie psichiche in criminali.

Ferri. II tipo crimínale e la natura della delinquenza.

Carosci. Palimsesti di prostitute al Sifilicomio (Bogetto).

Ferrero. La crudeltá e la pietá nella femmina e nella donna.

Gurrieri. II tatuaggjo nella R. Casa di custodia per i minorenni corrigendi in Bologna.

Sigílele. La folla delinquente.

Leti. Parte civile accusatrice.

Mase-Dari. Un’accusa infondata al divieto della indagine sulla paternitá. Sighele. L’evoluzione dal suicidio all’omicidio nei drammi d’amore (con tav.). Laschi e Lombroso. La definizione del delitto político.

Lombroso, Grimaldi e Ardil. Inchiesta sulla trasmissione del pensiero ( con 24 fig. nei testo).

Antonini. Psicopatía epilettica in un imbecille.

Ottolenghi. Nuove osservazioni sul campo visivo in psicopatici.

Roncoroni. Sul campo visivo, la marcia e l’andatura nei pellagrosi. Lombroso. Esperimenti sull’azione venéfica del mais guasto nei cani e nei polli ( con 6 tav. e 2 fig. nei testo).

Gandenzi. Un nuovo strumento per le rnisure angolari del capo ( con 2 fig- nei testo).


— 415 —

Sciainanna e Postempki. Turaore ehdocranico, estirpazione, guarigione ( con una tav.).

Alpago-Novello. La cura della pellagra.

Gradenigo. Intorno al significato antropológico delle anomalie del padiglione dell’orecchio.

Lombroso. Due genii nevrotici femminili.

Kortli. La famille Mainlander.

Levi. Appunti e critiche al Códice penale italiano.

Sigílele. Sull’articolo 52 del Códice penale.

Ferri. Sentenze dei Tribunali di Bologna e di F»ar¡ in tema di delitto col- lettivo.

Gurrieri. Una criminale-nata.

Sigílele. Un omicida epilettico.

Mura. Tipi di criminali.

Lombroso. Infanticidio in pellagrosa.

Albertotti e Lombroso. Assassino epilettico.

Lombroso. Feritore epilettico.

Ottolengbi. Delinquenti-nati.

Lojacono e Saleini-Pace. Assassino epilettico.

Marro e Lombroso. Processo Car...

Lombroso. L’uomo perfetto.

Mingazzini. Sull’Étude anthropométrique sur les prostituées et les voleuses della Tarnowski.

Roncoroiii e Ardil. Esame di 43 crani di criminali.

Castelli. Un palimsesto della forca.

Albertotti. Anomalie craniche e facciali nei sordomuti.

Kurella e Sigílele. II delitto político ereditario nella famiglia Padlewsky. Lombroso. Esperienze in animali con iniezioni di colture dei microrganismi del mais e sangue di pellagrosi ( con tav.).

Bergh. Le tatouage chez les prostituées danoises.

Magini. Ancora sulla ubicazioue del núcleo nella cellula nervosa motoria. Lombroso. Educazione anticriminale.

— Cotone di silicato di ferro nella chirurgia e nella psichiatria.

— Un autógrafo di Seghetti ( con tav.).

— Un’applicazione pratica dell’antropologia crimínale.

Ardil. Un rnattoide riformatore.

Alpago-Novello. La pellagra nelle persone agíate e negli abitanti di citta, líeld. Cura omeopatica di irritazione spinale.

D’Abundo. Contributo alio studio delle impronto digitali.

Penta. Processo temporale del frontale.

Grasselli. Studi sulle prostitute.

Gonzales e Yerga. Iscrizioni e disegni di pazzi.

liossi. 11 sesso negli avvelenatori condannati dalle Corti d’Assise in Italia dal 1880 al 1888.

Lazzari. II delinquente-uato in S. Tommaso.

Cristiaui. Tatouage chez un aliené.


Indice del Volume XIII,

Sergi. Sensibilita femminile.

Gradenigo. Sulla conformazione del padiglione deH’oreccliio presso le donne delinquenti.

Gurrieri e Moraglia. Note sul tatuaggio osceno nei delinquenti (can tav.). Moi •aglia. Esame di dieci delinquenti.


- 416


Ardil. Nota sul diámetro biangolare della mandilóla deiruorao.

Re-Sarlo. I piccoli candidati alia delinquenza.

(íurriori. Sensibilita e anomalie íisiche e psicliiche nella donna nórmale c nella prostituta.

Fornasari. Ricercbe antropometriche in 60 prostitute e 20 normali. Sladerini. Sopra tre scheletri di delinquenti ( con 6 fig. nel testó).

Jicotera. Progetto di legge intorno agli alienati e ai manicomi.

Ilinicri Re Rocclii. A proposito di una interpellanza sulla Pubblica Si- curezza.

Sigílele. II Códice penale e la stampa nei reati di diffamazione.

— La coppia crimínale.

31 o linar i e hevi. Appunti e critiche al Códice penale italiano.

Lombroso, Tamburini e Ascenzi. Relazione a S. E. il Ministro dell’Interno nell’ispezione dei manicomii del Regno ( con 3 tav.).

Cristian!. L’ipertricosi facciale nelle aliénate e nelle sane di mente, lírugia. La tossicitA delle uriñe nei folli.

Nota. Encefalite traumática superficialc della zona rolandica sinistra, enrata eolia trapanazione.

Ottolenglii e Carrara. II piede prensile negli alienati e nei delinquenti (con 3 fig. nel testo).

— Perioptometria e psicometria di uomini geniali ( con 2 tav. e una fig. nel

testo).

Cristiani. La pazzia negli illegittimi.

De Sanctis. Epilessia emiplegica da toracentesi in un criminale.

Belloni. Rieerche cronometriche nelle differenze del tempo di reazione ira i movimenti riflessi ed i volontari.

Lombroso. Criminel d’occasion et criminelle-née (ron 3 fig. nel testo). Rinicri De Rocclii. Tipo di incestuoso.

Leti. Un imbecille-ladro.

Roncoroni. Criminali-nati e d’occasione.

Antonini. Simulazione di reato per auto-suggestione in isterica.

Dianclii. Un uxoricida paranoico.

Frigerio. Reato in epilettico.

Morselli e Roncoroni. Criminali-nati e d’occasione.

Car rara . Crimínale-nata.

Lombroso. Pazzo e simulatore falsario.

Frigerio. Infanticidio in una pellagrosa.

Ardil e Preves. Galeocefalismo in sub-microcefalo vagabondo e alcoolista. Ardil. Pazzia morale senza anomalie fisiclie esterne.

Lombroso. Processo Bonaglia.

Torga. Un caso di determinismo ambulatorio in ladruneolo.

Roncoroni. Anomalie riscon trate in 50 uomini e 50 donne, borghesi, senza precedenti criminali, né psicopatici.

— Esame dell’odorato, del gusto e dell’udito in 15 donne e 20 uomini, bor-

ghesi, senza precedenti criminali, né psicopatici. — Confronto coi pazzi. Valen! i. Ossa soprannumerarie nel naso di un ladro (con fig. nel testo). Parisotti. Esame del campo visivo degli epilettici. l)e Niño. Vizi e virtít delle donne in alcuni proverbi abruzzesi.

Tcncliini. Peso dei crani e cervelli di delinquenti.

Morcan. Des enfants prodiges.

Cbudzinshi. Sacrum de l’assassin Ivaps.

Lombroso. Palimsesti del carcere lemminile.

(Jallia. Anomalie di 100 donne normali.

Raggi. Anomalie dei proccssi clinoidei.

Fornasari. Amori di crimínale-nata e amore di pazzo alie Assise di Bologna.


417 —


Frigerio. Atrofia dell’emisfero destro in un pazzo crimínale mancino. Raggi. Sopra un fenómeno psichico d’intolleranza d’origine suggestiva auto- mática.

Currara. Ossa soprannumerarie nel cranio di un ladro.

— Caratteri del cóndilo mandibolare nei delinquenti.

Teuchini. Sui cervelli di delinquenti.

Ottolenghi e Roncoroni. Autopsie di 100 criminal!.

Roncoroni e Ardil. Emicenturia di crani di criminali.

Ardil. Su alcune rare anomalie dell’osso occipitale dell’uomo.

Moraglia. Psicopatie sessuali.

Ardü. Alcune anomalie nelle prostitute.

Parisotti. Studio comparativo del campo visivo di neuropatici c psicopatici. Currara. Alcune rare anomalie scheletriche nei criminali.

Rinieri De Rocclii. Studio su 100 donne norniali di Siena.

De Albertis. Biennio statistico di tatnati defunti nell’ Ospedale di Pam- matone.


t


Lombroso. — 27.


ELENCO


DEGLI


C 1 T A T 1 I N


q u e s r r o


Y O L U M E


Albreclit Alirs . .

Alise . .

Alien . . Amadei . Andronicu Anfosso . Anutschine Ardil. .


21


a 2


. » » » 1 •>• > O* y OO


Arnd .


Aubrv .


Pag. 6 . . 10 . . 69 . . 9

. . 3? . . 75

. . 60 . . 25

369 a 372 . 70, 72 380, 881


Baer 196

Ballet .289

Balzac 236, 289

Baraldi 32

Bataille 103

Belsanti 9 a 1 1

Benedickt . 36 a 41, 45, 122 a 125

Berenini 232

Bergh 75, 151, 154

Berté 154

Bertillon 61,363

Bianchi S. . . . 23, 35, 376, 377

Binder 52, 55, 56

Blumenbach 29

Bonfadini 239, 240

Bourneville 50

Broca 9, 10, 19

Brouardel 126 a 123, 168, 221 a 224, 2S9.

Brugia 219


Calor! 9, 25

Carus 10

Carabelli 14


Carrara 1 2, 29, 35, 36, 60, 62 a 69, 209.


Christian 149, 150

Chudzinski . 20


Claptron . . •

. . . Pag. 165

Clarck ....

165

Cook

175

Costa

40

Cuylitz ....

115

Darwiu ....

53, 54, 238, 362

Baudot ....

339

Bavitt ....

176

De Albertis. . .

. 75, 82, 87, 160

Defilippi. • • •

. . . 161,162

Degubernatis . .

358

De Mortillet . .

165

De Sade. . . .

363

De Sarlo. . . .

72

Despine ....

243

Desprez ....

8

Dmitri Drill . .

. . . 128,129

Dostovewski . .

. . . 839 a 354

Drago ....

96

Ebrard ....

243

Espinas ....

244

Fallot ....

41

Féré

. • . . . 69

Ferrarini . . .

. . . . 18, 19

Ferraz de Macedu

. . . . 16, 17

Perrero Guglielmo

. 319, 3S6, 387

Ferri Enrico 232,

265, 266, 356,382

Forgeot ....

69

Frassati Alfredo .

. . . 383 a 3S6

Fusari R. . . .

372

Gallia V. . .

70

Galton .

. 165

Gambara . .

. . . . 32, 33

Garborg. . .

360

Garnier ...

. 111, 225, 226

Garofalo. . . .

. . . 252 a 256


- 419


Gauthier . . . . Pag. 293 a 301

Gegenbauer 367, 369

Ghil Rene 361

Giacoraini 43

Giglioli 10

Gilíes de la Tuurette .... 245

Gradenigo 50 a 59

Grimaldi .... 75, 83, 87, 118

Grabar 9, 25

Gurrieri . . . . 135, 137, 162, 163


Hamy 10

Haveloch Charles 12

Haveloch Ellis . 97 a 102, 129 a 132 176, 321 a 331.

Henle 29

His

Hyrtl .


Ibsen.

Israel


. ... 51 . , . . 27

339, 340, 354 59


Joly . . 110 a 113, 243, 256 a 265

Ivohler 29

Krafft-Ebing 357, 363

Lacassagne 135

Lachi 6

Lainb 12

Lannelongue ....... 51

Lasclii . . . 232 a 241, 268, 2b9

Laségue 223, 224

Latyschew 94 a 96

Laarent. 103 a 110. 164, 197 a 200 306, 307.

Lefort 331 a 338, 387

Lombroso 75, 90 a 93, 159, 160, 224 232 a 241, 268, 269,319 360.

Lucchini 135

Lydston 29, 30

Maccabruni 1, 2. 3

Mac-Donald ..... 226 a 228

Macé C 97 a 102

Magitot 11

Magnan 113a 115,221

Majno 272

Mancelon 305

Mantegazza í), 1U

Manouvrier 374

Marambat 193

Mínimo . . . . 7, 23 a 25, 32, 375


Marlamé Pug- 361

Marro . 75, 77 a 89, 118, 119, 160 195, 196, 224, 225, 356.

Mayer . 26, 27

Meckel 29

Heyer 54

Minga zzini .... 33, 41, 43, 14S

Mognus 367

Monguidi 366, 367

Moraglia 135 a 137

Moreau de Tours 243

Morisson . . . . 191, 192, 203

Morris . 361

Morselli 5 a 8, 66

Motet . 224, 289

Nacke 36, 73

Nordau 361, 362

Ornstein 59


Ottolenghi . 19, 35, 45, 61 a 69, 155 a 162, 206, 208 a 213.


I’arigi . .

• • •

. . . 35, 36

Parisotti .

• • •

. 157, 158, 207

Pasini . .

Pellanda . Penta . . 3

25, 41 a 379.

. 75, 90 a 93 225

47, 48 a 50, 375

Percival . .


.... 60

Percy Sniith


. . 132 a 135

Pontecorvo .


.... 154

Prins. . .


. .301 a 304

Puaggi . .


.... 4

Eamadier .


.... 60

Rambosson .


.... 243

Ramos Mejia


.... 96

Riva . . .


. . 150, 151

Rohrer . .


.... 52

Rolle . . .

Romberg .


.... 62

7 5

Eomiti . .



Roncoroni .

. 2 i a

23, 45, 75, 178 a


192, 228 a 231.

i Rossetti 861

Rossi Virgilio . . 6ü, 192, 193, 232

Rossi U 13, 163, 164

Sacher-Masodi 362

Salsotto . . 75 a 77, 81 a 93, 160

Sandifort 29

Santangelo U0 a 14S

Scarenzio 75, Si


Sehmidt Pag. 58, 59

Sclnvalbe 51, 55

Schwegel 27

Sémal 203 a 205

Sergi 6,33,243,374

Sérieux 60

Severi 135

Sichart 194 a 197

Sighele . . . 2u0 a 202, 240 a 252

Silva 75, 81

Soffiantini 40, 75, 81

Solari B 103

Sollier 50, 125, 126

Sommer 224

Spencer 241,315

Staderini 40, 365

Stetter 51

Stoppato 232

Straham 379

Swinburne 361

Tafani 6

Taibot 29

Talmeyr 119 a 121

Tauiassia 232

Tamburini 66

Tanzi 367 a 372

Tarde 119, 243, 337

Tarnowsky . 74 a 77, 80 a S9, 118


119, 372 a 374,


Tenchini Pag. 20

21,40. 41, 43, 377

Thomas ....

SUR

Tolstoi ....

. . . 361, 362

TonniDi . . .

. . . 209 a 221

Türük . . .

367

Troiskv . . .

75

Vagner . . .

. . . 361, 362

Valenti . . .

. . .15, 16,26

Váli ....

50, 51, 54, 56

Van Hainel. .

. . . 266, 267

Varaglia. .' .

. . .75, SI

Vay ...

. . . 321 a 331

Verlaine. . .

361

Vey-Hamilton .

165

Vinter . . .

. . . 321 a 331

Virchow . . .

. 9. 14, 25, 367

Von Swiecicki .

59

Voolner . . .

. . 52, 55, 56

Wiertz . . .

. 337, 338, 387

Willigh . . .

41

VVindle . . .

... 14 a 16

Zampa Eañaello

. . . 375 a 376

Zerboglio Adolfo

. . .381 a 388

Ziino ....

. . . . 75, 81

Zola ....

. 389, 354 a 361

Zuckerkandl .

14


INDICE ALFABETICO

DELLE MATE RIE


Accessi (Deliranti ad)

. Pag. 223, 224

Alcoolismo

. 381 a 383

Anarchici (Tipi di)

. 268, 269

Antelice — anthelicis anterior crista — inferior

crista — plica —

crus inferius — sporgenze dell’antelice — assenza completa — ade-

renza all’elice

55, 56

Antelici accessorii

57, 58

Antropologhi (Errori e dDsimulazioni degli)

374-375

Antropología applicata alie arti ....

. 387

Applicazione del tipo crimínale alie arti belle .

. 331

Applicazione dello studio del tipo criminale alia teoría delle ñvoluzioni

ed alie perizie mediche ....

. 268

Applicazione alie perizie psiehiat riclie .

. 272, 273

Applicazioni giuridiche

. 232

Arcata alveolare

10

Arco temporale

. 372

Autografi di Seghetti e Misdea ....

. 171 a 174

Avvelenatori (Sesso negli)

. 192, 193

Bompard Gabriella

. 288 a 293


Calcarina (Pessura) — cumunicazione col sulcus tempo ro-occipitalis 4o a 45 Campo visivo (Anomalie del) nei criminali maschi, nei fanciulli, nellc donnc

criminali, nelle prostitute-nate e negli epilettici . 155 a 159, 206 a 209 Canale sacrale in delinquenti (Scoperta del) .... 366, 367

Carcere cellulare 293 a 304


Cervello (Studio delle scissure cerebral i del) . . . . . 15

Cervello e visceri di criminali 41 a 43

Cittá di delinquenti-nati 200 a 202

Clinoidei (Anomalie dei processi) 4

Colonia penali nella nuova Caledonia 304 a 314

Cranica (Circonferenza) di 80 donne Piemontesi . . . . 81 a 87

Oraniche (Anomalie) nei normali 16, 17


Crauicho (Anonialie) scheletriche Tay. 365

Cranii (Quattro) di ussassiui llavoimati 375, 376

Orauii in nonnali ed antropoidi 1

Cranii mnani — studi sui carattcri regressivi, poliedria, cresle ossec,

suture, ecc. 9

Cranii di Ugo Schenk, di C. Corday c del genérale Kainorino . 36 a 39

Granii indiani (Anomalie dei), del c.uule crauio faríngeo, del basiotico,

dei denti, del cer vello 12al6

Cranii di criminali, hacino, vertebre, ossa accessorie . . . 20 a 23

Cranii di donne ree 36

Cranii e cervelli di criminali (Anomalie dei) 45

Cranii criminali (Emicenturia di) 21 a 23

Crimínale (La coppia) 246 a 252

Criminali maschi (Anomalie dei) 48 a 50

Criminali minorenni 70 a 72

Criminali Italiane 72, 73

Criminali Tedesche 73

Criminali (Autopsia di 100) 45

Criminali (Anomalie nei vivi e fisionomie) 4S a 62

Criminali negri (Assimetrie nei) 30

Criminali (Funzioni dei) ' 155

Criminali (Arcata palatina, denti e cranii ni) .... 29, 30

Criminología 252 a 256

Critiche al nuovo Códice 232

Delinquenti e prostitute — anomalie, peso, statura, m facciali con tabella ....

Delinquenti e prostitute (Semicirconfercnza dei)

Delinquenti (Rassegnazione e vanita nei)

Delinquenti-nati (Cittá di) .

Delinquenza e epilessia

Delitto político

Denti (Anomalie nei) ....

Difesa sociale . . . . • .

Digitali papillari (Impronto dei)

Donna delinquente (Anomalie anatomiche della)

Donna crimínale (Tabella del tipo degenerativo della)

Donne normali, prostitute e ree (Tatto e gusto nelle)

Donne normali (Algometria nelle) ....


Educazione anticriminale ....

Elice a nastro

Elice (Porzione trasversale e discerniente dell’)

ripiegato

Epilessie psichiche e somatiche .


elice assente


ísure eranianc e

75 a 93 82

176, 177 200 a 202 228 a 231 232 a 241 14

266, 267 69 90, 91 116, 117 159 a 161 161, 162


315 a 317 53

o non

52, 53 209 a 221


- m —


Epilessia e psicopatía sessuale ....

. Pag.

226 a 231

Ereditá

. 194,

375 a 377

Esagerazioni positivistc


. 362

Esibisionisti e piromani


224 a 226

Ezioiogia: cause, sesso, etá, razza, eco.


178 a 203

Eyraud


284 a 288

Fessura orbitale inferiore


367 a 369

Fessura calcarina


43 a 45

Folla delinquente (La)


241 a 246

Fossetta occipitale media negli orang


2

Fossetta occipitale mediana nei primati


. 5 a 8

Genio reo-nato


129 a 132

Girus cunei (Superficialitá del) ....


42

Gusto e tatto nelle donne normali, ree c prostitute


159 a 161

'Idrosfigmografo (Delitti rilevati dall’) .


273, 282

Indice cefálico

. . .

87

Insensibilitá nei rei

• •

163 a 165

Interparietale o epactale

.

. 33

Interdigitale plantare (Misura del largo spazio) .


68

Interdigitale plantare in riposo (Tabella dell’) .


63

Ladro ed assassino ignoto


282 a 284

Lobo aderente semplice e prolungato sulla guancia


57

Lobuli coloboma

• • »

59

Lobulo (Fissura del) ......

• » •

58

Lobulo (Fossa scafoide prolungata sul)

59

Mancinismo anatómico


60 a 62

Mancinismo


. 165

Mandibola: diámetro biangolare e variazione nei duc

sessi

31

Mandibola: apoñsi coronoide ....


35

Molari grossi (Sviluppo dei tre)

11

Naso: forma e dimensione

18

Orecchio: anomalie dei padiglioni, delle dimensioni e

delle singóle sue

partí, orecchie di Darwin e ad ansa .

.

50 a 54

Ossa accessorie di cranii di criminali e di alienati


23

Ossa wormiane


2

Ossa nasali soprannumerarie


26

Osso occipitale (Anomalie dell’)

, t

33


m -


ralimsesti del carcere : crudellá, u morí amo, contraddizione, irnpul-

sivita .......... Pag. 166 a 17o

ralimsesti stranicri 175

Pazzia nei rei 203 a 206

l’azzi epilettici . . . 221 a 223

Pazzi (Tatuaggio nei) 140 a 151

Pazzo morale e reo 132 a 134

Piede piatto e piede preusile dei nurinali, dci crimina!], dcgli idioti,

degli epilettici, delle donne, ecc. 62 a 69, 200

Pini 271, 272

Piriforme (Apertura), sue varíe forme 33

Piromani ed esibizionisti 224 a 226

Praecaneus (Incompleto sviluppo del) 42

Primati (Anomalie, suture, ossa, fossctta, assimetria <bi) . . . 1 a 8

Probation system 310 a 321

Prostitute e ladre 74

Prostitute e delinquenti (Anomalie delle) — tabella del loro peso e sta-

tura, delle misure craniche e facciali 78 a 88

Prostitute Pusse (Fisionomie di) 372 a 374

Prostitute e delinquenti (Semi-circonferenza anterioro delle) . 82

Prostitute (Tabella del tipo degenerativo delle) . . . . 116, 117

Prostitute e ree (Algometria nelle) 162, 163

Psicopatía sessuale ed epilessia 226 a 228

Pterion del cranio umano (Anomalie del) in Carlotta Corday . . 32

Pube (Distribuzione anómala dei poli al) 70

Kavacliol 260, 270

Razza 202

Riformatorio di Elmira 321 a 331


Satiriaci 224 a 226

Scheletri di criminali, bacino, vertebre, ossa accessorie . . 20 a 23

Scuola (La nuova) di Diritto penale in Italia cd aH’Estero . 383 a 386 Simulazione rivelata dall’antropologia crimínale .... 273 a 282

Simboli nei diritto 386, 387

Sinostosi cranica 35

Sistema cellulare 166

Sociologia crimínale 265, 266

Spia-nata 128

Spina dorsale e nasale

Suture craniche, metopiche, lambdoidee, dentellate, ecc. . . . 1 a 9


Tabacco

Tatto e gusto nelle donne normali ree e prostitute .


. 193, 194

. 159 a 161


425 -


Tatuaggio simbólico e delinquenza: esame somático, sensibilitá e ri-


flessi, ecc

• Pag.

140

a 149

Tatuaggio negli uomini, nei minorcimi, nella « Mala vita

»

135

a 140

Tatuaggio nei pazzi


149

a 151

Tatuaggio nelle prostitute Danesi ...


151

a 155

Temporale (Processo frontale del) . . ' .


.

3 a 9

Terapia del delitto


-

314

Terzo cóndilo


,

34

Tipi criminali nuovi


,

122

Tipo criminale . . . »


94

a 115

Tipo criminale nella donua


115

a 121

Tipo criminale femmineo


126

Tipo (11) degenerativo nella donua criminale e nelle prostitute

— tabella 116, 117

Tipo (11) criminóle nella letteratura ....

, •

339

Torace ad imbuto

. .


60

Trocanteri e vertebre

40

Unione internazionale di Diritto pénale

-

317

Vagabondi-nati, vagabondi imbecilli . .


122

a 126

Vertebre: varictá numeriche, vertebre costali nciruomo


20

Visceri e eervelli dei criminali

41 a 47

Zoológica (Processo frontale del temporale nella scala)

.


3 a 9


INDICE DEl CAPITOL!


Pre fusione


. Pag. nr


0 A PITOLO I.

II cranio ¡n ¡ndividui normali cd in antropoidi.


1. Anomalic nei prímati Pag. 1

2. Processo frontale . » 3

8. Processi cliuoidei » 4

4. Fossetta occipitale mediana nei primati » 5

5. Cranio . » 9

6. Cranii indiani » 12

7. Canale cranio-faringeo » lo

8. Basiotico » ivi

0. Deuti » 14

10. Cervello . » 15

11. Anomalie craniche in normali » 16

12. Naso » 18


C A PITOLO II.

Scheletri e cranii di criminali.


J. Bacino

. . . . Pag.

20

2. Vertebre

. . . . »

ivi

3. Cranio

....»

21

4 e 5. Ossa accessorie

■ ••«))

23

6. Processo temporale del frontale.

• • • . B

25

7 e 8. Ossa nasali

• . . . a

26

9. Arcata palatina *

• • • . B

29

10. Criminali negri, ecc

• »•«))

30

11. Diámetro biangolare della mandibola


31

12. Pterion

. . . . »

32


— 427 —


13. Apertura piriforme

. Par/.

33

14. Osso oceipitale . . •

»

ivi

15. Sinostosi cranica

»

35

16 c 17. Mandibola

. »

ivi

18. Cranii di donne rec

y>

36

19. Gramo di U. Schenk

. »

ivi

20. Anomalie di Carlotta Corday e del genéralo Kainorino

. »

37

AlTENDlCE.


21. Vertebre e trocantori

• P‘»</*

40

CAPI TOLO 111.


Cervelli e viseen di criminali.


1, 2, 3 e 4. Cervelli

. Pag.

41

5. Cranii e cervelli

»

45

6 e 7. Visccri

. »

46


CAPI TOLO IV.

Anomalie nei viví e f isionomie criminali.


1. Criminali maschi

. Pag.

48

2. Padiglione deH’orecchio

. . . »

50

3. Torace ad imbuto

. - . »

60

4. Mancinismo anatomice

. . . »

ivi

5. Piede prensile

»

62

6. Piede piatto e sindactilia

• . . 0

69

7. Impronte papillari digitali ....

. . . »

¿vi

8. Distribuzione anómala dei poli al pubc

. * . >1

70

9, 10 e 11. Minorenni criminali ....

. . . )>

¿vi

12. Criminali Italiane

. . . »

72

13. Criminali Tedesche

. . . »

73

14. Ladre e prostitute

. . . »

74

15. Delinquenti e prostitute

. . * ))

75

CAPITOLO V.


II tipo criminale.


1 a 10. Tipo criminale neiruomo ....

. Pag.

94

11 e 12. Tipo criminale nella donna

. . . »

115


CAPITULO VI.

Nuovi ti p i criminaii.


1. Vagabondo-nato Pag. 122

2. Imbeeilli vagabondi » 125

3. Tipo femmineo » 126

4. Spia-nata «128

6. Geuio reo nato » 129

<3. Pazzo morale e reo » 152

CAPITULO VII.

Tatuaggio.

1. Uomiui Pag. 135

2. Miuorcnni . » 137

3. Tatuaggi nclla « Mala Vita » » ivi

4 e 5. Tatuaggio simbólico c delinqucnza » 140

6 e 7. Tatuaggio in pazzi » 149

8. Donne ........... » 151

CAP1TOLO Vilí.

Funzioni dei criminaii.

1. Anomalie del campo visivo . Pag. 155

2. Tatto » 159

3. Gusto » 161

4. Algometria • . » ¿vi

5 c 6. Insensibilitá » 163

7. Mancinismo . . » 165

8. Palimsesti » 166

9. Palimsesti stranieri « 175

10. Rassegoazione e vanitá » 176

CAPITOLO IX.

Eziologia: Cause, sesso, etá, razze, ereditá, ecc.

1 c 2. Sesso Pag. 178

3. Sesso negli avvelenatori . » 192

4. Tabacco » 193

5 e 6. Ereditá » 194

7. Cittá di delinquenti-nati » 200

8. Razza 202

9. Pazzia nei rei » 203


C A PITOLO X. Epilessia.


1 e 2. A nomalio del campo visivo. . .

. Pag. 200

3. Piede piatto e prensilc

» 209

4. Epilessie psicliiche

. » ivi

5. Epilessie somatiche

» 213

6. Pazzi epilettici

» 221

7. Deliranti acl accessi

» 223

8. Piromani ed esibizionisti

» 224

9. Satiriaci

» ivi

10. Epilessia e psicopatía sessuale

» 220

11. Epilessia e delinquenza

» 228

CAPITOLO XI.


Applicazioni g i u r i cliché.


1. Critiche al nuovo Códice

. Pag. 232

2. 11 delitto politico

. » ivi

3. La folla delinquente

» 241

4. La coppia crimínale

» 240

5. Criminología

» 252

6 e 7. Joly

. » 250

8. Sociología crimínale

. » 265

9. La difesa sociale

» 260

CAPITOLO XII.


Applicazione dello studio del tipo crimínale alia teoria dalle rivoluzioni

ed alie perizie mediche.


1. Tipi di anarchici

. Pag. 203

2. Ravachol

. » 209

3. Pini

» 271

4. Applicazioni alie perizie psichiatriche ....

» 272

5. Delitti rivelati daH’idrosíigmografo. simulazione rivelata dall’

antropo-

logia crimínale

» 273

6. Ladro ed assassino ignoto

» 282

7. Eyraud

» 284

8. Bompard.

» 288


CAITfOLO XIII.

Carceri cel lulari e colonia penali.


1 o 2. Garcero cellulare Pag. 293

3. Coionio penali nella Nuova Caledonia » 304

CAPITOLO XIV.

Terapia crimínale. — « Probation system ». — Riformatori.

1. Terapia del delitto Pag. 314

2. Educazione anticriminale. . » 315

3. IJnione Internazionale di diritto penale » 317

4. Probation system . . » 319

5. Rifonnatorio di Elinira . » 321

CAPITOLO XV.

Applicazione del tipo crimínale alie arti belle . Pag. 331 CAPITOLO XVI.

II tipo crimínale nella letteratura . . Pag. 839

1. Dostoyewski » 340

2. Ibsen » 354

8. Zola » ivi

4. Garborg » 360

5. Nordau » 361

6. Esagerazioni positivista* » 362


APPENDICE I.

Ultime ricerche ed applicazioni.

1. Anomalie craniche e scheletriche Pag. 365

2. Scopertura del canale sacrale in delinquenti » 366

3 e 4. Fessura orbitale inferioro » 367

5. Arco temporale 372

6. Fisionomie di prostituto Russe » ivi


- 431


7. Errori e dissirnulazioni degli antropología Pag. 374

8 e 9. Id. Qaattro cranii di assassini Ravennati » 373

10, 11 e 12. Ereditá » 377

13. Alcoolismo » 381

14. La nuova Scuola di diritto penale in Italia ed all’estero . . » 383

l-\ Simboli nel diritto » 380

10. Antropología applicata alie arti » 387


APPENDICE II.

Bibliografía delta nuova Scuola di diritto penale e di antropología crimínale.

Elenco delle Opere pubblicate in Italia fino al gennaio 1893 . . Pag. 389

Libri di critica sulla nuova Scuola * » 39S

Elenco delle Memorie e Note pubblicate nei 13 primi volumi (1880-1892) de 11’ Archivio di Psichiatria , Scienze penali ed Antropología

crimínale » 400

Elenco degli Autori citati in questo volume » 418

Indice Alfabético delle materie . . . . . » 421


»


»


))


»

»

»


Fig. 1 e 2. Ossa nasali .

3, 4 e 5. Cranio di Carlotta Corda v 6 e 7. Piede prensile 8. Id. Diagramma riassuntivo 9 a 28. Tipi di criminali maschi 29 e 30. Tipi di donne criminali 31 a 34. Id. Berland e Thomas

35. Campo visivo di delinquente-nato

36. Campo visivo della ragazza crimínale F. M. (in stato tranqu

37. Id. (in stato di esaltazione)

38. Campo visivo di un epilettico fuori dell’accesso .

39. Eavachol

40. Pini

41. Eyraud

42. Fac-simile della scrittura d’Eyraud .

43. Gabriella Bompard

44. Pensieri di una testa troncata di assassino, di Wiertz 45 a 50. Anomalie di tre cranii di criminali .

51 e 52. Due rei decapitati, di Wiertz


Pag. 26


« 

37


65

»

63

»

98

»

114

%

120

1)

156

illo) »

157

»

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»

207

»

270

)>

271

»

286

»

287

)>

289

))

337

»

367

»

388


INDICE DELLE TATOLE


Tav. I. Tatuaggio simbólico di stupratore, ecc.

» II. Disegno di Seghetti sulla propria fucilazione » III. Fisionomie di prostituta Russe .


. Pag. 142 . » 172

» 372






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